Il Designer del Merletto ad Ago

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Il Designer del Merletto ad Ago di Marzia Mecozzi

Il gusto per le cose belle, la fantasia creativa e l’abilità manuale si fondono nell’esperienza professionale e artistica di Rossano Duzioni, interior designer bergamasco definito ‘erede dell’arte di Emma Vidal’, la decana delle merlettaie di Burano che si è spenta nel 2019 all’età di 103 anni, e che proprio del premio intitolato alla sua memoria è stato insignito nel gennaio 2020 grazie all’opera da lui progettata e realizzata, dal titolo “Lo sguardo di Dio”.

Una recente conquista. È l’arte del merletto ad ago dell’Isola di Burano alla quale Rossano approda circa 10 anni fa, quasi un richiamo del destino. Originario di Vaprio D’Adda, fin da bambino ha avuto la passione per le arti manuali; in particolare per ago, filo, uncinetto e tutte quelle abilità spesso circoscritte all’ambiente domestico e all’universo femminile. A lui e al merletto ad ago, tipico dell’Isola di Burano, è dedicato questo speciale di Manidoro in collaborazione con Giuliana Ricama. “Alle scuole elementari, il sabato era dedicato ai mestieri artigianali; si utilizzavano il legno, la stoffa, il filo di lana, oppure si faceva il quadrettino a mezzo punto. Tutti, indistintamente, maschi e femmine. Un sabato il traforo con il legno e un sabato il quadrettino ricamato. – racconta Rossano – Lì ho scoperto la mia predisposizione a questo tipo di insegnamenti; in casa poi, sia la nonna che la mamma lavoravano a maglia e all’uncinetto. Ma la cosa più affascinante per me era il ricamo che realizzava mia zia: il filet a Modano. Questa tecnica, con la quale i pescatori della tradizione confezionavano e rammendavano le reti per la pesca, mi piaceva molto, mi piaceva il lavoro leggero ed elegante che producevano i fili liberi annodati con il lungo ago.” Dopo questi ‘primi passi’ nel ricamo e una vita dedicata al disegno, alla ricerca di soluzioni per l’arredo, alle arti e alla moda, è stato visitando l’isola di Burano e scoprendo il suo tesoro, i merletti, che la passione per le antiche arti del filo si è riallacciata alla memoria di Rossano coinvolgendolo in un nuovo interessante capitolo creativo. “Nel 2012, visitando le botteghe artigiane dell’isola, nacque un confronto (costruttivo e per nulla polemico) con le responsabili


di uno dei negozi a proposito di un centrino a filet che, secondo me, non era stato realizzato a mano. - ricorda Rossano - L’antica esperienza famigliare tornava a galla e, per nulla offese, ma semmai incoraggiate dal mio interesse, le brave venditrici mi invitarono all’acquisto di un kit per il ricamo consistente in un disegno e relativi filati per realizzare la mia opera, rigorosamente a mano.” Oggi, su Internet, si possono trovare tanti tutorial che aiutano nella realizzazione di un lavoro, ma 10 anni fa non era facile, così Rossano, rispolverando le proprie conoscenze e abilità innate, iniziò la lavorazione. “Inventiva, spirito di iniziativa, un po’ di sperimentazione e tanta creatività. – dice – Così, da autodidatta, potrei definire il mio primo approccio con il merletto ad ago di Burano, uno dei più rinomati merletti al mondo, dalla tradizione plurisecolare.” La lavorazione rigorosamente ad ago e un’estrema complessità del disegno sono i caratteri distintivi dei merletti originali di Burano per i quali si utilizzano fili (di cotone, lino, seta) molto sottili che comportano una lavorazione lunga e precisa per la quale normalmente sono necessari uno studio e un’applicazione che durano molti anni. Ma quando un’arte è così famigliare fra le mani di una persona, come nel caso di Rossano, è segno che quell’abilità, innata e istintiva, è parte del suo destino. Perché, come sosteneva Oscar Wilde “Ogni singola opera d’arte è l’adempimento di una profezia.” “Non sono un appassionato di centrini, per me il lavoro è destinato a essere guardato dal basso, come si guarderebbe un quadro, una scultura… per esempio, mi piace riprodurre opere della tradizione o particolari di dipinti di Michelangelo ed

altri artisti. Mi piacciono i volti. Amo anche la tridimensionalità dell’opera e così, fra i miei primi lavori, ci sono le farfalle tridimensionali. Essere un designer naturalmente aiuta.” Dovevano però passare alcuni anni prima che una delle sue creazioni si imponesse all’attenzione di un pubblico più vasto. “Nel 2017 ho letto di un concorso per accessori di abbigliamento maschile e ho deciso di partecipare con una cravatta realizzata a merletto di Burano. In seguito ebbi modo di conoscere la dottoressa Doretta Davanzo Poli, un’altra delle magnifiche donne a cui devo molto. Era una grande studiosa, esperta di tessuti antichi, di disegni, di storia; era stata docente di storia dell’arte tessile e moda all’Università di Udine e Venezia. Purtroppo nel 2020 anche lei ci ha lasciato. Il suo interesse per il mio lavoro, il suo apprezzamento, sono stati un grande stimolo a proseguire in questo percorso.” Intenzionato ad approfondire la tecnica, seguirono due corsi di merletto di Burano con la maestra Marisa Vitturi presso l’Atelier Martina Vidal, una importante realtà con sede sull’isola che rende omaggio alla tradizione artigianale del merletto con una collezione sartoriale di abiti e lingerie. Inoltre, nello stesso, risiede “Il Museo del Merletto di Martina Vidal Collezione di merletti antichi”, una piccola esposizione di biancheria antica (tovaglie, copritavolo, colletti, lenzuola, fazzoletti, ventagli e veli da sposa) che in passato abbelliva le più prestigiose dimore d’Europa e ornava dame e cavalieri nei momenti più importanti della loro giornata. Dopo aver partecipato con il ricamo dal titolo “Nobildonna”, alla quinta edizione di “Un merletto per Venezia”, è con “Lo sguardo di Dio” che, alla sesta edizione, Rossano Duzioni sale sul podio più alto del Premio Emma Vidal.


L’iniziativa è a cura della dott.ssa Chiara Squarcina che si svolge ogni anno presso il Museo del merletto di Burano (già sede dal 1872 al 1970 della celebre Scuola del Merletto) e ha lo scopo di mantenere vivo l’interesse, esecutivo e artistico, nei confronti di una realtà antica, il merletto, che si declina in modo originale anche sul versante contemporaneo. “Lo sguardo di Dio”, con il quale ho vinto il Premio Emma Vidal nel Gennaio 2020, è un’opera che mi rappresenta in tutti i suoi aspetti, – rivela Rossano - perché sono credente e praticante, perché amo ricamare volti e perché il volto di Dio della mia rappresentazione è quello dipinto da Michelangelo nella ‘Creazione’ della Cappella Sistina, uno dei simboli dell’arte ai quali sono più legato. Avere vinto un premio intitolato a Emma Vidal, custode storica di una tradizione antica e nobile come quella del merletto di Burano, è un onore di cui vado molto fiero e che desidero meritare impegnandomi in prima persona a traghettare nel futuro la sua tecnica di realizzazione. Qui a Burano dicono che per realizzare un’opera servono sette persone, una per ciascun passaggio: chi fa il disegno, chi fa l’orditura, chi fa il ghipur, (ovvero la prima fase di lavorazione vera e propria che comprende molti sottopunti) chi gli sbarri, chi il punto rete, chi i rilievi e smerli; come ultima operazione c’è chi si occupa di staccare il

merletto dalla carta, tagliare le cuciture, assemblare i vari pezzi e liberarlo dai fili residui.” Nella tradizione, quando era necessario produrre con celerità i capi commissionati, era così. Pur essendo capace di eseguire tutti i punti, ciascuna merlettaia era specializzata in una singola fase dell’operazione, in modo che il lavoro procedesse il più velocemente possibile. “Io naturalmente eseguo autonomamente tutte le fasi del ricamo, dal disegno all’opera finita. – precisa Rossano – E quando, finito un lavoro, lo stacco dal disegno, provo una grande emozione. Amo le arti in genere: il restauro, la pittura, ma il ricamo per me è la più appagante!”. Racconta che ricama alla sera, dopo un’intensa giornata di lavoro in studio, e che è un infallibile sistema per rilassarsi e rigenerarsi. È nella calma domestica della sera, quindi, che nascono le sue opere, fra queste l’abitino di Barbie, con il quale ha partecipato alla sfilata “Un abito per Barbie” promosso dal Museo di Cantù; e persino la superba realizzazione in merletto dello stemma della Tessitura Bevilacqua dell’omonima Famiglia di Venezia (in collaborazione con l’Atelier Martina Vidal): due leoni posti ai lati dell’albero della vita. “Presso l’Atelier Martina Vidal alcuni clienti chiedono la realizzazione di merletti perso-


nalizzati, come loghi o monogrammi. – spiega – Con il merletto ad ago veneziano, tutto questo è possibile perché è un tipo di lavorazione che permette di riprodurre disegni e figure anche complesse e di spaziare con la fantasia. Dopo aver definito la dimensione e la forma del merletto, ho realizzato prima l’orditura e poi l’intera esecuzione dell’opera.” Fra i lavori a cui è più legato vi è il carro di Apollo che fa sorgere il sole, realizzato durante il primo lockdown che esprime il desiderio di risvegliarsi in un nuovo giorno colmo di luce e il San Giuseppe con Gesù bambino, con il bordo che riprende il disegno del Punto Rosa una particolare tecnica di lavorazione molto in voga nel Seicento, con decoro che si distingue per la miniaturizzazione degli elementi e per la sovrapposizione di multipli strati. “È un punto che non fanno in molti oggigiorno – spiega – perché è molto sottile e servono filati particolari oramai non più reperibili.” Infine, fra le cose che si propone per il futuro, Rossano non esclude la possibilità di mettere la propria arte al servizio dei giovani, considerando anche gli interessanti sviluppi che il merletto sta avendo nel campo della moda. “Mi piacerebbe insegnare, – conclude – per trasmettere alle nuove generazioni quello che ho imparato io, perché credo che la cosa più importante, al di là dei premi, sia che questa arte così preziosa possa essere tramandata alle generazioni a venire.”

In queste pagine: Rossano Duzioni al tombolo con l’opera “San Giuseppe e Gesù bambino”. “Lo sguardo di Dio” vincitore del Premio Emma Vidal 2020 e accanto, vaso di fiori con finitura a “grosso rilievo” del Seicento. Nella pagina accanto, “Il Carro di Apollo che fa sorgere il sole”. In questa pagina, sopra, “Un abito per Barbie”. Realizzazione in merletto dello stemma della Tessitura Bevilacqua dell’omonima Famiglia di Venezia.

www.manidorofiera.it


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