Displayitalia 018issu

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display Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale – 70% - LO/MI 15 euro (4 numeri)

ITALIA

TRIMESTRALE DI POP - RETAIL - TRADE MARKETING | • autunno 2015 •

èMagazine

AudiOutdoor: l’indagine

POP IN SHOP AGENZIE DIGITAL SIGNAGE MATERIALI

Il Retail in giardino

GDO TEMPORARY SHOP FIERE

MOODBOARD ARREDO URBANO HI DESIGN

SHOP FITTING

1 D

LOGISTICA italia

CARTOTECNICA

isplay PRODUZIONE èMagazine


EDITORIALE

FOTO DI COPERTINA:

di Marco Oltrona Visconti

INSPIRATIONAL HUB, GROTTINI FOTO DACAN

ELEMENTI DI NOVITA’ NELL’ARIA... E NELL’ OUTDOOR

Per verificare le novità che èMagazine propone in questo periodo ovviamente potrete leggere questo numero di Display Italia oppure venire a trovare il nostro staff al Viscom (pad. 8/12, 15-17 Ottobre Rho Fiera), appuntamento tradizionale della comunicazione visiva, dove celebreremo il concorso DIVA (Display Italia Viscom Award) dedicato ai materiali POP al retail design e all’arredo espositivo in genere. Oltre ai migliori materiali espositivi che l’industria di marca ha commissionato per la comunicazione in store, qui troverete diversi fornitori di materiali espositivi, designer e trade marketing manager. E infine una mostra di design dedicata al settore: Elementaria. Quest’ultima sarà di fatto un’esposizione di prototipi, tutti creati attraverso un nuovo modello di business fondato sull’accesso agevolato alla creatività e sulla consulenza delle aziende che trasformano i polimeri. Argomenti presenti nella nuova sezione dedicata alle materie prime e in particolare ai biopolimeri la cui rassegna è stata trattata con il piglio dell’approfondimento da Emilio Sitta. Da non perdere l’indagine di AudiOutdor con rilevazioni sempre più precise sull’audience pubblicitaria di 100.000 impianti pubblicitari sul territorio italiano, ivi compresi gli ambienti delle metropolitane degli aeroporti e delle autostrade. Senza dubbio, un’indagine dettagliata e finalizzata alla creazione di un benchmark delle tariffe. L’approfondimento sul POP in questo numero è dedicato ai garden center e ai vivai, sotto il profilo delle dinamiche di comunicazione in store, un canale distributivo ben lontano dalla saturazione, ma non per questo carente di buone idee promozionali. Il “verde” tra l’altro, come evidenzia Marinella Croci, è molto utilizzato come elemento di decoro anche a Expo. Come sempre a centro rivista si possono leggere articoli sugli specialisti del nostro settore: Red Box, Trocart, Prealpi e infine Grottini che ha creato un vero e proprio spazio museale per raccontare i suoi 40 anni di operatività nel mondo del design e delle tecnologie per il retail. In questo senso un approfondimento è stato dedicato ai totem di Sr Labs dotati di eye-tracking, un dispositivo che rileva i movimenti oculari di un consumatore per capire dove guarda, quando per esempio è di fronte a uno scaffale del supermercato. Molteplici le implicazioni. Buona lettura! Marco Oltrona Visconti


EDITORIALE

FOTO DI COPERTINA:

di Marco Oltrona Visconti

INSPIRATIONAL HUB, GROTTINI FOTO DACAN

ELEMENTI DI NOVITA’ NELL’ARIA... E NELL’ OUTDOOR

Per verificare le novità che èMagazine propone in questo periodo ovviamente potrete leggere questo numero di Display Italia oppure venire a trovare il nostro staff al Viscom (pad. 8/12, 15-17 Ottobre Rho Fiera), appuntamento tradizionale della comunicazione visiva, dove celebreremo il concorso DIVA (Display Italia Viscom Award) dedicato ai materiali POP al retail design e all’arredo espositivo in genere. Oltre ai migliori materiali espositivi che l’industria di marca ha commissionato per la comunicazione in store, qui troverete diversi fornitori di materiali espositivi, designer e trade marketing manager. E infine una mostra di design dedicata al settore: Elementaria. Quest’ultima sarà di fatto un’esposizione di prototipi, tutti creati attraverso un nuovo modello di business fondato sull’accesso agevolato alla creatività e sulla consulenza delle aziende che trasformano i polimeri. Argomenti presenti nella nuova sezione dedicata alle materie prime e in particolare ai biopolimeri la cui rassegna è stata trattata con il piglio dell’approfondimento da Emilio Sitta. Da non perdere l’indagine di AudiOutdor con rilevazioni sempre più precise sull’audience pubblicitaria di 100.000 impianti pubblicitari sul territorio italiano, ivi compresi gli ambienti delle metropolitane degli aeroporti e delle autostrade. Senza dubbio, un’indagine dettagliata e finalizzata alla creazione di un benchmark delle tariffe. L’approfondimento sul POP in questo numero è dedicato ai garden center e ai vivai, sotto il profilo delle dinamiche di comunicazione in store, un canale distributivo ben lontano dalla saturazione, ma non per questo carente di buone idee promozionali. Il “verde” tra l’altro, come evidenzia Marinella Croci, è molto utilizzato come elemento di decoro anche a Expo. Come sempre a centro rivista si possono leggere articoli sugli specialisti del nostro settore: Red Box, Trocart, Prealpi e infine Grottini che ha creato un vero e proprio spazio museale per raccontare i suoi 40 anni di operatività nel mondo del design e delle tecnologie per il retail. In questo senso un approfondimento è stato dedicato ai totem di Sr Labs dotati di eye-tracking, un dispositivo che rileva i movimenti oculari di un consumatore per capire dove guarda, quando per esempio è di fronte a uno scaffale del supermercato. Molteplici le implicazioni. Buona lettura! Marco Oltrona Visconti



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n. 1 SOMMARIO

3

EDITORIALE Elementaria...

8

NEWS Si parla di promuovere illuminando, versatilità, sostenibilità, Expo 2015, etc.

a cura della redazione

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AUDIOUTDOOR La mappa dell’Audience pubblicitaria italiana

Rodolfo Rotta Gentile

16

POP IN SHOP Il planogramma di Gardena

Marco Oltrona Visconti

18

POP IN SHOP Rassegna nel settore del giardinaggio: Vithal, Compo, Lechuza, De Roma, Plastenic

Marco Oltrona Visconti

22

POP IN SHOP Stocker e Weber

dalla Redazione

24

MOODBOARD Città in erba

26

PRODUTTORI Red Box: Creatività e Ricerca in store

Barnaba Barattieri

30

SPECIALISTI Trocart - Quando il servizio diventa consulenza

Michele de Gennaro

32

SPECIALISTI Prealpi - Interpretare idee con il cartone

Marinella Croci

Marco Oltrona Visconti

Marco Maggioni

5 D

italia isplay èMagazine


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n. 1 Segue SOMMARIO

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SPECIALISTI Dove guarda l’occhio dell’uomo

Marco Oltrona Visconti

40

ELEMENTARIA Un nuovo contest per un nuovo modello di business

Marco Oltrona Visconti

MATERIALI Biopolimeri: un approccio green al mondo della plastica

Emilio Sitta

GDO - ORTFRUTTA Frutta e verdura in bella mostra

Nicoletta Buora

GDO L’erba del Garden store del vicino è sempre più verde

Sergio Monsorno

54

SPECIALISTI Paletts intelligenti

Domenico Canzoniero

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SPECIALISTI Superfici Green

42 46 50

2

6 D

italia isplay èMagazine

4

Marinella Croci

7 19 20 23 38 41 44 52

59

60


8

���� ������� ��PREMIO 2013 NAZIONALE

PER L’INNOVAZIONE

TRIMESTRALE DI POP-RETAIL-TRADE MARKETING

Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale – 70% - LO/MI abbonamento: 15 euro anno (4 numeri)

| • AUTUNNO 2015 •

èMagazine

PREMIO

DEI PREMI

èMagazine Ati www.displaymagazine.it numero di ROC 20639

20129 - Milano - Italy via Ippolito Pindemonte 2 telefono +39 02 56568097 amministrazione@displaymagazine.it Direttore Responsabile: Marco Oltrona Visconti 340 3142015 - marco@tinteunite.it Coordinamento Redazione Barnaba Barattieri 3450101366 - barnababarattieri@yahoo.it Art Director Alvise Oltrona Visconti 333 6498830 - aov@tinteunite.it http://alvise.oltronavisconti.it Progetto grafico e Copyright: Alvise e Marco Oltrona Visconti

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DOPO L’OSCAR DELL’IMBALLAGIO 2011, WORLDSTAR 2012 E LA SEGNALAZIONE DI ADI DESIGN INDEX 2012, CARTOTECNICA PREALPI E BTICINO RICEVONO

IL PREMIO NAZIONALE PER L’INNOVAZIONE “PREMIO DEI PREMI” PER IL PROGETTO ASTUCCI PER PLACCE SINGOLE LIVINGLIGHT.

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prealpi Y O U R

display

ITALIA

C A R T O T E C N I C A P A C K A G I N G , O U R

I D E A S

PREALPI SRL VIA ARNO 4 21043 CASTIGLIONE OLONA VA ITALY T+39.0331.850601 F+39.0331.857087 - WWW.PREALPI.COM - PREALPI@PREALPI.COM

Stampa interni: Centro Stampa Quotidiani SpA www.csqspa.it - info@csqspa.it copertina: Editoria Grafica Colombo www.edgcolombo.it info@edgcolombo.it/ Collaborano: Barnaba Barattieri Michele De Gennaro Domenico Canzoniero Rodolfo Rotta Gentile (MCE) Nicoletta Buora Marinella Croci Emilio Sitta Marco Maggioni (Marco Maggioni Design), Sergio Monsorno (C2C) Amelia Valletta Federica Sampietro Responsabile Marketing Gabriella Cosso 348 7321532 - 02 4691292 gabriellacosso13@gmail.com Pubblicità marketing@displaymagazine.it


NOTIZIE DAL SETTORE

in primo piano

a cura della Redazione

PROMUOVERE ILLUMINANDO CON LE IMMAGINI

Simile a un faretto, il nuovo sistema Panasonic consente di illuminare l’area desiderata proiettando sulle superfici video o immagini nitide e brillanti In risposta alle diverse esigenze di applicazione in ambito retail, museale e nella ristorazione, Panasonic ha presentato una soluzione innovativa che integra in un faretto le funzioni di proiezione laser a quelle di illuminazione. Space Player supporta infatti la proiezione in tutte le direzioni sotto il proprio asse orizzontale mentre i contenuti sono riproducibili attraverso svariati ingressi video tra cui SD, HDMI, Lan cablate e Wireless. La luce laser integrata consente fino a 20.000 ore di funzionamento senza necessità di manutenzione. Innumerevoli sono le applicazioni possibili. Per esempio nel retail si possono illuminare prodotti specifici proiettando contemporaneamente video o immagini fisse, nitide e brillanti, sulle superfici desiderate o intorno a esse. Nei musei si possono invece allestire esposizioni di impatto, animandole con filmati in sostituzione della grafica statica, e nei ristoranti si possono illuminare con eleganza i piatti e proiettare il menu o gli ingredienti sulle pareti o sui tavoli. Il sistema, disponibile nei colori nero e bianco, è agganciabile ai sistemi di illuminazione a binario facilitando così l’installazione nel sistema di illuminazione preesistente senza costi aggiuntivi. In modalità di illuminazione è utilizzabile come faretto controllabile tramite telecomando wireless. Space Player rientra nelle categorie di prodotto Visual System Solution di PSCEU, la filiale europea della Panasonic Systems Communications, divisione B2B globale di Panasonic.

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italia isplay èMagazine

POP NEWS TUTTO IL CALCIO TESSUTO PER TESSUTO STRUTTURE IN ALLUMINIO

RETROILLUMINATE E RIVESTITE IN TESSUTO DOMINANO UNA MOSTRA ITINERANTE SUL CALCIO CON CONTENUTI MULTIMEDIALI Goal!The football experience è una mostra itinerante dedicata all’universo calcistico e inaugurata a Mosca lo scorso giugno. Allestita da ABS Group su progetto DontStop architettura per la produzione Barley Arts International Ltd e World Football Collection Ltd, la mostra propone un percorso espositivo attraverso momenti leggendari del calcio mondiale, arricchito di materiali, oggetti e contenuti interattivi

su progetto ETT Solutions. L’allestimento, realizzato da ABS Group quasi interamente in tessuto, si sviluppa su una superficie di oltre 2mila mq riproducendo lettere di oltre 3 metri e proponendo pareti con immagini di calciatori e schemi di gioco. Il forte impatto visivo è dato dall’alternanza di strutture in allumino portanti, rivestite in tessuto e retroilluminate con oltre 4500 led, e altri supporti in plexiglass e alluminio. Le aree espositive prevedono moduli adattabili allo spazio in cui vengono ospitati, rapidi da montare e facili da trasportare, per soddisfare le esigenze della mostra itinerante. I contenuti multimediali permettono di vivere in prima persona diverse esperienze, confrontandosi con il gioco del calcio per dare vita alla propria squadra ideale.


SCHERMI

COLPO DI CALORE SOSTENIBILE

PER IL RETAIL FACILITANO L’ESPERIENZA D’ACQUISTO

LA VERSATALITA’ DI DOMINO DISPLAY GRANDE IMPATTO VISIVO MAGGIORE SOSTENIBILITÀ ANCHE PER IL PACKAGING SECONDARIO GRAZIE A UN SISTEMA CHE UTILIZZA FINO A UN TERZO IN MENO DI PE Il sistema di confezionamento Styron, sviluppato da Forpac per il packaging secondario, consente di ridurre i consumi energetici del 76% realizzando un fardello che utilizza il 50-70% in meno di Polietilene. Presentata lo scorso giugno a Milano, la fardellatrice viene installata su linee di produzione e opera con film estensibile a freddo assicurando elevata qualità delle confezioni, stabilità del pallet e maggiore trasparenza del pacco. Inoltre il prodotto non è sottoposto a riscaldamento con conseguente eventuale deformazione e quindi il contenuto non risulta alterato.

FERRERO A EXPO CON LE TORRI

SETTE GRANDI TORRI CAMPEGGIANO A EXPO MILANO 2015 A RAPPRESENTARE FERRERO NELLE DIVERSE ATTIVITÀ E BRAND:

Materie Prime, Fondazione Ferrero, Imprese sociali, Kinder, Tic Tac, Nutella e Rocher. Pensate per sottolineare al responsabilità sociale del gruppo, presentano due ledwall di TecnoVision a soffitto passo 5.9mm di dimensioni 200 x 200

PER UN TOTEM INNOVATIVO E PERSONALIZZABILE, IDEALE PER TRASMETTERE MESSAGGI E ATTIVITÀ DI PROXIMITY MARKETING. Progettato nei minimi dettagli, il nuovo totem newTon di Domino Sistemi, società del Gruppo Masserdotti, è solido, elegante, compatto e altamente personalizzabile, caratteristiche che lo rendono perfetto per svariati posizionamenti, dai punti vendita ai ristoran-

cm per riprodurre i contenuti oggetto della torre mentre i due pozzi interni presentano sul fondo due LCD 65” che riproducono filmati inerenti l’oggetto dell’installazione. Un altro ledwall è installato nella parte esterna di ogni torre per la comunicazione globale dell’azienda, incluse le attività in occasione di Expo, le giornate speciali, gli eventi e i giochi per i visitatori. Al termine di Expo, le strutture utilizzate per le torri e l’area Kinder+Sport saranno riconvertite in una scuola, in un centro educativo o in un luogo di incontro per una delle comunità in cui opera Ferrero.

ti, dagli showroom agli spazi aziendali, dove può essere ‘vestito’ e rivestito con pellicole adesive e pannelli ad hoc. La forma monolitica si compone di base, struttura e monitor. Il blocco struttura-base in ferro può contenere monitor LED di diversi formati (40”, 48” e 55”) mentre l’hardware interno, firmato Samsung, è in vetro temperato dello spessore di 6mm. Il totem è ideale per trasmettere messaggi customizzati a supporto di attività di proximity marketing oltre a consentire la gestione di contenuti da remoto collegando più sistemi tra loro attraverso una rete digital signage grazie al software Palinsesto di DominoDisplay, per pianificare e modificare contenuti in tempo reale. A coronamento, il Domino E-Lab è il customer service 2.0, con consulenza in tempo reale con video assistenza e video guide per installazione e utilizzo.

ACCOMPAGNANDO IL CLIENTE IN NEGOZIO E DIFFONDENDO CONTENUTI PERSONALIZZATI

Soluzioni d’avanguardia sono state recentemente presentate a Berlino da Samsung in occasione di IFA 2015, fiera dedicata all’elettronica di consumo. Per il negozio del futuro la società coreana ha sviluppato schermi dedicati al retail che facilitano l’esperienza dell’acquisto rendendola più comoda, consapevole e personalizzata grazie al rilevamento dei movimenti del cliente, dalle aree del negozio al camerino virtuale, diffondendo contenuti personalizzati su specchi virtuali e small signage, per proporre accessori complementari e articoli in saldo. Tra le novità anche il display Oled Transparent Samsung, caratterizzato da pannello sottile e auto illuminante, soluzione moderna per i retailer, capace di fornire ai clienti una visione quasi perfetta da ogni prospettiva; cattura l’attenzione per la luminosità del display, l’elevata trasmittanza e l’alta qualità dell’immagine. Da segnalare la recente acquisizione del costruttore di LED Yesco Electronics per migliorare la tecnologia dei display LED Signage con configurazioni di pixel pitch di 1,5mm e 2,5mm nonché diodi disposti su più strati per un contrasto più profondo e una qualità dell’immagine naturale.

TOCCO RAVVICINATO I PIÙ INNOVATIVI SCHERMI CON TECNOLOGIA CONTACTLESS SI ATTIVANO AVVICINANDO LA MANO Presentato come novità assoluta, Wave di Swedx è un dispositivo dotato di otto sensori a sfioramento grazie ai quali l’utente può selezionare il contenuto desiderato senza toccare fisicamente i pulsanti. La tecnologia contactless incorporata permette infatti di percepire la presenza dell’utente di fronte allo schermo, che si attiva non appena la mano viene diretta verso il pulsante scelto, anche se separato da una lastra di vetro come, per esempio, nel caso di

una vetrina. E’ disponibile in quattro modelli, con schermi Ultra HD per le versioni da 42, 50 o 58” e Full HD per quelle da 32 e 40”. Il lettore USB integrato propone fino a 9 contenuti video o statici per trasmettere un’immagine o un video di default.

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OUTDOOR di Barnaba Barattieri

la Mappa dell’Audience Pubblicitaria Italiana

100.000 GLI IMPIANTI MONITORATI SUL TERRITORIO DELLO STIVALE: A LUGLIO AUDIOUTDOOR HA PRESENTATO I DATI DI UN’INDAGINE PER CLASSIFICARE LA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA OUT OF HOME (OOH) PER TIPOLOGIA DI STRUTTURA PUBBLICITARIA E PER LIVELLO DI AUDIENCE. UNA STATISTICA SUPER PARTES CHE I numeri dell’indagine di AudiOutdoor CONFERISCE MAGGIOR CERTEZZA AL 1 ORA: il tempo medio trascorso in media dai 220.000 frequentatori degli RETURN OF INVESTMENT (ROI) DEGLI èaeroporti presi in esame (Bergamo - Orio al Serio, Milano Malpensa e Linate, Roma Fiumicino e Ciampino, Torino, Treviso e Venezia) INVESTITORI PUBBLICITARI. A BREVE IL MONITORAGGIO DEGLI SPAZI 1,8sonoMILIONI: i visitatori che nel giorno medio transitano per una media di PROMOZIONALI NEI CENTRI COMMERCIALI 25 minuti nelle 200 stazioni delle reti metropolitane prese in esame (Brescia, Milano, Roma, Torino) E NELLE STAZIONI FERROVIARIE. 1 MILIONE:

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Quanti sono gli impianti e gli spazi di comunicazione in Italia e, soprattutto, qual è l’audience di ognuno di essi sul nostro territorio? Fugando stime e approssimazioni, AudiOutdoor lo scorso luglio ha fornito una garanzia di maggior certezza alla risposta del quesito. Un risultato

raggiunto dopo un lungo periodo di misurazioni e classificazioni relative agli impianti di comunicazione del nostro Paese. Un’indagine che ha avuto come effetto primario la rivisitazione dello storico concetto di “pubblicità esterna” (o Out of Home) allargandolo entro la più

sono i veicoli che percorrono le autostrade di ASPI (Autostrade per l’Italia) nel giorno medio trasportando 2,3 milioni di persone le quali si fermano in una delle 350 aree di servizio presenti per circa 28-35 minuti in media

24 MILIONI:

(di cui 15 milioni residenti e 9 milioni abituali) transitano nei 95 comuni presi in esame dall’indagine, fruendo i 40.000 spazi della pubblicità dinamica (quella presente sui mezzi di trasporto pubblico)


ampia definizione di New Out Of Home (NOOH). In breve se un tempo la pubblicità esterna identificava l’affissione per la comunicazione statica sulle facciate del tessuto urbano (palazzi, cartelloni eccetera) e dei mezzi pubblici (comunicazione dinamica), oggi, grazie all’indagine AudiOutdoor, l’orizzonte della comunicazione risulta esteso quindi anche ad altri segmenti indoor. Infatti l’universo della nuova Out of Home prende in cosiderazione anche le aree di servizio autostradali e gli aeroporti e, fra non molto, i centri commerciali e le stazioni ferroviarie dove sono già presenti strutture analogiche e digitali per la comunicazione promopubblicitaria.

La New Out Of Home Spiega il Presidente di AudiOutdoor Giovanna Maggioni: «Circa 7 anni fa

Giovanna Maggioni

dopo aver selezionato un campione di 10.000 persone, le abbiamo dotate di un meter, un dispositivo per registrarne il percorso durante la giornata. L’operazione ha permesso di misurare l’audience di circa 100.000 impianti pubblicitari in 95 comuni» (vedi Tabella) La rilevazione ha coinvolto oltre 89.000 strutture pubblicitarie di aree urbane. Nello specifico si tratta di: 3.000 impianti negli spazi di 8 aeroporti (Bergamo - Orio al Serio, Milano Malpensa e Linate, Roma Fiumicino e Ciampino, Torino, Treviso e Venezia), di 7.500 impianti all’interno di 4 reti di metropolitana per circa 200 fermate (Brescia, Milano, Roma, Torino) e di 1.400 impianti presenti nelle 365 aree di servizio autostradali del circuito di Aspi (75% della rete totale Italia): «Da oggi aziende, centri media e agenzie –precisa Giovanna Maggioni - avranno a disposizione dati completi, integrati, sempre attualizzati e potranno pianificare in più ambienti riferendosi a un dato unico».

Alla realizzazione dell’indagine hanno contribuito i principali soci di AudiOutdoor (ClearChannel, IgpDecaux, Ipas), con UPA (che rappresenta gli investitori in pubblicità), Assocom (associazione dei centri media), Aapi (associazione degli operatori dell’affissione), quindi con il supporto di Gfk Eurisko e Tandem che hanno effettuato le stime, e di Media Consultants che ha implementato i modelli di calcolo e il software di analisi e presentazione. «La possibilità di incrociare i dati AudiOutdoor con quelli di istituti di ricerca e delle società di gestione di aeroporti e autostrade - prosegue Giovanna Maggioni -ha consentito la creazione di modelli di rilevazione e di mappatura adatti ad accogliere anche altre aree di rilevamento». Il riferimento è ai centri commerciali e alle stazioni ferroviarie nei quali sarà possibile misurare l’audience di impianti pubblicitari, a partire dal momento in cui si svilupperanno le trattative in corso tra il management delle compagini in questione e il Consiglio direttivo di AudiOutdoor. «I risultati forniti dall’indagine –prosegue Giovanna Maggioni- hanno permesso di identificare e dismettere gli impianti con audience poco significative». Una maggiore selezione delle strutture andrà quindi a beneficio del decoro urbano delle città monitorate favorendo l’implementazione di dispositivi di comunicazione più adeguati sotto il profilo estetico. Spiega Giovanna Maggioni: «Una maggior certezza delle variabili di pianificazione –copertura netta, frequenza- e un universo pubblicitario, ora più ampio grazie all’analisi di un numero più elevato di ambienti -aeroporti, centri commerciali eccetera- garantirà una targettizzazione più segmentata dei contenuti pubblicitari». In conclusione ne deriva che copertura netta o reach (la quota di individui target raggiunti) e frequenza media (il numero medio di esposizioni al messaggio pubblicitario) stanno diventando variabili di pianificazione multicanale in quanto accomunabili a più ambienti e canali commerciali. Data la frammentarietà del mercato, resta da stabilire se tutti gli attuali, nonché potenziali attori, della Out of Home si renderanno disponibili a condividere i dati di analisi del loro ambiente di riferimento.

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Il software dietro i big data «Trattare i dati della nuova AudiOutdoor è una sfida entusiasmante sotto molti punti di vista, innanzitutto per il tasso di innovazione e l’ampiezza di prospettiva del

Antonio Margoni

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progetto», spiega Antonio Margoni Presidente di Media Consultants (MCS). «Ugualmente sfidante, per chi fa il nostro mestiere, è la vastità numerica degli eventi in gioco: per esempio i soli dati sugli ambienti delle metropolitane di Milano e Roma in un giorno medio, superano nel complesso i 500 milioni di contatti a carico di oltre 85.000 individui. “500 milioni di informazioni” può sembrare un numero elevato da trattare in termini informatici, ma per farsi un’idea sulla effettiva dimensione del contesto va considerato che questi sono solo una parte dei dati dell’ambiente “metropolitana” e che l’indagine misura anche i dati relativi all’intero territorio nazionale nell’am-

bito di metropolitane, aeroporti e aree di servizio autostradali oltre a tutti gli impianti “statici” e sui mezzi di trasporto pubblico presenti immediatamente fuori dalle nostre case. Di fatto si tratterà di un “big data-base” navigabile con strumenti informatici sviluppati ad hoc che consentirà di ottimizzare le campagne di pubblicità Out of Home fornendo dati estremamente dettagliati su frequentazione e flusso di persone negli ambienti misurati». «Ci occupiamo professionalmente di sviluppo e distribuzione di tool informatici per le analisi, la pianificazione e la gestione delle campagne pubblicitarie su ogni tipo di mezzo on e off line» –continua Margoni- «Siamo partner tecnologico di AudiOutdoor, sin da quando si chiamava prima INPE (Istituto Nazionale Pubblicità Esterna) e poi Audiposter. È stato quindi naturale collaborare sin dai primi momenti con il gruppo di lavoro della Nuova AudiOutdoor - insieme a GFK, Tandem e al Comitato Tecnico di AudiOutdoor - prendendo in carico il compito di sviluppare l’applicazione che verrà usata direttamente via internet dagli attori del mercato di riferimento per le analisi e lo sfruttamento dei risultati dell’indagine». «L’applicativo che stiamo rilasciando sarà utilizzato da centri media, singoli utenti pubblicitari, agenzie e concessionarie per verificare il numero di persone esposte a ogni singola installazione, circuito o zona e scegliere quelli più utili per le proprie campagne pubblicitarie. Sarà inoltre possibile stimare il

numero complessivo di persone raggiunte a livello di singolo ambiente, di sovapposizioni tra ambienti e nel complesso. Stiamo inoltre implementando il colloquio telematico tra il tool AudiOutdoor e i nostri strumenti della suite Affi*Box, dedicata a media planning e amministrazione delle campagne Out of Home, e GeoPlan, per analisi e rappresentazione geografica delle stesse, in modo da facilitare e fluidificare al meglio il lavoro quotidiano di chi progetta e acquista campagne pubblicitarie sul mezzo e in questi luoghi. Da sempre siamo convinti sostenitori dell’idea che “territori” e “luoghi” sono mezzi di comunicazione, touch point fondamentali e, anche per questo, siamo particolarmente orgogliosi di collaborare al progetto».

Pubblicità sensibile e socializzante «Oggi le nuove tecnologie e la sensoristica legata agli impianti pubblicitari offrono diverse possibilità per la raccolta in tempo reale dei dati di audience pubblicitari. Questo nel prossimo futuro ci permetterà di riconoscere i comportamenti delle persone e di fornire all’industria di marca ulteriori strumenti di comunicazione e nuovi linguaggi. È su questi presupposti che l’internet delle cose può fare la differenza». Lo spiega Michele Casali, Responsabile ricerche e sviluppo di prodotto di IGP Decaux. In qualità di Coordinatore del Comitato

Tecnico dell’indagine AudiOutdoor ha partecipato direttamente agli studi sui comportamenti dei passeggeri negli aeroporti, nelle metropolitane, nelle Autostrade e nei principali comuni italiani. Studi che, nei prossimi mesi, potranno fungere da modello anche per un’eventuale estensione dell’indagine alle stazioni ferroviarie italiane e alle aree promozionali dei centri commerciali, sempre con l’idea di offrire agli investitori un benchmark delle performance: «La possibilità di incrociare i dati rilevati da AudiOutdoor con quelli dei gestori degli scali aeroportuali, delle metropolitane, delle autostrade e potenzialmente anche dei mall offre la possibilità di ottenere svariate informazioni». Negli aeroporti per esempio sono stati rilevati in dettaglio i layout di ciascun ambiente schematizzandone i punti di interesse e i punti di connessione. Si è quindi proceduto a simulare gli spostamenti (tramite quelle che possiamo definire delle “catene di spostamento”) dei frequentatori in un giorno medio, validando i flussi attraverso il confronto con le informazioni disponibili o rilevate (biglietti di viaggio, scontrini eccetera). In seguito, grazie all’incrocio tra i percorsi così ricostruiti e le posizioni degli impianti pubblicitari è possibile calcolare tutti i dati di contatto per ogni specifica campagna pubblicitaria (GRP, frequenza, Copertura netta e lorda e tempo medio di esposizione). L’innovazione è tale che nel caso delle metropolitane è stato sviluppato un


Michele Casali

modello a macro-scala che consente di disaggregare ogni viaggio in base a stazione di partenza e stazione di arrivo dando la possibilità di segmentare gli spostamenti per profilo del passeggero e per motivo del viaggio. «La comunicazione Out of Home -dice Casali- non è più solo creatività “carta e colla”, ma necessita di una progettualità articolata intorno a diversi aspetti, richiedendo agli attori della comunicazione molteplici competenze tecnologiche che toccano il processo d’acquisto, l’esperienza d’acquisto e appunto la creatività. In molti casi –continua- ci troviamo di fronte a situazioni in cui il paradigma della

comunicazione vede la smaterializzazione del prodotto per seguire il consumatore sul web. Prodotto che poi “ricompare” fisicamente sul punto di vendita per il perfezionamento del processo di acquisto». Una comunicazione multicanale che rimane coerente in tutte le sue dimensioni mediatiche, grazie all’interazione sempre più sofisticata e “responsive” finanche contemplando il canale dei social network. In questo senso iniziano a prendere piede le campagne interattive “Social Out of Home” per cui sugli impianti digitali vengono visualizzati i commenti che i consuma-

tori esprimono sui brand nei principali social network. Questo viene fatto grazie a software che permettono la pubblicazione e il controllo dei post in tempo reale, dando la possibilità di esprimere il loro valore non con una comunicazione a senso unico (classica monodirezionalità B2C), ma tramite un contenuto proveniente direttamente dai consumatori (proveniente quindi dal basso e molto più vicino al “passaparola”).

Out of Home interattiva Dal 18 maggio al 31 luglio nei corridoi della stazione della metropolitana di Loreto a Milano di affissione di competenza di IGP Decaux, i gruppi del mondo GDO Carrefour e Risparmio super hanno predisposto un Visual Supermarket. Lungo i 200 metri di spazio i cartelloni dei due retailer raffiguravano infatti più di 1.000 prodotti ordinabili attraverso il lettore QR code dello smartphone. Una volta effettuato l’ordine la spesa veniva recapitata al domicilio del cliente entro tre ore. Dopo questo esperimento i due marchi hanno lanciato cliccaeritira.it, il supermercato on line per ordinare la spesa dal web anche in mobilità.

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La giusta tariffa «Se dovessimo concentrare tutto in una parola per spiegare la nuova comunicazione Out of Home questa sarebbe: Qualità. Soprattutto perché l’indagine di AudiOutdoor oltre a includere altri ambienti, è già stata strutturata con un metodologia in grado di integrare in un prossimo futuro, in ottica comparativa, i dati di altri media: stampa, tv, radio e internet». A far emergere un ulteriore aspetto che a breve contribuirà all’evoluzione del settore della pubblicità esterna è Pierpaolo Nave, Marketing & Strategy Director di Clear Channel: «La comparazione –prosegue – permetterà in parte di poter livellare i prezzi della pubblicità su uno standard condiviso di GRP». Nel futuro del mercato pubblicitario infatti a fare da ago della “bilancia commerciale” sarà sempre di più il Gross Rating Point, o indice di copertura pubblicitaria lorda, ossia una variabile derivante dal prodotto tra la copertura netta (reach) e la frequenza media di una campagna pubblicitaria. Nella pratica

Pierpaolo Nave

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si tratta di un indice utile per indicare la pressione esercitata sul consumatore/fruitore da una determinata azione pubblicitaria. Il GRP quindi permette di conoscere la percentuale di persone che, in media, è stata sottoposta a una certa campagna pubblicitaria, tra l’altro, tenendo conto delle ripetizioni del messaggio. Infine, diversamente dal passato, nella nuova indagine OOH il GRP viene ricondotto a una modellizzazione che consente di analizzarlo secondo segmenti temporali eterogenei (non solo rappresentativi del classico periodo di quattordicina) e su base anche nazionale. Ma non è tutto perché, aggiunge Nave: «È probabile che già dalla fine di settembre nelle fasi di analisi, oltre ai media, siano già presenti i dati riferibili alle aree espositive delle aree promozionali negli aeroporti». Come già detto dal Presidente di AudiOutdoor la possibilità di incrociare i dati di più attori (gestori dei centri commerciali, analisi gfk, AudiOutdoor eccetera) creerà maggior certezza in relazione alle performance promopubblicitarie degli impianti e delle aree. Per ciò conclude Nave: «Anche in questo caso, un audience congiunto e condiviso provocherà una nuova e più virtuosa qualificazione delle tariffe pubblicitarie basata sugli effettivi passaggi. A seconda dei casi e delle singole aree potremmo assistere ad una compressione degli ottimismi o un incremento dei prezzi, in funzione della qualità dei prodotti»

Totem Darwiniano «L’approccio più scientifico alla OOH genererà una selezione darwiniana delle location e una migliore qualità dei supporti». A sostenerlo è sempre il Marketing & Strategy Director Pierpaolo Nave anche perché il design degli impianti e il decoro urbano per Clear Channel sono da sempre focus primari di investimento. Con questo spirito nella città di Milano di recente sono stati installati 51 FSU (Free Standing Unit o unità autoportanti) caratterizzati da uno screen di ben 72 pollici, di cui 42 bifacciali (9 di questi con tecnologia in touchscreen) e 9 monofacciali. Caratterizzati da un profilo altamente tecnologico, questi innovativi DigiTotem permettono di avviare nuove forme di Comunicazione del tipo

“Digital Engagement” potendo contare su una dotazione di face recognition che individua il tipo di cliente, adeguandone la comunicazione sul target rilevato. E per una maggiore interazione con il passante sono già supportati da webcam, sensori di prossimità e NFC. Allo stesso modo la proposizione al mercato di nuove modalità di comunicazione per mezzo di veri e propri palinsesti, porterà ancora più valore a tutto il mercato dell’OOH.


Esperienza, Business, Conoscenza Experience, Business, Knowledge

27A MOSTRA CONVEGNO

INTERNAZIONALE DI COMUNICAZIONE VISIVA

27TH INTERNATIONAL TRADE FAIR AND CONFERENCE ON VISUAL COMMUNICATION

Stampa digitale Insegnistica, Cartellonistica Serigrafia, Tampografia Promozione tessile, Ricamo Incisione Fresatura, Laser P.O.P. punto vendita Servizi per eventi Digital signage Labelling Packaging

Digital printing Sign, Sign making Screen printing, Pad printing Textile promotion, Embroidery Engraving Milling, Laser P.O.P point of purchase Event services Digital signage Labelling Packaging


SPECIALISTI

di Marco Oltrona Visconti

IL GRUPPO TEDESCO SPECIALIZZATO NELL’IRRIGAZIONE

SI PROPONE NEI GARDEN CENTER E NEI FAI DA TE CERCANDO PLANOGRAMMI OTTIMALI PER PERFORMARE LE VENDITE ANCHE CON IL SECONDARY PLACEMENT

Spiega Marco Gerosa, Retail, Division Manager di Husqvarna società che controlla il marchio Gardena: «La nostra specialità sono gli accessori per l’irrigazione che proponiamo soprattutto su 3 canali: i garden center, le grandi superfici specializzate nel “fai da te” e in misura minore nelle ferramenta». La rete di vendita di Gardena si dipana tra circa 400 garden center, 700 fai da te e 7.000 ferramenta e continua Gerosa: «Seppure il business si ripartisca equamente tra i primi due canali, i garden center rappresentano senz’altro il nostro focus elettivo in quanto attraverso il personale di questi luoghi trasmettiamo caratteristiche tecniche e di immagine dei nostri brand, grazie alla nostra forza vendita che divulga le istruzioni». In generale l’assortimento di Gardena si compone di circa 800 referenze rivolte a un target 3055 anni. donna e uomo in ugual misura, di estrazione alta. Sono questi i principali possessori di giardini e terrazzi che compongono la domanda di impianti per l’irrigazione goccia a goccia e di attrezzi da taglio manuali.

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«Sul punto di vendita lavoriamo molto sul packaging cercando di coordinare l’immagine dei prodotti sullo scaffale –precisa Gerosa-. Dove possibile cerchiamo di creare

dei presidi espositivi del nostro assortimento anche proponendo dei planogrammi predefiniti». In pratica a seconda dello spazio a disposizione lo staff di Gardena è in grado di fornire dei facing prestabiliti. Questi sono stati creati sulla base di statistiche delle rotazioni registrate in diversi punti di vendita italiani. «Lavoriamo molto anche con il secondary placament –dice Gerosa- proponendo quindi referenze

Gardena è per il planogramma che hanno un uso comune accanto a categorie di prodotto affin a quelle per l’irrigazione» E, non di rado, Gardena fornisce anche le strutture espositive a quei punti di vendita che ne manifestino la necessità, tenendo conto che gli standard espositivi in questo segmento di mercato sono le scaffalature da 1,33m, 1,2m e 1 m, strutture sempre decorate con materiali cartotecnici (crowner, cartellonistica eccetera).


«Al di fuori dei garden center, nei “fai da te” le regole espositive sono un po’ più rigide quindi dobbiamo adattare 2015 il nostro assortimento allo spazio a disposizione. Inoltre i retailer di questa categoria tendono a proporre più marche per uno stesso prodotto garantendo alla clientela una scelta maggiore sulla qualità e sui prezzi». L’irrigazione tra l’altro è un segmento che vive nell’ambito di una stagionalità piuttosto breve, in virtù di un arco temporale che va dalla primavera al primo autunno, periodo quest’ultimo nel quale si amplifica la domanda dei prodotti per il taglio per amatori e professionisti. In questo senso il marchio specialistico di Husqvarna, oltre a Gardena che presenta attrezzi da taglio manuali, è McCulloch con trattori, tagliaerba motorizzati eccetera.2m34,00cm

Due esempi di planogramma dei prodotti Gardena 2015 MIX-OGS-TAGLIO-ATTREZZINI-100

OGS-DISPLAY-CENTRALINE-100 2015

2015

2m34,00cm

«Nell’ultimo periodo –conclude Gerosa- sono molto in voga i robot tagliaerba che funzionano senza l’ausilio dell’uomo, una vera e propria tendenza che, per ora ha il suo bacino di utenza più ampio in Lombardia». In questi casi l’esposizione più indicata è quella preferenziale.

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1m00 cm


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Vithal tratta prodotti per la difesa di piante da orto e da appartamento. Una categoria, quella dei fitofarmaci, che si divide tra insetticidi, fungicidi e diserbanti. Con questa funzione Vithal propone una trentina di prodotti la cui spiegazione per semplicità è demandata a un librone collocato sull’espositore del marchio. Una volta scelto il prodotto il cliente lo potrà reperire sugli scaffali o nelle vetrine chiuse poco distanti. Il totem è dedicato a un target dai 35 anni in su ed è presente da circa 25 anni in circa 1500 negozi specializzati in giardinaggio. Misura 1,80m x 40cm ed è in metallo verniciato. Il librone ha le pagine plastificate per non subire danni da umidità.

Marca Compo Tipologia Pallbox Materiali Cartotecnici Punto di vendita Centro giardinaggio San Fruttuoso (Mb) Terricci, prodotti per la cura delle piante e del prato, agro farmaci, concimi. È questa la lunga lista delle categorie di prodotto Compo. Il pallbox da un quarto (o mezzo) pallet raffigurato nella foto attiva già precaricato sul punto di vendita, in questo caso con confezioni di concime (uno per prato e l’altro a rilascio lento di azoto). Quest’anno sono stati predisposti almeno un migliaio di allestimenti di questo tipo, tutti Posizionati presso catene di bricolage, retail tradizionale (garden center, rivendite agrarie, vivai) soprattutto nel periodo febbraio giugno.

POP IN SHOP

a cura della Redazione

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Marca Vithal (Italagro) Tipologia Espositore da terra Materiali Durevoli Punto di Vendita Centro Giardinaggio San Fruttuoso (Mb)

Marca Lechuza Tipologia Isola promozionale Materiali Durevoli Punto di vendita Agribrianza, Concorezzo (Mi) I vasi di Lechuza sono dotati di serbatoio d’acqua con un minerale all’interno per il rilascio graduale dell’acqua, il che garantisce alla pianta di soddisfare il suo fabbisogno idrico per 2-3 settimane senza essere innaffiata. In polipropilene è un vaso garantito, per tutte queste ragioni è considerato un prodotto di alto posizionamento. Per questo una trentina di punti di vendita della Lombardia hanno dedicato esposizioni preferenziali a questa linea di prodotti di origine tedesca. Vere e proprie soluzioni arredative ad hoc dedicate a un target femminile di donne dai 40 ai 60 anni.


Marchio Deroma Tipologia Banner Materiali Tessuto Punto di Vendita Garden F.lli Ferrari (Mo) Il banner in tessuto trasparente completa l’allestimento dei podi che ospitano prodotti differenti a seconda del punto di vendita. In questo caso si tratta di vasi in terracotta e il visual riporta un’immagine emozionale di giardinaggio per evidenziare il brand. Emozionalità che è accentuata dalla trasparenza del tessuto che garantisce una perfetta fusione dell’icona con l’ambiente. Complessivamente sono stati posizionati 40 banner stampati in quadricromia e misuranti 165x65cm. Il tempo di permanenza è stabilito in un anno, esclusivamente in garden center.

Marchio Deroma Tipologia Podio Materiali Cartotecnica Punto di Vendita Bricofer Faenza (Ra) Una struttura piuttosto diffusa in garden center e specializzati in vivaistica è il podio. La soluzione di Deroma ricopre un gruppo di elementi standard composti appunto da 2 a 8 pallet. Queste pedane denominate Podium hanno soprattutto la funzione di raggruppare l’assortimento del brand nei garden center. Le misure di ogni elemento sono quelle dell’europallet. Il posizionamento è durato per tutta l’alta stagione cioè da febbraio a luglio. Marchio Deroma Tipologia Shelf Materiali Legno Punto di Vendit Centro Verde, Caravaggio (Bg) La struttura a scala in legno è stata concepita per promuovere tutte le principali linee Deroma e dare un ordine coerente all’esposizione dei vasi di diverse linee, in generale di dimensione ridotta. Presenti da febbraio a luglio questi materiali hanno trovato posto in 200 punti di vendita tra garden center e grandi superfici specializzate. Le misure sono quelle standard dell’europallet e del minipallet con altezza 1,90cm. In tutto ne sono stati prodotti 300, tutti posizionati in Italia Marchio Reverso (Deroma) Tipologia Podio Materiali Cartotecnica Punto di Vendita Euroverdebio, Carugate (Mi) Un totem di 1,95m x 65cm si può dire che abbia dimensioni piuttosto sostenute, sicuramente utili per spiccare tra i vasi di grosse dimensioni e mettere in evidenza i brand e in particolare l a linea di vasi in materiale plastico a iniezione a marchio Reverso. Prodotto in cento esemplari, il totem, ha trovato posto nei garden center. Posizionato da febbraio a luglio presenta una struttura in cartone plastificato che si auto-sostiene grazie a delle alette interne create per mantenere la forma ovalizzata a garanzia di una maggiore stabilità . italia Display

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POP IN SHOP

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Marchio Plastecnic Tipologia Pallbox Materiali Non Durevole Punto di Vendita Centro Giardinaggio, San Fruttuoso (Mb) Sviluppare prodotti nuovi per lo specialista di vasi Plastecnic oggi vuol dire si studiare e realizzare il prodotto, ma stabilirne anche l’inserimento nei punti vendita per trasmetterne al consumatore finale i vantaggi e i plus. Quindi non è un semplice Pallbox quello che Plastecnic ha sviluppato per prodotti stagionali da dedicare a vivai e garden center, ma un elemento che in questi anni è diventato componente essenziale dell’offerta ed elemento distintivo rispetto alla concorrenza: sia per il colore verde, sia per la forma e le misure (1m di larghezza x 50 cm di profondità x 1,10 di altezza) e nondimeno per la possibilità di inserire un crowner sulla spalla posteriore a spiegazione del contenuto. Nel 2015 ne sono stati prodotti 1.500 esemplari per i garden center evitando la necessità di scaffalature ulteriori. Arriva sul punto di vendita già precaricato

Marchio Foto My Mood Tipologia Copri pedana Materiali Durevoli Punto di Vendita Agribrianza Concorezzo (Mi) Per questione di materiali e per l’approccio mirato alla definizione dell’immagine di marca è certamente un’innovazione il copri pallet di Plastecnic ideato nel 2014 per dare maggiori informazioni sulle novità come: i vasi colorati della linea My Mood (la cosiddetta linea moderna del marchio brianzolo) e i vasi ecologici della linea Terrae (100% riciclati e 100% riciclabili). Si tratta infatti di un copri pallet in PVC a onda, quindi non soggetto a deformazioni in quanto resistente all’umidità di vivai e garden center. E non è tutto, essendo un materiale riutilizzabile pure dopo un opportuno lavaggio. Nel 2015 ne sono stati realizzati 200 esemplari tutti misuranti 80cm x120cm x30cm. È automontante ed è stato studiato per aderire perfettamente al pallet. Lo spessore è di 3cm.


Progettazione e sviluppo di sistemi

Digital Signage

Nuovi modelli di totem

Totem Nalar

Un design attraente per una struttura antivandalo Un’ampia gamma di applicazioni, per aeroporti, scuole, centri commerciali

Marchio Plastecnic Tipologia Espositore da terra Materiali Durevoli Punto di Vendita Agribrianza, Concorrezzo (Mi)

Un classico sempreverde è l’espositore in “filo di ferro” qui impiegato per proporre linee di vasi in plastica a iniezione (polipropilene o polietilene). L’obbiettivo è quello di allargare l’assortimento dello scaffale e fare quindi up selling. Plastecnic è stata tra le prime marche a proporre questo tipo di prodotto in alternativa agli affascinanti vasi in terracotta (più costosi e più fragili). Una strategia premiata dato che oggi il vaso di plastica vale il 70% del mercato Degli espositori in ferro ne sono stati realizzati 300 pezzi a partire da 3 anni fa. Cm 98,5x cm84x cm203 sono le misure. Dotato di crowner cartotecnico presenta, come rifinitura particolare, il logo inciso al laser sopra le piastre in basso.

21,5”

Totem Sachmet

Il modello più utilizzato all’interno del settore medico Regolabile in altezza, viene normalmente fornito con stampante termica, lettore RFID e di codici a barre.

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Marca Troncarami (Stocker) Tipologia Espositore da terra Materiali Durevole Punto di Vendita Centro Giardinaggio San Fruttuoso (Mb)

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POP IN SHOP

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Due Troncarami di cui uno telescopico e un taglia siepe. Questi i prodotti in esposizione sul floor stand di Stocker, specialista in potatura professionale e hobbystica. Un materiale che comunica le seguenti caratteristiche: il tagliasiepe è di alta qualità con la lama ondulata (curva), cromata (antiruggine) e rivestita in teflon per un miglior scivolamento del taglio. Invece il primo troncarami è di alta qualità in quanto allungabile, il secondo è di posizionamento basic con lama battente. Tutti messaggi presenti sul visual del crowner in forex. Questo display è stato riprodotto in 500 pezzi e misura 60cm di larghezza 160 cm in altezza e 40cm in profondità. Posizionato in 500 punti di vendita europei tra garden center e grandi superfici specializzate, presenta tre ganci frontali per un alloggio totale di 36 referenze. La struttura è legno verniciato. In generale la potatura è di stagione da novembre a febbraio.

Marca Stocker Tipologia Crowner e ganci Materiali Non durevole Punto di Vendita Centro Giardinaggio San Fruttuoso (Mb)

Per agevolare la distribuzione dei 3.000 prodotti del suo catalogo Stocker fornisce di crowner cartotecnici e ganci in metallo presso i suoi partner più affini. Gli allestimenti di questo tipo arrivano a ricoprire anche 20 metri lineari e si trovano in 500 punti di vendita italiani tra garden center e grandi superfici specializzate. In ogni metro lineare vengono esposti in media 15-20 prodotti. Oltre ai prodotti da taglio gli allestimenti propongono anche referenze complementari come guanti spruzzini e attrezzi per il giardinaggio.


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Collaterale al comparto del giardinaggio è il settore del Barbecue. Lo ha ben compreso Weber Barbecue che ha posizionato 16 shop in shop da 100 mq e 14 da 50 mq, in garden center, negozi per camping e per caminetti. Un progetto concomitante con il programma Grill Accademy per lo svolgimento di corsi di barbercue, anche con show cooking, presso alcuni i punti di vendita tra quelli che ospitano lo shop in shop. L’installazione gli shop in shop è iniziata nel 2014 e comporta una partnership di 3 anni con il retailer. La struttura è per lo più in metallo e legno e materiali polimerici. Weber è l’unico produttore del suo settore che può garantire la presenza di tutte le tipologie di barbecue (gas, carbonella ed elettrico). L’iniziativa dello shop in shop ha raddoppiato il fatturato dei negozi coinvolti, quindi prosegue la politica di assortimento degli shop in shop: 20 le installazioni in programma entro un anno

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Marca Weber barbecue Tipologia Shop in shop Materiali Durevoli Punto di Vendita Agribrianza Concorezzo (Mi)


MOODBOARD

di Marco Maggioni

Tutte le immagini di questo servizio sono state create da Marco Maggioni con un software 3D

SEMINANDO COSCIENZA URBANISTICA-ECO CRESCONO CITTÀ SOSTENIBILI, ORGANICHE E ARCOLOGICHE: STOP GREEN WASHING!

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Città in erba Chissà se l’ideatore del concetto di “Città Giardino”, Ebenezer Howard, sarebbe felice nell’apprendere che a vari livelli, per bilanciare la smodata urbanizzazione si lavora con l’intento di preservare, integrare, accrescere gli ambienti naturali nei centri abitati. Il riferimento a livello privatistico è alle Certificazioni FSE (Forest Stewarship Council) per il rimboschimento, mentre a livello istituzionale globale il richiamoè alla la Convenzione ONU sui cambiamenti climatici che ha generato il protocollo di Kyoto in cui tra l’altro si tutela il ciclo del carbonio attraverso la riforestazione e infine a livello di contestazione sociale (positiva) ci fa piacere citare Greenpeace che tra le tante azioni promuove la difesa delle foreste pluviali. Ma tutto ciò sarà vano se politica, opinione pubblica, imprenditori di ogni settore e nondimeno tutti cittadini del mondo non svilupperanno un’autentica coscienza individuale e collettiva tesa a un’urbanistica che non trascuri le istanze green di quei progetti e di quei piani regolatori improntati a alla conversione e alla generazione di centri abitati sostenibili, sia sotto l’aspetto dell’impatto ambientale sia

sotto il profilo energetico. Le basi culturali esistono già da tempo, si pensi a opere come la Fallingwater (o più comunemente: Casa sulla cascata), costruzione terminata nel ’39, tra le prime generate dal movimento dell’”architettura organica” di cui Frank Loyd Wright fu caposcuola all’insegna della ricerca dell’equilibrio tra uomo e natura. Tra i principali sostenitori di questa corrente anche il sociologo Rudolf Steiner che sui presupposti filosofici di Wright costruì il Goehteanum. E non dimentichiamo Paolo Soleri (1919-2013), il grande architetto italiano che ha continuato a evolvere le posizioni dei primi maestri fondando negli Stati Uniti l’Arcologia, mediante la fusione sintattica delle parole architettura ed ecologia, per poi esprimere anche a livello pratico quelle tematiche architettoniche versate alle relazioni ambientali e all’organicità ecosistemica. Di recente a Milano nell’ambito del processo di riqualificazione dell’area di Porta Nuova, dando seguito ai progetti dello studio Boeri, sono stati realizzati i cosiddetti boschi verticali, ossia alcuni grattacieli nella

cui struttura sono presenti numerosi alberi e piante. E oggigiorno per garantire “città verdi”, alcuni imprenditori edili virtuosi fanno leva su nuovi modelli di business come l’Energy Performance Contract (Contratto di rendimento energetico) che, attraverso particolari forme di ammortizzazione finanziaria, consentono senza ulteriori spese di riqualificare ed efficientare le infrastrutture energetiche obsolete di complessi abitativi e commerciali vecchi o d’epoca. Resta inteso che la rivoluzione green debba necessariamente essere accompagnata da coscienze genuine. La critica è rivolta a quegli attori dell’industria che, attraverso la pratica del “green washing”, dotano di un’immagine ecocompatibile ed ecologica processi, prodotti e progetti che in realtà non lo sono.

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PRODUTTORI

di Barnaba Barattieri

Creative RedBox ricerca produzione in store

L’ATTIVITÀ DI PROGETTAZIONE SI CONCRETIZZA IN UNO STABILIMENTO 40.000 MQ PER LA PRODUZIONE DI MATERIALI POP E PACKAGING. NEL 2016 VERRÀ INAUGURATO IL NUOVO SITO DI MEZZAGO IN BRIANZA PER LA GESTIONE LOGISTICA DEI CLIENTI ESTERI. PER UN FUTURO GREEN SI PUNTA SULLA CARTOTECNICA HOT MEALT Nelle foto a scalare: Berardino Meuti, il fondatore, e i figli Diego, attuale CEO, e Agata, Responsabile Mkt.

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sono Diego e Agata Meuti rispettivamente responsabile commerciale e responsabile public relations dell’azienda: «Il resto dello spazio di 25.000 mq –prosegue- è dedicato alla movimentazione dei prodotti che afferiscono soprattutto una domanda teriali pop e packaging lo di materiali cartotecnici». stabilimento di Creative e Infatti Creative è il ramo aziendale funzionale alla Redbox situato a Pomeproduzione di materiali zia in provincia di Roma. «Tutte le linee produttive espositivi mentre, con il marchio Redbox, viene È un vero e proprio tempio sono minuziosamente or- prodotto il packaging, per ganizzate secondo i criteri della produzione di maun fatturato complessivo stabiliti oltre 20 anni fa che si divide pressoché da mio padre Berardino, equamente tra le due diespertissimo e ricercato visioni. anche da altri imprenditori per disegnare i layout delle fabbriche» Generalmente l’azienA introdurre con passione l’interessante “tour industriale” nei 15.000 mq coperti del fabbricato dell’azienda laziale

da lavora su commessa di agenzie pubblicitarie, tuttavia da diversi anni al suo interno è stato creato uno specifico reparto di


I NUMERI DI CREATIVE REDBOX PRODUZIONE: 50% PACKAGING E 50% DISPLAY MATERIA PRIMA LAVORATA: 1 MILIONE MQ AL MESE DI CARTONE LAVORATO (8% MATERIALI DUREVOLI) MOVIMENTAZIONE 600-700 PALLET AL GIORNO STABILIMENTI: 15.000 MQ COPERTI PIÙ 25.000 MQ DI PIAZZALE A POMEZIA 3.500 MQ A MEZZAGO che richiedono piccole produzioni di alta qualità. Da queste sezioni provengono anche le idee e i mocke up realizzati per

ricerca e sviluppo: «Sei progettisti e tre grafici –prosegue- hanno a disposizione tre plotter di grande formato. Qui nascono tutti i nostri disegni e i nostri prototipi per proporre ai nostri clienti soluzioni alternative e progettualità quando richiesto». Questo reparto affianca l’area dedicata alla stampa digitale per una presenza concreta su quei segmenti di mercato

il segmento dei materiali espositivi durevoli, una domanda proveniente da diverse multinazionali del largo consumo.

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Advisoring e innovazioni per l’in-store

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Nell’ambito delle succitate divisioni emerge una delle competenze primarie di Creative-Redbox, ossia la conoscenza approfondita delle dinamiche di comunicazione in store e per il retail: «Forse siamo tra le poche aziende italiane che riescono a controllare e gestire direttamente tutti i processi di filiera legati alla comunicazione in store –dice Agata Meutipartendo dalle consulenze di marketing al retail e al customer engagement, fino ad arrivare al posizionamento del materiale espositivo sul punto di

«Inoltre –spiega Agata Meuti- una quota importante dei nostri profitti viene investita in ricerca. Oltre ad incrementare il connubio tra packaging ed esposizione per il massimo in termini di comunicazione coordinata, è stata ampliata l’offerta di strumenti di comunicazione alternativi, per fornire al cliente una I maggiori introiti perscelta completa e mirata metteranno a Redbox di anche sotto il profilo delle inaugurare nel 2016 un materie prime». Sta ormai nuovo stabilimento di prendendo piede l’impiego 3.500 mq a Mezzago, in di materiali cartotecnici Brianza, per incontrare green, per POP e packala crescente domanda di ging, grazie alla tecnocommesse dall’estero so- logia hot melt. È questo prattutto europeo, quindi un sistema che, grazie ad da Paesi quali: Germania, alcune resine consente di Francia, Svizzera, Slovenia. spalmare il cartone attravendita una volta ultimate le fasi di progettazione e di produzione, quasi nella totalità gestite internamente». L’attitudine per il mercato del retail ha consentito all’azienda laziale di incrementare il fatturato, con un ritmo di crescita di oltre il 20% all’anno nell’ultimo triennio.

verso la termofusione e senza che siano coinvolti procedimenti chimici. I primi esperimenti sono stati effettuati in collaborazione con il Consorzio per la tutela della mozzarella di Bufala campana dop che impiegherà a breve un packaging ecologico impermeabile per il confezionamento, quindi senza senza rinunciare alla possibilità di riciclo e in osservanza delle regole del confezionamento alimentare. Questa innovazione è stata sviluppata in virtù di un rapporto di partneship con l’americana International Paper, leader globale con circa 30 miliardi di fatturato nell’ultimo anno, spiega Agata Meuti: «International Paper garantisce a CreativeRedbox la maggioranza dell’approvvigionamento per la materia prima cartotecnica. Di concerto, nello stabilimento di Mezzago, la nostra azienda garantirà ad International Paper una linea produttiva dedicata per display e packaging». Infine tra i servizi forniti da Creative-Redbox c’è il “magazzino del prodotto finito”, uno spazio riservato alle aziende per disporre di una scorta just in time di packaging o materili POP. Chi aderisce a questo servizio può ricevere in 24 ore i materiali ivi prodotti e depositati per campagne tattiche anche impreviste.


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SPECIALISTI

Michiele de Gennaro

UNA

VASTA GAMMA DI PRODOTTI E SERVIZI NEL CAMPO DELL’IMBALLAGGIO E DEGLI ESPOSITORI IN CARTONE ONDULATO, QUESTA È L’OFFERTA DI TROCART. SOLUZIONI COMPLETE E PERSONALIZZATE, ELABORATE PARTENDO DA STUDI PROGETTUALI FINO ALLA PRODUZIONE E, SU RICHIESTA, ALLA CONSEGNA CON MONTAGGIO E CONFEZIONAMENTO.

TROCART QUANDO IL SERVIZIO DIVENTA CONSULENZA

L’azienda nasce nel 1980, progettando e costruendo imballaggi in cartone ondulato, e nel corso degli anni, grazie all’impegno di un team di tecnici e operatori con collaudata esperienza, arriva a guadagnare un posto da leader nel mercato dell’imballaggio. Le strutture proposte da Trocart sono studiate e progettate per dare risposta alle molteplici esigenze dei clienti, dalla comunicazione alla logistica con uno sguardo sempre ben attento al tema costi. Tutto ciò risulta possibile mediante un costante ricerca ed aggiornamento nel mondo delle materie prime e delle tecnologie della propria filiera e non da ultimo attraverso una corretta ed attenta analisi delle esigenze del cliente.

Flessibilità tecnologica è la chiave del successo di Trocart “Ci siamo evoluti in base alle esigenze del mercato – spiega Loris Santolini, direttore generale dell’azienda - che oltre alla puntualità chiede sempre più consegne tempestive di un numero ridotto di pezzi, in una parola servizio”.

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Puntualità e tempestività alla consegna, esigenze sempre più pressanti, in particolar modo per le aziende clienti meno strutturate, a cui Trocart da risposta mediante la tecnologia digitale. Per i clienti più strutturati ove è pos-

sibile fare programmazione ed i volumi sono maggiori, Trocart risponde con le tecnologie di stampa tradizionale. Da non escludere una terza via: un mix di entrambe le tecnologie, per esempio un espositore con crowner realizzato con tecnica digitale e corpo della struttura creato con stampa tradizionale”. Insomma l’azienda di Cinisello si propone sul mercato come un vero e proprio consulente basando la propria attività sulla filosofia che vede l’espositore non solo come un bel prodotto stampato bene, ma come uno stra-

tegico strumento di vendita che deve interagire con tutta la catena del valore cliente, dal marketing alla logistica. Uno strumento in grado di ambientarsi perfettamente nello spazio di vendita finale, sia esso retail, gdo o il canale horeca. “Il nostro servizio – dice Santolini - va a coprire tutte le esigenze del cliente, dalla comunicazione alla vendita / esposizione del prodotto fuori banco per giungere alla promozione dello stesso. Anche per questo stiamo lavorando a un nuovo website che sarà molto funzionale e molto meno vetrina. Chi accede al sito verrà subito guidato con delle domande per capire quali sono

le sue specifiche esigenze, secondo la logica: “dimmi tu di cosa hai bisogno e io troverò la soluzione”.

La progettazione è il cuore pulsante dell’attività di Trocart. L’ampia gamma di materiali lavorabili e la flessibilità tecnologica disponibile, offre a Trocart la possibilità di ritornare ai propri cliente progetti, idee, soluzioni sempre più innovative. Il continuo aggiornamento del proprio


team di progettisti, offre agli stessi, la possibilità di muoversi con sicurezza all’interno della matrice “tecnologie / materiali”, al fine di dare ai propri clienti soluzioni in linea alle esigenze condivise. Elemento di grande differenziazione del processo di prototipazione offerto da Trocart, è la possibilità di realizzare non solo dei campioni neutri ma delle vere e proprie pre-serie. La tecnologia digitale, in tal senso risulta essere il vero e proprio fattore critico di successo. Poter approvare in via definitiva una struttura di vendita / comunicazione destinata a centinaia di punti vendita presenti in tutto il territorio nazionale, valutando un campione stampato realizzato con i materiali che verranno impiegati in produzione, ritorna all’intera filiera, cliente in primis, la possibilità di eliminare non da ultimo sviste, errate valutazioni inerenti l’area “comunicazione”.

Essa permette di mantenere inalterate le caratteristiche cromatiche dell’immagine, anche nelle finiture di effetto con vernice lucida protettiva. La stampa analogica comprende la stampa offset e flexo. La prima garantisce estrema definizione e permette di mantenere un’elevata qualità. La seconda viene utilizzata per le produzioni più economiche e di grandi quantitativi. “Inoltre – aggiunge il direttore generale di Trocart – dalla scorsa estate ci siamo dotati di una stampante HP Latex Printing Technology, che ci consente di lavorare materiali morbidi, come Pvc, Pvc adesivi ed elettrostatici, poliesteri e tanti altri. Quindi ecco che la nostra gamma di offerta si è ulteriormente ampliata: potendo stampare in roto il Pvc ora

possiamo realizzare anche i roll-up!”. Oltre alla lavorazione dei materiali morbidi, tra le ultime novità proposte dell’azienda, spicca un totem ellittico realizzato con un sistema che non richiede alcuna incollatura interna per farlo stare in piedi. Ma per ulteriori dettagli invitiamo i lettori a mettersi direttamente in contatto con l’azienda di Cinisello.

Last but not least Last but not least,Trocart ha brevettato per i suoi espositori un sistema di pallettizzazione basato sull’utilizzo di bancali composti da piedini e tappi in PP, che unitamente ad una base in cartone garantisce un trasposto agevole, una facile movimentazione e un’eccellente praticità .

Ulteriore elemento di grande rilevanza, lo stoccaggio a magazzino e per la precisione la superficie di magazzino occupata. Tale affermazione è supportata dal semplice raffronto n° di posti pallet occupati dai classici bancali in legno con il n° di posti pallet occupati dagli elementi che compongono il brevetto Trocart. Il semplice sistema di montaggio consente di ancorare il bancale all’espositore, formando così un corpo unico che ne facilita la movimentazione, evitando che esso si deformi durante gli eventuali spostamenti. Trovata la sua collocazione è sufficiente togliere il coperchio, estrarre il crowner e posizionarlo nella sua sede. L’espositore è quindi pronto per il suo utilizzo.

Le tecnologie di stampa di cui Trocart si avvale sono principalmente di due tipi: digitale ed analogica. La prima, introdotta nel 2010, si basa sull’utilizzo del sistema industriale HP Scitex FB11000 con tecnologia HP Scitex High Dynamic Range. La stampa digitale è utilizzata principalmente nel caso di grandi formati, medie tirature.

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SPECIALISTI

di Marinella Croci

Interpretare idee Esperienza, con il cartone creatività e qualità

sono i punti di forza di Prealpi Cartotecnica, il cui asso nella manica è il lavoro di squadra e, soprattutto, la capacità di interpretare e dare vita alle idee del committente. ministratore unico dell’azienda, (Display Italia n. xx) in occasione dell’assegnazione dell’ambito “Premio dei Premi”, istituito per concessione del Presidente della Repubblica Italiana, a un innovativo astuccio realizzato in collaborazione con Bticino. Ora torniamo da Prealpi per scoprire le carte del suo successo.

Doppia unità produttiva

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Trovarsi insieme è l’inizio, restare insieme è progresso, lavorare insieme un successo (Henry Ford ). E’ con questa citazione che Prealpi Cartotecnica si propone alle aziende che necessitano di un partner e non di un semplice fornitore di

packaging. Con sede a Castiglione Olona, in provincia di Varese, Prealpi sviluppa e produce packaging ed espositori da banco e da terra in cartone teso e ondulato. Due anni fa abbiamo intervistato Luca Bassani, am-

Attenzione a qualità e innovazione è l’obiettivo di un lavoro che, in Prealpi, non può che essere di squadra. E’ grazie a un affiatato team di persone che le idee prendono forma e vengono realizzate utilizzando tecnologie avanzate e tecniche di prototipazione per dare vita a idee e progetti. “Tutte le fasi di lavorazione sono eseguite internamente per assicurare i migliori risultati di qualità – spiega Luca Bassani -. Per questa ragione, nel 2010, abbiamo investito per aumentare la capacità produttiva realizzando accanto alla sede storica una seconda unità produttiva. In uno stabilimento, interamente attrezzato per il formato XL, si

producono packaging ed espositori stampati su cartoncino teso, che successivamente vengono accoppiati a vari tipi di cartone ondulato.” Una superficie di circa 5.000 mq, condivisa con una palazzina interamente dedicata al Technical Center, dove una decina di specialisti sono impegnati nello sviluppo e progettazione, nonché una prestampa attrezzata con hardware e software in grado di elaborare qualsiasi file grafico, con la possibilità di renderizzarlo creando modelli 3D iperrealistici. Il secondo edificio, con superfice di oltre 4.000 mq, è riservato alla produzione degli astucci in cartoncino teso utilizzati da aziende di cosmetica, parafarmaceutica e farmaceutica, alimentare, dolciumi e beverage.


automazione avanzata, come le inscatolatrici intelligenti che assicurano il controllo costante e preciso per una produttività elevata. Infine il magazzino prodotto finito, una sorta di parking client, dove il cliente può ritirare il prodotto frazionato nel tempo.

Sempre più Customer-Oriented

“E proprio in questa parte dell’anno – prosegue Bassani - si sta concludendo l’iter per il conseguimento

della certificazione alimentare ISO 22000, diventata ormai necessaria per chi, come noi, produce packaging dedicato al confezionamento dei prodotti alimentari. Non possiamo permetterci di essere colti impreparati a fronte di richieste specifiche del settore.” In questa unità produttiva troviamo una macchina accessoriata per la stampa fino a 8 colori, completa di dispositivo per la verniciatura finale per riprodurre stampati di alta qualità e con le più svariate combinazioni di finiture, dalle vernici tradizionali acriliche o UV a quelle più raffinate, come le Soft Touch e le perlescenti. “Stampa a caldo con foil classici o dagli effetti più ricercati – spiega -. Possiamo effettuare la fustellatura con l’integrazione di effetti in rilievo, la finestratura con PVC o PET per la visibilità totale del prodotto.” Completa il parco macchine una piega-e-incolla con

La tecnologia però non è tutto. Non è sufficiente avere un ottimo software di progettazione o un plotter da taglio tecnologicamente avanzato. Per avere successo bisogna sapere interpretare le esigenze del cliente, come ci spiega Bassani: “In passato era più semplice interagire con il cliente, che si presentava con uno schizzo o un rendering elaborato da un’agenzia di comunicazione. A noi spettava il compito di trasformarlo in qualcosa di concreto. Oggi invece il fornitore si assume anche l’onere di affiancare il cliente con un atteggiamento di vero e proprio consulente, che non si limita allo sviluppo della parte strutturale o creativa, ma deve essere in grado di comprendere ciò di cui il cliente ha effettivamente bisogno. Per realizzare un espositore è poi necessario conoscere tutte le dinamiche tecniche per la sua gestione, come esigenze di trasporto, peso da sopportare, assemblaggio, distribuzione, gestione sul punto vendita… Tutti aspetti di cui dobbiamo tenere conto nella progettazione, aspetti che richiedono idee chiare già da parte del committente e capacità del fornitore di assicurarle.” A oggi Prealpi sembra perfettamente in grado di interpretare anche le più complesse richieste dei clienti. Lo dimostrano i riconoscimenti collezionati negli anni: il prestigioso Oscar dell’Imballaggio conferito nel 2008 e 2011, il terzo posto al Premio Superstar Italia nel 2009, il Worldstar WPO 2012 e il Design Index ADI 2012. E lo dimostrano i numeri: la capacità produttiva annua raggiunge i 18 milioni di fogli stampati, 85 milioni di astucci e scatole e circa 60.000 pezzi di display da banco e da terra.

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SPECIALISTI

di Marco Oltrona Visconti

Grottini festeggia 40 anni istituendo uno spazio per il racconto della storia e delle competenze tecnologiche dello specialista

L’inspirational Hub made in Italy

Francesco Grottini Il retail design è un fatto scientifico e per niente improvvisato. Ne è fermamente convinto Francesco Grottini, titolare dell’omonima azienda che l’estate scorsa ha festeggiato i “suoi primi quarant’anni” inaugurando un Ispirational Hub, o meglio uno spazio emozionale che passa in rassegna molte di quelle case history di shop design che hanno fatto la storia del retail e dell’azienda.

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Oltre a essere uno spazio dall’alto valore estetico ed emozionale l’Inspirational Hub ha infatti la funzione di esplicitare alcuni trend e tutte quelle nuove tecnologie che stanno rendendo lo shop design un disciplina decisamente pragmatica. «In questi ultimi 10 anni –spiega Francesco Grottini- l’asset aziendale

è mutato per andare incontro un mercato che richiede certezze. Soprattutto perché, la realizzazione di un nuovo format o il restyling di un punto di vendita oggi passano attraverso strumenti di retail intelligence versati a un’attenta osservazione delle dinamiche di comportamento del consumatore». Per tanto, accanto alla tradizionale Divisione di Retail Environment per la progettazione di fornitura di arredi per il retail che oggi rappresenta l’80% del core business dell’azienda, sono state affiancate altre due divisioni: la Store Communication Tecnologies e la Customer behaviour. Quest’ultima concerne la business intelligence e si riferisce a tre filoni di servizio: Shopper behaviour, Planogram performance e Shelf avalaibility.


Shopper Analytics Robotic Vision e Artificial Intelligence sono il cuore di questo sistema che, grazie a una combinazione di componenti hardware e software, osserva con discrezione il comportamento dei consumatori in un punto vendita. Shopper Analytics converte le immagini in numeri evidenziando, tra l’altro, i punti più frequentati di un negozio (zone calde e fredde), le performance dei planogram e le interazioni del consumatore con i prodotti esposti. Dati reali forniti in formati semplici... In tempo reale. Questa tecnologia è implementabile su punti di vendita nuovi o già avviati, cosi da poter comprendere meglio le esigenze dello shopper, prima di eventuali interventi su layout, display e planogramma. Interventi che vengono decisi insieme al cliente sulla base delle rilevazioni.

Planogram Management Il rispetto del planogram è un indicatore della performance dello store, il rispetto delle strategie studiate possono determinare aumenti o diminuzioni del sellout. Un dispositivo fotografa lo scaffale o l’espositore a brevi intervalli di tempo. Nel momento in cui viene trovata una discordanza tra i fotogrammi del planogramma prestabilito di uno scaffale, il responsabile o l’addetto alle vendite viene avvertito via e-mail o sms. È utile a rilevare il facing e funziona anche con le vetrine. Oltre a garantire un risultato di immagine e di performance costante, comporta un risparmio in termini di ore-uomo, dal momento che i visual merchandiser deputati al con-

trollo del planogramma intervengono solamente quando necessario.

Shelf Avalability

La luce di Luciani. C’è la mano del retail designer Alessandro Luciani dietro la realizzazione dell’inspirational Hub di Grottini. In questo spazio futuristico sono evidenti due elementi estetici e concettuali ossia: il racconto della luce e della sua analogia con il pensiero grazie a un ambiente scuro dove, per contrapposizione, il percorso e gli spazi sono definiti da scie di led a luce verde calda. È sempre la luce a introdurre l’altro concetto, la socialità, tracciando più volte l’elemento esagonale per richiamare simbolicamente l’interazione. Il risultato funzionale e un layout composto da quattro ambienti: lo “spazio social” con tavoli e sgabelli, lo “spazio della comunicazione” per la presentazione dei materiali innovativi, lo “spazio tecnologico” con alcune stanze che raccontano le tecnologie per il retail e la sostenibilità. Infine lo “spazio museo” in cui sono incorniciati i format realizzati da Grottini dal 1975 a oggi.

Shelf detector è la tecnologia brevettata da Grottini Lab che verifica la disponibilità dei prodotti a scaffale, sulle appenderie e sui materiali per l’esposizione preferenziale. Si tratta di un network di sensori (in rete) capace di rilevare le cosiddette “rotture di stock” ovvero l’assenza di prodotti e di comunicare, via sms o via e-mail, al responsabile di reparto le coordinate del ripiano che risulta svuotato. Le rotture di stock determinano, inevitabilmente, una consistente perdita di sell out, Shelf Detector è in grado di ridurle di oltre l’80%.

Alessandro Luciani

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SPECIALISTI

di Marco Oltrona Visconti

Eye tracking: dove guarda l’uomo

LE SOLUZIONI DI TRACCIAMENTO OCULARE FORNITE DAL SYSTEM INTEGRATOR SR LABS

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Da qualche anno e con i fini più disparati, la tecnologia che consente di tracciare i movimenti oculari umani si sta diffondendo più che mai anche in Italia. Come manager a capo di uno dei maggiori system integrator italiani di questo affascinante settore, Gianluca Dal Lago, AD di SR Labs di Milano, spiega che: «I dispositivi di tracciamento oculare appartengono all’ambito delle neuroscienze e sono per lo più utilizzati, nel campo delle disabilità o dell’industria primaria, per controllare il funzionamento altri dispositivi attraverso gli occhi. E numerose sono anche le richieste

VENGONO UTILIZZATE DA DIVERSI ISTITUTI DI RICERCA PER LA MARKETING ANALYSIS E COME SISTEMI DI CONTROLLO SOPRATTUTTO NEL CAMPO HEALTHCARE GIANLUCA DAL LAGO

che arrivano dal settore della Marketing analysis per capire dove guarda il consumatore». Si pensi che quasi tutti gli istituti di ricerca italiani (Gfk, Euriko, Ipsos, Nielsen, TNS eccetera) e svariati brand dell’industria di marca e del retail

Il test L’anno scorso Vodafone ha utilizzato il totem di Sr Labs per testare l’efficacia e punti di forza di una campagna. A questo proposito per sei mesi la telco ha utilizzato i totem per praticare field marketing e apprendere attraverso la lettura oculo motoria quali fossero i principali punti di forza della sua campagna. In sei mesi di iniziativa i totem posizionati nei punti di vendita Mediamarket (MediaWorld e Saturn) presso il centro commerciale Fiordaliso di Rozzano (Mi) e in Stazione Centrale a Milano hanno totalizzato diverse migliaia di contatti

(Barilla, Ferrero,Mc Donald’s eccetera) si sono rivolti SR Labs per comprendere dove si focalizzi l’attenzione del cliente, del cittadino o dell’uomo in tutte le sue attività. Quello che interessa è in particolare quanto accade nel momento di fruizione di un servizio, di un’azione o di un o durante lo shopping e più in generale in quella fase definibile come user experience. Tra l’altro la tecnologia di lettura del movimento oculare ha reso possibile la creazione e l’evoluzione di sistemi di controllo che fondano il proprio funzionamento sul movimento oculare. Infatti la società di Milano, fin dal suo primo momento di operatività nel 2003, ha collaborato con il Sistema

Sanitario nazionale o con multinazionali specializzate nell’assistenza domiciliare, per fornire soluzioni di comunicazione e scrittura alle persone limitate da disabilità. Per dare un’idea del business dell’eye trackyng in Italia si pensi che in SR Labs, dice Del Lago: «l’healtcare pesa


TECHNOLOGY

L’Eye-Tracking è una tecnica di registrazione ed analisi dei movimenti oculari utilizzata in aree quali le scienze cognitive, la psicologia, la Human-Computer Interaction, le ricerche di mercato, la ricerca medica, ed altre ancora. La maggior parte degli eye-trackers moderni utilizzano la “Video-oculografia” (VOG), e cioè la registrazione della posizione dell’occhio nell’orbita e dei suoi movimenti per il tramite di una camera digitale.

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Un sistema di illuminazione del volto basato su luce infrarossa (IR) o vicina all’infrarosso (NIR) consente inoltre di delineare il contorno della pupilla ed ottenere uno o più riflessi, noti come “riflessi corneali” (Corneal Reflex). Il vettore risultante dalla relazione dinamica di questi due parametri, successivamente ad una procedura detta di calibrazione, può essere utilizzato per ottenere la posizione dello sguardo rispetto ad un determinato elemento del display.

In questo secondo caso il dispositivo di eye trackyng viene applicato a scaffali vetrine o schermi lcd o spesso integrato a totem con schermi touch screen costituiti per creare un’interazione con l’avventore. Attualmente SR Labs dispone di una quindicina di dispositivi per testare campagne, prodotti o implementare operazioni di couponing. Ovviamente qualora si decidesse di

per il 60% sul giro d’affari societario, mentre la restante parte proviene dalla domanda di MAS, acronimo che corrisponde a Marketing Analysis Solution».

dotare la propria rete di vendita di totem propri è possibile sviluppare progetti ad hoc con l’expertise di Sr Labs nella system integration.

dagli anni ’30. Spiega Dal Lago: «Allora erano dispositivi assai invasivi per la fisiologia umana. Bisogna risalire agli anni ‘60 per ravvisare i primi sistemi ergonomici per

Conclude Dal Lago: «Per quanto riguarda il canale Marketing Analysis Solution, la valutazione dell’efficacia di una campagna promozionale e la call to action per incrementare le vendite sono le due funzioni più richieste dai nostri clienti.

Come funziona? I sistemi di rilevamento del movimento oculare sono stati studiati sin

PERFORMANCE ���

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Elevato tasso d’ingaggio

Facilità d’interazione

Alta e�cacia della call-to-action

Il 34% delle persone che lo vedono si avvicinano e iniziano l’interazione.

Il 93% di coloro che iniziano l’interazione esplorano almeno il primo livello.

Il 13% di chi è stato coinvolto nell’interazione, arriva alla call to action finale.

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Dati derivanti da progetti eseguiti per:

EXPO 2015 / MUSE Museo delle scienze Trento / Milano Fashion Week / Vodafone


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Versione web

Inoltra

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Oggi i dispositivi a controllo oculare vengono comandati da comodissimi occhiali. E sempre attraverso questi accessori si effettuano i test di eye tracking per studiare dove “cade l’attenzione dell’occhio”, per esempio in prossimità di uno scaffale del supermercato o sulla home page di un sito internet.

DIVA - MODULO ISCRIZIONE Il concorso internazionale DIVA - Display Italia Viscom Award mette in mostra le migliori soluzioni espositive per il punto vendita. Il concorso è aperto ai produttori di materiali P.O.P., studi di progettazione, agenzie creative e aziende committenti.

CATEGORIE IN GARA: A – Soluzioni espositive DUREVOLI B – Soluzioni espositive NON DUREVOLI C – Dispositivi di DIGITAL SIGNAGE

la lettura dell’attività oculo-motoria. Strumenti questi ultimi grazie ai quali sono nati i primi sistemi di puntamento a controllo oculare in ambito militare, dato che l’occhio è tecnicamente insuperabile in termini di bilanciamento della mira, per velocità e precisione. Dunque negli anni ’90 si sono visti i primi elmetti aeronautici per il puntamento delle munizioni avioniche. E sempre in questo decennio si è avuta la diffusione della tecnologia in abito civile».

D – PACKAGING E – RETAIL DESIGN F – SHOP FITTING

I lavori in concorso verranno esposti nell’area dedicata ai Viscom Awards durante la fiera Viscom Italia - 15-17 Ottobre 2015, Fiera Milano, Rho.

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INVIARE IL MODULO COMPILATO A: Gabriella Cosso - +39 02 4691292 - +39 348 7321532 - gabriella.cosso@displaymagazine.it Marco Oltrona Visconti - +39 340 3142015 - marco.visconti@displaymagazine.it èMagazine Ati - Via Pindemonte, 2 - 20129 - Milano - www.displaymagazine.it

Diversamente, per l’analisi del movimento oculare delle persone in ambienti aperti al pubblico, sono necessari una telecamera e un dispositivo


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prime sono i punti sui quali si sofferma l’occhio il cui movimento è registrato. Le saccadi sono invece le linee immaginarie che si creano tra una fissazione e un’altra. È bene specificare che durante il “percorso saccadico” in realtà l’occhio è cieco, è infatti il cervello che unisce le immagini rilevate dalla pupilla dando al vedente un’impressione di continuità visiva.

di emissione e registrazione di raggi infrarossi. È proprio per mezzo del perfezionamento dei protocolli e degli algoritmi di analisi, gestione del raggio infrarosso che si rende possibile la rilevazione oculo motoria. Spiega Dal Lago scendendo nello specifico: «Impercettibili e innocue emissioni di raggi di questo tipo vengono proiettati sul viso della persona. Questi in gran parte vengono riflettuti, ma non in prossimità della pupilla che invece li assorbe permettendo di creare un punto di riferimento per “agganciare” l’occhio, quindi il suo movimento, rendendolo tracciabile». Tecnicamente il sistema rileva le cosiddette “fissazioni” e le cosidette “saccadi” a queste conseguenti. Le

«I sistemi di eye tracking di SR Labs -dice Dal Lago- vengono gestiti mediante un software proprietario che si adatta a ogni piattaforma di digital signage senza problemi. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato anche una tecnologia di lettura dedicata all’analisi dell’attenzione umana sui siti internet che funziona attraverso le telecamere dei pc. Inoltre il sistema è applicabile anche ai tablet purché siano immobilizzati su un supporto»

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IN EVIDENZA

Nasce il network Elementaria

di Marco Oltrona Visconti

mentre l’obbiettivo primario sarà la proposizione HI DESIGN PER PRESENTARE UN di un nuovo modello di NUOVO MODELLO DI BUSINESS business nella produzione VERSATO ALLA PRODUZIONE DI dei Display e dell’arredo DISPLAY E ARREDI ESPOSITIVI espositivo per la marca e PER L’INDUSTRIA DI MARCA. DAL 15 AL 17 DI OTTOBRE A per il retail. Storicamente VISCOM NELL’AREA DIVA DEL- infatti la filiera della proLA FIERA VISCOM, PAD. 8/12 duzione di strutture per la visual communication deRHOFIERA nota una spiccata verticalità che, si concretizza secondo un paradigma comElementaria si svolgemerciale/produttivo in cui rà all’interno della area gli attori principali sono: DIVA-VISCOM-AWARDS, 1) l’industria di marca, nel dove saranno esposti i ruolo di una committenza prototipi dei progetti che di regola esprime un realizzati da affermati designer che hanno lavo- briefing spesso sulla base di standard multinazionali, rato a fianco di aziende talvolta con la mediazione specializzate nella trasformazione delle materie di agenzie di comunicaprime per la creazione di zione; strutture extraordinarie. 2) i trasformatori finali, quali specialisti dell’arreIn questa prima edizione do espositivo. il focus di Elementaria sarà sulle materie priA fronte di questo schema me polimeriche in lastra di produzione tradizionale

UNA MOSTRA DI PROTOTIPI DI

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(punti 1 e 2) Elementaria offre un punto di vista laterale e alternativo e più orientato alla system integration e al networking. In primis dando maggior rilevanza a due attori che nella rigida verticalità assumono, di solito, un ruolo secondario, con ricadute negative sulla possibilità di innovare in termini tecnici o creativi. Il riferimento è agli “operatori specializzati nella trasformazione dei materiali semilavorati” e ai “designer specializzati nell’arredo espositivo”, che in condizioni più favorevoli sarebbero in grado di coniugare l’innovazione dei materiali (in questo caso i polimeri) con la forma più creativa ed evocativa e altresì funzionale alle esigenze della committenza.

materiali (i biopolimeri) e dalla crescente varietà delle lavorazioni e delle finiture dei semilavorati tradizionali (polistiroli, metacrilati eccetera). Un fatto positivo che tuttavia porta con se una certa complessità per chi vi si relaziona e di conseguenza la necessità di acquisire competenze specifiche, magari a seguito delle istanze sociali, industriali e commerciali determinate da fenomeni come la green economy. Competenze difficilmente internalizzabili o troppo onerose da assumere. Da qui il ruolo strategico di Research&Development dei trasformatori di materiali semilavorati e la necessità di un network di consulenza appropriato in questo segmento.

A) I primi perché appartengono a un mondo come quello dei raw material polimerici, in forte evoluzione dopo anni di relativa staticità. Una ripartenza determinata dalla recente creazione di nuovi

B) I designer in quanto attori della progettualità e coordinatori della creatività, nella qualità di mediatori tra l’istanza creativa e la produzione. Ed, è bene precisarlo, anche nel ruolo di propositori di


nuovi sistemi espositivi I protagonisti di questa da declinare al di la delprima edizione di le richieste dirette della Elementaria : committenza. Marco Maggioni Design Ecco perché, Elementaria, più che una mostra di Architetto Paolo Pagani prototipi, sarà, da un lato, Gianluigi Landoni, un contenitore adatto a Altrodesign supportare le necessità tecniche dell’industria di Amelia Valletta Design marca e dei trasformatori, mentre dall’altro lato, Menopausa si dovrà intendere come Massimo Farinatti piattaforma di trasmisDesign sione della conoscenza. Piattaforma di cui si po- Emilio Sitta tranno avvalere designer, (BDPM - Consulente) operatori specializzati Appuntamento nella trasformazione dei dal 15 al 17 ottobre materiali semilavorati e presso Rho Fiera dei trasformatori finali sono stati pad. attraverso un che si interfacceranno con creati8/12 nuovo modello di business che rende stand DIVA AWARD il network. disponibile la creatività in logica condivisa

sono stati creati attraverso un nuovo modello di business che rende disponibile la creatività in logica condivisa e con formule di ottimizzazione.

6 prototipi di design espositivo

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AMELIA VALLETTA DESIGN FARINATTI DESIGN ALTRODESIGN MARCO MAGGIONI DESIGN MENOPAUSA –II PAOLO PAGANI

6 progettisti

prima edizione

LE MATERIE PLASTICHE

PROGETTO/PROJECT

KOSMOS

DESIGNER

MARCO MAGGIONI AZIENDA PRODUTTRICE

NEW GLASS

Depositato ADI Associazione per il Disegno Industriale

PROGETTO/PROJECT

BEEHIVE SCREEN Registro dei Progetti · protocollo n°3089 DESIGNER

ALTRODESIGN AZIENDA PRODUTTRICE

MADREPERLA

e con formule di ottimizzazione.

Partrocinato da Display Italia, ������������������������������������������ NewGlass, Madreperla, Viscom

Depositato ADI Associazione per il Disegno Industriale

PROGETTO/PROJECT

CHOCOTRAY Registro dei Progetti · protocollo n°3089

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DESIGNER

AMELIA VALLETTA AZIENDA PRODUTTRICE

NEW GLASS

TA DESIGN TTI DESIGN RODESIGN NI DESIGN OPAUSA –II LO PAGANI

6 progettisti

Depositato ADI Associazione per il Disegno Industriale

PROGETTO/PROJECT

DIVA Registro dei Progetti · protocollo n°3089

DESIGNER

MASSIMO FARINATTI AZIENDA PRODUTTRICE

MADREPERLA

Depositato ADI Associazione per il Disegno Industriale

PROGETTO/PROJECT

CURLWING Registro dei Progetti · protocollo n°3089 DESIGNER

prima edizione

MATERIE PLASTICHE

PAOLO PAGANI AZIENDA PRODUTTRICE

sono stati creati attraverso un NEW GLASS nuovo modello di business che rende disponibile la creatività in logica condivisa e con formule di ottimizzazione.

6 prototipi di design espositivo

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AMELIA VALLETTA DESIGN FARINATTI DESIGN ALTRODESIGN MARCO MAGGIONI DESIGN MENOPAUSA –II PAOLO PAGANI

6 progettisti Depositato ADI Associazione per il Disegno Industriale

PROGETTO/PROJECT

EXACTLY Registro dei Progetti · protocollo n°3089 DESIGNER

MENOPAUSA – II prima edizione

AZIENDA PRODUTTRICE

MADREPERLA

LE MATERIE PLASTICHE

Depositato ADI Associazione per il Disegno Industriale Registro dei Progetti · protocollo n°3089


Dopo anni di innovazione il settore dei polimeri sta prendendo coscienza dell’esigenza di materiali biopolimerici con caratteristiche più compatibili con l’ambiente.

MATERIALI

di Emilio Sitta

Biopolimeri: un approccio green al mondo della plastica Sopra a sinistra e in questa foto: Bio-polimero (I)amNature Realizzato su base PLA-PHA ottenuti da fermentazione e conversione batterica. 100% biologico additivi inclusi

I bio polimeri di Maip e Galabiotec.

Il settore delle plastiche è stato per anni legato strettamente a fonti fossili non rinnovabili (petrolio, gas, carbone) In settanta anni sono nati polimeri con prestazioni sempre più elevate che hanno permesso di sostituire in molte applicazioni i prodotti tradizionali come il metallo, il vetro e il legno. Tutto ciò in quasi tutti i settori industriali, dalla puericultura ai moduli spaziali, ma con scarsa attenzione all’impatto ambientale

I materiali più diffusi

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La produzione mondiale di plastiche sta ormai raggiungendo quota 300 milioni di tonnellate/anno (http://www.statista.com). Tra queste, il PE, PP, PVC e PET rappresentano circa il 70% della produzione e sono largamente destinati al packaging alimentare e all’edilizia. Una quantità elevata di materia prima

che utilizza solo il 10% di tutto il petrolio estratto dalla madre Terra per un sistema produttivo ben affinato, efficiente ed economicamente integrato in filiere produttive utili a soddisfare le esigenze di base del largo consumo. Nel rimanente 30% troviamo materiali tecnicamente molto più complessi (tecnopolimeri) con prestazioni e prezzi più elevati. In questo segmento coabitano polimeri esotici con resistenze termiche elevate (>250°C) come il Polifenilensolfuro (PPS) la Polietereimmide (PEI) il Polisulfone (PSO), scendendo di temperatura, le poliam-

Polimeri Ibridi ra(i)n Realizzati su base PP ,PE, SBS e caricati con gusci e nocciuoli macinati recuperati dagli scarti agroalimentari


Polimero Ibrido suber(i) Realizzato su base gomma termoplastica TPE e TPO, e caricati con sughero naturale recuperato dalla filiera industriale

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saria cautela nella transizione da un materiale noto e approvato a uno meno noto e non ancora affinato, rendono possibile l’ingenerarsi di una certa confusione. Sul mercato in questo momento troviamo prodotti: bio-degradabili e compostabili (da rinnovabili PLA-PHAPHB-Cellulosa, in grado di scomporsi in condizioni aerobiche o anerobiche), Bio-based (polimeri con 10% 30% di composti rinnovabili – il PET, o il PA biobased). Oppure derivati al 100% da bio-fuels (PE da bio-Etilene) ovviamente non biodegradabili. I biodegradabili da fonti fossili (PBAT, PBS e midi (PA) tra le quali, le versioni PA66 e PA6 sono le più note. Molto presenti nel settore del visual display in forma di lastra, film, profili e particolari stampati sono invece il Policarbonato (PC), il Poli-metil-metacrilato (PMMA) commercialmente noto come Plexiglas® o Perspex®), l’Acrilo-butadiene-stirene (ABS) il Polistirolo (PS).

Le istanze della green economy La prospettiva economica che vede il petrolio in via esaurimento, nonché la necessità di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, hanno spinto l’industria a interrogarsi sulle possibili soluzioni “ecologiche” da attuare per ridurre l’impatto ambientale delle plastiche. Un esercizio d’impresa che negli anni ‘80 valeva la pena praticare solo con i prodotti prestazionali. Successivamente, grazie all’introduzione di leggi ad hoc, il riciclo è diventato profittevole anche per i prodotti più economici (PE e PP) che terminavano il loro ciclo di vita nell’inceneritore in quanto caratterizzati da un potere calorifico elevatissimo (PE e PP derivano sia da virgin nafta che dai gas Etilene e Propilene). Nel frattempo anche l’industria si è attivata con approcci virtuosi quali il “design for disassembling” per rendere agevole la separazione dei componenti assemblati nei pezzi finiti. Oppure, progettando per favorire l’impiego di un unico tipo di plastica nell’ambito di un numero maggiore di componenti (come accade nell’automotive). A questa nuova esigenza l’industria petrolchimica ha prontamente risposto con nuovi catalizzatori in grado di elevare le prestazioni del PP e del PE, i quali hanno quindi beneficiato di un valore tecnico aggiunto che li ha portati a competere con alcuni dei più noti tecnopolimeri che, quindi, iniziano a essere considerati meno interessan-

ti. Il caso più eclatante in cui emerge maggiormente una spiccata attenzione per l’impatto ambientale rimane ancora oggi quello concernente il recupero del PET (Poli-etilen-tereftalato) da bottiglia. Ma anche quello meno visibile attuato dal settore auto. Un approccio virtuoso al riciclo che tuttavia non risolve alcuni problemi collaterali. Nella produzione delle plastiche tradizionali non biodegradabili, oltre al consumo di petrolio esiste un bilancio negativo nelle emissioni di CO2 (es: c.ca 2000 kg di CO2 per 1000 kg di PP), e resta irrisolta la questione dello smaltimento inerente le plastiche eterogenee disperse nell’ambiente, nondimeno con importanti ricadute economiche concernenti il danno sul patrimonio ambientale. Il dato che fa riflettere riguarda le oltre 21 mila tonnellate di plastica presenti negli oceani a coprire un’area di qualche milione di chilometri quadrati. Il trend verso il bio è quindi inevitabile oltre che necessario!

Una nuova frontiera green: i biopolimeri Per fortuna, quasi per magia, negli ultimi quindici anni sono stati sviluppati diversi filoni di ricerca nel settore dei bio-polimeri e molte aziende si sono

cimentate con la “green economy” e le fonti rinnovabili. In queste fasi di accreditamento alla “nuova frontiera”, il mantenimento della posizione di mercato, l’inevitabile neces-

Sopra e sotto: Polimero Ibrido warm(i) Realizzato su base PP caricato con fibre di legno recuperate dalla filiera industriale


THERMOPLASTICI PER LA GREEN ECONOMY

PCL), e infine gli Oxo-degradabili (PE o bio-PE non biodegradabili ma scomposti per mezzo di sostanze chimiche che frantumando la catena molecolare e ne riducono le dimensioni fisiche). Inoltre è interessante riconoscere che l’evoluzione tecnologica ha delle regole e degli schemi precisi che si ripetono. La “fase ibrida” durante una transizione tecnologica è una di questi. Il “vecchio sistema” sostiene per un certo periodo il nuovo sino a che non si consolida. Pensiamo per esempio alle prime turbine montate sulla coda degli aerei a elica, oppure alle auto di oggi parzialmente a combustione interna e in parte a propulsione elettrica. Anche i polimeri non sono esenti da questa regola. In questa fase il mercato offre prodotti di matrice fossile (in genere PP e PE) parzialmente caricati con contenuti bio (amidi, fibre vegetali o altri derivati biologici) molto interessanti. Permettono di ridurre la quantità di polimero fossile con bilancio CO2 nega-

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Polimero Ibrido warm(i) Realizzato su base PP caricato con fibre di legno recuperate dalla filiera industriale


Polimero Ibrido warm(i) Realizzato su base PP caricato con fibre di legno recuperate dalla filiera industriale

tivo anche del 70%, e aggiungono materiali con bilancio CO2 positivo (vegetali) permettendo di mantenere molte delle prestazioni tecniche tradizionali desiderate dalle aziende (in particolare quelle termiche). Questi materiali sono sicuramente riciclabili ma non sono definibili come biodegradabili.

L’industria del biopolimero oggi In questo momento la produzione mondiale di biopolimeri si sta avvicinando ai 6 milioni di tonnellate/anno (stima 2018) – (http://en.european-bioplastics. org/blog/2014/12/03/pr-20141203/), dove però più del 50% sembra sarà utilizzato per realizzare prodotti biobased. Questi numeri indicano come si sia proprio all’inizio dell’evoluzione di questi materiali. Ecco perché parlare oggi di quale sarà il futuro dei biopolimeri, quale prodotto sarà vincente, è come voler raccontare la trama di un film avendo la possibilità di vedere solo qualche fotogramma. Alcune considerazioni si possono tuttavia azzardare. La prima è che l’affinamento dei sistemi produttivi renderà i prodotti bio (quelli completamente biodegradabili di cui oggi si producono solo c.ca 1.6 milioni di tonnellate anno) sempre più competitivi, sia tecnicamente che economicamente. In secondo luogo, probabilmente sopravviveranno solo quei prodotti con un LCA Life Cycle Assessment) davvero ecologicamente sostenibile. In questo prospettiva bisognerà includere nella matrice di valutazione anche le risorse naturali consumate per produrli, come l’acqua e la terra.

troviamo infatti una vasta gamma di polimeri ibridi rigidi o elastici. La famiglia warm(i) e suber(i) sono realizzate rispettivamente su base PP la prima e su base TPE e TPO la seconda. Qui le cariche aggiuntive derivano da fibre di legno e da sughero. Tutti materiali organici recuperati dagli scarti manifatturieri. In questo filone si colloca anche la famiglia ra(i)n, formulata su differenti basi polimeriche e compoundata con prodotti recuperati da scarti del settore agro-alimentare. La gamma qu(i)r è invece realizzata su basi PP, PE, SBS (gomma termoplastica) additivate con pelle e cuoio, ottenuti dagli scarti delle lavorazioni della pelle e del cuoio naturale. Una vera novità, lavorabile sia per stampaggio a iniezione che per estrusione o calandratura. Infine la famiglia (I)amNature, bio al 100%. Significa che anche tutti i necessari additivi derivano da fonti bio rinnovabili. Questi prodotti sono biodegradabili e compostabili in condizioni sia aerobiche che anaerobiche. I tempi di degradazione, è intuitivo, variano a seconda dello spessore dei pezzi. (I)amNature è costruita su base PLA/ PHB che in questo momento sono per il settore dei polimeri le famiglie con la maggiore potenzialità. Questa famiglia offre ottime prestazioni termiche (Vicat >120°C). Grazie alla bella gamma dei materiali e a un approccio attento e consulenziale verso la clientela, MAIP è apprezzata in tutti i settori industriali. In particolare quello dell’automotive, dove la transizione verso soluzioni sempre più sostenibili è in forte accelerazione.

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I primi esempi Anche se in evoluzione è molto utile iniziare a familiarizzare con questa nuova chimica per essere pronti a fare le scelte imprenditoriali più consone al momento in cui la legislazione e le regole in materia saranno meglio definite. Un attestato di responsabilità verso l’ambiente lo ha certamente espresso MAIP che da almeno dieci anni si dedica alla formulazione di risposte appropriate all’esigenza di contenimento dell’impatto ambientale, sia in riferimento ai materiali “ponte”, gli ibridi (PP), sia a quelli completamente bio. Nella famiglia “Greenhope” di MAIP

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POP IN SHOP

di Nicoletta Buora

Colorata, fresca e croccante, l’ortofrutta è la prima accoglienza nella maggior parte dei punti vendita della Gdo. Per questo sta diventando sempre più importante strutturare il reparto con soluzioni funzionali, ma anche di grande impatto visivo per avvicinare il consumatore al prodotto e rendere il reparto trainante per il punto vendita. Diversi fattori concomitanti stanno avviando un processo di trasformazione dei tradizionali espositori per frutta e verdura, tendenzialmente proposte come nei mercati in grandi quantità per consentire la migliore scelta al consumatore. Primo, tra tutti, la tendenza a confezionare i prodotti freschi e renderli immediatamente consumabili

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GDO Frutta

e verdura in bella vista NUOVE SOLUZIONI PER già all’uscita del punto vendita. Si tratta della cosiddetta IV e V con consumi in crescita, favoriti anche da un mutamento delle abitudini alimentari che anche in Italia si stanno orientando verso i consumi fuori casa, ma a costi contenuti. I materiali utilizzati per gli imballaggi di ortofrutta garantiscono maggior freschezza e sicurezza alimentare, consentono di valorizzare la presentazione del prodotto, che da semplice commodity si sta trasformando in prodotto alimentare con una marcata brandizzazione e, non ultimo, permettono di di ridurre gli sprechi alimentari, dovuti alle quantità di ortofrutta venduta a libero servizio che a fine giornata deve essere eliminata in quanto “rovinata” dai clienti che selezionano i prodotti da acquistare.

IL REPARTO ORTOFRUTTA, FUNZIONALI E DI GRANDE IMPATTO VISIVO, RENDONO PIÙ ATTRATTIVA QUESTA CATEGORIA MERCEOLOGICA, CHE DA SEMPLICE COMMODITY SI STA TRASFORMANDO IN PRODOTTO ALIMENTARE. L’ITALIA PRIMA IN EUROPA NELLE VENDITE Tuttavia, rinunciare all’esposizione di frutta e verdura da vedere e toccare con mano non è pensabile, dal momento che i consumatori sono ormai abituati ad essere stimolati nei cinque e cosi si stanno proponendo nuove strutture espositive pensate rispondere ai nuovi bisogni. Cambiano i format espositivi: orizzontale o verticale? La Grande Distribuzione sta investendo nella presentazione del reparto ortofrutta non solo per le nuove tendenze che si stanno delineando, ma anche per l’interessante marginalità. Parallelamente, «In Italia – ci dice Claudio Rossi, direttore commerciale

di Synco, specializzata in visual retail communication - si sta assistendo a una riduzione delle superfici dei punti vendita, a scapito anche del reparto ortofrutta, il quale presenta però un numero maggiore di referenze e prodotti sempre più brandizzati. L’esposizione verticale, anche per l’ortofrutta non confezionata – spiega Rossi - potrebbe rispondere a diverse esigenze: intanto si recupera la superficie espositiva ridotta, poi si avvicina il prodotto al consumatore e si espone una minor quantità di merce, più vicina al venduto, evitando gli sprechi e obbligando la Gdo a riflettere sul riassortimento».


AirFlo è la soluzione proposta da Synco che presenta diversi punti di forza. Esteticamente, la presentazione risulta più invitante, grazie all’impatto visivo creato da ripiani inclinabili e stondati, la possibilità d’inserire vassoi aggiunti permette inoltre di personalizzare il proprio scaffale con creatività e la colorazione nera conferisce eleganza. Dal punto di vista funzionale, oltre al vantaggio di accogliere più referenze, AirFlo migliora il facing, rendendolo più ordinato e accattivante, avvicina il prodotto al consumatore per una visione e presa più agevoli, ottimizza lo spazio con una conseguente miglior gestione dello stock e della rapidità di caricamento e consente di ridurre gli scarti dovuti al deterioramento dei prodotti, grazie a un’ottimale circolazione dell’aria e diffusione del freddo. La struttura è realizzata in alluminio perforato anodizzato. L’alluminio è un ottimo conduttore termico, quindi ha un’alta conducibilità del freddo e non arrugginisce. Il 33% della superficie è perforata, permettendo all’aria fredda di circolare per tutto il banco frigo.

L’anodizzazione, al contrario della finitura con verniciatura convenzionale, non presenta sfaldamento molecolare e conseguenti pericolose contaminazioni degli alimenti. Per la IV e V gamma, gli avanzatori a molla risultano una valida soluzione, sia perché assicurano un facing sempre perfetto sia perché “obbligano” il consumatore a prendere la confezione frontale a più breve scadenza, aiutando la corretta rotazione dei prodotti facilmente deperibili. Inoltre, tali sistemi sono progettati per dare una sensazione di “sempre pieno”. Altre soluzioni interessanti, soprattutto per attrarre i clienti verso offerte speciali, sono le isole mobili. L’Isola Espositiva Mobile proposta da Pack’nlog di Linz (Austria) è un innovativo sistema modulare espandibile e adattabile a diverse esigenze di spazio. La vasta area stampabile permette di trasmettere immagini e messaggi personalizzati e decisamente attraenti. La struttura, di plastica o cartone, viene inserita in una cornice di plastica rigida posta alla sua base, mentre un’altra cornice a base piana o inclinata viene posta sull’anello che funge da


supporto per appoggiare il prodotto. Si monta velocemente e, una volta smontata e appiattita occupa pochissimo spazio. L’importanza di “vestire” i reparti di ortofrutta trova conferma anche nella proposta di un prodotto come la cassetta Wood Effect di Polymer Logistics, che ben intercetta la tendenza a riproporre ambienti che rimandano alla natura, soprattutto per i prodotti bio, sempre più scelti. A cavallo tra un packaging di vendita e un espositore, la cassetta Wood Effect, dal design pulito ed essenziale, combina la praticità e l’igienicità garantiti da un materiale come la plastica, riciclabile, con un visual più accattivante grazie all’effetto legno. Maneggevole ed ergonomica, Wood Effect ha il suo punto di forza nel sistema Active-Lock che assicura richiudibilità e riutilizzabilità e di conseguenza l’ottimizzazione degli spazi fugando altresì la problematica dello smaltimento. Tra l’altro sono ormai riconosciuti a livello globale i vantaggi degli imballi in plastica riutilizzabili RPC (Reusable Plastic Crate) di cui queste nuove cassette sono costituite: leggere, igieniche e dall’elevata protezione del prodotto contenuto.

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Il mercato ha ben recepito le potenzialità dell’imballo riutilizzabile e della

linea Wood Effect, un numero crescente di distributori (retailer) si sta interessando a migliorare l’aspetto del proprio punto vendita, al cui interno il reparto dei prodotti freschi rappresenta un punto di forza migliorando il market feel.

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L’Italia è, poco davanti alla Spagna, il primo produttore europeo di ortofrutta. Anche se da una diecina d’anni si assiste a un progressivo calo dei consumi interni (secondo lo studio di Nomisma, nel 2014 si sono fermati a 130,6 kg annui pro capite, non più di 360 grammi al giorno, mentre nel 2000 le quantità erano superiori ai 400 grammi, quantità raccomandata anche dall’OMS), sembrano evidenziarsi segni di ripresa, quanto meno nelle scelte degli italiani, i quali da recenti dati Istat sembrano preferire frutta e verdura alle carni. Secondo il Macfrut Consumer’s Trend, osservatorio di analisi e studio sui consumi di frutta e verdura, realizzato da Macfrut in collaborazione con il CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli), nel 2014 è confermata una piccola ripresa dei consumi, con un +1% rispetto all’anno precedente e 7,9 milioni di tonnellate acquistate. Si affermano i prodotti innovativi, la IV e la V gamma.

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MERCATO: ACCENNI DI RIPRESA GRAZIE ALL’INNOVAZIONE

Tra i prodotti più performanti, troviamo la fragola, (+4% rispetto al 2013), con una crescita tendenziale dal 2005 a oggi del 27%. L’apprezzamento dei consumatori è legato all’elevato contenuto di innovazione della fragolicoltura italiana, soprattutto varietale e agronomica, grazie alle tecniche messe a punto per ampliare il calendario commerciale garantendo sempre un prodotto di qualità. Tra gli altri prodotti, troviamo i piccoli frutti (lamponi, mirtilli, more), il melone e le mele, mentre tra gli ortaggi si distinguono il radicchio, in particolare quello tardivo di Treviso IGP e il Variegato di Castelfranco IGP, grazie a un progetto di valorizzazione del legame prodotto/territorio e i pomodori ciliegini. Osservando le tendenze 2014 sul fronte della distribuzione si nota una crescita significativa del canale discount con +2% a scapito soprattutto degli ambulanti e mercati rionali. Crescono in misura importante anche i dettaglianti e gli specializzati e questa tendenza rappresenta senz’altro un’indicazione di attenzione verso la qualità dell’offerta. La Grande Distribuzione Organizzata mostra una crescita dei Supermercati e Superette, mentre gli Ipermercati mostrano una sostanziale stabilità nel lungo periodo

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GDO - GSS

di Sergio Monsorno *

IL “DO-IT-YOURSELF “ INTERPRETATO DAL RETAIL SPECIALIZZATO

L’ erba del garden store vicino è sempre più verde Avete mai pensato di darvi all’allevamento dei bachi da seta? Forse no, ma se l’idea in fondo vi sfagiola, sappiate che Viridea propone un corso adatto per imparare i rudimenti di questa originale attività a metà strada tra un passatempo e una professione. Ma se il vostro vero pallino è la decorazione della casa e degli oggetti d’arredo, i negozi di questa stessa catena vi possono offrire qualcosa come trenta corsi di formazione diversi per sfogare la vostra voglia di decoupage. Se invece siete appassionati di barbecue, a settembre di ogni anno prende vita presso l’omonima azienda l’AgriBrianza BBQ Competition che mette in gara i migliori grillers della sua Grill Academy. Se poi avete bisogno di una consulenza per progettare il vostro nuo-

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vo giardino e realizzare magari una fontana al suo interno, Garden Toppi vi assiste con personale specializzato per questo scopo. L’area della consulenza tecnica e dei consigli pratici si arricchiscono da Obi, per esempio, con i temi del risparmio energetico o della posa del parquet; da Leroy Merlin, con gli argomenti della posa di un piatto doccia o della costruzione di una libreria in cartongesso; da BricoCenter con un corso on-line per seminare e curare il prato; da AgriBrianza con un corso di gestione del cane in casa. Volendo, potete anche andare in cerca di nuovi amici con cui condividere la vostra passione per il bricolage e il fai-da-te: Giardineria vi offre la possibilità di iscrivervi al suo blog di “consigli, suggerimenti, trucchi, tecniche e idee”; Zodio, nuova catena attiva nel mondo cura casa, inaugurata in Italia con il punto ven-

dita nel centro commerciale Fiordaliso a Rozzano in provincia di Milano, propone ai suoi amanti del crafting uno spazio fisico in cui sperimentare tecniche, scambiarsi pareri con gli altri, imparare dal vivo a fare qualcosa di nuovo con le mani, e perfino pranzare. A proposito di barbecue, se avete intenzione di fare un acquisto on line, per la cronaca Amazon espone nel suo assortimento digitale ben 1.838 articoli –di cui 32 affumicatori- per ogni esigenza di ingombro, tipo di alimentazione, capacità di cottura, prezzo e marca. Il canale delle vendite on line è sfruttato dalla quasi totalità dei retailer specializzati del settore attraverso apposite sezioni nei rispettivi siti web, anche se probabilmente nessuno di loro è in grado di competere con la forza lo-


abbiano in comune o cosa differenzi le insegne citate e le tante altre che localmente o con respiro nazionale si occupano di D-I-Y con peculiare riferimento alla cura del giardino e degli esterni della casa. La risposta a questa domanda, infatti, è preziosa per comprendere quali siano i rapporti di concorrenza reciproca tra le catene del settore e quali scelte di posizionamento di marketing sono alla base delle politiche assortimentali e di merchandising dei diversi attori.

gistica e assortimentale di Amazon. In realtà le caratteristiche del tipo di bisogno a cui rispondono i negozi fisici di questo settore e la difficoltà di rintracciare un benchmark valido per tutti dal punto di vista assortimentale rendono meno minacciosa per i retailer tradizionali la presenza di un virtual retailer della potenza di Amazon. Ciò sarà più chiaro dopo la riflessione introdotta dalla domanda che segue. È interessante infatti chiedersi cosa

E’ innegabile che il connotato saliente dell’offerta commerciale di questo tipo di catene specializzate è riferibile soprattutto alla loro vocazione storica: chi, da un lato, è nata come “produttore e/o distributore di piante in serra” o garden center che dir si voglia, approccia il business posizionandosi come uno specializzato innanzitutto nei prodotti per la vita all’aria aperta, e dunque focalizzando la sua offerta sulle tipiche categorie del giardinaggio (piante e fiori, cura dell’orto, serra e vivai, macchine e attrezzi per la cura del giardino, ecc.); di qui l’integrazione laterale nelle categorie complementari è breve: illuminazione per esterni, arredo terrazzo e giardino, vasellame ornamentale da esterni, piscine fuori terra, barbecue, irrigazione, ecc. Dall’altra parte, le catene sviluppatesi sulla base di una vocazione più indoor come Leroy Merlin o BricoCenter si specializzano sulle categorie della cura della casa arrivando a trattare con competenza i temi della falegnameria, dell’edilizia

e dell’idraulica semi-professionale; per contro, esse trattano il giardinaggio quasi in veste di categoria stagionale, conferendogli certamente dignità di business continuativo, ma adottando logiche assortimentali “a fisarmonica” più tipiche del metodo di gestione tattica delle categorie stagionali della grande distribuzione. Evidentemente accade il contrario per gli outdoor-oriented: il tema della cura del giardino è un evergreen in senso letterale ma difficilmente potrete trovarvi una soddisfacente ampiezza e profondità assortimentale nelle categorie, per esempio, dell’arredo bagno o dell’utensileria metallica. L’orientamento indoor o outdoor sembra a prima vista essere il criterio

di lettura delle strategie di marketing di questi retailer. Eppure ci sono alcune categorie che non si piegano a questa logica. Una di queste è la profumazione per ambienti: la potete trovare indistintamente presso tutte le insegne citate e ad essa è generalmente attribuito un ruolo di commodity de-stagionalizzata. Come a dire che la candela “tira” sempre e non vale la pena di porsi dubbi sul fatto che sia più indoor oppure più outdoor. Un’altra categoria che sfugge al criterio suddetto è quella degli animali domestici, intesa sia come cura che come vendita di animali vivi: non ce n’è traccia presso, ad esempio, le grandi catene francesi indoor-oriented, mentre è diventata negli anni un asse importante della politica assortimentale di tante

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GDO

insegne outdoor-oriented grazie all’allargamento e approfondimento della categoria, la quale oggi arriva a comprendere oltre ai tradizionali settori cane e gatto, anche quelli dell’acquariologia e dei pesci, dei rettili, roditori, volatili, tartarughe e animali esotici. Eppure, se volessimo stare in modo pignolo al criterio che abbiamo ipotizzato sopra, dovremmo riconoscere che il petcare non ha uno spiccato connotato da interno o esterno casa; anzi, in realtà la maggior parte dei piccoli animali venduti nei garden center sono di taglia più adatta ad un appartamento che a una casa con giardino. Quindi, come la mettiamo? E’ sufficiente appellarsi al criterio indoor-outdoor per spiegare le differenti politiche commerciali? Forse no. Rincariamo la dose. Altro ruolo a parte lo gioca una classica categoria stagionale come l’addobbo natalizio:

anche questa è rintracciabile in tutte le insegne del brico-fai-da-te nei momenti del picco di stagionalità, pur ricoprendo ruoli diversi soprattutto in funzione delle scelte di posizionamento di prezzo e di profondità assortimentale. Sebbene l’addobbo rappresenti per tutti i distributori una preziosa opportunità per destagionalizzare le vendite e integrare l’assortimento con prodotti a stagionalità inversa rispetto a quelli tipicamente trattati, l’approccio di retailing mix può avere un taglio più tattico o più strategico a seconda dei vari attori. Da un lato, gli operatori del fai-da-te generalista tendono a riprodurre assortimenti sovrapponibili con quelli dei retailer della grande distribuzione alimentare, ponendosi così in concorrenza diretta con una grande quantità di distributori che finiscono per competere essenzialmente sul prezzo; dall’altro, ci sono quelli che hanno deciso di po-

sizionare la categoria qualificando e differenziando l’offerta in linea con il loro posizionamento specializzato. Un esempio molto apprezzabile di quest’ultimo comportamento è dato da AgriBrianza, la quale nel suo primo (e unico per ora) punto vendita di Concorezzo alle porte di Milano, tra novembre e gennaio dedica l’intero secondo piano ad un’esposizione di prodotti per le festività invernali da fare invidia al magazzino di Babbo Natale. La sua riproduzione in chiave fantasy di un percorso ambientato nel mondo delle fiabe, spazia con profondità e ampiezza tra una miriade di sotto-categorie e di nicchie

a riflessi di colore a seconda della luce o degli accostamenti), a tentare la prova di articoli le cui varianti vanno necessariamente saggiate (es. un profumatore per ambienti) o il cui prezzo magari non è trascurabile (es. un divano da giardino), a valutare la qualità dei prodotti in vendita palpandoli (es. un terriccio e le sue caratteristiche fisico-chimiche), e così via. Questa caratteristica gioca un ruolo fondamentale nelle scelte commerciali: una pallina per l’albero di Natale in esposizione sull’albero stesso rende un’immagine e proietta una promessa di marketing di tutt’altro valore rispetto alla stessa

profittevoli, dando vita ad una tra le più visitate e copiate esposizioni di addobbo natalizio del Nord Italia.

pallina presentata insieme a mille altre in un cestone senza vita. Si tenga conto, inoltre, che nel caso del canale bricolage trattiamo di consumatori orientati ex-ante al “gusto del fare”, e, in quanto tale, del “fare con le proprie mani”. Allora risulta più chiaro che la risposta in termini espositivi e di merchandising di ogni retailer all’interpretazione delle esigenze dei propri clienti, rivela il valore strategico attribuito alle categorie nella misura in cui di queste categorie l’insegna desidera far fare esperienza ai clienti stessi. Così non è tanto importante se una categoria sia più o meno collegata alla vita indoor o outdoor dei consumatori, ma quale sia invece il tipo di esperienza che si vuole offrire nel punto vendita, anche in riferimento ovviamente al luogo in cui questa esperienza si realizza di solito a casa. Quindi tutte le idee che aiutano i clienti a sentir-

Riassumendo, il criterio indoor-outdoor non è sempre valido per distinguere tra gli approcci di marketing dei diversi operatori del settore. In realtà il fattore che guida maggiormente le scelte aziendali di retailing mix e quelle di merchandising –soprattutto di layout- annega le sue radici in un fenomeno che, come detto all’inizio, limita l’ingombro potenziale degli operatori del canale on line: l’esperienza di prodotto, il desiderio di sperimentare ciò che si acquista. Un consumatore che per lavoro o per diletto vuole fare le cose per conto suo esprime un approccio tipicamente fisico-esperienziale ed è portato a pensare sempre all’ambientazione dei prodotti che vede esposti (es. un tendaggio, soggetto

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display

si coinvolti in un “piacere del fare”, parte di una community di gente che prova soddisfazione realizzando opere con le proprie mani, sono idee buone.

ITALIA

TRIMESTRALE DI POP-RETAIL-TRADE MARKETING

L’effetto emulativo che si è scatenato tra gli operatori del settore, sbirciando sempre più l’”erba del garden store del vicino” ha in effetti fatto fare passi da gigante negli ultimi anni alla qualità dei materiali espositivi e alla ricercatezza delle soluzioni di visual. L’immagine delle vecchie serre-garden come un accatastamento noioso di vasi di piante e fiori senza capo né coda è ormai un ricordo del passato. Oggi ci si tuffa in ambienti ricercati e creati per fare vivere delle emozioni legate ai prodotti, per vincolare un valore percepito a un prezzo che rappresenta la vera promessa di marketing, per agganciare quel desiderio del cliente di iniziare a vivere l’esperienza del D-I-Y già al momento della scelta del prodotto e dell’acquisto. E anche quando entria-

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sottoscriviamo l’abbonamento annuo alla rivista DISPLAY ITALIA (4 numeri)

mo in un Leroy Merlin, la competenza che trasuda dalle descrizioni a scaf-

fale delle funzioni d’uso dei prodotti e delle azioni che descrivono i mondi-bisogno (seminare, zappare, sturare, rasare, trapanare, ecc.), sembra introdurre già il consumatore al pensiero del suo passatempo preferito o del lavoretto che deve sbrigare, pare fargli vivere un’anticipazione di esperienza nella scelta dei prodotti che rappresenta per tanti un antici-

po di piacere del lavoro manuale che faranno poi a casa. In definitiva, non è più il dualismo interno-esterno che decide i confini delle scelte assortimentali e di posizionamento tra i diversi operatori, ma la loro volontà di far fare precise esperienze ai propri clienti trasferendo implicitamente il valore strategico che attribuiscono ai vari reparti semplicemente attraverso l’esperienza di prodotto che permettono ai loro clienti. Allora evviva l’emulazione positiva tra insegne e catene, quando questa non è scopiazzatura di soluzioni espositive ma è reciproca fertilizzazione (è proprio il caso di dirlo!) di idee che migliorano il mondo.

(*) Amministratore Delegato di C2C Close To Consumer, a GiGroup Company.

nome e cognome (o Ragione Sociale) ............................................... ............................................... ............................................... ................................... attività ............................................... ............................................... ...................................... via ............................................... ............................................... ...................................... cap .......................................... città .......................................... provincia .......................................... .......................................... Il pagamento di euro 15 per 4 numeri sarà effettuato con - assegno bancario allegato al presente modulo, intestato a éMagazineATI - bonifico bancario intestato a éMagazine ATI presso BPM ag 0046 Milano IBAN: IT 02J0558401648000000000648 N.B. Gli stessi dati possono essere inviati via mail: amministrazione@displaymagazine.it È possibile aderire all’abbonamento anche direttamente dal ns sito http://www.displaymagazine.it/ formabbonamento.html

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SPECIALISTI di Domenico Canzoniero

Pallet Intelligenti per filiere sostenibili Intelligenza e sensibilità per mezzo tecnologie di identificazione automatica e di monitoraggio delle condizioni di conservazione del prodotto. Questi in breve gli elementi che danno vita allo spirito del progetto nato a giugno nell’ambito del GreenRetailForum&Expo 2015, dove ndb - il marketing consapevole insieme a Palm produttore del “Green Pallet”, ha promosso un tavolo di lavoro sul tema “Il pallet intelligente per una filiera trasparente e un consumo consapevole”. Al tavolo hanno aderito: Lurisia - la storica aziende di acque minerali e oggi nota anche per le bevande da presidi SlowFood, che ha da subito sposato la metodologia di condivisione delle conoscenze per generare vera innovazione sistemica; Tenenga - partner tecnologico esperto in dispositivi e software per tracciabilità e rintracciabilità che ha realizzato importanti progetti con le maggiori imprese italiane. FoodChain - progetto di Block srl ospitato dal Polo Tecnologico di Como, che oltre a progettare dispositivi di identificazione e monitoraggio, applica alla filiera agroalimentare le tecnologie di sharing data dei bitcoin rendendo possibile una condivisione di dati a costi infinitesimali; Verallia - fornitore del pack in vetro per Lurisia e finanziatore assieme a quest’ultima del corso di Design Sistemico presso l’UniSG di Pollenzo nell’ambito del quale verranno estese al packaging primario e secondario le analisi e le ottimizzazioni del progetto qui raccontato.

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L’obiettivo generale dell’iniziativa è lo sviluppo di un modello di filiera trasparente, innovativo e sostenibile con prospettive di costituzione di una

IN CHE MODO L’IMBALLAGGIO PUÒ RENDERE PIÙ TRASPARENTE LA FILIERA PRODUTTIVA,

RIDURRE GLI SPRECHI E AIUTARE IL CONSUMATORE A SCEGLIERE CONSAPEVOLMENTE?

Decorazione parete in Restik®

start-up che si occupi di sperimentare e replicare il modello in particolare nel mondo agroalimentare. Obiettivi più specifici sono lo sviluppo di un pallet intelligente e sensibile, di un sistema di condivisione delle informazioni relative a tutti i momenti della filiera, il testing dell’efficienza logistica e della capacità di generare valore del modello in cui si andranno a integrare le soluzioni degli altri partner di progetto. Queste sono per esempio l’efficienza logistica generata dalla condivisione con la rete Fai meno strada, la compliance, la governance e la legalità come strumenti di CSR dello studio Elexia con l’avv. Graziani, materiali e formazione per la salubrità e il

benessere negli ambienti produttivi di APS Pavimenti, e infine un marketing etico, consapevole e sistemico capace di parlare a cittadini e imprese per dare valore al progetto e renderlo competitivo, dove oltre a ndb - il marketing consapevole è coinvolta anche Askesis con Claudio Casiraghi.

I tag della sostenibilità Il punto di partenza dell’iniziativa è indubbiamente la trasversalità del pallet per l’intera filiera, dalla raccolta e trasporto delle materie prime fino alla esposizione nel punto vendita sul 1/4 di pallet o minipallet. Questo significa che se l’imballaggio terziario diventa intelligente può raccontare tutta la filiera e la storia del prodotto

lungo tutte le sue fasi. E non solo. Un’integrazione dell’imballaggio nella Internet of Things grazie a RFID o NFC garantisce riduzione degli sprechi alimentari come testimonia un’approfondita ricerca dell’australiana RMIT sul ruolo del l’imballaggio primario, secondario e terziario nella lotta agli sprechi. Non è un caso che il GreenPallet di Palm, progettato sulla base del disciplinare sistemico redatto con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che ne definisce i criteri “sano, sistemico, etico” dalla raccolta delle materie prime fino al suo fine vita, sia già stato dotato di tag RFID in alcune sperimentazione messe


in campo con il partner Tenenga in occasione del Salone del Gusto 2014. Ma oltre ad integrare l’RFID sul GreenPallet c’è un’ulteriore sperimentazione sulla quale cominciare a misurare le potenzialità del modello di filiera trasparente. Lurisia esporta circa 20.000 pallet/ anno di acqua minerale che vanno sui mercati esteri dove è maggiormente critica l’incidenza delle condizioni ambientali e di trasporto. Urti e alte temperature compromettono l’integrità e la qualità del beverage e per questo l’obiettivo è dotare il pallet e/o il container di data-logger (acquisitore automatico di dati con sonde e sensori) in grado di rilevare e trasmettere i dati di temperatura e stress da urto. Il tutto entro parametri competitivi di prezzo e prestazioni, migliorando l’efficienza logistica come: occupazione dei volumi e incidenza del peso del pallet. Una bella sfida che sembra già risolta con la progettazione di un dispositivo ad hoc da parte di FoodChain e la sua installazione sul container.

della migliore reputazione generata dall’implementazione di un nuovo modello di filiera produttiva integralmente trasparente, oltre a tutte le tutele giuridiche e di reputazione che una filiera tracciata può offrire in caso di incidenti.

La prossima evoluzione del progetto dovrebbe vedere l’ingresso di altri produttori agroalimentari e l’applicazione del metodo sistemico alle loro specifiche esigenze. Infatti, se gli obiettivi cambiano e si evolvono per seguire il contesto sempre

mutevole, quello che rimane fermo è il metodo: in primis la visione sistemica che si estrinseca nel networking, nella condivisione delle conoscenze, nella bio-imitazione e, nello specifico di questo progetto, anche nella fiducia che la condivisione delle informazioni

Saperi condivisi, consumi consapevoli ed efficienza sistemica Ciò che fa la differenza in un lavoro di questo genere è il terreno comune su cui si incontrano i diversi saperi, e ancora prima, l’obiettivo per cui ci si mette attorno a un tavolo a lavorare: trasformare l’intero processo produttivo in modo da renderlo sostenibile, nella consapevolezza che un processo autenticamente sostenibile è anche il più efficiente e remunerativo. Questa connessione diretta tra innovazione sistemica sostenibile e creazione di valore nel caso di specie è facilmente intuibile: Lurisia e tutti i suoi partner beneficeranno dell’aumento della qualità percepita dal cliente finale e

generi una scelta consapevole del consum-attore e perciò un mercato più sostenibile.

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Superfici che vivono al verde

di Marinella Croci

SONO VERI E PROPRI ELEMENTI VEGETALI CHE MUTANO CON LE STAGIONI VIVENDO SU FACCIATE, PARETI, QUADRI E ARREDI PER SPOSARE UN CONCETTO GREEN “A TUTTO CAMPO”. dino fiorito non è solo espressione di sostenibilità. Può trasformare punto vendita e attività commerciale rendendoli più accoglienti e invitanti per la clientela, anche se gli spazi a disposizione sono limitati. Come? Coltivando una parete verde fatta di erba e piante ornamentali, oppure inserendo il manti erbosi o licheni in una cornice nella quale spicca il brand.

Arredare con stile

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Dal connubio di architettura e botanica nascono le pareti verdi e i cosiddetti giardini verticali, frutto dell’impiego sapiente di elementi decorativi naturali. Oltre a stimolare il rapporto tra individuo e natura, la parete verde suscita forti emozioni perché trasmette una sensazione di benessere, contribuisce al miglioramento dell’ambiente grazie alle caratteristiche di naturale fono-assorbenza e permette di arre-

dare con stile e personalità. In questo modo, ci racconta Alberto Schio, responsabile tecnico della vicentina Sundar Italia: «Dopo avere analizzato le necessità del cliente e l’ambiente in cui inserire la parete verticale, cerchiamo di trasformare qualcosa di semplice in un prodotto esclusivo, duraturo e facile da gestire, che integri elementi diversi, come loghi retroilluminati, schermi o altri oggetti in legno o pietra. Il lavoro prevede un’attenta progettazione e scelta delle piante, la loro piantumazione, l’inserimento dell’impianto automatico di ferti-irrigazione, il collegamento dei pannelli di controllo e di tutte le tecnologie che rendono il prodotto affidabile e di elevata qualità. I moduli, realizzati con un telaio personalizzato, sono testati nel vivaio dove vengono cresciute le piante, per consegnare un prodotto finito a livello estetico. I pannelli sono poi montati su una struttura portante in alluminio».

Sundar propone anche quadri vegetali, personalizzabili nella dimensione e nello stile, dalle piante utilizzate alla cornice, che si inserisce in una struttura in acciaio inox nel cui interno è collocato il sistema automatico di irrigazione dotato di indicatore elettronico di livello per mantenere sotto controllo la riserva di acqua. Diverse realizzazioni rispecchiano questa filosofia green, come il corner Aveda di Estée Lauder, all’interno dell’Excelsior di Milano, dove Sundar ha realizzato un giardino verticale di 3 x h 4 m o quello ideato per ‘I Caprini – Botega e Cusina’, in provincia di Verona, un locale in stile country raffinato, dove è possibile ristorarsi e acquistare prodotti alimentari. In questo caso l’ampio giardino verticale (5,00 x h 2,00 m), con foglie rosse per donare un tocco di colore al verde intenso delle piante, ben si integra con il soffitto a vetri e le doghe di legno bianco delle pareti.

Dettagli per interni L’attenta cura al dettaglio e la personalizzazione dell’allestimento sono alla base delle soluzioni proposte da Lizzeri, azienda di Pozzolengo, in provincia di Brescia, che non si limita ad arredare di verde intere pareti ma rende sostenibili anche i complementi d’arredo, realizzando eleganti poltrone, tavoli e lampadari in Corian e muschio. Quest’ultimo è un materiale naturale, antibatterico e fono-assorbente, che non necessita di potatura né di innaffiatura, può essere applicato in presenza di poca luce, non attira la polvere ed è disponibile in svariati colori. «Quando nel l’azienda è stata fondata da mio padre, – dice Manuel Lizzeri -, l’attività principale consisteva in un vivaio di piante da esterno specializzato nella progettazione e realizzazione di parchi e giardini. Negli ultimi anni, con il mio ingresso in azienda, abbiamo rivolto l’attenzione


arredamento sempre realizzati con il muschio vivo. L’idea nasce dalla convinzione che al giorno d’oggi i giardini, soprattutto in città, siano sempre più piccoli e impegnativi da mantenere. Con i prodotti che offriamo diamo l’opportunità di avere spazi verdi all’interno di abitazioni e negozi senza alcuna particolare manutenzione da parte del cliente mentre le pareti verticali possono essere sfruttate per creare veri e propri giardini» Le soluzioni sono esclusive e personalizzate, gli arredi sono moderni e armoniosi nel design, frutto della sperimentazione di materiali e tecnologie innovative nel rispetto della natura in tutte le sue forme.

Modularità XXL o small Le pareti verdi di piccole e grandi dimensioni sono diventate il fulcro

Parete verde realizzata da Menotti Melani, che ha brevettato un sistema a moduli precoltivati e preallestiti. Il giardino verticale realizzato da Sundar Italia dona un tocco di colore al locale country I Caprini – Botega e Cusina. ad alcuni prodotti come l’erba sintetica e le pareti verticali con erba sintetica per esterno, che non richiedono manutenzione e possono essere applicati sia internamente sia esternamente ma in genere le pareti verticali per arredo di interni e i complementi di dell’attività della Menotti Melani, stabilimento botanico di Agliana, in provincia di Pistoia, che ha brevettato un sistema a moduli precoltivati e preallestiti in modo da abbattere i costi di realizzazione e messa in opera: ogni pannello è indipendente e collegabile ad altri per creare un sistema complesso a copertura dell’intera facciata di un edificio. L’applicazione è semplificata da montanti indipendenti e pronti all’uso, comprensivi di impianto di irrigazione, mentre il ricircolo dell’aria avviene

Parete verde a giardino verticale realizzata nel 2012 da Menotti Melani nel centro storico di Firenze, sul complesso Le Murate, occupando una superficie lunga 70 m e alta 6 m.

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Lizzeri realizza pareti con muschio arredo, un materiale naturale, antibatterico e fono assorbente, che non necessita di potatura né di innaffiatura e può essere applicato in presenza di poca luce.

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grazie al sistema di ancoraggio della struttura portante al muro. «Siamo entrati in questo mondo dopo anni di prove per essere certi di fornire un prodotti di qualità e lunga durata – racconta il Direttore Tecnico Vincenzo Corti -. A differenza di altri che allestiscono la facciata o la parete in cantiere utilizzando un ponteggio, noi prepariamo i moduli in azienda ed effettuiamo il montaggio solamente quando la crescita delle piante è consolidata» Le Pareti Verdi vengono proposte dalla Menotti Melani quando le condizioni non consentono altre piantumazioni, come nel caso di solai o terrazze, oppure quando le altezze sono tali da non potere essere coperte da un rampicante. «E’ evidente che il risultato è diverso: il rampicante è monocromatico mentre noi possiamo realizzare giochi di colori, cambiare volumi creando spessori con profondità più o meno accentuate, quindi scegliere differenti composizioni floreali con un effetto estetico molto gradevole. Oggi si possono utilizzare tante varietà di piante che rispettino l’ambiente per clima, esposizione, luce e tipologia di piante. Se poi escludiamo il fattore estetico, abbiamo numerosi benefici che stiamo studiando in maniera approfondita, come l’abbattimento effettivo delle polveri e delle temperature in ottica di risparmio energetico. Il cliente che si rivolge a noi teme di incorrere in costose manutenzioni mentre in realtà queste coltivazioni sono prive di terriccio in quanto le piante vivono nei feltri con una manutenzione simile a quella di un giardino tradizionale. Normalmente le strutture sono dotate di un impianto di irrigazione a ricircolo, quindi con recupero di acqua, all’interno del quale vengono inseriti i concimi

e trattamenti che necessitano le piante». Diverso è il discorso degli interni, dove le Pareti Verdi sono di dimensioni ridotte e fungono da elemento di arredo per attrarre la clientela. Il telaio autoportante può essere anche mobile, utilizzato come parete di separazione da collocare al centro di un’unica grande stanza. «All’interno viene prediletto il fattore estetico, che ben si sposa con uno spiccato concetto del verde, con i benefici che può determinare un ambiente vivo: non dobbiamo infatti dimenticare che si tratta di un giardino orizzontale – prosegue Corti -, e quindi la combinazione di arbusti ornamentali, tappeti erbosi, piante erbacee perenni, piante da fiore e sempreverdi ci permette di creare composizioni che cambiano colorazione con il mutare delle stagioni». Veri e propri quadri vegetali, che decorano stand e mostre o accolgono marchi e prodotti sottolineandone il rapporto con la natura. Ma il punto di arrivo è ancora lontano,

conclude Corti: «Ora proponiamo le Pareti Verdi per nascondere superfici o oggetti esteticamente non belli e allo studio abbiamo già moduli speciali per coprire superfici curvilinee».

Lampadario in Corian e muschio realizzato da Lizzeri.

Il corner Aveda, all’interno di Excelsior Milano, esalta la propria filosofia green anche grazie alla parete verde creata da Sundar Italia.


Lizzeri realizza pareti con muschio arredo, un materiale naturale, antibatterico e fono assorbente, che non necessita di potatura né di innaffiatura e può essere applicato in presenza di poca luce.

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grazie al sistema di ancoraggio della struttura portante al muro. «Siamo entrati in questo mondo dopo anni di prove per essere certi di fornire un prodotti di qualità e lunga durata – racconta il Direttore Tecnico Vincenzo Corti -. A differenza di altri che allestiscono la facciata o la parete in cantiere utilizzando un ponteggio, noi prepariamo i moduli in azienda ed effettuiamo il montaggio solamente quando la crescita delle piante è consolidata» Le Pareti Verdi vengono proposte dalla Menotti Melani quando le condizioni non consentono altre piantumazioni, come nel caso di solai o terrazze, oppure quando le altezze sono tali da non potere essere coperte da un rampicante. «E’ evidente che il risultato è diverso: il rampicante è monocromatico mentre noi possiamo realizzare giochi di colori, cambiare volumi creando spessori con profondità più o meno accentuate, quindi scegliere differenti composizioni floreali con un effetto estetico molto gradevole. Oggi si possono utilizzare tante varietà di piante che rispettino l’ambiente per clima, esposizione, luce e tipologia di piante. Se poi escludiamo il fattore estetico, abbiamo numerosi benefici che stiamo studiando in maniera approfondita, come l’abbattimento effettivo delle polveri e delle temperature in ottica di risparmio energetico. Il cliente che si rivolge a noi teme di incorrere in costose manutenzioni mentre in realtà queste coltivazioni sono prive di terriccio in quanto le piante vivono nei feltri con una manutenzione simile a quella di un giardino tradizionale. Normalmente le strutture sono dotate di un impianto di irrigazione a ricircolo, quindi con recupero di acqua, all’interno del quale vengono inseriti i concimi

e trattamenti che necessitano le piante». Diverso è il discorso degli interni, dove le Pareti Verdi sono di dimensioni ridotte e fungono da elemento di arredo per attrarre la clientela. Il telaio autoportante può essere anche mobile, utilizzato come parete di separazione da collocare al centro di un’unica grande stanza. «All’interno viene prediletto il fattore estetico, che ben si sposa con uno spiccato concetto del verde, con i benefici che può determinare un ambiente vivo: non dobbiamo infatti dimenticare che si tratta di un giardino orizzontale – prosegue Corti -, e quindi la combinazione di arbusti ornamentali, tappeti erbosi, piante erbacee perenni, piante da fiore e sempreverdi ci permette di creare composizioni che cambiano colorazione con il mutare delle stagioni». Veri e propri quadri vegetali, che decorano stand e mostre o accolgono marchi e prodotti sottolineandone il rapporto con la natura. Ma il punto di arrivo è ancora lontano,

conclude Corti: «Ora proponiamo le Pareti Verdi per nascondere superfici o oggetti esteticamente non belli e allo studio abbiamo già moduli speciali per coprire superfici curvilinee».

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presenti al concorso DIVA Fiera Milano Rho - Visual Communication - 15-17/10/2015

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