QE-MAG@ZINE N° 1 -2020 by AMP Monaco

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QE-MAGAZINE WEB #01 Anno 5 - 16 gennaio 2020

© Direction de la Communication – Charly Gallo



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QE-MAGAZINE 6 gennaio 2020 L' editoriale by Maria BOLOGNA

Cari amici, ben ritrovati dalla redazione di QE-MAGAZINE che, dal quel lontano 21 gennaio 2014, ha raccontato dal Principato di Monaco attualità, notizie e curiosità per ben...170 edizioni! Sapete, non è stata proprio una passeggiata, casomai per certi versi anche un calvario, condiviso con i vari collaboratori: alcuni li abbiamo congedati, altri sono con noi sporadicamente, come qualche firma del giornalismo italiano, e diversi professionisti ed autori ci sono rimasti fedeli. Tra questi uno in particolare ci è rimasto nel cuore, anche perché ci ha lasciato prematuramente: era il vulcanico ed eclettico Riccardo Pizzi animatore del PizziNO - ne ha scritti ben 79! -che ora commenterà da lassù, in compagnia di ben altri amici sicuramente più angelici di noi Tuttavia, proprio per non dissipare quel suo spirito ironico che utilizzava per raccontare non solo Monaco ma anche vicende della vita comune, il nostro amico e collega Maurizio Di Maggio, che ringraziamo fin da ora, ha deciso di proseguirne l'opera fornendoci prossimamente, nel formato podcast - per noi su SoundCloud di AMP Monaco 'opinioni e Pensieri in libertà, nel solco di quello che ha cominciato lui.' (Di Maggio dixit!). Le novità, però, non sono finite qui! Diamo il benvenuto anche ad una educatrice, pedagogista e illustratrice che ha collaborato con prestigiose aziende e riviste: si chiama Michela Terzi e, con le sue opere, ha scelto di iniziare ad illustrare i contributi del nostro Salvatore Dimaggio. Rimangono d'attualità le notizie fornite dal dott. Gianvittorio Tommasi, nella sua veste di Presidente dell' Association Phlebologique Monégasque (PHAM Monaco); e le preziose proposte dall'Italia scritte da Silvia Giordanino, con particolare riferimento alla rinnovata rubrica MOiTO che a breve sarà accessibile anche sul sito di QE. Ora passiamo alla rivista vera e proprio. Ci siamo accorti che l'attualità di Monaco, spesso, richiede immediatezza nella sua di fusione, mentre altre notizie possono tranquillamente essere condivise con il tempo. Per questa ragione, abbiamo ideato un formato più snello ed interattivo, che vorrebbe rappresentare davvero la quintessenza dell'informazione non solo dal Principato ma da ovunque ci siano personalità , eventi o situazioni che hanno attirato la nostra attenzione per qualità e novità. Il QE-MAGAZINE che vedete ora, è la prima stesura che il tempo, state certi, evolverà rapidamente. Nel frattempo rimanete sintonizzate sui nostri profili social, canali video, e non mancate a contattarci come avete fatto fino ad ora. Condividere non significa solo auto-promuoversi, bensì confrontarsi per apprendere nuove cose in maniera più diretta ed autentica. A presto allora, ci conto eh... OPINIONI E PENSIERI IN LIBERTÀ SALUTE & BENESSERE Fishow è la prima puntata di una serie di candid-camera realizzate a Monaco con lo scopo di educare, sorridendo, al rispetto dell'ambiente marino e dei suoi abitanti. Per accedere al video cliccare qui.

“Made in Italy” (www.madeinitalyradio.it) non è una stazione radiofonica e nemmeno una web radio: Diciamo che è un programma radiofonico in cui vengono presentati, con la formula del talk-show o infotainment, argomenti e tematiche raccontati da selezionati protagonisti delle eccellenze italiane del made in Italy. Ed è accessibile gratuitamente ma solo via web e sui profili social...

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Sommario PAG. 4 Auguri e bilanci: i protagonisti...

PAG. 6: Le parole che curano: Giuliano Ba iston

PAG. 8 MO i TO: L’ingrediente di questa

SPECIALE FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CIRCO DI MONTE CARLO Cliccare -> t.ly/pBAwE

pozione: le donne, tradizioni e cultura dal Giappone con...amore!

...e ancora, questa volta sul web

Per non perdere nulla, ma proprio nulla degli appuntamenti ed eventi del Principato di Monaco cliccare qui QE-MAGAZINE, propone anche post giornalieri accessibili cliccando su www.qe-magazine.com, ma nasce come unico e primo settimanale digitale sfogliabile in italiano del Principato di Monaco cui, solo agli abbonati e gli inserzionisti, hanno diritto di ricevere la versione integrale in PDF. Attualmente distribuito presso l'Ambasciata d'Italia a Monaco e al CREM, QE-MAGAZINE si è dotato anche di un canale video - YOUTUBE MonteCarloBlog mentre i contenuti audio sono diffusi sulla pagina SoundCloud di AMP Monaco. Oltre ai profili aggiornati presenti sui diversi social media (Facebook, Instagram e Twitter) , tutti i numeri di QEMAGAZINE.COM, infine, sono sfogliabili sulla piattaforma gratuita issuu.com/ampmonaco. Per maggiori informazioni scrivere a: ampmonaco@ampmonaco.com. ..................................................................................................................................................................................................... 3


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Auguri e bilanci: i protagonisti...

Foto © Conseil National

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Il tradizionale appuntamento per scambiarsi gli auguri per un buon inizio anno è particolarmente sentito nel Principato di Monaco, ma è soprattutto l'attesa occasione per ogni organizzatore di presentare il bilancio della attività svolte l'anno precedente ed anticipare, ove possibile, il programma delle iniziative previste nell'anno corrente. Così, che sia stato organizzato dal Grimaldi Forum, il Governo con i suoi funzionari, il Consiglio Nazionale, la Sicurezza pubblica o il Comune, di ogni incontro ne abbiamo parlato nei nostri articoli pubblicati sul sito www.qe-magazine.com. Per leggerli on line, in basso a destra di ogni foto troverete il link per accedervi direttamente. Per chi, invece non sta accedendo a QE-MAGAZINE per via digitale, l'appuntamento è direttamente sul sito, tutti i giorni, ogni giorno. Buona lettura!

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Foto © AMP Monaco ..................................................................................................................................................................................................... 16 gennaio 2020


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Foto © AMP Monaco

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Le parole che curano

Giuliano Ba iston

a cura di Salvatore Dimaggio

Per la madre dolente si prova una pietà straordinaria che trascende l’umano. Il fiume Sambre portò un indumento della madre suicida di Magritte a coprirle compassionevolmente il volto. Quando leggiamo che le “Madri di Srebrenica” sono disgustate dal Nobel a Handke, sentiamo l’urticante contatto con le complesse ed ambivalenti istanze della storiografia. Il rispetto che proviamo per l’autore e per il prestigioso premio, contrapposti Immagine © Michela Terzi alla pietà per le madri, ci conducono su un sentiero segnato dalle contorte orme dell’Oreste di Euripide che è empio per aver ucciso la madre, ma anche pio per aver vendicato il padre. Già, la storiografia.

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Negli anni ‘70 Eco notava che i cronisti hanno onore ed onere di essere “storici del presente o dell’istante”. Da qualche anno siamo tutti chiamati ad essere un po’ editor di quel giornale liquido che ci scorre continuamente attorno. Ma se il giornalista è promosso sul campo a storico ed il lettore a giornalista, ecco che scegliere quali notizie leggere e come leggerle, diviene un fondamentale atto interpretativo della realtà. Siamo giunti all’estrema prossimità di quella democratizzazione delle scienze tanto desiderata da Feyerabend, ma ci accorgiamo di essere clamorosamente a corto degli strumenti per poterla gestire. Ma se è assurdo pretendere che i cittadini divengano tutti storici, economisti ed epistemologi provetti è un po’ più praticabile cercare di diffondere un po’ di metodo nella fruizione delle notizie (sistematizzazione minima delle rappresentazioni del mondo). Un giornalista che non vuole e non può fermarsi alla superficie del suo lavoro, ma deve interrogarsi sulle questioni profonde che definiscono l’analisi e la narrazione dei fatti, ci offre più che una semplice notizia: ci offre il suo metodo ed il suo approccio. Ho proposto a Giuliano Battiston, una voce inquieta e profonda del nostro giornalismo, tre argomenti. Gli sono cari e dunque sono stati, mi pare, una palestra per il suo metodo. Afghanistan : l’Afghanistan rappresenta una grande passione, e anche l’asse tematico professionale attorno al quale ho potuto sviluppare due interessi particolari: quello per il viaggio e quello per la ricerca sul campo. Dopo aver molto viaggiato nei paesi confinanti, mi sono accorto che il magnete che mi attirava era proprio l’Afghanistan, un Paese che fino al 2008 ho conosciuto soltanto indirettamente, attraverso immagini cinematografiche, letterarie, e attraverso le cronache giornalistiche di altri, che però non mi soddisfacevano. Così nel 2008 ho attraversato il confine tra l’Iran e l’Afghanistan e ho fatto ingresso in un Paese allora del tutto sconosciuto, ma che avrei imparato presto a conoscere bene e ad amare. Continuo a tornarci con regolarità, circa 2-3 mesi ogni anno, e a dispetto delle condizioni di sicurezza sono riuscito a visitare almeno 27 delle 34 province afghane, viaggiando con ogni mezzo a disposizione, dagli autobus ai taxi collettivi, fino alla moto. In Afghanistan cerco testimonianze, voci, storie che vadano oltre la semplice cronaca del conflitto, a cui siamo perfino troppo abituati. Ritengo infatti che nel cosiddetto giornalismo di guerra ci sia un grave limite: ritenere che un Paese in conflitto si esaurisca nel conflitto, appunto, e che il conflitto sia soltanto quello visibile, militare. A me piace cercare di capire le matrici meno ovvie del conflitto. E tutto ciò che eccede la semplice violenza. Bauman : l’incontro con Bauman è stato importante. La prima volta che l’ho intervistato è stato molti anni fa, non ricordo più quanti, ai ..................................................................................................................................................................................................... 16 gennaio 2020


margini del Salone del Libro di Torino, quando collaboravo con l’inserto domenicale del giornale Liberazione, poi chiuso. Già in quella prima occasione Bauman si è mostrato molto generoso, concedendomi almeno un’ora di tempo. L’incontro piacque a entrambi: a me perché ovviamente riconoscevo un interlocutore dallo “sguardo lungo”, un intellettuale vecchia maniera, capace di sintetizzare fasi storiche e transizioni sociali attraverso metafore pertinenti e affascinanti, e a lui perché – credo – aveva apprezzato il lungo studio preliminare all’intervista, il tentativo di ancorare le domande ai nodi principali dei suoi libri, senza scorciatoie giornalistiche. Un metodo di lavoro che ho sempre adottato, e che ha poi condotto alla pubblicazione di alcuni libri di interviste. Abbiamo continuato a scriverci e a vederci. Come curatore del Salone dell’editoria sociale l’ho invitato più volte a Roma, e ci siamo sempre ritrovati a discutere piacevolmente. In seguito è nata l’idea di un libro di interviste, pubblicato poi per le Edizioni dell’asino con il titolo Zygmunt Bauman. Modernità e globalizzazione. Intervista di Giuliano Battiston. Il libro, tradotto anche in spagnolo e portoghese, affronta le questioni più importanti della riflessione di Bauman, almeno quelle della sua produzione per così dire ultima, successiva alla prima edizione di Modernità e Olocausto per intenderci. Credo che rimanga un volume scientificamente solido anche oggi, a dispetto degli anni passati dalla pubblicazione e della formula colloquiale scelta. Al di là dei libri e delle interviste, però, rimane la profonda gratitudine e il grande affetto per un uomo estremamente dolce e generoso. Salone: il Salone dell’editoria sociale, di cui ho curato il programma culturale per 9 delle 10 edizioni, l’ultima delle quali si è svolta nel 2018, è stato un bell’esperimento e un lavoro di gruppo riuscito. Nato da un’idea di Goffredo Fofi e Giulio Marcon, editori delle Edizioni dell’asino, promosso in collaborazione con Redattore sociale, Lunaria, l’associazione Gli asini e la Comunità di Capodarco, il Salone ha avuto un obiettivo preciso: offrire un forum di discussione, un’occasione di incontro a chi opera nel sociale, nelle organizzazioni di volontariato e nell’associazionismo più sano e virtuoso, insieme ad editori piccoli e medi che dedicano parte del catalogo a temi sociali rilevanti. Oltre, ovviamente, a un pubblico consapevole ed esigente. Ogni anno abbiamo scelto una cornice tematica e all’interno di quella cornice abbiamo invitato relatori e relatrici ad affrontare argomenti che ritenevamo urgenti, dalle migrazioni transnazionali alle mafie, dal rapporto tra storia e letteratura ai diritti negati, dall’affermazione dei populismi alle forme di governo autoritari, cercando di aggregare e di coinvolgere quanti hanno a cuore il bene comune e non il privilegio di pochi, senza mai dimenticare il lavoro di quegli artisti – contemporanei o passati – che hanno inteso il loro lavoro come un “corpo a corpo” con la società. Il Salone ha funzionato, in termini di pubblico e di riconoscimenti, perché è stato pensato e realizzato in modo onesto, perché abbiamo sempre evitato le passerelle tipiche delle Fiere più blasonate, cercando invece la discussione autentica, tra relatori e con il pubblico. Abbiamo deciso di chiudere questa bella esperienza alla decima edizione, nel 2018, per evitare di perdere la spinta e l’entusiasmo originari. Immagine © Michela Terzi

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MO i TO: cocktail metafisico da gustare senza moderazione

a cura di Silvia Giordanino

L’ingrediente di questa pozione: le donne, tradizioni e cultura dal Giappone con...amore!

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Fino al 1° marzo, a Torino, è in corso una mostra a dir poco epica, dal titolo"Guerriere dal Sol Levante. La figura della donna guerriera in Giappone"che, vi assicuro, vale davvero la pena visitare! Intanto è organizzata a cura dell’Associazione Yoshin Ryu in collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, dove è ospitata l'iniziativa. Questa volta però, i curatori OSCAR FRANCOIS DE JARJAYES Douga La Rosa di Versailles, Lady Oscar 1979 Matite su carta 32 x 26 cm hanno deciso di rendere omaggio ad una Giappone Tokio Movie Shinsha Collezione Anima Firenze particolare figura femminile, la donna-bugeisha Museo del Cinema d’Animazione che, addestrata come gli uomini ad affrontare battaglie cruente per difendere le loro dimore, erano note per la loro emancipazione e capacità di maneggiare le armi esattemente come qualunque attrezzo di lavoro domestico. Delle storie e delle loro gesta leggendarie, alla mostra torinese, ritroverete, cari amici lettori, diverse tracce e testimonianze che ripercorrono otto secoli di storia giapponese, illustrate anche attraverso drammi teatrali, dipinti e trame cinematografiche. Le gesta compiute da queste donne speciali non sono state comunque scalfite da alcun pregiudizio, cosa che ha permesso loro di esprimersi in tutti i campi. E la mostra torinese tenta appunto di sviluppare questa trama, partendo dal Giappone per trascendere epoche e frontiere, poiché molte eroine dell’odierna cultura popolare traggono origine proprio da quel passato. I manga, per esempio, ne sono una recente espressione e Lady Oscar la perfetta sintesi di questi concetti. Il visitatore è dunque invitato a questo viaggioimmersione in una cultura non così lontana dalla nostra, raccontata sia attraverso conferenze che, materialmente con il racconto di oggetti -armi originali, tra cui una corazza decorata di un’armatura di scuola Myochin - ma anche dipinti su rotolo verticale, stampe di celebri artisti di ukiyo-e, kimono, utensili e un elegante strumento musicale biwa settecentesco. A questi si aggiungono video, riproduzioni di oggetti in 3D e una vasta collezione di STAMPA XILOGRAFICA ŌBAN Utagawa Kuniyoshi: “Tamaori Hime, moglie di oggetti rari e preziosi legati al mondo dei manga, degli Atsumori in riva al mare con naginata. anime e del cinema, media contemporanei. Insomma una Capitolo 12 del Genji kumo ukiyoe awase” Giappone, Periodo Edo (1603-1868), 1845-46 vera scoperta oltre il tempo...e lo spazio! Collezione privata ..................................................................................................................................................................................................... 16 gennaio 2020


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