Dossier mobilità sostenibile

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Dossier mobilità sostenibile Il futuro (sostenibile) arriva in auto Un dossier sulla mobilità sostenibile per un panorama a 360 gradi su un mondo in evoluzione rapidissima di L u c i a S c h i n z a n o pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

2013 anno della mobilità sostenibile? Sembrerebbe proprio di sì, stando alle iniziative che si stanno moltiplicando in tutt’Italia a favore di un modo di muoversi alternativo a quelli tradizionali e decisamente più vicino alla natura. Che questo possa essere un anno decisivo lo dice anche l’interesse crescente che gli italiani stanno riservando ai veicoli a trazione elettrica. Auto e moto alimentate a batteria non sono più mosche bianche nelle nostre città; sono Ion, l’auto elettrica della peugeot protagonista di Fa la cosa giusta!, a Milano

in aumento i veicoli ibridi, ideali per il traffico urbano e ormai amatissimi da particolari categorie professionali come, ad

esempio, gli insegnanti, che vi vedono anche un esempio di green style da proporre agli studenti. Proprio la mobilità sostenibile è il tema del nostro ultimo dossier, un grande caleidoscopio dove trovano posto le notizie su tutti i vantaggi (e i pochi difetti) di auto e moto elettriche: parliamo di costi, di incentivi statali, di bonus e di opportunità da sfruttare per fare l’acquisto giusto. Per questo dedichiamo molto spazio al Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad elettricitàpromosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed alla normativa in vigore, normativa che purtroppo a partire dal 2014 ridurrà gli incentivi per gli acquisti. E allora forse è


proprio questo il momento giusto per guardarsi intorno perchè la gamma di modelli è diventata ampia; anche le maggiori case automobilistiche si sono convinte e propongono modelli ibridi che nulla tolgono all’eleganza o alla potenza. Il mondo della mobilità sostenibile riserva curiosità – come il camper attualmente i fase di progettazione completamente elettrico e dotato persino di pannelli solari o il kit di conversione per auto a benzina inauto elettriche – e belle proposte, come quelle che tra poche settimane verranno presentate ad H2R, la rassegna della mobilità sostenibile che da quest’anno si sposta da Roma a Rimini nell’ambito di Ecomondo. Belle proposte che però si scontrano con una tiepida attenzione a tutto l’indotto che ruota intorno ai veicoli elettrici: le colonnine per la ricarica sono ancora poche, non esiste ancora una sostanziosa campagna di pubblicizzazione di forme alternative trasporto. Insomma, l’auto elettrica avrà sì un futuro, ma deve innanzitutto conquistare la mente della gente. Nell’attesa, quello che sta conquistando il cuore della gente è il rapporto più diretto col mondo della natura, uno sguardo più sensibile verso le strade che percorriamo. Così questo “andamento lento” sta diventando la parola d’ordine dei cittadini più attenti anche se, specifica l’Assessore della Regione Puglia alla mobilità Giannini, le tante belle idee devono fare i conti con il patto di stabilità che lega strettissimamente i cordoni delle borse delle amministrazioni comunali. Già, la Puglia, un laboratorio di belle proposte che tra luci ed ombre piacciono sempre di più. Siamo andati alla ricerca di “buone pratiche”: come l’ambizioso progetto dei ragazzi delMovimento 5Selle che a Lecce stanno imponendo (con la freschezza e l’entusiasmo propri dei giovani) l’uso della bicicletta; oppure l’happening che ancora un gruppo di giovani ha fatto sui mezzi pubblici di Andria trasformati per l’occasione in palcoscenici per miniconcerti durante la settimana Europea della mobilità sostenibile; o come l’ecometrò che percorrerà dalla prossima primavera una delle zone più belle della regione tra Conversano ePolignano; ma non abbiamo trascurato la via crucis del Bike sharing a Bari, cui però si contrappone la bella esperienza dei 5 park&ride cittadini. Per arrivare al mezzo più ecologico e antiinquinante che possa esistere, vale a dire l’asinello di un parco a Ruvo. Dalla Puglia il nostro dossier passa al resto d’Italia, con le belle esperienze di Roma e Milano per concludere con il minimetrò a Perugia attivo dal 2008. Siamo pronti allora per una sana mobilità sostenibile? Pare proprio di sì.


Auto elettriche: sogno da realizzare o realtà da consolidare? Pro e contro di una tecnologia nata alla fine dell’Ottocento, ma che ancor oggi comincia a “muovere i primi passi” di G i o r g i o V e n t r i c e l l i pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Era il 1899 quando La Jamais

Contente, prototipo a motore elettrico pilotato da Camille Jenatzy, fu la prima automobile al mondo a superare la soglia dei 100 km/h. Non era questa la prima vettura a trazione elettrica della storia; già dagli anni Trenta dell’Ottocento, le vetture elettriche fecero la loro comparsa sulle strade Era il 29 aprile 1899 quando Camille Jenatzy stabilì il record di velocità con l’auto elettrica Jamais Contente

di Gran Bretagna e Francia, le stesse nazioni dove, negli ultimi anni, la mobilità elettrica ha

trovato terreno fertile. Che cosa ha portato però i veicoli a trazione elettrica ad essere relegati nell’oblio per oltre un secolo? A cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, le BEV (Battery Electric Vehicle) ebbero un buon mercato, ma l’avvento dei veicoli con motore a combustione interna cambiò gli scenari della mobilità, soppiantando in poco tempo la tecnologia elettrica in favore di quella a benzina, supportata dalle lobby petrolifere. Quali allora i pro e contro di questa tecnologia? Iniziamo da alcuni vantaggi. Possono percorrere con pochi euro di ricarica molti chilometri; non emettono e non disperdono agenti inquinanti in atmosfera; sono silenziose; possono circolare nelle ztl e durante le giornate di targhe alterne o di blocco totale del traffico; il bollo non si paga per i primi cinque anni successivi all’immatricolazione (ma in

Ampera, il modello di auto elettrica prodotto dalla Opel


Piemonte e Lombardia l’esenzione è perpetua) e dal sesto anno è prevista una riduzione del 75%; l’assicurazione può arrivare a costare anche il 50% in meno di quella delle vetture tradizionali; riducono la dipendenza dal petrolio e non risentono della volatilità dei prezzi manipolati da produttori e distributori a loro vantaggio; in caso di incidente stradale le batterie difficilmente tendono ad incendiarsi e possono essere recuperate; contribuiscono a limitare il riscaldamento globale se la loro energia proviene da fonti rinnovabili; hanno costi di manutenzione meccanica contenuti; recuperano energia con il sistema di ricarica in frenata e in discesa; il motore ha un’efficienza del 90% rispetto a quello tradizionale che non raggiunge il 30%; vengono costruite con materiali riciclati come: alluminio, plastica, vetro; hanno un’accelerazione superiore alle auto tradizionali. I contro sono: limitata autonomia di percorrenza che la relega, al momento, ad un uso urbano; scarsa se non assente diffusione sul territorio nazionale delle colonnine di ricarica; costo elevato delle batterie; scarse prestazioni di alcuni tipi di batteria a basse temperature; l’energia usata per caricare le batterie proviene quasi completamente da fonti fossili, pertanto, non rinnovabili e inquinanti; non sono completamente ad “emissioni zero” tranne nel momento dell’uso, perché la produzione di un’auto elettrica prevede dei costi ambientali dovuti alla trasformazione delle materie, al trasporto e al deterioramento delle batterie. Gli svantaggi relativi la diffusione dei veicoli elettrici sono legati allo sviluppo della stessa tecnologia; l’auto elettrica avrà sì un futuro, ma deve innanzitutto conquistare la mente della gente, vera “leva di marketing” cui le case automobilistiche fanno riferimento.


Auto e moto elettriche fai da te? con un kit di conversione è possibile A Treviso un gruppo di artigiani locali ha realizzato un kit che converte un’auto tradizionale in elettrica, mentre negli USA è già disponibile, da alcuni anni, un kit di conversione in elettrica per la Vespa Piaggio di G i o r g i o V e n t r i c e l l i pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Qual è la differenza tra un normale veicolo a quattro o due ruote e uno a trazione elettrica? Il motore. Sembrerebbe il classico uovo di Colombo, ma in realtà questa “differenza” può divenire il fulcro su cui costruire una vera politica dimobilità sostenibile, con un occhio di riguardo al recupero e al riutilizzo di auto e moto destinate alla demolizioneo all’oblio dimenticate in polverosi garage. A Treviso, un gruppo di artigiani locali ha ideato un kit di conversione che trasforma le normali vetture in veicoli a trazione elettrica. Un team di meccanici, elettricisti ed esperti in Una mitica FIAT 500 del 1970

elettronica aderenti a Confartigianato Veneto, ha avuto un’idea che potrebbe rivoluzionare il mondo

della mobilità sostenibile. Con un costo che si aggira intorno ai 1.ooo euro è possibile trasformare una vecchia FIAT 500, ad esempio, in una “nuova” FIAT 500 elettrica, con il fascino e la consapevolezza di guidare un veicolo storico ed è il caso di dirlo, al passo coi tempi (vedi il filmato). L’idea è innovativa quanto geniale, basti pensare che attualmente un’auto elettrica di nuova generazione ha un costo medio che oscilla tra i ventimila e quarantamila euro. Cifre spropositate che fanno del mezzo elettrico non una scelta ma una nicchia destinata ad una élite. Trasformare una vecchia utilitaria, magari destinata alla rottamazione, potrebbe pertanto diventare economicamente conveniente; si svilupperebbe un vero mercato dell’auto elettrica con benefici non solo ambientali, ma anche economici sia per l’utente sia per un futuro comparto di tecnici specializzati nella conversione. Più lavoro, dunque, maggiore risparmio per gli automobilisti non più costretti a subire lo strozzinaggio del costo dei carburanti e salvaguardia dell’ambiente. Grazie all’uso di sofisticati software è possibile

L’intramontabile Vespa Piaggio


progettare con precisione di particolari la conversione per ogni singola auto. Il kit è in grado di superare i test di sicurezza necessari e previsti nel caso in cui un veicolo sia oggetto di modifiche strutturali; al momento, il kit è in attesa di ottenere l’omologazione prevista dalle norme di legge. Non solo quattro ruote però ma anche due ruote elettriche. Negli Stati uniti, già da alcuni anni, è possibile convertire una vecchia Vespa Piaggio in una Vespa Elettrica grazie ad un kit di conversionemesso a punto dalla Sound Speed Scootersdi Seattle. La casa motociclistica di Pontedera non ha mai realizzato una versione elettrica del celebre scooter, ma la richiesta sempre più alta di una Vespa Elettrica ha spinto alcune aziende che hanno fiutato l’affare a produrre scooter elettrici simili nel design al blasonato motociclo. Il kit di conversione ha un costo che si aggira intorno ai 1.000 euro e prevede la sostituzione del motore tradizionale con uno elettrico da 3000W, la modifica del forcellone e la batteria agli ioni di litio che viene adattata alla forma del serbatoio della benzina, in modo da avere una distribuzione dei pesi intelligente. Con una spesa contenuta è possibile così dare nuova vita ad un veicolo.


Vuoi acquistare un’auto elettrica? Per te un bonus da 5000€! L’Italia crede “nell’elettrico” e lo fanno anche le sue istituzioni, come dimostrano gli incentivi di … di F r a n c e s c o V a l e n t e pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

L’Italia crede “nell’elettrico” e lo fanno anche le sue istituzioni, come dimostrano gliincentivi di 50 milioni di euro stanziati dal Governo per il 2013, che nei due anni successivi saranno lievemente ridotti a 45 milioni di euro. Incentivi che potranno essere utilizzati per acquistare auto elettriche godendo di unbonus pari al 20% del costo di acquisto e per un massimo di 5mila euro, per vetture con emissioni di CO2 inferiori a 50g per km; ilbonus si riduce ad un massimo di 4mila euro per emissioni comprese tra i 50 ed i 95 g/km e a 2mila euro per le auto con emissioni superiori ai 95 g/km e inferiori a 120 g/km. Auto a parte, sarà un po’ tutto il comparto dell’elettrico a godere di interessanti bonus, compresi i mezzi a due ruote, come gliscooter, per i quali sono previsti incentivi sull’acquisto, esonero dal pagamento delle tasse di proprietà e agevolazioni anche per l’RC. Per maggiori Auto elettriche in ricarica

informazioni riguardo incentivi ed esoneri per gli scooter è consigliabile consultare i vari portali

online specializzati nel confronto della migliore assicurazione per il proprio motociclo e avere così la possibilità di risparmiare ulteriormente già sugli sconti previsti. È l’anno giusto per puntare sull’elettrico? Decisamente sì, visto che già a partire dall’anno prossimo, come visto, diminuirà la cifra stanziata dal governo per gli incentivi e dal 2015 cambierà la modulazione deibonus secondo questo schema: l’incentivo massimo sarà di 3.500 euro per veicoli con immissioni inferiori a 50 g/km, 2.000 euro per quelli con immissioni comprese tra 50 e 95 g/km, e 1.800 euro per veicoli con immissioni comprese tra 95 e 120 g/km. Basteranno questi incentivi a lanciare definitivamente “l’elettrico” in Italia? Ovviamente no. Un altro passo fondamentale è la creazione di una “reale” rete di supporto logistico a questi mezzi, con centraline per la


ricarica delle batterie, tanto negli ambiti privati quanto in quelli pubblici; per capirsi, basti considerare l’esempio di una città come Roma, su cui ad oggi insistono solo 65 punti di ricarica rispetto ad una estensione di 1200 km quadrati; meno di una centralina ogni 20 km quadrati!


H2R, elettrico è bello Da H2R alle macchine raccoglitrici : l’orientamento è verso motori elettrici, decisamente ecocompatibili e rispettosi dell’ambiente di A d r i a n a F a r e n g a pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Come in una matrioskaEcomondo Key Energynasconde per la sua 17ma edizione un dono prezioso: ed è H2Roma, l’evento nazionale dedicato all’auto sostenibile, che dalla capitale, dopo 11 anni si sposta con una nuova veste e una nuova sigla a Rimini Fiera.Dal 6 al 9 novembre, infatti, il più qualificato e frequentato happening della Green Economy ospiterà un nuovo evento di respiro internazionale: H2R – Da quest’anno H2Roma (nella foto, la passata edizione) si sposta a Rimini Fiera, all’interno di Ecomondo-Key Energy

Mobility for Sustainability, il primo Salone della mobilità per la sostenibilità.

Non poteva trovarsi per questo battesimo una location migliore: Ecomondo, infatti, con gli eccellenti risultati della scorsa edizione (oltre 84.000 visitatori, 150 convegni, 1.000 relatori, circa 650 giornalisti accreditati e 1.200 aziende espositrici in più di 100.000 mq di esposizione) rappresenta una vetrina prestigiosa per un discorso – la mobilità sostenibile – destinato a diventare trainante nel gran mondo della green economy. Tutti in pista - Questa edizione di H2R si presenta ancor più spumeggiante degli anni passati. Non mancheranno le passerelle delle auto “più sostenibili che mai”, i meeting, le anteprime; appassionati ed esperti, ricercatori e manager discuteranno anche con i visitatori di motori e fonti rinnovabili, energia e mobilità davanti al cambiamento: un esclusivo connubio fra ricerca, industria e istituzioni per conoscere le tecnologie che verranno e le soluzioni più innovative per ridurre l’impatto ambientale della circolazione. Il Sindaco di Salerno e Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti Vincenzo De Luca inaugura la stazione di ricarica per auto elettriche di Piazza della Concordia a Salerno


Non solo Rimini Fiera -Che questo sia ormai un imperativo per gli anni a venire lo dimostrano piccoli ma significativi episodi. Anzitutto, sono in aumento (anche se non impetuoso) le città che si dotano di stazioni di ricarica per auto elettriche. L’ultima in ordine di tempo è Salerno, dove lo scorso 14 settembre è stata inaugurata in Piazza della Concordia una nuova colonnina per la ricarica per auto elettriche che consentirà la ricarica contemporanea di due autoveicoli, con una presa dedicata anche ai motocicli ed i quadricicli, come ad esempio la Twizy di Renault. In aggiunta, unbonus per gli automobilisti virtuosi, che avranno ricarica e sosta gratuite per le prime tre ore. Non solo, a queste buone pratiche se ne aggiungono altre, come, sempre a Salerno, abbonamenti a prezzi popolari per possessori di auto elettriche che potranno sostare in particolari aree ed accedere liberamente alle ZTL. Vedere per credere - Ad H2R dal 6 al 9 novembre gli ospiti potranno visionare l’esposizione statica dei mezzi messi a disposizione dalle case automobilistiche ed accreditarsi per i test drive volti ad approfondire la conoscenza dei più recenti veicoli a basse emissioni. L´esposizione e la messa su strada delle tecnologie automobilistiche con minor impatto ambientale e maggiore contenuto tecnologico permetterà anche a chi non appartiene al settore della mobilità di conoscere e toccare con mano i risultati e le potenzialità della ricerca automobilistica in tema di sostenibilità dello sviluppo. Macchine elettriche anche tra i campi - Peccato che mancherà una macchina tutta speciale: è stata presentata al MACFRUT 2013 ed è la prima raccoglitrice dedicata alle colture orticole per foglie da taglio a funzionamento elettrico e, pertanto, a zero emissioni. Slide Eco – questo il Slide Eco, la prima macchina raccoglitrice a zero emissioni presentata al MACFRUT 2013

suo nome – è nata per eliminare il livello di inquinamento prodotto dai

gas di scarico dei motori endotermici, sostituendo questi ultimi con motori elettrici, in un’ottica di potenziale aumento del valore aggiunto dei prodotti della terra coltivati con metodologie biologiche o ecocompatibili. Il motore elettrico della macchina sviluppa una potenza di 30 Kw ed è alimentato da una batteria che consente un’autonomia di 14 ore lavorative. La ricarica – dicono i dati tecnici – dura 3 ore ed è effettuabile con il cavo da 10A in dotazione, collegabile ad una normale presa domestica di 220 V. La durata media della batteria è di 1.500 ricariche, il che significa oltre quattro anni di lavoro continuativo.


BMW, alla conquista delle auto green Se anche BMW punta sull’ibrido, allora è proprio vero che stiamo entrando nell’era dei motori … di F r a n c e s c o V a l e n t e pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Se anche BMW punta sull’ibrido, allora è proprio vero che stiamo entrando nell’era dei motori elettrici. D’altronde tutte le grandi casi automobilistiche, chi prima chi dopo, stanno rincorrendo le utilitarie giapponesi in questa corsa verso la produzione di veicoli in cui le prestazioni motoristiche si coniughino con quelle ambientali, che significa:bassi consumi e basseemissioni. Ma non solo. Scegliere mezzi a basse emissioni, almeno in Italia, significa anche poter contare su assicurazioni auto a costo BMW-Efficient-Dynamics-concept.jpg

contenuto, soprattutto se tali assicurazioni vengono acquistate

online e godono, inoltre, dell’esenzione dal pagamento del bollo per i primi 5 anni. La i8 è un’auto ibrida in cui il motore TwinPower Turbo da 1500 cc di cilindrata, con una potenza di 231 Cv, a iniezione diretta, capace di sviluppare 320 Nm di coppia, è affiancato da un motore elettrico BMW eDrive che porta alla causa i suoi 131 cavalli addizionali e 250 Nm di coppia. La somma è presto fatta, cioè

un veicolo la cui potenza totale sfiora i 370 Cv e con una coppia complessiva di 370 CV in grado di muovere con una certa agilità un coupé da 1500 kg e 4.68 metri per 1.94 metri. Ecco quindi che la nuova BMW i8, presentata all’ultimo Salone di Francoforte, rappresenta una scelta di stile ma anche di risparmio, forse nuova alla tipica clientela BMW. Parliamo, infine, di ricariche e di autonomia. Le batterie della BMW i8 si ricaricano in un massimo di tre ore circa: se si viaggia in modalità ibrida l’autonoma è di quasi 600 chilometri, se invece ci si affida al solo motore elettrico l’autonomia si accorcia a 35 km circa. I consumi secondo BMW si attesterebbero, in

modalità ibrida, sui 2.5 litri ogni 100 km, con immissioni di CO2 dell’ordine dei 60 g/km.


Moto elettriche: due ruote per la sostenibilità ambientale Silenziose e a zero emissioni CO²: il mercato delle moto elettriche punta sulla mobilità sostenibile e strizza l’occhio a giovani e lavoratori di G i o r g i o V e n t r i c e l l i pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Agli italiani piace viaggiare sulle due ruote, se poi sono elettriche ancor meglio. Secondo i dati diffusi da Confindustria ANCMA(Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) a ottobre 2012 gli scooter elettrici immatricolati hanno superato le mille unità, con un trend in crescita costante da alcuni anni. Qual è l’identikit del guidatore di scooter elettrico? Lavoratore e giovane. Il successo della categoria si riscontra su un uso pratico del mezzo; le attuali batterie agli Lo scooter elettrico Penelope

ioni di litio, più efficienti rispetto a quelle al piombo usate un tempo, consentono in media

mille cicli di carica/scarica: al costo di un solo euro per singola ricarica l’autonomia è compresa tra 50-100 km, arrivando anche a 150 km in base al tipo di batteria usato. Pertanto, ogni singolo accumulatore consente di percorrere circa cinquantamila chilometri. I motocicli elettrici di ultima generazione sono dotati di batterie estraibili, collocate sotto la sella: una volta parcheggiato lo scooter è possibile estrarre le batterie e metterle in carica a una normale presa domestica da 220V. Non è necessario perciò avere un garage o una colonnina di ricarica nei paraggi, le batterie si possono caricare nuovamente in ufficio o a casa. Come per le auto elettriche, anche gli scooter hanno l’esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per cinque anni a decorrere dalla data di prima immatricolazione; le aziende assicuratrici offrono sconti sulle polizze fino al In evidenza le batterie estraibili ricaricabili


50%, possono circolare nelle ztl e durante le giornate di blocco del traffico hanno bassi costi di manutenzione, non emettono agenti inquinanti in atmosfera, sono silenziosi e si possono utilizzare anche in ambienti chiusi. Il costo di uno scooter elettrico, in alcuni casi e per alcuni modelli, è ancora sopra le righe rispetto ai normali motocicli a benzina, ma bisogna considerare due importanti aspetti: un mercato dell’usato che inizia a muovere i primi passi e l’investimento iniziale che è ammortizzato dai bassi costi di gestione (manutenzione, ricarica, bollo, assicurazione). Anche se la velocità media è limitata per legge a 45 km/h (equivalente 50cc) e 80 km/h (equivalente 125cc) non bisogna vedere questa “restrizione” come uno svantaggio, innanzitutto perché rispetta il codice della strada ed evita le sanzioni amministrative previste, ma soprattutto guidare in modo slow, lento, diminuisce il rischio di incidenti dovuti all’alta velocità e permette di gestire con intelligenza la ricarica delle batterie. Dal 2013 sono in vigore gli incentivi statali per l’acquisto dei veicoli a basse emissioni, tra cui ciclomotori e motocicli a due o tre ruote, pari al 20% del prezzo di acquisto del veicolo. L’Italia è il Paese degli scooter, basti pensare alla mitica Lambretta e all’intramontabile Vespa Piaggio che hanno segnato gli usi e costumi degli italiani. A differenza delle auto elettriche, le quali hanno ancora un costo esorbitante per le tasche degli automobilisti del Belpaese, le moto elettriche sono alla portata di tutte le tasche.


Trasporto ferroviario: in Puglia è sempre più cura del ferro Treni moderni, nuove stazioni ferroviarie, quattro aziende private al servizio del territorio: la Puglia punta sempre più sulla mobilità sostenibile che viaggia sui binari di G i o r g i o V e n t r i c e l l i pubblicato il 1 5 o t t o b r e 2 0 1 3

La rete ferroviaria pugliese in esercizio è di 1.522 km (dati ASSTRA) di cui 815,89 km sono di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana; i restanti 706 km appartengono rispettivamente a Ferrovie del Sud Est (473, 11 km),Ferrovie del Gargano (97,65 km), Ferrotramviaria (74,98 km) e Ferrovie Appulo Lucane (60,05 I treni Flirt delle Ferrovie del Gargano da poco collega Apricena a san Severo in soli sette minuti

km). In Puglia ci sono 258 comuni e in 149 è presente una stazione

ferroviaria; l’81,4% della popolazione regionale (quattro milioni di abitanti – ISTAT 2011) ha accesso diretto alla rete. Da qualche anno, la Regione Puglia ha iniziato una “cura del ferro” per promuovere l’uso del treno a discapito del trasporto privato, finanziando opere infrastrutturali per l’ammodernamento della rete, l’acquisto di vetture e la realizzazione di nuove tratte e stazioni ferroviarie. Ultima in ordine di tempo è quella di Apricena Città, delle Ferrovie del Gargano. Sono stati realizzati 11,7 km di binari che collegano Apricena a San Severo, dove i moderni e confortevoli treni Flirt potranno viaggiare a una velocità di 140 km/h impiegando solosette minuti per collegare le due città. L’entrata in servizio della nuova tratta è prevista per metà dicembre; tra Foggia e Apricena (via San Severo) viaggeranno invece tredici coppie di treni al giorno, che impiegheranno venticinque minuti per collegare la popolosa cittadina dell’Alto Tavoliere al capoluogo di provincia, rispetto agli attuali 55 minuti spesi da un bus di linea.


Per quanto riguarda, invece, la tratta verso il nord del Gargano, è in fase di realizzazione la variante perSannicandro Garganicodove, tra fine 2014 e inizio 2015, dovrebbero essere ultimati i lavori di costruzione di una galleria di 3.200 metri, che consentirà ai treni di abbandonare l’attuale tracciato che passa per la stazione di San Marco in Lamis, accorciando notevolmente i tempi di percorrenza. Al chilometro 8+900 tra Apricena e San Severo è stato

Da luglio 2013 è operativo il passante ferroviario che collega le città servite dalla ferrotramviaria all’aereoporto Karol Wojtyla di Bari-Palese

anche realizzato un piccolo scalo merci a servizio delle vicine cave di pietra. Ferrovie del Gargano vuole bissare il successo ottenuto con la tratta Lucera-Foggia attivata nel 2009 dopo decenni di oblio; l’iniziativa ha consentito di eliminarecompletamente il servizio bus rendendo più sicura l’arteria stradale, abbattendo le emissioni di polveri sottili in atmosfera, velocizzando il trasporto dei passeggeri e concentrando su Lucera il traffico bus dei paesi dei Monti Dauni. Un altro importante risultato è stato raggiunto a luglio di quest’anno con l’inaugurazione del passante ferroviario che collega le città servite da Ferrotramviaria all’aeroporto internazionale “Karol Wojtyla” di Bari-Palese. Dalla stazione di Bari Centrale il treno impiega quattordici minuti per raggiunge lo scalo aeroportuale, percorrendo un totale di 7,7 km di tragitto a doppio binario. La “cura del ferro” ha prodotto i suoi primi effetti: la Puglia diviene così una regione proiettata sempre più allamobilità sostenibile, dove il treno è protagonista e artefice del cambiamento in corso.


Bicicletta a pedalata assistita: due ruote al servizio della mobilità sostenibile Sempre più italiani comprano biciclette a pedalata assistita per muoversi in città, con benefici ambientali, economici e fisici, contrastando la crisi economica e l’inquinamento dovuto alle polveri sottili di G i o r g i o V e n t r i c e l l i pubblicato il 1 5 o t t o b r e 2 0 1 3

Agli italiani piace pedalare. Lebiciclette hanno scritto un pezzo importante nella storia del Belpaese; basti pensare come, prima ancora dell’avvento di scooter e automobili, le “due ruote” siano state il mezzo di locomozione più diffuso tra la gente. La usarono i Bersaglieridurante la Grande Guerra, epiche furono le sfide tra Coppie Bartali al Giro d’Italia, “Ladri di Biciclette” di Vittorio De Sica ha incarnato le condizioni di vita nel dopoguerra

furono immortalate in celebri film come“Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica, la usarono i nostri nonni per

raggiungere la città dalla campagna, è da sempre il regalo più ambito per ogni bambino. La bicicletta è nel DNA dell’italiano. La crisi economica, le strade cittadine sempre più congestionate dal traffico veicolare, l’inquinamento dapolveri sottili dannoso alla salute umana hanno spinto gli abitanti della penisola italica a pedalare sì, ma in modo ancora più sostenibile sia per l’ambiente sia per l’economia domestica. Come? Con lebiciclette a pedalata assistita. Le EPAC (Electric Pedal Assisted Cycle), dette anche pedelec, secondo la direttiva europea 2002/24/CE che disciplina l’argomento, sono biciclette “dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 kW la cui alimentazione è progressivamente ridotta e infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o Le biciclette a pedalata assistita montano un motore con una potenza nominale massima di 250 W

prima se il ciclista smette di pedalare”. Il


motore elettrico è posizionato su una delle due ruote o nella zona dei pedali ed ha una potenza nominale massima di 250 W. Come per le moto e le auto elettriche, le batterie sono agli ioni di litio e si possono ricaricare ad una normale presa domestica da 220V. L’autonomia dipende da diversi fattori: dal percorso intrapreso, se pianeggiante, collinare o montuoso, dal peso del ciclista e della bicicletta, dalla velocità sostenuta, dall’asfalto. È importante ricordare che le biciclette a pedalata assistita non prevedono come in altri veicoli la passività del guidatore, non si accelera su una manopola per dare movimento al mezzo, che si ottiene dall’azione congiunta tra la forza umana con il motore elettrico. In media, con una ricarica è possibile percorrere 50-80 km. Confindustria ANCMAstima che nel 2011 sono state acquistate in Italia cinquantamila biciclette elettriche. I motivi? Non pagano bollo e assicurazione perché il Codice della Strada le include nella stessa categoria delle normali biciclette, non hanno bisogno di benzina per alimentare il motore, sono facili da parcheggiare, occupano poco spazio e possono circolare ovunque. Quanto costano? Si parte da cinquecento euro circa per

Le pedelec non pagano bollo e assicurazione perché il Codice della Strada le include nella stessa categoria delle normali biciclette

arrivare a modelli anche di duemila euro, ricchi di accessori e realizzati con materiali all’avanguardia nel campo tecnologico. L’acquisto di una pedelec deve essere rapportato ai benefici economici, ambientali e fisici; pertanto, tenendo presente i vantaggi descritti, la bicicletta a pedalata assistita è un investimento che non tarda a far vedere i suoi frutti. Concludendo: Italiano, hai voluto la bicicletta (elettrica)? E ora pedala!


Arriva “Ecco”: il camper del futuro! Sarà a zero emissioni il camper del futuro. Sempre più viaggiatori scelgono una vacanza ecologica, … di F r a n c e s c o V a l e n t e pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Sarà a zero emissioni il camper del futuro. Sempre più viaggiatori scelgono una vacanza ecologica, nel pieno rispetto della natura e che consenta contemporaneamente di limitare le spese dello spostamento. Il camper elettrico rappresenta la soluzione ideale per una vacanza di questo tipo.

“Ecco”, il camper zero emissioni progettato dallaNau Design Team è completamente elettrico, ma non solo: Ecco è dotato persino di pannelli solari in copertura, che consentono di ricaricare il mezzo quando non vi sono fonti di energia nelle immediate vicinanze. Altrimenti il camper potrà essere ricaricato nelle “Ecco”, il camper zero emissioni, completamente elettrico, dotato persino di pannelli solari

stazioni standard a 240V. La scocca a forma di goccia di

questo camper interamente ecologicogarantisce, grazie alla sua particolare resistenza all’aria, un’ottima aerodinamicità del veicolo, realizzato in alluminio e vetro. Il tetto apribile a fisarmonica concede un maggiore spazio al posizionamento delle celle fotovoltaiche. Quando il camper non è in movimento, poi, la calotta può essere scoperta: all’interno dell’abitacolo ci si sente così un po’ più vicini alla natura. Ecco è provvisto inoltre di aperture di vetro semitrasparente, attraverso le quali i passeggeri possono ammirare il panorama circostante senza essere esposti a sguardi indiscreti. Ecco costituisce il camper ideale per tutti coloro che amano i viaggi “verdi” e vogliono spostarsi senza dimenticare la tutela dell’ambiente. Con il camper ecologico infine non si risparmia solo in inquinamento ma anche in denaro: sono molti infatti gli incentivi che permettono di risparmiare sulle spese dei veicoli elettrici, come per l’assicurazione verificabile in siti web in cui è possibile fare un confronto tra assicurazioni online, spese di acquisto, spese di manutenzione e ovviamente costi di consumo. Allo stato attuale Ecco, il camper elettrico ideato per trasportare cinque passeggeri, si trova ancora in fase di progettazione ma molti confidano in una sua prossima realizzazione.


Primo bando per i veicoli elettrici Si attendono le valutazioni ministeriali per le domande di partecipazione pervenute. Primo bando nazionale da 5 milioni di euro per la realizzazione di impianti cittadini per la ricarica di veicoli pubblici e privati alimentati a energia elettrica di S a n z i a M i l e s i pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Nuova energia, proprio il caso di dirlo, per il Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad elettricitàpromosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, anche mediante l’istituzione di un apposito fondo con 20 milioni di euro in dotazione per l’anno 2013 e 15 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015. Secondo quanto ravvisato dalla Legge n. 134 del 7 Palazzo Ateneo, postazione di ricarica per auto elettriche

agosto 2012, la crescita del Paese Italia passa anche da qui, dal

sostegno alla mobilità sostenibile grazie alla “realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica e la sperimentazione e la diffusione di flotte pubbliche e private di veicoli a basse emissioni complessive, con particolare riguardo al contesto urbano, nonché l’acquisto di veicoli a trazione elettrica o ibrida” Cosa prevede il Piano - Il Piano nazionale si prefigge così di definire le linee guida con cui garantire lo sviluppo unitario del servizio di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica sul territorio nazionale, tenendo oggettivamente in conto l’effettivo fabbisogno presente nelle diverse realtà territoriali, sulla base dei concorrenti profili della congestione di traffico veicolare

Finanziabili anche i provvedimenti delle regioni a favore delle moto elettriche

privato, della criticità dell’inquinamento atmosferico e dello sviluppo della rete stradale urbana ed extraurbana e di quella


autostradale.In particolare, prevede:l’istituzione di un servizio di ricarica dei veicoli, a partire dalle aree urbane, per trasporto privato e pubblico; l’introduzione di procedure di gestione del servizio di ricarica (quanto a costi, tariffe differenziate, tempi e modi, ottimizzazione…); l’introduzione di agevolazioni per l’ammodernamento degli impianti; la realizzazione di programmi Il punto di ricarica per auto elettriche a Bari, nei pressi del Teatro Petruzzelli

integrati di promozione dell’adeguamento tecnologico degli

edifici esistenti, nonché la promozione della ricerca tecnologica per tali reti infrastrutturali. Le regioni si attivano - È all’interno di questo contesto che veniva dato modo alle Regioni di presentare domanda, con scadenza al 16 settembre 2013, per il “Bando a favore delle regioni per il finanziamento di reti di ricarica dedicati ai veicoli elettrici”, pubblicato in luglio in Gazzetta Ufficiale, con cui il Ministero ha destinato 5 milioni di euro complessivi “per il finanziamento di interventi finalizzati alla risoluzione delle più rilevanti esigenze nelle aree urbane ad alta congestione di traffico attraverso lo sviluppo di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli elettrici”. Ad annunciare il proprio vivo interesse, alcune Regioni. Come ad esempio la Lombardia. Oppure le Marche, che nel progetto, mediante la stipula di un Protocollo, hanno coinvolto i capoluoghi di provincia, unitamente alle città costiere più significative, ovvero quelle realtà con una concentrazione di traffico particolarmente elevata. Ammesso a finanziamento per ogni progetto un importo non superiore a 238mila euro, su quattro filoni di interesse: mobilità sostenibile in ambito urbano/metropolitano; flotte pubbliche e private; impianti di distribuzione del carburante; mezzi a due ruote (motocicli). Ora si attendono gli esiti delle valutazioni ministeriali. Si procederà con decreto e quindi con la stipula di apposite convenzioni.


L’auto elettrica in Italia: normativa e colonnine di ricarica sono stati messi a disposizione 50milioni di euro per l’anno in corsoProcede a piccoli passi la diffusione … di F r a n c e s c o V a l e n t e pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

sono stati messi a disposizione 50milioni di euro per l’anno in corsoProcede a piccoli passi la diffusione dei veicoli elettriciin Italia. Se nel pubblico questi mezzi ecologici hanno trovato ampio spazio nelle scelte delle aziende di trasporto locali, non si può dire la stessa cosa per quello che riguarda le scelte di Per lo sviluppo delle auto elettriche il governo ha messo a disposizione 50milioni di euro per l’anno in corso e 45milioni per i prossimi due anni

acquisto degli automobilisti italiani, che preferiscono le auto ad

alimentazione elettrica in meno di un caso su 100. Troppo poco rispetto a una media europea ben più ampia. Un gap di cui è stato consapevole il legislatore che è intervenuto con una serie di misure all’interno del più ampio Piano di crescita per l’Italia; parliamo della legge n.134 del 7 agosto 2012, con un piano di incentivi per il triennio 2013-2015, in cui sono stati messi a disposizione50milioni di euro per l’anno in corso e 45milioni per i due successivi. Gli incentivi prevedono un bonus fino a 5mila euro per chi acquista un’auto elettrica nuova conemissioni di CO2 inferiori a 50 g/km, e altri bonus via via inferiori per quelle con immissioni maggiori e fino ad un massimo di 120 g/km. Sono misure che si aggiungono a quelle precedentemente approvate e che hanno portato per esempio all’esenzione dal pagamento del bollo per i primi 5 anni per le auto elettriche appena immatricolate e agli sconti sul Rc auto; un risparmio verificabile anche sul web. Un piano di interventi a 360° che però non ha ancora prodotto i frutti sperati visto che, come misurato dal Politecnico di Milano, nei tre mesi immediatamente successivi all’approvazione del pacchetto di incentivi, sono stati acquistati solo 228 auto elettriche rispetto ai 300mila veicoli alimentati a benzina, diesel o a gas. C’è chi sostiene che l’anello debole della catena sia rappresentato dalla rete di punti di ricarica per questi mezzi, ancora poco diffusa sul territorio nazionale, in cui a oggi se ne contano meno di 1000 unità, tra l’altro concentrate in gran parte nelle tre città di Roma, Firenze e Milano. Anche in questo campo si è cercato di intervenire a livello istituzionale, tramite la delibera ARG/elt 242/10 del 15 dicembre 2010 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, che ha promosso la presentazione di progetti pilota per la creazione di una rete capillare di centraline elettriche. La delibera prevedeva un finanziamento per ogni progetto approvato (ne sono stati approvati in tutto 5 per il triennio 2013-2015) di 768 euro annui per


ogni nuovo punto di ricarica aperto. Come è andata a finire? Al momento solo 2 dei 5 progetti approvati sono andati in fase esecutiva, con risultati decisamente deludenti, anche a causa dei forti ritardi da parte delle amministrazioni locali, nelle approvazioni per la localizzazione e costruzione dei punti di ricarica. Ma c’è chi promette un forte incremento dal 2014.


Mobilità insostenibile Secondo l’ing. Mauro Rossato, Presidente di Vega Engineering, società a tra le prime in Italia ad occuparsi della progettazione di impianti per la ricarica dei veicoli elettrici, è indispensabile ridisegnare le città inserendo le colonnine di ricarica che per ora rimangono invisibili di L u c i a S c h i n z a n o pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

A Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering, la società con sede a Mestre da anni impegnata nel discorso dellamobilità sostenibile, la situazione italiana non va proprio giù. Scarsa sensibilità delle amministrazioni locali, una politica di incentivi praticamente inesistente, informazione vaga, fanno dell’Italia la cenerentola delleauto elettriche. Ecco cosa ha In Italia nel 2013 la percentuale di vetture alimentate dalle batterie sul totale delle immatricolazioni è arrivata appena allo 0,04 per cento

detto ad Ambient&Ambienti. «Per il momento sembra solo

l’immagine idilliaca di una fiaba cittadina senza rumori e senza emissioni, proiettata alla salvaguardia del pianeta. Tant’è che nei primi cinque mesi del 2013 in Italia – secondo un’accurata indagine condotta dall’Energy & Strategy Group del Politecnico milanese - la percentuale di vetture alimentate dalle batterie sul totale delle immatricolazioni è arrivata appena allo 0,04 per cento. E, probabilmente, di tanti ‘zeri’ ci si accorge girando dentro e fuori le città. Pochissime le auto e scarsa anche la presenza dei punti di ricarica per questo tipo di veicoli. Complice la crisi e un inadeguato – e forse assente – itinerario informativo nel Paese sui benefici della mobilità sostenibile, l’Italia è molto lontana dagli indicatori delle vendite di auto elettriche rilevate nel resto d’Europa. Soprattutto quando si parla diNorvegia – la più virtuosa del Vecchio L’ing. Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering


Continente – dove le ‘immatricolazioni elettriche’ rappresentano il 3 per cento del totale. Un abisso di distanza tecnologica e di sensibilità ambientale che si giustifica in una strategia politica efficiente e semplice: puntare sugli incentivi che in Norvegia si traducono anche con l’esenzione dall’Iva e dal bollo. E ancora: la creazione di parcheggi solo per auto elettriche e l’apertura delle corsie riservate alle auto a zero emissioni. A Oslo, insomma, le colonnine per la ricariche sono ovunque: fuori dai ristoranti, nei parcheggi, vicino ai distributori tradizionali con attaccate auto in ricarica. Una capitale in cui il futuro è già presente e che sembra sia lontana anni luce dalla nostra Penisola dove tutto, invece, sembra rimanga immobile ed ancora fortemente legato ad una mobilità ormai ‘insostenibile’. A cominciare dal piano triennale degli incentivi per le vetture ecologiche: perché i fondi (1,5 milioni di euro per il 2013 anche senza contemporanea rottamazione di un vecchio veicolo) bastano per incentivare l’acquisto di 300 auto a batterie. Mentre la maggior parte degli incentivi, vale a dire 35,5 milioni di euro su un totale di 40, è diretta ai lavoratori autonomi e alle aziende che desiderano rottamare un veicolo di 10 anni, acquistandone uno nuovo. Ma pure in questo caso solo 3,5 milioni sono destinati all’acquisto dell’auto totalmente elettrica. Così a giugno 2013, tre mesi dopo l’entrata in vigore del provvedimento, erano immatricolate appena 228 elettriche rispetto alle 300.000, circa, vetture tradizionali vendute nello stesso periodo. Le stime sono sconfortanti, dunque, ed anche le previsioni dell’Energy & Strategy Group per il 2020 non sembrano andare in direzioni più virtuose con 350 mila auto a batterie, vale a dire una media di 50 mila mezzi all’anno. Una proiezione che depenna quella più ottimistica che assicurava un mercato elettrico di 3,8 milioni di vetture nel 2020. A stridere poi con le immagini di Per il 2020 in Italia dovrebbero esserci 100mila colonnine per la ricarica di auto elettriche; oggi ce ne sono solo 461

cittàtotally ‘o quasi’ green è anche lascarsa presenza delle colonnine

per la ricarica dei veicoli. Attualmente, stando al sito colonnineelettriche.it, ce ne sono 461 in tutta Italia ma per il 2020 ne occorrerebbero ben 100 mila. Tra le città più virtuose per adesso troviamo Firenze con 138 colonnine, seguita da Roma con 66 e Milano con 48. Mentre in quasi tutte le province non si superano le 5 colonnine su tutto il territorio, con molti centri importanti che dispongono soltanto di una infrastruttura pubblica a cui poter allacciarle la propria auto elettrica. Eppure è proprio questa la premessa fondamentale affinché la mobilità sostenibile possa concretizzarsi:assicurare agli utenti l’accesso all’energia elettrica ovunque e in qualsiasi momento. Questo il perno attorno al quale ruota e ruoterà il successo dell’auto elettrica e attorno al quale cambieranno anche i volti delle città. Solo così decollerà un mercato nuovo che consentirà di risollevare il


settore automobilistico e quello dell’impiantistica, creando nuovi posti di lavoro e migliorando i livelli di inquinamento delle nostre città . Il tutto all’insegna di uno sviluppo ecosostenibile che gli amministratori del nostro Paese continuano a trascurare ipotecando negativamente il futuro dei nostri figli.


Bari e mobilità sostenibile, tra litigi e progetti Dal bike sharing ai park & ride, il Comune tra tonfi e successi di F u l v i o D i G i u s e p p e pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Dialoga con le associazioni ma litiga con l’Amtab, l’azienda a cui è affidato il trasporto pubblico. È il paradosso del Comune di Barinella gestione della mobilità sostenibile in città: l’ultimo caso è lalettera, inviata dal sindaco Michele Emiliano e dal consigliere incaricato alla Mobilità Antonio Decaro, in merito alle “disfunzioni del servizio di bike-sharing cittadino”. Destinatario proprio il presidente dell’Amtab, Tobia Renato Binetti. Nella nota di Palazzo di città si evidenzia come il servizio di condivisione della bici “rappresenti un tassello fondamentale nel sistema della mobilità del centro cittadino, finalizzato a disincentivare l’uso dell’automobile privata in favore del trasporto pubblico e della mobilità ciclistica” ma che, “accolto con grande entusiasmo dai cittadini baresi, presenta oggi numerose disfunzioni e, a questo punto, è inutile evidenziare il disappunto di coloro che lo utilizzano e dell’Amministrazione stessa”. I baresi danneggiati - Una reazione stizzita figlia anche dei furti e atti di vandalismo – negli ultimi 5 anni sono 185 i mezzi rubati e 38 quelli distrutti senza possibilità di recupero o di manutenzione– che porta inevitabilmente a un parco bici sensibilmente ridotto e all’impossibilità per i cittadini di usufruire di un servizio pubblico e molto richiesto. Eppure, proprio negli ultimi giorni è stato potenziato il parco mezzi con l’introduzione ditrenta nuove bici, che potranno essere lasciate in una delle trentuno stazioni attualmente attive (stando a quanto riporta il sito dell’Amtab), con un totale di 325 postazioni. Evviva il bike sharing - Sessanta pedali in più che

Negli ultimi 5 anni sono 185 le biciclette rubate e 38 quelle distrutte senza possibilità di recupero o di manutenzione


possono rappresentare una buona base di partenza per il definitivo rilancio del bike sharing. E una buona base – e qui veniamo alle notizie positive – è sicuramente il rapporto instaurato con le associazioni locali. Un paio di settimane fa, infatti, è stato presentato il nuovo biciplan ‘progetto Cielo‘ , il piano della mobilità ciclistica di Bari. Il progetto è stato condiviso con associazioni del territorio e prevede una rete complessiva di 190 km di piste ciclabili, di cui 15,5 già realizzati e 31 progettati e parzialmente appaltati, che metteranno in connessione tutti i quartieri di Bari, compresa la zona industriale. Non è però l’unica novità sul fronte delle due ruote: il Comune di Bari ha deciso infatti di dare il via libera alla punzonatura antifurto delle biciclette. Tutti i ciclisti potranno marchiare la propria bicicletta come se avesse una vera e propria targa comunale, la marchiatura sarà Dopo l’impianto di ricarica per auto elettriche inaugurato a gennaio scorso nei pressi del Petruzzelli, sono attive altre 23 colonnine in punti strategici di Bari

gratuita e online ci sarà un’anagrafe ufficiale delle biciclette baresi . Auto elettriche ok - La mobilità

sostenibile, però, non passa solo dalle due ruote. Recentemente a Bari è stata inaugurata la prima rete pubblica del Mezzogiorno di colonnine per la ricarica elettrica delle automobili: dopo l’impianto inaugurato a gennaio scorso nei pressi del Petruzzelli, sono attive altre 23 colonnine in punti strategici della città: porto, aeroporto, stazione centrale, fiera, centri commerciali. Congestione in centro, no grazie? Come non pensare allora aipark & ride, i parcheggi di scambio che dallo scorso dicembre sono saliti a 4: a quello del Lungomare Vittorio Veneto (servito dalla navetta A), Pane e Pomodoro (Navetta B) e Largo 2 Giugno (Navetta C), si è aggiunto quello più ambizioso: il collegamento tra Policlinico a piazza Moro, che può ospitare fino a 2.500 auto, facilitando i collegamenti tra ospedale e centro cittadino ma soprattutto consentendo agli automobilisti che entrano in città dagli ingressi Picone, Poggiofranco e Asse Nord – Sud, di raggiungere il centro con una scelta ecologica.


Mobilità sostenibile: il caso di Andria Spettacoli, concerti e performance negli autobus di Andria per promuovere l’utilizzo di mezzi alternativi di spostamento di G r a z i a n a L a me s t a pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

E’ possibile limitare l’attenzione sulla mobilità sostenibile in una sola settimana? E’ possibile fermare il flusso dei veicoli non ecologici in un mese? E’ possibile contenere in pochi giorni lo smog prodotto in un anno? A tutte queste domande l’unica risposta plausibile è “passare ai fatti”. Ogni essere umano, nella propria quotidianità, può assumere comportamenti responsabili che possano trasformare ogni singolo secondo in un’azione sostenibile nei confronti di se stesso e dell’ambientecircostante. Un bell’esempio - Cittadinanza più sensibile e interessata a uno spostamento urbano alternativo: questo il risultato concreto della campagna di promozione nel Comune di Andria (BT), svoltasi in occasione dellaSettimana Europea della Mobilità Sostenibile promossa dalla Commissione Numerose le iniziative varate ad Andria per la Settimana Europea della Mobilità sostenibile

Europea, la cui edizione 2013 si è svolta dal 16 al 22 settembre – che negli anni è diventata un

appuntamento internazionale per sensibilizzare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani. Un esempio di quanto determinate forme di sensibilizzazione sono non soltanto efficienti, ma soprattutto efficaci. «In seguito alle iniziative di promozione rientranti nel programma della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile – dichiara Vincenzo Rutigliano, Capo


Ufficio Stampa del Comune di Andria – l’ASA s.c.r.l Autolinee Servizi Andriesi ha registrato un notevole incremento in termini di interesse da parte dei cittadini nei confronti del servizio pubblico urbano. Nei giorni scorsi – prosegue Rutigliano – la giunta ha anche approvato il servizio dibike sharing che verrà messo gratuitamente a disposizione di 200 studenti, incentivando così l’utilizzo della bici tra i più giovani». Gli spostamenti effettuati a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici, infatti, rappresentano modalità di trasporto sostenibile che, oltre a

Il Forum Città dei giovani ha curato una serie di eventi alternativi sugli autobus di Andria

ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione, possono giocare un ruolo importante per il benessere fisico e mentale di tutti. Green style made in Andria – Numerose sono gli Enti locali che hanno aderito all’iniziativa proponendo eventi in perfettogreen style. La città di Andria (BT), oltre a supportare l’iniziativa, ha offerto alla sua cittadinanza eventi multidisciplinari con lo scopo di elaborare anche creativamente una strategia a vantaggio della diminuzione del traffico stradale. Con il patrocinio degli Assessorati ai Trasporti e alla Mobilità, alle Politiche ambientali e alle Politiche giovanili, l’amministrazione andriese ha messo in campo una carrellata di eventi alternativi e singolari curati da Forum Città dei Giovani.Raggiungere i luoghi di una città in autobus può risultare noioso. Durante la European Mobility Week, invece, proprio gli autobus di linea sono diventati palcoscenico di concerti, performance teatrali, rappresentazioni per bambini e djset. Numerosi i progetti, quali PiediBus (nelle scuole), i dipendenti pubblici senza auto (uffici pubblici), Mostra del progetto di Anche un concerto negli autobus di Andria


riqualificazione del canale Ciappetta-Camaggio a cura dell’architetto Maurizio Diaferia e tanti altri che hanno mostrato il lato divertente della sostenibilità .


“Ecometrò”, in viaggio tra bellezze ambientali e culturali Le peculiarità del SAC (Sistema Ambientale e Culturale) di alcuni comuni del sud est barese di P i e r l u i g i D e S a n t i s pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Se è vero che la mobilità sostenibile è una tematica ormai presente in tutte le agende programmatiche delle amministrazioni comunali, nel sud est barese alcuni comuni hanno messo in rete e stanno realizzando un progetto davvero interessante, denominato “Ecometrò”, dove la mobilità sostenibile ha stretto una Sono dieci i percorsi previsti e percorribili anche con biciclette noleggiabili attraverso una card personalizzata con codice a barre e gestita da un software che contiene i dati del servizio richiesto

speciale alleanza con i beni ambientali e culturali. Da questo connubio nasce il SAC (Sistema

Ambientale e Culturale) “Mari tra le mura”, risultato primo nella graduatoria tra i 18 progetti pervenuti alla Regione Puglia. L’iniziativa, che partirà dall’estate prossima, è stata intrapresa da Mola di Bari, Polignano a mare, Rutigliano e Conversano, comune capofila, e darà la possibilità ai turisti di conoscere e visitare le bellezze ambientali e culturali a bordo di veicoli rigorosamente ecologici, come biciclette, risciò a pedali ed a traino, barca e snorkeling. «E’ un progetto – ha commentato Giuseppe Lovascio, sindaco di Conversano – che parte dalla tutela e valorizzazione del territorio. Crediamo molto in questo territorio e nelle sue potenzialità ancora inespresse». Conversano on the road - L’idea contenuta nel SAC è l’offerta di servizi che fossero perfettamente integrati nell’ambiente e dessero la possibilità a tutti di vivere il territorio. E per farlo, bisogna spostarsi in modo sostenibile. L’amministrazione comunale conversanese, del resto, aveva iniziato a lavorare in questa direzione dotandosi di una pista ciclabile in pieno centro. Nelle scuole elementari, inoltre, sono stati promossi progetti di mobilità sostenibile ed una campagna di sensibilizzazione che prevedeva l’erogazione di un contributo alle famiglie che acquistavano una bicicletta. «E’ nostra intenzione – continua Lovascio ampliare la pista ciclabile estendendola nelle periferie, continuare l’iniziativa di sensibilizzazione all’acquisto di una bicicletta e proseguire con iniziative di sensibilizzazione nelle scuole».


Un colore per ogni bici, un colore per ogni città – Il finanziamento europeo complessivo ammonta a 1,9milioni di euro. Per intraprendere un meraviglioso viaggio tra le bellezze di questo territorio, dunque, sarà sufficiente noleggiare, per esempio, una bicicletta attraverso una card personalizzata con codice a barre e gestita da un software che contiene i dati del servizio richiesto che sarà consegnata dagli operatori degli EcoinfoPoint. Il mezzo potrà

Il progetto “Mari tra le Mura” consta di due interventi: “Contemporaneamente” ed “Ecometrò”

essere prelevato da una stazione dell’Ecometrò ed essere depositata presso un’altra stazione entro le 24 ore. Saranno possibili servizi giornalieri ed abbonamenti settimanali e mensili. Le biciclette in dotazione a ciascun comune saranno contrassegnate, oltre che da un numero progressivo, anche da differenti colori (a Conversano sono rosse, a Mola di Bari gialle, a Polignano a Mare blu e Rutigliano verde). Tale contrassegno servirà alla raccolta delle biciclette depositate presso una stazione diversa da quella di prelievo che sarà effettuata attraverso il servizio navetta ad ogni corsa. La card abiliterà i visitatori anche all’utilizzo del servizio navetta che potrà essere intercettata presso gli EcoinfoPoint oppure i NetPoint dislocati lungo i percorsi delle linee con punto SOS. Il noleggio dei risciò a pedali sarà possibile solo per le tratte urbane delle singole linee dell’Ecometrò dove è stato effettuato il prelievo. In fase di completamento dell’iniziativa saranno predisposti i servizi di escursione a cavallo, risciò a traino, barca e snorkeling, per i quali sarà previsto un costo orario di escursione. Dopo aver scelto il mezzo con cui viaggiare, quindi, si potrà decidere il percorso tra diversi itinerari. Agli amanti dei beni storico-architettonici, per esempio, si suggerisce la linea arancione che include alcune mete già affermate ed altre poco conosciute, tra le quali Torre Normanna e Palazzo San Domenico a Rutigliano; Palazzo Roberti, Castello Angioino e Teatro Van Westerhout a Mola di Bari; Torre San Vito e Torre Incina a Polignano a Mare; Torre di Castiglione, Castello Aragonese e Teatro Seminario vescovile a Conversano. La linea viola, invece, propone un itinerario che interessa i luoghi storici della fede del territorio, come il Convento di Santa Maria dell’Isola, le chiesette rurali e la chiesa di Santa Caterina a Conversano; l’Abbazia di San Vito e la chiesa dell’Assunta a Polignano a Mare; la Chiesa Madre e la Chiesa di San Giovanni a Mola di Bari; la Chiesa dell’Annunziata e la Chiesa Madre a Rutigliano, oltre a singolari cappelle rurali sparse nel territorio di Conversano.


Se a qualcuno è venuta fame è meglio “imboccare” la linea gialla, ovvero l’itinerario dell’enogastronomia ed artigianato tra masserie didattiche ed agrituristiche, aziende artigiane e l’ecomuseo del Poggio. Ci si può immergere, a questo punto, tra le bellezze della natura e dell’ambiente del territorio attraverso la linea verde, quella che decisamente si avvicina di più al concetto di turismo sostenibile. Ebbene, spostandosi a piedi o in bicicletta, è possibile seguire i bianchi tratturi, antichi sentieri utilizzati in passato dalla popolazione contadina, oppure scoprire la Riserva naturale dei Laghi di Conversano e della Gravina di Monsignore, il Vallone Guidotti a Rutigliano, il sistema di grotte lungo la costa di Polignano a Mare e Mola di Bari, le diverse incisioni carsiche del territorio, le lame che i calcari murgiani. Un’esplorazione nel mondo dell’arte, in particolare tra le residenze artistiche, è possibile con la linea azzurra. Si può anche proseguire con la linea marrone dedicata ai musei ed alle aree archeologiche che incrocia diverse fasi della storia e tradizione locale conservate nel museo dell’Emigrazione di Rutigliano. Per entrare in contatto con l’arte contemporanea bisogna andare al Museo “Pino Pascali” di Polignano a Mare oppure alla Pinacoteca “P. Finoglio” di Conversano. L’artigianati tipico, invece trova la sua collocazione nel Museo civico della Terracotta “Divella” di Rutigliano. Se è vero poi che i beni culturali ed ambientali devono essere fruibili da parte di tutti, la linea bianca è il circuito dei luoghi, monumenti ed ambienti totalmente accessibili e con servizi per i disabili. Per coloro che volessero ancora godere del panorama possono fruire delle linee blu e rossa. Un servizio navetta denominato InterCityBus compirà un tragitto di 58 chilometri su strade provinciali.


Il Movimento 5 selle va a scuola di mobilità sostenibile Il progetto dell’istituto Galilei Costa di Lecce, tra strategie comunicative e promozione della bicicletta di F u l v i o D i G i u s e p p e pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Scrivendo “Movimento cinque selle” su Google, il motore di ricerca – ritenendolo un errore di digitazione – suggerisce di aggiungerci una “t”. Non immagina che dietro quel finto refuso ci sia una vera strategia comunicativa. Da fare invidia a quella di Beppe Grillo. Perché gli studenti I ragazzi del “Costa-Galilei” di Lecce presentano il logo del “Movimento 5 selle”

dellaGalilei Costa di Lecce con l’ex comico e ora leader politico

c’entrano poco e nulla, ma qualcosa – al Grillo comunicatore – hanno saputo rubare. E così come accade per i grillini che meno vanno in tv e più se ne parla, altrettanto hanno fatto gli allievi della 2a B dell’istituto: incuriosire, facendo sponda sulla popolarità del movimento 5 stelle. “Selle” batte “Stelle” 5 a 0 – Ottenuta la visibilità e l’attenzione mediatica necessaria, i ragazzi hanno potuto dare sfogo (e sfoggio) alle loro idee, che fanno rima con bicicletta e mobilità sostenibile. Il tutto, come Grillo, attraverso una piattaforma online ma con proposte capaci di scendere per strada. In questo caso, su due ruote. Perché dal novembre dello scorso anno i ragazzi stanno lavorando per promuovere e sensibilizzare sull’utilizzo della bicicletta, grazie ai percorsi extra-curriculari della scuola. Negli anni precedenti si erano occupati di altre tematiche come ad esempio la dieta mediterranea, ma stavolta hanno preferito trattare

“Mese tuttinsella” vuole accendere i riflettori nazionali a maggio e a settembre, sul tema della mobilità sostenibile e sull’incentivazione dell’uso della bicicletta in città

un tema di rilevanza locale. Lu sole, lu mare, lu ientu si dice del Salento. E sole e mare, oltre alla grandezza limitata della città e il suo essere pianeggiante, sono elementi che fanno di Lecce una delle città ideali per muoversi in bicicletta. Lecce a due ruote (ma non solo) – Proprio partendo da questa convinzione, gli studenti si sono orientati sulla promozione della ciclabilità. Iniziando in maniera fredda ma lasciandosi trasportare poi dalla popolarità acquisita in poco tempo. «In avvio gli studenti si sono interessati ma erano un po’ distaccati – ammette uno dei referenti, il professor Daniele Manni – ma poi, appena stampa e siti internet, comprese associazioni


nazionali come la Fiab e anche il sindaco Perrone hanno cominciato a parlare di noi, è scattato qualcosa: i ragazzi hanno capito che il loro impegno poteva avere degli effetti concreti». Il portale “5 selle” – Visibilità, ma anche molta concretezza. Perché il portale, in pochi mesi è diventato un riferimento per raccogliere le iniziative dedicate alla bici in tutta Italia. Una sorta di crono programma delle iniziative ribattezzata il “Mese Tuttinsella“, che – spiegano i ragazzi sul sito – vuole accendere i riflettori nazionali due volte l’anno, a maggio e a settembre, sul tema della mobilità sostenibile e sull’incentivazione dell’uso della bicicletta in città. L’obiettivo è quello di diffondere e promuovere una grande quantità di eventi, iniziative e progetti realizzati dalle associazioni e dai comuni in tutta l’Italia. Per ora non sono riusciti a realizzare iniziative loro, ma ora – assicurano – i ragazzi vogliono creare un evento Cinque selle entro il prossimo anno Quante selle merita la tua città? – Iniziative e manifestazioni e anche una sorta di classifica delle città in base alla qualità dei servizi offerti. Una valutazione in stelle, come succede per gli alberghi? Certo che no: in selle. Nasce così il “Quante selle merita la tua città?’, per offrire Il sogno nel cassetto del Movimento 5 selle: fare in modo che a Lecce le corsie preferenziali attualmente dedicate solo a bus e filobus siano messe a disposizione anche delle biciclette (foto Fiab onlus)

uno spaccato della situazione attuale dei comuni italiani, classificandoli da 1 a 5 selle in base

allo stato della mobilità sostenibile. Per ora Ferrara e Ravenna si sono aggiudicate quattro stelle. A nessuno il massimo dei voti, pardon, delle selle, perché “c’è sempre margine di miglioramento”. Alla Galilei Costa non si sono posti obiettivi, ma un auspicio (locale) ce l’hanno sin da subito. “Fare in modo che a Lecce le corsie preferenziali attualmente dedicate solo a bus e filobus siano messe a disposizione anche delle biciclette”. Un provvedimento a costo zero e che non comporta lavori strutturali. Per permettere a Lecce di acquisire qualche stella. E qualche sella…


“Transumanza postmoderna”: quando il passato è sinonimo di innovazione Il volto magico della mobilità sostenibile in un parco naturale pugliese di G r a z i a n a L a me s t a pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Quando si parla di mobilità sostenibile il pensiero corre lungo strade colme di autoveicoli e motocicli elettrici e di biciclette. E se a tutti questi mezzi che permettono all’uomo di spostarsi senza inquinare l’ambiente aggiungessimo l’asino o il cavallo, i più antichi strumenti che siano mai stati usati per la mobilità? Viviamo in un’epoca in cui al concetto di mobilità sostenibile è necessario unire quello di “transumanza postmoderna“, in modo da ridurre la crescente domanda di mobilità in luoghi che, per loro stessa natura, richiedono tutela e salvaguardia maggiori. Asinelli “slow” – Esistono realtà in Il carretto magico accompagna i bambini nel bosco in compagnia di personaggi della fantasia

Puglia che hanno avviato azioni di valorizzazione delle risorse

convenzionali e non, e scelto mezzi altri per dare supporto al turismo sostenibile. Un caso esemplare è Il Parco Naturale Selva Reale, azienda agrituristica caratterizzata da un bosco di vegetazione mediterranea, collocata nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia in agro Ruvo di Puglia (BA). All’ombra di roverelle, fragni, lecci e conifere, molti esemplari Grazie al suo fisico e alle caratteristiche, l’asino è adatto a mettere in contatto piacevolmente i più piccoli con la natura


caratteristici del territorio – come asini, pony, cinghiali – e altri non tipici ma che ben si adattano al clima della zona – quali daini, cervi, e tanti altri – hanno spazi ampi e sicuri dove poter mangiare, riprodursi e godere delle attenzioni dei visitatori. Divenuto punto di riferimento di bambini e famiglie – grazie alle innumerevoli attività culturali ideate per avvicinare i più piccoli al bosco -, da circa un anno il Parco Naturale Selva Reale ha avviato il progetto “Asinobus e il Bivacco Magico” che prevede per i bambini la possibilità di esplorare i sentieri del bosco a dorso dell’asino e in compagnia dei personaggi fantastici che da sempre abitano la fantasia e l’immaginazione dei più piccoli. Idea di fondo del progetto è permettere ai visitatori di vivere le meraviglie territoriali utilizzando lo splendido esemplare, che, grazie alla sua fisicità e alle sue caratteristiche caratteriali (taglia ridotta, pazienza, morbidezza al tatto, lentezza di movimento e tendenza ad andature monotone), è il più adatto per stabilire un legame più diretto con la natura. Riscoprire i percorsi naturali - Ad oggi sono ancora poche le realtà che considerano l’asino come mezzo anche per brevi trasporti che trasformano il cammino lungo i sentieri del bosco in un autentico viaggio multisensoriale. Molte sono, invece, le possibilità di sviluppo di progetti atti a sensibilizzare la cittadinanza all’uso consapevole dei mezzi inquinanti, preferendo quelli ecologici. Per i più romantici e nostalgici, il Parco Naturale Selva Reale mette a disposizione un vecchio carretto, restaurato da abili esperte artigiane, trainato da Il pulmino elettrico è uno dei mezzi sostenibili che attraversa il Parco Naturale Selva Reale (Ruvo di Puglia )

un cavallo di razza murgese caratteristico della zona. Gli amanti della tecnologia a basso impatto ambientale possono, invece, utilizzare un pulmino elettrico che

conduce i visitatori sia nei meandri più nascosti del bosco sia nei vari punti di ristoro presenti in loco. Dicono che alla fermata del pulmino ci siano tanti asinelli… noi li preferiamo!


Mobilità sostenibile a Milano: un progetto ambizioso Il Comune di Milano con il Piano Urbano Mobilità Sostenibile ha previsto una ampia serie di interventi diversificati che stanno già dando i loro frutti di N i c o l e t t a M o r a b i t o pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Una città grande come Milanopresenta un quadro “mobilità” molto complesso; i numeri riportati nel Piano UrbanoMobilità Sostenibile (PUMS) parlano chiaro, i problemi da risolvere sono tanti. L’area metropolitana che comprende la città e i paesi confinanti conta 3,3 milioni di abitanti e una parte di questi, 850.000 per la precisione, ogni giorno entrano in città con circa400.000 auto. A Milano ci sono 58 auto ogni 100 abitanti (29 a Berlino, 25 a Parigi). Gli interventi del Comune sono indirizzati su più BikeMi mette a disposizione dei milanesi 3.260 biciclette in affitto distribuite in 184 stazioni

fronti: migliorare il servizio dei mezzi pubblici, incrementare le piste

ciclabili e facilitare il traffico in bici, aumentare le zone pedonali e le zone a traffico lento (Zone 30), stimolare l’uso del car sharing, costruzione delle nuove infrastrutture al 100% accessibili, sviluppare la mobilità elettrica. Gli interventi già attuati finora hanno dato buoni frutti: il traffico è diminuito (30,7%), si sono ridotti gli incidenti stradali (-23,8%), è aumentata l’area di suolo pubblico liberato dalla sosta delle auto ( +10%), i mezzi pubblici sono più veloci e puntuali (+7,4% i bus, +4,3% i tram). BikeMI - Il successo più visibile a Milano è il servizio BikeMi che mette a disposizione dei cittadini ben3.260 biciclette in affitto distribuite in 184 stazioni; in programma altre 35 postazioni. Attualmente gli abbonati sono 21,822, i percorsi coprono 151 Km e ad oggi si contano mediamente più di 9.000 prelievi al giorno. GuidaMI - Il car sharing organizzato da ATM (Azienda Tramviaria Milanese) dà la libertà di avere a disposizione una vasta gamma di

Nel noleggio di un’auto GuidaMi sono inclusi carburante, assistenza stradale h24, assicurazione Kasko e PAI (Personal Accident Insurance), copertura furto e incendio, tagliandi, manutenzione e pulizia


veicoli, utilizzabili in qualsiasi momento anche solo per un’ora. Permette di pagare l’uso effettivo della vettura, senza i costi fissi di manutenzione, rifornimento, tasse e assicurazione legati a un’auto di proprietà. Nel noleggio di un’auto GuidaMi sono inclusi carburante, assistenza stradale h24, assicurazione Kasko e PAI (Personal Accident Insurance), copertura furto e incendio, tagliandi, manutenzione e pulizia. Dell’auto che si sceglie si paga solo il tempo in cui la si usa e i chilometri percorsi. Si può viaggiare in tutta Italia, in Svizzera e nei paesi UE. A Milano si può accedere alle corsie preferenziali e alle Zone a Traffico Limitato, l’Area C e il parcheggio sulle Car2Go propone l’affitto di 550 Smart al prezzo di 14,90 € all’ora

strisce blu Sosta Milano sono gratuiti ed è anche consentito il parcheggio

sulle strisce gialle per residenti. Le vetture sono a disposizione24 ore su 24, ogni giornodell’anno in parcheggi distribuiti capillarmente sul territorio della città di Milano e nelle zone limitrofe. Car2Go - Nello spirito del principio di libera concorrenza, il Comune di Milano ha aperto anche a servizi privati e da poco esiste il Car2Go, che propone l’affitto di auto marca Smart, per spostamenti veloci in città. Disponibili 450 auto in tutta Milano; agli abbonati viene consegnata una scheda elettronica per aprire le auto e pagare l’utilizzo effettivo che costa 0,29 € al minuto, cioè 14,90 € all’ora, sicuramente meno di un taxi. Non serve prenotazione, sul sito nella cartina di Milano sono segnalate le auto disponibili e la loro ubicazione; si va a recuperare quella più vicina, la si usa e poi la si lascia in qualsiasi spazio sosta della città, individuato dalle strisce blu o gialle.


Il minimetrò di Perugia: un’opera unica in Italia Non inquina. Seimila persone l’ora nei due sensi, carrozze dotate di ruote gommate che correno su delle travi di acciaio che non sono binari e trainati da una fune di acciaio ma non è una funivia. Ce ne parla la collega Cinzia Ficco, blogger barese trapiantata a Perugia di C i n z i a F i c c o pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Orgoglioso del suo gioiellino, che tante polemiche ha scatenato nella sua città e che, al contrario, vorrebbero copiare a Pisa, Gianni Drisaldi, nato a Perugia nel ’51, ingegnere esperto di impiantistica elettrica, ne è convinto: “L’impianto di minimetrò nel capoluogo umbro è davvero un’opera straordinaria. Sono ingegnere e la mia natura tecnica mi porta a vedere con particolare occhio un’opera che ha un contenuto tecnologico di natura meccanica, strutturale ed impiantistica di Gianni Drisaldi

livello eccellente. Ve ne spiegherò i motivi”.

Intanto cos’è un minimetrò? Un’infrastruttura destinata al trasporto delle persone, ideata al termine degli anni ’90, iniziata nel 2002 e completata nel gennaio 2008. È costata circa cento milioni di euro, è stata finanziata per il 60% dai ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente e per il restante 40%, per la quasi totalità, da soggetti privati: Leitner (impresa esecutrice delle opere impiantistiche, destinate alla movimentazione), Umbria Domani S.c.a r.l. (un raggruppamento di imprese locali che ha realizzato tutte le opere civili), SIPA S.p.A. e Umbria Mobilità (all’epoca A.P.M. e cioè l’azienda che gestisce i trasporti in Umbria). Cosa ha di particolare? È un’infrastruttura destinata altrasporto pubblico in una tratta lunga circa 3 km, attraverso mezzi (che possono arrivare ad un massimo di 25) in grado di contenere cinquanta persone ciascuno, dotati diruote gommate correnti su delle travi di acciaio e trainati da una fune di acciaio, cui gli stessi mezzi sono agganciati. Questo sistema rientra fra quelli definiti con la sigla APM (Automatic People Mover). Presenta alcune particolarità.


Tipo? I mezzi non sono dotati di motore. In questo si differenziano sia dalle metropolitane, in quanto trainati dalla fune di acciaio, sia dalle funivie, perché i mezzi corrono attraverso le ruote su delle travi di acciaio che fungono da veri e propri binari. Che impatto ha sull’ambiente? Il sistema ha un basso

Un tratto del percorso

inquinamento. Quindi è ecosostenibile, perché la trazione non è affidata a motori endotermici o elettrici presenti nei mezzi, ma ad un argano principale, alimentato elettricamente, che permette il movimento della fune, regolandone la velocità in base alle necessità. Un’altra particolarità?

Gestione e comando di tutta l’infrastruttura sono concentrati in un locale (Centro di controllo), che si trova nella stazione principale. Tutte le stazioni sonocompletamente automatiche, nel senso che i mezzi frenano, si fermano, aprono e chiudono le porte di accesso e ripartono in modo del tutto autonomo secondo cicli programmati. Tutto sotto la supervisione degli operatori che sono presenti nel locale di controllo. La stazione

Quanto è sicura la struttura? Per garantire la massima sicurezza agli utenti tutti gli spazi sono controllati attraverso un sistema di telecamere e videoregistratori, in grado di monitorare per 24 ore tutte le aree e gli spazi accessibili al pubblico. In altri termini l’utente è sempre osservato dalle telecamere, la cui immagine è riportata in un banco regia nel locale di controllo. Il tutto è integrato da un sistema di chiamata del tipo “parla-ascolta”, per cui l’utente può colloquiare con gli addetti, posti nel locale di controllo da ogni stazione e da ogni mezzo, tramite dei citofoni sistemati su postazioni ben segnalate. Ci sono anche sistemi di rilevazione di incendio,


protezione contro il furto e lo scasso, sempre collegate al servizio di controllo. È possibile rilevare incendi anche nella galleria naturale (lunga circa 1 km) con estrema precisione. Quante persone può trasportare? Tremila persone ogni ora per ciascuna delle due direzioni. La struttura collega la zona degli impianti sportivi (Pian di Massiano) con il centro storico della città attraverso un percorso, che si snoda per circa 2/3 chilometri in superficie e per il restante spazio sotto terra all’interno di una galleria. Fra la stazione di valle e quella di monte sono previste cinque fermate intermedie, che permettono l’ingresso e

Può trasportare sino a 3mila persone l’ora

l’uscita dei passeggeri attraverso dei varchi apribili attraverso la lettura di un biglietto magnetico. La lettura del biglietto, l’apertura e la chiusura dei varchi, la fermata e la ripartenza dei mezzi è tutta completamente automatizzata e la presenza dei varchi all’ingresso di ogni stazione regola il flusso del pubblico in modo che non si creino code nella banchina di accesso ai mezzi. È veloce? La velocità del trasporto è regolabile, da un minimo di 0,5 m/sec ad un massimo di 7 m/sec, in genere. Poiché questa ha diretta influenza sui consumi di energia elettrica, durante le ore di maggior afflusso di utenti la velocità viene tenuta al massimo, nelle fasi in cui l’affollamento è ridotto, si scende a valori intorno a 4 m/sec. La velocità minima di 0,5 m/sec è prevista solo in casi di emergenza. In assenza di alimentazione dalla rete elettrica ENEL il sistema prevede il ritorno in stazione dei mezzi a velocità ridotta per consentire il deflusso del pubblico. Si prevede di servire altre zone della città? Per il momento, no. Sottolineo che presso la stazione di valle (Pian di Massiano) è presente un ampio parcheggio che ha una capacità di circa tremilacinquecento auto oltre ad un elevato numero di autobus, che permettono di fruire meglio di questo servizio. Lungo il percorso c’è un collegamento diretto alle Ferrovie dello Stato e ci sono connessioni dirette con dei percorsi meccanizzati (scale mobili ed La vettura alla stazione Cortonese


ascensore inclinato), che collegano il centro storico con la stazione di monte (Pincetto) e la stazione intermedia della Cupa. Ci spieghi come si alimenta il minimerò Poiché è necessario avere l’energia elettrica lungo le sette stazioni presenti nel percorso, tutta la struttura è alimentata da una rete elettrica ad anello, che riceve l’energia elettrica dall’ENEL in un punto (Stazione di Fontivegge) e quella di emergenza dai gruppi elettrogeni in un altro (Pian di Massiano). Dalla rete interna

ad anello, l’energia elettrica a 20mila Volt (Media Tensione) viene distribuita a tutte le stazioni, ciascuna dotata di due trasformatori (sempre uno di riserva all’altro), che riducono la tensione ai valori necessari al funzionamento dei vari apparati. L’assorbimento massimo del sistema sfiora gli 800 KW alla velocità di trasporto più elevata. Il suo contributo di preciso qual è stato? Ho redatto due progetti, il primo relativo a tutta la rete elettrica, il secondo, destinato agli impianti elettrici e di controllo delle parti civili (illuminazione, Forza Motrice, allarmi incendio, antintrusione,

telecomunicazione ecc.), cioè di tutto ciò che è non direttamente connesso al movimento del sistema. È stato un lavoro complesso? Beh, sì. Non esistevano installazioni simili da studiare ed analizzare. È stato il primo sistema di trasporto di persone con queste caratteristiche. Quindi nessuna normativa tecnica. Non solo. La potenza elettrica necessaria per il funzionamento del sistema è molto elevata. Ho progettato una rete elettrica in Media Tensione (20mila Volt) e ho cercato di tenere separati i punti di immissione dell’energia elettrica e quelli di concentrazione degli utenti. Un lavoraccio. Dunque, un sistema unico in Italia. Sistemi dotati come questo di cinque stazioni intermedie tutte automatizzate, non ce ne sono. Forse ne stanno costruendo uno simile a Pisa. Tante, comunque, sono state le polemiche sulla realizzazione di questa opera, sollevate dall’inquinamento acustico. E poi ci sono gli alti costi di manutenzione. Le polemiche? Non spetta a me farle e recepirle, anche perché nel nostro Paese capita speso che si facciano per qualunque cosa. Soprattutto quando in mezzo c’è la politica Ne è valsa la pena? Ritorni per il Comune? Se l’Amministrazione comunale riuscirà a reperire dei fondi per finanziare la realizzazione di collegamenti del sistema con strutture tipo l’Ospedale, il numero dei passeggeri non potrà che accrescere sensibilmente.


Roma, spesa a zero emissioni con il progetto E- Commerce ZEV Il veicolo elettrico Renault Kangoo Z.E. protagonista del progetto sperimentale di commercio elettronico con consegne a zero emissioni nel quartiere di Roma Eur di r e d a z io n e pubblicato il 1 4 o t t o b r e 2 0 1 3

Renault partecipa, con il proprio veicolo commerciale ad alimentazione 100% elettrica a zero emissioniKangoo Z.E. a E-

commerce ZEV, il progetto sperimentale di logistica sostenibile sviluppato da Roma Capitale(Agenzia Roma Servizi per la Mobilità), che darà la possibilità ai dipendenti di alcune aziende del quartiere Eur di accedere ad una piattaforma di ecommerce per gli acquisti della Kangoo Z.E. Renault all’opera nel progetto sperimentale di logistica sostenibile Ecommerce ZEV, sviluppato da Roma Capitale

spesa alimentare. Grazie al Renault Kangoo Z.E., la spesa verrà successivamente consegnata presso

l’azienda stessa del cliente, nel pieno rispetto dell’ambiente, senza emissioni inquinanti. Il progetto, appena presentato, si propone di sperimentare per un periodo di tre mesi funzionali servizi di ecommerce abbinati a formule di mobilità sostenibile. Partner del progetto, oltre a Renault, la Ipercoop del centro commerciale Euroma2 con la piattaforma di e-commerce per la raccolta ordini, Enel con le colonnine di ricarica pubblica installate per l’occasione presso il centro commerciale, e il vettore Consorzio Consetra incaricato delle consegne. Le aziende coinvolte inizialmente da questo servizio sono Telecom Italia, BNL, Eur spa e Agenzia della Mobilità. Furgonetta 100% elettrica più venduta in Europa, insignita di diversi premi fra i quali International Van of the Year 2012, Kangoo Z.E. ha da poco superato il traguardo dei 10.000 veicoli immatricolati. Pensato per un trasporto delle merci in ambito urbano rispettoso dell’ambiente, Kangoo Z.E. è equipaggiato con una motorizzazione elettrica da 44 kW, ed ha un’autonomia media di 170 km in ciclo NEDC, corrispondenti a 80-125 km in utilizzo reale, in relazione allo stile di guida e alle condizioni meteorologiche.



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