Viaggio di istruzione a Casapesenna e Parete_12-15 Aprile 2106

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Dal 2011 Arci Lecco, all’interno delle proposte di educazione alla cittadinanza e alla legalità democratica, propone alle scuole l’esperienza di un viaggio di istruzione per conoscere alcune realtà che gestiscono i beni confiscati alle mafie. In particolare la cooperativa Lavoro e Non solo di Corleone e da quest’anno l’Associazione Nero e Non Solo di Caserta. Il viaggio è un’occasione per incontrare chi quotidianamente lavora con l’obiettivo di costruire una società più giusta e libera dalle mafie ma anche per conoscere le bellezze artistiche dei luoghi visitati.

Dal 12 al 15 aprile 2016, le classi 3^C TUR e 3^A RIM dell’Istituto Parini di Lecco sono state coinvolte in un viaggio di istruzione, questa volta un po’ diverso dalla canonica gita storico-culturale. In questo viaggio gli studenti sono si sono recati a Casapesenna e a Parete (CS). I ragazzi hanno potuto conoscere direttamente i protagonisti delle azioni di antimafia in ambito sociale e istituzionale. Questo Diario di Bordo, completo di fotografie, è stato scritto direttamente dagli studenti durante l’esperienza e diffuso in tempo reale in provincia di Lecco mediante social network e testate giornalistiche web locali. Buona lettura!


PRIMO GIORNO 12/04/2016

Dopo sei ore trascorse sul treno ad abbuffarci, ridere e cantare, siamo finalmente arrivati a Napoli! In stazione siamo stati accolti da Nello, il nostro accompagnatore, che per darci il benvenuto ha organizzato una sorpresa insieme all’azienda Erreplast: una ricca merenda con dolci tipici e buonissimi ci aspettavano al bar, abbiamo apprezzato particolarmente il Rocco Babbà. Soddisfatti e con le pance piene, ci siamo diretti all’azienda Erreplast, secondo impianto in Unione Europea per selezionamento di riciclo imballaggi, presso la quale la signora Enza ci ha illustrato il ciclo di riciclaggio della plastica e i macchinari dell’azienda. Il motivo che lega la ditta alla nostra esperienza è Mario Diana, imprenditore e vittima innocente di mafia. Ucciso nel 1985 a Casapesenna dal clan dei Casalesi, amava la sua terra e per questo stava sviluppando la sua azienda volta al bene dell’ambiente. Il progetto è stato portato avanti dai suoi figli, ai quali Mario ha trasmesso l’amore per la terra, la voglia di lottare e la forza di restare affinché qualcosa cambi. Questo incontro ci ha toccato molto, soprattutto quando Teresa si è commossa raccontando la storia del padre; ha ribadito che si rivede in ogni parente di vittima innocente di mafia perché sono tutti accomunati dal fatto che gli “uomini d’onore” hanno deciso per la loro vita, da un dolore che non si attenua neanche col passare degli anni, dallo stesso bisogno di ricominciare e dal desiderio di promozione della legalità. Successivamente ci siamo recati all’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, una cittadina nella quale tra gli anni ’80 e il 2000 sono stati arrestati 5000 camorristi. Nei pressi di questo magnifico sito archeologico sono stati costruiti dei luoghi di ritrovo; abbiamo visto dei pensionati giocare a bocce nella piazza a fianco dell’anfiteatro. Nello ci ha spiegato che questa è una grande novità, dato che in precedenza si era timorosi di uscire di casa. Il messaggio trasmesso da quell’immagine apparentemente comune è che bisogna contrastare la Camorra, la quale non permette di socializzare, e che non bisogna aver paura. Abbiamo svolto una breve visita dell’anfiteatro e ci siamo diretti all’ostello “Il Paguro”, di cui siamo rimasti piacevolmente sorpresi per l’aspetto molto accogliente. Dopo una gustosa e abbondante cena, abbiamo ascoltato Igor e Nello che ci hanno raccontato la storia di questa struttura. L’edificio infatti è un bene confiscato al camorrista Alfredo Zara, ora condannato all’ergastolo per omicidio. Fra il sequestro e la ristrutturazione sono passati ben vent’anni, durante i quali la struttura ha subito pesanti atti di vandalismo dai camorristi in modo tale che nessuno potesse riutilizzarlo e dargli nuova vita.


Ci siamo chiesti come si fa a vivere con un vicino camorrista, e Igor ci ha risposto che si cerca di vivere normalmente, minimizzando tutti i contatti con loro, ma portando sempre rispetto. La giornata si è conclusa con una desideratissima doccia, seguita da innocenti chiacchere alle quali il professor Bonvicini, infastidito, ha tentato di porre fine con una rigida vigilanza notturna tra i vari piani.


SECONDO GIORNO 13/04/2016

Ci siamo svegliati alle 7 e, dopo aver ricaricato le batterie con un’energetica colazione, ci siamo messi all’opera per far risplendere l’ostello e decorarlo, essendo ancora parecchio spoglio dalla recente ristrutturazione. Terminati i lavori abbiamo ricevuto la visita del dott. Giovanni Cerchia, professore di storia contemporanea all’università del Molise, che ha tenuto una lezione sull’origine e diffusione delle mafie, in particolare della Camorra. Finito l’incontro non ci è mancato il tempo per ballare a ritmo di musica e sfogare la nostra vitalità giocando tutti insieme prima di recarci a Santa Maria la Fossa, Centro SPRAR, dove alcuni giovani richiedenti asilo ci hanno accolto raccontandoci le loro esperienze e dove abbiamo potuto gustare un ricco pranzo multietnico preparato da loro apposta per noi. Dopo il delizioso pranzo, il caldissimo sole ci conciliava il sonno, ma non ci siamo lasciati vincere e, con grande entusiasmo, ci siamo recati in municipio per assistere ad una conferenza, tenuta da Angelo Ferrillo, responsabile del progetto SPRAR, in merito alle problematiche riguardanti i numerosi sbarchi di migranti ed i percorsi per integrarli nella società rendendoli autonomi. Prima di tornare in ostello, accompagnati dal sindaco della città, abbiamo visitato alcuni beni e luoghi confiscati alla mafia dove oggi sorgono campi da calcio, piazze per il mercato o aree destinate alla raccolta dei reflui di bufale dai quali si producono compost ed energia elettrica. Con le nostre ultime energie, dopo una cena in cui un tavolo non ce l’ha fatta, ci siamo lanciati in divertenti giochi tutti insieme, in attesa del dolce. Per finire in dolcezza la serata abbiamo festeggiato il nostro amico Christian con una buonissima torta. AUGURI CHRIIIIIIIIII



TERZO GIORNO 14/04/2016 Questa mattina la sveglia è suonata alle 7 e, dopo aver passato del tempo tra croissant e succhi di frutta, siamo partiti per il caseificio “le terre di don Peppe Diana”, dove abbiamo visto come si prepara la mozzarella e tutte le sue fasi di lavorazione. 1. Cagliatura del latte 2. Frammentazione della cagliata 3. Sfilettatura della cagliata operata da un casaro che aggiunge alla cagliata acqua bollente 4. Conferimento della forma della mozzarella con un particolare macchinario 5. Inserimento della mozzarella nell’acqua di governo Abbiamo inoltre osservato la produzione di trecce e nodi con la mozzarella fresca. Il caseificio è stato costruito su terre confiscate alla mafia e che grazie ad una proposta di legge avanzata dall'associazione Libera sono state restituite alla società. Il tutto è stato ancor più piacevole grazie all’accoglienza di due dolcissimi pastori maremmani. Successivamente abbiamo assistito ad un incontro con Roberto, uno dei soci fondatori della cooperativa, che ha risposto alle nostre numerose domande relative alla storia del bene, al suo lavoro e al coinvolgimento emotivo che esso produce. La cooperativa è nata in ricordo di don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe, che dal pulpito osava parlare di camorra e incitava i fedeli a non subire. Il suo motto era “per amore del mio popolo, io non taccio” e proprio per questo suo coraggio è stato ucciso nella sua chiesa. Ma con questo omicidio la camorra ha fatto autogol perché da quel momento la gente per bene ha trovato il coraggio di ribellarsi. Per noi giovani è un grande esempio perché ci insegna a lottare per ciò che è giusto. La fame ha iniziato a farsi sentire, per fortuna ci hanno offerto tre differenti tipi di pizza! Abbiamo inoltre assaggiato le mozzarelle di bufala appena preparate, è stata un’esperienza nuova e molto gustosa. Dopo aver riempito il nostro stomaco e visto nuovamente dei video sulla preparazione delle mozzarelle, abbiamo salutato Roberto e soci. Poi siamo partiti per Napoli, un'escursione molto attesa... Qui abbiamo percorso tutta Spaccanapoli attraverso via dei Tribunali. Arrivati a piazza Dante, abbiamo percorso tutta via Toledo, fino a piazza del Plebiscito… con grande fatica! Ma questa è diventata gioia nel momento in cui i prof ci hanno detto che potevamo scorrazzare liberi per il centro città per svagarci, osservare meglio la città e alleggerire il nostro portafoglio…. Dopo cena il cuoco Lorenzo e Luigi, membro dell’associazione Josef che gestisce l’ostello, ci hanno deliziato con una tammuriatura, un’esibizione musicale con il tamburello a sonagli e le nacchere. Noi abbiamo ballato, ma solo per poco tempo. La serata si è chiusa con dei filmati sull’ associazione “Nero e non solo” in cui abbiamo visto un Nello giovane. Non ci crederete … ma era tale e quale ad oggi!!!




QUARTO GIORNO 15/04/2016

Riposati da una bella dormita, ci siamo alzati alle 7 e dopo aver fatto un’abbondante e golosa colazione abbiamo preparato le valigie e lasciato l’ostello “Il Paguro”, perché oggi è stato il nostro ultimo giorno a Casapesenna. Siamo partiti alle 8 diretti a Caserta, per andare a visitare la Reggia, antica residenza settecentesca dei Borboni. Ci siamo subito stupiti per l’imponenza e la maestosità del palazzo, che infatti per la sua bellezza è diventato patrimonio dell’Unesco. Con l’audio guida del professor Bonvicini, abbiamo visitato gli appartamenti della Reggia, tra cui la sala del trono e le camere da letto della famiglia reale. Abbiamo notato che erano tutte caratterizzate da decorazioni e affreschi in stile neoclassico, con scene della mitologia classica e della vita di corte. Siamo rimasti stupiti dai baldacchini dei letti reali e dalle vasche di granito dei bagni. In seguito ci è stato concesso passeggiare per gli immensi giardini del palazzo: con le loro fontane, boschi e laghetti siamo rimasti affascinati dalla loro bellezza. Dato che eravamo molto affamati, ci siamo diretti verso una pizzeria in centro Caserta e abbiamo pranzato con l’autentica pizza margherita. La gita ormai si stava per concludere! Purtroppo abbiamo dovuto salutare il nostro amico Nello e raggiungere con il pullman la stazione centrale di Napoli. Qui alle 15 abbiamo preso il treno per tornare a Lecco. Rispetto alle classiche gite scolastiche, la nostra è stata più particolare e impegnativa, perché abbiamo dovuto adattarci a delle situazioni e a realtà diverse da quelle che viviamo quotidianamente. Abbiamo capito che è importante affrontare le difficoltà e i problemi per potersi riscattare e che è necessario superare gli stereotipi che caratterizzano la nostra società, soprattutto nei riguardi della realtà meridionale e dei rifugiati



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