Anteprima di "Ilir e gli effetti secondari del vento"

Page 1


Ilir e gli effetti secondari del vento di Daniela Frascati Illustrazioni: May Villani Grafica e Impaginazione: Nicoletta Azzolini Absolutely Free Editore Via Roccaporena, 44 00191 Roma info@absolutelyfree.it www.absolutelyfree.it Prima edizione 2011 - Collana “I Bonsai� ISBN: 978.88.97057.39.0


Daniela Frascati

ILIR e gli effetti secondari del VENTO illustrato da May Villani

Absolutely Free Editore


Ilir viveva in un paese piccolo e lontano dal mondo, in cima a un cucuzzolo di montagna talmente aguzzo che in certi giorni tagliava le nuvole, e il cielo finalmente appariva dietro quel sipario strappato, azzurro e luminoso come i suoi occhi. Oltre quella cappa di nubi, che incombeva per lunghi mesi sul piccolo mondo di Ilir, comparivano allora gli uccelli.


Dapprima era qualche falchetto pellegrino, poi arrivavano i grandi migratori che volavano a schiere. Ilir li vedeva passare in lontananza, macchie scure che si allargavano e si ammalloppavano fino a diventare un’unica massa in movimento. Malgrado il binocolo, regalo del nonno per il suo settimo compleanno, non riusciva a distinguerli proprio bene. Vedeva solo che erano tanti e il loro volo sembrava guidato da un’intelligenza superiore. Ondeggiavano di qua, di là , salivano, cabravano, ripartivano. A volte pareva quasi volessero deviare fino a toccare la rupe e il suo piccolo paese di case di pietra.


In quel luogo, tutto era piccolo, chĂŠ altrimenti le cose e le persone sarebbero scivolate via andando a finire chissĂ dove. Ilir, per esempio, misurava solo venti centimetri ed era molto alto per la sua etĂ . In famiglia erano tutti dei giganti, si fa per dire, perchĂŠ ogni cosa non ha una misura assoluta ma si deve confrontare sempre con le altre che stanno intorno. Nel caso della famiglia di Ilir erano tutti oltre la media, il padre superava decisamente i cinquanta centimetri mentre


gli altri abitanti, a malapena, arrivavano a quaranta, centimetro pi첫 centimetro meno. Anche il nome del paese era corto corto: si chiamava Az, in onore della fondatrice che aveva per prima messo piede su quella rupe dopo una salita durata quasi una settimana. Questa fondatrice del paese di Az era una donna importante, si chiamava Maab, ed era la capa del piccolo popolo nomade delle Rogaie, che viveva raccogliendo erbe e ghiande.



Dopo secoli che quella minuscola gente, in fuga dalla mondo smisurato dei giganti Orm, si era ritirata nelle foreste girando da una boscaglia all’altra, era accaduto che una grande macchina, guidata da questi giganti, aveva cominciato a percorrere in lungo e in largo i boschi, tagliando ogni albero che si trovava davanti, spianando arbusti e lasciando tutto piatto e desolato. La cosa piÚ terribile era che quel mostro di ferro emetteva un suono stridulo e raschioso capace di renderli tutti sordi. Ovunque andassero erano seguiti da questa creatura di metallo.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.