Il Signor Fox (preview)

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Il Signor Fox



Testo ed illustrazioni di Cecilia Cavallini copyright 2012



Il nuovo arrivato

Quella mattina il Signor Riccio si svegliò prima del solito incuriosito da un’allegra voce che si diffondeva nel bosco. Si affacciò dalla sua tana e con piacere vide avvicinarsi uno strano viandante che si portava dietro una specie di carretta di legno vecchio su due ruote cigolanti ed un insegna che prometteva grandi cose: “Vendo emozioni”. Quel tipo era nuovo della zona: alto, magno, di bella presenza, con una lunga coda rossa che gli penzolava dietro i pantaloni. Il Signor Riccio era talmente desideroso di vedere questo personaggio da vicino che uscì dalla propria tana e gli si avvicinò barcollando. Da sotto un buffo cappello di paglia spuntarono due furbi occhietti ed un naso di pezza rattoppato e con fare galante, il nuovo arrivato, fece un signorile inchino al piccolo riccio. - Buongiorno a lei! - sussurrò il viandante. - Bu-bu-buongiorno… - rispose il timido riccio balbettando. - Sa va? - C-c-come di-ce? - La sua intenzione? Vuole acquistare? - spiegò il venditore. - N-n-no, volevo solo dare un’o-o-occhiata! - Oh, bene, sono contento: esaudirò la sua richiesta! Allora che lo spettacolo abbia inizio! - gridò la buffa figura - Venghino, signori, venghino! E’ arrivato il “Paese delle meraviglie”. Qui tutto potete trovare, qui tutto potete provare, parola del Signor Fox. E con un agile balzo il venditore che non era altro che una volpe rossa, arrivò sul ramo più alto della quercia vicina. Dalla piccola tasca dei pantaloni estrasse un grande megafono arrugginito


e ripeté il suo annuncio a tutto il bosco. In poco tempo intorno alla grande quercia arrivarono conigli, daini, scoiattoli, uccelli e tutti gli animali del bosco, curiosi di vedere cosa vendeva la volpe. All’inizio gli animali squadrarono un poco la strana volpe, poi si abbandonarono alla curiosità. Il Signor Fox balzò giù dal ramo e si inchinò di fronte a quel pubblico felice di applaudirlo come fosse un mago. Si mise al centro e si fece osservare come fosse un eroe venuto da qualche paese importante: tolse un po’ di polvere dai buffi pantaloni a righe bianco e celeste, si sistemò il suo panciotto ed alzò la tesa del cappello in modo da poter vedere tutto il pubblico. Fece loro un sorriso. - Bonjour, madame et monsieur. Sono il Signor Fox e vengo da un paese lontano che neanche conoscete. Una zona remota, lontana da qui, oui, oui, e sono venuto a portarvi un po’ di quel mondo. Chincaglierie di ogni genere pronte a soddisfare ogni vostra esigenza: non piove e volete dare dell’acqua alle vostre verdure? Ecco per voi c’è il secchio porta acqua… avete paura di non sentire chi bussa alla vostra porta? Ecco, questa campanella fa per voi, mettetela vicino alla porta e fatela suonare da chi vi viene a trovare: capirete che c’è qualcuno dietro! - ed intanto si muoveva, danzava, piroettava e stupiva le bestioline intorno a lui. Con quei furbetti occhi sembrava riuscisse a capire che cosa volevano, le sue parole riuscivano ad incantare e le sue gesta riuscivano a convincere a comprare. - Venghino signori e signore, qui da me c’è tutto quello che fa per voi ed anche di più! Oui, oui! Alcuni si precipitarono a comprare, convinti di aver fatto un affare: tutte cose vecchie, alcune anche rugginose, ma il modo in cui il Signor Fox sapeva presentarle le trasformava in oggetti splendidi. E così il Signor Fox


fece i suoi primi affari in quel bosco. - Grazie signori, madame et monsieur, ve ne sono grato e mi ricorderete per queste cose che oggi avete acquistato. Non mancate domani, altri sorprendenti oggetti allieteranno la vostra vita! - poi si girò verso il Signor Riccio e gli sussurrò qualcosa all’orecchio:- Ehm, egregio nuovo amico, avrei bisogno di un posticino dove potermi fermare, un posto tranquillo, non importa spazioso, ma molto accogliente, sa indicarmelo? Il riccio si sentì onorato di poter accontentare una così importante autorità:- C-c-certo Signor Fox, di c-c-cosa ha bisogno? Una locanda p-ppuò andar bene? - No, no, io ho già la mia casa… basta una tranquilla radura, dove poter fermare la mia carretta. Il Signor Riccio lo guardò un po’ allibito, poi cercò di accontentare la rossa volpe. - M-m-mi segua e le mostr-r-r-rerò il posto. I due si incamminarono all’interno del bosco, lo oltrepassarono ed arrivarono al centro di una grande piana. - E-e-ecco, qui è tranquillissimo - illustrò con fiebile voce - sicuramente ss-s-starà benissimo.


Il Signor Fox si guardò intorno. - Perfetto - esclamò - è quello che cercavo… ora amico puoi andare! Grazie. Posizionò la sua carretta, girò una manovella, come quelle dei carillon e la carretta cominciò a rialzarsi: un piano, due piani, tre piani ed il tetto e poi il balcone. Il Signor Riccio a bocca aperta non aveva mai visto niente di simile: una casa viaggiante racchiusa dentro una piccola carretta di vecchio legno.


La casa del Signor Fox

Il Signor Riccio, quella notte, non aveva chiuso occhio dopo aver visto come il nuovo arrivato aveva “montato” in men che non si dica, la sua casa e la cosa più folle era, che tutta una casa era “sorta” da una piccola carretta. Erano appena suonate le sei del mattino e il Signor Riccio volle uscire dalla sua tana per andare a sbirciare intorno alla casa dello strano venditore. Scese dal letto, indossò i suoi larghi pantaloni gessati ed uscì frettolosamente di casa dondolando su i suoi minuscoli piedini. Attraversò in un battibaleno il bosco e finalmente si ritrovò davanti alla casa del Signor Fox.. Si nascose come un ladruncolo da quattro soldi, dietro un cespuglio ed aspettò che qualcosa si muovesse in quella casa. E mentre aspettava sgranava gli occhi nel vedere quel popò di immobile di ben tre piani, tutti in legno decorato, con infissi celestini e deliziosi balconi in ferro battuto. Il camino faceva uscire buffe nuvolette di fumo a forma di lettere: prima la “B”, poi la “U”, ancora la “O” fino a comporre la frase “Buon giorno”. “Buon giorno”? Ma diceva a lui? Che l’avesse visto? Pensò il Signor Riccio. Allora, forse, era meglio farsi avanti e suonare, sicuramente sarebbe stato meglio che rimanere nascosto a sbirciare dietro un cespuglio. Timoroso e goffo come sempre il Signor Riccio si avvicinò al portone della casa del Signor Fox e suonò. La porta si aprì da sola augurando con calda voce: “Benvenuto”.- C-c-chi ha parlato? - balbettò il Signor Riccio. Dopo un attimo si silenzio e di paura, da dietro una poltrona sentì rispondere:- E’ solo la porta, mio caro nuovo amico! Era il Signor Fox, seduto intento a guardare il braciere dentro il camino. Dalla grande poltrona in velluto verde spuntarono due dritte orecchie rosse. Il Signor Fox balzò in piedi e come suo solito fare, fece un inchino al goffo riccio.




- Mio caro amico, bonjour… qual buon vento? - chiese il Signor Fox. - B-b-b-buongiorno a te car-r-r-rissimo. S-s-s-solo una visita per v-v-vvedere c-c-c-come hai pas-s-s-sato la notte! - Oh ma che gentilezza - gli si avvicinò con voce calma e gentile - questi sono gesti che io apprezzo molto! - gli sorrise - Posso offrirti una tazza di tè, magari con i miei “biscotti del buonumore”? - Oh, non vorrei a-a-a-pprofittare… m-m-ma, n-n-non so… - Insisto! - V-v-va bene, s-s-sono proprio curioso di a-a-assaggiare questi biscotti del b-b-buonumore Fox gli fece gesto di accomodarsi fuori e il Signor Riccio, a testa bassa, uscì in veranda. Mentre si avviava in veranda, sbirciava furtivamente tutta la casa: una casa semplicissima, dove predominavano i colori pastello ed il bianco con qualche particolare in legno naturale e in ferro battuto. Le sedute erano ricoperte da morbidi cuscini colorati ed una serie di cornici tutte senza tela, ornavano le pareti. Il pavimento scricchiolava sotto i suoi piedi perché anch’esso era in legno. Scostò una tenda di fiori di carta ed entrò in veranda: lì aspettò qualche minuto e fu raggiunto, presto, dal Signor Fox. Un piccolo tavolo rotondo era già apparecchiato per due, come se il Signor Fox avesse saputo del suo arrivo, con bellissime porcellane tutte spaiate. Una serie di alzatine con dolcetti arricchivano la tavola ed al centro, dei semplici vasetti di vetro, ospitavano a bagno peonie rosa che fiorivano e sfiorivano in continuazione,. - Sono muffin - disse il Signor Fox rivolgendosi al nuovo amico che stava fissando, come estasiato, i suoi dolcetti - sembra proprio che non li abbiate mai visti.


- N-n-no, a-a-a-mico mio. S-s-s-embrano deliziosi. - Assaggiatene uno e ditemi che ne pensate.Il Signor Riccio, dopo aver esitato sulla scelta del colore del frosting che ricopriva il cake, venne attratto da quello giallo e lo afferrò. - Ero sicuro che avreste scelto quel colore! - disse il Signor Fox - quale miglior colore se non il giallo, per un tè del mattino?


Il Signor Riccio prese tra le sue manine il muffin e cominciò a mangiarlo. Il suo sapore era unico, mai assaporato qualcosa di simile: sembrava di mangiare la rugiada del mattino accompagnata dai profumi del bosco al suo risveglio. Una miriade di farfalle volavano nel suo stomaco regalandogli una sensazione di piacevole leggerezza. - S-s-s-sembra di volare sopra il bosco alle prime luci dell’alba! - Esatto! - sussurrò il Signor Fox, avvicinandosi all’orecchio dell’amico. - Gradite del tè? Il Signor Riccio sorrise entusiasta e subito il Signor Fox colse, dal ramo dell’albero che si affacciava alla sua veranda, una teiera e versò del tè al Signor Riccio. Questi a bocca aperta chiese subito:- C-c-cosé? - E’ l’albero del tè! Su questo albero tutti i giorni nascono tante teiere già pronte con all’interno del caldo tè. Questo, in particolar modo è il tè del “buon risveglio”, poi c’è quello di “chi va di fretta”, quello del tè “alla voilé”, insomma ci sono un sacco di gusti per tutte le occasioni della vita! esclamò. Si vedeva che il Signor Fox era proprio compiaciuto di ciò che offriva: sapeva benissimo che per il nuovo amico queste erano tutte novità. - Ed un "biscotto del buonumore"?... Gradite? - G-g-g-razie. I due si concessero insieme questo momento di relax: il Signor Riccio ogni tanto lanciava un’occhiata al Signor Fox ed il Signor Fox, faceva finta di niente, pur sapendo di essere osservato. Un biscotto tirava l’altro perchè si scioglievano in bocca facendo venir su dallo stomaco una sensazione di buonumore. Il Signor Riccio non aveva mai assaggiato qualcosa di così tanto delizioso. –

Bene, amico mio, spero che il mio tè sia stato di tuo gradimento: sai


sono miscele moollto speciali. Per il Signor Riccio era stato un inizio giornata davvero speciale. - Quelle miscele che si offrono solo agli amici! - disse sorridendo il Signor Fox - Ora devo prepararmi, ho una giornata di lavoro davanti a me. Il Signor Riccio capì che era l’ora di andare, diede un’ultima occhiata al bellissimo panorama che si apriva oltre la veranda, ai numerosi vasetti posati qua e là un po’ ovunque, con piantate chissà quali erbe, e si alzò. - Se vi fa piacere, mio caro amico, vi aspetto domani per un tè di mezza giornata, sarò felice di farvi assaggiare qualche altra mia prelibatezza. - S-s-sarò felice di v-v-venire!

… continua.



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