La Cospirazione dell'Erba Più Verde

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LA COSPIRAZIONE DELL’ERBA PIÙ VERDE

Stephen Altrogge

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ADI Media

€ 7,00

Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di

Dio in Italia”

Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 - Fax 06 2251432 adi@adi-media.it - www.adi-media.it ISBN 978-88-89698-65-5

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Titolo originale: "The Greener Grass Conspiracy" Stephen Altrogge © 2011 by Stephen Altrogge Published by Crossway 1300 Crescent Street Wheaton, Illinois 60187 Edizione italiana: “La Cospirazione Dell’Erba Più Verde” © ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 Fax 06 2251432 Email: adi@adi-media.it Internet: www.adi-media.it Servizio Pubblicazioni delle Chiese Cristiane Evangeliche "Assemblee di Dio in Italia" Aprile 2012 - Tutti i Diritti Riservati Traduzione: A cura dell'Editore. M.P. Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Nuova Riveduta - Ed. 1996 Società Biblica di Ginevra - Svizzera Stampa: Typokolor S.r.l. - ROMA

ISBN 978 88 89698 65 5


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Indice

Introduzione

pag.

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»

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1. Perché sono tanto infelice?

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2. Io non sono il centro dell’universo

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3. Sono forse un monaco?

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4. Adoro la mia televisione

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5. La delusione del re

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6. Il costo della mia contentezza

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7. Certe cose s’imparano nel modo più duro

»

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8. In cerca del segreto

»

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9. Mangia la carne e muori

» 109

La Cospirazione

10. Elenca le benedizioni - letteralmente

» 121

11. La fornace della sofferenza

» 131

12. La fine delle lacrime

» 143


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Introduzione

INVIDIAMO I GIARDINI ALTRUI, mentre Cristo ci ha donato le pianure rigogliose e appaganti della speranza e della gioia. L’autore ci invita a riflettere sulla ricchezza che abbiamo nel Signore, toccando anche il tema della sofferenza e smantellando le nostre errate fantasie, fonte di malcontento. Infatti, spesso ci lamentiamo di quello che abbiamo e riteniamo che gli altri abbiamo di più e meglio. È un problema, non soltanto di carattere personale, ma ancor più spirituale. Ci vuole aiuto per capire che dobbiamo essere contenti dello stato in cui ci troviamo, di quello che il Signore ci ha provveduto, anche nelle situazioni apparentemente più sgradevoli: l’apostolo Paolo fa scuola in questo e la Scrittura lo attesta chiaramente: “… io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo” (Filippesi 4:11), e Paolo era prigioniero a Roma! Quale grande virtù. Purtroppo, però, l’insoddisfazione è sempre in agguato. Ci aiuta a capire il problema, e a suggerire qualche opportuna soluzione, anche Stephen Altrogge attraverso questo libro. Il suo stile è cordiale, spiritoso e semplice. Il messaggio è incisivo, chiaro, centrato su Cristo, e attinge senza esitazione sia dalla Bibbia, sia dalla cultura contemporanea. Rovesciando l’approccio all’argomento, questo libro potrebbe intitolarsi anche: “Come essere felici”. Ma, attenzione! non si tratta di quella felicità superficiale, frivola e mondana, ma della contentezza che scaturisce dalle sorgenti del cielo, capace di soddisfare l’anima e modellare le prospettive di vita. Lo scrittore ha trovato questa sorgente nel Signore e nella Sua Pa5


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La Cospirazione Dell’Erba Più Verde

rola e invita tutti ad accostarsi a Dio per soddisfare la propria sete interiore. Leggi questo libro, lustra la gemma della grazia che il Signore ti ha donato, falla brillare nella tua vita e sgombra la tua mente dalle cose che generano scontento e insoddisfazione: desidera meno cose con cui vivere e più cose per cui vivere. Bevi profondamente il suo messaggio e sii felice. L’Editore

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La Cospirazione

NON HO MAI CREDUTO nei complotti. Lee Harvey Oswald agì da solo. Il governo degli Stati Uniti non sta nascondendo nell’Area 51 prove di vita extraterrestre. Degli uomini hanno camminato veramente sulla Luna. George W. Bush non era in combutta con i talebani. La fusione nucleare avvenuta a Three Mile Island non è stata provocata da pirati fluviali comunisti assoldati da Walt Disney. I capelli di Donald Trump non sono il frutto di test sperimentali del governo (però, potrei convincermi del contrario). Onestamente, i teorici delle cospirazioni non fanno molto per favorire la loro causa. Indossano caschi di stagnola e si lanciano con occhi stralunati in filippiche di fuoco contro i governi nazionali, accusandoli di tutto, dal fare cartello sui prezzi al contaminare le risorse idriche. Formano associazioni con tanto di notiziari, strette di mano segrete, e tentativi regolari di prendere contatto con gli alieni. Non mettono soldi in banca perché queste, ovviamente, fanno parte della cospirazione, qualunque sia il complotto in questione. Nessuno può irrompere in casa loro, salvo dover prima rimuovere quattordici lucchetti diversi. I teorici delle cospirazioni sono spesso stravaganti.(1) Le teorie cospirative sono roba da film di Harrison Ford o romanzi di Tom Clancy, che trovo entrambi piacevoli. Ma sono finzione, banali frottole. Leggende fatte circolare da giova(1) Se sei un teorico pacato e misurato delle cospirazioni, ti prego di ignorare il paragrafo precedente.

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La Cospirazione Dell’Erba Più Verde

notti che vivono ancora con i genitori e hanno troppo tempo libero. Sono talmente inverosimili da rasentare l’assurdo. Almeno, ho sempre pensato questo. Poi ho scoperto di essere coinvolto personalmente in una cospirazione - un complotto di proporzioni enormi, che interessa tutto il globo. Ne sei coinvolto anche tu, senza saperlo. Nessuno può sfuggire alla congiura, perché tutti ne fanno parte. Puoi bloccare le porte di casa e barricarti in cantina; fare scorta di prodotti in scatola e romanzi in formato economico. Puoi tirar fuori il generatore d’elettricità e fare provvista d’acqua imbottigliata. Puoi isolarti dal resto della società. Indossa pure il tuo casco di carta stagnola, ma non servirà a nulla. Non pensare che esagero, perché le cose stanno anche peggio. Satana stesso è coinvolto nella cospirazione. Il principe delle tenebre ha interessi enormi nel risultato. È qualcosa di superiore ai cartelli internazionali; in confronto, lo scandalo Enron pare una fiaba. Pensi che, mentre parlo, ho gli occhi stralunati? Sto dicendo la verità. Non sono un pazzo, almeno non del tipo “per favore, passami la stagnola”. Consentimi di fornire le prove su ciò che affermo. Prova numero uno: tu ed io. Ti sei mai chiesto com’è possibile essere tanto benedetti e infelici allo stesso tempo? Vivere come dei re e comportarsi da somari ingrati? Avere più beni materiali di qualsiasi generazione nella storia e bramare ancora di più? Cosa c’è che non va in noi? È colpa dell’acqua? Sono le onde elettromagnetiche dei cellulari? Siamo stati vittime di una vaccinazione sperimentale nell’infanzia? Niente affatto. Il problema è la cospirazione di cui ho parlato. Che vado farneticando? Di che complotto si tratta, e chi ne muove le fila di nascosto? Lasciami spiegare meglio. È una congiura tra il mondo, il mio cuore e Satana, per rubarmi la felicità. I tre complottano e tramano per rendermi perennemente scontento. Sono determinati ad avvelenare la mia gioia 8


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La Cospirazione

nel Signore e spingermi a cercare altrove la felicità, invece che in Dio. Vogliono farmi disonorare il Signore, rimpinzandomi di piaceri mondani che non soddisfano, e impedirmi di trovare la vera gioia in Cristo. Dovunque mi volto, il mondo offre piaceri. Mi suggerisce di comprare più cose, di provare più divertimenti, di bere più birra, di acquistare una casa più grande, di arrampicarmi sulla scala sociale e fare carriera, di sposarmi, di stare da solo, di non pensare al domani. La felicità sembra dietro l’angolo, all’ingresso numero tredici del tale centro commerciale. Il mondo promette piaceri immediati, grossi e grassi. Fa scintillare i suoi denti sbiancati artificialmente, e invita a divertirmi. Il mondo m’inganna. Satana si allea con il mondo e mi sussurra bugie all’orecchio, insinuando che Dio trattiene ciò di cui ho bisogno perché non vuole la mia felicità. Insinua che se Dio mi amasse, non sarei malato, o non avrei problemi finanziari, o non sarei da solo. Se Dio fosse buono, non affronterei il pericolo di perdere la casa. Satana mi spinge a cercare soddisfazione in altre direzioni. Non importa che si tratti di pornografia o di servizi a favore della società, a patto che non sia il Signore. Satana è contento, quando sono scontento in Dio. Il maligno diffama il carattere e la bontà del Signore. Satana m’inganna. Il mio cuore non vuole tenersi lontano dalla cospirazione; perciò coopera con il mondo e con il maligno. Mi dice che ho bisogno di certe cose, e ne ho bisogno adesso. Non posso essere contento finché non possiedo quella televisione nuova, o l’aumento di stipendio, o una casa con un bel giardino, o non dormo bene la notte. Il cuore mi convince che ogni desiderio di pace, comodità, e gioia può trovare soddisfazione in cose diverse da Dio. Sarò felice se avrò dei figli. Sarò felice se mi sposerò. Sarò felice, quando terminerò quest’università odiosa. Il cuore m’inganna. La cospirazione è potente. Passeggiare all’interno di WalMart (o qualsiasi altro centro commerciale) è come camminare 9


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nel quartier generale della cospirazione. Passeggio nel negozio, e sono aggredito da ogni lato. Quindici televisori ad alta definizione catturano la mia attenzione, promettendo ognuno immagini di qualità straordinaria, un’esperienza multimediale superiore e la pace nel mondo. Una scatola di cereali mi avvisa che posso essere magro e avere un cuore sano se consumo tre tazze di prodotto ogni giorno, sette giorni la settimana. Una rivista dalla copertina luccicante pubblicizza un articolo intitolato: “223 modi per essere più felici e ottenere ciò che si vuole, senza fatica”. Prima di entrare in Wal-Mart, ero abbastanza contento della vita. Ora voglio più cose. La cospirazione è dappertutto! Questa grande congiura tra il mondo, Satana e il mio cuore l’ho definita nel modo seguente: “La cospirazione dell’erba più verde”. Qual è l’obiettivo del complotto? Farmi credere che l’erba è più verde da qualche altra parte; farmi desiderare sempre che le cose siano diverse. Sognare un domani più luminoso, senza mai gustare la situazione attuale in cui Dio mi ha posto. Questo non è il libro di memorie di un uomo contento. Non è la riflessione toccante di un guru dai capelli bianchi che, finalmente, ha capito il segreto della felicità. Somiglia più a delle note sudate, insanguinate e scarabocchiate in fretta su un campo di battaglia. Sto ancora lottando per sfuggire alle grinfie sinistre della cospirazione. Combatto contro il malcontento che vuole infuriare nella mia vita. Riesco a vedere in lontananza l’appagamento, come un’oasi dai contorni indefiniti; ma per arrivarci, devo procedere attraverso un campo minato. Non sono l’uomo contento che Dio vorrebbe, ma lotto per arrivarci. Scrivo questo libro sperando che i lettori si uniscano a me nella lotta. Stephen Altrogge

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Capitolo 1

PERCHÉ SONO TANTO INFELICE?

HO VISSUTO UN’INFANZIA infelice. Non nel modo che pensi. Ho avuto i genitori migliori al mondo, che mi hanno amato, circondato d’affetto e mi hanno insegnato a seguire Gesù. Ho vissuto in una casa meravigliosa, ho mangiato da tre a sei pasti quotidiani. Sono cresciuto bene con i miei fratelli, e avevo un cane chiamato Sparky, molto bravo, tranne quando perdeva il controllo delle viscere in casa. La mia infelicità è nata da un gioco. Ancora una volta, spero che nessuno fraintenda. Non mi sono chiuso nel seminterrato dei miei genitori, con una luce fioca, per praticare uno di quei giochi di ruolo che guastano la vita. No, è stato qualcosa di peggio, per molti aspetti. Si chiama il gioco del “se solo”. Non ricordo bene, quando ho iniziato a giocarci. Forse dalla nascita. Ecco come si svolge il gioco del “se solo”. Pensa a qualcosa che può renderti felice. Intendo una felicità tale da farti esclamare: “Non posso credere che stia accadendo proprio a me!”. Che cosa brami, sogni e aspetti disperatamente? Ora, metti davanti a quel sogno le parole “se solo”. Se solo potessi sposarmi, allora sarei felice. Se solo ottenessi quella promozione, potrei uscire dal buco in cui lavoro e spostarmi in un ufficio più grande, allora sarei soddisfatto. Se solo mia moglie non si ammalasse tanto spesso... se solo mio figlio cominciasse a 11


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rispettarmi... se solo avessi più disponibilità economica, avrei pace, gioia, soddisfazione e dormirei la notte. Dopo aver identificato il tuo “se solo” personale, investi ogni speranza in quel sogno e trascorri ore a pensarci e pregare che si avveri. Quel desiderio racchiude il meglio che ti aspetti dalla vita. Immagina quanto saresti felice dopo il suo avverarsi. La maggior parte della gente è esperta nel praticare il gioco del “se solo”. L’unico problema è che non si vince mai. Ci ho giocato per anni e non ho vinto neanche una volta. Questo, però, non mi ferma. Continuo a giocarci, come un vecchio ansimante e ricurvo sui biglietti del Gratta e Vinci. La mia vita è stata un susseguirsi di “se solo”. Ho ricevuto l’istruzione scolastica in casa, dalle elementari alle superiori. Non mi sono mai messo in ghingheri per un ballo studentesco di fine anno; non ho mai giocato a football in una squadra universitaria, non ho mai smontato un avversario in un dibattito competitivo a squadre, mai fatto a pugni con un ragazzo più grosso di me e non ho mai costruito un sistema solare gigante in gommapiuma. Ero il primo della classe, ma ero anche la classe. Superato l’ultimo anno di scuola superiore, ero pronto per l’università. L’università ha soddisfatto i miei sogni più barbari. Per due giorni. Poi ho fatto delle scoperte spiacevoli. Ho capito che non era facile memorizzare i nomi dei compositori del Settecento. Ho scoperto che scrivere dieci pagine d’appunti era gradevole come un’iniezione antitetanica. Ho conosciuto alcuni professori attraenti come la crusca, e proprio quelli pretendevano la frequenza obbligatoria. Al termine della prima settimana bramavo il weekend. Al termine del primo anno smaniavo per entrare nel mondo reale. L’università, come lo studio a casa, non mi aveva reso felice. Poi ho scoperto che neanche la vita reale mi faceva sentire appagato. È difficile andare pazzi per una stanza d’ufficio in 12


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Perché Sono Tanto Infelice?

cemento grigio, dove stare seduti tutto il giorno. Ogni giorno. Da scapolo volevo disperatamente sposarmi. Poi ho sposato la donna più bella del mondo e ho avuto una figlia che è più tenera di una cesta di cuccioli. Tuttavia, non possiedo ancora una casa e, lasciamelo dire, quando l’avrò sarò finalmente felice. Ne sono certo. Starò seduto sulla mia poltrona imbottita, con i bambini che giocano ai miei piedi, un caminetto per riscaldarmi e un cane all’altezza delle migliori riviste cinofile (va bene, puoi cancellare il cane). È chiaro il quadro? Sono stato una persona scontenta per gran parte della mia vita, sempre aspettando il prossimo evento/persona/luogo/gadget tecnologico che avrebbe soddisfatto i desideri profondi del mio cuore. Hai fatto anche tu la stessa esperienza? Penso di sì.

IO SONO IL MIO PEGGIOR NEMICO Allora, qual è il problema? Perché ci sono tante persone infelici in situazioni così diverse? Perché tanti cristiani, che dovrebbero provare gioia, gioia, gioia, gioia nel cuore, non sono contenti? A prima vista sembra che tutto dipenda dalle circostanze. Può essere felice una persona che non ha un lavoro fisso da sei mesi e rischia di perdere la casa? Risponderai di no; finché incontri l’imprenditore cristiano milionario che odia il suo lavoro e non vede l’ora di andare in pensione. La ventenne nubile pensa di poter essere felice soltanto se si sposerà e avrà dei figli. La casalinga sulla trentina con quattro figli, d’altra parte, supera a malapena la settimana evitando un esaurimento. La colpa non è delle circostanze; c’è in azione qualcosa di più sinistro. Il problema è il mio cuore traviato, scontento. Gesù precisa in Marco 7:21–23 che “è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo invidioso, calun13


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nia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l’uomo”. Sono io il problema. Io sono il mio peggior nemico. Le passioni violente, le smanie incontentabili provengono dall’interno. Non sono il prodotto delle circostanze; infatti, queste brame non si placano, quando le situazioni cambiano. Giovanni Calvino ha descritto così il problema: “La natura dell’uomo, per intenderci, è una fabbrica incessante d’idoli” (1). Le parole di Calvino rilevano il desiderio costante nell’uomo di farsi un’immagine di Dio; il principio, però, ha una validità generale. Il nostro cuore è una fabbrica d’idoli, e ne crea in modo frenetico sempre di nuovi. Non sono idoli d’oro, tribali, del tipo: “Ti prego manda la pioggia, ecco qui una capra per il sacrificio”. Gli idoli che concepiamo sono più subdoli e pericolosi. Il primo è il matrimonio. Sogniamo di incontrare qualcuno perfetto: una persona che ami le lunghe passeggiate e la poesia francese, che tratti con gentilezza gli animali e anche gli estranei. O almeno, qualcuno che abbia un’apparenza decente, e una fedina penale pulita. Alla fine, dopo anni d’attesa lancinante, arriva il giorno delle nozze. La fabbrica d’idoli, però, non chiude dopo il matrimonio. Appena il dio matrimonio è placato, la fabbrica sforna l’idolo di una casa nuova. Poi quello di un’auto nuova, di un extra nel salario per fine anno e di una buona pensione. Non c’è sosta nella fabbrica del nostro cuore, né pausa caffè, né sciopero sindacale. Il cuore umano è continuamente in agitazione; fomenta il malcontento e produce senza posa nuovi idoli. Giacomo 4:1-3 si esprime così a riguardo: “Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre (1) Giovanni Calvino, Istituzione della religione cristiana, ed. John T. McNeill, trad. inglese Ford Lewis Battles (Louisville: Westminster, 1960), 108.

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Perché Sono Tanto Infelice?

membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri”.

Nella lettera di Giacomo si fa riferimento a litigi e contrasti, ma penso che le stesse istruzioni valgano per chi è scontento. Per quale motivo siamo insoddisfatti? Perché siamo in guerra. La battaglia ha inizio con un desiderio. Il nostro cuore si avvinghia a una persona, un’opportunità di ministerio, una casa, un’auto, una promozione o qualunque altra cosa. Questa diventa l’oggetto principale dei nostri affetti. La vogliamo, la riteniamo necessaria, sogniamo d’averla; ogni fibra del nostro essere sente il bisogno di possederla. La vita comincia a orbitare attorno all’oggetto del desiderio. Poi accade la “catastrofe”. La promozione sognata va a qualcun altro. Un legame affettivo non si concretizza. I nostri desideri sono vanificati e non otteniamo quel che vogliamo. Quando le speranze vanno in fumo, montiamo in collera. Nel cuore si scatenano varie passioni. Ci arrabbiamo con Dio e siamo scontenti della vita. Brontoliamo e ci lamentiamo; la felicità sembra irraggiungibile. Diventiamo così vittime di guerra.

CHIUDERE LA FABBRICA C’è qualche speranza per un insoddisfatto accanito come me? Si può fermare nel mio cuore il circolo vizioso del malcontento? Grazie a Dio, si può. In Filippesi 4:11, 12 l’apostolo Paolo scrive: “Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza”. 15


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La Cospirazione Dell’Erba Più Verde

Queste parole dovrebbero sorprendere e mozzare il fiato. Paolo dichiara di aver imparato a essere contento in ogni circostanza. Non si sentiva felice e appagato soltanto in situazioni del tipo: “Perché no, grazie… prendo un’altra cioccolata”. Era soddisfatto in ogni circostanza. Paolo si sentiva sempre contento. Sapeva essere abbassato; pochi lo furono più dell’apostolo. Fu gettato in prigioni sporche, picchiato brutalmente con verghe, lapidato fino a un soffio dalla morte, frustato a sangue, cacciato dalle città, tradito dagli amici; naufragò più di una volta. In mezzo a tutto questo, provava soddisfazione. La mia vita, in confronto alle difficoltà incontrate dall’apostolo, somiglia a una scampagnata da piccolo esploratore. Paolo sapeva gioire anche nella prosperità. Non sempre prosperità e soddisfazione vanno insieme. In realtà, ciò avviene di rado. I ricchi sono infelici, proprio come gli altri. I membri di circoli esclusivi devono imparare anch’essi la contentezza. In I Timoteo 6:6 Paolo scriveva: “La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno”. Nella chiesa di Timoteo si erano insinuati dei falsi insegnanti; secondo questi, le persone veramente devote erano anche ricche. Seguire Gesù, quindi, significava possedere una macchina di lusso o un orologio d’oro o qualunque cosa desiderata. Paolo, però, non insegnava idiozie simili. L’apostolo ribadiva che seguire Gesù non è un metodo per diventare ricchi in fretta. Il Signore soddisfa ogni nostra necessità spirituale. In Lui abbiamo il perdono, l’adozione, la forza; se tutti i bisogni spirituali sono soddisfatti e siamo contenti di ciò che abbiamo, questo è un gran guadagno. Che altro possiamo volere, se siamo felici di ciò che possediamo e Dio soddisfa ogni nostra esigenza spirituale? Abbiamo tutto il necessario per provare gioia. Seguire un Gesù che soddisfa ogni desiderio, come fosse un genio della lampada, non è un gran guadagno. La contentezza è un gran guadagno. 16


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Perché Sono Tanto Infelice?

Ora hai un motivo in più per cercare questa soddisfazione. La pietà + la contentezza = un gran guadagno. Io sto guadagnando. Se Dio in persona, parlando nelle Scritture, afferma che qualcosa è un gran guadagno, dobbiamo prestare attenzione. Tutto questo solleva un quesito d’importanza enorme, che può cambiare la vita: qual è il segreto della soddisfazione? Nel resto del libro esploriamo questa domanda. Allacciati le cinture.

FERMATI > RIFLETTI > AGISCI 1. Hai mai praticato il gioco del “se solo”? Qual è il tuo sogno personale? 2. Pensi mai che la tua infelicità dipende dalle circostanze? In che modo il passo di Marco 7:21–23 rettifica questo modo di pensare? 3. In che senso il cuore d’ogni persona è “una fabbrica continua d’idoli”? Hai notato questo nella tua vita? 4. Scrivi la parola contentezza su un pezzo di carta. A seguire, elenca le parole che associ alla contentezza. Secondo ciò che hai scritto, qual è la tua idea di soddisfazione? Ti sembra valida? 5. Cosa t’impedisce di vedere nella contentezza un “gran guadagno”?

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