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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano

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IPSE DIXIT Costi paragonabili - «Costa molto essere sinceri, se si è intelligenti. Quanto essere onesti, se si è ambiziosi.» – Fernando Pessoa

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VERSO LA PAUSA ESTIVA

Con il prossimo numero la Newsletter dell’ADL, in uscita il 2 luglio 2015, inizierà la consueta pausa estiva, durante la quale si procederà anche ai necessari aggiornamenti tecnici del servizio. Le regolari trasmissioni riprenderanno giovedì 3 settembre 2015. La red dell’ADL Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo


interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

Editoriale

Un nome: Pinelli di Andrea Ermano Dopo l’ennesima polemica sul “Caso Sofri”, in tema di carceri e torture è doveroso ricordare la morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli avvenuta il 15 dicembre 1969 a Milano, dove Pinelli precipita misteriosamente nel cortile interno della Questura. Per tre giorni egli è stato trattenuto illegalmente con la falsa accusa di essere coinvolto nella strage di Piazza Fontana. Dopo tre giorni di “fermo” e di “interrogatorio” (cioè, in realtà, di “tortura”), l’anarchico cade dalla finestra e muore. Nella stanza cui quella finestra appartiene sono presenti «il commissario Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi, Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno», si legge sul sito Anarcopedia. Poco dopo il tragico episodio il questore Guida – uomo dai trascorsi mussoliniani – tiene un’affollata conferenza stampa cui partecipano anche il dott. Antonino Allegra (responsabile dell'ufficio politico della Questura) e il predetto dott. Calabresi. A sentire Guida, la vittima si sarebbe suicidata in preda al rimorso: «Improvvisamente il Pinelli ha compiuto un balzo felino verso la finestra che per il caldo era stata lasciata socchiusa e si è lanciato nel vuoto». La finestra socchiusa per il caldo decembrino… Il balzo felino… Ma la versione del questore Guida fa acqua da tutte le parti. Il povero corpo esanime di Pinelli non segue una traiettoria “a parabola”, ma viene giù “a candela”, urtando contro il muro e il cornicione. Questo confuta la versione del “balzo felino”. A essa seguiranno le versioni della “caduta accidentale” e del “malore attivo”. Inutile approfondire. Che cosa ne sappiamo noi oggi di tutto ciò? Che cosa ne sappiamo degli infiniti depistaggi risalenti a quella lunga notte della Repubblica? Che cosa sappiamo di Piazza Fontana, dopo quasi mezzo secolo? Sappiamo che la strage avvenne, come scrive Benedetta Tobagi, «quando la repubblica italiana era 23enne, una ragazza con molte ingenuità, moltissime speranze e le spalle gravate dal peso dell’eredità del Ventennio fascista a soffocarne gli slanci: poliziotti, magistrati, questori, burocrati ministeriali… gli apparati dello Stato sono ancora innervati di uomini del vecchio regime». Piazza Fontana è il primo sanguinario anello di una lunga catena di stragi «realizzate con l’intento di destabilizzare il Paese e promuovere una svolta autoritaria, o almeno una stabilizzazione conservatrice, contro l’avanzata delle sinistre».

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Della strage vennero subito accusati gli “anarchici” – i Pinelli, i Valpreda e gli altri – i quali anarchici erano però completamente estranei ai fatti. Furono egualmente trasformati nei “mostri” da chiudere in galera e sbattere in prima pagina affinché la colpa della strage neofascista ricadesse sulle sinistre. Ne seguì una grande lotta senza quartiere: nelle piazze, nelle redazioni dei giornali e dei telegiornali, nelle scuole e nelle parrocchie, nelle fabbriche e nei cinema, nei teatri e in ogni casa d’Italia si discusse per anni, animatamente, della “Morte accidentale di un anarchico”, come recitava il titolo di una famosa pièce tragicomica di Dario Fo, che gli è poi valsa il Nobel per la Letteratura. Alla fine la verità riemerse, emersero sia l’innocenza degli anarchici sia il marchio neofascista della strage. E vennero alla luce anche i vari tentativi di golpe accaduti in quegli anni. Questo sul piano storico, mentre la Giustizia segnava il passo. Poi, improvvisamente ma non troppo, nel 1972, la violenza nera iniziò ad reduplicarsi nella violenza rossa e la prima vittima fu proprio il commissario Luigi Calabresi, ucciso da un commando terrorista. Molti anni dopo quel barbaro omicidio venne condannato come “mandante” Adriano Sofri. Poi venne assolto. E poi ancora condannato. All’epoca dei fatti Sofri era stato uno dei giovani leader della sinistra radicale. Il suo “caso”, il lungo e controverso Caso Sofri, iniziò nel 1988 e giunse, dopo 15 sentenze e 8 processi, alla condanna definitiva: 22 anni di galera furono comminati all’ex leader di Lotta Continua. Sul piano del giudizio storico Sofri non appare essere stato il “mandante” di nulla. E nondimeno la virulenza giornalistica e politica della campagna da lui condotta contro Calabresi comporta un certo grado di corresponsabilità etica e politica. Quella campagna era stata eccessiva. In essa Sofri e gran parte della sinistra italiana, sottostimando la potenza delle parole, che sono pietre, commisero un serio errore di valutazione, innescando un clima di odio personale da cui gli assassini del Commissario devono avere tratto il movente, o la giustificazione, del loro crimine. Sofri ha pagato tutto il prezzo stabilito dalla giustizia italiana, scontando completamente una lunga pena detentiva, nonostante un atto di grazia firmato dal Presidente Ciampi, atto non richiesto da Sofri e che un guardasigilli legista, per altro, bloccò, rifiutando la controfirma. E veniamo ai giorni nostri. Sofri è stato di recente invitato dal governo a intervenire a una conferenza tematica sullo stato delle carceri italiane e sulla grave condizione dei detenuti in esse. Il che ha provocato varie reazioni, tra cui quella dell’attuale direttore del quotidiano La Stampa, Mario Calabresi, figlio del Commissario ucciso: «Sentire pareri diversi è sempre giusto ma non comprendo la scelta di far sedere Sofri al tavolo della riforma. Spero che Orlando lo spieghi», ha dichiarato.

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Ora, l’insurrezione del sentimento di pietà filiale è umanamente comprensibile, e ciò sia detto con il più profondo rispetto per il dolore di chi ha subito in tenera età la perdita cruenta di un genitore, ma nell’ambito del dibattito sulla riforma carceraria e sulla tortura in Italia il ministro Orlando non ha certo sbagliato a interpellare chi ha visto e detto e scritto cose profonde sul tema, sempreché il concetto di Stato di diritto possegga ancora qualche significato nel nostro disgraziato Paese, nel quale un anarchico di nome Pino Pinelli fu accusato ingiustamente, fu sottoposto a sevizie di Stato e morì innocente in circostanze a tutt'oggi poco chiare.

4 Pino Pinelli (1928-1969), ex staffetta partigiana, ferroviere, anarchico, innocente

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Occasione persa Le polemiche su Adriano Sofri Giustizia o ingiustizia? È complicato stabilire a quale di queste due categorie appartenga la polemica esplosa su Adriano Sofri che il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva invitato, in qualità di esperto, agli Stati generali dell'esecuzione penale. Lo dico subito e a scanso di equivoci. Non è mia intenzione polemizzare con la famiglia Calabresi, con la vedova Gemma e il figlio Mario, che, come tutte le vittime hanno e avranno sempre il diritto a manifestare il proprio dolore nelle forme e con gli argomenti che riterranno più opportuni. Né è mia intenzione dibattere sulla colpevolezza o l'innocenza di Adriano Sofri, sulle quali si è già espressa la magistratura con una sentenza di condanna definitiva. Il punto non è se Adriano Sofri sia colpevole o meno ma se possa o no dare il proprio contributo ad un'iniziativa governativa che dovrebbe


indagare sull'universo carcerario, sulle sofferenze e sul malessere che ad esso sono immanenti. È lecito che agli Stati generali dell'esecuzione penale si racconti il dolore intimo di chi deve pagare i propri errori attraverso il carcere? È lecito che nella discussione sulle carceri italiane, più volte oggetto di ammonimenti e condanne da parte della giustizia europea a causa della loro disumanità latente, si possano rappresentare anche gli stati d'animo di chi vive privato della libertà e che, seppur colpevole, è, e resta, sempre una persona? La scelta del ministro Orlando di chiedere un contributo a Sofri rispetto all'assise del mondo carcerario rispondeva in modo implicito e intelligente a queste domande, cercando al tempo stesso di trasmettere un messaggio di positività per chi il mondo lo guarda dall'altro lato delle sbarre, da dove, spesso, l'orizzonte della riabilitazione assume le forme sbiadite del miraggio e i tempi irraggiungibili del mai. Una percentuale, resa nota dal centro studi Ristretti Orizzonti, aiuta a comprendere di cosa si parla: "nelle carceri italiane i detenuti si tolgono la vita con una frequenza 19 volte maggiore rispetto alle persone libere". Questo dato descrive in maniera precisa come la prima vittima della detenzione nelle carceri italiane sia la speranza che con grande facilità cede il passo alla cupa disperazione e, spesso, al suicidio. Gli Stati generali dell'esecuzione penale, senza la capacità di tradurre numeri e percentuali, in esperienze e sensazioni, sarebbero un esercizio per addetti ai lavori, un convegno ricco di report ma incapace di indagare il fenomeno carcerario nella sua complessità: complessità che è impossibile comprendere se non si analizza anche la prospettiva di chi sta "dentro". Adriano Sofri avrebbe potuto, attraverso la sua esperienza, sintetizzare con precisione proprio quegli stati d'animo che prova chi, mentre sconta la propria pena, rischia di smarrire, per fattori psicologici o materiali, la propria umanità. Chi ha stima di Adriano Sofri (e io sono tra quelli) non pensa affatto agli anni settanta e al retaggio di un periodo storico in cui violenza e politica si sono ibridati pericolosamente ma alla profondità di Altri Hotel o al racconto della tragedia di Sarajevo, vergogna che galleggia tra l'incoscienza e la rimozione nella storia di quell'Europa che allora come oggi, paralizzata dal bug di un burocratico immobilismo, è incapace di intervenire per fermare le tragedie che le divampano sotto il naso. La polemica su Adriano Sofri esplicita una visione preoccupante degli istituti di pena, quella di chi li considera una discarica di umanità irrecuperabile che non potrà mai più dare un contributo alla società, nonostante l'espiazione della pena. Una visione da cui, purtroppo, non si è discostato nemmeno il Sappe, Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria che, per primo, ha innescato la polemica. Sarebbe stato nel loro interesse avere un punto di vista da parte di chi ha dovuto vivere una parte della propria vita dall'altro lato delle sbarre: al confronto hanno preferito la strada della semplificazione assegnando implicite etichette di moralità. Semplificazione per semplificazione sarebbe facile dire che il Sappe ha scelto di ridurre la propria categoria al ruolo di "secondini". Sui politici che hanno alimentato la polemica montando un vero e

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proprio caso è inutile soffermarsi: sono il prodotto del nostro tempo, il risultato dell'ignoranza di lotta e di governo che ormai ha sostituito l'analisi e lo studio dei fenomeni e, spesso, anche il buon senso. D'altronde come si può dare peso alle patenti di "dignità" rilasciate da chi non è stato capace di condannare con la dovuta fermezza le torture avvenute al G8 di Genova e che, anzi, senza scomporsi di un millimetro è riuscito addirittura a giustificare le azioni di chi si è spinto fino a violentare la Costituzione?

SPIGOLATURE

America bifronte di Renzo Balmelli UTOPIA. Dopo la strage di Charleston, l'ennesima a sfondo razziale, sarebbe un passo avanti se Obama riuscisse a coronare la sua presidenza con una duplice vittoria morale e costituzionale: una contro i grumi razzisti che infestano il Paese, e l'altra, direttamente connessa alla prima, contro la potente e arcigna lobby delle armi. Sono i due volti dell'America che da un lato offre straordinarie opportunità a chi le cerca, e dall'altro conserva sacche di risentimenti razzisti sfruttati senza vergogna dai circoli reazionari per i loro interessi politici e mercantili. Ora si tentano altre strade per disinnescare la tensione e la scelta di archiviare la bandiera secessionista negli stati del sud va appunto letta come un invito alla concordia che però non può essere giocata soltanto sui simboli. La partita da vincere è un'altra. Fino a quando la gente di colore continuerà a essere apostrofata con lo spregiativo epiteto di "nigger", il sogno di Martin Luther King pur continuando a vivere resterà una meravigliosa utopia: splendida, ma incompleta, SIRENE. Poco alla volta, ma inesorabilmente, la vischiosa ragnatela dell'estremismo di destra raggiunge ormai i posti più impensati. Abituati a immaginare la Danimarca un luogo ridente e ospitale, si fatica ad accettare l'idea che il lugubre richiamo della sirena xenofoba abbia potuto oscurare il fascino delicato della celebre sirenetta. Ora che è accaduto torna alla mente il severo giudizio che in altri tempi Shakespeare fa dire a un suo personaggio sulla patria del principe Amleto. Tuttavia sarebbe scorretto usarlo in modo unilaterale, tanto più che i cattivi profeti sono ovunque nell'Europa, indecisa a tutto sulla strategia comune per arginare il fenomeno. Tante forze mosse da ideologie bacate sono all'opera da sud a nord su un terreno arrendevole per corrompere il favoloso universo di Andersen e con esso lo spirito e la carne viva della nostra cultura. Ci consola il pensiero che se anche c'è del marcio, quasi sempre però le fiabe hanno un lieto fine. PRESAGI. Resta indimenticabile il volo finale sulle scope di " Miracolo a Milano", il capolavoro di Zavattini e De Sica che invita a

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sognare un mondo dove " buongiorno voglia dire davvero buongiorno". Forse è ispirandosi a quelle sequenze memorabili che Giannelli, colonna del Corriere della Sera, ci mostra il Papa in bicicletta mentre sorvola un muro portandosi appresso un bimbo di colore. La riuscitissima vignetta coglie il nucleo fondamentale di questa nostra epoca in cui si erigono barriere di ogni genere, da quella in veri mattoni anti -immigrati , alle altre, frutto dell'egoismo, dell'amnesia e della cecità, che portano a relegare in secondo piano le sofferenze di chi per anni fu a sua volta vittima di altri muri. Anziché continuare a correre, pare che la Storia si sia bloccata o addirittura vada a ritroso nel tempo, incontro a una deriva carica di brutti presagi da fermare senza indugi, in attesa di un altro miracolo. IDEALE. Nell'Europa litigiosa, la strada sarà sempre lunga, faticosa e in salita, ma non al punto di crollare sotto le macerie come Sansone con tutti i filistei. Al giro di boa dei negoziati anche più estenuanti come quello con la Grecia, la diplomazia e il buon senso trovano il modo di prevalere e la carezza di Juncker al premier ellenico a questo proposito la dice più lunga di qualsiasi comunicato. Molto però resta ancora da fare per smussare gli angoli della possibile intesa sul debito di Atene. Se il buongiorno si vede dal mattino, per l'Europa è di notte che si sciolgono i nodi più intricati. Le maratone notturne fanno parte della sua storia e anche in questa circostanza rappresentano una scelta obbligata onde evitare la trappola mortale del "Grexit" che avrebbe conseguenze incalcolabili sulla tenuta dell'Unione. Da quando esiste l'UE ha superato altre prove difficili e se uscirà indenne dalla sfida ellenica il sollievo per lo scampato pericolo non sarà soltanto quello dei mercati, ma pure la gioia di tutti coloro che credono nell'ideale comune. EFFICACIA. Quella delle sanzioni e della loro reale efficienza quale strumento punitivo nei confronti delle Nazioni che hanno violato le regole internazionali, non è storia di oggi, ma un'invenzione che risale all'epoca napoleonica. Ora il tema è tornato d'attualità in seguito alle limitazioni imposte alla Russia per quanto sta combinando in Ucraina. Parecchi indizi sembrano però indicare che difficilmente produrranno l'effetto scontato, così come d'altronde non l'ebbero in passato, tanto per fare un esempio, contro l'Italia fascista. Nel contesto generale non si contano poi le frequenti violazioni sotto banco delle misure restrittive che le hanno rese un'arma a doppio taglio, tranne in un caso: quello del Sud Africa dove le sanzioni hanno davvero contribuito a liquidare l'iniquo regime dell'apartheid. INGIUSTIZIE. "Anche i ricchi a volte piangono" era il titolo di una famosa telenovela messicana. Sarà vero, ma se a volte capita che il loro ciglio si inumidisca, non è certo per versare lacrime da coccodrillo sulla consistenza dei loro beni materiali . A dispetto della crisi, le ultime statistiche indicano che, tanto per gradire , i super Paperoni del pianeta hanno aggiunto un altro centinaio di miliardi di dollari in più ai loro averi. Attualmente il patrimonio netto dei 400 signori più ricchi del mondo è pari a oltre 4.100 miliardi di dollari, una discreta

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sommetta che darebbe conforto a chi di dollari al massimo, quando va bene, ne ha uno solo al giorno. Secondo Wikipedia, la parola solidarietà è un sostantivo che ha come suo significato principale un impegno etico-sociale a favore di chi è meno favorito. Ma nella ripartizione delle risorse, viste certe cifre, spesso prevalgono discrepanze e ingiustizie macroscopiche, intollerabili per il resto dell'umanità. STUPIDITÀ. Come l'uomo di Arcore, maestro insuperabile nel cavare dal cilindro proposte fragili come bolle di sapone, anche la critica di destra riesce a compiere giravolte copernicane che se non altro hanno però il merito di fare sorridere. Si leggono così con sommo gaudio le lodi sperticate che da quelle parti piovono ora su Maurizio Crozza, il bravo e graffiante comico che fino a quando sbertucciava Berlusconi era visto come fumo negli occhi, ma che dal giorno in cui prende di mira Matteo Renzi è diventato di colpo il miglior politologo italiano. Nel tracimare dell'entusiasmo il cabarettista viene lodato per la capacità di mettere a fuoco la stupidità di coloro che pretendono di governare l'Italia senza averne le competenze. Dunque aveva ragione Crozza nel fare le pulci all'ex Cavaliere. Oh no? Ecco perché si ride. ICONE. Per il cinema italiano è tempo di Amarcord al femminile. Nel giro di poche ore se ne sono andate Magali Noel e Laura Antonelli, due icone entrate nell'immaginario collettivo per i loro ruoli, seppure con copioni molto diversi. A consolidare la fama della star francese furono i film d'autore firmati da Fellini: la Dolce vita, Satyricon e appunto Amarcord, dove interpretò l'indimenticabile personaggio della Gradisca alle prese con il Principe. Nel suo carnet anche Jules Dassin, Renè Clair e Jean Renoir, mostri sacri della settima arte. Laura Antonelli verrà invece ricordata come l'eroina sexy di un'epoca non proprio memorabile, ma popolare, di Cinecittà; epoca che l'attrice profuga istriana di Pola, seppe però illuminare con la sua grazia e la sua bellezza mai volgare, meritandosi l'ammirazione e la regia di Visconti. Per un verso o per l'altro esse sono l'immagine di una stagione cinematografica che non ha avuto eredi.

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LAVORO E DIRITTI a cura di www.rassegna.it

Sindacati in pressing dopo la sentenza della Consulta La Corte Costituzionale dichiara illegittimo il blocco della

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contrattazione collettiva. Cgil: “Il governo ci convochi subito per discutere sui rinnovi”. Medesima e unanime richiesta dalle sigle del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. “Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della contrattazione collettiva e delle norme che lo hanno prorogato, il governo ha il dovere di convocare i sindacati e avviare la discussione sui rinnovi contrattuali". E' quanto si legge in una nota della Cgil nazionale. Per il sindacato di Corso Italia devono arrivare anche "risposte sui precari e sul potenziamento dei servizi pubblici oltre il riconoscimento delle prerogative contrattuali dei lavoratori. Il governo - conclude la nota - poteva trovare una soluzione politica riaprendo la contrattazione, ora dovrà prendere atto del legittimo riconoscimento della corte del diritto al contratto per i lavoratori pubblici che si reitera da sei anni”. Medesima richiesta giunge dai segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco: “Chiediamo l'apertura immediata di un tavolo di contrattazione per arrivare al rinnovo del contratto subito. Il governo non ha più alcun alibi, l'alta corte si è espressa giudicando illegittimo il protrarsi del blocco della contrattazione. Per questo vogliamo che il governo avvii subito il confronto per arrivare presto al rinnovo dei contratti nella Pa", proseguono i dirigenti sindacali. "In attesa della sentenza, “che attendiamo di leggere per una valutazione più compiuta”, i quattro segretari generali evidenziano che “la decisione conferma quanto già avevamo previsto: Parlamento e Governo non possono prolungare ulteriormente un blocco illegittimo. Tuttavia il giudizio della Consulta pone un limite a una politica legislativa più attenta ai tagli che ai diritti e che ha sacrificato, spesso pretestuosamente, non solo gli investimenti nelle professionalità e nell'innovazione, ma addirittura il legittimo rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici, alle esigenze di budget”. "Per quanto ci riguarda, siamo in campo con una mobilitazione che partirà con le tre grandi assemblee di inizio luglio, con tutti gli Rsu eletti a marzo, le lavoratrici e i lavoratori. Sarà il momento in cui avremo la nostra piattaforma nazionale e quelle di settore, per dire al Governo come si possono e si devono rinnovare i contratti. Il governo non può più nascondersi né accampare alcuna scusa, si dimostri all'altezza e ci convochi per avviare il confronto per il rinnovo", concludono.

Da Avanti! online www.avantionline.it/

Fassina? Lui… di Mauro Del Bue Dunque anche Fassina, dopo Civati, lascia il Pd e si mette alla ricerca della sinistra che non c’è.

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Ridicolizzato da Renzi con quel “Fassina, chi?”, l’ex vice ministro e responsabile economico del PD sbatte la porta annunciando la formazione di un nuovo soggetto politico assieme a Cofferati e Civati. Forse mettendo il naso nella cosiddetta coalizione sociale di Landini, certo flirtando con Camusso e anche Vendola. L’interrogativo è, però, sempre lo stesso. C’è spazio per un partito e per una lista (che non sono esattamente la stessa cosa) alla sinistra del Pd?

Stefano Fassina in un fotomontaggio satirico di Mangla

Sul piano politico lo spazio esiste. Più il partito di Renzi sposa idee e tendenze del centro e anche della destra (secondo me non sempre a torto) e più apre voragini a sinistra. Tra Cgil e Fiom, Sinistra e libertà e vecchi reduci, un partito si può fare. E anche con un programma credibile e avvincente. Non per me, ma capisco che un movimento verso il centro apra spazi a sinistra non solo nella fisica, ma anche in politica. Dubito assai, invece, che tale spazio esista a livello elettorale. Già col vecchio Porcellum, che prevedeva la possibilità di formare coalizioni, era esiguo. Il voto utile era una scure che si abbatteva sulle liste autonome. Adesso, col nuovo Italicum, visto che il premio va alla lista e le coalizioni sono abolite, non capisco dove potrebbero trovare i voti costoro. Dovrebbero fare una lista autonoma da quella del Pd e, visto che le coalizioni non ci sono più, anche in conflitto con essa. Ma si troverebbero a fare i conti con due difficoltà. La prima è quella a cui dovette soggiacere Bertinotti nel 2008. E cioè di favorire la vittoria del centro-destra, magari unito in una sola lista. Dunque di fare il gioco degli avversari. La seconda è quella di seminare in un’area già coperta, anche se in maniera diversa, dai Cinque stelle. Non è un caso che oggi i voti in uscita dal Pd, alle regionali e alle comunali, siano andati al movimento di Grillo e non a Sel, che non aumenta i propri consensi a fronte dell’emorragia pidina. D’altronde, se l’elettorato si ribella o si rifugia nell’astensione o preferisce votare chi contesta il sistema senza

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usare il politichese. Vedremo. Le difficoltà dei democratici fuoriusciti o fuoriuscenti non sono di poco conto. Vai al sito dell’avantionline

Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/

La “Claudiana” compie 160 anni Abbiamo intervistato Manuel Kromer, direttore editoriale della Claudiana (casa editrice di riferimento della cultura protestante in Italia), fondata a Torino nel 1855 e giunta dunque al suo 160mo compleanno. La “Claudiana” deve il nome a un grande vescovo di Torino vissuto nel IX secolo, lo spagnolo Claudio, considerato un precursore del movimento evangelico per la lotta contro la venerazione delle immagini nelle chiese e l’impegno in favore della diffusione delle sacre Scritture. di Danilo Di Matteo La casa editrice Claudiana compie 160 anni. L’impressione, anche partecipando al Salone internazionale del libro di Torino e ad altri eventi, è che dinanzi alla cultura protestante, nel nostro Paese, prevalgano curiosità e interesse oppure diffidenza e resistenze? Senz’altro curiosità e interesse, come del resto sempre, negli ultimi anni. Direi che è in atto un vero e proprio cambio di paradigma culturale in Italia. Mentre prima la religione era una, quella cattolica, e tutti gli altri erano visti con sospetto, ora le persone si rendono conto che viviamo in una società plurale dal punto di vista religioso. Quest’anno, forse, l’attenzione si è addirittura rafforzata, a causa del fatto che il portavoce della sala stampa vaticana aveva già annunciato che il 22 giugno 2015 papa Francesco avrebbe visitato la chiesa valdese di Torino: la prima volta di un papa in una chiesa valdese dopo 700 anni. Di certo la Claudiana rappresenta anche un ponte con il centro e nord-Europa e con il mondo anglosassone. Si tratta di un compito assai importante. Cosa può dirci al riguardo? Claudiana si è sempre sentita un ponte tra le culture protestanti e la cultura italiana, fortemente di ispirazione cattolica. Questo fa sì che le aree geografiche citate siano per noi fondamentali. Tuttavia abbiamo anche già pubblicato sulle istanze teologiche ed etiche emergenti dall’Africa, dall’America latina e dall’Asia. Questo è per noi un aspetto essenziale. Desideriamo portare in Italia tematiche anche controverse, istanze che in altri paesi sono parte della normalità, quali la liberazione della sessualità, il femminismo e le teologie della liberazione negli anni ’70, l’omosessualità e il pacifismo negli anni ’80: per non parlare di matrimonio dei preti, divorzio, aborto,

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eutanasia. Sono temi su cui si può e si deve discutere, non per omologarsi a una cultura liberista tout court, ma per far sentire una voce cristiana diversa da quella cattolica. Significativo a tal proposito è come in Italia sia stata accolta l’enciclica del papa «Laudato si’»: nessuno ha menzionato il fatto che il Consiglio ecumenico delle Chiese – che raggruppa la quasi totalità delle chiese protestanti e ortodosse del mondo – già negli anni ’80 aveva lanciato un grande programma di sensibilizzazione chiamato «Giustizia, pace e integrità del creato». Nel 2017 ricorreranno cinquecento anni dall’inizio della Riforma. Come si prepara la Claudiana all’evento e, più in generale, come lo vive? Sicuramente si tratta di un avvenimento straordinario. Claudiana, per il momento, si concentra sulla pubblicazione di opere di Lutero, per mettere a disposizione del pubblico italiano – colto e non – le fonti che hanno innescato questa vera e propria rivoluzione che in maniera più o meno diretta ha portato alla nascita del mondo moderno. In secondo luogo ci concentriamo su opere su Lutero (quest’autunno uscirà una grande biografia sul Riformatore), e su opere che aiutino ad attualizzare quello che avvenne all’epoca. Sarà una pubblicazione di opere molto ricca e variegata. Tutte le chiese protestanti si stanno preparando a questo anniversario, che vedrà una folta serie di iniziative e manifestazioni. Ma anche a livello universitario e laico so che si stanno ipotizzando varie e interessanti iniziative. Claudiana cercherà con le sue forze di inserirsi in queste celebrazioni, offrendo il suo contributo di fonti e analisi dell’avvenimento. Come nel 1993 – 500° anniversario della nascita di Lutero – la cultura italiana entrò maggiormente in contatto con il Riformatore (da allora il numero di opere su e di Lutero pubblicate in Italia sono aumentate a dismisura), ci auguriamo che l’anniversario dell’inizio della Riforma possa favorirne una maggiore conoscenza sia nella cultura italiana, sia anche in ambito universitario e scolastico. È ovvio – grazie al suo ricco catalogo sull’argomento – che Claudiana sarà in qualche modo la casa editrice di riferimento in quelle celebrazioni. La Claudiana tiene vivo il dialogo con altre tradizioni culturali presenti in Italia: con quella cattolica, certo, e con quelle laiche (non a caso pubblica i Quaderni Laici). In particolare, poi, essa si è confrontata con la cultura socialista, con il contributo decisivo, fra gli altri, di Giorgio Spini. Che futuro potrà avere tale confronto? Diciamo che ci piace interagire con quella parte della cultura italiana per la quale i due primi termini dello slogan del Consiglio ecumenico delle Chiese (e anche il terzo) sono parole importanti. Sotto questo punto di vista non ci siamo tirati indietro dal pubblicare due libri di autori della Cdu tedesca: Jürgen Todenhöfer, che ha scritto un bellissimo libro sull’Afghanistan nell’immediatezza della crisi afghana, e una selezione di discorsi tenuti da Angela Merkel. Certo, ci capita più spesso di sentirci in sintonia con la sinistra, ma questo non certo per partito preso, bensì su tematiche molto specifiche attinenti appunto all’etica, alla giustizia, alla pace e all’integrità del creato.

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FONDAZIONE NENNI http://fondazionenenni.wordpress.com/

Vallauri, un autentico militante socialista Lo storico Carlo Vallauri, uno dei maggiori specialisti di storia dei movimenti e dei partiti politici italiani, ci ha lasciato; La Fondazione Nenni lo ricorda con grande affetto. Ha animato negli anni 90′ il Comitato scientifico della Fondazione Nenni; recentemente ci ha fatto dono di numerose tesi di laurea, che ha raccolto nei tanti anni di docenza; studi molto preziosi che abbiamo prontamente catalogato ed oggi sono fruibili al pubblico (http://fondazionenenni.it/tesi). Autentico militante socialista, molto vicino al Sindacato. Professore emerito di storia contemporanea all’università di Siena, ha insegnato storia dei partiti e sociologia politica all’Università “La Sapienza” di Roma e alla LUISS; Ha pubblicato moltissimi libri, vere e proprie opere di storia contemporanea, tra i quali ricordiamo: “La politica liberale di Zanardelli” (1966); “Giolitti e l’occupazione delle fabbriche” (1968); “Lineamenti dei partiti italiani nell’Ottocento” (1971); “I gruppi extraparlamentari” (1975); “La ricostituzione dei partiti democratici” (1978); “Partiti tra declino e riforme” (1984); “Conflitti sociali nell’Italia liberale” (1990); e la monumentale opera in otto volumi sugli statuti e l’organizzazione dei partiti. Negli anni ’70 è tra gli animatori e i protagonisti di “Mondoperaio” diretto da Federico Coen diventare un prestigioso “laboratorio” di cultura politica. Sterminata la sua attività pubblicistica disseminata in testate come “L’Astrolabio”, “Il Messaggero”, “Avanti!”, “Paese Sera”, “L’Espresso”, “II Tirreno”, “Nuova Sardegna”, “Il Centro” e “Nuova Venezia”. La sua perdita, ci addolora. La Fondazione Nenni

Da vivalascuola riceviamo e volentieri pubblichiamo

La “Buona Scuola” spiegata a… Renzi di Giorgio Morale vivalascuola chiude le pubblicazioni dell'anno scolastico 2014-2015 con un bilancio di fine anno: https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2015/06/15/vivalascuola-198/

La “Buona Scuola” spiegata a Renzi: così si potrebbe intitolare – anche – questa puntata, e per questo abbiamo scelto la formula dell’abbecedario. Il Presidente del Consiglio infatti continua a ripetere che i professori non hanno capito o non hanno letto il progetto di riforma del suo Governo. In realtà non esiste disegno di

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legge che sia stato tanto letto e analizzato come questo, dalla bozza di settembre a quella di giugno. E’ vero l’opposto: Renzi e chi ha scritto la "riforma" non sanno le conseguenze distruttive che il DdL provocherebbe nella scuola perché non conoscono la scuola – e questo è inammissibile in chi governa. C’è un’altra possibilità, ampiamente contemplata dagli osservatori: che sappiano e perseguano premeditatamente l’obiettivo della distruzione della scuola pubblica e della possibilità di istruzione e formazione per tutti. In un caso o nell’altro, la condanna è ugualmente senza appello. Ma questo lungo anno scolastico non si chiude con la chiusura delle scuole, non si sa ancora che ne sarà del DdL e dell’inizio del prossimo anno scolastico, situazione non nuova per la scuola italiana.

CONVEGNO

Proteggere i giornalisti. Come? Convegno “Ossigeno per l’informazione” il 2 luglio al Senato con Pietro Grasso, Sergio Zavoli, don Luigi Ciotti, Claudio Fava, Giulietti, Iacopino, Lorusso, Agcom, Fieg, OSCE, EFJ, AEJ, SEEMO, OBC e oratori di vari paesi “Proteggere i giornalisti, conoscere le verità scomode” è il tema della conferenza internazionale promossa da Ossigeno per l’Informazione giovedì 2 luglio dalle 14:30 alle 18:30 al Senato. L’incontro ha il patrocinio del Senato, della FNSI e dell’Ordine dei Giornalisti e l’adesione della rappresentante dell’OSCE per la libertà di stampa e di associazioni italiane del settore dei media e con il sostegno della Commissione Europea. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, aprirà i lavori, presieduti dal senatore Sergio Zavoli, presidente onorario di Ossigeno. Fra gli altri prenderanno la parola: don Luigi Ciotti., Claudio Fava, vicepresidente della commissione antimafia, Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Raffaele Lorusso, segretario della FNSI, Filippo Carotti, direttore generale della FIEG, Lirio Abbate, inviato de l’Espresso e osservatore n.1 di Ossigeno, William Horsley, giornalista inglese, vicepresidente dell’Association of European Journalists AEJ, il giornalista di Belgrado Radomir Licina, rappresentante dell’osservatorio SEEMO, Lutz Mukke, giornalista tedesco, coordinatore del Centro Europeo per la Libertà di stampa e dei media di Lipsia, Ulrike Schmidt, per l’ufficio della Rappresentate dell’Osce per la libertà dei Media, Dunja Mjatovich, Renate Schroeder, in rappresentanza del segretario dell’European Federation of Journalists, Giuseppe F. Mennella e Alberto Spampinato, segretario e direttore di Ossigeno, Antonio Martusciello, Commissario dell’Agcom. La conferenza ha lo scopo di confrontare proposte, pareri e opinioni su che cosa sia più opportuno fare per rafforzare la protezione dei giornalisti di inchiesta, per frenare le querele strumentali e gli altri abusi che, non solo in Italia, ostacolano sempre più diffusamente la

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conoscenza di importanti informazioni. Su questo argomento Ossigeno, insieme all’associazione Journalismfund, che ha organizzato un analogo convegno lo scorso maggio a Bruxelles, scriverà un rapporto per il Centro Europeo per la Libertà di stampa e dei media di Lipsia, con il quale collabora alla realizzazione di un progetto sostenuto dalla Commissione Europea. La discussione si svolgerà in italiano e in inglese. Sarà attivo un servizio di traduzione simultanea. Il convegno sarà fruibile in diretta streaming in entrambe le lingue. Ossigeno darà indicazioni in tempo utile per attivare i link. Per partecipare occorre registrarsi presso segreteria@ossigenoinformazione.it I materiali di lavoro saranno pubblicati sul sito web di Ossigeno. Una nuova area sarà attivata in occasione della conferenza. In particolare Ossigeno renderà scaricabili liberamente i seguenti documenti in italiano, inglese e francese: le proposte per migliorare la protezione dei giornalisti già sottoposte al parlamento italiano, una proposta per onorare attivamente la memoria dei giornalisti italiani uccisi a causa del loro lavoro; il manuale sul metodo di osservazione e classificazione delle intimidazioni. Il giorno successivo, venerdì 3 luglio alle ore 11 nella sala stampa di Montecitorio, si terrà una conferenza stampa per presentare un dossier inedito di Ossigeno sulle condanne al carcere per diffamazione emesse negli ultimi anni in Italia per oltre venti anni di carcere. Sarà fornita inoltre un’anticipazione del nuovo Rapporto Annuale di Ossigeno sulle minacce in Italia. Parteciperà l’onorevole Claudio Fava, vicepresidente della commissione parlamentare antimafia, che sta scrivendo la relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva della Commissione sui giornalisti minacciati. Parteciperanno anche gli oratori stranieri della conferenza. Il direttore di Ossigeno per l’Informazione Alberto Spampinato ha così spiegato il carattere dell’iniziativa: “Da molti anni Roma non ospita una conferenza internazionale sulle violazioni della libertà di stampa di così alto livello e con un parterre internazionale così vasto. Confrontare situazioni, idee e proposte di vari paesi è indispensabile per vincere il fatalismo, per affrontare problemi che si possono risolvere soltanto sul piano internazionale”. OSSIGENO per l’informazione osservatorio promosso dalla FNSI e dall’Ordine dei Giornalisti sui cronisti minacciati e le notizie oscurate in Italia con la violenza presso Associazione Stampa Romana – Piazza della Torretta 36- 00186 Roma www.ossigenoinformazione.it segreteria@ossigenoinformazione.it

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

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LETTERA

L’articolo sul “Matrimonio egualitario” (ADL 18.6.15) In merito all’articolo “Matrimonio egualitario” mi preme far presente che il Vaticano avrebbe ragione se la richiesta fosse quella del “matrimonio in chiesa” in quanto non previsto dai canoni religiosi, ma una legge di uno Stato laico non dovrebbe essere giudicata da organi religiosi. Io da cattolico sposato in chiesa, etero ecc. ecc. posso oppormi se vogliono farmi vivere secondo leggi che non rispettano il mio credo, ma non posso impedire ad altri di vivere con leggi che rispettano il proprio “ESSERE PERSONA”. Antonio Autieri, e-mail LETTERA

Ho scritto un libro.... Tutta la storia del mondo in un pomeriggio ...un sommario di storia universale molto atipico, breve, con molte idee e interpretazioni e pochissime date e nozioni. In compenso tanti particolari interessanti e talvolta pure divertenti. Alla fine i lettori sapranno cosa è successo di veramente importante e perché. Si tratta di un E-book, pubblicato da Amazon, ci ho lavorato 2 anni per condensare la mia cultura storica in qualcosa di scorrevole, ma non impreciso Costa come una birra, perché vorrei lo leggessero gli studenti. Ecco il riferimento > Tutta la storia del mondo in un pomeriggio Mi farebbe molto piacere se riusciste a girarlo tra gli studenti delle superiori: è fatto per fargli imparare la storia divertendoli. Il libro sarà adottato come testo dal liceo italo francese di Parigi e consigliato come lettura agli studenti torinesi di ingegneria gestionale. E’ il mio primo libro, è un po’ come andare in montagna: una grande fatica, ma poi ci torni subito... Claudio Bellavita, Torino L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in coedizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.

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