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Per la Villa dei Mosaici

La musealizzazione del sito archeologico romano di Negrar di Valpolicella ha rappresentato il banco di prova per un progetto accademico che prefigura la necessaria valorizzazione del luogo

Anche se non è propriamente una scoperta – se ne conosceva l’esistenza fin dagli anni Venti del Novecento – i recenti lavori di rimessa in luce dei resti della villa romana a Negrar di Valpolicella hanno rivelato un complesso di straordinaria importanza archeologica e di grande bellezza. Durante la campagna di scavo, oggi conclusa, è stato elaborato un primo progetto di musealizzazione come tesi di laurea magistrale al Politecnico di MilanoPolo territoriale di Mantova. Nel dicembre 2021 è stato firmato un Protocollo di intesa tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e

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L’approccio progettuale vuole raccontare la riscoperta di un luogo perduto che si relaziona con i fatti e le realtà che sono conseguite ad esso nelle diverse epoche, dall’età Romana a quella medievale ad oggi, in un racconto cronologico del susseguirsi dei vari strati. Scelta progettuale fondamentale è stata quella di dare luogo a un parco archeologico anziché a un unico volume a copertura del sito; viene garantita così una relazione costante tra area di scavo e paesaggio, così da mantenere sempre uno sguardo al contesto, analogamente a come doveva rapportarsi la villa.

La ricostruzione del “prognetto” come percorso che lambisce e attraversa in quota il sito diventa la principale connessione tra l’abitato e il parco archeologico, inserendosi in un sistema di itinerari culturali già presenti a Negrar. Il parco si compone di quattro parti: l’edificio di ingresso con il museo della storia del territorio e della villa, la musealizzazione dei resti archeologici, il percorso sospeso e infine l’area dedicata alla valorizzazione del territorio di Negrar.

Vicenza, il Comune di Negrar di Valpolicella e il Politecnico di MilanoPolo territoriale di Mantova, finalizzata alla valorizzazione del sito. Il progetto ha affrontato il tema architettonico della valorizzazione e funzionalizzazione di un luogo preservandone i caratteri storici e culturali che lo contraddistinguono, rivolgendosi alle potenzialità del presente. Nello specifico, il caso della Villa Romana di Negrar si colloca in un contesto che mantiene una forte relazione con il paesaggio agrario della Valpolicella, quasi a sottolineare come la sua funzione fosse strettamente legata a quel luogo.

05. Sezione longitudinale di progetto.

06. Sezione assonometrica dell’edificio di accesso con individuazione delle zone funzionali.

07. Esploso assonometrico dell’edificio a destinazione espositiva e commerciale.

08. Esploso assonometrico e dettaglio del sistema costruttivo delle coperture dell’area degli scavi.

09. L’area degli scavi in un render del progetto.

L’edificio di accesso conduce il visitatore attraverso una discesa lenta all’interno del terreno, con elementi e spazi di sosta studiati in modo tale da definire un racconto graduale che anticipa la villa, fino ad arrivare alla quota dei resti archeologici. Un muro di contenimento in cemento rimarca pedissequamente il bordo dello scavo sostenendolo e delimitandolo, mentre sul fianco est il contenimento del terreno è affidato a gabbioni riempiti di pietre grezze, che mantengono una coerenza materica e lin- guistica con uno degli elementi tipici della Valpolicella, le marogne. A sud, lo scavo e il percorso di visita affiorano affacciandosi sulla valle: il muro si alleggerisce e diventa recinzione, consentendo uno sguardo sul territorio e la sua enocultura.

La musealizzazione della villa si compone a sua volta delle strutture che coprono e proteggono i mosaici e di passerelle sospese sui resti per consentirne la visita, elementi accomunati dall’utilizzo del ferro brunito a contrasto con i colori chiari dei resti archeologici. Le coperture sono distinte in due elementi disposti perpendicolarmente e appoggiati, su un lato, su una serie di pilastri che ricreano idealmente i fronti del portico della corte centrale della villa. Gli altri appoggi sono ridotti all’essenziale e sono posizionati negli esatti punti dei resti delle colonne o dei loro basamenti, ma non li toccano essendo sostenuti da elementi con sezione a “C” in ferro che si conficcano nel terreno rimanendo rialzati dai muri. Alle due coperture sono sospesi alcuni elementi di partizione che aiutano a immaginare gli spazi della villa senza costruirli prepotentemente. Questi elementi sono formati da un telaio metallico agganciato alla copertura e ricoperto con assi di legno scuro.

Per quanto riguarda il percorso di visita, nella parte centrale dello scavo la passerella si allarga, formando una grande piattaforma che rimarca la geometria della corte centrale della villa. Dal ferro brunito si passa alla pietra di Prun che segna idealmente il pavimento lastricato del quadriportico romano.

Lasciati alle spalle gli scavi, l’esperienza all’interno del parco archeologico termina con un approfondimento rivolto all’importante cultura vinicola dell’area, all’interno di un edificio a destinazione espositiva e commerciale. La copertura di questo edificio simula il paesaggio circostante dei vigneti, rimarcando in maniera simbolica un elemento simbolo imprescindibile della Valpolicella. •

ATENEO

Politecnico di Milano

Polo territoriale di Mantova

Corso di Laurea in Architectural Design and History

PROGETTO

La Villa Romana tra passato e presente. Musealizzazione del sito archeologico di Negrar di Valpolicella

AUTORI

ANNO ACCADEMICO

2020-2021

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