Dalla Grande Guerra alla Rinascita Economica - 100 anni di imprese venete

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GRANDE G U E AR LRLAA RINASCITA

ECONOMICA

100 ANNI DI IMPRESE

VENETE 1


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Iniziativa realizzata con il sostegno della Regione del Veneto per la valorizzazione del territorio veneto.

IN COLLABORAZIONE CON

w w w. f o n d a z i o n e c o m u n i c a . o r g

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GRANDE G U E AR LRLAA RINASCITA

ECONOMICA

100 ANNI DI IMPRESE

VENETE


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GRANDE G U E AR LRLAA RINASCITA

ECONOMICA

100 ANNI DI IMPRESE

VENETE

SOMMARIO

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PREMESSA

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INTRODUZIONE

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100 ANNI DI IMPRESE VENETE

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BEDESCHI

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BISOL

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FABBRICA DI PEDAVENA

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FEDRIGONI

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GARBELLOTTO

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LANE BOTTOLI

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POLI DISTILLERIE

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TESSITURA LUIGI BEVILACQUA

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VOLTAN



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GRANDE G U E AR LRLAA RINASCITA

ECONOMICA

100 ANNI DI IMPRESE

VENETE

PREMESSA Le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra sono un’occasione per valorizzare il patrimonio di testimonianze materiali e immateriali del primo conflitto mondiale in una prospettiva che coniuga il recupero della memoria e la componente storico-economica. Il progetto editoriale “Dalla Grande Guerra alla rinascita economica. 100 anni di imprese venete” - iniziativa realizzata con il sostegno della Regione del Veneto per la valorizzazione del territorio veneto - ha lo scopo di mettere in evidenza quelle eccellenze produttive che sono nate o che già operavano negli anni della Grande Guerra; realtà che, nei decenni a seguire, hanno saputo mantenere e migliorare la propria produttività e diventare esempi di industria moderna. Modelli tangibili di come il sistema impresa ha saputo risollevarsi da anni di guerra, conflitti e macerie, ricostruendo una nuova identità sociale ed economica del territorio. Dopo una breve presentazione del contesto storico-economico dello sviluppo industriale in Veneto nel periodo della Grande Guerra, viene presentata una selezione di realtà produttive emblematiche che hanno caratterizzato il territorio di competenza e segnato l’economia locale. La selezione è stata effettuata tenendo come riferimento lo stato di attività rispetto al periodo preso in considerazione.

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GRANDE G U E AR LRLAA RINASCITA

ECONOMICA

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VENETE

INTRODUZIONE DALLA GRANDE GUERRA ALLA RINASCITA ECONOMICA A 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale, il Veneto è una delle regioni italiane in cui la concentrazione di realtà industriali presenta notevoli potenzialità. Restituire la conoscenza degli scenari di sviluppo economico del territorio veneto significa fissare le coordinate storiche e la relativa evoluzione produttiva che hanno reso grande l’immagine del Veneto industriale.

L’INDUSTRIA VENETA DI INIZIO ‘900. VERSO LA PRIMA GUERRA MONDIALE Il primo Censimento Industriale del 1911 (tabella 1) restituisce un’importante fotografia delle attività produttive del Veneto, che si configura come la terza regione industriale del Paese, un’area che fungeva da spartiacque tra modernità e arretratezza. L’industria veneta, e precisamente il comparto manufatturiero, con riferimento al numero di impianti produttivi, vedeva in testa la provincia di Verona, seguita da Vicenza, Venezia e Padova; considerando invece la forza motrice installata, al primo posto si collocava la provincia di Vicenza, seguita da Treviso, Verona e Padova; infine, per numero di addetti, si riconferma al vertice la provincia di Vicenza, seguita da Venezia, Treviso, Verona, Padova, Rovigo e Belluno, quest’ultime decisamente escluse dal processo di industrializzazione.

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IMPRESE ED OPIFICI

ADDETTI FORZA MOTRICE

numero

distrib. %

numero

distrib. %

cav. dinamici

distrib. %

Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza

859 2811 1441 2727 2835 3459 3296

4,92 16,13 8,27 15,65 16,27 19,85 18,91

4928 23093 10355 26148 33819 25902 39574

3,00 14,10 6,32 15,96 20,64 15,82 24,16

7486 11919 8385 16185 10197 15435 23197

8,07 12,84 9,03 17,44 10,99 16,63 25,00

Totale

17428

163989

92804

Tabella 1. L’industria veneta nelle singole province secondo il censimento 1911 Fonte: elaborazione da MAIC, Censimento degli Opifici e delle imprese industriali al 10 giugno 1911, vol. IV, Roma, 1914

La Tabella 1 tuttavia, va letta ed interpretata considerando che riporta il conteggio di tutte le imprese “censite”, intese come industriali per il solo fatto di essere attive nella trasformazione manifatturiera, distorcendo il significato dei dati in essa contenuti. Basta osservare il rapporto tra la provincia di Vicenza e quella di Venezia, i cui valori sono apparentemente simili; in realtà, il vicentino presentava più del doppio della forza motrice installata, e le sue imprese erano presenti in molte parti del territorio, mentre le ditte e la manodopera veneziane risultavano quasi esclusivamente ubicate nella città lagunare con scarsa presenza di processi effettivamente industriali. Si precisa infatti, che le attività manufatturiere si erano sviluppate ad irradiamento locale con scarsa propensione ad uscire dai confini provinciali.

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Ad una lettura approfondita ci sono anche altri dati che evidenziano l’approssimazione di tale raffigurazione. Il veronese ad esempio, se da un lato superava il numero di imprese del vicentino, risultando la provincia veneta, da questo punto di vista più cospicua, dall’altro presentava circa 13.000 addetti in meno, e quindi con un rapporto addetti/imprese ben inferiore. Tuttavia, la lenta crescita delle attività produttive subì presto un forte arresto. L’estate del 1914 segnò infatti l’inizio della Prima Guerra Mondiale, il più grande conflitto mai visto, una carneficina che coinvolse quasi tutti i continenti, gran parte delle Nazioni e dei loro abitanti, cambiandone per sempre il destino dal punto di vista sociale, economico e culturale. L’Italia entrò in guerra il 24 maggio del 1915. Paese povero e impreparato, si trovò presto in trincea per cercare di difendere il proprio territorio. Nel frattempo, oltre alle spaventose perdite militari e civili, il tessuto economico-produttivo veniva distrutto.

LA RINASCITA DOPO LA GRANDE GUERRA Quando nell’autunno 1918 furono firmati gli armistizi tra i belligeranti, le vittime si contavano a decine di milioni, mentre i sopravvissuti dovettero adattarsi ad un mondo nuovo e fortemente instabile. Crimini e orrori in vasta scala, armi nuove e micidiali hanno accomunato quasi tutti i numerosi fronti aperti. La disfatta di Caporetto nell’ottobre 1917 fu il momento più difficile, ma la resistenza sulla linea del Piave consentì la riscossa fino alla resa degli austriaci a Vittorio Veneto il 4 novembre. L’entusiasmo per la vittoria durò poco, tanti e tali erano stati i sacrifici imposti al Paese. Un mondo era finito, e la nuova era si presentava assai fosca. Il periodo postbellico fu per il Veneto denso di trasformazioni con un’evoluzione lentissima all’inizio 900 e poi sempre più accelerata negli anni 50. In queste circostanze del tempo passato, ma anche tutt’oggi nel presente, anche con una forte propensione dinamica verso il futuro, molte aziende hanno saputo operare in una dimensione che continua a muovere la produttività e l’economia in Veneto.

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100 ANNI DI IMPRESE

VENETE

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I prodotti sui quali la Bedeschi ha fondato la sua attività centenaria continueranno ad esistere anche in futuro. Il mondo avrà ancora bisogno di manufatti in laterizio e cemento; così come serviranno materie prime da estrarre dalle viscere della terra, navi per trasportarle e terminali per la logistica. Non mancherà quindi il “cosa fare”, fondamentale sarà il “come farlo”. Guglielmo Bedeschi

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Belluno

Treviso Vicenza Verona

Limena

Padova

Venezia

Rovigo

www.bedeschi.com 13


Bedeschi: macchine per laterizi dal 1908

Il fondatore Guglielmo Bedeschi in officina con la prima mattoniera in fase di montaggio - 1908

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All’inizio del Novecento, quando l’agricoltura nel territorio Veneto inizia a perdere il ruolo di fattore primario dell’economia locale e la città di Padova si va lentamente trasformando, Guglielmo Bedeschi dà inizio ad una propria attività imprenditoriale. Sfruttando le conoscenze maturate durante gli anni trascorsi come operaio in una fornace per la produzione di mattoni, nel 1908 fonda a Padova l’Officina Meccanica Guglielmo Bedeschi per la costruzione di macchine ed impianti per la produzione dei laterizi. Egli progettò e costruì una nuova macchina per la formatura dei mattoni, la “mattoniera”, per la quale ottenne il Diploma d’Onore e la Medaglia d’Oro di primo grado. Al lusinghiero riconoscimento fa seguito il successivo favorevole accoglimento del mercato. La storia della Bedeschi è la storia di una famiglia, del susseguirsi di quattro generazioni che si sono alternate alla guida dell’azienda dalla sua fondazione ad oggi. Dal 1929, infatti, a partire da Rino (padre dell’attuale Presidente Guglielmo), tutti i fratelli Bedeschi entrarono nell’azienda. Il 12 Aprile 1943 Guglielmo Bedeschi formalizzò con atto notarile il passaggio della propria attività ai figli, e fu così costituita la società Fratelli Bedeschi di Guglielmo s.n.c. I primi anni del secondo dopoguerra furono di intenso lavoro: lo stabilimento di Padova con la casa padronale furono completamente distrutti dall’ultimo bombardamento dell’Arcella. Lo stabilimento di Rimini fu danneggiato e lo stabilimento di Gorizia fu quindi l’unico a rimanere indenne ma negli anni immediatamente


Un reparto dell'officina meccanica negli Anni '20

successivi, con la definizione dei confini fra Italia e Jugoslavia, venne incorporato oltre il nuovo confine e la Bedeschi ne perse così la proprietà. Gli stabilimenti di Padova e Rimini furono rapidamente ricostruiti e ripresero la loro attività. Alla fine degli anni Quaranta il mercato italiano si riassestò e, lentamente, si riprese. Il mercato estero fornì nuove opportunità: così, nei primi anni Cinquanta, a Caracas in Venezuela, venne creata una nuova filiale. Nel 1952 si spegneva il fondatore Cav. Guglielmo. Seguirono anni difficili dovuti alla crisi della seconda metà degli anni Cinquanta del Sud America che portò al blocco delle esportazioni verso quest’area, furono però anche anni di grande impegno nel lavoro ed entusiasmo che portarono alla costruzione, nel 1965, di un nuovo stabilimento a Limena, l’Officina Meccanica Bedeschi s.n.c. Sono anni caratterizzati anche dall’ampliamento verso nuovi settori produttivi; l’azienda entra infatti anche nel settore delle macchine per i cementifici. L’attuale realtà della Bedeschi è quella di un’azienda moderna, al passo coi tempi, dotata di una completa ed efficiente struttura di progettazione e costruzione. I tecnici non solo sanno come si progettano e costruiscono le macchine in officina, ma anche come funzionano, offrendo al cliente la completa assistenza frutto di cento anni di esperienza. Il Gruppo Bedeschi oggi esporta oltre il 90% della produzione in tutti i paesi del mondo. E’ formato dalla Bedeschi Spa di Limena (Padova), Bedeschi Handling di Genova, Bedeschi America negli Stati Uniti, CTP Team di Milano e ONT Spa Bergamo. Complessivamente i dipendenti sono oltre 250, sempre applicati alla produzione con una forte attenzione alla ricerca ed innovazione.

BE DE S C15 HI


Bedeschi

Via Praimbole, 38 35010 Limena (PD) Photo ŠArchivio Bedeschi

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BE DE S C17 HI


Mio padre Desiderio cercava sempre di acquistare i migliori appezzamenti, quelli più costosi e scoscesi, quindi difficili da lavorare, ma la cui pendenza e composizione risultavano ideali per l’allevamento del Glera, dimostrando un’estrema sensibilità alla qualità del prodotto. Antonio Bisol

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Belluno

Santo Stefano di Valdobbiadene

Treviso Vicenza Verona

Padova

Venezia

Rovigo

www.bisol.it

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Bisol, viticoltori in Valdobbiadene da cinque secoli Testimonianze che attestano la presenza della famiglia Bisol nel cuore storico della zona di produzione del Prosecco si ritrovano già a partire dal XVI secolo. Risale infatti al 1542 l’estimo veneziano della Repubblica Veneta in cui si citano i Bisol come fiduciari lavoratori di un possedimento dei Conti Pola di Treviso denominato Chartice (oggi Cartizze), dove veniva coltivata la vite Prosecco e dove esiste tuttora il toponimo Case Bisoi. Eliseo Bisol, nato nel 1854, diede vita ad un piccolo e florido commercio di vini negli ultimi decenni dell’800. Solo la brutalità del primo conflitto mondiale riesce temporaneamente ad arrestare questo esercizio - infatti, il territorio di Valdobbiadene si trovava proprio sul confine che opponeva l’esercito Austro-Ungarico a quello Italiano - tuttavia, la secolare attività vitivinicola della famiglia Bisol riprende vigore attorno alla metà degli anni ‘20, grazie a Desiderio Bisol, figlio di Eliseo.

Eliseo Bisol Fondatore dell’Azienda

Nel secondo dopoguerra, Desiderio assegna i differenti ruoli aziendali ad ognuno dei quattro figli, in base alla loro formazione: Antonio si occupa dell’amministrazione, Eliseo della parte enologica, Aurelio dei vigneti, mentre Claudio della gestione generale dell’azienda. Da quel momento in poi, la crescita qualitativa dell’azienda è stata determinata soprattutto dall’opportunità di sperimentare nuove tecniche sui propri vigneti, presupposto necessario per produrre vini di altissimo livello. Desiderio Bisol, figlio di Eliseo, con uniforme della Prima Guerra Mondiale

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Oggi i vigneti dell’Azienda Agricola Bisol sono dislocati su 20 poderi immersi tra le


Photo ©Francesco Galifi

ripide colline che da Valdobbiadene vanno verso Conegliano, le aree più vocate della Denominazione. Un territorio molto frazionato e costellato da piccoli possedimenti, realtà produttive in cui le varie fasi della filiera (viticola, vinicola, e spumantistica) sono spesso svolte da differenti aziende. La conoscenza di questi aspetti peculiari del territorio permette di comprendere pienamente l’importanza del valore aggiunto di Bisol: una tra le pochissime aziende che gestiscono direttamente l’intera filiera produttiva, dall’accurata scelta del terreno fino all’imbottigliamento. Ciò consente di garantire sempre la massima resa qualitativa, dato che ogni singola fase determina la qualità finale del prodotto, ed esige un costante e rigoroso controllo.

Colline del Prosecco DOCG

BISO L 21


Bisol - Anni ‘90

Photo ©Mattia Mionetto

Cantina Bisol scavata nella roccia e terra del Prosecco

Bisol

Via Follo, 33 31049 Santo Stefano di Valdobbiadene (TV) Photo: ©Mattia Mionetto ©Francesco Galifi ©Archivio Bisol

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BISO L 23

Photo ŠMattia Mionetto


…Nata nel 1897… …L’orgoglio di non cambiare… …L’orgoglio di essere Italiani… …Fierezza e passione… Collezione Etichette Pedavena

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Belluno

Pedavena

Treviso Vicenza Verona

Padova

Venezia

Rovigo

www.fabbricadipedavena.it 25


Fabbrica di Pedavena, oltre cent’anni di birra Nel 1897 i tre fratelli Luigi, Sante e Giovanni Luciani, originari di Canale d’Agordo (BL), inaugurano a Pedavena uno stabilimento per la produzione della birra. L’azienda conosce fin da subito uno sviluppo eccezionale. Con lo scoppio della Grande Guerra e la disfatta di Caporetto del 1917 la zona bellunese viene occupata dalle truppe austriache che requisiscono tutte le strutture metalliche a scopo bellico. Successivamente all’armistizio del 1917 i fratelli Luciani riescono a riprendere il controllo dello stabilimento, saccheggiato e in parte distrutto da un incendio, e dare inizio alla sua ricostruzione. Nel 1920 viene raggiunta una produzione di 90.000 hl e lo stabilimento si aggiudica così il secondo posto nella graduatoria nazionale dei produttori. Questa nuova spinta produttiva genera una grande crescita strutturale che porta all’ampliamento della fabbrica e all’acquisizione di nuove strutture. Con il passare del tempo, l’aumento della competitività a livello internazionale e la considerevole riduzione dei margini di profitto portano alla cessione del gruppo alla multinazionale Heineken ma nel Settembre 2004, esattamente 30 anni dopo l’acquisizione, Heineken decide di chiudere lo stabilimento di Pedavena. Prende avvio da subito la mobilitazione da parte dei lavoratori, che inizia con una petizione di firme cartacea e poi via internet. A Febbraio 2005 s’insedia il comitato cittadino per la birreria Pedavena, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica. Vengono raccolte in poco tempo oltre 27.000 firme digitali ed altrettante

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cartacee e la vicenda arriva al Parlamento Europeo; il caso Pedavena in breve viene portato alla ribalta nazionale con ampi articoli su quotidiani e network. Grazie a queste reazioni Heineken concede una proroga della chiusura dello stabilimento fino a Settembre del 2005, tuttavia il 29 Luglio esce dal reparto confezionamento l’ultima bottiglia di birra e il 30 Settembre la sirena della Birra Pedavena, che ha scandito per più di un secolo la vita del paese, suona per l’ultima volta. Il 10 gennaio 2006 però arriva la svolta: il gruppo Castello di Udine Spa rileva Pedavena e il 4 Aprile 2006 la sirena della Birreria torna a scandire la vita del paese decretando un nuovo inizio per Pedavena e un nuovo ciclo nella storia della birra italiana.

FABBRICA DI PEDAVENA 27


Stabilimento di Pedavena

Fabbrica di Pedavena Viale Vittorio Veneto, 78 32034 Pedavena (BL)

Photo ŠArchivio Fabbrica di Pedavena

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FABBRICA DI PEDAVENA 29


Siamo pronti a raggiungere nuovi obiettivi di crescita che vogliamo e dobbiamo perseguire. Ogni traguardo è sempre un nuovo inizio. Noi crediamo in un sogno. Un sogno nato nelle valli del Trentino, arrivato a Verona e da qui nel mondo. Ăˆ il lungo viaggio della Fedrigoni. Alessandro Fedrigoni

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Belluno

Treviso Vicenza

Verona

Padova

Venezia

Rovigo

www.fedrigoni.com 31


Fedrigoni, eccellenza nella carta dal 1888

Giuseppe Antonio Fedrigoni Fondatore della Cartiera di Verona

Fedrigoni - vista dal Canale in uscita dalla Cartiera a fine ‘800

Fedrigoni - vista dal Canale in entrata in Cartiera ai primi del ‘900

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Presieduta ancor oggi dalla famiglia, Fedrigoni ha superato molte recessioni e due guerre mondiali riuscendo a consolidarsi ed espandersi in molteplici ambiti produttivi e in tutto il mondo. Giuseppe Antonio Fedrigoni fondò la cartiera di Verona nel 1888 mentre nel 1938 Gianfranco Fedrigoni, nipote di Giuseppe, acquisì la cartiera del Varone (TN), aggiungendola agli impianti esistenti a Verona. Poco prima della fine della seconda guerra la cartiera di Verona fu completamente distrutta da un bombardamento aereo. La famiglia e alcuni collaboratori finanziarono la ricostruzione impegnando i loro fondi, senza usufruire degli aiuti statali né del piano Marshall. Nel 1963 aprì il terzo stabilimento ad Arco (TN) per produrre le prime schede perforate per i computer IBM, all’alba dell’era informatica mentre, aprirono nel 1987 le prime consociate estere per la distribuzione in Germania e Spagna, seguite nel 1993 da Fedrigoni UK e Fedrigoni France. La realtà attuale di Fedrigoni SpA integra la competenza di 8 divisioni produttive e 7 aziende distributive per servire segmenti di mercato strategici e ad alto tasso di crescita del settore cartario mondiale. Fedrigoni opera con società dirette in 10 paesi nel mondo e ne serve più di 100 attraverso partner distributivi qualificati. I più significativi momenti di crescita degli ultimi vent’anni hanno visto la fondazione di Arconvert nel 1989, l’acquisizione di Manter nel 1993, l’acquisizione nel 2002 delle storiche Cartiere Miliani Fabriano,


l’incorporazione di Mantegazza Arti Grafiche nel 2004 divenuta poi Fabriano Securities, la fondazione di Arconvert Brasil. A partire dal 2011 le società Fedrigoni Cartiere SpA, Cartiere Miliani-Fabriano SpA e Fabriano Securities Srl si sono unite in Fedrigoni SpA mantenendo i rispettivi marchi commerciali di riconoscibilità. Il gruppo Fedrigoni reinveste continuamente gli utili in innovazione di processo e tecnologie per ottimizzare le performance ambientali e di prodotto e offrire gamme con il minor impatto sull’ambiente e le migliori prestazioni qualitative possibili. La totalità della produzione è realizzata con cellulose certificate CoC-FSC (Chain of Custody Forest Stewardhip Council) o comunque CW-FSC (Controlled Wood). Fedrigoni impiega circa duemila persone in sette paesi del mondo.

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Fedrigoni

Viale Piave, 3 37135 Verona Photo ŠArchivio Fedrigoni

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Il capitale più grande che abbiamo è quello umano: la nostra non è un’azienda famigliare ma una famiglia aziendale. Fratelli Garbellotto

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Belluno

Conegliano Treviso Vicenza Verona

Padova

Venezia

Rovigo

www.garbellotto.com37


Garbellotto, artigiani del legno dal 1775

Costruzione di tini - 1920

Garbellotto - Anni ‘30

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Da oltre due secoli, l’Azienda produce botti, tini e barriques di ogni formato, specie legnosa e dimensione, fornendo cantine in tutto il mondo. Già prima del 1775, Giuseppe Garbellotto praticava la professione di artigiano del legno; gli successero il figlio Pietro e il nipote Augusto Emilio. Tutti e tre esprimevano il proprio talento non solo attraverso la produzione di botti, tini e barili ma anche attraverso la creazione di mobili d’arte. A quel tempo, il laboratorio nella corte adiacente la loro casa, nel villaggio di San Fior vicino alla città di Conegliano, impiegava una dozzina di persone. In seguito, Giovanni Battista prese le redini dell’attività e la condusse per cinquant’anni. Tra i figli, il primogenito Emilio emigrò in Brasile e fondò il ramo brasiliano dei Garbellotto che tutt’oggi opera attivamente nell’industria del mobile con tre aziende tra Passo Fundo e Porto Allegre – e Narciso, con l’aiuto dei due fratelli rimasti, si specializzò nella produzione di botti da cantina. L’azienda prosperò per un considerevole periodo, fino alla Prima Guerra Mondiale, quando tutta la produzione cessò a causa dell’occupazione delle truppe Austriache. La casa di famiglia fu trasformata dalle forze di occupazione in un pronto soccorso militare. Giobatta, figlio di Narciso, nel primo dopoguerra, riorganizzò l’azienda secondo uno schema industriale a Conegliano. L’attività si ingrandì velocemente diventando presto l’industria italiana di punta nel settore. Al Cav. Giobatta, successe il figlio Pietro che con una brillante intuizione, affiancò all’industria botti


il commercio legnami. Grazie alla sinergia tra le due attività, grandi quantità di legname potevano essere acquistate a eccellenti condizioni, poi selezionate e impiegate per costruire botti o alternativamente vendute, in conformità alle caratteristiche fisiche del legno. Questa intuizione, salvò l’azienda durante la grave crisi che investì il settore negli anni ’80.

La Garbellotto tra le due Guerre

Attualmente l’industria leader mondiale nel settore delle botti grandi è guidata dai tre Fratelli Garbellotto che ne continuano l’espansione nei mercati internazionali. L’azienda produce 45.000 hl all’anno di bottame, si estende su un’area di 60.340 mq dei quali 14.137 coperti, impiegando circa 70 addetti.

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Tostatura della botte Magnifica Guinness dei Primati - 2010

Garbellotto

Viale Italia, 200 31015 Conegliano (TV) Photo ŠArchivio Garbellotto

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Ho desiderato tramandare questa passione attraverso dei tessuti esclusivi che permettano di indossare un frammento della nostra storia di Italiani quando le pecore di origine merina si fregiavano di nomi suggestivi: Sopravvissana, Gentile di Puglia, ecc.; qualitĂ di lane eccellenti che duro lavoro e caparbio impegno ci hanno tramandato fino ad oggi dandomi modo di proporre una collezione di tessuti ecologici ove, alle piĂš selezionate lane italiane, ho aggiunto la nostra tradizionale esperienza tessile. Roberto Bottoli 42


Belluno

Vittorio Veneto

Treviso Vicenza Verona

Padova

Venezia

Rovigo

www.lanificiobottoli.com 43


Lane Bottoli: impegnati a proiettare nel futuro un’arte antica

Ufficiale austriaco in posa nel 1915 nell’area dell’ex Caserma ora sede del lanificio Bottoli. Sullo sfondo la chiesa dei frati Carmelitani

Ponte della Croda (con soldati austriaci) tratta da volume di Mario Uliana pag. 118-119 “Vittorio Veneto tra 800 e 900” edito Canova

Caserma “Vittorio Emanuele” in piazza S. Giustina tratta dal volume “Vittorio Veneto tra 800 e 900” edito Canova

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Lane Bottoli è un lanificio situato a Vittorio Veneto (TV) che racchiude la sua storia in quattro generazioni di una famiglia di imprenditori veneti che iniziarono con la produzione di coperte e panni in lana intorno al 1861. Nel 1978 Roberto Bottoli rifondò l’azienda che era stata del padre e dei nonni; egli ha saputo evolvere la propria vocazione produttiva nel campo dei tessuti fantasia per abbigliamento maschile. La continua ricerca e innovazione di prodotto affianca l’antica tradizione artigianale italiana, eredità diretta di un antico sapere che da secoli insegue l’eccellenza come obiettivo primario. Oggi Lane Bottoli è uno dei produttori di tessuti Made in Italy più conosciuti al mondo. Competitività, qualità, serietà e servizio costituiscono i principi e i valori della filosofia e del successo aziendale. La vera forza del Lanifico Bottoli risiede nel ciclo completo di lavorazione, dalla lana grezza al tessuto finito, prerogativa ormai rara nell’ambito tessile. Questa garanzia qualitativa e la fama di innovatori rafforza il legame di collaborazione con i più rinomati brand della moda. La struttura produttiva si estende su 5000 metri quadrati e produce 2500 metri di tessuto al giorno pari a 1200 nuove giacche che ogni giorno vanno ad arricchire il guardaroba di raffinati clienti in tutto il mondo.


Veduta dell’area Caserma Vittorio Emanuele con area scoperta e viale alberato per il maneggio degli ufficiali. Tratta da Cartoline pubblicate in “Life Book” www.rikorda.it

Ognuna delle cinquanta tipologie estive ed invernali prodotte è frutto di un accurata lavorazione realizzata internamente all’azienda. Il ciclo produttivo completamente verticalizzato (selezione delle materie prime, filatura, ritorcitura, tintoria, orditura, tessitura, ri-finizioni e controllo qualitativo) garantisce un prodotto di moda italiano al 100%. La ricerca della qualità, la capacità e l’esperienza di quaranta esperti collaboratori, la valorizzazione di tecnologie contemporanee messe a servizio di competenze artigianali d’eccellenza è il filo conduttore che collega passato, presente e futuro. La valorizzazione della secolare tradizione tessile Made in Italy, la riscoperta e la selezione del patrimonio ovino nazionale, la creazione dei tessuti ecologici della linea Lanaitaliana® sono il valore aggiunto di un azienda che persegue con instancabile ricerca il progresso sostenibile e si conferma punto di riferimento anche in campo ambientale.

Situazione attuale dell’area con i fabbricati del Lanificio Bottoli e dell’ex Lanificio Policorpo

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Lane Bottoli

Via della Caserma, 1 31029 Vittorio Veneto (TV) Photo ŠArchivio Lane Bottoli

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LANE BOTTOLI 47


Distillare buona Grappa è semplice: bastano vinacce fresche e cento anni di esperienza. Jacopo Poli

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Belluno

Schiavon

Treviso

Vicenza Verona

Padova

Venezia

Rovigo

www.poligrappa.com49


Poli Distillerie, storia di grappaioli dal 1898

Giobatta Poli (1846-1921) in divisa militare. Trasferito a Schiavon nel 1885, ebbe otto figli e visse nella casa che corrisponde all’attuale edificio della Distilleria Poli.1945

1945 - Un carro armato sosta di fronte la Distilleria per festeggiare la fine della guerra. Al centro in piedi Bona Maria Corrà (1883-1951), moglie di Giovanni Poli (1877- 1924)

Metà Anni ’20 - Raduno di Figli della Lupa di fronte alla Distilleria

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Giobatta Poli vendeva vino e cappelli di paglia ma aveva una grande passione: la Grappa, così costruì una piccola distilleria montata su un carretto e andò per case a distillar vinacce. Iniziò così, nel 1898, la storia della famiglia di Grappaioli. Il figlio Giovanni raccolse l’eredità spirituale del padre e ricavò un impianto di distillazione modificando opportunamente la vaporiera a legna di una locomotiva. Toni Poli modificò nel ’56 l’impianto di distillazione originario e tutt’ora funzionante. Oggi, Jacopo con i fratelli Barbara e Andrea, portano avanti una tradizione e un obiettivo: far capire e apprezzare la fatica, la tenacia, ma soprattutto l’amore racchiuso in un distillato. Poli Distillerie è un’azienda a carattere artigianale, di proprietà della famiglia Poli, fondata a fine ‘800 a Schiavon , vicino a Bassano del Grappa , nel cuore del Veneto, la regione più rinomata per la produzione dell’acquavite di vinaccia. Alle Distillerie Poli sono in funzione quattro alambicchi diversi, tutti a ciclo discontinuo, ma differenti per epoca di costruzione e tecnica di riscaldamento: vapore fluente, bagnomaria tradizionale, bagnomaria sottovuoto. Il Grande Alambicco, un impianto a vapore fluente composto da otto caldaiette in rame collegate in coppia a due piccole colonne di distillazione; il Piccolo Alambicco, un impianto a vapore fluente composto da quattro caldaiette in rame collegate in coppia ad una piccola colonna di distillazione; Athanor, un Alambicco a Bagnomaria tradizionale


composto da due caldaie ognuna collegata ad una colonna di distillazione a piatti regolabili, infine Crysopea, un Alambicco a Bagnomaria sotto vuoto composto da due caldaie con colonna di distillazione senza piatti a riflusso regolabile, il più innovativo impianto di distillazione operante oggi in Italia.

1930 - Il primo alambicco fisso delle Distillerie Poli costituito da 3 caldaiette in rame e una colonna di distillazione. Le vinacce venivano inserite a mano nelle tre caldaiette per mezzo di cesti di vimini

Nel cuore di Bassano del Grappa, di fronte allo storico Ponte Vecchio, è ubicato anche Poli Museo della Grappa. Frutto di una lunga ed appassionata ricerca, il Museo si compone di cinque suggestive sale con testi e video (italiano/inglese) per la visita auto-guidata. La seconda sede di Poli Museo della Grappa si trova a Schiavon; articolato su due piani occupa una superficie di circa 1.000 mq.

Anni ‘20 - Poli Museo della Grappa - L’alambicco mobile utilizzato da Giobatta Poli agli inizi della propria attività di distillatore.

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Il tappo a scatto, uno degli elementi distintivi dei prodotti Poli.

Andrea e Jacopo Poli utilizzano ancora oggi lo stesso alambicco artigianale del bisnonno Giobatta, il fondatore della distilleria

Poli Distillerie

Via Marconi, 46 36060 Schiavon (VI) Photo ŠArchivio Poli Distillerie Nella pagina seguente: l’alambicco a caldaiette a vapore in funzione dal 1898, come si presenta oggi ai visitatori

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La nostra azienda è nata nel 1875 anche se i telai con cui lavoriamo sono più vecchi perchè appartenevano alla Scuola di Tessitura della Serenissima, fatta chiudere da Napoleone all’inizio del 1800 quando era stata occupata Venezia. Alberto Bevilacqua

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Belluno

Treviso Vicenza Verona

Venezia Padova

Rovigo

www.luigi-bevilacqua.com 55


Tessitura Luigi Bevilacqua, tessuti pregiati a Venezia dal 1700 Tessitura Luigi Bevilacqua realizza prestigiosi e raffinati tessuti, vere e proprie opere d’arte destinate a decorare palazzi reali, teatri e residenze attraverso il sapiente lavoro di produzione manuale con telai originali del sette-ottocento. Dopo un periodo a Palazzo Labia, la Luigi Bevilacqua S.r.l. si stabilisce nell’attuale sede di Santa Croce, dove gli antichi telai hanno trovato la loro collocazione definitiva. Presso la sede veneziana si trovano anche parte della produzione, con 25 telai manuali tuttora funzionanti, il magazzino e lo show room. Completamente partecipata dalla famiglia, la Bevilacqua ha visto in questi ultimi anni un notevole sviluppo sia a livello nazionale che internazionale, con un aumento significativo delle vendite, grazie all’apertura di nuovi mercati, all’incremento della produzione meccanica parallela a quella manuale e allo sviluppo del settore riservato al contract alberghiero. L’azienda, già presente nei maggiori mercati mondiali, sta incrementando le relazioni commerciali con quei paesi in forte espansione economica, quali la Cina e l’Estremo Oriente, dove l’avvento di una nuova ricchezza ha portato alla ricerca di beni esclusivi collocati nella fascia dell’eccellenza. Un forte impulso sarà dato all’attività d’incremento della notorietà del marchio, conservando la tipologia di un prodotto di nicchia, che da sempre contraddistingue le collezioni Bevilacqua.

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La società è guidata dall’avv. Rodolfo Bevilacqua, presidente e responsabile produzione, e dal fratello dott. Alberto Bevilacqua, amministratore delegato e responsabile marketing. Coadiuvati da validi collaboratori, i Bevilacqua conducono la Società in prima persona, la loro quotidiana presenza in azienda e la profonda conoscenza delle tecniche di tessitura garantiscono un prodotto di alta qualità e prestigio, oggi come allora.

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Tessitura Luigi Bevilacqua S. Croce, 1320 30135 Venezia

Photo ŠArchivio Tessitura Luigi Bevilacqua ŠAlan Di Grazia by photo Bressan

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Voltan: Noi crediamo fermamente che la qualitĂ dei nostri prodotti debba essere la nostra prioritĂ . Per garantire che i materiali, il design e la comoditĂ incontrino i nostri standards dobbiamo essere vicini e connessi ai nostri prodotti. Per questa ragione continuiamo a produrre le nostre calzature esclusivamente in Italia. Calzaturificio Voltan

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Belluno

Treviso Vicenza Verona

Stra Padova

Venezia

Rovigo

www.voltan1898.com61


Voltan, calzature “all’americana” dal 1898

Giovanni Luigi Voltan (1873-1941) Fondatore Calzaturificio Voltan

Riunione con agenti - 1912

Calzaturificio Voltan – Anni ‘30

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A soli 15 anni Giovanni Luigi Voltan si recò a Boston (USA), poiché l’emigrazione era l’unica soluzione alla grave crisi che aveva colpito l’Italia a fine ‘800. Trovò impiego in una fabbrica di calzature, dove venne a contatto con la produzione meccanizzata. Egli capì subito che questo tipo di produzione avrebbe portato grandi vantaggi in Italia e così chiese al suo titolare di vendergli alcuni macchinari usati con i quali tornò nella sua terra, più precisamente a Stra, dove nel 1898, all’età di 25 anni, aprì il suo primo calzaturificio “all’americana”: l’Azienda Voltan. L’azienda Voltan si trova proprio lungo la Riviera del Brenta e solamente un anno dopo la sua fondazione, Voltan vendeva le sue calzature a tutte le regioni del Nord Italia. Nel 1904 l’azienda si trasferì in una sede più grande, dove opera ancora oggi. Allora Voltan aveva 400 dipendenti e la capacità produttiva dell’azienda era - per l’epoca - incredibile: 1000 paia di scarpe al giorno. Inizialmente il calzaturificio Voltan produceva solo calzature economiche ed anfibi per militari; la svolta verso il segmento di lusso risale al secondo dopoguerra: l’azienda, guidata da Emanuele, figlio del fondatore, e poi da Giovanni, nipote dello stesso, iniziò a produrre esclusivamente scarpe femminili di gamma alta in pregiati pellami. Un’unica linea chiamata ancor oggi “Voltan dal 1898” che ha come caratteristica peculiare l’abbinamento eleganza-comodità.


Oggi l’azienda è gestita ancora dalla famiglia Voltan, arrivata ormai alla terza e quarta generazione. Giovanni Voltan ed i suoi figli, Emanuele e Marco, portano avanti il buisness familiare con la stessa dedizione e passione per la qualità che caratterizzava il loro antenato fondatore. I punti di forza del marchio Voltan 1898 sono i materiali pregiati, l’eccezionale gusto e l’estrema attenzione dedicata ai dettagli. Ciò che caratterizza da sempre le calzature Voltan è la comodità unita allo stile: la moda viene seguita sempre con tocco classico che riflette la storia e la tradizione dell’azienda. Le calzature Voltan vengono prodotte interamente in Italia. Voltan è stato, è tutt’ora e sempre sarà un buisness familiare nel vero senso della parola, che produce circa 200.000 paia di scarpe l’anno.

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Calzaturificio Voltan Via Venezia, 28 30039 Stra (VE)

Photo ŠArchivio Voltan

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Iniziativa realizzata con il sostegno della Regione del Veneto per la valorizzazione del territorio veneto.

IN COLLABORAZIONE CON

w w w. f o n d a z i o n e c o m u n i c a . o r g

SI RINGRAZIANO TUTTE LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO

BEDESCHI BISOL FABBRICA DI PEDAVENA FEDRIGONI GARBELLOTTO LANE BOTTOLI POLI DISTILLERIE TESSITURA LUIGI BEVILACQUA VOLTAN


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D A L L A

GRANDE G U E AR LRLAA RINASCITA

ECONOMICA

100 ANNI DI IMPRESE

VENETE

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