QE-MAG@ZINE N° 6 -2020 by AMP Monaco

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QE-MAGAZINE WEB #06 Anno 5 - 20 febbraio 2020

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QE-MAGAZINE 20 febbraio 2020 L' editoriale by Maria BOLOGNA

Quando nel Principato di Monaco a far notizia, per un intera giornata e quella successiva, è una delle 1337 esemplari Ferrari F40 andata in fumo a poca distanza dal cantiere che ha rubato al mare 6 ettari per diventare il prossimo ecoquartiere firmato Renzo Piano, beh, dobbiamo ammettere di essere di fronte fenomeno mediatico. Per quanto la vicenda si sia svolta verso le 16h00 di un giorno qualunque della settimana - era il 18 febbraio -, scopro che, a di ferenza di altri posti, quel formarsi spontaneo di gruppuscoli di persone che, sgomitando, si tengono a debita distanza pur di seguire e commentare l'accaduto a Monaco non c'è. Nulla! Sarà forse perché tutto si è consumato in pochi minuti, penso: la vettura, fermandosi perché il conducente di accorge delle prime fiamme divampate dal retrotreno, in brevissimo tempo va arrosto ed evapora anche il milioncino di euro ossia il suo valore economico. Tutto in fumo, letteralmente. L' incidente milionario, insomma, ha poi scatenato una reazione surreale sui social se non inquietante. In verità la mediatizzazione immediata del fatto è dovuta, credo, alla stata la somma del luogo dove è avvenuto il l'incidente, il Principato di Monaco, e che cosa ha coinvolto, la Ferrari, considerati entrambi simboli di opulenza, ricchezza e di prestigio. La F40, quintessenza del lusso, incenerendosi ha lasciato sul selciato dell'unica strade costiera del Principato di Monaco - avenue Princesse Grace - lo scheletro nero di quella che fu una auto mito. Questo mix, tra lo stupore e l'idea che una Ferrari di gran valore sia finita così, ha alimentato decine di articoli di fondo nelle cronache di quotidiani, soprattutto italiani. Contemporaneamente è diventato virale nei trends #Monaco #FerrariF40 al fianco di foto rubate o prese in prestito, postate su decine di pagine e profili social. Immancabili poi, ovviamente, i commenti di ogni genere. Ho letto di esperti che dichiaravano con assoluta certezza che l'auto sarebbe stata restaurata in meno di un anno; chi notava, invece, come fortunatamente siano rimasti illesi sia il conducente che il passeggero; e chi, come Max Biaggi,documentando tutto con una storia sul suo profilo Instagram, si è recato a qualche metro dalla carcassa dell'auto perché l'incidente è avvenuto proprio sotto casa sua, a Monte Carlo. Nessuna immagine, invece, dell'intervento tempestivo dei pompieri monegaschi, gli eroi che in breve tempo hanno domato le fiamme lasciando litri di schiuma sotto cui giaceva la sagoma della vettura per buona parte carbonizzata. E volete sapere qual è la cosa più incredibile? Ebbene, il rogo si è consumato proprio a pochi passi delle vetrine dell'autosalone in cui svettavano decine di Ferrari...Per concludere, volendo ricorrere alle leggi di Murphy per trovare il lato comico di questo sfortunato incidente, devo convenire che Monaco è davvero speciale giacché qui, la legge di Legge di Fuller sul giornalismo, non vale a fatto, visto che recita "più lontano accade una catastrofe o un incidente, più alto deve essere il numero di morti e feriti perché faccia notizia". Fishow è la prima puntata di una serie di candid-camera realizzate a Monaco con lo scopo di educare, sorridendo, al rispetto dell'ambiente marino e dei suoi abitanti. Per accedere al video cliccare qui.

“Made in Italy” (www.madeinitalyradio.it) non è una stazione radiofonica e nemmeno una web radio: Diciamo che è un programma radiofonico in cui vengono presentati, con la formula del talk-show o infotainment, argomenti e tematiche raccontati da selezionati protagonisti delle eccellenze italiane del made in Italy. Ed è accessibile gratuitamente ma solo via web e sui profili social...

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QE#6 20 febbraio 2020 20 febbraio 2020

Sommario PAG. 4 Il Principe Alberto II conquista le profondità del Mediterraneo con Victor Vescovo // Una partita di hockey per difendere i ghiacci polari // Ramoge: riunione nel Principato di Monaco // AVIP: visita di Stato alla sede dell'associazione che sostiene le vi ime di tu e le violenze

PAG. 8: L'intervista: Ugo Morelli

PAG. 12. SALUTE & BENESSERE: PHAM NEWS PAG. 10 MO i TO L'ingrediente di questa pozione: Torino e i suoi ciak “GIRANDO PER TORINO”

PAG. 13 Coronavirus: l'appello della Croce Rossa di Monaco

PAG. 14 Eventi in calendario... Eventi in calendario...

Per non perdere nulla, ma proprio nulla degli appuntamenti ed eventi del Principato di Monaco cliccare qui QE-MAGAZINE, propone anche post giornalieri accessibili cliccando su www.qe-magazine.com, ma nasce come unico e primo settimanale digitale sfogliabile in italiano del Principato di Monaco cui, solo agli abbonati e gli inserzionisti, hanno diritto di ricevere la versione integrale in PDF. Attualmente distribuito presso l'Ambasciata d'Italia a Monaco e al CREM, QE-MAGAZINE si è dotato anche di un canale video - YOUTUBE MonteCarloBlog mentre i contenuti audio sono diffusi sulla pagina SoundCloud di AMP Monaco. Oltre ai profili aggiornati presenti sui diversi social media (Facebook, Instagram e Twitter) , tutti i numeri di QEMAGAZINE.COM, infine, sono sfogliabili sulla piattaforma gratuita issuu.com/ampmonaco. Per maggiori informazioni scrivere a: ampmonaco@ampmonaco.com. ..................................................................................................................................................................................................... 3


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Il Principe Alberto II conquista le profondità del Mediterraneo con l'esploratore Victor Vescovo

Chi pensa che la vita di un Principe sia tutto feste e rappresentanze istituzionali si sbaglia. Pensate che il nostro Sovrano, prima di andare a Hollywood per ritirare il suo prestigioso riconoscimento - come abbiamo scritto nel numero precedente di QE-MAGAZINE - si è lanciato una impresa unica, affiancando l'esploratore americano Victor Vescovo nel profondo del Mediterraneo, calandosi nella fossa

di Calypso, al largo delle coste greche, nel bel mezzo del Mediterraneo. L'iniziativa, organizzata il 9 febbraio scorso sotto l'egida della spedizione 'Explorations de Monaco' ha permesso inoltre al Sovrano di raggiungere l'equipe della spedizione Caladan Ocean condotta dall'esploratore Victor (Immagini: copyright FPA2) Vescovo. Quest'ultimo, impegnato lo scorso anno nella spedizione Five Deeps, è diventato il primo esploratore dai molti record, oltre ad essere il primo uomo al mondo ad essere riuscito ad immergersi nel punto più profondo di ognuno dei cinque oceani presenti sul nostro Pianeta. Del resto, in quanto a primati, anche il Principe Alberto II non è da meno perchè nessun capo di Stato, fino ad ora, si è mai spinto così lontano. Infatti, con Victor Vescovo, scendendo a bordo di un sommergibile battezzato Triton 36000/2 e attrezzato per l'occasione, ha raggiunto i 5177 metri sotto il livello del mare riemergendo in superficie dopo circa 5 ore. Unica pecca di questa spedizione, come riporta la nota fornita dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco, è l'aver

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constatato la presenza di numerosi rifiuti plastici che, purtroppo,confermano il cattivo stato di salute del nostro mar Mediterraneo.

(Immagini: copyright FPA2)

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Una partita di hockey per difendere i ghiacci polari

Nel corso dell'incontro avvenuto nel settembre 2018 al Vaticano, gli organizzatori del match di hockey sul ghiaccio 'The Last Game' hanno consegnato una maglia della squadra al Santo Papa, forse con la speranza che il gesto portasse fortuna all'iniziativa che, poi, è decollata l'anno successivo con

(Foto: Palais Princier / Gaetan Luci)

la prima edizione dei match ospitati nell'Artico. Quest'anno invece, calendarizzando una ventina di appuntamenti attesi in altrettanti Stati che hanno aderito all'iniziativa, "The Last Game" è approdato, con la sua campagna di sensibilizzazione, anche a Monaco. Infatti in collaborazione della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, il Comune di Monaco e la Federazione Monegasca di pattinaggio la partita benefica si è svolta il 12 febbraio scorso in presenza del Sovrano e dell'allenatore Slava Fetisov, con lo scopo di attirare l'attenzione sugli effetti devastanti del cambiamento climatico nelle regioni polari.

Ramoge: riunione nel Principato di Monaco Guardate che squadra! Questa è la foto di gruppo* che illustra i componenti della 52a Commissione dell'Accordo RAMOGE, la cui riunione si è tenuta martedì 11 febbraio presso il Ministero di Stato di Monaco. In questa occasione, le delegazioni

©Direction de la Communication/Stéphane Danna

francese, italiana e monegasca hanno esaminato lo stato di avanzamento delle attività dell'Accordo che si svolge sotto la Presidenza italiana per il biennio 2019-2020. Secondo il programma, nell'anno corrente RAMOGE realizzerà importanti progetti, tra cui la preparazione, per la prossima estate, di una nuova campagna di esplorazione delle zone ©Direction de la Communication / Manule Vitali profonde dell'area di competenza; e la realizzazione di uno studio sull'impatto ambientale indirizzato alle navi da crociera. Inoltre, l'Accordo lancerà, come tradizione, la nuova edizione del suo concorso fotografico "RAMOGE - L'uomo e il mare".

* di sinistra a destra: 1° linea: la dott.ssa Isabelle ROSABRUNETTO (Capa delegazione monegasca - Dipartimento Relazioni esterne e cooperazione), S.E. Laurent STEFANINI (Ambasciatore di Francia a Monaco), S.E. Cristiano GALLO (Ambasciatore d'Italia a Monaco), il dott. Giuseppe ITALIANO (Presidente della 52a Commissione RAMOGE - Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), il Commissario Generale Thierry DUCHESNE (Prefettura Marittima del Mediterraneo) ; 2° linea: il dott. Tidiani COUMA (Dipartimento Relazioni Esterne e Cooperazione), la dott.ssa Tiziana CHIERUZZI (Capa delegazione italiana - Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), il dott. Benoît RODRIGUES (Capo delegazione francese - Ministero francese della transizione ecologica e solidale), la dott.ssa Anne VISSIO (Segretaria esecutiva dell'Accordo RAMOGE), il dott. Eric TAMBUTTE (Centro scientifico di Monaco), il dott. André GROSSET (Prefettura marittima del Mediterraneo) ; 3° linea: il dott. Pierre BOUCHET (Direzione delle Affari Marittimi), Leonardo TUNESI (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), la dott.ssa Armelle ROUDAUT-LAFON (Direzione delle Affari Marittimi), il comandante Giuseppe BONELLI (Guardia Costiera), la dott.ssa Hortense PAIN (Prefettura Marittima del Mediterraneo), il comandante Nicola STASI (Guardia Costiera), il dott. Alexandre BORDERO (Direzione dell'Azione Sanitaria), il dott. Florent CHAMPION (Segretariato dell'Accordo RAMOGE), il Commissario Thierry CORRE (Prefettura Marittima del Mediterraneo). .................................................................................................................................................................................................... 20 febbraio 2020

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AVIP: visita di Stato alla sede dell'associazione che sostiene le vi ime di tu e le violenze

©Direction de la Communication / Michael Alesi

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Chissà in quanti, quest'anno, chiederanno consigli all'AVIP, associazione di diritto monegasco creata nel 2014 a seguito della promulgazione della legge n. 1.382 del 20 luglio 2011 relativa alla prevenzione e alla repressione di particolari violenze, come quella coniugale, psicologica, sessuale o di altro genere. per aiutare le le vittime della violenza coniugale, psicologica, sessuale o di altro genere. Intanto, a visitare i suoi locali si sono recati, questa settimana, il Ministro di Stato Serge Telle ed alcuni membri del governo di Monaco da cui provengono i fondi impegnati per sostenere economicamente le varie iniziative volte ad aiutare concretamente le vittime che subiscono ogni forma di violenza. Al front desk dell'AVIP sono impegnate due persone che, nel pieno rispetto della privacy, offrono conforto e consigli a chi ne ha bisogno. Fondamentale il loro aiuto, inoltre, per © Michela Terzi assistere chi è più fragile ma che necessita avviare le prime procedure amministrative e giudiziarie contro chi abusa di loro: informare dei propri diritti e mezzi per farsi ascoltare e fornire un supporto non solo psicologico ma anche pratico -assicurando la supervisione per la nella presentazione di denunce e udienze penali - rientrano tra i servizi offerti dall'AVIP. Nella sede, oltre a vari atelier creativi, operano diversi terapisti - medici, sofrologi, psicoterapeuta, psicologa - in grado di intervenire per ascoltare e confortare chi ne faccia richiesta. Secondo la nota, ci sono 64 vittime in cura, 33 delle quali classificati come sopravvissuti a violenze coniugali; e 37 persone sono seguite da professionisti della salute all'interno dell'associazione a cui si aggiungono 9 vittime che, già nel 2018, si sono rivolti all' AVIP. Per saperne di più cliccare su https://www.avip-monaco.org/fr/: uffici sono aperti 7 giorni a settimana, dalle 8 alle 20, ed il recapito telefonico è +377 93 25 00 07

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L'intervista

Ugo Morelli

a cura di Salvatore Dimaggio

Ugo Morelli, raffinato studioso di scienze cognitive, saggista e docente. Un percorso di ricerca unico il suo, condotto in tante università ed istituzioni tra le quali: Centro di Psicologia Adriano Olivetti Torino, Università degli Studi di Milano, Università di Parigi VII, Tavistok Institute on Human Relation, Londra, Università di Bologna. Ha ideato e diretto la Scuola per il governo del territorio e del paesaggio della Provincia Autonoma di Trento, dove attualmente è direttore del Master WNHM / World Natural Heritage Management. Il suo lavoro di ricerca sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente mi ha davvero sbalordito. INTERVISTA

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Debbo dire che il suo percorso è molto affascinante per me ed è davvero un piacere poterla intervistare. I suoi studi mi riportano alla mente, forse a torto, l'opera di uno scrittore che amo molto: James Ballard. Mi piacerebbe avere, dal suo punto di vista autorevole, una prospettiva su questo scrittore e, soprattutto, sul concetto a cui ruota tutta la sua opera: vale a dire l'inner space, uno spazio interno e, nel caso di Ballard, anche malato. "Lei coglie un aspetto molto importante. Alcuni anni fa, all'interno di Oriente Occidente l'appuntamento sulla danza che si tiene da 35-36 anni a Rovereto, ho curato per tre anni la manifestazione Mindscape/ Landscape. In quell’occasione ho avuto modo di incontrare e confrontarmi con l'opera di Ballard. In questo caso, come lei già sottolineava, siamo di fronte ad una prospettiva problematica della dimensione interiore. Per usare categorie psicanalitiche, diciamo che Ballard tratta di quelle componenti patologiche, che in effetti pure esistono. Noi abbiamo provato a lavorare sul mondo interno a partire da un approfondito lavoro sui sistemi emozionali di base, grazie ad un un punto di arrivo delle neuroscienze che ora le espongo brevemente. Innanzitutto chiariamo che intendiamo per affettività non la carineria. L'etimologia ci viene in soccorso: adfero vuol dire portare dentro, portare verso. In questa nostra conversazione lei sta portando dentro di sé gli elementi che provengono da me e lo stesso sto facendo io con gli elementi che provengono dalle sue domande. Noi non ci siamo mai visti, la nostra interazione si è limitata ad una foto, tra l'altro mediata dal display dello smartphone, eppure in questa conversazione pian piano il diaframma dello smartphone scompare ed interagiamo in modo più profondo, nonostante la mancanza della prossemica fisica. Noi siamo animali affettivi, tutti i mammiferi lo sono. Un fatto importantissimo che noi non dobbiamo mai dimenticare è che un mammifero è un animale che trascorre un certo numero di mesi, nel nostro caso nove, all'interno di un altro essere. Questo è un fatto fondamentale. Negli ultimi due anni con gli esperimenti condotti con la collaborazione dei ginecologi dell'università di Padova, in particolare il professor Castiello, abbiamo verificato con evidenza, l'interazione che si produce nel periodo prenatale, soprattutto dalla quattordicesima © Michela Terzi settimana di gestazione, tra il feto e la madre e tra il feto e l'ambiente con la mediazione della madre. Tant'è che un po' scherzosamente tra noi diciamo che la data di nascita non dovrebbe essere considerata quella della cosiddetta venuta alla luce, ma quella del concepimento. Questo perché è sempre più evidente, grazie alle attuali tecniche di indagine non invasive, che nell’evoluzione del cervello c’è una sintesi progressiva di una dimensione genetico-biologica e di una interattiva, relazionale, intersoggettiva. Questo porta noi ad essere esseri intersoggettivi perché è nell'intersoggettività che si definisce l'individuazione. Si tratta di quell’intersoggettività che ci fonda e ci fonderà per tutto il resto della nostra esistenza. Un regolatore di questi processi sono i sistemi emozionali che al livello di base sono preintenzionali, prevolontari e prelinguistici. Ciò significa che noi siamo governati per buona misura da quel che ci accade al livello di mondo interno. Solo una parte limitata delle nostre emozioni di base è consapevole. Un caro collega che ho incontrato all'Università di Haifa, il Professor Goldberg, mi porgeva un'immagine molto suggestiva. Immagini un portatore indiano magro, esile, leggerissimo sulla schiena di un grosso elefante. Ecco, noi siamo sia il portatore indiano che l'elefante. L'elefante è il nostro sistema emozionale, in larga misura inconsapevole e la parte palese, razionale, comportamentale è il portatore indiano. Quindi, il mondo interno ci guida. Già Freud aveva intuito come i lapsus sono una finestra su questa dimensione misteriosa. Dunque l’inner space o come vogliamo definirlo, è una dimensione fondamentale che ci precede. Fa di noi esseri che appartengono non solo alla madre che ci genera e in modo diverso anche al padre, ma anche all'ambiente in cui nasciamo e cresciamo. E’ errato cercare di distinguere la dimensione intrapsichica da quella intersoggettiva, seppur naturalmente noi poi ci definiamo individui e dunque è ovvio che siamo indivisibili. Anzi, forse ci vorrebbe un neologismo. Forse dovremmo definirci dividui, .....................................................................................................................................................................................................

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dunque togliere l’in privativo e rimarcare che più che essere diventiamo. Ecco, essere padroni di come diventiamo. Questa è stata un'illusione storica legittimata da quelle che un tempo ritenevamo verità scientifiche e che oggi contestiamo. È stata un'illusione che è appartenuta anche a me quando ero studente a Napoli e immaginavo l'uomo come un animale razionale con una mente trasparente a se stessa. Un essere sostanzialmente padrone del suo destino. Se dovessi usare un'immagine oggi e mi scuso se forse non è molto gradevole, immagino la mente più che altro come un groviera con con grossi buchi, in alcuni dei quali albergano muffe ignote al portatore. Dico questo, non per avere una visione pessimistica, ma realistica. Certo quando poi ci sono, per fortuna, componenti narratologiche o poetiche come nel caso di Ballard o di un autore a me molto caro come Samuel Beckett, è chiaro che si può giungere ad accenti che si possono definire pessimistici. Dunque sono d'accordo, l’inner space è uno spazio importantissimo. Anzi, pensiamo alla fenomenologia del potere ed alle vere e proprie patologie che lo affliggono: se non Illustrazione di Michela Terzi facciamo appello allo spazio interno, come possiamo spiegarle?" Ciò che lei mi dice è estremamente interessante e suggestivo. Uno dei suoi ultimi impegni riguarda la comunicazione e la ricezione delle tematiche ambientali, un tema davvero cruciale. In questo senso mi viene da chiedermi se per caso la nostra pigrizia e il nostro sbalorditivo disinteresse nei confronti delle preoccupanti questioni climatiche dei nostri tempi, non sia in qualche modo dipendente da ciò che abbiamo dentro. In particolare mi chiedo: non potrebbe essere che, in fondo, non ci dispiace più di tanto il disastro ambientale fuori di noi perché forse ci pare riecheggiare o giustificare un disastro nel nostro panorama interiore? "Inizio a risponderle con una formuletta un po' da Baci Perugina. Per quello che sinora mi è stato dato di capire noi siamo un po' angeli e un po' demoni. E a seconda dei sistemi relazionali ambientali nei quali ci capita di esistere, emerge di noi principalmente la dimensione demoniaca oppure quella angelica. Non penso che tutto possa essere così predeterminato. Forse non lo voglio pensare perché sono sì un realista, ma con un’attenzione all'utopia che ritengo che sia il luogo che non c'è ancora, piuttosto che il luogo che non c'è. Noi siamo quelli a cui l'esistente non basta mai e proprio perciò capaci di concepire l'inedito. In virtù di ciò Michelangelo Merisi da Caravaggio dipinge Emmaus ed Oppenheimer inventa la bomba atomica, però il processo che sta alla base di questo non è in nessun modo geneticamente predeterminato. Esiste un principio, che è il principio di responsabilità che è a nostra disposizione e che ha che fare con la dimensione educativa e politica e che può plasmare in una direzione o nell'altra ciò che siamo. Adottare un determinismo genetico, psicoanalitico, che ci porterebbe a dire: è il nostro mondo interno disastrato che proiettandosi sul mondo esterno genera il disastro che ci risuona e ci corrisponde all'interno di una circolarità, è un qualcosa che usando un approccio scientifico può essere facilmente falsificato. Perché noi siamo anche quelli capaci di grandi attenzioni e forme straordinarie di solidarietà, quelli capaci di progetti politici che hanno portato, per quanto sia ancora tutta da attuare, alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Quindi abbiamo questa sostanziale ambiguità, nel senso letterale della parola: siamo duplici. Essendo all'interno di un percorso di analisi che alle volte, le posso testimoniare, mi mette di fronte al baratro e all'angoscia, io credo si debba prestare una grande attenzione alla nostra capacità di comporre e ricomporre i repertori esistenti. Certo, noi possiamo dire che sinora abbiamo utilizzato prevalentemente la nostra competenza simbolica, la nostra competenza creativa e generativa per scopi distruttivi, in particolare rispetto all'ambiente. Probabilmente questo noi lo abbiamo fatto. È un'analisi che facciamo con i paleantropologi, in particolare penso alle cose che abbiamo fatto con il compianto Stephen Jay Gould. Probabilmente abbiamo fatto questo per darci una sorta di spinta dato che nei nostri duecentomila anni come sapiens siamo stati sostanzialmente delle prede. Siamo stati sempre fragili, esposti ad innumerevoli predatori. La spinta che la nostra specie si è data, specie dopo l'avvento della corteccia neocorticale di fare i conti con tutto questo è stata, per così dire, una spinta eccessiva. Io avevo un racconto in un mio libro delle scuole elementari che si chiamava "Troppa grazia Sant'Antonio". Un uomo basso di statura cercava di salire in groppa ad un asino, ma non ci riusciva. Allora si raccomandava al Santo, dopodiché spiccava un bel balzo. Purtroppo il balzo era eccessivo e l’uomo cascava dall'altra parte. Mi pare che a noi sia accaduto qualcosa di simile. A questo punto per noi si apre una domanda fondamentale: ce la faremo ad applicare la nostra competenza simbolica per scopi che siano appropriati, sostenibili, circolari e non distruttivi? Questa è una domanda molto importante e la risposta io non ce l'ho. Ma vorrei concludere con le parole che Italo Calvino mette in bocca a Marco Polo nelle ultime righe di quel fantastico libro che è Le città invisibili. Come sa tutto il libro si svolge in un lungo dialogo tra Marco Polo e Kublai Khan ed alla fine quest'ultimo chiede a Polo: “Mi hai descritto tante città, ma dell'inferno non mi hai detto niente” e Polo risponde "L'inferno dei viventi, caro Khan, non è qualcosa di là da venire, ma è già qui in mezzo a noi. A noi null'altro è dato da fare, che cercare di discernere ciò che è inferno da ciò che inferno non è e dargli spazio”. Ecco, lo stato d'animo con cui faccio quello che faccio è accompagnato da questo sentimento". ....................................................................................................................................................................................................

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MO i TO: cocktail metafisico da gustare senza moderazione

a cura di Silvia Giordanino

L’ingrediente di questa pozione: Torino e i suoi ciak “GIRANDO PER TORINO”

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Cari lettori, non finiremo di stupirvi con la vostra rubrica preferita! A questo “giro” di MO i TO ecco il tour di cineturismo “Girando per Torino”, un percorso composto da 20 postazioni multimediali dislocate nel centro cittadino che raccontano la storia del cinema realizzato a Torino ..................................................................................................................................................................................................... 20 febbraio 2020


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nel corso degli anni, dalla nascita della settima arte ad oggi. In questo anno di celebrazioni che vedono il cinema al centro della programmazione culturale della Città, il progetto ha l'obiettivo di offrire ai torinesi e ai turisti la possibilità di approfondire e rivivere venti pellicole che hanno contribuito a rendere Torino meta e location privilegiata di tantissime produzioni cinematografiche. Venti differenti postazioni nei luoghi più iconici della città, ciascuna dedicata ad una specifica pellicola: da Cabiria fino al più recente The King's Man, passando attraverso Profondo Rosso, Santa Maradona, La Meglio Gioventù, Dopo Mezzanotte, Il Divo. Nell'anno in cui il Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte compiono rispettivamente vent'anni, il tour permetterà ai visitatori di scoprire aneddoti e curiosità su ciascuno dei film individuati, evidenziando ancora una volta lo storico legame tra Torino e l'industria culturale e produttiva del cinema. Sull'onda del successo dello scorso anno lanciata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali continua anche l'uso dell'applicazione “l'App che fa CIAK”. 2020, 20 postazioni... Nella città più magica d'Italia forse qualche esperto di cabala avrebbe qualcosa da dire... Abbiamo consultato una cartomante e nei tarocchi il XX è il Giudizio, nel senso proprio di giudizio universale... Meglio non perdere questo “giro” di MO i TO!!! www.torinocittadelcinema2020.it #TOcinema2020

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SALUTE & BENESSERE

PHAM news... Nell'ambito degli incontri previsti nell'anno corrente, organizzati congiuntamente dall'Association Phlebologique Monegasque (PHAM Monaco) e la Monaco Sport Academy, nella prestigiosa sede dello Yacht Club di Monaco, è stato archiviato con soddisfazione il primo workshop del 12 febbraio. Ed ora è tempo di rivolgere le nostre energie alla prossima conferenza sul tema cuore, apparato cardiovascolare

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e Sport che avrà luogo, sempre nella sede dello Yacht club, il primo Aprile alle ore 18:30. La nostra associazione è particolarmente sensibile alla divulgazione scientifica, alla prevenzione e alla ricerca in ambito vascolare e, ancora una volta, siamo lieti di confrontarci con oratori di rilevanza scientifica. Inoltre il sottoscritto, in qualità di chirurgo vascolare e presidente di Pham, discuterà di alcuni temi clinici di attualità in uno scambio quanto più interattivo possibile con il pubblico ed i colleghi presenti. Nel corso della conferenza della scorsa settimana i tre temi trattati - soprattutto la dipendenza dell'uso dei social e gli aspetti nutrizionali, compresi gli errori alimentari nella vita degli sportivi e degli atleti - hanno generato un interessante e vivace dibattito che ha animato la seconda parte della serata. Anche del prossimo incontro vi daremo, ovviamente, un resoconto dettagliato. Per maggiori delucidazioni sul tema o richieste di approfondimenti: Dott. Gianvittorio Tommasi (Chirurgo vascolare Ospedale CHPG di Monaco), Presidente dell'associazione PHAM: www.pham-monaco.com

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Coronavirus: l'appello della Croce Rossa di Monaco

La Croce Rossa Internazionale e il Movimento della Mezzaluna Rossa (FICR) sono nuovamente uniti per far fronte, questa volta, all'epidemia del Coronavirus che imperversa in Cina e purtroppo è diffusa anche in altri 24 paesi. La Croce rossa monegasca, per il momento, ha già contribuito alla richiesta di 32 milioni di franchi svizzeri lanciata dalla FICR lo scorso martedì 11 febbraio, ma il lavoro da fare è ancora tanto. Infatti, in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della Sanità [OMS], le due entità si stanno preoccupando di preparare ad affrontare questa emergenza predisponendo un piano di assistenza indirizzato ad altri 192 paesi, che contempla attrezzature per la protezione del proprio personale e quanto necessario per informare le autorità sulle misure preventive da adottare. Il programma, adeguato secondo il grado di preparazione e lo stadio di avanzamento dell'epidemia in ciascun paese - gran parte del lavoro Croce Rossa si svolge in Cina- intende inoltre promuovere la salute e l'igiene o quantomeno rallentare la trasmissione nelle comunità già colpite, e lottare contro la stigmatizzazione di individui provenienti da aree colpite dall'epidemia. Molto preoccupata per questa epidemia, la Croce Rossa monegasca ha già donato € 70.000 € ovvero il 10% dei fondi versati all'FICR. Tra le raccomandazioni indicate a tutti i cittadini, consigliate alcune semplici precauzioni per evitare qualsiasi contaminazione: il lavaggio mani regolarmente, coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce ed evitare il contatto ravvicinato con persone con sintomi di malattia respiratoria. In caso di febbre, tosse e difficoltà respira, è consigliato chiamare il Pronto Soccorso o il medico curante ed evitare il contatto con altri se, facendo un bilancio degli ultimi viaggi, si pensa di essere esposti ad un eventuale rischio contagio. Se, come privato, si desidera partecipare alla raccolta fondi FICR è possibile fare una donazione specificando "Coronavirus" attraverso un assegno bancario o contanti, alla Croce Rossa di Monaco - 27 bd dalla Svizzera, Monaco; oppure tramite il sito www.croix-rouge.mc, selezionando "Coronavirus" nell'interfaccia di donazione online: ed infine tramite bonifico bancario (RIB disponibile sul sito web) ..................................................................................................................................................................................................... 10 O obre 2019

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Perris Monte Carlo is a luxury perfume house based in Monte-Carlo. Gian Luca Perris, the Art Director and Nose of the brand, will organise an olfactory experience to let the audience discover the secrets behind his creations and the premium raw materials sourced all around the world. Meeting- Workshop in English at 6:00 PM, CREM Clubhouse. Admission: free for members, 15€ for non-members. To apply click here

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Helga Piaget, Elisabeth Muhr,Anna-Maria Kaufmann

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