Display Italia - marzo 2011

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ITALIA

SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO A MEZZO POSTA 12 EURO ANNO (4 NUMERI)

TRIMESTRALE DI POP - RETAIL - TRADE MARKETING |

• INVERNO 2011

POP IN SHOP

AGENZIE DIGITAL SIGNAGE MATERIALI GDO TEMPORARY SHOP FIERE SPECIALISTI VENDING

3

MOODBOARD ARREDO URBANO HI DESIGN LOGISTICA PRODUZIONE TENDENZE

Segnaletica digitale alla M-Cube

La capacità di fornire hardware, software e contenuti

contemporaneamente

SHOP FITTING CARTOTECNICA INTERVISTE ...



150 EDITORIALE

Sfide

Evviva l’indipendenza, il design

e l’industria!

Che bella cosa l’indipendenza! 150 anni fa Garibaldi, Cavour e Mazzini riuscirono nell’impresa di unire in una sola Nazione i tanti ‘staterelli’ della penisola italica affrancandone alcuni dalla dominazione straniera. Con le dovute proporzioni e su piani differenti anche la rivista Display Italia ha avuto una sorta di Risorgimento e ora è l’unica rivista italiana che racconta esclusivamente tutto ciò che riguarda l’arredo e i materiali espositivi per la comunicazione nelle superfici commerciali e sul punto di vendita. Esisterebbero tanti altri modi per definire in inglese il nostro settore (leggete il sottotitolo della copertina), tuttavia visto l’incipit dell’editoriale non ho potuto astenermi dal darne una definizione sintetica nella mia lingua. Se oggi la nostra rivista viene pubblicata dobbiamo ringraziare gli inserzionisti e i nostri collaboratori che fin dalla prima ora hanno creduto nel nostro progetto e nelle nostre capacità di fornire un servizio. Eh già, il nostro progetto… che come ebbi a dire in un mio precedente articolo ha sempre l’obiettivo di far affiorare la vera valenza del nostro settore dai meandri del processo di “brandizzazione” dei beni di consumo. Ritengo che il modo migliore per farlo sia quello di spiegare i valori e le competenze che stanno a monte del terziario avanzato, prima di tutto orientando il tiro della nostra linea editoriale al design e raccontando le vicende e le competenze degli attori della filiera in chiave industriale.

di

Un’intenzione subito messa in pratica a partire da questo numero. A tal proposito, dopo gli articoli di copertina dedicati a M-Cube e Visual Display vi consiglio di leggere l’articolo riguardante DPV sulle metodologie di posizionamento dei materiali per il punto di vendita. Non sono da trascurare nemmeno i rilevamenti di tendenza offerti dai nostri designer e architetti Marco Maggioni, Luca Buttafava, Amelia Valletta, Sebastiano Branca e Marco Migliari. E infine sottolineo l’inserimento dei profili di due aziende. Sono Tecnolito e Corvasce, la prima all’avanguardia nella cartotecnica e la seconda primo piano nella ricerca di soluzioni sostenibili. Evviva l’Italia e i suoi produttori di display.

Marco Oltrona Visconti

PS Eravamo quattro amici al Bar... Si parlava di crisi. E come al solito ognuno aveva le sue soluzioni. Si parlava di contenere i costi, di ridurre i compensi ed eliminare qualche collaboratore, di mettere in gara i fornitori, di allungare i pagamenti, di ridurre le tirature e magari il formato, di comprimere le spedizioni, di utilizzare esclusivamente Internet e di... e....

È quello che sta succedendo oggi: abbandoniamo vecchie metodologie, ma non cerchiamo nuovi spazi vuoti da riempire. Eppure abbiamo capito che tagliato un albero è indispensabile piantarne almeno un altro. È nata così la nostra scommessa, con più redattori e più interviste e: formato più grande, grafica meno bacchettona, carta più leggera, riciclata, ovvio... È meno “patinata”? Tiratura più elevata! Rotativa, altro che dichiarazioni dell’editore ... a brillare siano la diffusione e i contenuti.


OFFICINA_11_adv_250x350:OFFICINA_11_adv_250x350 14/02/11 12:50 Pagina 1

La prima fiera in Italia sulla comunicazione diretta, personalizzata e relazionale

Il punto di riferimento per i professionisti della stampa digitale

Idee, prodotti e servizi per il marketing e la comunicazione

Un luogo dove confrontarsi e costruire business CONTENUTI Calendario convegni senza sovrapposizioni: gli approfondimenti sui temi più attuali per singoli settori e per la comunicazione di marketing.

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SOMMARIO

N

umero

in Questo

03

03Editoriale - sfide

08

08 Pop News Dalla Redazione

10

10 Specialisti

12

12 Design: Kobose design e cartotecnica .

14

14 Pop in shop La comunicazione del farmaco

20

20 Fiere Viscom si rinnova

22

22 Temporary Shop Temporary History

24

24 Logistica e Posizionamento

28

28 Digital Signage Soria di copertina.

30

30 Veding Novità

La Eco Pop Art di Corvasce

L’ultimo Miglio del Marketing ...

.


Numero

in Questo

SOMMARIO

38

38 Moodboard

41

41 Materiali

44

44 Spunti da Macef Nuove idee....

48

48 Specialisti

50

50 Agenzie Intramontabile Rotair

52 54

52 Tecnolito 54 Tendenze

Il processo creativo

Nei settori piĂš impenasti

Design e innovazione....

Dal Mokeup alle Tirature...

Nuove linee per l’arredamento del negozio


display ©

SHANGHAI 495 Jiangning lu Room 1801 Bo Hong Building Shanghai 200041 PR China HONG KONG) Unit 8, 31/F, Lippo Centre, Tower 1, 89 Queensway, Hong Kong.

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ITALIA

TRIMESTRALE DI POP-RETAIL-TRADE MARKETING | INVERNO 2011 - GENNAIO

Periodico di

èMagazine Ati

www.displaymagazine.it numero di ROC 20639 gestione editoriale IDM s.r.l. - Piazza Agrippa,1 20141 - Milano tel. +39 02 89546696 fax. +39 02 89515438 idm@idm.net - amministrazione@idm.net Direttore Responsabile: Marco Oltrona Visconti 340 3142015 - marco@tinteunite.it Art Director Alvise Oltrona Visconti 333 6498830 - aov@tinteunite.it Progetto grafico e Copyright: Alvise e Marco Oltrona Visconti Stampa interni: Centro Stampa Quotidiani SpA www.csqspa.it - info@csqspa.it copertina: Arti Grafiche Jolly’s S.r.l. www.jollys.it - info@jollys.it Hanno collaborato: Barnaba Barattieri Luca Buttafava (Intersezioni) Alessandro Confalonieri (Intersezioni), Massimo Costa (Assotemporary), Michele de Gennaro, Marco Maggioni (Maggioni Design), Marco Migliari, Sergio Monsorno (C2C) Leonardo Murgo Amelia Valletta Manlio Valli Responsabile vendite Antonio Renato Belloni tel. 348 5927866 antoniorenato.belloni@fastwebnet.it Responsabile Marketing Gabriella Cosso 348 7321532 - 02 4691292 gabriella.cosso@alice.it


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P O P POP NEWS

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DALLA REDAZIONE

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Sidecar e Finifast “temporaneamente” insieme in autostrada

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on la primavera del 2011 sarà resta concreta la partnership tra uno leader della ristorazione commerciale Finifast e Sidecar Eventi, agenzie tra le massime nella fornitura di servizi di temporary retail.

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Dekor Italia per MV Agusta r il lancio e la vendita della moto MV Agusta, Dekor Italia ha Peprogettato una postazione modulare che include una pedana

particolarmente innovativa perché dotata di superficie è composta da una immagine intercambiabile. Le sue pareti, fungono da supporto per ripiani,vetrinette e stender; oltre a racchiudere in un ambiente unico e e caratterizzato l‛esposizione delle moto. Il logo inoltre è stato prodotto con un sistema a led di forte impatto. La struttura è costituita in metallo ed MDF laccato, misura 30 cm di altezza e 250cm di larghezza ed è stata riprodotta in 150 esemplari: 100 per gli specializzati italiani e 50 per il resto d‛Europa.

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POP NEWS

l 28 feb b Svilupp raio scorso I l Setto o econ naugurata la divisione di Mila r o e m i co no display di Pixart di “Un ha dato il via della Provinc designe i a r per le all’edizione 2 ixart Printing , azienda 011 impres l proge e”. t specializzata nella stampa in in colla to che è stato promo genere ha attivato il nuovo reparto Comm borazione c sso ercio d on la C Display interamente dedicato alla iM am dei ma teriali M ilano, e la b era di ib stampa di materiali rigidi per la l’obiett ivo inc aterial Conne lioteca entivar PMI e i Xion, h realizzazione di espositori in e g a l i ’ o i n v c a ontro t ni desig Scuole cartone, Polionda e Forex. Il ra d n i e A r lta For ( s t per la r udenti mazion nuovo servizio, disponibile al ealizza di e e Uni zione d di desig ver sito www.pixart.it, prevei n stesso , esteticame prototipi di p sità) tempo de un ampio catalogo di , funzio nte validi e, a rodotti llo nali. proposte messe a punto er info w tramite una selezione dei econom ww.provinc ia.mila ia. prodotti, dei formati no.it/

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e dei materiali maggiormente apprezzati e richiesti dalla clientela.

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consu l i a facci n i arda u te g T AD vesti n i e ors

ris a elle itarie e d a i to un w c s ac i e c l u fi b q f b e pu l’ . È iwie apire iniziative prodotti ma Intell ty , i r i nelle sizione de a piattafo and Secur talia ell ire espo in I nell’ funzioni d a da ADT F software ited di delle ize fornit utore del ualize Lim b l s Visua ivo distri ocietà Vi s s u escl nto della ata o avanz l ’ n per c ong. u n K to co imento e i , a d e Hong r re sc cor icono i analizza in modo ew è r i v l i i l d ti ntel ogia per scopo dei clien sizionati o l l o l n a c o o i te ciale re i volt ri video p soffitto c a f a g a o e n t s r e i n track care e co osi di sen installat ssono esse lico, fi d b o e i n class ico serve telecamer dati che p co del pub di ( t fi o a autom o discreto ). Tutti i ix demogra to il punt di m a e d n in mo segnaletic cavare il tazioname oefficient c s i solla ati per r tempi di zione, il s i i s proce il sesso dell’espos emotiva. e a e l’età attenzion la rispost e or maggi lgimento o coinv

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ul sito www. pixart.it è, infatti, possibile scegliere l’espositore più adatto alle proprie esigenze, scaricare gratuitamente la fustella, personalizzarla con la grafica e poi inviare l’ordine per ricevere in 24 ore l’espositore stampato e fustellato, pronto per essere montato.


EcoPopArt SPECIALISTI

la

di Corvasce

Avendo reinterpretato l’utilizzo del cartone attraverso una decina di processi di lavorazione è senz’altro tra i produttori di arredi espositivi più apprezzati del momento. Ciliegina sulla torta? I suoi progetti sono sostenibili e di facile montaggio

Mi trovavo a una serata

fuori salone del Macef invitato da un amico architetto a un rinfresco nello show room milanese dell’estrosa stilista spagnola Agatha Ruiz de la Prada. Ero lì per fotografare l’ultima serie di arredi di Savino Corvasce concepiti in esclusiva per la padrona di casa.

L’ospitale e simpatica

signora disegna abbigliamento per donne e bambini dimostrando una vera predilezione per la Pop art. Lo dimostrano le sue collezioni.

modo di fare fashion che rimanda la memoria al vestiario dei figli dei fiori, con un tocco di eleganza in più.

Gli arredi ovviamente

si ispirano alle tematiche della stilista.

A metà serata, rotto il

ghiaccio d’inizio rinfresco, la loquela degli ospiti inizia a farsi più scorrevole e mi ritrovo accanto ad Angelo Ballarini (uno dei signori della pentola made in Italy) con Savino e Agatha che iniziano a disquisire nella ricerca di una definizione per gli arredi Corvasce-De La Prada.

File di capi decisamente Il conciliabolo s’inalbera variopinti che poste in bell’ordine ricordano un arcobaleno. Insomma un

10

in un mirabolante brain storming, il che dà vita a una fiumana di aggettivi qualificativi. Poi Agatha

immancabilmente li definisce Pop, mentre Savino affermandone la paternità ne sottolinea l’eco-compatibilità per via della possibilità di riciclarli completamente.

Il più veloce a sintetizzare

i due concetti è Angelo che formula un quanto mai azzeccato e definitvo Eco-pop. Poi il silenzio e una risata di approvazione. Ecco come è iniziata la mia conoscenza di Savino che ho voluto intervistare a tutti i costi.

Racconterresti come sei

arrivato a progettare arredi per il punto di vendita? Non ci crede nessuno ma disegnavo scarpe per le aziende del polo calzaturiero barlettano fino al 1997 quando la delocalizzazione degli stabilimenti in Cina

non ha determinato la fine di questa fiorente produzione.

Q

uesto mi ha costretto a convertire la mia attività, così ho acquistato un macchinario ad aerografi digitali per la stampa di grande formato.

Avevo capito di essere

entrato in un ambito creativo nuovo con corrispondenti aperture di mercato, sulle quali era ancora possibile investire. Tuttora è il mio core business, ma con macchinari di ultima generazione.

È stato redditizio? Non mi lamentavo, ma non è questo il punto. L’attività infatti aveva preso un indirizzo artistico quando nel 2000, sono entrato in contatto con l’Accedemia di Belle Arti di Brera.

Insieme ad alcuni

professori abbiamo iniziato ad utilizzare il mio primo macchinario per creare


oggetti e arredi che sono stati raccolti in una mostra denominata “Materie dal digitale”.

Il mondo accademico mi ha dato grande visibilità. Con questo tipo di notorietà il passo verso i canali commerciali è stato breve. Ho iniziato a produrre gigantografie per il retail e poi per un quinquennio ho collaborato con Natuzzi per creare gli affascinanti ambienti dei suoi negozi sul globo.

Come è avvenuto il

passaggio dall’immagine bidimensionale all’oggetto arredativo tridimensionale? Un giorno ero in ufficio ed è arrivato un pallet di cartone che sorreggeva diversi chilogrammi di merci. Così ebbi l’idea di progettare degli allestimenti fieristici con quel materiale.

Al Macef ricordano

ancora me e il mio staff

in quanto nel 2007 siamo riusciti ad allestire un’area di settecento metri in sole 18 ore. Questo grazie anche alla capacità di progettare in base alla destinazione d’uso, fatto che ci permette di arrivare sul luogo da arredare con il progetto già ingegnerizzato e con tanto di istruzioni, in modo che non sia necessaria nemmeno la nostra presenza durante l’implementazione.

In questa maniera il

montaggio degli arredi diventa una pura formalità. Una metodologia che genera risparmio benché la maggior parte dei nostri progetti preveda, a monte, una forte componente artigianale.

E l’avventura nel mondo

dello shop fitting quando è iniziata? Poco più di un anno fa per il negozio Gaia calzature di Marsala. I proprietari hanno visto i nostri moduli

di cartone e se ne sono innamorati. Da questa esperienza abbiamo sviluppato 10 differenti tecniche di lavorazione del cartone o di materiali a esso affini. Circa altrettanti sono i moduli componibili e standardizzati presenti nel nostro catalogo.

A novembre avete arredato i negozi in stile eco-friendly Bio Nature. Potresti spiegare le prerogative di questo progetto? Il negozio è stato arredato in due giorni Per le scaffalature abbiamo impiegato il cartone reboard alveolare. Queste sono composte da moduli di 2,40 m. Gli altri elementi, come il bancone e i mobili bassi, sono caratterizzati da sovrapposizioni di lastre di Nidopan spesse 2 cm.

In entrambi i casi per le

finiture è stato necessario servirsi di materiali come il forex o l’mdf, non esclusivamente per motivi

estetici, bensì per garantire alle superfici lavabilità, resistenza a fronte dell’alloggiamento delle referenze.

I giochi di incastro del

re-board sono intuibili a vista. Le lavorazioni in Nidopan invece appaiono più complicate. Qual è la tecnica di lavorazione?

Anche questo materiale

è alveolare e disponibile in diversi spessori sotto forma di lastre che una volta incollate tra loro formano resistentissimi blocchi composti da celle d’aria a tenuta stagna.

A questo punto si può

lavorare sul taglio con una lama alternata, ossia con il classico seghetto da pantografo. Stabilita la forma vengono applicate finiture e decorazioni.

Marco Oltrona Visconti

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Packaging o P op? CARTOTECNICA

Sebastiano Branca

Non c’è problema: è Eco-Friendly

Due progetti che assecondano due nuove tendenze: sostenibilità e funzionalità espositive del packaging. Il designer Sebastiano Branca commenta due progetti quello di La Prerie da lui stesso progettato per una lussuosa crema e il quello di Puma che vedremo tra qualche mese nei negozi.

Esaminando i due

materiali raffigurati nelle immagini di questo articolo sorge subito un dubbio amletico: si tratta di materiali POP oppure di packaging?

Niente paura non è una

domanda rivolta da uno psicotico re al teschio di un signore chiamato Yorick che, per ovvi motivi, non risponderà mai, ma di una mia considerazione a fronte del fatto che me l’hanno chiesto in tanti.

La risposta comunque

è: tutte e due le cose! Per questo sono fiero di aver progettato l’espositore

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per La Prairie, ma anche perché, qualità del marchio a parte, è in linea con i concetti di un grande designer, Yves Behar dello studio Fuseproject. Analizziamo nel dettaglio il progetto che gli ha commissionato Puma.

Nell’era in cui la scelta

nell’utilizzo dei materiali per POP marketing è dominata dallo sviluppo

degli allestimenti, del packaging secondario tecnologico, dal dominio e dell’esposizione non polimerico e dal durevole, in diversi desiderio d’innovazione e progetti che hanno differenziazione, il mercato, rivoluzionato l’approccio al come se fosse dotato di consumatore nel retail. una coscienza propria, sta mutando le proprie razie a nuove strategie comunicative in soluzioni, questo materiale chiave eco-friendly, quindi apparentemente semplice nella direzione in cui i e povero, ma nel contempo materiali e le tecniche versatile, ha assunto di di lavorazione hanno un nuovo un’accezione di impatto ambientale pari a innovazione. È difficile zero, o quasi. immaginare che qualcosa di semplice come una ortavoce indiscusso scatola per scarpe possa di questo movimento, essere completamente sebbene inanimato, è il revisionata. Puma e cartone che, nell’ultimo Fuseproject sono riusciti biennio, è stato nell’intento, con buone impiegato nel settore prospettive di fatturato

G

P


e favorendo il risparmio energetico e logistico tramite la diminuzione di carburante e acqua. Come?

È presto detto. Tuttavia,

bisogna premettere che il costo del cartone e dei rifiuti di stampa derivanti dalle lavorazioni vecchia maniera sono enormi. Oltre a ciò, i materiali trasportati nelle navi da cargo possono subire sbalzi termici fino a 10 gradi, creando seri problemi all’integrità del packaging. Questi sono stati i due problemi essenziali posti a Behar nel brief, all’unisono con l’esigenza di una soluzione che proteggesse le scarpe agevolando i negozianti nello stoccaggio.

Ebbene dopo aver

trascorso 21 mesi a studiare la fabbricazione delle scatole e la loro spedizione. E dopo aver vagliato più di 2000 idee e concept, Behar e il suo staff hanno combinbato due componenti essenziali del processo di vendita delle calzature – il sacchetto e la scatola – coniugando appunto modalità di vendita e di esposizione del

prodotto. Così la borsa avvolge ermeticamente un’impalcatura interna in cartone dandogli forma e riducendo l’uso della materia prima del 65%. In questo modo è stata eliminata la finitura luminescente del coperchio laminato che minava la possibilità di riciclaggio dell’intera scatola. Poi sono stati esclusi altri due elementi old school che contribuivano allo spreco di risorse: la carta velina interna e il sacchetto di plastica necessario al cliente per portarsele via.

La borsa è realizzata

in tessuto PET riciclato non intrecciato (quello intrecciato avrebbe

Realizzati da Tecnolito design di Caprino Bergamasco su progetto di Sebastiano Branca (nella foto) di kōbōse studio i cofanetti White Caviar hanno forma piramidale e sono composti di carta accoppiata e fustellata Patty Excellent 1.5mm. Di questa realizzazione spiccano la serigrafia a sbalzo in copertina, il vano atto a contenere i prodotti con copertura laminata antigraffio, la finitura argentata (carta Sirio Pearl Ice Fedrigoni) e il taglio al vivo del sestino a chiusura con calamite occultate nei profili. Le due estremità triangolari sono decorate mediante punzonatura, riproducendo la stessa texure presente sul packaging primario la prairie-white caviar. Le sue misure sono altezza 30 cm, larghezza 50 cm, profondità18 cm. È stato riprodotto in 80 unità per consentire agli agenti di la Prairie di presentare la crema White Caviar Illuminating Systeme alle profumerie. Una maniglia lo rende trasportabile come una valigetta.

aumentato la densità delle fibre e la quantità di materiale impiegato), mentre la cucitura è stata ottenuta con il calore, in modo che sia meno preponderante la lavorazione manuale.

Puma ha stimato

l’impatto ambientale di questa soluzione: la borsa ridurrà il consumo di acqua, energia e di carburante durante la sua produzione del 60% in un anno.

Saranno risparmiate

più di 8.500 tonnellate di carta, 20 milioni di mega-Joule di energia elettrica, 264.000 galloni di carburante e 264 litri di acqua. L’eliminazione dei sacchetti eviterà la produzione di 275 tonnellate di plastica, e il peso di spedizione più leggero consentirà di risparmiare altri 132 mila litri di diesel.

Lo troverete sugli scaffali da aprile del 2011. Dopo di che? Per valutare il prodotto non sarà necessario ne smontare ne sfilare la scatola dallo scaffale. Basterà dispiegare il lato visibile dell’involucro in cartone.

Il designer Sebastiano Branca di kōbōse studio


È sul Banco POP IN SHOP

Marco Oltrona Visconti

LA COMUNICAZIONE DEL FARMACO I prodotti della categoria OTC sono gli unici pubblicizzabili. Per tanto incentivano la produzione di strutture per l’esposizione in farmacie, parafarmacie e corner Gdo

Come è noto dopo

il decreto sulle liberalizzazioni del 2006 (legge 248/2006) il commercio dei farmaci in Italia è stato aperto ad altri canali di vendita.

A 5 anni dall’entrata in vigore del provvedimento, oltre allo storico sbocco

delle farmacie che sul nostro territorio nel 2010 ha raggiunto più di 18.000 esercizi commerciali (fonte Ministero della sanità), oggi si contano anche circa 3000 parafarmacie e più o meno 300 corner all’interno degli ipermercati della GDO (fonte Nielsen).

Bisogna specificare

che, fatta salva la presenza di un farmacista iscritto al relativo albo, negli ultimi due canali citati l’assortimento di referenze è limitato ai cosiddetti farmaci per l’automedicazione, o

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da banco, appartenenti alle categorie SOP (Senza Obbligo di Prescrizione) e OTC (On The Counter).

A prescindere dal

canale commerciale, la categoria OTC meglio conosciuta con l’appellativo di parafarmaco, è l’unica che può beneficiare del supporto di iniziative pubblicitarie.

Per ciò Display Italia

propone una rassegna fotografica a proposito di alcune iniziative di comunicazione di aziende del settore, con la consapevolezza che secondo l’Agenzia del farmaco il mercato dei farmaci della categoria OTC in Italia vale 1,428 miliardi di euro (fonte Nielsen 2010).

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POP IN SHOP

Marca

Fiori di Bach (Guna) Tipologia espositiva Espositore da parete Materiali Durevole Punto di vendita Parafarmacia Corso Buenos Aires (Mi) Un pubblico prevalentemente femminile interessato a gestire i lievi squilibri emotivi quotidiani o le situazioni di stress per se, o per la famiglia, finanche ai più piccoli: è questa la tipologia di cliente cui è rivolta la bacheca espositiva dei fiori di Bach. Al suo interno sono stipati gruppi di 4 boccette ognuno riferito alle 38 essenze floreali annoverate in questa farmacopea. In più ci sono anche 2 versioni di Remedy Resource per arrivare a un totale di 160 pezzi alloggiati. In legno di frassino questa struttura misura 52 cm in larghezza, 60 in altezza e 6,8 in profondità. Posizionata nel 2009 ha trovato posto fino a febbraio 2011 in circa 150 punti di vendita tra farmacie, parafarmacie ed erboristerie. Per rimarcarne la presenza è stata accompagnata da un bussolotto in cartotecnica

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Marca Pharmashop24 Multimarca

Marca

Moment e ProtActiv (Angelini)

Tipologia espositiva Vending machine

Tipologia espositiva Espositore da banco

Materiali Durevole

Materiali Durevole

Punto di vendita Farmacia Varanini Via Varanini (Mi)

Punto di vendita Farmacia Loreto Piazzale Loreto (MI)

Da quando nel 2009 Robovideo ha presentato il distributore automatico per farmacie Pharmashop24, la societàne ha installati circa 2 alla settimana. L’apparecchio può ospitare in media tra le 90 e le 100 referenze di marchi selezionati dal farmacista, numero che oscilla secondo la dimensione dei pack dei prodotti. Le categorie merceologiche che più si adattano a questo tipo di esposizione sono dell’area prodotti da banco: piacere intimo, integratori, igiene orale, medicazione e piccole ferite, cura della persona, area gola-naso, bambini. Grazie alle lampade laterali il prodotto è ben visibile anche di notte. Le sue misure sono: altezza 199 cm, larghezza 150 cm (o 120cm), profondità 50 cm.

Gli espositori con monitor LCD per videocomunicazione instore hanno la possibilità di aggiornare il messaggio pubblicitario semplicemente attraverso un chiavetta usb. Angelini in particolare lo utilizza come presidio all’interno di 2.500 negozi tra farmacie, parafarmacie e corner GDO dove sono stati posizionati 3.000 espositori. Non avendo alcuna personalizzazione visiva l’espositore può essere utilizzato a piacimento per differenti referenze. Il suo posizionamento si completerà nel corso del 2011. La cornice elettronica a corredo è da 7 pollici, mentre la struttura in Plexiglas Misura 34 cm di larghezza, 44 cm di altezza e 26 cm di profondità


POP IN SHOP

Marca

Niquitin(Glaxo Smith and Kline) Tipologia espositiva Espositore da banco Materiali Non durevole Punto di vendita Farmacia Loreto Piazzale Loreto (MI) Le pastiglie per smettere di fumare di Niquitin sono state lanciate da settembre a dicembre all’interno di 6.350 punti di vendita tra farmacie e parafarmacie, dove sono stati posizionati complessivamente 6.500 espositori come quelli nell’immagine. Molti di questi sono tuttora utilizzati dai farmacisti e possono ospitare 12 confezioni ripartite in 2 dosaggi, 1,5 mg e 4 mg, rispettivamente corrispondenti ai due formati da 20 pastiglie (1 dispenser) e da 60 pastiglie (3 dispenser). Costituito in cartotecnica ha una base di 35 cm, un’altezza di 42,5 cm e una profondità di 20 cm. I dosaggi sono differenti a seconda che il target, in questo caso indifferenziato, fumi più o meno di 20 sigarette al giorno.

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Marca

Iodosan, Bronchenolo, Rinazina (Glaxo Smith and Kline) Tipologia espositiva Espositore da banco Materiali Durevole Punto di vendita Parafarmacia Corso Buenos Aires (Mi) Bronchenolo sciroppo per la tosse, Rinazina spray e compresse per decongestionare il naso e Iodosan Gola Fair per il mal di gola è il mini assortimento che Glaxo ha proposto per tutta la stagione invernale come soluzione alle consuete costipazioni di stagione. L’iniziativa si è concretizzata in 5000 punti di vendita tra farmacie e parafarmacie per mezzo di un espositore che è stato riprodotto in 48 pezzi. Dotato di monitor da 7 pollici è costituito in Plexiglas e ha una base quadrata con lato di 51 cm, un’altezza di 84 cm e una profondità di 50 cm. Il messaggio a video è trasmesso in continuo. Gsk ne ha sottolineato l’efficacia in termini comunicazione e volumi.

Marca

Dr.Bruxi (4T) Tipologia espositiva Espositore da banco Materiali Durevole Punto di vendita Dr.Berta Viale Monza (Mi) Il prodotto Dr. Bruxi è di fatto un bite dentale per evitare che di notte gli affetti da bruxismo digrignino i denti nel sonno. Il materiale espositivo è quindi dedicato a chi ha la dentatura già formata ossia persone dei 12 anni di età in su. In plastica termoformata questo espositore da banco è un pezzo unico essendo elettrosaldato. In più è automontante ossia il visual è ripiegabile sulla base. Distribuito sul canale farmacie è stato riprodotto in 1.600 unità a partire del 2010 e a tempo per ora indeterminato. Le misure sono di 30cm di profondità alla base e di 20 larghezza mentre il visual supera di poco i 30 cm. Grazie al colore verde brillante è piuttosto distinguibile. Manlio Valli


POP IN SHOP

Marca

Restiv Oil (Chefaro) Tipologia espositiva Espositore da banco Materiali Durevole Punto di vendita Farmacia Lombardia Via Porpora (Mi) Tutta la gamma di Restiv Oil, l’olio shampoo fisiologico per la cura dei capelli è presentata attraverso un espositore a forma di vassoio con cornice. La soluzione espositiva in questione è stata concepita per comunicare a un target 25-54 anni. In tutto sono è stata replicata in 2000 unità il cui posizionamento terminerà nei prossimi mesi. In due versioni, una adatta ad alloggiare 12 referenze, l’altra 20, hanno la base in polistirolo bianco su cui è incastrata una cornice in pvc bianco. Per quanto concerne le dimensioni, la larghezza è di 34 cm l’altezza con cornice 26 cm, la profondità 29 cm. La creatività di questo materiale è stata curata dall’ufficio marketing dell’azienda

Marca Nutriben (Laboratori Alter) Tipologia espositiva Espositore da terra Materiali Non durevole Punto di vendita Farmacie italiane Il display realizzato da Nutribén, marchio specializzato nella nutrizione della prima infanzia, è stato ideato per ospitare, in modo modulare e adattabile alle esigenze del singolo punto vendita l’intera gamma dei prodotti di Laboratori Alter : latti di proseguimento e crescita, cereali e tisane. Il suo target sono i genitori dei bimbi dai 6 mesi in poi, per tutto il periodo dello svezzamento. Per questo scopo sono stati realizzati circa cento espositori dislocati in farmacie, sanitarie e negozi specializzati. L’espositore, grazie alla modularità della struttura può stipare un numero variabile di prodotti, per tipologia e quantità esposta. Realizzato interamente in cartotecnica, è facilmente assemblabile anche dai meno esperti. Ha un’altezza di 120 cm, per una larghezza di 60 ed una profondità di 40 cm. Manlio Valli

Marca Boiron Tipologia espositiva Cartello da terra o da vetrina Materiali Non durevole Punto di vendita Farmacia Baldini Corso Buenos Aires (Mi) Sensibilizzare il paziente sui sintomi influenzali e informarlo che l’omeopatia può essere d’aiuto previo consiglio del medico e del farmacista. Questo il messaggio che, attraverso l’immagine del suo presidente Christian Boiron, l’omonima società francese ha voluto comunicare con i 3.500 cartelli in cartotecnica posizionati all’interno di altrettante farmacie Italiane. In pratica non si tratta di una campagna di prodotto ma legata a una categoria di referenze. Il cartello è stato reso disponibile nei punti di vendita per periodi di quattro settimane a ridosso della stagione fredda quando l’influenza inizia a manifestarsi. Le misure del materiale sono di 55 di larghezza e 1 metro e 50 cm di altezza.

18


19


V

iscom

SiRinnova FIERE

Marco Oltrona Visconti

Nell’ultimo anno il vertice di Viscom ha passato il testimone a un nuovo staff di giovani manager. In attesa della tre giorni fieristica di novembre, ecco la Lei prenderà il posto di strategia nell’intervista a Paola un grande personaggio del mondo fieristico e della Sarco, Exhibition Manager comunicazione con cui per altro ha collaborato. Cosa le è rimasto di questa esperienza?

rendiamo conto, ma qualsiasi cosa ci circondi dalle vetrine, agli autobus, taxi, metropolitane, aereoporti o palazzo è ‘rivestita’ di un messaggio di comunicazione visiva. Queste sono espressioni di

Inoltre il mercato sta

sempre più andando verso la necessità di personalizzare i prodotti per meglio rispondere ai desideri di clienti sempre più esigenti

prendere il testimone da Brigitte Hunt e spero di riuscire a far crescere la manifestazione come lei ha fatto nel passato.

Quali sono i settori su cui

Sono anni che lavoro nel

punterete maggiormente per il futuro?

settore fieristico, ma mi ha colpito molto l’entusiasmo che la Signora Hunt è riuscita a trasmettere a

Viscom è la vetrina giro d´affari, e anche un momento d´incontro con persone che si divertono lavorando, condividendo in prima persona le loro esperienze.

Quali sono i settori storici

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Spesso non ce ne

una realtà che si rinnova.

Sono onorata di

tutti coloro che negli anni sono passati da Viscom: anche per i prossimi anni, vorrei mantenere vivo quel sentimento di partecipazione che Viscom

settori hanno avuto negli ultimi anni il più alto tasso di crescita nell’industria grafica, grazie a un apporto tecnologico sempre più massiccio.

riesce a calamitare attorno a sé e quella conoscenza privilegiata del mercato utile ad anticipare le tendenze.

La fiera deve diventare un, luogo in cui incrementare il proprio

della fiera che hanno resistito al cambiamento?

Viscom è nata come

la fiera di riferimento per l’insegnistica e la cartellonistica per poi abbracciare il settore della Stampa Digitale di Grande Formato. Questi

ideale dove presentare in anteprima i nuovi trend del mercato: Insegnistica e Cartellonistica, Stampa Digitale di Grande Formato, Digital Signage/ Digital Communication, Textile promotion, Serigrafia, Tampografia, Incisione, Laser.


provenienti da 61 paesi, e tra cui cui 5.163 sono nuovi visitatori.

seminari e perché li avete scelti?

isogna conoscere in Il nostro obiettivo, infatti, B anticipo in che modo è di “costruire” non solo una fiera di tecnologia ma, sempre di più, un evento nel quale vedere le applicazioni, parlare con i testimonial e vivere un’esperienza di confronto e di crescita.

A Viscom Italia sono

aumentati visibilmente gli espositori che si dedicano ai materiali per il punto di vendita e in particolare al digital signage. Quali sono i motivi?

Più del 60% delle

decisioni di acquisto sono prese direttamente nel punto di vendita, la comunicazione in loco diventa quindi uno strumento fondamentale per la comunicazione e la vendita. L’espositore da semplice “scaffale” si è trasformato in una soluzione di comunicazione sempre più tecnologica, interattiva e emozionale e multimediale.

Inoltre da 9 anni Viscom

Italia promuove il mondo del P.O.P, grazie a un concorso ad hoc nato per premiare i migliori display, installazioni, allestimenti pubblicitari, gli eventi, le manifestazioni fieristiche, frutto dell’ingegno e della collaborazione di creativi e professionisti del settore.

A quanto sembra Viscom

Italia ha ben superato la crisi di questi ultimi tre anni. Potrebbe tirare le somme e raccontare quali sono gli obbiettivi di breve e di lungo termine?

Quest’anno il bilancio dell’edizione 2010 è stato più che positivo e lo dimostrano i 20.600 visitatori professionali

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In Italia Viscom si propone

con un evento trainante a Milano e poi attraverso degli eventi regional. Quali tra questi stanno ottenendo i riscontri più interessanti?

Un incontro annuale,

seppure sia di rilevanza globale, non basta per tenere informati sugli sviluppi del mercato e per creare le esigenze di partnership tra fiera, espositore e cliente.

Per questo abbiamo

creato una serie di appuntamenti regionali, che quest’anno si terranno a Bari l’8-9 aprile e a Bologna il 13-14 maggio, e che ci consentiranno di comunicare da vicino con gli operatori mantenendo una continuità nel tempo e un punto di contatto con i mercati locali.

Dalla mera vendita

di spazi alla vendita di contenuti e di servizi. Dunque, quali saranno gli argomenti principali dei

si svilupperà il mercato per poter informare i propri utenti e per farlo è necessario avere un totale coinvolgimento nel mercato stesso a livello globale.

Quest’anno infatti,

per promuovere al meglio la cultura della comunicazione visiva, vogliamo stringere relazioni con le principali associazioni di riferimento.

Per ampliare l’area

dei Viscom Forum per esempio abbiamo coinvolto il MIP – School of Management del Politecnico di Milano. che arricchirà di nuovi e stimolanti contenuti le sessioni dei convegniViscom Italia si presenterà come un vero e proprio cantiere di idee non solo nei giorni della fiera, ma durante tutto l’arco dell’anno, coinvolgendo le community di riferimento.

Come si muoverà

Viscom Italia sul piano internazionale? L’internazionalizzazione è il punto di forza della nostra fiera. Viscom Italia fa parte del gruppo Reed Exhibitions leader mondiale nell’organizzazione di

eventi fieristici, con oltre 440 eventi in 37 paesi tra Americhe, Europa e Medio Oriente, Estremo Oriente e Asia sud – orientale.

Il nostro obiettivo è

quello di rafforzare al meglio il nostro network andando a sfruttare proprio quello che una multinazionale come Reed ci offre.


istory H TEMPORARY SHOP

Massimo Costa

TEMPORARY

Il Segretario Generale di Assotemporary ripercorre le tappe salienti dello sviluppo di questa forma di commercio in Italia

Milano, in Corso Vittorio Emanuele, proprio nel 2005. L’Associazione nasce nel maggio 2008 allorché cominciano ad aprirsi alcuni ‘spazi dedicati al temporary shop’, segnatamente in Corso Garibaldi e in Via Borgonuovo.

Lo sviluppo nel centro

urbano milanese è immediato e significativo, tanto che a fine 2008 si possono contare già una quindicina di temporary location. Nel resto dell’Italia sono apparsi nel 2009 e, nel corso del 2010, hanno raggiunto una ventina di unità.

Tra le città dove sono

Il fenomeno temporary

shop nasce in Inghilterra nel 2003, si sviluppa negli Stati Uniti e arriva in Italia nel 2005.

22

La prima azienda a

sperimentare questa nuova formula di comunicazione più vendita, è Levi’s a

attivi dei temporary shop ricordiamo: Firenze, Torino, Roma, Napoli, Venezia, Trieste, Rimini, Bologna, Pavia, Cremona e Cagliari. Attualmente Asso temporary stima 70 temporary shop in Italia, di cui 40 nella sola città di Milano.

Secondo i dati

dell’associazione il ritmo delle aperture raggiunge i 25-30 negozi all’anno, che potrebbero diventare circa 50 nel 2011. Moda e design sono i settori più coinvolti, circa il 60% delle iniziative di temporary shop. Si tratta di un’attività che ha generato un fatturato di circa 20 milioni nel 2010, cifra in cui è compreso anche l’indotto: arredi, catering, stampa eccetera.

La durata media delle

“esperienze temporary” è di 30 giorni. Il prezzo medio settimanale, per un’azienda o per un ente che voglia sperimentare il temporary, è di 4.000 Euro a Milano e 2.000 per il resto dell’Italia. Va sottolineato che l’elemento caratterizzante del temporary shop non è lo sconto, ma la sorpresa o la novità.

Tuttavia si possono fare

due considerazioni: nei temporary shop le aziende, che vendono direttamente al consumatore senza intermediazioni, possono tenere i prezzi più aderenti ai costi dei prodotti; in secondo luogo esiste anche


Temporary un temporary shop, a cominciare dalla vetrina: nel primo è spesso oscurata, mentre nel secondo è curata con originalità. Alcune differenze si riscontrano anche nell’arredo interno. la variante dei temporary outlet, dove effettivamente si possono ottenere sconti anche fino 50/70%: ma non si tratta di temporary store veri e cioè con garanzia di autenticità Asso temporary; purtroppo ve ne sono parecchi.

tradizionale, attraverso la partecipazione a eventi, corsi, esperienze sensoriali in grado di “far entrare dentro il mondo della marca” per cui il consumatore vive un’esperienza di forte interattività.

Sommando i due aspetti, Non dimentichiamoci per una famiglia tipo si può dedurre un risparmio medio annuale nell’ordine del 15/20%. La vera “convenienza” risiede quindi nella possibilità di acquistare, solo in quello spazio e per quel determinato periodo, un prodotto o servizio che ancora non è sul mercato, ma che ci arriverà in futuro.

Inoltre, nei temporary

shop si può essere coinvolti in un’atmosfera molto più avvolgente di quella di un negozio

che il temporary shop non è tanto un’alternativa al supermercato, quanto un’alternativa al cartellone pubblicitario; per il consumatore è molto più efficace e utile entrare in una location, toccare e sperimentare il prodotto, rispetto all’osservazione di un cartellone/locandina.

Le regole che evitano la confusione con il discount store

Un outlet si differenzia notevolmente da

Nel temporary shop

di solito l’aspetto scenografico è ricercato, a differenza dell’outlet dove la merce è di frequente accatastata su banconi e scaffali in modo approssimativo. Inoltre nei temporary si possono vivere momenti di intrattenimento, di informazione /formazione sul prodotto e di interattività che negli outlet per questioni di risparmio non esistono. Infatti in questi luoghi di svendita è trainante l’elemento prezzo e non l’immagine di marca, senza contare che in questo contesto si trovano spesso le rimanenze di magazzino.

Per sottolineare queste

fondamentali differenze Assotemporary ha voluto conferire al temporary shop una garanzia di autenticità. Presente in

tutti i temporary shop iscritti all’associazione un bollino che ne certifica la qualità.

Questo riconoscimento

deriva da un pentalogo, cioè da un insieme di norme la cui osservanza è sintomo di professionalità e di etica commerciale, anche a garanzia del servizio a favore della clientela. Passando in rassegna tali norme in ordine alla sicurezza e alla tutela del cittadino/ consumatore non vi sono problematiche diverse da quelle che egli incontra acquistando in negozi tradizionali.

Per esempio, se il

venditore della merce è il gestore dello spazio, costui risponde dei vizi dei prodotti come un dettagliante; se invece è l’azienda a vendere direttamente i suoi prodotti, il consumatore potrà rivolgersi per i vizi/difetti riscontrati al responsabile commerciale della stessa azienda. Insomma fanno testo gli artt. 1492 e seguenti del codice civile.


miglio

LOGISTICA E POSIZIONAMENTO

Marco Oltrona Visconti

L’ultimo

del marketing

La gestione tecnica degli stock in vista della corretta esposizione della merce e dei materiali POP nel punto di vendita, ma non solo: ne parlano i dirigenti della DPV

Milioni e milioni di euro

spesi per una campagna media finalizzata al lancio di un prodotto e/o all’incremento della sua awarness e poi quando le schiere di potenziali clienti, persuase dalla pubblicità, si recano sul punto di vendita per acquistarlo…il sogno d’incremento del sell out dell’uomo marketing si infrange, perché il prodotto nei negozi non si trova!

È questo il caso in cui il si-

stema logistico dell’industria si è inceppato e il personale del punto di vendita non ha posizionato la merce sullo scaffale o peggio ancora non ce l’ha a disposizione in magazzino, semplicemente perché non gli è stata inviata:

E

questa è soltanto una delle ipotesi in cui la vendita fallisce –spiega il Vice Presidente di DPV Carlo Baretti-. Per esempio può succedere che il prodotto non sia presente all’interno della struttura creata ad hoc per la sua esposizione, o che il visual espositivo sia disordinato tanto da «

24

confondere il potenziale acquirente». Del resto non è un segreto il fatto che alla maggior parte delle persone piaccia acquistare in una situazione apparentemente ordinata e secondo determinati schemi visivi o di comodità. Altrimenti quale motivo avrebbero gli uomini marketing per investire denari in politiche di category management e visual merchandising prima che in campagne pubblicitarie. Senza contare che in molte catene del retail per beneficiare dello spazio espositivo l’industria di marca paga i cosiddetti listing fee.

Insomma dopo la fase di

sviluppo di un prodotto, dopo la progettazione del packaging, dopo la sua promozione mediatica qualcosa potrebbe non funzionare. In questo caso ci troviamo in quel campo meglio noto come field marketing, dove trova spazio l’applicazione di una delle storiche “P” (nello specifico quella Posizionamento) della famosa e ritrita, ma sempre valida, teoria di base del guru del marketing Philip Kotler:

Q

uello del posizionamento nel negozio –dice Barettiè l’ultimo miglio del percorso commerciale di una referenza, dalla sua produzione alla vendita. Uno step sottovalutato, ma fondamentale affinché un prodotto si incontri con il suo utilizzatore». Tale procedimento è importante al punto che diverse multinazionali, si avvalgono di una squadra di merchandiser come quella di DPV che giornalmente controlla la corretta esposizione della merce nei negozi. «


La nostra squadra –dice

«

Baretti- oltre a occuparsi del posizionamento registra i dati di andamento delle vendite in modo che il beneficiario del servizio sia aggiornato in tempo reale a proposito dei suoi stock e dei relativi prezzi che vengono applicati nel proprio circuito di vendita». Un sistema che permette di valutare in maniera pressoché scientifica la validità e il peso di determinate campagne di comunicazione.

Logistica del POP e identità della merce

Al di là del controllo

degli stock e del visual, sono svariati i casi in cui una multinazionale affida il posizionamento della sua produzione nei punti

9

di vendita a società che, come DPV, sono dotate di un apparato logistico. In un’ ottica di supply chain in cui l’industria di marca gestisce lo stoccaggio delle merci fino allo scaffale per mezzo di infrastrutture e codici (ean a barre o rfid) in comune con gli attori del retail, un prodotto o un materiale espositivo, che non sia stato inventariato, è considerato fuori standard; ossia privo di conformità rispetto ai criteri logistici a cui il mercato si uniforma.

Spiega Franco Birolo

direttore generale di DPV, che esercita questo servizio attraverso la consociata Staci Italia: «Di norma, la maggioranza degli articoli o dei materiali prodotti dall’industria risponde a criteri di standardizzazione, una rigidità che talvolta


limita la creatività di chi, per esempio, idea soluzioni espositive». Inoltre accade spesso che per rispondere alle esigenze tattiche del marketing, al personale dei negozi sia richiesto di sostituire, in brevissimo tempo, tali strutture espositive:

I

« n alcune catene di retail

26

–dice Birolo- sarebbe addirittura impensabile introdurre materiali non codificati o con imballi non conformi ai luoghi di stoccaggio della merce». In pratica qualora detti articoli non fossero inventariati potrebbero perdersi o anche non essere accettati dai responsabili delle aree di immagazzinamento.

Di fronte a questa

situazione di criticità una società che offre servizi logistici può codificare il materiale, o l’articolo in questione, o attivare una squadra di merchandiser cui affidare il posizionamento direttamente sul punto di vendita. E lo stesso discorso è valido per il

sampling altresì richiesto per provare il prodotto.

Logistica trasparente Avvalendosi di una struttura logistica del livello tecnologico di DPV, qualsiasi azienda ha la possibilità di commissionare il riposizionamento degli stock e di verificare in


DPV è presente in Italia da 15 anni e gestisce la sua logistica tramite STACI Italia, filiale dell’omonima società francese attiva da 40 anni. DPV mantiene in attività oltre 250 collaboratori e circa 1.000 risorse spot in contemporanea sul territorio. Oscillano tra i 18.000 e i 30.000 punti vendita monitorati costantemente mentre sono stati oltre 30.000 nel 2010 quelli che hanno ricevuto supporto e formazione. La sede Milanese si compone di 10.000 mq di magazzino e di 1.500 mq di uffici e sale training. Tra mobili per lo shopfitting, totem, kiosk, window display, l’anno scorso sono stati posizionati oltre 10.000 espositori. La potenzialità di stoccaggio del magazzino ammonta a 12.000 posti pallet, più 3000 postazioni per piccoli item (tester, sampling, eccetera), aree di stoccaggio temporaneo, aree di lavorazione, manutenzione, ripristino strutture di valore. Insieme, DPV e STACI Italia, nel 2010 hanno superato i 20 milioni di euro.

tempo reale tutti i flussi della merce sulla propria rete di vendita.

Spiega Baretti:«Grazie ai protocolli SLA il nostro cliente ha l’accesso ai dati e alle procedure che lo riguardano secondo un sistema che garantisce

anche l’uniformità e la trasparenza dei costi». Costi del servizio che dipendono dalla priorità delle richieste e dalle esigenze di rapidità d’esecuzione desiderate. Nello specifico i parametri SLA (Service Level Agreement) sono uno strumento predisposto per allineare il livello dei

Nelle foto a sinistra Carlo Baretti vice presidente DPV. A destra Franco Birolo direttore generale di DPV.

27

servizi IT alle esigenze di business per creare l’infrastruttura necessaria all’implementazione di un efficace modello di gestione informatizzata stabilito a priori.


Digital 3 signage INTERVISTA

Segnaletica

Si dice che il digital signage sia in forte crescita. Cosa pensate del livello di sviluppo del mercato italiano in questo settore?

Marco Oltrona Visconti

digitale alla M-Cube

10 anni di attività nel racconto del suo AD Leonardo Comelli. In primo piano le due case history realizzate: per Aspiag-Despar nel canale GDO e con IC Moving nei principali aeroporti Italiani che Scala, di cui siamo i distributori e partner per l’Italia, è il software più flessibile, affidabile e di qualità sul mercato mondiale in grado di gestire network complessi senza perdere in performance. Hardware, integrazione multimediale, qualità grafica e di contenuti sono altrettanto importanti e M-Cube è in grado di garantire plus di servizio anche in questo.

Quando abbiamo

introdotto il digital signage nel 2005, la tecnologia ha suscitato grande interesse, ma il mercato non era pronto a investire in questo nuovo mezzo di comunicazione marketing. Nel 2009 abbiamo visto crescere l’interesse dei differenti settori: dal punto vendita al corporate, dal settore trasporti al canale GDO, ma è stato nel 2010 che la comunicazione visiva in digital signage è entrata prepotentemente nel mercato.

L’anno scorso avete creato un network di 170 schermi ripartito tra gli aeroporti di Milano Malpensa e Linate, Orio Al

Una soluzione di Digital

Signage si compone di hardware-software-contenuti di informazione e intrattenimento. Sei d’accordo con chi sostiene che siano poche le società di Digital Signage in grado di

fornire tutte e tre le competenze?

Sì, sono d’accordo. Per

la creazione di soluzioni di qualità, il software è fondamentale. Noi sappiamo

Serio, Venezia Marco Polo e Canova di Treviso. Mi piacerebbe approfondire questa case history…


Leonardo Comelli AD di M-Cube.

L’azienda tries�na è nata nel 2000 da una costola del gruppo Media Technologies che a sua volta opera nel campo delle nuove tecnologie, delle re� informa�che e del so�ware applica�vo per il mondo web. L’asse�o societario si è completato nel 2005 in seguito all’associazione con Scala leader mondiale nel digital signage.

in questo caso?

Il primo step di questo

Il progetto è nato

dall’esigenza da parte dall’emittente televisiva ICMoving di trasmettere tramite video notizie e informazioni di servizio unite a contenuti di intrattenimento e advertising nelle aerostazioni che hai citato. In questo caso è stato utilizzato il software Scala5, l’applicazione per digital signage più affidabile per gestire una serie illimitata di monitor posizionati in diverse location, senza alcuna perdita in qualità ed efficienza di segnale. Inoltre, il sistema è in grado di declinare i contenuti media in base alle esigenze di ogni singolo aeroporto.

progetto ha coinvolto i superstore Interspar, nuovi o ristrutturati e ampliati tra il 2009 e 2010 e con metratura sopra i 2500 mq. Parliamo dei negozi di S.Martino Buonalbergo (Vr), Bagnaria Arsa (Ud), Bassano (Vi), Montebelluna (Tv) e Paese (Tv). In ogni punto di vendita 4 schermi riportano le foto dei prodotti freschi commercializzati nei reparti salumeria, pescheria, macelleria, panetteria, intervallando immagini con schede sulla promozione dei generi alimentari in offerta speciale. La trasmissione video diventa così parte integrante del marketing mix che si compone di pubblicità cartacea tramite volantini, cartellonistica e display per i prodotti in offerta nei corridoi del supermercato. Comunicazione che viene aggiornata ogni 2 settimane.

Potresti descrivere gli aspetti tecnici di questa piattaforma?

Quali sono le caratteristiche M-Cube si è occupata di dei monitor? sviluppare l’intero progetto, dalla consulenza per il lancio Si tratta di Monitor allo sviluppo dei contenuti, Samsung integrati con PC Samsung Sbb- Dt set back box, che permette di ricevere trasmissioni hdtv, contenuti come meteo, stock updates, informazioni sui voli in tempo reale e in questo caso i programmi di Sky h24 grazie ad un contatto ad hoc con l’emittente . I monitor di IcMoving sono posizionati nei punti di maggiore affluenza degli aeroporti: esterni alle fermate di autobus / taxi, interni nella zona voli in arrivo, zona bar, sala di attesa.

Quali risultati sono stati ottenuti?

dalla conversione in ScalaScript dei volantini alla gestione dell’hardware e del palinsesto.

Abbiamo seguito

internamente anche la fornitura del network video con display da 46” ad alta qualità, quattro per punto vendita. Sono monitor Samsung LCD 460 MXN2 con processore 1.9GHz, dual core a colori tft lcd 46” Full hd, Dot Pitch 0,530 mm, Luminosità 450cd2, Contrasto: 4000 a1. Angolo di Visuale178°/178°. Tempo di risposta: 8ms. Risoluzione: 1920x1080.

Nell’arco di un mese sono Apparecchiature con raddoppiati gli investimenti in advertising. È bene tenere presente che secondo ICmoving channell si rivolge a un traffico di passeggeri che sommando i transiti dei cinque aeroporti arriva a 100 milioni di spettatori l’anno.

Interessante anche il progetto

realizzato per Aspiag-Despar. Quel è stata la richiesta iniziale

avanzate funzionalità di rete che, grazie al pc incorporato, offrono un supporto di segnaletica digitale effettivamente versatile e in assenza di una cabina di regia.

29


C

VENDING MAGEX NOVA FAS

S

he bel

ettore

Gli ultimi modelli di alcuni produttori leader dell’eccellente mercato Italiano È stato calcolato che in

Italia c’è una macchina per la vendita automatica ogni 26 abitanti, che eroga ogni giorno caffè, bevande, snack, frutta fresca, prodotti dietetici, ma anche pizze, piatti di tortellini fumanti e pronti per il consumo.

E poi, oltre al segmento food, anche gadget, prodotti farmaceutici, elettronica di consumo, fiori e persino articoli da sexyshop.

Il settore della

distribuzione automatica attualmente costituisce una

!

Michele De Gennaro

Naturalmente anche il

realtà da circa 3 miliardi di euro di fatturato annuo.

L’Italia è il principale

produttore europeo di distribuori automatici e detiene la leadership mondiale di esportazioni, con una quota del 70% nel settore.

vending ha risentito della crisi economica globale dell’ultimo biennio. Ma proprio grazie ai suoi ancora ampi margini di sviluppo, questo settore ha davvero rosee aspettative.

Il mondo della

distribuzione automatica, infatti, è in continua evoluzione. Dal punto di vista tecnologico le macchine sono sempre più sofisticate, e anche dal punto di vista logistico l’evoluzione è tangibile: ormai troviamo distributori automatici non solo negli ambienti lavorativi, ma anche in luoghi aperti al pubblico e di passaggio come stazioni ferroviarie, metropolitane, aeroporti.

Un trend che sta

coinvolgendo e sollecitando l’interesse di importanti aziende del largo consumo che decidono di adottare anche questo canale di vendita.

Insomma, la distribuzione automatica appare sempre più imporsi come uno dei principali canali di vendita del futuro. Basti pensare che nel lussuosissimo albergo Emirates Palace

FAS

30


spicca il distributore Vending Multimedia.

Questa macchina è

dotata di una tecnologia multimediale che consente di trasmettere news, informazioni e spot pubblicitari; è dotata di una webcam che alla presenza di una persona trasforma l’immagine in una vetrina dei prodotti contenuti e grazie a un touchscreen consente di selezionare il prodotto desiderato e fornisce tutte le informazioni utili per l’acquisto.

NOVA

MAGEX di Abu Dhabi è stata installata una macchina automatica erogatrice di lingotti d’oro da 24 carati, disponibili in pezzature da uno, cinque e dieci grammi.

Per questi motivi

riteniamo importante aggiornare i nostri lettori sugli sviluppi nel mondo del vending con questa rubrica fissa. Buona lettura.

riguardare sconti per fasce orarie.

La barra sarà inoltre

implementata per permettere ai clienti la massima indipendenza nella gestione di ulteriori descrizioni alfanumeriche.

Il nuovo display grafico,

di 240x128 mm, non solo consente di scrivere i caratteri in maniera più visibile, ma incorpora anche animazioni e parti grafiche.

Il cliente avrà così

FAS

Per i suoi distributori

automatici a spirale della linea Faster e Skudo, Fas International ha presentato le nuove barre su display per i cassetti.

Facile da applicare

e da gestire, in pochi secondi le attuali etichette vengono sostituite da una barra retroilluminata che riporta ben comprensibili, in corrispondenza del prodotto, prezzo e numero di selezione, nonché altre informazioni che possono

la possibilità di personalizzare il proprio logo e creare messaggi ad hoc, come le informazioni nutrizionali sui prodotti in vendita.

NOVA DISTRIBUTORI AUTOMATICI

Tra le novità proposte

per il vending da Nova Distributori Automatici, azienda fondanta nel 1989 a Salizzole,

FAS

31

Inoltre il

distributore è

dotato di un sistema Gprs che consente di modificare sia le immagini dei prodotti sia il palinsesto pubblicitario e di rilevare i dati di audit e altro.

Questa nuova tecnologia ha ottenuto molto interesse soprattutto nei settori diversi dal tradizionale vending.

MAGEX

Il distributore

automatico Shop24Evo, fiore all’occhiello della produzione di Magex, è stato installato a Berlino, alla presenza del sindaco,


32 VENDING presso la stazione ferroviaria, e presso il principale aeroporto della capitale tedesca.

Il successo è stato

grande e ha permesso a Magex di acquisire altre commesse importanti. Un altro Shop24Evo che ui erogano gadget per vende prodotti di alta i turisti, come borsette gamma, come iPod e ripiegabili in tessuto macchine fotografiche, è impermeabile, portafogli, portaocchiali e via dicendo. stato installato a Monaco, mentre presto sarà pronto quello per un noto brand distributori sono stati di telefoni cellulari. realizzati in acciaio da 2mm mentre le porte sono state realizzate in inox.

Q I

Shop24Evo è dotato di

MAGEX

touchscreen a 19’’ , lettore di carta di credito/debito, lettore di banconote che ritorna anche le banconote come resto, lettore di monete con rendiresto anche in monete, stampante e sistema di prelievo prodotto ad altezza uomo.

MAGEX


GFA Marketing, da 25 anni, progetta, stampa e distribuisce in tutto il territorio nazionale, con controllo video satellitare dei promoters: flyers, brochure, inviti, cataloghi, giornali, riviste e gadgets. Offrendo anche un servizio abbinato, esclusivo e sorprendente di pubblicità mobile: WOW!. Possiamo effettuare in tutta Italia:

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Efficace, sorprendente, ecologico, WOW! è il rivoluzionario sistema di espositori mobili, sagomabili, leggeri, anche con impianto audio, che si indossano a bandiera; da utilizzare a piedi, per la distribuzione, o con il nostro esclusivo biciclo WOW!. Adesso anche con la novità del CAPPELLO-BANDIERA !.


To tease? GDO

Sergio Monsorno (*)

o

questo è il problema

or not to tease Il verbo ”to tease”, significa “stuzzicare”, ma anche “tormentare” o “assillare” per ottenere qualcosa.

Questo ventaglio

Ai tempi della moto-

rizzazione italiana del dopoguerra non esisteva ancora la norma che impediva di installare cartelloni pubblicitari lungo le autostrade. Solo in anni più recenti il Codice della Strada ha regolamentato (con l’art.23, per la cronaca) un fenomeno che già la rivista Quattroruote nel 1956 descriveva come una pericolosa piaga: una giungla di cartelli pubblicitari a bordo

sassone usa il verbo ”to tease”, che significa “stuzzicare”, ma anche “tormentare” o “assillare” per ottenere qualcosa. di significati applicato al mondo del POP Marketing è provvidenziale per spiegare le possibili reazioni del consumatore che impatta con i cosiddetti teaser, gli strumenti inventati apposta per richiamare l’attenzione e stimolare le vendite all’interno degli esercizi commerciali.

strada che distraggono chi è alla guida. E’ stato calcolato che ai nostri giorni sulla rete stradale italiana urbana ed extraurbana esiste un cartello segnaletico o pubblicitario ogni 5 secondi di viaggio; e se si sommano le informazioni che arrivano dai canali della segnaletica orizzontale e verticale a quelle che provengono dalle altre fonti –autoradio, cellulare, navigatore, compagni di viaggio, ecc.-, viene legittimamente da chiedersi

quale sia l’efficacia di ogni singolo messaggio per i conducenti.

Naturalmente quan-

do si parla di moderna distribuzione e di grandi superficie specializzate la preoccupazione non è evitare incidenti “stradali” tra carrelli della spesa guidati da consumatori distratti, ma al contrario rendere sempre più efficaci gli strumenti che attraggono la loro attenzione. Per indicare tali strumenti il mondo anglo-

Infatti la situazione di

molti punti vendita dei canali moderni è piuttosto caotica ed espone lo shopper ad un vero bombardamento mediatico: indicazioni allo scaffale su prezzi praticati, promozioni, novità in assortimento, primi prezzi, prodotti locali o regionali, marche pubblicizzate e così via; il tutto comunicato attraverso stopper, pendolini, crowner, vele, ecc., a cui si aggiungono messaggi veicolati

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da cartelli appesi ai soffitti, piantane e floor stand in mezzo alle corsie, totem, isole promozionali, colonne video, monitor “ora serviamo il cliente numero x”, e chi più ne ha più ne metta. Il fenomeno della media fragmentation che moltiplica le fonti di informazione per il consumatore moderno aggiunge altra carne al fuoco.

Ho il forte sospetto

che una delle ragioni del rinnovato successo del canale discount, oltre alla sua natura anticiclica, risieda nel rigore della gestione degli spazi e nel senso di pulizia estetica che comunica un ambiente in cui tutto dice coerentemente e sobria-

mente “qui trovi prezzi bassi e buona qualità”; ma questo è il caso-limite di un canale in cui è più facile sottrarre informazione senza diminuire il servizio reso ai clienti: esso non può rappresentare un modello valido per tutti i format, specialmente per l’ipermercato e il centro commerciale, i quali vanno sempre più nella direzione dell’enterteinment e della

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completezza di servizi offerti.

In realtà ci sono

esempi di retailer eccellenti che hanno scelto soluzioni diverse: Esselunga già da molti anni impone una grafica uniforme per il materiale extra-display e la pettorina standard per le promoter; la svizzera Migros, caso più unico che raro, fino all’anno scorso non esponeva nemmeno i cartellini prezzo sugli scaffali, testimoniando una politica di rigore comunicativo ai limiti del disservizio. Infatti poi ha cambiato rotta.

Insomma, la que-

stione, come direbbe Shakespeare, è aperta: stuzzicare il cliente oppure no? Come farlo

senza correre il rischio di molestarlo da un lato, o di non riuscire ad attirarlo dall’altro? La scelta tra i tipi di teaser è vasta; ce ne sono per tutti i gusti e si scelgono sia in base all’obiettivo per il quale si intende utilizzarli, sia in funzione dei sensi umani che intendono sollecitare.

La categoria dei tea-

ser visivi, ad esempio, è letteralmente sconfinata, dal momento che

la vista è la facoltà che viene interpellata maggiormente quando un cliente cerca i prodotti che desidera acquistare. In realtà tutto in un punto vendita è fatto per attirare l’attenzione: da un bel banco del pesce fresco, ad un display di tavolette di cioccolata ben concepito, ad un reparto profumeria tutto luci e colori.

La fantasia con cui

il gergo di ogni catena e azienda battezza i teaser visivi è illimitata; senza velleità di esaurire né gli oggetti né le definizioni, si può parlare di pendolini –aggeggini a molla o di carta flessibile che vengono attaccati al bordo dello scaffale in modo che penzolino fuori

dallo stesso ed evidenzino la presenza di un particolare prodotto attraverso un breve messaggio applicato in cima al pendolino-; stopper giganti –strutture porta-prezzi di dimensioni maggiori al normale che veicolano messaggi promozionali come la presenza temporanea di sconti, le novità in assortimento, ecc.-; aquile –strutture plastiche, metalliche o di legno applicate in alto sugli scaffali e che possono anche sporge-


GDO re verso il centro della corsia, le quali hanno la funzione di indicare le merceologie presenti nel display sottostante, oppure di identificare un’area di vendita particolare; varianti di questo strumento sono i cartelli appesi al soffitto per ricordare le promozioni in corso, i pannelli che ricoprono a guisa di crowner le parti alte degli scaffali oppure le colonne, ecc.

In teoria anche gli

espositori mobili da terra, i box pallet e in generale tutti i floor stand displayer sono strumenti di teasing; purtroppo spesso i punti vendita scelgono in maniera discutibile la location di questi venditori muti e la loro presenza passa inosservata perché diventano

parte dell’arredamento di negozio oppure perché addobbano colonne e altri luoghi “freddi”; in certi casi la presenza di un floor stand risulta addirittura molesta perché impedisce di raggiungere facilmente gli scaffali retrostanti. Crowner, floor graphics, vele pubblicitarie e promozionali, totem: la lista dei sistemi di sollecitazione visiva è ancora molto lunga.

In anni più recenti

sono approdati in questa categoria anche gli strumenti del mondo del digital signage: monitor, video proiettori e video-wall possono non solo sostituire la cartellonistica tradizionale a costi ormai contenuti, ma anche veicolare in maniera

originale e flessibile messaggi promozionali oppure mirati al brand building. La sostituzione dei cartellini portaprezzi tradizionali con altri di fattura elettronica (vedi Carrefour o Esselunga per esempio) pur riguardando materiali che non hanno come ruolo principale quello di attirare l’attenzione, testimonia che siamo spettatori di una rivoluzione tecnologica che trasformerà il modo in cui comunichiamo all’interno dei punti vendita. Alla classe dei teaser acustici appartengono i mezzi che consentono di richiamare l’attenzione del cliente-passante attraverso un richiamo sonoro che spesso è combinato con uno visivo: whispering windows che calamitano l’attenzione verso strutture inanimate ma parlanti, musiche diffuse per invogliare l’acquisto di sistemi hi-fi, messaggi e musiche radio-diffusi, monitor da scaffale che illustrano i modi d’uso di un prodotto, ecc.

A proposito di questi

ultimi, mi è capitato di recente di visitare il reparto brico-casalinghi di un grande ipermercato e di trovare appeso ad uno scaffale un piccolo monitor LCD che diffondeva un video didattico sulle qualità di una colla speciale; interessante, a parte il fatto che il protagonista del filmato parlava solo inglese, quindi conoscendo la dimestichezza media degli italiani per quella lingua, nutro seri dubbi sull’efficacia comunicativa dello strumento. Ironia della sorte, il film in inglese era in un iper francese.

La categoria dei tea-

ser tattili o gustativi si compone di strumenti con diversi gradi di complessità: dal semplice scampolo di tessuto appeso sul display per valutare la qualità della manifattura, o dagli assaggini di prodotti alimentari preparati a guisa di finger food sui banconi gastronomia, fino alle operazioni che

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dei negozi specializzati, la presenza di questi strumenti è considerata dal cliente parte integrante del servizio del punto vendita, e non costituisce quindi un teaser in senso stretto. Il Marketing olistico ha l’obiettivo di concertare l’uso di diversi strumenti in pool: si suppone che molti sensi umani stimolati nello stesso tempo facciano convergere più velocemente il cliente verso le scelte desiderate.

In questo senso la prevedono l’impiego di promoter, sommelier, ed esperti di varia natura i quali fanno vedere, provare, assaggiare, maneggiare i prodotti.

Nel tentativo di ag-

ganciare lo shopper, nuove branche del marketing studiano sistemi sempre più sofisticati di teasing. Il marketing olfattivo studia i modelli di diffusione di profumazioni negli ambienti in base a parametri quali la dimensione degli spazi, la temperatura, l’umidità, il tasso di circolazione dell’aria e la ventilazione; interpretare male questi dati può significare mantenere le profumazioni ad un livello non percepito o peggio troppo invasivo e dunque fastidioso.

Più banalmente, è

esperienza piuttosto comune quella di provare i tester applicati a scaffale prima di decidere l’acquisto di un dopobarba o di un profumo; tuttavia nel caso

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presenza di addetti di supporto alla vendita, vera lacuna degli store della distribuzione moderna e fattore che sta scomparendo anche dai fronte-casse dei punti vendita, sta diventando sempre più importante per imprimere un’accelerazione alla potenzialità progressivamente calante dei teaser.

Se è vero infatti

che il consumatore spende sempre meno tempo nel scegliere gli articoli –da qualche manciata di secondi per le commodities a un minuto al massimo per i prodotti di cura persona- ed è sempre più sollecitato da fonti informative in continuo sviluppo, il fattore umano può diventare l’elemento che fa la differenza ai fini di un teasing di successo.

In conclusione riten-

go che quando si tratta di attirare l’attenzione di un cliente-consumatore all’interno di uno store il punto sia scegliere strumenti che aggiungono sollecitazioni sensoriali oltre a quelle già normalmente presenti nel punto

di vendita, facendolo possibilmente in modo originale. In questo senso non esiste uno strumento in assoluto più valido dell’altro; tutto dipende dalla situazione in cui è collocato il teaser: in negozi già affollati di cartelli è consigliabile scegliere strumenti diversi dal cartello, in spazi saturi di profumi e odori puntare sulla profumazione è perdente, in luoghi in cui i decibel sono già tanti provare a farsi sentire è più difficile, e così via.

L’attenzione è una

facoltà umana che esclude alcuni elementi dell’ambiente circostante per concentrarsi su altri; se la scelta del teaser è sbagliata, il prezzo da pagare non sarà solo un basso ritorno dell’investimento ma l’incapacità di comprendere le ragioni stesse dell’insuccesso. A danno sia di produttori che di distributori. (*) Amministratore Delegato di C2C – Close To Consumer


P C

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D R A O ODB

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C

olori exture initure

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Sembrano proprio tre parole magiche! : In effetti, . lo sono!

di Luca Buttafava & Alessandro Confalonieri

Lo sono per tutti quelli che utilizzano l’estetica come elemento primario del proprio lavoro e del proprio modo di essere.

INTERSEZIONI (*)

MATERIALI

Possono

F

essere ricercati nei settori più . impensati

(*) INTERSEZIONI

Nel momento in cui

ogni manufatto si racconta, lo fa attraverso la forza delle sue sembianze, del suo impatto visivo, della sua immagine, dei suoi colori, della durezza o dalla sofisticata delicatezza delle sue finiture, dalla tattilità delle sue superfici e dall’identità dei suoi colori.

Ne scaturisce un mes-

saggio visivo complesso, che cattura. Non per forza deve aderire ai soli canoni di bellezza e funzione che legano la cultura occiden-

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tale al concetto di utile, affettivo e piacevole.

L’opportunità

di ”mixare” e di selezionare prea globalizzazione, cise estetiche, coll’esportazione delle merci, l’opportunità di pisce l’occhio critiviaggiare e di spostarsi co dell’osservatore con facilità hanno per- che ha imparato messo ai più di apprez- nel tempo a leggere zare il crescente mon- un’alchimia fatta di do dell’immagine che, colori, texture e finioggi più che mai, è uno ture. dei valori più ricone caratteristiche osciuti ed apprezzati.

L

L

materiche e la qualità della stampa rappresentano l’immediata identità dei prodotti e dei luoghi che li ospitano; sono i protagonisti di un racconto affascinante che accompagna sempre di più le strategie dei produttori e l’attrazione dei consumatori.


Chi progetta e chi re-

alizza, quindi, si avvale di compagni di viaggio importanti con i quali lavorare e “giocare” ad alto livello.

I moderni processi

di produzione affiancati da bravi progettisti permettono a quasi tutti i prodotti di raggiungere qualità estetiche importanti.

Ne sono un lampante

esempio gli involucri che avvolgono e presentano i prodotti contenuti al loro interno (pakaging).

Tali trasformazio-

ni - o maturazione di un senso estetico comune più evoluto – hanno investito anche i materiali da imballaggio, da sempre puniti sul valore estetico a favore di quello funzionale

Sono presenti

sul mercato oggetti bellissimi, che posseggono caratteristiche forti di Design e di efficienza.

Se qualche tempo fa

l’imballaggio era considerato materiale di scarto/riempimento da tenere nascosto alla vista, ora è spesso questo a essere motivo di visibilità del prodotto stesso.

Dalle strutture di

contenimento delle scatole, agli enormi cuscini gonfiabili per proteggere/bloccare le merci caricate nei container si assiste a estetiche cartonate e a cuciture industriali ben progettate sia per funzione che per “good looking”.

Questo ci fa capire

quanto la percezione delle cose/ambienti/


Gli arredi nelle immagini sono costituiti dai cuscini

antishock/air bag solitamente utilizzati per preservare dagli urti la merce stivata in cargo e container

prodotti, muti rapidamente nel tempo orientandosi verso un sistema visivo coordinato e piĂš coeso.

L’insieme di queste

caratteristiche performanti educa l’occhio del consumatore a un auto-correzione

capace di interpretare i prodotti ed i messaggi veicolati.

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S a D acef M punti

MACEF

Marco Migliari

Alla fine di gennaio la fiera dedicata all’oggettistica ha messo in luce anche alcune idee che possono essere fonte di ispirazione per progetti di arredo espositivo: attraverso una mostra intitolata Valori Plastici progettata dallo Studio Fragile sotto la supervisione dell'Architetto Marco Migliari di cui pubblichiamo le considerazioni nell’introduzione e nelle didascalie. La plastica, più che un materiale è l’idea di una trasformazione, dal materiale originario a un oggetto che può essere sia un secchio sia un componente per un gioiello.

Sono alcune tracce

dello spettacolo di questa creazione che la mostra evidenzia, dai disegni del progetto, ai prototipi -magari non completamente riusciti- agli oggetti nelle loro varianti di colore e di finiture.

La mostra identifica alcuni valori che la plastica favorisce nel processo di

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trasferimento ai manufatti: leggerezza, resistenza, componibilità, trasparenza, straordinarietà,

sensorialità.

Caratteristiche

che spesso si sovrappongono per

creare nuovi tipi di oggetti, con prestazioni più complesse.


Componibilità Progetto: Giulio Iacchetti Pannello decorativo Geko. Modulo componibile a sei braccia in tecnopolimero, che consente di ottenere differenti configurazioni. Il sistema di aggancio è ricavato nel disegno del lobo dell’oggetto. Prototipi. Evidenziano la problematica di far giungere il materiale plastico in ogni parte dello stampo, aggiungendo additivi al polipropilene, per ottenere l’estrema sottigliezza dello spessore e la tipica curvatura. Realizzazione: Caimi Brevetti, 2005 Componibilità Progetto: Studiodsgn Pannello luminoso e lampada Forme Emozionali. Moduli componibili in PMMA (polimetilmetacrilato) con all’interno delle sorgenti luminose led. Per ottenere una molteplicità di forme è stata progettata una cerniera a doppio snodo in polietilene, che si inserisce a pressione nell’esagono, blocca il circuito elettronico nella sua sede e permette la connessione all’elemento vicino. Realizzazione: Krila design, 2010

Componibilità Progetto: Studiodsgn Pannello luminoso e lampada Forme Emozionali. Moduli componibili in PMMA (polimetilmetacrilato) con all’interno delle sorgenti luminose led. Per ottenere una molteplicità di forme è stata progettata una cerniera a doppio snodo in polietilene, che si inserisce a pressione nell’esagono, blocca il circuito elettronico nella sua sede e permette la connessione all’elemento vicino. Realizzazione: Krila design, 2010

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Componibilità Progetto Studio Giulio Iacchetti Lampada Tropico. Realizzata dall’assemblaggio di un unico elemento termoplastico in ABS, abbastanza rigido per strutturare la lampada ma anche flessibile per consentire l’aggancio dei moduli sui telai a sezione circolare. Lo svuotamento del gancio maschera l’attacco al telaio. Il diffusore centrale è in polimetilmetacrilato. La luce può essere colorata da filtri opzionali. Realizzazione: Foscarini, 2008 Componibilità

Straordinarietà

Progetto: Lorenzo Stano

Progetto: Xavier Lust

Lampada Ring. Il diffusore è costituito da una serie di anelli, traslucidi o neri, realizzati in policarbonato, assemblati e distanziati fra di loro mediante giunti in policarbonato trasparente. La nervatura prismatica all’interno dell’anello crea un particolare effetto di diffusione della luce

Tavolo S Table. Il basamento in torsione è realizzato in Cristalplant®, un composito di cariche minerali derivate dalla bauxite e una bassa percentuale di polimeri poliesteri e acrilici, stampato a iniezione a bassa pressione. È ignifugo, non poroso e riciclabile al 100%. Se rovinato, può essere riportato all’aspetto originario con un detersivo e una spugnetta abrasiva.

Realizzazione: Caimi Brevetti, 2010

Realizzato da: MDF Italia, 2007

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47 Straordinarietà Progetto: Ron Arad Associates

Straordinarietà Progetto: Thomas Heatherwick, Seduta Spun. Per esterno, in polietilene stampato con tecnologia rotazionale. La sua configurazione è ricavata da un singolo profilo ruotato per 360°. Quando l’oggetto, di forma scultorea, è appoggiato su un lato è utilizzabile come seduta che consente di dondolarsi. Realizzato da: Magis, 2010

47

Poltrona a dondolo MT3. Monoblocco in polietilene a forte spessore realizzato con stampaggio rotazionale. Il materiale bicolore è ottenuto con l’immissione in due fasi del polietilene in polvere colorato in massa, in modo da ottenere la superficie esterna goffrata e liscia all’interno. Il taglio finale dei fianchi è eseguito con macchina a controllo numerico a cinque assi. Realizzato da: Driade, 2005


I

D

SPECIALISTI

l’

esign

Marco Oltrona Visconti

il senso di Chicco per il

&

nnovazione

La sinergia creativa tra lo storico marchio per l’infanzia e Visual Display sta generando una serie uesti sono: i portalogo, di soluzioni espositive che, con una particolare attenzione Q il misura-piedino compatto, il misura-piedino a mazzetta all’estetica, fanno scuola dettando e interpretando le e i due display in cartone accoppiato dedicati tendenze del momento: sostenibilità e hi-tech all’esposizione delle scarpine.

Troppo spesso per

sostenere la bontà di progetti di arredo espositivo per il punto di vendita si fa un uso improprio dell’aggettivo “innovativo”. Perché?

Premesso che, a certi

livelli, il valore dei processi di creazione e di produzione dei materiali POP è quasi mai di bassa lega, bisogna ammettere che qualità di “innovazione” è accordata solamente laddove vengano impiegate nuove materie prime o tecnologie.

Piuttosto raramente

accade, invece, che questa benemerenza tocchi agli ambiti della cartotecnica. Nel caso che segue astenersi dal riconoscimento non è possibile.

A fronte della richiesta

di creare una soluzione espositiva dedicata al lancio e alla presentazione della linea “Scarpine Fisiologiche

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Chicco per negozi multimarca di calzature, la trovata è stata quella di unire il Plexiglas trasparente serigrafato con il cartone avana sagomato e accoppiato.

Spiega l’amministratore

delegato di Visual Display Giorgio Di Bernardo: «In linea generale non si tratta di un’operazione complessa. L’unica difficoltà è stata quella di trattare un materiale utilizzato tradizionalmente per l’imballaggio industriale come il cartone avana e nello stesso momento garantire effetti pratici e costruttivi con l’aggiunta di finiture di qualità».

Ne sono un esempio idue

blocchi che compongono il pouf,e il porta logo nei quali al cartone accoppiato sono stati aggiunti alcuni particolari in Plexiglas® trasparente retro serigrafato.

Un espediente che

consente di conciliare le

texture dei due materiali, fra loro apparentemente disarmoniche, valorizzandole. «La funzionalità di questi materiali POP –dice Di Bernardo- è amplificata attraverso la creazione di un kit coordinato di strumenti di merchandising che sono altresì utili a indurre l’interazione del cliente con il prodotto e congli strumenti adibiti alla comunicazione istituzionale».

Di altro genere è la soluzione creata sempre da Visual Display per il lancio della sdraietta I-Feel e del seggiolone I-Sit. Questi due prodotti, immessi sul mercato da Artsana Group in autunno a distanza di due mesi l’uno dall’altro, rappresentano la testa di ponte di una linea di prodotti

Il pouf con il kit Per consentire alle scarpine Chicco di raggiungere un target trasversale in 800 negozi di calzature italiani, spagnoli, portoghesi e turchi sono stati predisposti circa 1000 kit merchandising in cartone avana sagomato e accoppiato. Il pouf ha un doppio livello di seduta, 60 cm per la mamma e 40 cm per il bambini. Tempo di realizzazione: circa 8 settimane.


di elevato contenuto tecnico e di alto posizionamento, per il trasporto dell’infante e del bambino. I-Line, questo il nome della nuova gamma di articoli hi-tech di Chicco, continuerà in più momenti di presentazione anche nel corso del 2011.

Spiega Di Bernardo:

«I primi due prodotti di questa serie presentano soluzioni espositive indipendenti e nel contempo modulari in modo che, all’interno del punto di vendita, possano essere integrate per creare un unico fronte dimostrativo anche se posizionate distanti una dall’altra».

Un’ulteriore caratteristica

di questi due corner è la variabilità qualitativa secondo il prestigio del punto di

vendita in cui verranno posizionati.

Nella versione hi-level

vengono infatti corredati di monitor lcd 15 pollici. Ed infine è previsto anche

un efficace sistema di evidenziazione della gamma colori dei prodotti attraverso la dotazione di funzionali “tirelle” per le stoffe e/o le gomme che possono essere all’occorrenza aggiornate nel tempo.

Insomma sia nella creazione del prodotto sia nella relativa dimensione espositiva, si riscontra un deciso orientamento di Artsana Group verso la ricerca del design: «Un nuovo approccio –continua Di Bernardo- che l’azienda ha manifestato già durante briefing e per il quale noi stiamo essendo tutt’ora interpreti».

Nuova era per il top di gamma Per esporre i seggioloni I-Sit e le sdraiette I-Feel in 800 punti di vendita europei, sono state realizzate 1500 strutture espositive. La base delle strutture è 70x80cm o 70x160 cm. I materiali impiegati nella realizzazione sono: una base verde in legno laccato, un cubo illuminato dall’interno in lamiera microforata verniciata di colore bianco un pannello verticale in legno rivestito bianco lucido e stampato in esacromia.

Tra questi, una serie premium di espositori ha anche il monitor lcd 15”. Tempo di realizzazione: circa 7 settimane.

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I

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La coppia creativa che ha realizzato il lavoro è composta dall’Art director Giambattista Menna e dal Copywriter Alessandro Michetti, sotto la direzione creativa dei due esperti omologhi Mauro Manieri e Umberto Casagrande.

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Ironicamente i

numerini salva coda infatti diventano due mascotte che, in attesa del macero, potranno finalmente godersi una meritata villeggiatura al mare o per monti.

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Giambattista Menna. Classe 1975 ha iniziato la sua carriera nel 1999. Dal settembre del 2007 è entrato a far parte di Lowe Pirella Fronzoni in qualità di Art Director Senior. Per l’agenzia segue Gruppo L’Espresso, La Repubblica, Toyota Motor Italia, Unilever, Lottomatica, Ericsson, INPS e Ministero del Turismo. Dal 2009 insegna Art Direction nel corso triennale di Pubblicità dell’ lstituto Europeo di Design.

Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Per le condizioni economiche e contrattuali fare riferimento ai fogli informativi disponibili c/o i punti vendita convenzionati LIS Finanziaria SpA e Lottomaticard e su lottomaticaservizi.it.

Giambattista Menna.

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Chi ha usato questa

forma di pagamento elettronico per saldare la bolletta ha ricevuto uno sconto sulla commissione. L’approfondimento espositivo

Alla campagna

di advertising sono quindi stati integrati dei rotair posizionati nelle 33.000 tabaccherie e/o bar della rete di Lottomatica in Italia.

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Lottomaticard.

« n questi punti di vendita -osserva Menna- c’è di solito piega l’Art Director un affollamento di di Pirella Lowe messaggi e materiali Fronzoni Giambattista di comunicazione Menna: e poco spazio fisico soprattutto in prossimità della cassa, « ’obiettivo della una sezione ambita per campagna era quello lla campagna è di raggiungere persone il posizionamento dei stata associata una dispenser di caramelle, promozione contestuale nella fascia 25-54 gomme e snack vari. anni nella quale si all’attivazione concentra il maggior della carta di er ciò abbiamo numero di responsabili credito prepagata preferito utilizzare il delle spese e dei e ricacaricabile pagamenti in casa».

A

I SERVIZI CHE CERCHI, TUTTI SOTTO CASA.

rotair, uno strumento poco invasivo, ma allo stesso tempo visibile perché appeso in alto lontano dalla confusione del bancone».

Per ogni punto di

vendita è stato quindi predisposto un kit espositivo composto da 2 locandine, 6 rotair, alcuni flyer, 1 vetrofania:

U

« na seconda ragione -conclude l’Art Director di PirellaLowe Fronzoniriguarda i gestori del punto vendita che lo espongono con piacere grazie alla sua praticità nella fase di montaggio».


Tecnolito dal Moke up finishMaquette alle irature T INTERVISTA

Marco Oltrona Visconti

Al servizio del marketing con macchinari di ultima generazione, per la prototipazione del packaging e dei materiali cartotecnici, Tecnolito è una delle realtà tecnologicamente più avanzata del settore.

un Indigo HP 3050, il che ha consentito all’azienda di proporre alla clientela un servizio di creazione di moke-up finish maquette.

N

« egli ultimi dieci anni l’industria della stampa è cambiata e chi ha perso il passo della tecnologia ha dovuto chiudere bottega o ridimensionare la propria struttura».

Questa enigmatica parola

Su questa considerazione è si è basata la strategia della Tecnolito di Caprino Bergamsco, che anticipando la crisi del settore, già dal 2005, ha iniziato a investire in macchinari all’avanguardia e personale tecnico altamente specializzato ed evoluto, per fornire servizi di alto livello superiore alle divisioni marketing dell’industria di marca:

e stampa offset digitale ». Si è trattato di una svolta

qualitativa resa concreta appunto dell’acquisto di

anglo-francofona definisce quelle tirature limitate di packaging che in genere le multinazionali operanti nel largo consumo utilizzano come modello di base per le confezioni delle proprie linee di prodotti e accessori. Ovviamente in seconda battuta tali modelli subiscono un’ulteriore personalizzazione linguistica, e in minima parte grafica,

F

« ino a sette anni fa stampavamo una settantina di riviste e grandi quantitativi di stampati e volantini in genere. Nel giro di un anno questa produzione ha iniziato a calare vertiginosamente così ho deciso di differenziare l’offerta intensificando la presenza di Tecnolito nel mercato delle industrie prestampa

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per essere riprodotti in grandi tirature dagli stampatori delle Nazioni nelle quali verranno diffuse.

Inoltre il sistema adottato

da Tecnolito ha il beneficio dell’anticontraffazione grazie a sofisticate tecniche stesura dell’inchiostro.che rendono packaging e tirature unici e riconoscibili. Un volta ingegnerizzati i pattern di questi packaging sono resi disponibili in formato digitale in apposite banche dati all’interno di riservate ai clienti e accessibili via internet h24 tramite session ftp, file manager e chalco.

D

« a quest’anno –continua Campanella- l’azienda ha deciso di ampliare la capacità di produzione inserendo una seconda stampatrice Indigo, la HP 5500, unica in Italia per la stampa su supporti cartacei e non -come pvc alluminiofino a 450 g di peso ».

Diversamente dal 95%

delle grandi stampanti presenti sul mercato che sono a toner, il dispositivo in questione è a inchiostro e, in un range di sette colori,

garantisce la stampa del bianco coprente, la riproduzione fedele della gamma Pantone e l’impiego di vernice digmatte.

Per quanto riguarda la

prestampa l’azienda della bergamasca offre servizi di scansione, cromia, impaginazione e prove digitali pilotate da software, e apparecchiature, GMG, HP ed Epson; prove che si possono verificare anche in torchio e con tanto di certificazione.

Non mancano nemmeno le apparecchiature per il finissaggio, al fine di assicurare servizi di brossura, finitura, cucitura singer, punto metallico in varie

colorazioni e con dorso quadro, punto omega, cordonatura, fustellatura, foratura per schede, spirali write o per look book, con-

fezioni manuali a regola d’arte, plastifica interna, plotter da taglio.


Amelia Valletta

Home feeling: gli store appartenenti a questa tipologia assomigliano sempre più ad abitazioni private, con atmofere calde e pseudodomestiche. Al cliente è riservata un’accoglienza speciale e familiare. È la logica dell’atelier di moda che si diffonde in altri ambiti merceologici. BS Architets è lo studio fautore del progetto degli ambienti nei negozi del retailer di origine californiana Hay House.

Amelia Valletta, creative director di Designtools, trend setter di fama internazionale. info@designtools.it www.designtools.it

Due Trend Book e due

Colour Book volti a definire i principali orientamenti di progetto nell’interior design, nel retail, nel campo del furniture, nell’industrial design, nel colore e nella moda.

È quanto propone dal

2007 Designtools, l’agenzia milanese specializzata in ricerche e consulenze nel campo del design e dell’architettura. Di seguito è proposta una galleria di immagini il cui fine è quello di riassumere quanto rilevato dai due osservatorii che in questo monitoraggio sono stati indirizzati sulle nuove tendenze nel retail.

Secondo queste indica-

zioni risalenti alla fine del

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2010, il settore è in forte evoluzione per quanto concerne la produzione di pattern.

Fast fashion, bancarel-

le del lusso nei mercati ambulanti, temporary store, incursioni di stampo “guerrigliero” dei grandi brand nel territorio metropolitano, epicenter, concept store, sono tutte nuove modalità di retailing che propongono al consumatore un’esperienza derivante dalla sinergia tra un progetto e uno stile estetico o comportamentale.

In ognuno dei casi, si

riscontra un filo conduttore: lo store di recente

ideazione deve avere un’ambientazione che metta a proprio agio il consumatore per generare vendita attraverso la conquista della fedeltà.

Nello stesso momento,

questa lettura del mercato rileva la diffusione di nuovi modelli di shopping lontani dalle logiche di consumo spasmodico e in accordo con la ricerca di comportamenti responsabili.

È la logica del mercato

rionale e della referenza a chilometro zero, come servizio alla comunità e all’ambiente.

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consumatore

RETAIL DESIGN TREND

si sente a casa

Le tendenze del retail design secondo Design Tools.

Exhibition feeling: Una modalità tipica dei concept store. In queste sedi l’obiettivo è la creazione nel consumatore di un meccanismo di esplorazione e di scoperta attraverso una pluralità di suggestioni generate sia dalla varietà di prodotti esposti sia dall’architettura dell’ambiente. Nel contempo, questa formula di shopping esperienziale rappresenta un’ulteriore amplificazione della ”teatralizzazione della merce” che viene esposta come fosse in un museo. Il prodotto che come un’opera d’arte induce a uno stato contemplativo superiore a quello esperenziale. Nell’immagine di apertura ”Il muro di luci” ideato dall’architetto Rem D Koolhaas nel Flagship store united nude. Il controllo del colore e dell’intensità delle luci è computerizzato

55

60 days left: Aprono e chiudono in un lasso di tempo molto ristretto. La colpa è della crisi e di molti altri fattori come per esempio la scarsità delle risorse monetarie. I temporary shop da necessità sono diventati una moda adottata anche dall’industria di marca. Il limite nel tempo di apertura pone il consumatore in una condizione di urgenza il cui slogan potrebbe essere: cogli l’attimo d’acquisto. Senza dubbio è una forma interessante per testare il territorio e il consumatore senza grossi investimenti. Nella foto sotto il negozio a tempo di Lacoste.


White canvas:

Si sparge a macchia d’olio l’uso del bianco nei negozi, come scenario neutro e surreale.

Su questo sfondo la merce e le

caratteristiche dei prodotti sono più evidenti.

In più, il candore degli spazi

predispone il cliente al relax e al benessere psicofisico.

Nell’esempio fotografico, il punto

di vendita di Malmoe a insegna Malin & Patrik Moreau & Camper.

È stato disegnato da TAF, ossiaa Gabriella Gustafson

& Mattias Ståhlbom con la collaborazione di Lisa Sterner.

Rovinato è bello “è questo il motto di chi cavalca questo trend.

Tuttavia in tale contesto il danneggiamento artificiale della

merceologia o delle aree di vendita non assume un significato di trascuratezza, bensì di informalità.

Insomma, un posto tran-

quillo è quello che ci vuole per un cliente che si vuole sentire a proprio agio .

È una tendenza in

crescita anche nel product design, dove si privilegia la bellezza della patina e delle texture che si creano sui materiali usurati.

Ecco nella foto di Mark

Tungate come interpreta questa tendenza l’eclettico fashion designer Paul Smith nel suo negozio Parigino di La Tourette.

Shabby chic:

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RETAIL DESIGN TREND

Social shop:

A parigi nasce Merci. Cosa si può trovare in questo negozio?

Di tutto! Da abiti selezionati e griffati (tra cui YSL, Stella McCartney, Paul Smith, Isabel Marant, Margiela), a quelli vintage.

L’abbigliamento per i bimbi

si mischia ai bouquet di fiori, ai libri, agli oggetti di design che a loro volta si cofondono in una giostra di cosmetici, gioelli, tessuti per la casa.

Un itinerario ideale tra le merceologie che si conclude in un cafè letterario.

Cosa c’è di particolare a parte l’abbondanza? Buona parte dei ricavi divengono proventi per le associazioni umanitarie. Ma non è tutto: l’esposizione proviene da una devoluzione delle stesse maison.

Per tanto, il contesto

definitorio è anche quello della ”charity-store”.

È l’esempio di Merci a Parigi, nella foto 57


58 che molte aziende adottano per avvicinarsi a una mentalità condivisa.

Al contrario, nei ne-

gozi Ebarrito, i cui interni sono stati progettati dalla designer Francesca Signori,

materiali riciclati, recuperati da eccessi ono negozi nati per di produzione indudare un contributo alla striale o provenienti salvaguardia della salu- da economie eque e te umana e del pianeta solidali. promuovendo un apn molti casi il proproccio più sostenibile dotto non ha queste al consumo. caratteristiche quindi n genere, l’offerta è si tratta di mere opecaratterizzata da arrazioni di comunicaticoli fabbricati con zione, un approccio

Eco friendly:

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la concezione ecofriendly è espressa in particolare attraverso gli arredi espositivi in cartone fustellato e accoppiato; e grazie all’impianto di illuminazione: altamente performante, ma con un basso consumo energetico.


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