Relazione sul ruolo di RAA (C. Gobbi)

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La RAA: figura in crisi? Piacenza 10 luglio 2008

“Vieni a prendere il caffè da noi”


Normativa. • DGR 1378 / 1999: prevede la presenza del Resp. Attività di Nucleo ogni 20-30 anziani non autosufficienti. – Casa Protetta: per tale funzione è da prevedersi un

operatore responsabile attività assistenziali; – RSA: la funzione di Resp. di Nucleo può essere svolta anche da altre figure professionali in relazione alla maggior prevalenza del bisogno assistenziale con valenza sanitaria.


Normativa. • DGR 564/2000: – al punto 5.2.1 inserisce il RAA (in possesso di certificato regionale di specializzazione o di attestato regionale di frequenza) fra il personale che, di norma, è addetto alle funzioni socio - assistenziali, socio – sanitarie ed educative. – nella Parte II, al punto 1.4, la norma dice che Casa Protetta / RSA deve garantire la presenza del Resp. di Nucleo e che “tale funzione viene svolta dai responsabili delle attività assistenziali o da infermieri in relazione alle necessità socio sanitarie degli anziani”.


RAA: qualifica professionale o specializzazione di altre figure? • Il RAA non ha mai rappresentato una qualifica, bensì una specializzazione di figure assistenziali di base (l’ADB) che già possedevano un’esperienza professionale all’interno dei servizi. La stessa norma che prevede l’obbligatorietà della figura, ammette, in luogo dell’attestato, un adeguato curriculum professionale e formativo, con esperienza specifica almeno biennale.


Il nuovo sistema regionale delle qualifiche (DGR 936/2004). L’introduzione del nuovo sistema regionale delle qualifiche conferma il RAA come ruolo lavorativo di carattere gestionale - organizzativo all’interno della rete dei servizi e non come qualifica professionale. I nuovi corsi rilasciano attestati di frequenza e non più certificati di specializzazione (che il SRQ non prevede più come tipologia di certificazione).


RAA: descrizione della posizione. Al R.A.A. viene di norma attribuito il compito di gestire la singola articolazione funzionale in cui si suddivide la struttura (nucleo/servizio, centro diurno, ecc…). Rispetto a tale mandato il R.A.A. è tenuto a promuovere la corretta ed efficace gestione, l’indirizzo, la supervisione delle attività che si svolgono all’interno del nucleo o del servizio. Opera per ricondurre ogni attività di natura più strettamente assistenziale alla vera finalità che è il servizio all’utente e alla sua famiglia. A tal fine promuove la collaborazione con le altre figure professionali proponendo attività o momenti di integrazione fra le diverse professionalità che operano nel servizio.


Competenze intrapersonali.  consapevolezza di sé: conoscenza dei propri punti forti e punti deboli;  capacità di autocritica: imparare dai propri errori individuando soluzioni

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alternative alle proprie azioni; capacità di mantenere un atteggiamento equilibrato e di sostenere le situazioni ansiogene controllando le proprie emozioni ed i propri impulsi; capacità di utilizzare il linguaggio verbale e non verbale in modo finalizzato avendo ben chiare le conseguenze dei propri atteggiamenti, parole ed azioni; capacità di porsi degli obiettivi e di assumere decisioni autonome ed efficaci; capacità di assumersi responsabilità; capacità di mantenere curiosità ed interesse costante per le persone, fiduciosi nella loro possibilità di crescita.


Capacità di interagire efficacemente con le persone.  Capacità di ascolto e di lettura dei messaggi di comunicazione verbale e non verbale;  capacità di entrare in relazione senza attribuire giudizi o presentare opinioni come dati certi ed immodificabili;  capacità di comunicare i propri stati d‟animo e di cogliere il contenuto e le emozioni dell‟interlocutore;  capacità di comunicare in modo chiaro, verificando la composizione dell‟interlocutore;  capacità di riformulare e sintetizzare il contenuto di uno scambio comunicativo, cogliendone l‟essenziale e valorizzando il contributo dell‟interlocutore.


Capacità di lavorare in gruppo.  Capacità di non generalizzare, ma essere consapevoli dell‟esistenza e del valore di    

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diversi punti di vista; capacità di mantenere una conoscenza aggiornata delle caratteristiche e dei legami all‟interno del proprio gruppo di lavoro e tra questo e gli altri operatori/gruppi professionali del servizio; essere in grado di leggere le dinamiche di gruppo, mediando e favorendo un atteggiamento collaborativo e non competitivo che promuova le risorse di ciascuno; capacità di gestire le situazioni di conflitto riconducendole in un contesto professionale chiaro ed il più possibile condiviso da tutti i soggetti; capacità di orientare il gruppo alla mission del servizio riportando sul contenuto professionale eventuali problematiche di relazione; capacità di coinvolgimento di tutti i collaboratori individuando strumenti, modalità e strategie individuali e collettive; capacità di distribuire le informazioni, verificandone l‟efficacia e l‟efficienza del flusso; capacità di riconoscersi come parte del gruppo ed al tempo stesso essere consapevoli della propria “estraneità ed influenza sul gruppo (capacità di „dosare confidenza‟)”; capacità di lavorare in equipe collaborando con professionisti provenienti da settori e culture professionali diverse.


Capacità di gestire le risorse umane.  Capacità di definire le caratteristiche di ruolo dei propri collaboratori, identificando le

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occasioni, sedi e modalità efficaci di comunicazione; capacità di mantenere una conoscenza approfondita ed individualizzata degli operatori del nucleo/servizio tramite una costante raccolta dati diretta ed indiretta (diario di bordo); capacità di lettura delle caratteristiche professionali di ciascun operatore individuandone punti di forza e punti di debolezza e delineando un percorso di sviluppo professionale caratterizzato da tappe verificabili (modifica di comportamenti, modalità operative, ecc.); capacità di identificare strategie, modalità e strumenti di motivazione e sviluppo delle capacità professionali dei propri collaboratori; capacità di cogliere segnali di burn-out e prevenirlo identificandone i relativi strumenti e strategie; capacità di identificare il fabbisogno formativo del singolo operatore e del gruppo degli operatori del proprio nucleo/servizio definendo le proposte di formazione/aggiornamento con relativi tempi, contenuti e modalità; capacità di utilizzare il “controllo” in modo trasparente, equilibrato ed autorevole, finalizzandolo alla crescita professionale del singolo collaboratore e/o del gruppo nel suo insieme; capacità di entrare in relazione in situazioni di elevata conflittualità e/o scarsa motivazione del proprio collaboratore concludendo lo scambio comunicativo con un messaggio chiaro ed il più possibile condiviso riconducendo sul piano professionale eventuali elementi di natura personale.


Capacità di analisi di situazioni complesse.  Capacità di sviluppare e mantenere una conoscenza approfondita ed individualizzata degli   

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anziani del nucleo/servizio e dei loro familiari; capacità di sviluppare e mantenere una conoscenza approfondita di tutti i ruoli e le mansioni delle diverse figure professionali che operano nel proprio nucleo/servizio e delle loro relazioni funzionali; capacità di conoscenza delle strutture informali dell‟organizzazione e degli elementi esterni alla stessa che ne influenzano l‟operatività; capacità di raccolta dati, analisi e valutazione delle situazioni operative e relazionali nell‟ambito del proprio nucleo/servizio e nel rapporto con altri servizi/nuclei; capacità di definire obiettivi realisti, identificandone le relative strategie, strumenti operativi, figure professionali (e non) da coinvolgere e tempi di esecuzione e verifica; capacità di elaborare un piano annuale di nucleo/servizio, seguirne lo sviluppo ed effettuarne una puntuale verifica; capacità di definire priorità tra obiettivi, sia a livello individuale che a livello di gruppo nell‟ambito del lavoro per progetti; capacità di definire priorità riguardo alle criticità riscontrate sul piano organizzativo ed operativo da affrontare direttamente e/o sottoporre all‟attenzione della posizione superiore.


Percorso formativo e selezione. La figura del RAA è stata definita semimanageriale, in linea con la complessità dei compiti. Purtroppo né i percorsi formativi né le modalità di accesso al ruolo sono tali da assicurare strumenti e legittimità all‟esercizio delle funzioni.


Criticità della formazione. La formazione, in passato, ha puntato poco sullo sviluppo delle capacità di leadership, relazionali, di conduzione di gruppi di lavoro. Quasi mai sono stati insegnati metodi e strumenti di problem solving. I corsi sono stati lacunosi soprattutto per quanto riguarda il tema del lavoro per progetti. Difficilmente ai Raa è stata offerta l‟occasione di conoscere nuove realtà con cui potersi confrontare, questo per la risaputa chiusura verso l‟esterno delle nostre strutture.


Criticità dell’accesso al ruolo. Per fare la RAA, di norma, è sufficiente essere OSS con almeno due anni di esperienza e, se va bene, avere un attestato di frequenza ad un corso di poche decine di ore. Spesso le strutture esperiscono una selezione interna perché prioritariamente si devono valorizzare le professionalità interne ….così trasformiamo una buona OSS in una pessima RAA, buttandola in pasto alle vecchie colleghe (può succedere che sia assegnata allo stesso nucleo in cui faceva l‟OSS!!)


Responsabile Coordinamento Attività Sanitarie. In analogia a quanto previsto dalla Deliberazione della Giunta regionale n. 1455 del 28/7/97 per la funzione di lungodegenza post-acuzie e riabilitazione estensiva, la funzione di coordinamento delle attività sanitarie di norma è assicurata da personale infermieristico, con individuazione di un responsabile.


L’attività di coordinamento delle attività sanitarie consiste in: coordinamento organizzativo delle attività sanitarie per garantire la massima integrazione con tutte le altre attività della struttura residenziale; coordinamento del personale infermieristico e riabilitativo; individuazione delle soluzioni logistiche e delle modalità organizzative per l'effettuazione delle visite specialistiche; promozione di incontri di verifica dell'attività sanitaria svolta; promozione, sulla base di indicazioni dell'AUSL e del Servizio Assistenza Anziani, di azioni e progetti per la valutazione ed il controllo della qualità dell'assistenza; partecipazione alla elaborazione ed adozione dei protocolli diagnostici ed assistenziali.


Difficoltà di integrazione RAA – RAI. È una questione di definizione dei rispettivi ruoli e responsabilità o, piuttosto, è un problema culturale? Se è vero che per integrare bisogna aver ben chiaro “chi fa che cosa”, è pur vero che non si dovrebbero mai perdere di vista la mission ed i valori alla base dell‟erogazione del servizio. Ma questi ultimi sono solamente enunciati o ci appartengono veramente?


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