QE-MAG@ZINE N° 12 -2020 by AMP Monaco

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QE-MAGAZINE WEB #12 Anno 5 - 2 aprile 2020

Foto: credits Palais Princier /G.Luci



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QE-MAGAZINE 2 aprile 2020 L' editoriale by Maria BOLOGNA

Bisogna convenire che il Principato di Monaco, di fronte agli imprevisti, reagisce come un motore diesel. Le recenti vicende legare al Covid19 ne sono un esempio perfetto. Dunque, appena scoppiata l'epidemia che poi si è trasformata in pandemia, a Monaco si viveva come fosse un'isola lontana, isolata da tutto e tutti. Feste ed eventi "Made in Monaco" hanno tenuto banco al Grimaldi Forum, allo Yacht Club e pure al Museo oceanografico, a Monaco Ville. Nulla, nessuna precauzione, bar e ristoranti aperti esattamente come avveniva nella vicina Francia. Poi, come ben sappiamo, dopo le elezioni municipali, il Presidente Macron ha dichiarato il 17 marzo 'siamo in guerra' e tutto prende una certa accelerazione. Di ri lesso anche il Principato di Monaco si adegua alle normative francesi facendole sue, ma sempre con 'souplesse'. Tempo una settimana ed iniziano le misure draconiane, coprifuoco dalla 22h00 alle 5h00 e stop ai cantieri dei quali, dopo un bel tira e molla tra Consiglio Nazionale ed il Governo di Monaco, ne resistono tre. Per una settimana. Perché, a ripensarci bene, come osservato anche dal Presidente della FEDEM, la reale opportunità di fermare tutti i lavori pubblici non fa bene al Principato di Monaco. Anche il Governo del Principe Alberto si rende conto che i lavori per ripristinare le spiagge, ristoranti e negozi del Larvotto non possono aspettare, le scadenze sono alle porte. Così il Consigliere - Ministro dei Lavori Pubblici, dell'Ambiente e dell'Urbanistica di Monaco, Marie-Pierre Gramaglia, cambia rotta sottolineando, dopo attenta analisi "il sito del Larvotto riaprirà se la crisi sanitaria è risolta. Ma se vogliamo approfittare della zona balneare già questa estate dobbiamo considerare che, pur incompleta, bisogna prevedere l'installazione di piccoli snack e fimeri. L'obiettivo è giungere alla fine del progetto nel giugno 2021 perché questo sito è essenziale per lo sviluppo del Principato". Impiegando tra 40 e 60 operai, il cantiere riapre ma deve rappresentare l'eccellenza in termini di controlli sanitari e di sicurezza. A tal fine viene cooptato un auditor di sicurezza di Bureau Veritas, che sul posto ogni giorno deve controllare a finché tutto proceda nell'ordine stabilito. Tutto questo avviene mentre l'amministrazione monegasca contabilizza 55 persone positive al COVID19, di cui 1 deceduta, 2 guarite, 2 in rianimazione e 10 ricoverati nell'ospedale Principessa Grace di Monaco. 98, invece, sono i casi di pazienti COVID19 domiciliati presso le loro abitazioni e seguiti a distanza. Tuttavia, secondo i medici locali la media dei contagiati potrebbe arrivare al 60% al picco, cioé poco meno di 23 mila residenti monegaschi potrebbero contrarre il coronavirus, magari a loro insaputa. E qui, la macchina organizzativa del Principato di Monaco, come un diesel d'annata, entra ora in campo con misure di controllo decisamente draconiane. Parlano, in queste ultime ore, di 11.000 controlli, soprattutto alle frontiere. Ad essere fermati sono automobilisti, motociclisti, pedoni e persone a bordo di imbarcazioni. Ai conducenti di veicoli non monegaschi sono chieste le ragioni della loro presenza a Monaco: in mancanza, multe e espulsione immediata. La 'souplesse' iniziale si è trasformata, finalmente, in tolleranza 'quasi' zero. E posso dirvi una cosa? Ne sono davvero felice, perché questo è quello che mi aspettavo dall'inizio di questa pandemia. Ora speriamo che tutti facciano il proprio dovere, ossia stiano a casa, uscendo sono se strettamente necessario. Come ha ben detto qualcuno (i Jackal) ai nostri nonni si chiedeva di scendere in strada per andare a combattere: a noi di stare a casa sul divano. Ma ci rendiamo conto o no di come cambia il mondo? Fishow è la prima puntata di una serie di candid-camera realizzate a Monaco con lo scopo di educare, sorridendo, al rispetto dell'ambiente marino e dei suoi abitanti. Per accedere al video cliccare qui.

“Made in Italy” (www.madeinitalyradio.it) non è una stazione radiofonica e nemmeno una web radio: Diciamo che è un programma radiofonico in cui vengono presentati, con la formula del talk-show o infotainment, argomenti e tematiche raccontati da selezionati protagonisti delle eccellenze italiane del made in Italy. Ed è accessibile gratuitamente ma solo via web e sui profili social...

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Sommario PAG. 4 Covid19: il Principe Alberto II di

Monaco lascia il Palazzo per Monte Agel

IL PIZZIno

PAG. 7: #unhobbyoertu i PAG. 8: Le parole che curano: PROMESSE PROMESSE NON MANTENUTE // Essere Genitori NON MANTENUTE //

PAG. 10 PERSONAGGI STRAORDINARI Alessio Bertoli // MOiTO: Ingredienti di questa pozione: tulli, tulli, tulli, tulipani

PAG. 20 Associazione Dante Alighieri di Monaco: le ure virtuali per emozioni reali... SALUTE & BENESSERE

PAG.22 Croce Rossa di Monaco e Covid19: 430.000 euro devoluti al Burkina Faso

QUALCHE NOTIZIA SU...QE-MAGAZINE QE-MAGAZINE, propone anche post giornalieri accessibili cliccando su www.qe-magazine.com, ma nasce come unico e primo settimanale digitale sfogliabile in italiano del Principato di Monaco a cui, solo agli abbonati e gli inserzionisti, è offerta la versione integrale in PDF. Attualmente distribuito presso l'Ambasciata d'Italia a Monaco e al CREM, QE-MAGAZINE si è dotato anche di un canale video - YOUTUBE MonteCarloBlog, mentre i contenuti audio sono diffusi sulla pagina SoundCloud di AMP Monaco. Oltre ai profili aggiornati presenti sui diversi social media (Facebook, Instagram e Twitter) , tutti i numeri di QEMAGAZINE.COM sono sfogliabili sulla piattaforma gratuita issuu.com/ampmonaco. Per maggiori informazioni scrivere a: ampmonaco@ampmonaco.com. ..................................................................................................................................................................................................... 3


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Covid19: il Principe Alberto II di Monaco lascia il Palazzo per Monte Agel

Quella del Principe Alberto II di Monaco, come il suo omologo inglese il Principe Carlo (che il Sovrano monegasco aveva incontrato il 10 marzo scorso, n.d.r.), ha tutta l'aria di essere in assoluto la guarigione 'royal' più rapida dell'universo, giacché entrambe le teste coronate, a poche ore l'uno dall'altro, sono state diagnosticate positive alla virulenza del COVID19 ed ora già guariti. Per il figlio di Ranieri IIl e dell'attrice hollywodiana Grace Kelly, in quarantena dal 16 marzo scorso, i medici che lo hanno tecnicamente dimesso, ma non per questo può evitare il confinamento prescritto a tutti i residenti a Monaco, in Francia o altrove. Così, per lui, la cosa più sensata è stata quella di lasciare gli appartamenti del suo Palazzo, a Monaco Ville, il 31 dello scorso mese, e raggiungere la famiglia, probabilmente nella sua tenuta di campagna a Mont Agel. Ad annunciarlo una nota diffusa dal suo ufficio stampa che ha già fatto il giro del mondo, ma che noi vi riportiamo qui di seguito. ©Manuel Vitali - Direction de la Communication

"I medici che seguono S.A.S. il Principe

Alberto II dai tempi dell'insorgenza della sua infezione da Covid-19 gli permette ora di mettere a termine il suo periodo di quarantena. Il Principe Sovrano di Monaco è dichiarato guarito e in buona salute. Presto si ricongiungerà alla sua famiglia e continuerà ad osservare il periodo di contenimento, pur rimanendo strettamente legato ai membri del Suo Governo ed i vari stretti collaboratori. Sua Altezza Serenissima ricorda ancora una volta alla popolazione Monaco l'importanza di rispettare scrupolosamente le misure di contenimento e limitare il contatto con gli altri. Il rigoroso rispetto di queste regole contribuirà ad eliminare la di fusione del Coronavirus". (Immagini: copyright G.Luci/Palais Princier) 4

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#unhobbyoertu i

E' il momento degli hobby, in questi giorni di inattività forzata. Andrea, Alessandra, Morgana, Sabrina, Pietro, si sono inventati degli appuntamenti fissi per rimanere in contatto con amici attraverso foto che poi condividono anche sui propri social. C'è poi chi rispolvera gli armadi e chi gli archivi fotografici. Questo è davvero il momento migliore per mettere ordine nelle nostre case, non trovate? E c'è pure chi, cavalcando l'onda della creatività e della potenza del virtuale, ha messo on line un sito web che permette a dei perfetti sconosciuti, iscritti con la sola condizione di comprendere l'inglese, di parlarsi e scambiarsi idee e pensieri. La piattaforma si chiama 'Quarantine Chat' e consente di entrare casualmente in contatto con altre persone che vivono come noi la quarantena imposta per contenere la propagazione del Coronavirus. A parlarcene è il nostro Maurizio di Maggio che, in questo PIZZIno #4 podcast offerto a QE-MAGAZINE #12 approfitta, tra l'altro, per raccontare con la sua delicata ironia del perché rispolverare anche vecchi giochi sia un buon pretesto per trascorrere il tempo durante questo difficile periodo di confinamento forzato a causa della pandemia del COVID19. Inoltre Maurizio lancia anche un nuovo challenge con hashtag: #unhobbypertutti. Il principio è semplice: i nostri ascoltatori sono invitati ad inviarci, attraverso una descrizione in 240 caratteri (via Twitter) o un video di 60 secondi (via Instagram) la testimonianza di specialità o talenti che si desiderano condividere con noi di QE-MAGAZINEAspettiamo di vedere chi sarà il più originale tra chi ci inoltra il link scrivendo a: ampmonaco@qe-monaco.com. Ed ora eccovi il link per ascoltare il PIZZIno #4 di Maurizio. Buon ascolto a tutti! https://soundcloud.com/agence-monaco-presse-amp/ qe-magazine-il-pizzino-di-maurizio-di-maggiowav

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Le parole che curano

PROMESSE NON MANTENUTE

a cura di Salvatore Dimaggio

Confrontarsi con i propri maestri non è facile. E’ emozionante, ma rischia di far venire fuori alcuni nodi insoluti. In questa situazione probabilmente si è trovato il compianto Norberto Bobbio quando, negli anni ‘80, si adoperò per raccogliere alcuni saggi dell'amato giurista Hans Kelsen.

Immagine: copyright Michela Terzi

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In quel contesto Bobbio giunse alla conclusione che ci fosse un grosso problema nella democrazia a lui contemporanea, vale a dire quello delle promesse non mantenute. Ma quali erano, per Bobbio, queste promesse non mantenute dalla democrazia? Erano sostanzialmente: una carenza di sovranità degli individui, erosa continuamente da oligarchie, corpi intermedi e lobby; il fallimento della democratizzazione di strutture vitali quali burocrazia, università, forze armate, fabbriche; carenza di trasparenza ed in ultimo un fallimento doloroso nella crescita culturale del cittadino democratico. Mi pare che il populismo che sta flagellando l'occidente e che ha promosso al rango di uomini delle istituzioni, personaggi chiaramente e, quasi orgogliosamente, inadeguati ed incapaci, derivi in qualche modo dalle questioni che Bobbio poneva. Guardando al lucido monito di Bobbio alcuni decenni dopo, possiamo sommariamente notare come la promessa non mantenuta della mancata crescita culturale del cittadino è stata derubricata frettolosamente da tutte le agende, fino a diventare un non detto, poi un implicito, sino a sfumare quasi nell’assiomatico (fatale destino del non detto ). La scarsa cultura del cittadino - mai criticata o neppure tirata in ballo - è stata lasciata circolare indisturbata, come le spie britanniche travestite da monaci pandit che fingevano di pregare

camminando e invece usavano i rosari buddisti per contare passi e realizzare preziose mappe ad uso bellico. Diversamente, tutte le altre promesse non mantenute, evidenziate da Bobbio, hanno continuato ad essere inquadrate come tali nel dibattito pubblico. Tuttavia, amaramente constatiamo che, il più delle volte, lo stigma per queste questioni insolute ha trovato posto nel focus del dibattito collettivo, semplicemente perché ben si prestavano ad aizzare gli animi in narrazioni dai toni fastidiosamente populistici. Queste promesse non mantenute sono state riciclate come malta ottima per infantili dicotomie popolo incolto/buono contrapposto ad élites cattive. Proponendo semplicistiche © Michela Terzi risposte a tali promesse non mantenute e utilizzando come fertilizzante proprio quella mancata promozione culturale evidenziate nell’ultima, il populismo ha prosperato. Avendo come sua arma principale, sostanzialmente, una scarsa istruzione e capacità critica del proprio elettorato, il populismo tratteggia un'idea di popolo imprecisa, mutevole, caricaturale e cangiante, ma comunque sia, falsa. Innanzitutto, i contorni di questo popolo variano continuamente a seconda delle convenienze. Un caso emblematico è quello della Lega in Italia, che si propone come visceralmente connessa ad un popolo che, di volta in volta, di comizio in comizio, include o esclude gli abitanti del centro e sud del Paese, ostenta la Fede cattolica oppure si richiama a divinità pagane. Come acutamente notato da Benedict Anderson nel suo libro Imagined Communities del 1983, quella a cui si fa riferimento in questi casi è, appunto, una comunità immaginata, vale a dire una popolazione mitica che viene disegnata, delineata e caratterizzata unicamente sulla base degli interessi politici contingenti. Simmetricamente contrapposta alla saggia semplicità, bontà e virtù di questa comunità immaginata, è la cupa ed insinuante cattiveria del nemico . Il nemico può cambiare di volta in volta e ciò consente voltafaccia inverosimili. Un esempio recentissimo è stato fornito da Donald Trump che per settimane ha minimizzato il problema della pandemia tuttora in corso, dicendo che “fosse per i medici, tutto il mondo dovrebbe essere chiuso” e poi, non potendo più negarla, ha deciso di scaricare la colpa sul “nemico cinese”, ostinandosi a definire il Covid-19, "Wuhan virus" nonostante le proteste dell’OMS e della comunità internazionale. ..................................................................................................................................................................................................... 2 aprile 2020


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Essere Genitori

a cura di Michela Terzi

"Fare esperienze un po' rischiose, favorisce lo sviluppo fisico e mentale perchĂŠ sono occasioni di sfida delle proprie abilitĂ . Affrontare occasioni di piccoli rischi permette ai bimbi di crescere cavandosela anche in momenti difficili diventando poi adulti che possono affrontare il mondo da soli"

Immagine: copyright Michela Terzi

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PERSONAGGI STRAORDINARI Alessio Bertoli

di Silvia Giordanino

Alessio Bertoli, molteplici personalità in un corpo solo. Attore, regista, formatore teatrale, autore, scrittore, direttore artistico e organizzativo, art director e copywriter. Per chi non se ne intende, un artista a tutto tondo, profondamente innamorato della

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sua vita. Non sarebbe corretto descrivere Alessio come dedito al suo lavoro. Sarebbe come dividerlo dalla sua stessa vita. Bertoli non è servo di quello che fa. Lui stesso è quello che porta in scena, quello su cui scrive, quello di cui scrive. Asti lo accoglie sin da piccolo. L’impeto di viaggiare, però (il viaggio è sinonimo di conoscenza) lo porta a Pavia nel 1978 dove si appassiona alla Criminologia e alla Scienza del Comportamento diventandone un esperto. La sua natura irrequieta lo spinge a cimentarsi in diversi progetti e ad avventurarsi in percorsi spesso in contrasto tra loro. Frequenta per un anno il corso di Art Direction presso l’Istituto Europeo di Design a Milano, poi fa lo stagista, fonda due agenzie pubblicitarie e alla fine cede al richiamo primordiale, il teatro. Ritorna ad Asti nel 1992 dove inizia a collaborare per circa vent’anni, come freelance, con l’Associazione Arte & Tecnica diventandone “l’anima artistica”. Scrive, dirige, immagina, progetta, crea, fino a quando nel 2012 il Comune di Asti gli ha affidato la gestione della prima Casa del Teatro Asti 1 e la direzione artistica, per il Comune di Asti, del Teatro Scuola @N.E.T. Ma un animo creativo ha sempre l’impulso di rinnovarsi, di non fermarsi mai. Per questo Bertoli ha sentito la necessità di unire una serie di fidati, collaudati e seri professionisti in diversi ambiti e fondare con loro l'Associazione Culturale NIG - Nuove Idee Globali, di cui è il Presidente. Nel 2020/2021 sarà l'unico attore italiano a girare una serie televisiva evento che coinvolgerà sei nazioni europee e gli Stati Uniti, per una produzione che vedrà una contaminazione artistica sul set di attori di 7 nazionalità diverse. Produzione ancora " Top Secret". ..................................................................................................................................................................................................... 2 aprile 2020


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“Quante volte guarderemo sorgere la luna piena? Forse venti. Eppure tutto sembra senza limiti”, c’è scritto così nel romanzo di Paul Bowlws, “Il tè nel deserto”. Cosa succede se guardiamo il mondo attraverso una macchina da presa? Che succede se nostro padre ci ricorda “Billy Elliot”diretto da Stephen Daldry e nostro figlio non possiamo che vederlo accanto a Spiderman? Succede che non importa quante volte guarderemo sorgere la luna piena, non importa se ce ne sarà ancora una, o dieci. Se guardiamo quell’unica volta con gli occhi dell’arte, il suo ricordo sarà senza tempo.

Tutto quanto detto sopra è per dirvi che è stato un vero piacere intervistare il nostro Alessio Bertoli, l’eclettica personalità cinematografica di chi vede il mondo attraverso un ciak e che si svela con 10 domande ad altrettante risposte... Alcuni sostengono che la vita sia troppo breve per rileggere libri già letti e riguardare film già visti. Tu l’hai mai fatto? Sto rileggendo “Infinity Jest” di David Foster Wallace, che avevo letto alla fine del secolo scorso. La ritengo un’opera spettacolare. Qualche pagina al giorno per portarti dalla comicità a una profonda tristezza. Un bambino ti chiede di aiutarlo. Vuole avvicinarsi alla lettura ma non sa proprio da dove cominciare. Meglio iniziare dalla fine o dall’inizio? Ci sono molti autori che scrivono per i ragazzi. Credo sia sempre importante partire però “dalla storia”, dai classici della letteratura per ragazzi. Quelli che hanno sempre letto le generazioni passate. Per Esempio: Le Avventure di Pinocchio, Le tigri di Mompracem ( Salgari),Viaggio al centro della terra ( comunque tutta la letteratura di J. Verne), L’isola del tesoro,Il Giornalino di Gian .................................................................................................................................................................................................... 2 aprile 2020

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Burrasca di Vamba, il Barone Rampante di Italo Calvino, I quattro libri delle piccole donne, i tre moschettieri, Robinson Crusoe, I viaggi di Gulliver,le favole di Esopo e in genere tutta la produzione favolistica, il giro del mondo in 80 giorni,Peter Pan, Il libro Cuore... insomma, ci siamo capiti! Esiste un’opera altrui che forse senti più tua dell’autore stesso? Sul comodino tengo sempre “William Shakespeare. The complete works.” Tudor Edition First Published 1951”, che mi venne regalata il 9 febbraio del 1978, per i miei 18 anni, dal Mio Padrino del Battesimo Carlo Duca con un biglietto che conservo, con cui mi augurava una vita ricca di soddisfazioni. Da allora mi ha sempre accompagnato. Hai, invece, un libro guida per le tue lezioni di teatro? Una sorta di Bibbia? Non c’è un libro in particolare sul quale lavoro per utilizzare i contenuti per le lezioni di teatro. Potrei dirti “Navi in Bottiglia” di Romagnoli, “Delitti esemplari” di Max Aub (un piccolo gioiello), qualcosa di Benni. Tendo a spaziare molto. Se invece devo scrivere un testo originale per il teatro allora, logicamente, mi informo a seconda della tematica da rappresentare drammaturgicamente. Un libro da cui hai estratto una massima di vita? Una massima che hai fatto tua\che senti tua? (o che nessuno sarebbe stato in grado di esprimere in maniera migliore) “Il tè nel deserto” è un libro che ho conosciuto verso la fine degli anni ottanta. Un romanzo di Paul Bowlws portato alla notorietà dall’adattamento di Bertolucci per il cinema, mi sembra nel 1990. Nell'ultima scena del film, l'autore Paul Bowles, nella penombra della

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sala da tè di un albergo coloniale, pronuncia la celebre frase, tratta dal romanzo: "Non sappiamo quando moriremo e quindi pensiamo alla vita come a un pozzo inesauribile. Eppure tutto accade solo un certo numero di volte. Quante volte ricorderemo un certo pomeriggio della nostra infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte di noi che non potremmo nemmeno concepire la nostra vita senza? Forse quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante volte guarderemo sorgere la luna piena? Forse venti. Eppure tutto sembra senza limiti". Riflessione di grande potenza. Oltre le tematiche legate a culture diverse e al concetto che “non siamo turisti ma Viaggiatori” Ti chiedessero di spiegare l’amore cinematograficamente. Che spezzone citeresti? Sarebbe scontato il monologo di Sir Anthony Hopkins nel film “Vi presento Joe Black”. Trovo interessante il film di Paolo Sorrentino “Le conseguenze dell’Amore” e, ancora meglio, il capolavoro di François Truffaut, “L’uomo che amava le donne”. Come ti vedono i tuoi figli? Come pensi che ti vedano? I figli? Mio figlio ha ormai 27 anni. I figli sono un po’ come delle barche che bisogna lasciare andare e, da padre, penso che i nostri figli debbano avere la certezza che, il padre, sarà sempre due miglia avanti ad accendere la luce del faro, qualora ce ne fosse bisogno. In merito trovo molto bello il sogno dello sceriffo nel film “Non è un paese per vecchi” dei fratelli Coen: “Ho fatto due sogni. E in tutt'e due c'era mio padre – che strano. Ho vent'anni di più di quanti ne aveva lui quando è morto, quindi, in un certo senso, è lui il più giovane. Comunque sia, il primo non me lo ricordo tanto bene, ma lo incontravo da qualche parte in città, mi regalava dei soldi ed io li perdevo. Il secondo era come se fossimo tornati tutt'e due indietro nel tempo, io ero a cavallo e attraversavo le montagne di notte, attraversavo un passo in mezzo alle montagne; faceva freddo e a terra c'era la neve, e lui mi superava col suo cavallo e andava avanti, continuava a cavalcare senza dire una parola; lui era avvolto in una coperta e teneva la testa bassa; mi ha sorpassato e io mi sono accorto che teneva una fiaccola, ricavata da un corno, come usava ai vecchi tempi, e il corno alla luce della fiamma che c'era dentro era del colore della luna. E nel sogno sapevo che stava andando avanti, per accendere un fuoco da qualche parte, in .................................................................................................................................................................................................... 2 aprile 2020

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mezzo a tutto quel buio e a quel freddo, e che quando ci sarei arrivato, lo avrei trovato lì. Poi mi sono svegliato.” (Sceriffo Bell) Facciamo un gioco: raccontami gli affetti della tua vita tramite un film...Mio figlio sicuramente “Spiderman” (si è pure tatuato la famosa frase “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”) all’interno del braccio destro. Comunque le saghe dedicate agli eroi, sia della Marvel che della DC Comics. Siamo un po’ cresciuti insieme, al cinema. OK. Ora tocca ai tuoi genitori. Per mio padre d’istinto, non so perché, mi viene “Era mio padre” di Sam Mendes, basato sull'opera a fumetti di Max Allan Collins. Poi a pensarci un attimo direi “Billy Elliot”diretto da Stephen Daldry, ispirato alla vera storia del ballerino Philip Mosley. Direi anche “Al lupo al lupo” diretto ed interpretato da Carlo Verdone, affiancato nel cast da Francesca Neri e Sergio Rubini. Per mia madre, invece, non ho un film particolare al quale associarla. Piuttosto agli sceneggiati televisivi della domenica sera, degli anni sessanta/primi anni settanta che spesso guardavo con lei. Da “le inchieste del commissario Maigret”, “Giocando a Golf una mattina”, “La freccia nera”. Mio papà purtroppo ci ha lasciati nel 2012. Mia madre ancora in formissima, toccando ferro, segue serie televisive o telenovele. A volte, quando passo a trovarla – se coincide con l’orarioguardiamo insieme un pezzetto de “Il paradiso delle signore” o l’interminabile “Il Segreto”.

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Manca un elemento essenziale della famiglia, tu. Tu, che film sei? Parlare di se stessi è sempre difficile. Potrei dare una suggestione che potrebbe essere questa: “Quel giorno ero partito di buon’ ora per raggiungere la casa di campagna che i miei genitori avevano abbandonato per sempre, una casa di cui conservavo moltissimi ricordi. Il paesaggio di quella regione sembrava elementare: si vedevano dappertutto prati, frutteti, vigne, strade sterrate che portavano nei boschi. Ero curioso, eccitato da quella visita fuori programma, tutto preso dal mio modo particolare di osservare, di ascoltare e di tacere. Ascoltare e tacere. Ho sempre avuto una paura infantile delle parole perché ne conoscevo appieno la potenza. Agli altri davo la sensazione precisa che il mio silenzio avesse a che fare con una forma di precauzione, quasi che non volessi toccare con le mie parole la vita degli altri per paura di sortirne un effetto inaspettato. Anche terribile. Nessuno sapeva veramente qualcosa di me. Da bambino mi piaceva sostare sotto gli alberi di quella casa, mi piaceva sparire e riapparire nei varchi di luce lasciati dalla nebbia. A tredici anni, sotto uno di quegli alberi, inventai e disegnai una storia. Poi la dimenticai. Quando riaffiorò, dopo qualche tempo, pensai di scriverla. Credo sia cominciato così il mio gioco a nascondere: il gioco di un bambino che non sa cosa teme o desidera di più, se restare nascosto o venire scoperto […] I nostri piccoli eventi privati attendono sempre un testimone. Qualcuno che sa e che tramanderà agli altri. È faticoso muoversi nell’ombra: è come spiare senza essere visti. La clandestinità e il segreto esigono una memoria infallibile, ma spesso le motivazioni di un segreto non nascondono nulla di riprovevole e il segreto è semplicemente la nostra melodia, quella che ci incanta e che ci fa stupefatti testimoni della vita altrui. Non avrei mai iniziato a scrivere senza un segreto. Raccontare è semplicemente questo: è un patto, un incantesimo, il filo invisibile che ci lega al ricordo, al

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fatto che gli eventi e le persone ritornino come ombre. Il giorno in cui lasceremo l’incantesimo e avremo finalmente voglia di raccontare la verità, quel giorno noi stessi saremo già soltanto un ricordo o un’ombra.”

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Ingredienti di questa pozione: tulli, tulli, tulli, tulipani Tulipani neri, tulipani pappagallo, viridiflora, fior di giglio, frills dalle punte sfrangiate. Un carnevale rigoglioso di colori ancora più sfavillanti nelle silenziose e vuote strade torinesi.

Migliaia di tulipani, donati da Messer Tulipano alla Città di Torino, stanno fiorendo e colorando le aiuole di piazza Emanuele Filiberto. I bulbi, di varietà insolite e rare, sono stati piantati nel mese di novembre dai giardinieri del Castello di Pralormo. “Un peccato non

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poterli ammirare”, direte. Non è così. Il potere del progresso tecnologico acquista significato quando veniamo privati della realtà. Non è necessario infrangere i divieti per riempirsi gli occhi di colore.

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Si possono ammirare i fiori, restando a casa, seguendo le pagine social del ristorante Pastis, della Conserveria Pastis e della rivista Sugonews. È vero, il profumo quello no, non è possibile percepirlo attraverso un computer. Ma non è forse nei momenti più difficili che si apprezza la bellezza delle piccole cose, dei gesti più semplici? Perché non trasformarlo in un esperimento? Guardate le foto dei tulipani, osservatele bene per un po'. Chiudete gli occhi poi, provate a sentirne l’odore. Ve lo ricordate? O avete sempre dato per scontato che ne avesse uno, lo stesso? Se non vi basta, seguite un tour virtuale all’interno del Castello. “Immagino la vostra tristezza e preoccupazione in questi giorni e per questo vorrei donarvi un po’ di bellezza e speranza”, dice Consolata Pralormo, raccontando di come nel giardino del suo castello si stia risvegliando la vita. Il viale dei ciliegi giapponesi con i fiori screziati di rosa, il rosmarino dai fiori blu; occhieggiano nel sottobosco i crocus dai colori pastello, le violette spontanee, i

narcisi dai toni avorio, giallo e arancio. Una risorsa troppo grande da tenere solo per sé. Per questo, dal 28 marzo, anche la spettacolare fioritura di Messer Tulipano verrà raccontata attraverso i canali social della manifestazione per consentire al pubblico di visitare, restando a casa, il parco del Castello di Pralormo e gli oltre 100.000 tulipani e narcisi nel pieno della vita. Come fare? E' semplice, sapete? Basta seguire i profili Facebook di Messer Tulipano e e quello di Instagram, ed ogni giorno si potranno scoprire le fioriture di tulipani

"passeggiando virtualmente" nel parco del Castello. Avremo il privilegio, inoltre, di essere accompagnati da Consolata Pralormo che racconterà aneddoti, curiosità, il significato di ogni fiore e i segreti botanici di Pralormo. Un privilegio per tutti gli amanti dei fiori, soprattutto per quelli che amano sognare ad occhi aperti! ..................................................................................................................................................................................................... 2 aprile 2020

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Associazione Dante Alighieri di Monaco: le ure virtuali per emozioni reali...

E' in tempi difficili come questi che certe necessità, all'improvviso, ci mancano come se fossero vitali per la nostra sopravvivenza. Privarci della libertà di uscire a nostro piacimento è già di per sé difficile da accettare, ma lo è ancora di più per chi è abituato a scegliere cosa fare, secondo gusti e umori del momento. Purtroppo, a causa della pandemia COVID19, buona parte degli eventi calendarizzati sono stati annullati ovunque. Anche a Monaco. Così, a soccorrere tutti noi, inaspettatamente è intervenuto il virtuale, o meglio il web, che ci offre dei surrogati che difficilmente avremmo pensato in altri momenti. L'idea dell'associazione Dante Alighieri di Monaco, per esempio, rientra tra quelle. Cooptando l'attore, regista, drammaturgo, Pietro Conversano, ad esempio, sono stati creati dei laboratori di formazione accessibili a non oltre 4 iscritti per volta (un po' pochino, per la verità) i quali, connessi via Skype, possono parlare di letteratura e poesia. A partire da lunedì 6 aprile il programma prevede due pacchetti di 5 incontri della durata di

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un’ora per 5 giorni settimanali, dedicati a Leopardi e uno su Pirandello. Ma se la fruizione delle giornate del 6 al 10 aprile sono gratuite, lo stesso non sarà per gli appuntamenti successivi. Dunque non resta che approfittarne. Per saperne di più: www.ladantemonaco.com ..................................................................................................................................................................................................... 2 aprile 2020


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SALUTE & BENESSERE

Su iniziativa del suo Presidente, S.A.S. il Principe Alberto II, la Croce Rossa monegasca ha donato 430.000 per finanziari interventi a supporto della crisi del COVID19 nel mondo.

Croce Rossa di Monaco e Covid19: 430.000 euro devoluti al Burkina Faso Fin dall'inizio della crisi sanitaria del

coronavirus, la Croce Rossa del Principato di Monaco (CRM) ha reagito con prontezza devolvendo più di 170.000 euro alla Federazione Internazionale delle società nazionali e alla Mezzaluna Rossa [FICR] impegnate per sostenere le esigenze nate dalla crisi della Covid- 19 nel mondo, ma anche per aiutare il suo omologo italiano la CRI. Secondo quanto comunicato dalla nota della Ong monegasca "Il Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sono attori chiave nella risposta al coronavirus che sta dilagando in tutto il mondo. Pertanto S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco, Presidente CRM ha deciso, di concerto con il Comitato Esecutivo dell'associazione, di aumentare finanziariamente la quota di partecipazione a questa iniziativa mettendo a disposizione complessivamente 430.000 €, importo prelevato dal patrimonio netto della Croce Rossa Monegasca". "Questa somma leggiamo - è destinata a sostenere ulteriormente la FICR ma anche il Comitato

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Internazionale della Croce Rossa [CICR] che supporta persone già colpite da conflitti o violenze armate, e la Croce Rossa del Burkina Faso, la principale società nazionale partner della Croce Rossa monegasca". In questo paese apprendiamo che l'epidemia si aggiunge ad una situazione umanitaria già particolarmente difficile, facendo sprofondare il paese in una profonda crisi sanitaria senza precedenti. Di qui l'appello: "Se volete sostenere le azioni della Croce Rossa o quelle della FICR nella lotta contro questa pandemia provocata dalla diffusione del Covid19 potete effettuare una donazione online (www.croixrouge.mc), oppure inviare un assegno o contanti (specificando "coronavirus") direttamente presso la sede della Croce Rossa di Monaco". SEDE: 27 boulevard de Suisse, 98000 MONACO. www.croix-rouge.mc

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