avicenna

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Nell’anno 370 dell’Egira e 980 del calendario cristiano nacque Ibn Sinna, conosciuto in Occidente con il nome di Avicenna: nacque nella cittadina di Afshana,

nei pressi del fiume Amu-Daria, in una zona allora compresa nel Califfato abbaside, uno Stato immenso che si estendeva dai confini dell’attuale Afganistan sino alla Spagna.

All’interno cominciavano allora ad acquistare potere varie dinastie locali, che tendevano a ridurre l’autorità del Capo Supremo, il Califfo di Bagdad, e amministrare indipendentemente il proprio territorio. Questi piccoli Stati autonomi arricchirono la civiltà islamica con specifici apporti culturali, con la protezione che accordarono a filosofi, letterati e scienziati.

Di questa splendida stagione intellettuale, Avicenna fu uno dei personaggi più importanti anche perché seppe accogliere nel suo spirito le indagini, le scoperte, le intuizioni dei grandi Pensatori vissuti prima di lui e trasmetterle, rielaborate, arricchite, composte in una visione unitaria, al mondo che tra Asia ed Europa si dedicava all’appassionante ricerca della sapienza.

Foto Unesco

AVICENNA UOMO UNIVERSALE Di Muhamed S. Asimov

“Al-Shayk al-Ra’is”, cioè “Il primo tra i sapienti”: così viene chiamato in Oriente Abu Ali al-Husayn ibn Abdillâh Ibn Sina. L’ultima parte del suo nome “Ibn Sina”, che significa “Figlio di Sina” venne pronunciato in Spagna come Aben o Aven Sina e ciò condusse a http://scientificando.splinder.com

quell’Avicenna, che rese famoso in Occidente un personaggio mirabile sotto vari aspetti: un uomo dal sapere enciclopedico, filosofo e scienziato, medico, poeta e musicista.

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Avicenna ha realizzato appieno l’ideale medioevale dell’uomo universale. Fu autore di un vasto corpus di scritti che trattavano di ogni ramo dello scibile umano, noto al suo tempo. Ricoprì anche cariche politiche, come Gran Visir (Primo Ministro) e compì numerosi viaggi attraverso l’Asia Centrale e la Persia. Fu anche uomo di profonda dirittura morale e grande nobiltà di carattere, così che sorse la leggenda, avvalorata dalla precocità del suo ingegno, che avesse pronunciate le sue prime parole per scagionare un’ancella ingiustamente accusata di furto. Una straordinaria resistenza fisica allo studio, protratto per giorno e notte, una memoria eccezionale, aiutata da una capacità di organizzare le conoscenze in vasti sistemi logicamente connessi, l’avevano condotto, ancora giovanissimo, alla conoscenza di tutte le discipline, dalla geometria alla teologia, dalla medicina all’astrologia. Quando andò a fuoco la biblioteca di Bukhara, ci fu chi disse:

scrisse, secondo i calcoli dello studioso iraniano Said Nafissi, 242, delle quali 23 in persiano. Ne sono rimaste 160; le altre sfortunatamente sono andate perdute. Una incisione medioevale raffigura Avicenna seduto su di una panca, tra Ippocrate e Galeno; ma mentre questi due sono rappresentati solo con il libro, indicativo del sapere, Avicenna ha la corona, lo scettro e il mondo, simboli di regalità. Questa raffigurazione, forse eccessiva, dei meriti di Avicenna è giustificata dalla fama che nel Medio Evo accompagnò la sua grande opera “Il Canone della Medicina”, grandiosa raccolta delle nozioni mediche del tempo, tratte in massima parte dai medici greci e anche da medici indiani, persiani e arabi.

<<Il santuario della sapienza non è distrutto. Si è trasferito nella mente di Ibn Sina>>.

La larghezza di vedute, il rigore logico del pensiero, la concisione e lucidità dell’esposizione, il modo imparziale nel riferire le esperienze che lo avevano preceduto, nonché la formulazione e soluzione di problemi nuovi, la freschezza e originalità degli argomenti, tutto questo fa del Canone un’opera veramente notevole.

La vita relativamente breve di Avicenna – morì all’età di 57 anni- fu spesa in un lavoro titanico. Egli scrisse e dettò le sue opere quasi continuamente, anche in prigione, anche viaggiando. Ne

Tradotto in latino nel XII secolo dall’italiano Gerardo da Cremona, e poi ancora, nel XVI secolo, dall’italiano Andrea Alpago, il Canone fu per secoli, in Europa, il testo di

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medicina più apprezzato; dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili, divenne il libro più diffuso, dopo la Bibbia. Non pochi furono gli apporti originali di Avicenna all’Arte medica. Fu infatti il primo a descrivere correttamente l’anatomia dei muscoli dell’occhio e formulò una interpretazione del meccanismo della vista, che non si discosta molto dalla spiegazione

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moderna di tale fenomeno. Aggiunse alcune osservazioni sul funzionamento del cuore, già in parte descritto da Galeno; mentre la sua analisi del diabete è abbastanza vicina a quella che, sei secoli dopo, avrebbe compiuto lo specialista inglese Thomas Wills (1621 – 1675).

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Avanzò anche l’ipotesi che certe malattie infettive venissero trasmesse da <<minuscoli organismi>>, presenti nell’acqua e nell’aria, cosa che venne confermata nel XVIII secolo dallo scienziato olandese Antonio van Leeuwenhoek (1632 -1723), dopo una ricerca mediante i microscopi da lui stesso costruiti. Le osservazioni compiute da Avicenna sulle pulsazioni sono di grande interesse: contò 60 varianti semplici e 30 complesse. Anche alcuni metodi diagnostici sono dovuti a lui. Per esempio, la percussione, che consiste nell’individuare malattie interne mediante piccoli colpi secchi delle dita sul corpo del paziente, è legata al suo nome, anche se poi fu riscoperta dal medico viennese Leopold Auenbrugger (1722 – 1809). Comunque, l’importanza vera del Canone sta nell’aver avvalorato l’ipotesi di Ippocrate che ogni malattia avesse una causa naturale: questo lucido raziocinio, che ha permeato tutta l’opera di Avicenna, non solo nel Campo della medicina, ma in tutti i settori delle scienze naturali, è già sulla via della scienza moderna, nata allorché gli studiosi hanno cominciato a considerare il mondo fisico non come il riflesso di un mondo extra sensibile, ma come un insieme di cause ed effetti naturali, che si potevano scoprire mediante l’osservazione, la ricerca e la sperimentazione. La grande cultura greca ed ellenistica aveva concluso un ciclo, dopo aver dato vita ai primi scienziati e filosofi del mondo antico, e l’imperò romano assimilò e diffuse questo già notevole complesso di conoscenze. La scienza dei popoli orientali proseguì per tutto il http://scientificando.splinder.com

Medio Evo e, soprattutto in Persia, giunse un periodo che può paragonarsi al Rinascimento europeo. La Persia, dopo la travolgente conquista araba, cominciò a riaffermare la sua identità nazionale nel IX secolo d.C., per merito di alcuni ardimentosi capi locali che stabilirono un proprio potere diretto su alcuni territori e mantennero un legame solo nominale con il Califfo di Bagdad, capo supremo dell’impero islamico. Tra questi capi si distinse la dinastia Samanide, che rapidamente si elevò al potere nella Transoxiana e pose la sua capitale a Bukhara. I Samanidi e, successivamente, i Gaznavidi furono grandi protettori delle arti, delle scienze e delle lettere e chiamarono alle corti, stipendiandoli generosamente, tutti i dotti dell’epoca. In questo periodo storico, in questo clima particolarmente propizio, si situa Avicenna; e accanto a lui rifulgono altre geniali personalità, quali i poeti persiani Rudaki e Firdusi, il medico Abu Bakr alRazi, l’astronomo Mahmud Khodjendi ed i filosofi enciclopedici al-Farabi e alBiruni. Ma, agli inizi del Medio Evo, A vicenna, più che gli altri, mise in azione un movimento culturale, nuovo e insieme ricco di tutte le esperienze del passato, che si propagò dall’Oriente verso Occidente, raggiungendo prima la Spagna e la Sicilia, poi l’Italia e il sud della Francia. E contribuì – in una certa misura- allo sviluppo in Europa del pensiero razionalista e al trionfo della libertà di pensiero. L’opera di Avicenna fu dunque un tramite essenziale nello sviluppo di una civiltà umana unitaria.

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Non si può sottovalutare l’influenza delle analisi e delle concezioni scientifiche di Avicenna; filosofo e scienziato al tempo stesso, modificò notevolmente i problemi connessi con il sillogismo aristotelico: infatti concepì tanto il sillogismo basato su giudizi categorici, quanto quello basato su giudizi ipotetici e convenzionali. E non è tutto. Ogni conoscenza o cognizione è un <<concetto>> o un <<assenso>>, il <<concetto>>,che è la prima conoscenza, si acquista attraverso la definizione; l’<<assenso>> si consegue mediante il sillogismo. Definizione e sillogismo sono gli elementi fondamentali della logica. Ma per condurre all’assenso esistono anche altre <<prove>> cioè l’induzione e l’analogia. A parte l’originalità o meno di questi pensieri, quel che occorre soprattutto http://scientificando.splinder.com

sottolineare in Avicenna è la sua fede nella logica. Per lui la logica era la pietra di paragone della conoscenza, quella che rende possibile comprendere <<ciò che è ignoto attraverso ciò che è noto>>. E poi: <<Qualsiasi conoscenza che non sia stata pesata sulla bilancia della ragione non è incontestabile e perciò non è vera conoscenza>>. Il contributo di Avicenna alla logica fu messo in luce nel XIII secolo dal filosofo inglese Ruggero Bacone (1214- 1294), uno degli antesignani della scienza sperimentale. L’apprezzamento di Bacone è particolarmente interessante, perché in Avicenna il logico e lo sperimentatore sono inseparabili. Egli formulò il primo cenno di molte idee originali che in seguito provocarono altre scoperte. I suoi metodi per determinare le distanze longitudinali fra due punti sulla superficie terrestre e l’altezza Pagina 8


dell’azimut delle stelle furono

reinventati 500 anni più

tardi. E’ noto che il 24 maggio 1032 Avicenna osservò ad occhio nudo e descrisse un raro fenomeno. Il passaggio di Venere attraverso il disco solare. Qui occorre rettificare un errore nella storia delle scienze, perché a lungo si è creduto che questo fenomeno fosse stato osservato per la prima volta nel 1639 dall’astronomo inglese Jeremiah Horrocks (1618 – 1641).

Magno (c. 1193-1280), Dante Alighieri, il grande poeta italiano (1265-1321), abbia subito l’influenza della filosofia greco-araba e specialmente di Averroé (Ibn Rushd, 1126-1198). Dante nella Divina Commedia cita Avicenna tra tutti i grandi che lo avevano preceduto e dai quali aveva attinto il sapere.

Avicenna dedicò tutti i suoi studi, dalla medicina alla filosofia,dalla poesia alla musica, all’unico fine di accrescere la felicità e il benessere dell’uomo. Auspicando una <<comprensione fra gli uomini e norme stabilite di equità e di diritto>> egli quasi abbozzò l’dea del <<contratto sociale>>, formulato nel XVIII secolo da Jean Jacques Rousseau (1712-1778). Il titolo della seconda opera enciclopedica di Avicenna (Kitab alShifa) <<Il libro della Guarigione>> è particolarmente appropriato. Mentre il Canone trattava della guarigione del corpo, lo Shifa trattava della guarigione dello spirito, in modo che gli uomini potessero divenire moralmente forti e nobili. Le idee umanitarie di Avicenna che vedeva nell’uomo una aspirazione innata verso la bellezza e l’armonia e considerava l’amore come forza trainante della societàm sono esposte nel suo <<Libro sull’amore>> e nei suoi racconti filosofici <<Haiy ibn Yaqzan>> (Vivens filius Vigilantis) e <<At-Tayr>> (il racconto dell’uccello), che arricchirono lo sviluppo successivo della letteratura orientale. Alcuni specialisti pensano che, tramite le opere del sommo teologo Alberto http://scientificando.splinder.com

L’astronomo, matematico e poeta persiano Omar Khayam (m. 1123 c.) largamente noto come autore delle Ruba-i-yat o Quartine, considera Avicenna- anche se il fatto è poco notocome suo maestro non solo nella filosofia e nelle scienze esatte, ma anche nella poesia, in quanto fu Avicenna a fare della Quartina poetica una forma di espressione filosofica. Si sa anche che Omar Khayam, poco prima di morire, lesse con grande interesse gli scritti sulla metafisica e sull’immortalità dell’anima di Avicenna. Anche sulla morte di Avicenna si racconta una storia interessante. Era il giugno del 1307 (il mese di Ramadan dell’anno 428 dell’Egira): si trovava nel deserto, vicino alla città di Hamadan. Quando sentì prossima la morte, dichiarò liberi i suoi schiavi e distribuì le sue ricchezze ai poveri. Ma esiste anche una leggenda. Avicenna, che desiderava vincere la morte e raggiungere l’immortalità, aveva preparato 40 diverse sostanze che un suo allievo gli avrebbe dovuto somministrare, in un ordine prestabilito, immediatamente dopo la morte. L’allievo fedelmente adempì il suo compito e con grande stupore vide che il corpo rigido del maestro ritornava morbido e giovanile, il viso riprendeva il colorito roseo, il respiro accennava a Pagina 9


tornare. Ma quando fu sul punto di

somministrare

l’ultima dose che avrebbe dovuto alla resurrezione definitva del Maestro, le sue mani tremarono, la capsula gli sfuggì e il misterioso liquido si sperse nella sabbia.

Ma era un’altra l’immortalità cui era destinato Avicenna, quella di restare vivo nella mente degli uomini.

I luoghi ove visse

____________________________ Mohamed S. Asimov, di nazionalità sovietica, è stato presidente dell’Associazione Internazionale per lo Studio delle Culture dell’Asia centrale, membro corrispondente dell’Accademia delel Scienze dell’URSS e presidente dell’Accademia delle Scienze della R.S.S. del Tagikistan. E’ autore di moltissime opere.

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