Una scuola senza confini

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Una scuola senza confini

Michela Montesano, Silvia Raffaeli Polo d’Infanzia Falò Castel De’ Britti –San Lazzaro di Savena


Michela Montesano, Silvia Raffaeli

Polo d’Infanzia Falò Castel De’ Britti –San Lazzaro di Savena

Impaginazione di Francesco Tacconi (www.fratac.it)


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Introduzione Per una scuola senza confini, per un educazione senza con-

un maestro d’orchestra.

fini, che possa trarre da ciò che ci circonda, esperienze che si

Per rimanere dentro la metafora, la natura stessa con i suoi

traducano in apprendimenti. Apprendimenti che, soprattutto

cambiamenti, a volte lenti, a volte repentini, con la sua vitalità

in questa fascia d’età, devono riguardare sì le conoscenze ma

ma anche con la sua finitudine, simbolizza ad adulti e bambini,

soprattutto l’aspetto emotivo tradotto in: stupore, meraviglia,

che c’è un inizio ma anche una fine…e poi tutto ricomincia.

godimento ludico, felicità ma anche noia, incertezza, rischio,

Il ciclo della natura ben si presta a figurare e a normalizzare

insomma…cominciare a rapportarsi con il bello ma anche il

quei cambiamenti che sono già in atto nel bambino stesso

brutto, con il bene ma anche ciò che è male.

dando un’aspettativa positiva del futuro e visto che il futuro è

In questo modo, superando i confini, ambiente interno ed es-

un attivatore del presente, tutto ciò diventa volano di desiderio,

terno diventano palestre di vita atte ad una buona crescita dei

spinta verso l’autonomia e la crescita.

nostri figli, dove esperire fa rima con aprire, aprire all’esterno;

Ecco che allora il gioco, nel e con la natura, con il “fuori” diventa

metafora anche dell’essere umano in quanto sempre alle prese

vivo e per vivo si intende quello scambio creativo dove il bam-

con il proprio essere interno e il suo affrontare l’esterno cercan-

bino non trova oggetti/giochi pensati da adulti ma si rapporta

do di superare quel confine faticoso che a volte lo intrappola

lui stesso con il “naturale” dove può mettere tutta la sua fan-

in se stesso.

tasia e la sua creatività, dove un banale (per noi adulti) ramo,

Superare anche i confini dell’età, nel senso di ritornare a

foglia, fiore può diventare tutto ciò che vuole.

quell’agire educativo dove bambini da 0 a 6 anni possano dare

Una scuola senza confini ma con-fine: il ben-essere del bambino.

vita a una fucina di esperienze condivise ed arricchenti sotto la sapiente regia di educatrici ed insegnanti.

Mantovani Enrico, coordinatore pedagogico.

Tanti piccoli “suonatori di vita” con strumenti diversi diretti da

Pisciotta Maria Concetta, coordinatrice gestionale.


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Abitare gli spazi esterni Il Polo d’Infanzia Falò a Castel De Britti è circondato da un paesaggio meraviglioso: intorno a noi ci sono alte colline che ci proteggono dal vento e vasti terreni coltivati dai contadini del posto; poco più in là dalla nostra scuola troviamo le galline e i galli, e a mezzogiorno le campane della chiesetta di fianco segnano la fine del nostro pasto. Stare fuori è il posto che preferiamo in assoluto, ci piace trascorrere in giardino la maggior parte del tempo che abbiamo a disposizione, sperimentando ogni giorno l’importanza della NATURA e degli stimoli che essa ci dona. Crediamo fortemente che ABITARE gli spazi esterni ci dia la possibilità di ESSERE LIBERI: liberi di proporre, di sperimentare, di sbagliare, di cadere e avere il tempo di rialzarsi e di ricominciare. Stare fuori ci permette di FARE ESPERIENZA DIRETTA: imparare attraverso la scoperta e avere libertà nell’interpretazione. Ci permette di ACCOGLIERE: chi va piano e chi corre sempre, c’è spazio per tutti e per tutte. Dà la possibilità di RISCHIARE: di lasciar fare, di cambiare idea, di non avere il controllo, di condividere le scelte. Stare fuori è come un’AVVENTURA: ci sorprende, ci incuriosisce, ci stimola, ci piace, ci fa paura, ci protegge. Noi insegnanti di Falò pensiamo che l’educazione all’aria aperta sia il perno della nostra progettazione, trasportando nel fuori esperienze dirette da vivere quotidianamente. Il nostro Polo accoglie bambine e bambini dagli 11 mesi ai 5 anni e siamo sincere quando vediamo e confermiamo che l’aria aperta annienta ogni fatica e difficoltà nella gestione di età così differenti fra loro, perchè ogni esperienza viene rivolta e accolta da tutti, nessuno escluso.

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La raccolta

Una fra le esperienze che più piace ai nostri bimbi è il tema della RACCOLTA. I bambini e le bambine sono i primi progettisti delle giornate all’aria aperta e il fuori è così ricco di attrazioni - anche piccolissime da esplorare - che tale meraviglia va presa in considerazione e alimentata giorno per giorno. Per sperimentare la natura in modo profondo necessitiamo di avere tempo a disposizione per poterla abitare.

Il territorio che si abita ha bisogno di essere conosciuto, esplorato, rivisitato più e più volte, solo concedendosi la lentezza necessaria per osservare tutte le sfaccettature del contesto - i punti più coperti e scoperti, gli alberi e i cespugli che lo abitano - potrà iniziare la fase del cercare.

“Il ‘tempo perso’ in natura è un investimento essenziale per il benessere dei bambini in cui questi ultimi hanno la possibilità di sperimentare e sperimentarsi” A proposito dell’educazione naturale, parte 1, Gli orientamenti, paragrafo “Costretti allalentezza”, pag. 38.

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In che cosa consiste? Nell’osservare in alto e in basso, sui rami o in terra, nell’esplorare ciò che più ci incuriosisce e infine raccogliere. Quello del prendere è un atto così importante che non ha scadenza. I bimbi hanno la possibilità di cercare e di raccogliere per tutto l’anno scolastico perché il giardino cambia di giorno in giorno e nuovi tesori giungono ad abitarlo. Straordinario è vederli piegarsi alla scoperta di un sasso dalla forma strana, di un guscio di lumaca, di una foglia mangiata da un bruco, di una corteccia di strani colori. Tutto ciò che loro trovano sono tesori inestimabili, da custodire gelosamente in tasca o nelle mani fino a quando vengono riposti nella propria buchetta al sicuro dagli sguardi degli altri, che desidererebbero un tesoro simile o che vorrebbero avere una simile fortuna di trovare un oggetto che possa anche solo avvicinarsi a tale bellezza. Lo sguardo di noi insegnanti è stato da sempre colpito da questa capacità così antica e naturale di prendere e tenere, questo esplorare in luoghi anche ben conosciuti, come i cortili delle nostre scuole, e allo stesso tempo mantenere la capacità di meravigliarsi e di stupirsi di fronte a qualcosa di nuovo per i nostri occhi. Questi piccoli gruppi di bimbi che scambiano, tengono, mostrano, sono così fieri degli oggetti raccolti a terra che a volte si realizzano dei veri e propri musei a cielo aperto di ciò che è stato trovato.

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I piccoli oggetti sono infatti ricchi di significato “...molti bambini, forse perché sono loro stessi piccoli e più vicini di noi al suolo, notano e godono le cose piccole e poco appariscenti. Cominciando così, è facile con-

“Oltre all’acqua, la sabbia, i materiali naturali ed

dividere con loro le bellezze che usualmente ci sfuggono perché guardiamo troppo in fretta e vediamo il

oggetti vari, c’è ancora un altro tipo di materiale

tutto, ma non i particolari. Una parte delle opere d’arte più squisite della natura sono in miniatura, come lo

che si presenta in giardino, quello che esce dalle

sa chiunque abbia guardato con la lente d’ingrandimento un fiocco di neve...!”.

tasche o dagli zainetti dei bambini stessi. [...] In posticini raccolti si trovano facilmente piccoli crocchi di bambini, che mostrano e scambiano i loro oggetti tascabili. Spesso si tratta di piccoli balocchi ‘televenduti’” P. Ritscher (2002), Il Giardino dei segreti. Organizzare e vivere gli spazi esterni nei servizi per l’infanzia, ed. Junior, Bergamo, p. 87.


10 Ispirate e stimolate dal tema della raccolta che è stato indirettamente proposto dai bimbi attraverso le loro tasche piene di oggetti favolosi, noi insegnanti abbiamo pensato di introdurre delle scatole personali dove ognuno ha la possibilità di riporre al suo interno i tesori trovati fuori. La creazione delle scatole è stato anche un momento intimo condiviso con i genitori, poiché i bambini avevano la possibilità di crearle insieme alle loro famiglie, decorandole come preferivano, con carte colorate, stickers, foto, pennarelli e tanto altro, la fantasia e la creatività erano gli unici ingredienti a disposizione! Quale feedback possiamo rimandare rispetto a questo? Le loro scatole sono sempre super piene e strabordanti di cose meravigliose, dalle cortecce alle piume di uccelli, dai sassi di forme strane alle pigne cadute dagli alberi, è stato trovato anche un guscio di uovo, una piuma di gazza ladra, un fungo ormai secco e tanto altro ancora.

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Il foglio dei tesori Abbiamo inserito durante l’anno scolastico una esperienza che i bambini adorano e che hanno la possibilità di fare ogni qual volta ne sentono la necessità. Ognuno di loro ha a disposizione un cartoncino rigido con sopra diversi pezzetti di biadesivo. Noi lo chiamiamo il “foglio dei tesori” proprio perché i bimbi hanno la possibilità di staccare il biadesivo e di incollare un tesoro trovato a terra in giardino. Il “foglio dei tesori” può essere anche specifico, per esempio ci possono essere le giornate tematiche FIORI, o le giornate tematiche FOGLIE dove insieme poi valutiamo le differenti tipologie di oggetti che sono stati raccolti. Sono esperienze didattiche di forte impatto perché si ha la possibilità di imparare facendo. Per esempio attraverso questa esperienza potrebbe essere introdotta l’evoluzione del tarassaco, il comune fiore conosciuto come piscialetto o dente di leone che poi si trasforma in soffione, oppure possiamo analizzare la ciclicità delle foglie, o i diversi tipi di erbe aromatiche ecc…, come vedete è un’attività che piace molto ai bambini e che può essere versatile per età ed esperienze diversificate. Interessante è analizzare l’approccio che l’educatrice dovrebbe avere durante questa esperienza: in base alle richieste del bambino potrebbero essere introdotti degli strumenti che facilitino la raccolta, per esempio le lenti di ingrandimento per esplorare più da vicino e nel dettaglio gli oggetti che sono stati trovati. Potrebbero essere analizzati al microscopio, annusati, tagliati, posti l’uno a fianco all’altro per trovare differenze o similitudini, sentire che suoni emettono se percossi in superfici differenti, insomma spazio alla fantasia e alla libertà di ogni singolo partecipante.

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Sconfinare... Un’altra esperienza che abbiamo introdotto all’interno della nostra programmazione sono le passeggiate “fuori porta”. Noi insegnanti cerchiamo di uscire fuori dalla scuola con un gruppo di bambini in alternanza almeno una volta a settimana, sia con i grandi che con i piccoli, ci muniamo di passeggini, tutine e stivaletti e poi è tutta un’avventura. Il tema dello “SCONFINARE” è a noi molto caro. Crediamo sia di fondamentale importanza riconoscere il proprio territorio, le vie limitrofe che si congiungono alla scuola, la scoperta di strade di campagna che portano al fiume e la consapevolezza della strada, dello stare attenti al pericolo delle auto e saper aspettare il semaforo verde. I grandi si occupano anche dei più piccoli, in primo luogo nel prepararsi per uscire, poi nell’attenzione che hanno nei loro confronti quando usciamo dalla zona sicura e protetta della scuola per assaporare cosa c’è là fuori.

Le nostre uscite fuori porta ci danno la possibilità di capire dove stiamo andando, di imparare ad orientarci, di scoprire oggetti e cose strane che nel giardino della nostra scuola non ci sono. Ora sappiamo come arrivare alla chiesetta che vediamo sempre dal nostro cortile, sappiamo suonare le campane antiche che il signor Mario gentilmente ci ha dato la possibilità di toccare, sappiamo dove sono le galline con i galli e anche dove abitano alcuni dei nostri amici.

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Ora stiamo cercando di raggiungere anche la strada che ci porta al fiume e abbiamo trovato moltissime orme di animali diversi: cinghiali, cavalli, cervi, cerbiatti, cani e lupi … un’occasione speciale per poterle analizzare e studiare insieme. Quando è inverno poi le pozzanghere si riempiono di ghiaccio e abbiamo la possibilità di prendere in mano delle lastre enormi, di saltare all’interno di esse e di riempirci di fango. Uscire dal cortile della scuola dà la possibilità a noi insegnanti e ai bambini di vivere spazi differenti, di analizzare dinamiche diverse, di scoprire ciò che non si era mai visto, di trovare tesori inestimabili. Permette ai bambini di sviluppare il loro senso di orientamento, di cogliere una natura differente da quella del giardino, una natura più selvaggia, meno controllata, più articolata, meno conosciuta.

“Il giardino è il mistero della vita e della natura che si rinnova. [...]. Il giardino cambia in continuazione aspetto, odore, colore. Non è lo stesso se è piovuto o nevicato, se le foglie morte coprono il suolo, se la vegetazione diventa selvaggia e vi si installano insetti, se il sole ha fatto ingiallire o seccare l’erba.” Gli adulti e la natura, parte 2, Le pratiche “Tasche per raccogliere un giardino”


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Per concludere

Avere la possibilità di abitare il giardino della scuola e il fuori in generale, di esplorarlo

ma di un albero se così viene pensato:

ed osservarlo, di prenderne parte, di prendere delle parti, di analizzarle, di viverlo a

alle radici ci sono i bambini sempre in cerca di terreni fertili, nuovi e ricchi, che si

stretto contatto, “produce nel bambino delle emozioni che contribuiscono all’instau-

muovono con l’acqua, dove c’è nutrimento. Nel tronco troviamo la figura dell’adulto

rarsi in lui di un legame affettivo che lo fa sentire parte dell’ambiente stesso. Grazie

che sorregge, stimola, accoglie, ha cura e allo stesso tempo sperimenta. I rami sono

a questo legame e alle esperienze vissute nell’ambiente e con l’ambiente, il bambino

formati dai dubbi e

sentirà proprio quel determinato spazio e ciò si rivela essenziale perché nasca in lui

dalla ricerca continua che salgono sempre verso l’alto seguendo la luce. Le foglie

l’esigenza di rispettarlo e prendersene cura”.

rappresentano l’esterno, i materiali naturali, il contesto all’aria aperta; i frutti sono le

Parte indiscussa di questo ambiente sarà anche l’insegnante, una figura a volte silen-

possibilità che ne possono uscire, le ricchezze indagate e da indagare, nuovi stili e

ziosa a volte presente, capace di lasciare libertà di esperienza, di condividere il gioco

pensieri, modalità diverse di ripensare l’esterno, di accoglierlo, integrarlo, renderlo

del ‘fare insieme’ al bambino quando viene richiesto e quando è necessario. “Diviene

perno insostituibile con la consapevolezza che esso può fare la differenza.

regista, mediatore, interlocutore e complice. Accompagna i bambini nelle loro scoperte, li conferma, li sostiene e li aiuta a rielaborare di volta in volta le esperienze che compiono: dà loro fiducia.” L’interazione fra l’educatrice e il bambino è fondamentale per proseguire il lavoro nel migliore dei modi. L’adulto dovrà essere accogliente con le proposte dei bambini e capace di orientare praticamente le successive esperienze. Il giardino e le zone limitrofe potranno così trasformarsi in veri e propri “laboratori creativi che costantemente si rinnovano”. Il lavoro costante e continuo dell’educazione all’aria aperta potrebbe assumere la for-

M. Schenetti, C. Rossini, (2011), “Sguardi di stupore tra foglie e fili d’erba. Quando l’educazioneall’aria aperta può educare alla sostenibilità”, in Infanzia focus, giugno, p.418.Ivi, p.420.Ibidem.


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Commenti dei genitori

Noi educatrici del Polo Falò abbiamo pensato di accogliere con piacere i commenti e

Più che un pensiero è una poesia:

gli spunti di riflessione delle famiglie chiedendo loro che cosa ne pensassero dell’e-

Paura di vederlo volare via

ducazione all’aria aperta e quali fossero i benefici riscontrati dal nostro modo di vive-

Piccole ali ancora bagnate

re il fuori attraverso le esperienze concrete raccontate dai/dalle loro figli/e.

che si piegano al sole e diventan dorate.

Ecco alcuni dei loro commenti:

Piccoli occhietti pronti a vedere quello che un sogno non può tenere.

Vi ringraziamo tantissimo perché con la vostra dolcezza e delicatezza fate scoprire il mondo esterno attraverso il gioco e il divertimento. La vostra creatività è una grande ricchezza per i nostri bambini che con voi si sentono al sicuro. L., M., G., E.

Chiuso nel nido non ci può stare piccolo passerotto devi volare. Alte montagne e lunghe colline devi esplorare e per me non è un dolore lasciarti andare. Ora il mio dovere poco importa tu devi cercare solo la porta. Nel tuo cammino lontano o vicino

Per quanto ci riguarda se si facesse una scuola in giardino saremmo super

tu sarai per sempre il mio piccolino.

favorevoli! Più si sta fuori e meglio è, non solo per motivi di salute, ma

G.S.

anche come stimolo alla curiosità! M. T.


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Eccoci qui! Ciao a tutti/e! Pensiamo che le esperienze in esterno siano assolutamente fonte di arricchimento per i bambini che possono sperimentare e sperimentarsi liberamente a contatto con la natura e senza quei confini artificiali che l’indoor ha. L’assecondare le loro attitudini, come arrampicarsi su un albero senza limitarli, aiuta loro a sperimentare e a riuscire a far cose che aumentano la loro autostima. Non va tralasciata anche l’importanza dell’aspetto dell’acquisizione della loro autostima nel vestirsi e svestirsi da soli in preparazione o di ritorno dall’uscita. Isa e Gio raccontano delle loro zuppe fatte in giardino (la scorsa settimana, prima di andare a casa, ci hanno voluto far “assaggiare” quello che avevano preparato durante la mattina e che ancora si trovava in giardino), delle scoperte fatte (la schiuma sulle foglie di una pianta, le foglie che possono far volare

Siamo dei genitori fortunati per il fatto che i nostri bimbi frequentino una

come aeroplani ecc…), la soddisfazione di aver raccolto i prodotti dell’orto e volerli portare a casa (un

scuola in cui è data tanta importanza alle attività all’aperto.

pomodorino a testa) per farli assaggiare a tutta la famiglia, il poter mangiare nel gazebo fuori, motivo

Ogni volta che i bimbi escono è un’avventura, scoprono cose nuove. La

di vanto con i fratelli e anche delle passeggiate all’esterno del vostro giardino (le galline, i cavalli,

cosa più bella è quando diventano in grado di raccontarle: l’emozione sui

le campane, le case degli amici di scuola ecc…). Quando noi adulti riusciamo a ritagliarci il tempo

loro volti ci riempie di gioia.

per stare fuori, per fare una passeggiata a contatto con la natura, questo ci restituisce serenità ed energia e pensiamo che l’effetto sui bambini non possa che essere lo stesso se non migliore; ce lo dimostrano concretamente le/gli nostre/i bambine/i essendo loro privi di tutte quelle sovrastrutture che noi ci portiamo dietro. Grazie dunque per questa opportunità che date a loro. un caro saluto. E.F.

Ci piace che usciate anche in inverno, che i bimbi si sporchino e creino con le cose trovate in natura! I giri nei dintorni, se ben seguiti, e con le giuste attenzioni e giusto rapporto bimbi e insegnanti, sono ben accetti, ci fidiamo ciecamente di voi!


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Care Dade, noi siamo assolutamente favorevoli a tutto ciò che viene proposto nel

Il momento dell’uscita per la passeggiata, per curare l’orto e anche per il gioco libero, è vissuto da

giardino della scuola o alle “gite” all’esterno. Pensiamo che per Emauele possa

mio figlio con grande entusiasmo. Mi emoziona sempre vederlo rientrare a casa portando con sé

essere assolutamente una cosa positiva e di crescita, lui ha la fortuna di abitare in

quel bastone che per magia diventa un arco per cacciare i cinghiali, o il rametto per arare la terra

campagna, ma il classico bimbo di città può scoprire cose che solitamente non vede,

come un vero contadino! I racconti di esperienze outdoor sono i più appassionanti e percepisco

dall’animale alla modifica della natura durante le stagioni, scoprire come cambiano i

in lui il piacere di condividerli con tutta la famiglia e con i nonni, sono racconti spontanei che non

colori, sporcarsi e toccare con mano terra e sassi e tutti gli elementi che la natura

hanno bisogno di rispondere alla fatidica domanda: “Che cosa hai fatto oggi a scuola?” perché

ci regala! Crediamo che stare all’aria aperta, insieme ai propri coetanei, possa

arrivano a noi in modo naturale e immediato.

aumentare le capacità sociali dei/lle bimbi/e che messi in un contesto diverso da quello dell’aula scolastica si sentono spronati ad entrare in relazione con se stessi e con gli altri in modo differente. Pensiamo che le esperienze fatte all’esterno dall’aula aiutino il bambino ad aprire la mente, ad inventarsi cose nuove e non ad utilizzare sempre le stesse cose, creando giochi ed attività con quello che un giardino/prato/ bosco possa offrire ogni giorno in modo diverso. Pensiamo che svolgere attività all’aria aperta abbia diversi risvolti positivi anche sulla salute mentale, fisica e del sistema immunitario dei bimbi, soprattutto in questo periodo storico. La cosa che ci dispiace di più è l’assenza di continuità con la scuola primaria e secondaria, perché le realtà che utilizzano l’outdoor sono davvero molto poche purtroppo! Grazie mille per le super esperienze che fate fare al nostro cucciolo. R. e F.

Non abitando in città siamo rimasti stupiti che a Sebastiano non piacesse sporcarsi nel fango, andare con gli stivaletti nelle pozzanghere ed essere spaventato dagli insetti che popolano l’orto. Fortunatamente con un ottimo “allenamento outdoor” Sebastiano ha iniziato ad apprezzare le avventure all’aria aperta. Adesso ama andare nelle pozzanghere, raccogliere e osservare quello che l’orto ci regala e sporcarsi nella terra. Crediamo che tutte le esperienze affrontate all’aria aperta in qualsiasi stagione siano fondamentali e molto arricchenti per la vita dei nostri figli.





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