I° Premio Paola Occhi

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I Premio Nazionale di Pittura ‘Paola Occhi’ 2012 Lasciare un Segno

Centro Polifunzionale, Migliarino (FE) 30 aprile - 27 maggio 2012

Comune di Migliarino

Mostra a cura di Alessandro Passerini Catalogo a cura di Alessandro Passerini Testi Elisa Mucchi, Alberto Alberti, Alessandro Passerini, Michela Malisardi Progetto grafico e impaginazione Alessandro Passerini Collaboratori Elisa Mucchi, Giancarlo Mucchi e Paola Occhi, Alberto Alberti, Vanna Lambertini, Romano Sgarzi e Monica Balestra, Pasquale Grilli, Michela Malisardi, Giulia Pesarin, Andrea Amaducci, Monica Seksich, Massimo Volponi, Paolo Volta e Lucia Boni, Silvia Guandalini, Antonio Poletti, Rossella Zadro, Stefania Divertito, Ezio Bonanni, Mr Wany, Luca Zarattini, Alessandro Falco, Terry May, Giacomo Stefani, Davide Barbierato, Luigi Mosca, Luca Forlani, Martin Bertagnolli, Rosita Gentili, Monica Caputo, Antonio Simoni, Denise Galuzzi, Valeria Cardinale, Alessandra Pomante, Marisa Recchiuti e Carlo Passerini, Maria Rita Passerini e Lisa Ferrante, Giacomo Boldrini, Danya Cavallari, Marika Gambetti, Monia Cattabriga, Mauro Campora, Elisabetta Bianca

L’Organizzazione del Premio ringrazia tutte le persone qui riportate e quanti altri hanno collaborato alla riuscita dell’evento. Il Premio Occhi è un evento di sensibilizzazione sul problema amianto promosso dal Comune di Migliarino.

In copertina:

Michele Pierpaoli,‘Radice’, 2012; vincitrice I Edizione Premio ‘Paola Occhi’ 2012


Paola Occhi “Paola Occhi era mia madre, che ho perso quasi due anni fa a causa di un tumore provocato dall’amianto. Lei era una insegnante di scuola elementare a Migliarino, ha sempre insegnato con profondità il rispetto per l’ambiente e nonostante non fosse la sua materia l’importanza dell’arte e di vivere con sensibilità artistica, oltre che aver ‘politicamente’ lottato sempre per la scuola, era la sua vita. Ciò che ho scritto le è stato riconosciuto da molti. Così è nata l’idea del Premio Nazionale e stiamo portando avanti vari progetti, per incanalare e provare a dare un senso a quello che è successo e fare in modo che la sua persona ed i principi che portava avanti non vengano dimenticati, soprattutto in un momento come questo”. Elisa Mucchi “Paola è un insegnante, una persona attiva e presente a livello sociale, ha sempre lottato contro lo spreco, insegnato e praticato il totale rispetto dell’ambiente, ricercato la creazione di uno spazio sano di Vita per se e per gli altri. Per tutti Paola è una donna fuori dal comune, una persona che con il suo lavoro quotidiano, con le sue scelte di vita è l’esempio di una vita vissuta con consapevolezza, come un dono da rispettare. Un esempio di come si possa portare intelligenza, passione e vitalità in ogni cosa che facciamo. Un esempio forte di come i valori della famiglia, del lavoro e della fatica quotidiana possano essere vissuti con gioia e determinazione, aldilà di ogni credo religioso in un’ epoca in cui, invece, il valore del facile guadagno e della carriera sono dilaganti. Un esempio di come guardare i problemi della vita a testa alta, di come affrontare le paure con la ragione, di come rivolgersi ai più deboli con sensibilità e rispetto. Un esempio di come la conoscenza sia la forza della nostra libertà. Un esempio di come si possa amare e rispettare la Vita”. Comune di Migliarino


In-Segnare La bacchetta sbatte in modo concitato sul telone bianco del proiettore: “Ragazzi vi prego state attenti, Courbet è il più importante esponente del realismo, so che state pensando che nella vita sarà l’ultima informazione utile che potrà servirvi ma… ascoltatemi!”. ‘Driiiin!’ e a domani. E così finivano la maggior parte delle lezioni del professore di storia dell’arte del liceo, con una frustrazione che, a ripensarci a distanza di anni, la fa comprendere e dispiacere. Forse questo insegnante, a cui venivano date quattro misere ore di lezione di storia dell’arte per ciascuna classe, in un liceo che di nome faceva classico, potrebbe essere fiero di sé stesso perché la sua missione, in un plotone di ventiquattro studenti, pronti a tirare banchi per un minuto in più intervallo, è stata compiuta. Tra quei ventiquattro, una, almeno è stata colpita: quella bacchetta che accarezzava i corpi informi della Danza di Matisse, le ninfee di Monet e i volti squadernati di Picasso, le avevano indicato la direzione da seguire. Le avevano lasciato un segno che le indicava la direzione. Il signor Lucio Fontana, tentando di deflagare lo spazio concreto che ancora si espletava solamente nell’espressione del quadro, ha tagliato la tela, ha dato fiato e sfiato allo spazio, ricercando la terza dimensione, ha finalmente varcato la soglia della contemporaneità più stretta, ha fatto nascere lo Spazialismo, proiettando il Belpaese nella ricerca più progressista e trasgressiva e ha dato adito a uno dei dibattiti nazionalpopolari più spiccioli ma più conosciuti. “L’avrei potuto fare anche io” è la frase che in un sistema di quoteranking artistico sarebbe maggiormente associato a Fontana. Ha bucato, forato e tagliato la tela, si è iscritto con un indelebile nella lista di chi la storia dell’arte l’ha cambiata, masticandola, digerendola e ricreandola daccapo. Per gli addetti ai lavori questo dato di fatto non è mai stato messo in dubbio ma da chi non fa della storia dell’arte la propria ragione di vita o per chi al liceo non ha incontrato nessun professore con la bacchetta, un taglio sulla tela rimane un atto di vandalismo che non può che far sorridere. Ma per una persona che in buona fede sorride smaliziata davanti un taglio di Fontana, ne troviamo una che tenta di spiegarle la ragione che sta a monte della scelta.


Fontana ha fatto centro nella storia dell’arte, ha lasciato un segno ancora vivido e i cui contraccolpi continueranno a sentirsi ancora per molto; ma si è anche costituito, in modo involontario, come termine a quo per una contemporaneità popolarmente intesa che sicuramente non si cura dell’esistenza del Manifesto Bianco e dello Spazialismo, ma sa chi è Fontana, conosce i suoi tagli, crea battute ad hoc ma non esita a riconoscerlo. Esiste un modo per lasciare artisticamente un segno più profondo di questo? Sarebbe inutile anche solo provare a pensare quante cose segnano un essere umano: un tatuaggio, una cicatrice, una partenza o un arrivo, un quadro visto durante una vacanza di cui non si ricorda neanche più la destinazione. E da sempre, dichiaratamente o meno l’arte è questione di segni: lasciati su un muro, su una tela, piuttosto che nell’aria con un gesto ripetuto una sola volta, un segno che l’artista vuole donarci, un segno che ha bisogno di lascare per non dimenticarsi, un segno per sentirsi presenti. Michela Malisardi critica d’arte


Premiazione Premio Paola Occhi 2012 Migliarino (FE), ore 21.00 del 30 aprile

La serata si presentava ai miei occhi molto sentita dalla popolazione per la partecipazione alla Sala Falcone e Borsellino, era la prima volta in assoluto che parlavo a Migliarino paese, nell’occhio del ciclone per l’amianto. L’amianto, killer silenzioso, si insinua nella vita della popolazione come un serpente senza farsi sentire e notare; miete le sue vittime con tranquillità senza che nessuno dica niente, un po’ per discrezione nei confronti dell’ammalato un po’ perché la disgrazia è tanto grande che non si ha voglia di gridare per paura che pensino che vuoi metterti in mostra agli occhi di tutti. A tal proposito Paola era persona molto attenta, ambientalista e quindi rispettosa di tutto ciò che era patrimonio della natura e di tutto ciò a cui il creato aveva fatto partecipare anche lei in parti infinitesimali affinché fosse suo. Ha gridato dignitosamente la sua rabbia facendola rappresentare nella performance di Elisa nella quale si trascorrono i momenti salienti della sua vita in quel quarto d’ora. Una sequenza di immagini legate una all’altra compresa la lettura di una lettera di Paola lasciata ai familiari, che mi hanno fatto accapponare la pelle al punto che durante il mio intervento mi sono emozionato. Il pomeriggio prima avevo preparato un promemoria da portare con me in caso di bisogno sul palco perché non volevo traumatizzare le persone della platea raccontando la realtà dei fatti, bensì convincerli che il silenzioso killer esiste ed è sempre pronto ad entrare in azione su chiunque lo inali, e che quindi va bonificato. Invece dopo aver ascoltato la lettera di Paola, mi sono reso conto che le sue parole erano le mie scritte nel pomeriggio e che dovevo per forza integrare a braccio il mio intervento e fino ad oggi non so in quanti si siano accorti che una parte della sua vita è stata parallela alla mia fino al 30 Aprile. Dal 30 aprile sarà... ...quel che sarà. Alberto Alberti presidente AEAC


Lasciare un Segno

Vi sono diversi eventi nel corso di una vita che cambiano radicalmente il nostro modo di vedere e sentire. Nel bene e nel male. Vi sono persone che incrociamo, anche solo per un attimo, che cambiano inevitabilmente il nostro modo di vedere e di sentire. Nel bene e nel male. Tra queste persone ve ne sono tali da intravedere in chi hanno di fronte una scintilla. Riescono a tramutarla in una fiamma, e da quel momento arde in noi ogni secondo di ogni singolo giorno, aumentando sempre più d’intensità. Ci permette di vedere le infinite possibilità entro i nostri stessi limiti. Senza questi Maestri non sarebbe possibile. Sono in-segnanti, che lasciano un segno indelebile in noi, indicandoci quella che è la nostra indole naturale. Il I° Premio Occhi 2012 vuole concentrare la sua attenzione su questo tema: lasciare un segno, e chiede agli artisti partecipanti di mostrare quale sia il segno lasciato in loro da un evento, una persona o un singolo elemento. Un segno che ha cambiato radicalmente il modo di vedere le cose, e che li ha portati ad essere quel che sono ora. Premio Paola Occhi 2012


Punti di Vista - Villa Giada

Marco Anzani tecnica mista su tela, 53x80 cm


la Chiave per il Paradiso

Lara Binetti tecnica mista su carta, 34x48 cm


Incontro Coltango

Simona Bonora tecnica mista su legno, 53x35 cm


Cristo!

Andrea Cardia vernice industriale su tela, 100x100 cm


Impronta

Domenico carella stampo di ruggine su tela, 50x50 cm


Piove sul Bagnato

Alessandra Carloni tecnica mista su tela, 90x120 cm


Evoluzione

Enrico Carniani tecnica mista su tela, 60x60 cm


la Morale

Debora Cavazzoni tecnica mista su puzzle, 36,5x57 cm


Narciso Dietro al Disegno

Mirko Dadich tecnica mista su carta e tela, 28x34 cm


Io In Segno

Amanda De Simoni tecnica mista su carta, 35x45 cm


la Noce

Juliano Dhembi acrilico su masonite, 100x100 cm


l’Esclusa

II° classificato

Luca Di Castri olio su tela, 100x100 cm


Armonia nello Stato delle Cose

Francesco Di Santo smalto su tela, 60x60 cm


Summertime

Giannalisa Digiacomo inchiostro su carta, 50x70 cm


la Fiumara

Giorgio Distefano tecnica mista su legno, 70x32 cm


6 giugno 1998

Pamela Genovese puntasecca su carta rosaspina avorio, 70x50 cm


Peace in Fire

Costantino Giro olio su tela, 70x50 cm


Massimo e Luciano

Sara Grassetti olio su tela, 100x70 cm


Logica

Pasquale Guastamacchia tecnica mista su legno, 100x52 cm


25 Years Old

Giovanni Longo penna grafica su legno, 63,5x93 cm


Maria l’Altra

Malu Mantoan tecnica mista su carta, 23x32 cm


Senza Limiti

Maria Mastropierro tecnica mista su carta, 50x70 cm


la Mia Mamma

Terry May tecnica mista su legno, 70x50 cm


la Sposa

Andrea Meneghetti olio su tela, 50x60 cm


Labirinti Mentali

Federica Miani olio su tela, 90x100 cm


Radice

I째 classificato

Michele Pierpaoli tecnica mista su carta tarttata, 50x50 cm


la Nonna mi ha Insegnato a Restare in Piedi

Laura Ragazzi tecnica mista su cartello, 35x100 cm


Multiforme

Alessandro Rietti tecnica mista su carta bitumata e masonite, 80x80 cm


la Futura Distinzione Etica fra Inclinazione e Dovere III째 classificato

Giovanni Triggiani tecnica su tela, 100x100 cm


Autumn Leaves

Luca Zarattini tecnica mista su plexiglass applicato su tavola, 50x70 cm



the Call

Andrea Amaducci litografia su carta, 44x35 cm


la Fabbrica di Madre Natura

Federica Costa tecnica mista su tela, 35x35 cm


il Silenzio

Vladimiro Lilla tecnica mista su tela, 50x70 cm


Khaos

Alessandro Passerini tempera su tela, 70x100 cm


Senza Titolo

Antonio Poletti ceramica su tavola, 30x60 cm


Corpo Come Tempio

Monica Seksich tecnica mista su tela, 70x100 cm


Vedere Oltre

Massimo Volponi tecnica mista su legno, 50x50 cm


Piazza dell’Oca

Paolo Volta olio su tela, 80x100 cm



Editato nel gennaio 2014 a Portomaggiore (FE) www.passeart.it



www.premiopaolaocchi.com


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