IL CENTRO - Febbraio 2015

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Anno 9 numero 2 (88) - Mensile gratuito iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Torre Annunziata. Iscrizione n.10 del 9 dicembre 2008 - Contatti: 331.74.88.453; e-mail: info@giornaleilcentro.com; sito: www.giornaleilcentro.com

il CENTRO Febbraio 2015

Il giornale mensile di ispirazione cattolica della Penisola sorrentina

qUARESIMA 2015: COMUNITà IN CAMMINO

ELETTO IL NUOVO PRIORE A META

L’ANGELO DI BATTAGLIA VERSO IL RESTAURO

pompei e napoli accolgono il papa

torna “i miserabili”, il musical del perdono


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In copertina: particolare della statua di San Michele di Piano di Sorrento e della partenza verso il restauro accompagnato dalla neve

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è iniziato il restauro di San Michele Il progetto approvato da Soprintendenza a Diocesi per la nuova vita del Patrono di Iole Filosa C’era una volta un grande gelso La storia del mese: l’albero in cui fu intagliato l’Arcangelo di Piano di Sorrento di Ciro Ferrigno Parte dalla Diocesi la cura dell’arte Le “Linee guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici” di Iole Filosa

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«Proponiamo un nuovo umanesimo» Il sussidio per la Quaresima fornito dalla CEI: “Rinfrancate i vostri cuori” Un tempo per dire no all’indifferenza I messaggi per il tempo pre-pasquale di Mons. Fancesco Alfano e Papa Francesco «Si respira sensazione di “assenza”» I volti mancanti della Quaresima raccontata dal Priore dell’Arciconfraternita della Morte e Orazione di Piano di Sorrento di Michele Gargiulo I giovani incontrano Simona Atzori I Martedì di Quaresima e la Pasqua dei Gio-

no incontra tutte le famiglie francescane riunite.

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vani in Diocesi. Incontro con la ballerina e pittrice priva di braccia 28 adesioni per il Cammino di Santiago Il gruppo “over della parrocchia di San Michele si prepara alla partenza Eletto il nuovo Priore a Meta I nomi che costituiscono il Consiglio di Amministrazione dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Pio Monte dei Morti Per la prima volta Mons. Francesco AlfaL’annuncio di Fabio Vollaro «La famiglia è il luogo del dono» Il Convegno a Sorrento nonostante l’assenza del Cardinale Waler Kasper di Nino Cuomo Napoli e Pompei accolgono il Papa Il programma completo della visita pastorale del Pontefice Il vizio dell’incapacità e la natura psichica Rubrica di diritto canonico di Manuela Abbate Un bambino non educato oggi diventa un adulto anaffettivo domani

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Il caso del mese - di Manuela Abbate Dichiarazioni d’amore tra le note Le canzoni dedicate alla città partenopea di Nino Cuomo La novità del “BaSo” di Sorrento L’Azienda agricola “O’ Professore 1912” di Piano di Sorrento e la tradizione artigianale Il 7 e l’8 marzo tornano “I Miserabili” Il Musical diretto da Don Gennaro Boiano ricalca il palcoscenico del Teatro Delle Rose

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Copertina/1. La neve ha accompagnato la partenza del Santo Patrono

è INIZIATO IL RESTAURO DI SAN MICHELE

Ecco il progetto approvato dalla Soprintendenza e dalla Diocesi. L’Arciconfraternita della Morte e Orazione dà il via alla raccolta fondi

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unedì 9 febbraio a Piano di Sorrento si sono ve- sitività dalla comunità dei fedeli e dai cittadini che hanrificati due eventi straordinari: la statua di San no manifestato la volontà di contribuire all’iniziativa. E Michele Arcangelo ha lasciato l’omonima ba- mentre fervono già i preparativi della grande festa per il silica pontificia e, ad accompagnare la sua par- ritorno del Santo Patrono, è in atto la raccolta fondi, in tenza, la neve ha ricoperto la terra carottese come poche particolare ad opera dell’Arciconfraternita della Morvolte in precedenza. Una concomitanza suggestiva, e da te e Orazione di Piano di Sorrento. alcuni avvertita come un segno, quasi una benedizione L’intervento, che sarà messo in essere in laboratorio dall’alto, che ha fatto di quel giorno una data da segnare dagli esperti, è articolato e complesso, e sarà accompasul calendario a futugnato da un’accurara memoria. ta documentazione Il restauro, anunfotografica prima, ciato durante la durante e dopo l’inscorsa festa patrotervento di restauro nale, il 29 setteme da una documenbre 2014, si stima tazione grafica delpossa durare circa 8 lo stato conservativo mesi ed è stato afe delle operazioni di fidato alla Dott.ssa ripristino eseguite Roberta Paola Sesull’opera. Seguibillo, che con il suo ranno poi le operateam di esperti ha zioni preliminari già curato i lavori al con la rimozione cassettonato ligneo dei depositi superdella basilica con ficiali incoerenti a relativi dipinti e tela secco, con pennelprospettiva centrale. li di diversa diTutta la documenmensione e ausilio tazione e l’iter che dell’aspirapolvere lunedì 9 febbraio è e le operazioni di La statua di San Michele Arcangelo di Piano di Sorrento partito ufficialmente disinfestazione lascia l’omonima basilica pontificia alla presenza sono stati presentadel supporto ligneo di Don Pasquale Irolla, degli esperti responsabili del restauro ti e approvati dalla dei confratelli dell’Arciconfraternita Morte e Orazione e... della neve mediante l’appliSoprintendenza per cazione di sostani Beni architettonici, paesaggistici, storico-artistici za impregnanti per la prevenzione e il trattamento da ed etnoantropologici di Napoli e provincia, nelle per- attacchi di insetti xilofagi. Successivamente saranno sone del funzionario responsabile, la Dott.ssa Angela effettuate le operazioni di consolidamento del supSchiattarella e del Soprintendente Architetto Giorgio porto ligneo per conferire al legno degradato proprietà Cozzolino, e dall’Ufficio Beni Culturali ed Edilizia meccaniche idonee alla funzione di supporto; della peldi Culto della Diocesi Sorrento-Castellammare di licola pittorica attraverso l’ausilio di microiniezioni e Stabia guidato da Don Pasquale Vanacore. carta giapponese; e, infine, della doratura e argenLa statua è del XVIII secolo. È stata infatti scolpita in tatura “a bolo”. Concluderanno i lavori l’operazione legno e laminata in oro e argento da Giuseppe Mare- di pulitura con la rimozione di sostanza soprammesse sca e posizionata nel tempietto in fondo all’abside po- di varia natura quali polveri grasse, fumi, vernici, fisligionale della basilica il 28 maggio del 1705 con una sativi e ravvivanti, eventuali ridipinture, mediante apsolenne processione. L’ultimo restauro effettuato risale plicazione di solventi organici e soluzioni basiche; e la agli anni ‘80 del Novecento. Oggi, a più di 300 anni presentazione estetica che consiste nella stuccatura e dalla sua creazione e dopo circa 35 anni dall’ultimo la reintegrazione delle lacune degli strati pittorici, la restauro, il simbolo della devozione carottese necessita rasatura delle singole stuccature e l’apposizione della di nuove e urgenti cure, accolte con entusiasmo e propo- protezione finale.


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Copertina/2. La storia del mese: l’albero in cui fu intagliato l’Arcangelo

C’ERA UNA VOLTA UN GRANDE GELSO

«Una notte Rosina si svegliò di soprassalto e vide l’albero di gelso divorato dalle fiamme e quel giovane, con la spada sguainata, che cacciava via qualcuno»

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ramai Rosina dormiva poco. Prima la perdita donne, avrebbe fatto bene a riposare di più. dell’unico figlio, in circostanze non del tutto Poi un mattino ci fu un grande trambusto. Uomini con chiare in mare, poi la morte del marito l’ave- corde e seghe, carrucole, asce, martelli erano nel giardivano lasciata in uno stato di tristezza immen- no, con l’evidente scopo di tagliare l’albero dalle radici. sa, in parte mitigata dalla fede salda nel suo Dio. Rosi- Rosina aprì la finestra e gridò verso quel gruppo: “Che na si alzava, spesso, prima che state facenno, pecché ‘o vulite sorgesse l’alba e, indossato il taglià…è nu peccato, ‘na cattivegrande scialle di lana, si andaria… lasciat’o ssta’, jatevenne!” va a sedere vicino alla finestra; Un contadino che la conosceva, lì pregava e mangiava noci, tole rispose: “Rusì, ‘a chist’albero state nella cenere del focolare. asciarrà ‘a statua ‘e Santu MiAbitava a Gottola, antichissimo chele pe’‘a chiesa nosta, …nun rione di Carotto, e dalla finestra sì cuntenta? ‘Stu lignammo è vedeva in lontananza la cima legna santa… ‘a mano ‘e n’ardel Monte Vico Alvano. Giù, di tista ne farrà ascì l’Arcangele fronte, un grande giardino di Michele… nuje primma d’’o taalberi da frutta: aranci, limoni, glià ‘nce simmo fatto ‘o segno un ciliegio, nespoli ed un gran‘e croce!” Rosina, dalla finestra de gelso, che troneggiava maeammutolì, si segnò e cominciò a stoso con la chioma di foglie e pensare a tutte quelle visioni…il il tronco massiccio con i rami giovane uomo, la luce, i colori, pieni di nidi. il fuoco… Rosina era attratta da quell’alIl lavoro durò ore ed ore. L’albebero. Le era capitato più volte ro possente fu tagliato, staccati nelle ore antelucane, di scori rami, tolte le foglie; poi, con gere nei suoi pressi un giovane l’ausilio delle carrucole, fu issaalto, biondo e dalla corporatura to su di un grande carro, al quapossente. Questi guardava l’alle erano legati due buoi. Rosina bero come a volerlo analizzare, corse nel piccolo giardino e, in lo toccava piano, quasi timouna guantiera, raccolse petali di roso di fargli del male e poi si rose, fiori di paradiso e zagare allontanava. Certe mattine l’alodorose. Quando il carro, a gran Rosina era attratta bero sembrava assorbire il rosa fatica, uscì dal cancello del giardell’aurora, altre volte i colori da quell’albero. Le era capitato dino e passò sotto la sua finestra, dell’iride e, cosa più strana, sem- più volte nelle ore antelucane, gettò sul tronco tutti i petali, gribrava agitarsi al vento, quando dando: “Viva Santu Michele e di scorgere nei suoi pressi il vento non c’era, emanare ritutte l’angele d’o Paraviso!” flessi di luce lunare o creare un Passarono lunghi mesi, quelli un giovane alto, biondo vortice nella sua chioma di fronpiovosi dell’autunno, quelli tristi e dalla corporatura possente de. Era come se uno stuolo di dell’inverno, freddi e uggiosi, e angeli venisse a volare tra i suoi sempre Rosina all’alba andava a rami. Una notte Rosina si svegliò di soprassalto, corse sedersi vicino alla finestra. Le mancava il grande albero alla finestra e, per un attimo, vide l’albero di gelso divo- di gelso, ma l’idea, che prima o poi l’avrebbe visto trarato dalle fiamme e quel giovane, con la spada sguainata, sformato nella nuova statua di San Michele, la riempiva che cacciava via qualcuno, allontanando il fuoco stesso. di gioia. Per la nuova chiesa, ricostruita dopo le distruLa donna provò a raccontare la storia a delle amiche, zioni provocate dal devastante terremoto del 1688, occorma nessuna le credeva, per loro quel gelso era un albero reva un nuovo simulacro del Protettore ed il popolo non qualunque. L’incendio? Avrebbe dovuto lasciare almeno aveva badato a spese. E giunse il tempo. All’alba del 28 dei segni… Non c’era nulla. Rosina, a parere delle altre maggio 1724 le nuove campane della chiesa di San Mi-

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Copertina/3. Le “Linee guida per la tutela del beni culturali ecclesiastici”

PARTE DALLE DIOCESI LA CURA DELL’ARTE

Ministero, Conferenza espiscopale e Carabinieri uniti per la causa. Il Cardinale Bagnasco: «Quasi 4 milioni i beni fino ad oggi inventariati»

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l Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale italiana (CEI) e il Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale hanno dato vita alle “Linee guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici”. «Le “Linee guida” sono una significativa testimonianza dell’intenso rapporto esistente tra lo Stato Italiano e la Chiesa - scrive nella presentazione il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI - in merito alla tutela e conservazione dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche. In applicazione del Concordato del 14 febbraio 1984 si sono potute condividere in questi anni intese e accordi, la cui attuazione sta portando beneficio a tutto il Paese. L’aver elevato, di fatto, anche grazie a questi strumenti legislativi, il livello del confronto e del dialogo fra istituzione pubblica ed ecclesiastica ha dato avvio a tutta una serie di operazioni, che sul territorio vedono il coinvolgimento fattivo di un numero straordinario di professionisti e operatori del settore. Di conseguenza sono nate innumerevoli azioni a favore della conoscenza, tutela, sicurezza e valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico». Il Cardinale non manca inoltre di sottolineare il ruolo delle Diocesi in questo lavoro: «Quando la Conferenza Episcopale Italiana promosse il progetto nazionale di inventariazione informatizzata dei beni culturali ecclesiastici, è stato un

gruppo coraggioso di Diocesi ad aderirvi, coinvolgendo équipe specializzate di giovani professionisti. A diciotto anni di distanza, sono la quasi totalità delle Diocesi italiane a partecipare a questo progetto, e i risultati sono impressionanti. Quasi quattro milioni sono i beni fino a oggi inventariati [...]. Confido che il prezioso servizio portato avanti dagli Uffici diocesani per i beni culturali ecclesiastici, d’intesa con l’Ufficio Nazionale presso la Conferenza Episcopale Italiana, possa diventare sempre più un punto di riferimento per la realtà ecclesiale e per le istituzioni pubbliche. È anche grazie all’azione di questi operatori che il Paese sta riscoprendo il valore e il significato dei suoi beni, profondamente legati al vissuto delle comunità cristiane». Il testo presenta dati finora raccolti, indicazioni pratiche e informazioni circa la conoscenza dei beni mobili e immobili; la valutazione e riduzione del rischio di furto; il presidio delle chiese nelle ore di apertura; la verifica del deflusso dei fedeli; la tutela dei beni pregievoli e facilmente asportabili; la sicurezza dell’edificio ecclesiastico; il collegamento con la centrale operativa dell’Arma e le norme comportamentali in caso di furto; la salvaguardia dei beni dal degrado ambientale; la fruizione diretta dei beni archivistivi, librari e dei beni storici e artistici. Presenta, inoltre, un’appendice in cui si approfondiscono ruoli e compiti della CEI e delle Diocesi nella tutela del patrimonio ecclesiastico e del Comando dei Carabinieri.

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delle Grazie alla Marina. Battimani, ovazioni, evviva, petali di fiori accompagnarono il corteo da Cassano alla chiesa. Rosina piangeva per la gioia e riconobbe, in quella Immagine, il giovane che tante volte aveva visto aggirarsi intorno all’albero di gelso. Le sembrava impossibile che un artista avesse potuto creare da un tronco d’albero una immagine così grandiosa e perfetta. Mentre era assorta nei suoi dubbi e la statua procedeva per la piazzetta di Gottola, uno stuolo di passerotti andò a posarsi sul San Michele, come tra i rami del vecchio, caro gelso. Rosina, non ebbe più dubbi, gridò a gran voce, piangendo: “Viva Santu Michele e tutte l’angele d’o Paraviso!”. Ciro Ferrigno

chele si sciolsero in un grande suono di festa. Suonavano “a gloria” perché in giornata sarebbe arrivata da Napoli la nuova statua dell’Arcangelo, interamente laminata in oro e argento, un pregevole manufatto opera dello scultore Giuseppe Maresca. Il Parroco del Piano, don Pietro Mastellone, in piviale con il clero al gran completo ed una moltitudine di popolo, si recò processionalmente a rilevarla alla marina di Cassano. Il bellissimo San Michele, quando scese dalla barca bardata col gran pavese, fu salutato dallo sparo di mortaretti e dal suono delle barche e delle campane di tutto il Piano: la più vicina era quella della Madonna


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Quaresima/1. Online il sussidio fornito dalla CEI “Rinfrancate i vostri cuori”

«proponiamo un nuovo umanesimo»

Fino a marzo incontri sulle nuove frontiere dei volontari: malattie psichiche, immigrazione, usura, lebbra, vecchiaia, carcere e disagi in genere

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online il Sussidio per la Quaresima 2015 fornito dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), un percorso di parole e di Parola che di domenica in domenica ha il compito di accompagnare i fedeli, i presbiteri e i religiosi in genere nell’evangelizzazione e nell’annuncio della Passione e Resurrezione di Gesù, modello ed esempio per l’uomo di oggi. «L’uomo nuovo che si rinnova a immagine di Cristo - scrive nella presentazione il Segretario Generale della CEI, Mons. Nunzio Galantino - è una potente ispirazione per la Chiesa di Dio che è in Italia,

nell’anno che ci vede coinvolti nella preparazione e nella celebrazione del 5° Convegno ecclesiale di Firenze. Il nuovo umanesimo che cerchiamo e proponiamo trova in Cristo, crocifisso e risorto, la sua immagine, la sua origine, la sua meta. L’uomo nuovo che a immagine di Cristo e con la forza dello Spirito edifica una umanità nuova ci pone in piena sintonia con il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima di quest’anno. L’uomo nuovo non si lascia impaludare nella “globalizzazione dell’indifferenza”, ma soffre con chi soffre, si apre alla fraternità responsabile, si getta con coraggio nelle sfide del presente». Il Sussidio, consultabile online, abbraccia il periodo dal Mercoledì delle Ceneri alla Domenica di Pasqua fornendo per ogni giornata spunti di riflessione sottoforma di materiale di vario genere e natura. Dai testi della Parola di Dio ai brani musicali in formato mp3, dai suggerimenti per l’omelia alle indicazioni per la liturgia, tutto è profotto dall’Ufficio liturgico nazionale della CEI ed è raggruppato sotto il titolo, estratto dalle Sacre Scritture, “Rinfrancate i vostri cuori (Gc 5,8) – Uomo vecchio crocifisso con Lui (cf. Rm 6,6)”.


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Quaresima/2. Mons. Alfano: «Intensifichiamo il rapporto con il Padre»

un tempo per dire no all’indifferenza

Papa Francesco: «Avere un cuore misericordioso non è segno di debolezza ma di generosità verso i fratelli e le sorelle»

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empo di Quaresima. Tempo di preghiera, digiuno, meditazione e preparazione alla Pasqua, momento luminoso dell’anno liturgico e della vita dei credenti. «La Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un “tempo di grazia”» ha detto Papa Francesco per nel suo messaggio. Ed anche Mons. Francesco Alfano, durante le celebrazione del Mercoledì delle Ceneri presso la cattedrale di Sorrento, ha esortato a vivere intensamente questo tempo che separa dalla Resurrezione. «Il tempo della Quaresima è tempo di ascolto della Parola, di preghiera condivisa e anche tempo penitenziale, ma anche il tempo in cui intensifichiamo il rapporto con il Padre, senza il quale la nostra vita non avrebbe senso». Un tempo, come sottolinea l’Arcivescovo, per «ritrovare la freschezza delle origini e la gioia dell’incontro» come figli con il Padre e come fratelli con il prossimo. In quest’ottica Papa Francesco ha fatto un appello chiaro: che in Quaresima la Chiesa possa superare e abbattere definitivamente la globalizzazione dell’indifferenza. «L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano. Dio non è indifferente al mondo, ma lo ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo. Nell’incarnazione, nella vita terrena, nella morte e risurrezione del Figlio di Dio, si apre definitivamente la porta tra Dio e uomo, tra cielo e terra. E la Chiesa è come la mano che tiene aperta questa porta mediante la procla-

mazione della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la testimonianza della fede che si rende efficace nella carità (cfrGal5,6). Tuttavia, il mondo tende a chiudersi in se stesso e a chiudere quella porta attraverso la quale Dio entra nel mondo e il mondo in Lui. Così la mano, che è la Chiesa, non deve mai sorprendersi se viene respinta, schiacciata e ferita». A cerchi concentrici l’indifferenza va sconfitta nella Chiesa, nelle parrocchie e nelle comunità, e infine nel singolo fedele perché ogni espressione dell’adorazione di Dio sia anche espressione dell’amore di Dio. «Cari fratelli e sorelle – dice infatti Papa Francesco - quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!». Si tratta di un cammino da intraprendere insieme, nell’unione di tutte le “membra” della Chiesa, sentendo forte la responsabilità, la gioia e l’umiltà del servizio a Cristo. «Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett. enc. Deus caritas est, 31). Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro».


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Quaresima/3. Il tempo pre-pasquale del Priore della Morte e Orazione

«si respira sensazione di “assenza”»

Dalla festività di Sant’Antonino il pensiero va ai volti mancanti: Aniello, Gianfranco, Roberto, Ferdinando e il Santo Patrono di Michele Gargiulo*

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a anni la porta della mia Quaresima si apre il giorno di Sant’Antonino; la visita al Santo protettore della Città di Sorrento alle 5:30 del 14 febbraio ha richiamato in me sempre qualcosa di quaresimale. Sarà che la festività si tirava sempre dietro il Mercoledì delle ceneri, ma realmente il semplice entrare in quella austera e solenne basilica dedicata al Santo Antonino mi richiamava profumi di vesti, incenso e cera per i lampioni. Ho imparato a leggere nelle pieghe di questo giorno le anticipazioni di tutto quanto poi mi sarebbe accaduto durante il periodo che precede il nostro Venerdi Santo. Quest’anno ho provato una sensazione di “assenza”. La presenza sempre minore di fedeli a quella messa mattutina mi ha meravigliato; quella che per tradizione era la messa dei contadini che, prima di dedicarsi ai lavori della terra, venivano a rendere omaggio al santo, sta ormai diventando, di anno in anno, un appuntamento per pochi. Anche il solito posto di Aniello, storico contadino dei Colli, ora era occupato da un affannato “operatore” ecologico che, lasciato il camioncino vicino alle bancarelle, sembrava cercare, tra un carico e l’altro, la benedizione per un lavoro più leggero e, forse, per una amore più duraturo. Aniello alla vigilia dell’ultima vendemmia ha pensato Bene di uscire di scena senza aspettare neanche che il mosto delle sue viti decidesse di diventar vino; sono sicuro che ora stia lavorando in vigne più soleggiate e sante! Quest’anno

la velocità delle celebrazioni, forse dovuta al numero di fedeli, ha fatto si che non mi incontrassi neanche con Massimo; non siamo riusciti ad augurarci un buon inizio della “nostra” Quaresima. L’assenza! credo che il filo che tesserà le storie di questa quaresima sarà l’assenza. Ma l’assenza come condizione di necessità di presenza; la presenza di tutti quelli che solo per un attimo si sono allontanati e che sono sicuro, di nascosto, sbirceranno per vedere cosa accade sul nostro palcoscenico. Così credo che da dietro all’altare si siano affacciati questa sera, spostando la tendina di velluto, Gianfranco, Roberto e Ferdinando. Gianfranco avrà domandato a Roberto se don Pasquale aveva già dato l’annuncio dell’inizio delle prove del miserere. Roberto, che era intento nel mostrare a Ferdinando il Tempietto vuoto di San Michele, anche Lui “assente” per i restauri, avrebbe risposto elencando, con la solita precisione, la data, l’ora e il tema musicale che avrebbe visto impegnato i cantori del Miserere. Quanta assenza. Quante parole non dette, sono fermate in gola dall’assenza; quanti saluti, orfani del gesto che li completa, genera l’assenza. Questa sera mi conforta l’idea che spostando la tendina di velluto, Gianfranco Roberto e Ferdinando, abbiano scorto tra l’oscurità la scia di quella Luce che traccia il sentiero, il cammino per noi tutti. Santa Quaresima 2015.

*Priore dell’Arciconfraternita Morte e Orazione di Piano di Sorrento Direttore responsabile: Costanza Martina Vitale Condirettore: Iole Filosa

Anno 9 numero 2 (88) Mensile iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Torre Annunziata. Iscrizione n.10 del 9 dicembre 2008 Editore: s.c. a r.l. AKMÁIOS iscrizione al R.O.C. n°22022 del 04 febbraio 2012 www.akmaios.it - 331.74.88.453

Hanno scritto su questo numero: Manuela Abbate, Nino Cuomo, Ciro Ferrigno, Iole Filosa, Michele Gargiulo, Costanza Martina Vitale, Fabio Vollaro. Impaginazione e grafica: Akmàios - Società di Comunicazione Questo numero è stato chiuso sabato 21 febbraio 2015 Tipografia: “Web Sorrento” Via Tordara, 1 - Sant’Agnello

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Quaresima/4. Continuano i Martedì itineranti dedicati alle nuove generazioni

i giovani incontrano simona atzori

La ballerina e pittrice priva di braccia dalla nascita condividerà la sua esperienza e la sua positività a Largo Licerta per la festa finale

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nche quest’anno la Pastorale giovanile della Diocesi Sorrento-Castellammare di Stabia, guidato da Don Nino Lazzazzara, propone l’itinerario dei Martedì di Quaresima dedicati alla fascia delle nuove generazioni. Quattro le tappe, tutte alle ore 20.00 e che vanno a toccare realtà periferiche della Diocesi, sul tema “Beati i puti di cuore perché vedranno Dio”, scelto per la Giornata mondiale della gioventù 2015: il 24 febbraio presso la parrocchia di S. Agata a Massa Lubrense; il 3 marzo presso la parrocchia dei SS. Ciro e Giovanni a Vico Equense; il 10 marzo presso la parrocchia di S. Maria dell’Arco nella frazione di Ponte Persica a Castellammare di Stabia; e infine il 17 marzo presso la parrocchia di San Michele Arcangelo a Pimonte. Durante ogni incontro spunti di riflessione saranno ispirati dagli interventi del parroco o il viceparroco della parrocchia ospitante e dalle canzoni del musical “I Miserabili – Tante storie, la tua Storia” con la contestualizzazione della trama ad opera del regista, nonché neoparroco di Massa Lubrense, Don Gennaro Boiano.

Gli appuntamenti precedono l’evento clou del percorso: la Pasqua dei Giovani che verrà celebrata il 28 marzo dalla ore 16.30 presso la concattedrale di Castellammare con la croce-simbolo dell’evento che per l’occasione sarà consegnata alla parrocchia che ospiterà la Pasqua dei Giovani nel 2016. A Largo Licerta avverrà poi la festa vera e propria e l’inconttro con la ballerina e pittrice Simona Atzori, priva di braccia fin dalla nascita e con un grande percorso alle spalle. La sua tenacia e la sua positività, nonostante gli eventi della vita, l’ha portata a laurearsi in “arti visuali all’University of Western in Canada dove cui città di London Ontario vi è una sua mostra permanente di quadri; a danzare durante la cerimonia di apertura delle paralimpiadi 2006 di Torino; ad esibirsi nella coreografia di apertura della quarta serata del Festival di Sanremo 2012; e nel 2014 nella cerimonia di chiusura della Route Nazionale al parco di San Rossore organizzata dall’AGESCI. Simona Atzori condividerà con i giovani presenti la sua esperienza ed anche i suoi incontri con Papa Giovanni Paolo II durante un’udienza nella basilica di San Pietro e con Papa Francesco in Sala Nervi, in Vaticano. Inoltre dal 30 aprile al 3 maggio presso la casa di spiritualità “Armida Barelli” di Alberi sono previsti gli Esercizi spirituali per i giovani.


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Pellegrinaggi. Il gruppo “over” di San Michele Arcangelo prepara la partenza

28 adesioni per il cammino di santiago

Con il percorso “portoghese” si fa tappa a Fatima e alla basilica cattedrale metropolitana di San Giacomo Maggiore alla conquista della conchiglia

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ono 28 i pellegrini che il prossimo 26 aprile partiranno alla volta del Cammino di Santiago con la parrocchia di San Michele Arcangelo di Piano di Sorrento guidata da Don Pasquale Irolla. L’itinerario scelto è stato pensato appositamente per una fascia di fedeli “over”, ridotto rispetto al percorso completo che corre lungo 800Km e dura circa un mese. Il gruppo, che si prepara alla partenza, ha già sperimentato i pellegrinaggi a Gerusalemme, Israele e Lourdes. Quest’anno, invece, è tempo di raggiungere la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore attraverso il percorso definito “portoghese” (vi sono infatti anche il percorso “francese” e “spagnolo”) che percorrono le strade nominate “patrimonio dell’umanità” dall’Unesco. Il viaggio intero durerà 7 giorni e 6 notti e lunedì 27 aprile, si farà tappa a Fatima dove si trova uno dei santuari mariani più importanti e famosi di tutto il mondo, dove nel 1917 tre pastorelli, Lucia dos Santos, Francisco Marto e Giacinta Marto, rispettivamente di 10, 9 e 7 anni, raccontarono di aver visto la Madonna mentre badavano al pascolo nella località di Conca di Iria. Dopo il riconoscimento del carattere soprannaturale delle apparizioni e l’autorizzazione al relativo culto, su edificato l’attuale santuario visitato il 13 maggio 1967 da Paolo VI e più volta da Papa Giovanni Paolo II che manifestò sempre profondo legame con gli avvenimenti del posto. La statua custodita nel santuario raffigurante la Madonna è in legno e si trova nella cappellina delle apparizioni, scolpita dall’artista portoghese Josè Ferreira Thedim nel 1920 dietro indicazioni di Lucia, divenuta monaca dopo l’esperienza mistica. Altra tappa fondamentale del viaggio è, naturalmente, la basilica cattedrale metropolitana di San Giacomo Maggiore in Compostela nella cui cripta sono conservate le reliquie dell’apostolo patrono della Spagna in un’urna d’argento nell’area sottostante l’altare. L’erezione del santuario è legata ad una leggenda che narra il ritrovamento del corpo di Santiago nel IX secolo. L’attuale struttura nasce su una prima chiesa costruita dopo il rinvenimento per volere di Alfonso II delle Asturie. I lavori iniziarono nel 1075 e completati nel XIII secolo. La consacrazione avvenne nel 1211 con il re Alfondo IX di Leòn. Simbolo del pellegrino che ha intrapreso il Cammino ispirato all’apostolo nonché cugino di Gesù, Giacomo figlio di Zebedeo, è la conchiglia, un tempo raccolta sulle spiagge galiziane. La conchiglia doveva essere cucita sul mantello o sul cappello per mostrare di essere giunti a contemplare la tomba di Santiago. Oggi, come allora, rimane un simbolo di un’esperienza unica nel suo genere.


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Congreghe. L’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Pio Monte dei Morti

eletto il nuovo priore a meta

Antonino Iaccarino è stato scelto per guidare il sodalizio con 108 preferenze. Prime processioni anche per i quattro nuovi Assistenti

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omenica 15 febbraio si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Pio Monte dei Morti di Meta. Dalle 9.30 alle 12.30 hanno espresso la propria preferenza 126 confratelli su 171 iscritti aventi diritto al voto. A scrutinio effettuato, il Priore che guiderà la Confraternita per i prossimi anni è Antonino Iaccarino, con 108 voti coadiuvato da Gaetano Iaccarino come Primo Assistente (61 voti); Salvatore Izzo come Secondo Assistente (48 voti); Nicola Criscuolo come Terzo Assistente (33 voti); e Salvatore Russo come Quarto Assistente (30 voti). La nascita dell’Arciconfaternita mete è da collocare nel 1633 quanto Padre Patigno della Compagnia di Gesù e Padre Stefano della Riforma di San Francesco diedero inizio alla fondazione del Pio Monte dei Morti nella chiesa parrocchiale di S. Maria del Lauro nella quale, precisamente nella Cappella dedicata al SS. Crocifisso, stabilì la sede l’anno successivo quando ottenne licenza e approvazione dall’Arcivescovo di Sorrento Mons. Agrisani., mentre lo Statuto, invece, ebbe assenso dal Re Carlo III nel 1759, poi aggiornato nel 1982. La divisa ufficiale è costituita da saio e cappuccio nero, mozzetta di colore azzurro e medaglione argentato con l’immagine di incappucciati oranti ai piedi della Croce. Come altri sodalizi della penisola sorrentina, anche l’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Pio Monte dei Mor-

ti organizza le Processioni del Venerdì Santo rendendo omaggio agli Altari della Reposizione, la notte con la Vergine Addolorata, di sera con il Cristo Morto (stauta lignea dello scultore siciliano Girolamo Bagnasco”. Oltre ai tradizionali “martiri”, in processione è possibile ascoltare l’antico “Inno” dedicato alla Vergine Addolorata, ”Del Sacro dì”, ed “Ecco d’Amor la vittima” interpretati dai bambini e il “Miserere” con il coro degli adulti. L’Arciconfraternita organizza, inoltre, la Festa dell’Esaltazione della S. Croce il 14 di Settembre, dà contributi a famiglie bisognose e alla mensa Parrocchiale, e si muove in armonia con quelle che sono le direttive ecclesiastiche diocesane e parrocchiali.

Eventi/1. PER LA PRIMA VOLTA MONS. FRANCESCO ALFANO INCONTRA TUTTE LE FAMIGLIE FRANCESCANE RIUNITE

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n occasione della Quaresima , sabato 7 marzo alle ore 15:00 Sua Eccellenza il Vescovo Monsignor Francesco Alfano incontrerà nel Convento S. Francesco di Vico Equense le famiglie francescane della Diocesi Sorrento-Castellammare di Stabia, vale a dire le fraternità di Castellammare (Terziari appartenenti all’Ordine Francescano Secolare), Fornacelle (Terziari OFS), Gragnano (Terziari OFS), Massa Lubrense (Terziari OFS), Sant’Agnello (Terziari OFS, giovani ed adolescenti), Sorrento (Terziari OFS), Ticciano (Terziari OFS) e Vico Equense (Terziari OFS, giovani ed adolescenti). Non è certo la prima volta che Don Franco incontra i seguaci di San Francesco d’Assisi, ma fino ad oggi non era mai accaduto che tutte le realtà diocesane lo accogliessero assieme, nello stesso convento, condividendo qualche ora del proprio pomeriggio all’interno di questa famiglia allargata. Sarà certamente un’occasione per conoscersi, per fare fraternità, per nutrire e rendere partecipe anche l’altro del proprio cammino di fede.

Fabio Vollaro


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Eventi/2. Convegno al Teatro Tasso. Assente il Cardinale Walter Kasper

«la famiglia è il luogo del dono»

Condotti da Paola Saluzzi, gli interventi di Sergio Zavoli, Don Antonio Cairo, Francesca Barra e dell’Amministrazione di Sorrento di Nino Cuomo

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on è intervenuto il Card. Walter Kasper, (per una bronchite acuta che lo ha bloccato a Roma), ma l’annunziato convegno sulla famiglia ha raggiunto ugualmente il suo scopo, in mondo particolare per il lungo – ed intenso – intervento conclusivo di Sergio Zavoli che, ultranovantenne, ha mantenuto avvinto il qualificato uditorio, con una ricchezza di citazioni e di richiami, storici e biblici, che, alla fine, l’ha salutato con un lungo e prolungato applauso. Il convegno, condotto da una Paola Saluzzi particolarmente in forma, è stato introdotto dal Sindaco, Giuseppe Cuomo e dall’Assessore, Maria Teresa De Angelis. Il Primo Cittadino di Sorrento, oltre che a rivolgere il saluto ai qualificati invitati per la trattazione del tema proposto, ha sottolineato come, in questo momento sia necessario parlare di famiglia, per la sua rilevanza che ha, oggi, nella vita del popolo, e come, anche l’Amministrazione Comunale si senta impegnata nella sua tutela e difesa. Ha ringraziato, altresì, Gennaro Carpino e Christian Tramontano che hanno provocato questo convegno. L’intervento di Don Antonio Cairo è partito da una premessa: “La famiglia è il luogo del dono, non del bisogno”, svolgendo il tema in paragone alla natura ed affermando che, se “una pianta può rappresentare il bisogno” è “il fiore che ne è il dono”. Infatti, la dichiarazione dei coniugi nel contrarre matrimonio, non è più “io ti prendo in sposa o in sposo” ma “io ti accolgo” dimostrandone l’essenza altamente spirituale e morale, ponendone a base un amore “per tutta la vita” e non solo……a puntate. L’oratore ha paragonato l’amore come una passeggiata lungo il mare, osservandone e facendone propria la natura nella sua bellezza e nella sua durevole immensità. Don Antonio ha suggerito di infondere agli sposi di guardare, a sera, esaminando il bilancio del giorno e domandandosi “cosa ho fatto oggi”, come ho contribuito a “mantenere viva questa cellula della società nella quale vivo”, curando insieme i “mali” e accettandosi, reciprocamente come si è. Ed ha concluso considerando

che il matrimonio resiste nella sua solidità se ognuno, accentandosi come si è, può confidare che anche l’altro faccia altrettanto; se ognuno “s’innamora di se stesso” non è vittima di egoismo, ma crea la disponibilità a rinunziare qualcosa di se stesso per arricchire l’altro, nella speranza, ancora, che l’altro faccia altrettanto. Interessante e profondo, sul piano – diremmo “civilistico e laico” – è stato l’intervento di Francesca Barra, la quale è partita dalla dichiarazione inserita nella nostra Carta Costituzionale, la quale, all’art.31, impegna ad “agevolare la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi”. Ognuno deve sentirsi impegnato a realizzare questo “programma” che è il fondamento della nostra società, perché con esso la nostra società si costruisce e si mantiene, resistendo agli attacchi e, richiamando l’affermazione di Papa Francesco, secondo cui “la famiglia è il più grande tesoro” della società perché i suoi componenti sono “portatori di felicità”. La famiglia – ha sviluppato in conclusione Sergio Zavoli – è una società che si fonda sulla “speranza” , perché si fonda sulla reciproca “testimonianza” di amore, nella convinzione che “volersi bene è anche ringraziare di aver trovato un altro che ci vuole bene”. Paola Saluzzi, che, conducendo il convegno, si è dichiarata quasi sorrentina di adozione, ha espresso l’augurio che, anche a Sorrento, le conclusioni di questo convegno possano essere utili a perseverare nella difesa della famiglia in una terra nella quale la natura è stata particolarmente generosa e che è meta di milioni di turisti per goderla. Tutti si sono augurati, anche, che il card. Kasper possa ristabilirsi ed, in un prossimo futuro, magari con il tempo meno inclemente, possa ugualmente venire a Sorrento per trasmettere a tutti i risultati dei suoi studi ed approfondimenti su “la famiglia nella nuova evangelizzazione”, sul quale argomento è stato relatore introduttivo all’ultimo sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, in preparazione di quello ordinario del prossimo ottobre.


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Eventi/3. Dal Vaticano al Santuario mariano fino alla città partenopea

NAPOLI E POMPEI ACCOLGONO IL PAPA

Il Santo Padre incontra la gente di Scampia, i detenuti di Poggioreale, gli ammalati, i religiosi, i diaconi permanenti e i giovani

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nsieme alla Primavera, giungerà Papa Francesco il prossimo 21 marzo a Napoli e a Pompei, tappe del terzo viaggio del Santo Padre in Campania. «La visita del Papa - ha commentato Mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato e Delegato Pontificio di Pompei - è un dono grande alla nostra comunità e pone significativamente la “Nuova Pompei”, fondata sulla fede a Maria e sull’operosa carità del Beato Bartolo Longo, come porta della preghiera a questo nuovo incontro del Santo Padre con la terra campana. Sono molteplici i motivi per i quali la presenza di Papa Francesco a Pompei rappresenta un evento di straordinario rilievo ecclesiale. La filiale e tenera devozione mariana che il Papa continua a manifestare è anche alla radice del forte impegno della Chiesa di Pompei verso gli ultimi e i più bisognosi, impegno che ha dato vita all’esistenza stessa della città mariana. Più che mai oggi, le motivazioni di carità, legate intimamente alle esigenze di giustizia e rispetto della dignità di ogni persona, non sono venute meno. Oltre all’esultanza per la sua venuta, attendiamo che Papa Francesco ci indichi la strada da percorrere per essere ancora più vicini e più solidali con la nostra gente». Mons. Bergoglio partirà alle 7.00 di sabato 21 marzo dall’eliporto del Vaticano con l’elicottero che atterrerà nell’area meeting del santuario di Pompei. Alle 8.15 Il

Santo Padre pregherà all’interno del Santuario per poi ripartire in elicottero alla volta di Napoli. Qui avrà inizio la visita pastorale vera e propria: alle 9.00, infatti, l’elicottero papale atterrerà nel campo sportivo comunale di Scampia per l’incontro con la popolazione del rione e con diverse categorie sociali in Piazza Giovanni Paolo II dove Papa Francesco terrà anche un discorso. Alle 11.00 Piazza Plebiscito accoglierà, invece, la celebrazione eucaristica e l’omelia del Santo Padre, mentre alle 13.00 si recherà presso la Casa circondariale “Giuseppe Salvia” di Poggioreale parlando e pranzando con i detenuti. La visita continuerà poi con il seguente programma: ore 15.00 venerazione delle reliquie di San Gennaro, incontro con il clero, i religiosi e i diaconi permanenti presso il Duomo di Napoli, e discorso; ore 16.15 incontro con gli ammalati nella Basilica del Gesù Nuovo; e ore 17.00 incontro con i giovani sul Lungomare Caracciolo. Alle 18.15, infine, l’elicottero papale si alzerà in volo dalla Stazione marittima di Napoli per fare ritorno alle 19.00 in Vaticano. La visita di Papa Francesco ricalca quella di Papa Giovanni Paolo II che, nel 1979 fece tappa a Pompei e Napoli, iniziando la sua visita pastorale proprio dal santuario mariano, dove tornò il 7 ottobre del 2003 per la chiusura dell’Anno del Rosario. Nel 2008 anche Papa Benedetto XVI ha visitato il Santuario di Pompei.


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ari lettori ben ritrovati. Dopo esserci occupati dei primi due requisiti fondamentali dell’incapacità di cui al can. 1095, n. 3 ossia dell’impossibilità di assumere e degli obblighi matrimoniali esaminiamo, in questo numero, il terzo degli elementi fondamentali vale a dire le cause di natura psichica. Dalla lettera stessa della norma risulta evidente che il vizio dell’incapacità di assumere gli oneri coniugali debba scaturire da cause di nature psichica. Orbene è necessario precisare cosa il Legislatore canonico intenda con l’espressione ‘ob causas naturae psychicae’. In primo luogo di deve sottolineare che l’aggettivo ‘psichico’ è usato dal Legislatore canonico in senso giuridico e non psichiatrico. È, altresì, evidente che lo stesso abbia un ampio campo di significati indicando, dunque, tutto ciò che attiene alla struttura psichica, spirituale ed affettiva della persona stessa che sono da intendersi come cause formali. In altre parole il nubente deve trovarsi nell’impossibilità reale di assumere gli obblighi matrimoniali essenziali

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Diritto Canonico. Il Sacramento del Ma

IL VIZIO DELL’INCAPACITÁ

Per la nullità non ha importanza il “nom a causa della sua abnorme struttura psichica e del processo dinamico razionale sottostante alla stessa. È opportuno precisare che la causa psichica non è la causa di nullità, ma privando il nubente della padronanza e del dominio di sé necessari a farsi carico e rispondere degli obblighi matrimoniali essenziali, di fatto fa in modo che egli non possa assumerli. Ai fini della dichiarazione di nullità per l’incapacità di assumere gli oneri coniugali non ha importanza né l’indole, né la denominazione né la specie della causa psichica, ma è sufficiente che essa, sia che si tratti di causa psichica funzionale sia che si tratti di causa organica o endogena, induca il nubente all’incapacità di assumere.

UN BAMBINO NON EDUCATO OGGI DIVENTA UN ADULTO ANAFFETTIVO DOMANI

Dante e Beatrice, che aveva sei anni in meno, si conoscevano fin dalla fanciullezza perché abitavano vicini. I due ragazzi iniziarono una relazione che indulgeva ad intimità sessuali quando Beatrice era ancora quattordicenne. I genitori di Beatrice venuti a conoscenza per un caso fortuito della predetta relazione sessuale, imposero alla propria figlia di interromperla, ma successivamente essi accolsero Dante in casa consentendo così la ripresa della relazione che proseguì senza freni anche sul piano delle intimità. Durante la predetta relazione Dante fu più volte infedele, ma Beatrice nonostante tutto restò legata a lui, anzi sotto richiesta dello stesso Dante accettò di interrompere volontariamente una gravidanza antenuziale affinché egli non avesse problemi nella conclusione degli studi universitari.

Le nozze furono celebrate dopo circa sei anni di relazione. La convivenza coniugale, non allietata dalla nascita di figli e durata circa dodici anni, non fu mai felice. Ci furono, infatti, reciproche infedeltà e l’uomo ebbe anche un figlio da una delle sue relazioni adulterine. Alla separazione legale si giunse per volontà di Beatrice che lasciò il marito ed inizio una relazione con un altro uomo con il quale generò anche un figlio. Poco tempo dopo la separazione, Dante presentò al competente Tribunale ecclesiastico libello con il quale accusava di nullità il suo matrimonio con Beatrice per incapacità di assumere gli oneri coniugali da parte della donna e in subordine grave difetto di discrezione di giudizio da parte dell’uomo. Il Tribunale di primo grado statuì il dubbio solo per incapacità da parte della moglie ed espletata l’istruttoria per mezzo dell’audizione delle parti e dei testi fu redatta la perizia dal Dott. C.G. che esamino sia gli atti che le persone. A seguito di istanza del patrono di parte attrice il dubbio fu ampliato includendo anche l’incapacità da parte dell’uomo. Ciò nonostante la sentenza di primo grado fu negativa per tutti i capi di nullità. L’attore, tuttavia, non prestò acquiescenza e appellò al Tribunale di secondo grado competente, il quale dopo aver rinnovato l’istruttoria mediante una nuova audizione delle parti e dei testi e una nuova perizia ex officio redatta dal dott. R.P. emise sentenza affermativa. La causa, allora fu trasmessa alla Rota Romana dove non fu effettuato alcun supplemento istruttorio dal momento che essa era già sufficientemente istruita. Ad evitar equivoci diciamo che la sentenza rotale si occupa sia del difetto di discrezione di giudizio in entrambe le parti sia dell’incapacità da parte sia dell’uomo che della donna, tuttavia dal momento che lo spazio a nostra disposizione è


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atrimonio dal punto di vista della legge

Á E LA NATURA PSICHICA

me” della patologia, ma la sua esistenza

di Manuela Abbate*

Per il capitolo di nullità in esame assume importanza l’antecedenza o la coesistenza dell’anomalia psichica, quale causa formale dell’incapacità, con il momento in cui il consenso viene emesso. L’incapacità susseguente il matrimonio, infatti, non inficia in alcun modo la validità dello stesso. La perpetuità e l’incurabilità dell’incapacità, al contrario, non hanno nessun peso per questo capo di nullità; ciò che assume importanza è la presenza dell’incapacità al momento in cui si presta il consenso. Il fatto, tuttavia, che l’anomalia psichica sia incurabile costituisce un grave indizio a favore della impossibilità di assumere e non di una semplice difficoltà.

limitato soffermeremo solo sul vizio dell’incapacità da parte dell’uomo attore. Diciamo subito che in riferimento all’incapacità di assumere gli oneri coniugali da parte dell’uomo la sentenza rotale è affermativa. I Giudici del Turno, invero, sottolineano che il vissuto dell’attore è problematico fin dall’infanzia. Egli, infatti, crebbe con la totale assenza del padre allontanato dalla casa coniugale a causa di una relazione adulterina dalla quale era nato un figlio della stessa età dell’attore e dedito all’abuso di sostanze alcoliche. L’unica ‘educazione’ che l’attore ricevette dal padre fu che appena raggiunta la pubertà questi lo portò da una prostituta. I Giudici del Turno notano che l’attore ha subito gravi ferite nell’evoluzione della sua maturità affettiva ed emotiva sviluppando una visione dell’amore solo voluttuario ed edonistico e non autentico ed oblativo (fin dall’età di sedici anni l’attore aveva intrapreso relazioni sessuali con le ragazze). Il rapporto con Beatrice iniziò come relazione sessuale ed egli dominò sempre la convenuta cose se questa fosse una sua proprietà. A sostegno di tale tesi i Giudici ricordano due fatti che emergono dal racconto delle parti e dei testi il primo è l’aborto antenuziale che Dante praticamente ‘ordinò’ a Beatrice ed il secondo sono i numerosi furti di abbigliamento che la convenuta commise nel negozio presso il quale lavorava affinché Dante potesse vestirsi con i capi che gli piacevano. Accanto a questi elementi dagli atti emerge anche da parte di Dante la totale assenza di amore paterno verso il figlio generato fuori dal matrimonio e il suo comportamento privo di affettività nei confronti di tutte le donne con le quali ebbe relazioni, le quali erano solo relazioni sessuali. Il quadro di incapacità ad instaurare una relazione interpersonale paritaria e genuina nei confronti della comparte trova conferma nelle perizie redatte dai dott. C.G. e R.P. sebbene i predetti specialisti non concordino sulla definizione nosografica della patologia da cui era affetto Dante. Invero per il dott. C.G. Dante è affetto da un «Disturbo

In considerazione dell’ampiezza della formula usata dal Legislatore canonico le cause di natura psichica da cui si origina l’incapacitas assumendi possono essere varie e molteplici. Fra di esse dottrina e giurisprudenza annoverano il Disturbo Paranoide di Personalità (di cui accenniamo brevemente qualche nota per essere tale disturbo oggetto del caso pratico di cui ci occuperemo in questo numero, n.d.s.). La perturbazione paranoide comporta una tendenza diffusa ad interpretare le azioni degli altri come minacce e/o offese nei loro confronti. Sono soggetti caratterizzati da una gelosia patologica e dalla facilità all’indignazione e agli scatti di ira. Questi soggetti per la loro natura ipersospettosa possono apparire ‘freddi’ e privi di sentimenti teneri. Non avendo fiducia negli altri hanno necessità di essere autosufficienti ed autonomi. Tutti questi elementi li rendono incapaci ad instaurare una relazione interpersonale paritaria e comunicativa con il partner. Andiamo ora ad esaminare il caso pratico di questo mese.

*Avvocato Rotale

di Personalità Paranoide», mentre per il dott. R.P. Dante presenta un «Disturbo Misto di Personalità con predominio di manifestazioni narcisistiche e paranoidee». Entrambi i periti, pur differendo nella nomenclatura della patologia, sono concordi però nell’affermare che la relazione tra Dante e Beatrice non era e non poteva essere una relazione interpersonale paritaria a causa da una parte dell’incapacità dell’uomo di nutrire sentimenti di amore genuino e dall’altra della necessità di lui di manipolare ed orientare le scelte di Beatrice. In considerazione di tutto quanto emerge dagli atti i Giudici ritengono che al momento della celebrazione del matrimonio Dante si trovasse in uno stato di vera incapacità di assumere gli oneri coniugali e non di una semplice difficoltà.

Manuela Abbate

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Territorio/1. Percorso tra autori e canzoni napoletane famose o sconosciute

dichiarazioni d’amore tra le note

Secondo Bartolommeo Capasso, il canto più antico dedicato alla Terra delle Sirene ricorda l’invasione dei turchi del 1558 di Nino Cuomo

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o sviluppo della canzone napoletana a Sorrento affonda in una tradizione nata alcuni secoli fa. Secondo lo storico Bartolommeo Capasso il più antico canto ricorda la triste invasione dei turchi avvenuta il 13 giugno 1558: All’arme, all’arme, la campana sona. Li Turche so’ arrivate alla marina mentre il primo stornello amoroso, secondo la tradizione, fu musicato da Gaetano Donizetti. Site cchiù bella vuie ca n’è la rosa. Il primo canto ispirato a questa terra presentato alla Festa di Piedigrotta – con il titolo ‘A Surrentina - è attribuito a Capocelatro e rimonta al 1844, che descrivendo il pittoresco e ricco costume dell’epoca si alterna ad espressioni di amore La vedette a Piederotta Tutta festa era aparata, pe guarda’ la truppa frotta dalla mamma accompagnata; na giacchetta aggallonata na pettiglia ricamata, na gonnella cremmesina e duie uocchie da ncantà: e la bella Sorrentina la sentente annommenà. E nel 1888, due sorrentini autentici, descrivendo la loro patria, armonizzarono versi e musica invitando a constatare che Nce n’hanne de paise per lo Munno ma comme stu Surriento nun nce n’hanno. Però fu dal Grand Tour che Sorrento ha particolarmente trasmesso con la canzone un messaggio di amore e di bellezza, anche se molti possano pensare che il ruolo di Sorrento, nella canzone napoletana, sia legato solo a Torna a Surriento dei fratelli De Curtis ed a Caruso di Lucio Dalla. In effetti le canzoni dedicate a Sorrento, alle sue panoramiche colline ed al suo azzurro e limpido mare, superano il centinaio e, nella pubblicazione del libro “Torna Surriento, cento anni d’amore”, ne furono presentate ottanta con i corrispondenti spartiti musicali e, tra esse, fu anche inserita Torna a Surriento, tradotta in inglese ed in giapponese.

A Sorrento la canzone è stata sempre ispirata dalle belle donne, dal cielo e dal mare azzurri e fino a quando gli incanti naturali di questa terra, che fu già sede di sirene ammaliatrici, resteranno ad incantare visitatori, specie artisti e amanti del bello, la canzone troverà la sua patria naturale. Percorrerendo oltre un secolo di musiche e di versi, s’incontrano coppie di artisti i quali hanno trasmesso il fascino di una natura e la sincerità di sentimenti: i fratelli Giambattista ed Ernesto de Curtis, Ernesto Murolo ed Ernesto Tagliaferri, Aniello Califano e Salvatore Gambardella, Tito Manlio e Salve d’Esposito, R. Fiore e F. Rèndine, per non dimenticare Eduardo Di Capua, Libero Bovio, Gaetano Lama, Gaetano Donnarumma, E. A. Mario ed Evemero Nardella. Forse non tutte le canzoni inneggianti a Sorrento sono note, ma esse esprimono ugualmente quel sentimento e quell’ispirazione che la terra sorrentina ha saputo esprimere. Infatti ai suddetti autori vanno aggiunti i sorrentini Raffaele Massa, Antonino Ciro de Lizza. Camillo Paturzo, Antonino Di Leva, Silvio Salvatore Gargiulo (Saltovar), Manfredi Fasulo, Goffredo Casola, Antonino Senia, Ferdinando Concione e Michele Paturzo, Salvatode Cangiani, Giuliana Gargiulo, Carmine Gallone, Luciano Propoli. Canzoni che ebbero il loro successo, magari momentaneo e provvisorio, ma che, comunque, fanno parte della raccolta di versi e musiche che hanno trovato nella natura e nella vita dell’intera Penisola Sorrentina la loro ispirazione o la loro occasione di rappresentarla. Non si dimentica, infatti, la canzone-serenata composta da Goffredo Casola in occasione della visita a Sorrento della Zarina di Russia per il fidanzamento ufficiale delle figlia con il Duca di Edimburgo, all’Hotel Tramontano, che da quella data aggiunse l’appellativo di “Imperial” e la strada – vico III Tasso – previo allargamento, assunse il nome di “via Alexadrowna” (mutato, nel 1918, a seguito dei noti eventi storici, in via Vittorio Veneto). Resta, comunque, confermato che tutte le canzoni sorrentine (compresa “Torna a Surriento” – come vedremo) furono ispirate da sentimenti di esaltazione delle bellezze di questa terra benedetta dal Creatore e di belle donne ispiratrici d’amore!


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Territorio/2. La storia dell’Azienda agricola locale “O Professore 1912”

LA NOVITà DEl “baso” di sorrento

Una pralina di cioccolato nata nella città carottese che racchiude i sapori degli agrumi, la passione per il lavoro e una tradizione secolare

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osa succede quando la sapienza dell’arte artigianale, la dolcezza del cioccolato e il sapore degli agrumi nostrani si uniscono? Nasce il connubio perfetto tra radici territoriali e legame familiare, una bontà originale dalla provenienza tutta peninsulare a marchio opportunamente registrato. Nasce il “BaSo”, letteramente “Bacio di Sorrento”, frutto del lavoro e dell’ingegno dell’Azienda agricola “O’ Professore 1912” di Piano di Sorrento. Si tratta di una pralina di cioccolato con il cuore composto da scorzette di arancio candito, marmellata di arancio amaro, succo di arancio vaniglia e infuso liquoroso a base di arancio. In un solo morso è racchiuso il sapore originale della costiera famoso in tutto il mondo, garantito dalla genuinità delle materie prime e dalla preparazione artigianale del prodotto. «Nel settore della produzione di praline ricoperte di cioccolata spiegano gli ideatori - il mercato è dominato dalle produzioni industriali, dai grandi numeri delle multinazionali del dolce che tentano di uniformare i sapori a livello globale per catturare il maggior numero di consumatori standard, non potendo e non riuscendo a distinguere le peculiarità dei territori e le eccellenze che spesso tendono a scomparire o restano relegate a pochi intenditori che hanno possibilità di accedere alle delizie di blasonati artisti della tavola e del gusto». Anche per questo l’Azienda agricola “O’ Professore 1912” è una realtà affascinante: una piccola grande cellula di tradizioni e profumi con un secolo di storia alle spalle ed entusiasmo sempre nuovo, al centro di Piano di Sorrento. Le origini si devono a Giuseppe Maresca che agli inizi del Novecento prende in affitto e poi acquista un rigoglioso agrumeto sul Corso Italia. Mentre imperversano le guerre mondiali e il fascismo, Puppeniello, come amava chiamarlo sua moglie Rachele, con l’aiuto dei figli vive, nonostante le difficoltà dell’epoca, la soddisfazione

di abbondanti raccolti con produzioni di qualità che vengono esportati anche all’estero, in Inghilterra. Oltre al lavoro, condiviso con le donne di casa, Puppeniello si dedica anche alla sua passione per il pianoforte, impara a suonare ad orecchio per l’innato talento che lo portò ad accompagnare le lodi del Signore agli organi di tutte le chiese locali con l’ammirazione e l’apprezzamento dei compaesani che gli regalarono l’appellativo di “O’ Professore”, da cui viene il nome dell’Azienda agricola oggi portata avanti, con rispetto, orgoglio ed entusiasmo, dai suoi discendenti. Dopo oltre un secolo di storia e cento anni di tradizione scandita dai ritmi della natura, la filosofia dettata da “O’ Professore” è ancora l’ingrediente principale del lavoro e dei prodotti dell’Azienda che si estende per 14.000 mq e accoglie, oltre alle piantagioni agrumarie, anche coltivazioni minori di drupacee (pesco, susino, albicocca, ciliegio, mandorla), pomacee (melo, pero, cotogno), noci nonché olivi e viti, non mancando infine una zona ad orto, rappresentando di fatto un concentrato di diversità colturali. L’Azienda è stata inserita nel progetto “Le vie del limone di Sorrento” volto a promuovere e valorizzare la denominazione protetta con un’azione di visibilità dei fondi agricoli di produzione e delle strutture di lavorazione del limone. Nell’anno 2013 l’Azienda è stata insignita, inoltre, del premio “Sorrento nel Mondo” come agrumicoltori della Penisola sorrentina. Un riconoscimento cosi motivato: «Contrariamente a quanti abbandonano gli agrumeti all’incuria e/o alla speculazione, alcuni agrumicoltori, coraggiosamente, continuano a mantenere, talvolta con enorme sacrificio, il loro agrumeto. Si ritine doveroso premiarli perché con la loro opera difendono come veri e propri custodi quel che resta del paesaggio che ha reso famosa la Penisola Sorrentina nel Mondo».


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Eventi/4. Don Gennaro Boiano riporta sul palco il capolavoro di Victor Hugo

il 7 e l’8 marzo Tornano “i miserabili”

La prima trasposizione in italiano di uno degli spettacoli più belli del panorama mondiale. «Al centro dell’attenzione vi è l’umanità»

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a Compagnia Teatrale “Il Segno” e il Teatro Delle Rose ripropongono, dopo il grande successo dell’anno scorso, il musical che ha incantato per vent’anni numerose generazioni: “I Miserabili - Tante storie, la tua storia”. Lo spettacolo, il primo interamente in italiano, inserito nella rassegna teatrale del Teatro delle Rose, andrà in scena sabato 7 e domenica 8 marzo, rispettivamente alle ore 21.00 ed alle ore 18.00. Direttamente dalla penna di Victor Hugo e dal capolavoro musicale di Alain Boublil e ClaudeMichel Schonberg, i personaggi dell’opera hanno preso vita sul palco del teatro peninsulare, grazie alla dedizione della Compagnia Teatrale “Il Segno” che ha investito quest’ultimo anno nella riuscita dello spettacolo. «Noi della compagnia - ha dichiarato Chiara Imperato per la prima del 2014 nel suo ruolo di Cosette - ci siamo avvicinati in punta di piedi ad uno degli spettacoli più belli del panorama mondiale. è stato per noi un colpo di fulmine! “I Miserabili” è un musical capace di arrivare al cuore come nessun altro, grazie alla combinazione di una storia avvincente e temi musicali magnifici, che si rincorrono l’un l’altro per tutta la durata dello spettacolo. Ci siamo dedicati con impegno e passione alla preparazione de “I Miserabili”, al fine di ricreare la magia di questo musical, e con l’obiettivo di conquistare il cuore delle persone che verranno a vederci, così come questo spettacolo ha conquistato il nostro». Un musical che ha richiesto lavoro e dedizione anche dietro le quinte; dopo circa 30 anni, infatti, per la prima dello scorso anno fu ripristinata al Teatro delle Rose la tradizionale buca d’orchestra dove il coro Laus Deo fu diretto dal Maestro Marianna Russo e furono create scenografie d’impatto perfettamente combacianti con la complessità dello spettacolo. Con la direzione artistica di Don Gennaro Boiano, fondatore della compagnia teatrale, e tecnica di Antonio Mirone il quale ha lavorato intensamente affinché il contenuto potesse arrivare agli spettatori nel miglior modo possibile, il pubblico è rimasto

incantato dal musical e dai suoi interpreti. «Il musical, tra le tanti arti sceniche, è la più completa spiega Don Gennaro Boiano - riesce a contenere in sé il canto, la recitazione e la danza e quindi ha potenzialità espressive maggiori andando a cogliere diverse sensibilità e linguaggi. E comunque l’arte è un veicolo privilegiato che riesce a veicolare concetti complessi in un modo intuitivo e diretto. Sono fautore dell’idea che il mezzo attraverso il quale si porge un contenuto è altrettanto importante del contenuto stesso: anche il concetto più sublime non viene comunicato se il mezzo utilizzato non è attraente. Attraverso la bellezza si vede più lucidamente il volto di Dio. “I Miserabili” poi è un capolavoro letterario di indiscutibile valore e, pur avendo un protagonista principale, narra tante storie di varia e bella umanità in cui ci possiamo ritrovare tutti indistintamente. Partendo dalla vita di Jean Valjean che viene recuperato da un abisso profondo di miseria ed abbrutimento tramite la grazia di Dio fino ad arrivare a personaggi minori, ma comunque importantissimi, come Eponine che ci mostra il dono completo di una vita per amore fino alla scelta estrema della morte. Lo spettacolo che portiamo sul palco - continua il regista ha un linguaggio universale che parla al cuore dell’uomo mostrandogli il suo volto più bello. Nel corso della rappresentazione si aprono prospettive che mostrano la possibilità di una vita vissuta con una marcia in più, con amore e per amore. Tutti abbiamo bisogno di trovare il senso profondo della nostra esistenza e le tematiche di questo spettacolo aiutano a porsi domande profonde e a trovare risposte senza compromessi. Siamo felici conclude Don Gennaro Boiano - di poter tornare al Teatro Delle Rose che la Compagnia “Il Segno” ha incontrato sul sentiero della passione, passione di voler realizzare cose belle, di non essere banali o scontati nel promuovere solo ciò che fa marketing e si vende facilmente. Ciò che ci ha unito è la voglia di voler lasciare un solco profondo, significativo, creando un prodotto qualitativamente curato e diverso da ciò che siamo abituati a vedere».




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