Manifesto CACAO

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Manifesto per un cacao equo e solidale AGICES Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale


Il cioccolato è, nell’immaginario di molti, sinonimo di dolcezza e di bontà. Eppure il percorso che porta dall’albero del Cacao alla produzione del cioccolato nasconde molti lati oscuri e problematici, spesso poco conosciuti, che rendono il sapore di questo prodotto troppo amaro per chi crede nei valori del Commercio equo e solidale. L’Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale - AGICES e ALTROCIOCCOLATO intendono, con questo Manifesto, portare a conoscenza dei consumatori, delle istituzioni e dei decisori politici, gli aspetti più critici della filiera del cioccolato che, mentre delizia il palato di una parte della popolazione mondiale e ingrassa le tasche di pochi attori del mercato, è causa di gravi squilibri che influiscono negativamente sulle condizioni di vita dei piccoli produttori che coltivano il Cacao. Nel mondo, si contano circa 5,5 milioni piccoli produttori di cacao. 14 milioni sono invece i lavoratori agricoli impiegati nella produzione di cacao. Queste persone producono più del 90% del cacao mondiale in piccole piantagioni a conduzione familiare, con estensioni medie tra i 2 e i 5 ettari, che rappresentano l’attività e l’entrata più cospicue per chi ci lavora. La maggior parte di queste persone, specialmente in Africa occidentale vive al di sotto della soglia di povertà. In Ghana un coltiva-

tore medio di cacao vive con meno della metà del ricavo che si considera necessario per uscire dalla soglia di povertà estrema e con meno di un terzo della somma necessaria a oltrepassare la linea di povertà. In Costa d’Avorio, il maggiore Paese produttore mondiale, i piccoli coltivatori di cacao dovrebbero incassare 10 volte di più dalla vendita del raccolto per arrivare almeno alla soglia di povertà estrema e 16 volte di più per superare la linea di povertà standard. Le ingiuste condizioni cui sono sottoposti i piccoli produttori di cacao sono anche la causa di un fenomeno aberrante, che non dovrebbe esistere al giorno d’oggi: quello della tratta di bambini e dello sfruttamento del lavoro minorile che, purtroppo, è ancora una realtà, soprattutto nelle piantagioni dell’Africa occidentale. E’ evidente lo squilibrio che si riscontra nella distribuzione del potere e del valore lungo la filiera del cioccolato, che vede da un lato calpestata la dignità e i diritti dei piccoli produttori e dei contadini che coltivano il cacao


e, dall’altro lato, l’estrema concentrazione del controllo della filiera e dei profitti da parte di poche multinazionali che, da sole, controllano circa il 60 % del mercato mondiale. Mentre le vendite annuali di cioccolato in tutto il mondo superano i 100.000 milioni di dollari statunitensi, con un incremento medio annuale pari al 3%, i produttori di cacao ricevono tra il 3% e il 6% del prezzo finale della cioccolata. Sono molteplici le cause di questo squilibrio: volatilità dei prezzi sui mercati internazionali; prezzi pagati ai produttori troppo bassi, spesso inferiori ai costi di produzione; pessime condi-

zioni di lavoro che spingono le giovani generazioni ad abbandonare questa attività; mancata diversificazione delle fonti di reddito dei produttori; dipendenza da pochi attori di mercato; disorganizzazione e frammentazione dei piccoli produttori; presenza di troppi intermediari nella filiera; scarso impegno, o solo di facciata, da parte delle principali multinazionali del cacao, a rispettare criteri di responsabilità sociale ed ambientale; scarsa assistenza tecnica ai produttori e insufficiente rete di infrastrutture.

Il movimento del Commercio Equo e Solidale vuole quindi ribadire che, al fine di gustare dell’ottimo cioccolato senza rinunciare alla salvaguardia della dignità umana e dell’ambiente, è necessario che tutti gli attori della filiera seguano alcuni principi irrinunciabili: 1. ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI

2. PAGAMENTO DI UN PREZZO EQUO

Aggregare i piccoli produttori in forma cooperativa incrementa la loro forza contrattuale nei confronti dei compratori, favorisce un maggior coinvolgimento e una maggiore consapevolezza dei meccanismi di mercato, permette economie di scala e maggiori capacità di investimento per migliorare il processo produttivo e la qualità del prodotto.

Pagare ai produttori un prezzo minimo, anche nel caso in cui le quotazioni internazionali del cacao siano più basse, in modo da remunerare in maniera dignitosa il lavoro e coprire i costi di produzione. Inoltre è importante prevedere un sovrapprezzo (premio) per sostenere progetti di sviluppo delle organizzazioni di produttori e delle loro comunità.


3. RELAZIONI DIRETTE

5. TRASPARENZA E TRACCIABILITA’

Tentare di instaurare relazioni commerciali quanto più possibile dirette con le organizzazioni di base dei produttori, saltando i passaggi gestiti dagli intermediari, permette di aumentare la quota della catena del valore che rimane ai produttori

Garantire la trasparenza e la tracciabilità su tutta la filiera permette, unitamente ad una giusta retribuzione dei lavoratori, di individuare ed evitare fenomeni di sfruttamento del lavoro, della tratta di bambini e dello sfruttamento del lavoro minorile.

4. CONTINUITA’ DELLE RELAZIONI

6. QUALITA’

Contare su relazioni commerciali di media e lunga durata permette ai produttori di programmare lo sviluppo delle proprie organizzazioni, prevedere investimenti e diminuire la dipendenza dai grandi buyers internazionali.

Investire in un cacao e un cioccolato di qualità e biologico permette ai produttori di presentarsi come attori con maggior forza sul mercato e quindi di migliorare i propri ricavi.

Promosso da:

AGICES Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale


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