e.Magazine 02 2013

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IN QUESTO NUMERO: •INTERVISTA 
 A MARCO CROELLA, 
 DI SIMPLICISSIMUS BOOK FARM •GOOGLE E 
 IL COPYRIGHT. 
 ACCORDO 
 CON LA FRANCIA • LA PROPOSTA
 DI E-LEGGIAMO •LA RUBRICA “ROBA DA READER” •LA RECENSIONE 
 DI “TRANSIBERIANA ” 
 DI LUCIANA 
 CASTELLINA •TUTTE LE NEWS 
 DI “INTO THE NET”

magazine N.02 2013


N .02

- 2013

e.Magazine

Il primo Magazine dedicato al panorama della nuova editoria digitale. Notizie e retroscena del mondo degli eBook
 e dell'editoria digitale. Un modo diretto per aumentare il grado di “informazione” dei lettori sulle tematiche
 editoriali che li interessano e riguardano direttamente.


N .02

- 2013

e.Magazine

Il primo Magazine dedicato al panorama della nuova editoria digitale. Notizie e retroscena del mondo degli eBook
 e dell'editoria digitale. Un modo diretto per aumentare il grado di “informazione” dei lettori sulle tematiche
 editoriali che li interessano e riguardano direttamente.


N .02

- 2013

Editoriale L’ INTERVISTA : M ARCO C ROELL A

La casa editrice più grande del mondo LA FUSIONE TRA L’INGLESE PENGUIN E L’AMERICANA RANDOM HOUSE
 È DIVENTATA REALTÀ.
 QUALE SARÀ L’IMPATTO
 SUL MERCATO EDITORIALE? Nicoletta Azzolini

È una notizia di quelle capaci di creare dei veri tsunami nel mondo editoriale, ma è quasi passata inosservata: l'americana Random House e l'inglese Penguin (controllata dal gruppo Pearson) si fondono creando la Penguin Random House, la casa editrice di fatto più grande del mondo con oltre 3 miliardi di dollari di fatturato. Un vero gigante dell'editoria che controlla, oltre a una immensa fetta del mercato dei libri fiction (si vocifera addirittura il 50% del settore dei libri di narrativa in lin-

gua inglese) anche testate importanti come il Financial Times e l'Economist. D'ora in poi le Big Six dell'editoria americana dovranno essere rinominate Big Four and One Giant giacché due di loro si sono staccate dall'altre di una bella spanna.
 Le rimanenti, la MacMillan, Hachette, HarperCollins e Simon & Schuster erano finite, insieme alla Random House e alla Penguin, in

L A PROPOSTA DALL A RETE

CLASSIFICHE E RECENSIONI SCOPRI LE TOP 5, LA RECENSIONE
 DI “Transiberiana” di Luciana Castellina, IL PERCORSO DI LETTURA E I LIBRI DEL MESE discrete baruffe legali che riguardavano il cartello dei prezzi degli ebook e il monopolio del mercato tramite l'accordo con grandi colossi quali Apple e Amazon.

R OBA DA R EADER

La tesi delle Big Six è che Amazon, Apple, anche Google (di cui si parla all'interno del magazine) fossero pesci un po' troppo grandi perché fosse possibile trattare con loro ad armi pari e di fatto anche la neonata Penguin Random House non può certo competere con macchine immense da 100 milioni e più FOCUS ON di fatturato Accordo storico fra come la Google e la Francia Mela o il megastore di Seattle. 
 C'è infatti 2


N .02

- 2013

Editoriale L’ INTERVISTA : M ARCO C ROELL A

La casa editrice più grande del mondo LA FUSIONE TRA L’INGLESE PENGUIN E L’AMERICANA RANDOM HOUSE
 È DIVENTATA REALTÀ.
 QUALE SARÀ L’IMPATTO
 SUL MERCATO EDITORIALE? Nicoletta Azzolini

È una notizia di quelle capaci di creare dei veri tsunami nel mondo editoriale, ma è quasi passata inosservata: l'americana Random House e l'inglese Penguin (controllata dal gruppo Pearson) si fondono creando la Penguin Random House, la casa editrice di fatto più grande del mondo con oltre 3 miliardi di dollari di fatturato. Un vero gigante dell'editoria che controlla, oltre a una immensa fetta del mercato dei libri fiction (si vocifera addirittura il 50% del settore dei libri di narrativa in lin-

gua inglese) anche testate importanti come il Financial Times e l'Economist. D'ora in poi le Big Six dell'editoria americana dovranno essere rinominate Big Four and One Giant giacché due di loro si sono staccate dall'altre di una bella spanna.
 Le rimanenti, la MacMillan, Hachette, HarperCollins e Simon & Schuster erano finite, insieme alla Random House e alla Penguin, in

L A PROPOSTA DALL A RETE

CLASSIFICHE E RECENSIONI SCOPRI LE TOP 5, LA RECENSIONE
 DI “Transiberiana” di Luciana Castellina, IL PERCORSO DI LETTURA E I LIBRI DEL MESE discrete baruffe legali che riguardavano il cartello dei prezzi degli ebook e il monopolio del mercato tramite l'accordo con grandi colossi quali Apple e Amazon.

R OBA DA R EADER

La tesi delle Big Six è che Amazon, Apple, anche Google (di cui si parla all'interno del magazine) fossero pesci un po' troppo grandi perché fosse possibile trattare con loro ad armi pari e di fatto anche la neonata Penguin Random House non può certo competere con macchine immense da 100 milioni e più FOCUS ON di fatturato Accordo storico fra come la Google e la Francia Mela o il megastore di Seattle. 
 C'è infatti 2


chi ha applaudito questa fusione dei due gruppi editoriali, perché crea di fatto un interlocutore più forte e che possa meglio portare avanti gli interessi dell'editoria in generale. Certo è che la forza di avere dalla propria i titoli che di fatto andrebbero venduti sugli store era ed è sempre stata in mano agli editori fin dal principio (anche se ora Amazon stessa, ad esempio, ha deciso di diventare produttrice di contenuti). Quindi questa fusione, più che apportare benefici a tutto il mercato editoriale, rischia di diventare un problema non indifferente

magazine

Mensile on line di informazione libraria
 
 Registrazione presso il Tribunale Civile di Roma
 n° 269/2011 del 20-09-2011

Copia digitale gratuita

per le realtà più piccole, che potrebbero vedersi in gran parte escluse dalle vetrine e dai luoghi di vendita, battute sempre da chi controlla quasi la metà del mercato. Se anche gli utenti non risentiranno di queste politiche sotterranee, anzi, sui prezzi finali degli eBook ne guadagneranno di certo, a soffrirne saranno le piccole case editrici e le distribuzioni indipendenti. 
 Ma in ultimo, anche gli utenti e il mercato dell'editoria stessi ne soffriranno a causa di un'egemonia forzata che rischia di portare a un appiattimento generale dei prodotti finali.

Edito da Absolutely Free

via Roccaporena, 44 00191 Roma

IN REDAZIONE

Daniele Azzolini 
 direttore responsabile 
 Moreno Scorpioni 
 inchieste

Gianluca Comuniello recensioni 
 Nicoletta Azzolini 
 Oscar Mancini
 interviste e rubriche 
 Ivan Pasquariello 
 segreteria redazione Francesca Cicchitti pubblicità

visita il sito absolutelyfree.it 3


chi ha applaudito questa fusione dei due gruppi editoriali, perché crea di fatto un interlocutore più forte e che possa meglio portare avanti gli interessi dell'editoria in generale. Certo è che la forza di avere dalla propria i titoli che di fatto andrebbero venduti sugli store era ed è sempre stata in mano agli editori fin dal principio (anche se ora Amazon stessa, ad esempio, ha deciso di diventare produttrice di contenuti). Quindi questa fusione, più che apportare benefici a tutto il mercato editoriale, rischia di diventare un problema non indifferente

magazine

Mensile on line di informazione libraria
 
 Registrazione presso il Tribunale Civile di Roma
 n° 269/2011 del 20-09-2011

Copia digitale gratuita

per le realtà più piccole, che potrebbero vedersi in gran parte escluse dalle vetrine e dai luoghi di vendita, battute sempre da chi controlla quasi la metà del mercato. Se anche gli utenti non risentiranno di queste politiche sotterranee, anzi, sui prezzi finali degli eBook ne guadagneranno di certo, a soffrirne saranno le piccole case editrici e le distribuzioni indipendenti. 
 Ma in ultimo, anche gli utenti e il mercato dell'editoria stessi ne soffriranno a causa di un'egemonia forzata che rischia di portare a un appiattimento generale dei prodotti finali.

Edito da Absolutely Free

via Roccaporena, 44 00191 Roma

IN REDAZIONE

Daniele Azzolini 
 direttore responsabile 
 Moreno Scorpioni 
 inchieste

Gianluca Comuniello recensioni 
 Nicoletta Azzolini 
 Oscar Mancini
 interviste e rubriche 
 Ivan Pasquariello 
 segreteria redazione Francesca Cicchitti pubblicità

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L’I NTERVISTA

Una scommessa da due milioni di euro per l’editoria digitale Il managing director di Simplicissimus Book Farm, Marco Croella,
 spiega ai microfoni di e.Magazine come sono riusciti a ottenere un tale risultato e come lo indirizzeranno. Moreno Scorpioni

Che il mercato dei libri digitali si sia scrollato di dosso quell’aura di paura mista a timore reverenziale che faceva sì che editori, autori e investitori si tenessero a debita distanza da quel piccolo e innocuo prodotto sembra essere ormai un dato di fatto. Tanto più che Simplicissimus Book Farm, una delle piattaforme di distribuzione di eBook più importanti in Italia, è riuscita a far riconoscere il proprio status

e l’importanza del mercato dei libri digitali ricevendo un investimento di 2 milioni di euro da parte di Principia. Marco Croella, managing director di Simplicissimus Book Farm, spiega ai nostri microfoni com’è riuscito a ottenere tale finanziamento per l’azienda, dove intendono dirigerlo e qual è la oggi la risposta degli editori italiani nei confronti del panorama librario digitale.

nato a un mercato più o meno tangibile sono elementi completamente organici e funzionali rispetto al progetto complessivo. E sarà banale dirlo, ma è proprio nei periodi di La notizia del mese, nel mondo delcrisi di un mercato che è necessario l’editoria digitale, è questo investimenesplorare nuove strade e trovare nuove to, quasi unico in Italia. Come si confivie per generare profitto e ripartire. gura una sponsorizzazione così corpoNei fatti, come so in un mercato verrà usato queintangibile e sto investimenspesso marginato? lizzato (seppur I fondi verranno in costante creutilizzati su due scita) in un mofronti principali e mento di crisi complementari: da come questo? un lato dare un L’investimento è forte impulso alle basato sia sui nunostre attività di meri che abbiamo ricerca e sviluppo. prodotto finora, Abbiamo in pancia sia su quelli che molte idee per nuosaremo in grado vi servizi da offrire di produrre graal mercato editoriazie all’aumento di le e per l’estensiocapitale. Pertanto ne delle funzionaliil suo essere o tà dei nostri servizi meno corposo, e Alcune iniziative di Simplicissimus Book Farm esistenti. Dall’alil suo essere desti4


L’I NTERVISTA

Una scommessa da due milioni di euro per l’editoria digitale Il managing director di Simplicissimus Book Farm, Marco Croella,
 spiega ai microfoni di e.Magazine come sono riusciti a ottenere un tale risultato e come lo indirizzeranno. Moreno Scorpioni

Che il mercato dei libri digitali si sia scrollato di dosso quell’aura di paura mista a timore reverenziale che faceva sì che editori, autori e investitori si tenessero a debita distanza da quel piccolo e innocuo prodotto sembra essere ormai un dato di fatto. Tanto più che Simplicissimus Book Farm, una delle piattaforme di distribuzione di eBook più importanti in Italia, è riuscita a far riconoscere il proprio status

e l’importanza del mercato dei libri digitali ricevendo un investimento di 2 milioni di euro da parte di Principia. Marco Croella, managing director di Simplicissimus Book Farm, spiega ai nostri microfoni com’è riuscito a ottenere tale finanziamento per l’azienda, dove intendono dirigerlo e qual è la oggi la risposta degli editori italiani nei confronti del panorama librario digitale.

nato a un mercato più o meno tangibile sono elementi completamente organici e funzionali rispetto al progetto complessivo. E sarà banale dirlo, ma è proprio nei periodi di La notizia del mese, nel mondo delcrisi di un mercato che è necessario l’editoria digitale, è questo investimenesplorare nuove strade e trovare nuove to, quasi unico in Italia. Come si confivie per generare profitto e ripartire. gura una sponsorizzazione così corpoNei fatti, come so in un mercato verrà usato queintangibile e sto investimenspesso marginato? lizzato (seppur I fondi verranno in costante creutilizzati su due scita) in un mofronti principali e mento di crisi complementari: da come questo? un lato dare un L’investimento è forte impulso alle basato sia sui nunostre attività di meri che abbiamo ricerca e sviluppo. prodotto finora, Abbiamo in pancia sia su quelli che molte idee per nuosaremo in grado vi servizi da offrire di produrre graal mercato editoriazie all’aumento di le e per l’estensiocapitale. Pertanto ne delle funzionaliil suo essere o tà dei nostri servizi meno corposo, e Alcune iniziative di Simplicissimus Book Farm esistenti. Dall’alil suo essere desti4


Marco Croella e il CEO di Simplicissimus Book Farm, Antonio Tombolini tro lato, invece, stiamo avviando dalla crisi, anche se l’accesso al mercato un’espansione territoriale dell’offerta dei capitali può non essere semplice, per il mercato editoriale, andando ad perché è un mercato estremamente ataprirci a mercati molto interessanti quatento all’efficacia e al valore delle iniziatili quello polacco, il ve che si vogliono turco e quello ispaportare avanti. E quenico. sto è valido in Italia Ci sono aziende come in scala globapronte a investire le: il focus non è tanin Italia sul mercato nella collocazione to dell’editoria geografica dell’evenonline? tuale investimento, Certamente, c’è un ma è nel valore e nel grande fermento potenziale di quello produttivo sotto le che si propone al Il logo dello store online di Simplicissimus ceneri del diffuso mercato. Book Farm malessere prodotto

Il futuro è nei libri digitali o forse è più orientato verso le riviste digitali, vista la continua diaspora dalla carta stampata da parte di eminenti e (finora) longeve testate? Il settore dei libri e quello delle riviste, digitali o cartacei che siano, sono due settori che procedono sostanzialmente in parallelo, con velocità e accelerazioni differenti, e che anche in futuro non saranno che in parte sovrapposte. È quindi poco utile definire di chi sarà il futuro, entrambe si svilupperanno pesantemente sul fronte digitale e non ci sarà la predominanza di una sull’altra semplicemente perché sono ambiti differenti. Come Simplicissimus agiamo da ‘abilitatori’ per tutti gli operatori su entrambi i settori, servendo 550 editori di libri digitali e oltre 100 testate periodiche.

La app dedicata al mercato delle riviste digitali. Ultima Kiosk si può scaricare gratuitamente sui tablet Apple e Android.

C’è una vera risposta da parte degli editori nel settore delle riviste digitali che non

sia il mero pdf? Quella delle riviste digitali è una bella sfida, che deve tenere in conto una serie di pulsioni da parte di tutti gli attori sul mercato: i lettori in primis, che chiedono interazioni e fruizioni di più alto livello, gli editori, che vorrebbero e potrebbero far leva maggiore sulla propria capacità di produrre contenuti, e i fornitori degli strumenti di lettura. Da queste esigenze nasce un ciclo di sperimentazioni che secondo la nostra ottica trova nel pdf ‘arricchito’ di video, gallerie e animazioni, solo un primo step, in qualche modo necessario per iniziare a mettere la prima punta del piede in acqua e a fornire i propri prodotti, da parte degli editori, ottimizzando al massimo quanto già prodotto per il cartaceo. Che il finanziamento venga utilizzato per la parte libraria o per quella dedicata alle edicole virtuali, le novità di Simplicissimus sembrano essere davvero tante e promettono grandi cose per gli utenti. L’augurio è che anche gli editori riescano a raccogliere il guanto di sfida gettato ormai da troppo tempo dall’avvento del digitale, riuscendo a proporre contenuti sempre più innovativi che si discostino dalla semplice trasposizione da carta a byte. 5


Marco Croella e il CEO di Simplicissimus Book Farm, Antonio Tombolini tro lato, invece, stiamo avviando dalla crisi, anche se l’accesso al mercato un’espansione territoriale dell’offerta dei capitali può non essere semplice, per il mercato editoriale, andando ad perché è un mercato estremamente ataprirci a mercati molto interessanti quatento all’efficacia e al valore delle iniziatili quello polacco, il ve che si vogliono turco e quello ispaportare avanti. E quenico. sto è valido in Italia Ci sono aziende come in scala globapronte a investire le: il focus non è tanin Italia sul mercato nella collocazione to dell’editoria geografica dell’evenonline? tuale investimento, Certamente, c’è un ma è nel valore e nel grande fermento potenziale di quello produttivo sotto le che si propone al Il logo dello store online di Simplicissimus ceneri del diffuso mercato. Book Farm malessere prodotto

Il futuro è nei libri digitali o forse è più orientato verso le riviste digitali, vista la continua diaspora dalla carta stampata da parte di eminenti e (finora) longeve testate? Il settore dei libri e quello delle riviste, digitali o cartacei che siano, sono due settori che procedono sostanzialmente in parallelo, con velocità e accelerazioni differenti, e che anche in futuro non saranno che in parte sovrapposte. È quindi poco utile definire di chi sarà il futuro, entrambe si svilupperanno pesantemente sul fronte digitale e non ci sarà la predominanza di una sull’altra semplicemente perché sono ambiti differenti. Come Simplicissimus agiamo da ‘abilitatori’ per tutti gli operatori su entrambi i settori, servendo 550 editori di libri digitali e oltre 100 testate periodiche.

La app dedicata al mercato delle riviste digitali. Ultima Kiosk si può scaricare gratuitamente sui tablet Apple e Android.

C’è una vera risposta da parte degli editori nel settore delle riviste digitali che non

sia il mero pdf? Quella delle riviste digitali è una bella sfida, che deve tenere in conto una serie di pulsioni da parte di tutti gli attori sul mercato: i lettori in primis, che chiedono interazioni e fruizioni di più alto livello, gli editori, che vorrebbero e potrebbero far leva maggiore sulla propria capacità di produrre contenuti, e i fornitori degli strumenti di lettura. Da queste esigenze nasce un ciclo di sperimentazioni che secondo la nostra ottica trova nel pdf ‘arricchito’ di video, gallerie e animazioni, solo un primo step, in qualche modo necessario per iniziare a mettere la prima punta del piede in acqua e a fornire i propri prodotti, da parte degli editori, ottimizzando al massimo quanto già prodotto per il cartaceo. Che il finanziamento venga utilizzato per la parte libraria o per quella dedicata alle edicole virtuali, le novità di Simplicissimus sembrano essere davvero tante e promettono grandi cose per gli utenti. L’augurio è che anche gli editori riescano a raccogliere il guanto di sfida gettato ormai da troppo tempo dall’avvento del digitale, riuscendo a proporre contenuti sempre più innovativi che si discostino dalla semplice trasposizione da carta a byte. 5


F OCUS

L’editoria fa
 sentire
 la propria voce. E Google risponde

Nicoletta Azzolini

"È una bella novità", così ha commentato il presidente francese François Hollande, "una bella novità per la stampa, per gli internauti, per Google." Un bella novità da 60 milioni di euro. Tanto costerà a Google l'accordo stipulato con l'Eliseo da poco più di un mese. Il pomo della discordia è sempre lo stesso e ha visto, e ancora vede, Google alle prese con il diritto d'autore (internazionale e dei singoli paesi che si sono fatti avanti nelle lamentele) per

Il web è libero. Questo il mantra degli internauti. Ma questa libertà nella condivisione dei materiali può essere considerata a rischio d’infrazione dei diritti d’autore. E il player maggiore, Google, corre ai ripari. gli articoli ed estratti pubblicati su Google News. Pubblicati, però, non su esplicita richiesti di autori ed editori, ma presi e buttati nel calderone del servizio news del motore di ricerca, una specie di maxi-aggregatore di notizie on-line. La questione nasce dalla domanda: "quanto deve Google agli autori e agli editori delle notizie pubblicate su Google News?". Una domanda dalla difficile risposta, giacché Goog-

Eric Schmidt, CEO di Google e il presidente francese François Hollande durante l’incontro all’Eliseo le non vende quelle notizie, le diffonde e basta, generando traffico, link e click. In una serie di note e comunicati inviati nel tempo, Google ricorda agli editori come sia possibile togliere i propri articoli da Google News tramite una semplice procedura e come, in realtà, gli editori stessi traggano vantaggio dai clic sull'aggregatore, che viaggiano sull'impressionante media di 100,000 al minuto. Il colosso di Mountain View si è comunque visto negli ultimi mesi impelagato in cause legali o richiamato all'ordine da alcuni governi europei: non solo la Francia, anche il Belgio, la Germania e l'Italia hanno fatto sentire la loro voce. E ha subito aperto il tavolo delle trattative, per raggiungere un accordo che potesse

accontentare entrambe le parti ma anche gli utenti ormai abituati a un comodo servizio di raggruppamento delle notizie quale è Google News. In Belgio ci sono voluti sei anni e una causa legale intentata da Copiepresse, l'associazione per la difesa del copyright fondata da alcune case editrici belghe, dal Saj (Société des auteurs journalistes) e da Assucopie (associazione degli autori di testi scolastici e universitari) ma l'accordo è stato raggiunto e, da dicembre 2012, i risultati dei quotidiani belgi sono tornati visibili su Google News. In questo caso la vittoria del governo belga non prevede un versamento di fondi da parte di Google (che si troverà a pagare, però, 6


F OCUS

L’editoria fa
 sentire
 la propria voce. E Google risponde

Nicoletta Azzolini

"È una bella novità", così ha commentato il presidente francese François Hollande, "una bella novità per la stampa, per gli internauti, per Google." Un bella novità da 60 milioni di euro. Tanto costerà a Google l'accordo stipulato con l'Eliseo da poco più di un mese. Il pomo della discordia è sempre lo stesso e ha visto, e ancora vede, Google alle prese con il diritto d'autore (internazionale e dei singoli paesi che si sono fatti avanti nelle lamentele) per

Il web è libero. Questo il mantra degli internauti. Ma questa libertà nella condivisione dei materiali può essere considerata a rischio d’infrazione dei diritti d’autore. E il player maggiore, Google, corre ai ripari. gli articoli ed estratti pubblicati su Google News. Pubblicati, però, non su esplicita richiesti di autori ed editori, ma presi e buttati nel calderone del servizio news del motore di ricerca, una specie di maxi-aggregatore di notizie on-line. La questione nasce dalla domanda: "quanto deve Google agli autori e agli editori delle notizie pubblicate su Google News?". Una domanda dalla difficile risposta, giacché Goog-

Eric Schmidt, CEO di Google e il presidente francese François Hollande durante l’incontro all’Eliseo le non vende quelle notizie, le diffonde e basta, generando traffico, link e click. In una serie di note e comunicati inviati nel tempo, Google ricorda agli editori come sia possibile togliere i propri articoli da Google News tramite una semplice procedura e come, in realtà, gli editori stessi traggano vantaggio dai clic sull'aggregatore, che viaggiano sull'impressionante media di 100,000 al minuto. Il colosso di Mountain View si è comunque visto negli ultimi mesi impelagato in cause legali o richiamato all'ordine da alcuni governi europei: non solo la Francia, anche il Belgio, la Germania e l'Italia hanno fatto sentire la loro voce. E ha subito aperto il tavolo delle trattative, per raggiungere un accordo che potesse

accontentare entrambe le parti ma anche gli utenti ormai abituati a un comodo servizio di raggruppamento delle notizie quale è Google News. In Belgio ci sono voluti sei anni e una causa legale intentata da Copiepresse, l'associazione per la difesa del copyright fondata da alcune case editrici belghe, dal Saj (Société des auteurs journalistes) e da Assucopie (associazione degli autori di testi scolastici e universitari) ma l'accordo è stato raggiunto e, da dicembre 2012, i risultati dei quotidiani belgi sono tornati visibili su Google News. In questo caso la vittoria del governo belga non prevede un versamento di fondi da parte di Google (che si troverà a pagare, però, 6


le spese legali e un indennizzo di 6 milioni di euro a editori e autori) ma piuttosto un accordo di collaborazione a 360° dalla pubblicità con l'uso di AdWord e Ad Sense, gli strumenti di Google dedicati alle campagne promozionali. E, sempre di comune accordo, gli editori belgi e Big G cominceranno a organizzare mini-pagamenti per leggere articoli o sottoscrivere abbonamenti. In ultimo, si parla di implementare alcuni servizi google quali youtube, sui portali delle varie testate, con canali video appositamente dedicati. Sebbene con alcune voci fuori dal coro, che lamentano come per Google si tratti di briciole, i 60 milioni di euro ottenuti dalla Francia sembrano un buon compromesso. Si tratta di un pagamento una tan-

tum, già assicurato con cadenza annuale per i prossimi 3 anni, da mettere in un fondo, gestito da esperti del settore e da rappresentanti di Google e dei media francesi. Questo fondo ha l'obiettivo di aiutare le testate giornalistiche francesi a digitalizzarsi, tramite il finanziamento di progetti innovativi e l'immancabile sconto/accordo per l'utilizzo di Google AdSense e AdWords. Il presidente Hollande promette che questo non sarà la fine dei contributi pubblici all'editoria, ma piuttosto un'aggiunta ai fondi già presenti.
 
 Ricordo che fra i vari paesi in trattative con Mountain View figura anche l'Italia. Sarà suo il prossimo turno?

visita il sito absolutelyfree.it 7


le spese legali e un indennizzo di 6 milioni di euro a editori e autori) ma piuttosto un accordo di collaborazione a 360° dalla pubblicità con l'uso di AdWord e Ad Sense, gli strumenti di Google dedicati alle campagne promozionali. E, sempre di comune accordo, gli editori belgi e Big G cominceranno a organizzare mini-pagamenti per leggere articoli o sottoscrivere abbonamenti. In ultimo, si parla di implementare alcuni servizi google quali youtube, sui portali delle varie testate, con canali video appositamente dedicati. Sebbene con alcune voci fuori dal coro, che lamentano come per Google si tratti di briciole, i 60 milioni di euro ottenuti dalla Francia sembrano un buon compromesso. Si tratta di un pagamento una tan-

tum, già assicurato con cadenza annuale per i prossimi 3 anni, da mettere in un fondo, gestito da esperti del settore e da rappresentanti di Google e dei media francesi. Questo fondo ha l'obiettivo di aiutare le testate giornalistiche francesi a digitalizzarsi, tramite il finanziamento di progetti innovativi e l'immancabile sconto/accordo per l'utilizzo di Google AdSense e AdWords. Il presidente Hollande promette che questo non sarà la fine dei contributi pubblici all'editoria, ma piuttosto un'aggiunta ai fondi già presenti.
 
 Ricordo che fra i vari paesi in trattative con Mountain View figura anche l'Italia. Sarà suo il prossimo turno?

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F OCUS O N

Parole, parole, parole Da tutte le parti arriva l’appello disperato di intellettuali, artisti e appartenenti
 al panorama culturale italiano
 di tenere in considerazione e rivalutare
 la Cultura, ormai dissipata e lasciata
 in balia di se stessa.
 La risposta proviene dalla rete:

Moreno Scorpioni

Arriva accorato da tutti i poli del mondo culturale l’appello a tener presente che sì, con la cultura si può mangiare, eccome, basta saperla incentivare e non lasciarla morire come è stato fatto negli ultimi anni. Pablo Echaurren, pittore, fumettista e scrittore italiano, in un post sul suo blog sullo Huffington Post denunciava come tra l’uso e l’abuso di parole in campagna elettorale, ne mancasse una, in qualsiasi schieramento, fondamentale: cultura. «Siamo in campagna elettorale e stanno lì tutti a sparare bordate, cavolate, promesse da marinaio. Chi più ne spara, più racco-

E-leggiamo! glie. Siamo quasi al voto di scambio, io do una cosa a te e tu mi dai il voto a me. Però purtroppo pressoché nessuno ha ancora pronunciato la parola "cultura". Ebbene qui da noi siamo pieni di "grandi artisti morenti" (di fame, di indifferenza, di oblio).
 
 Non gliene frega niente a nessuno. Ma forse è colpa degli intellettuali stessi che non si sporcano le mani come dovrebbero, che non scendono o salgono in campo, che si fanno gli affari loro. Che di solito sono poco o genericamente impegnati.»

La risposta a questo canto del cigno dello stato dell’arte, della cultura e della letteratura in Italia arriva dal web e si chiama eleggiamo, una lettera aperta del mondo del libro e della lettura ai candidati (tutti) alle elezioni politiche del 2013. Promossa dall’Associazione forum del libro (associazione senza fini di lucro che considera i libri come un bene meritorio e si propone di promuoverne la lettura individuando, incentivando e amplificando tutte le esperienze che in tal senso possano essere utili) e sostenuta da personaggi di spicco come Corrado Augias, Giuseppe Laterza, Loredana Lipperini, Stefano Rodotà e Marino Sinibaldi, la lettera aperta indica lo stretto legame che vi è tra cultura, benessere complessivo della persona e PIL.

Dove si leggono più libri si leggono anche più giornali, si va più spesso al cinema o al teatro, si ascolta più musica, si frequentano di più i musei. In una parola? Girano più soldi. Non solo: la lettura di libri si combina positivamente anche con l’uso delle nuova tecnologie e in particolare di Internet. 
 Ancora: dove la lettura è abitudine più diffusa, in molti casi è anche più alto il reddito, è migliore la qualità della vita, la società è più coesa, sono maggiori la capacità di innovazione e la propensione alla crescita, è più forte la difesa della legalità, sono minori la corruzione, la criminalità e la discriminazione nei confronti delle donne. Secondo i dati diffusi dai pediatri di “Nati per leggere” (iniziativa promossa dall'alleanza tra bibliotecari e pediatri), anche la 8


F OCUS O N

Parole, parole, parole Da tutte le parti arriva l’appello disperato di intellettuali, artisti e appartenenti
 al panorama culturale italiano
 di tenere in considerazione e rivalutare
 la Cultura, ormai dissipata e lasciata
 in balia di se stessa.
 La risposta proviene dalla rete:

Moreno Scorpioni

Arriva accorato da tutti i poli del mondo culturale l’appello a tener presente che sì, con la cultura si può mangiare, eccome, basta saperla incentivare e non lasciarla morire come è stato fatto negli ultimi anni. Pablo Echaurren, pittore, fumettista e scrittore italiano, in un post sul suo blog sullo Huffington Post denunciava come tra l’uso e l’abuso di parole in campagna elettorale, ne mancasse una, in qualsiasi schieramento, fondamentale: cultura. «Siamo in campagna elettorale e stanno lì tutti a sparare bordate, cavolate, promesse da marinaio. Chi più ne spara, più racco-

E-leggiamo! glie. Siamo quasi al voto di scambio, io do una cosa a te e tu mi dai il voto a me. Però purtroppo pressoché nessuno ha ancora pronunciato la parola "cultura". Ebbene qui da noi siamo pieni di "grandi artisti morenti" (di fame, di indifferenza, di oblio).
 
 Non gliene frega niente a nessuno. Ma forse è colpa degli intellettuali stessi che non si sporcano le mani come dovrebbero, che non scendono o salgono in campo, che si fanno gli affari loro. Che di solito sono poco o genericamente impegnati.»

La risposta a questo canto del cigno dello stato dell’arte, della cultura e della letteratura in Italia arriva dal web e si chiama eleggiamo, una lettera aperta del mondo del libro e della lettura ai candidati (tutti) alle elezioni politiche del 2013. Promossa dall’Associazione forum del libro (associazione senza fini di lucro che considera i libri come un bene meritorio e si propone di promuoverne la lettura individuando, incentivando e amplificando tutte le esperienze che in tal senso possano essere utili) e sostenuta da personaggi di spicco come Corrado Augias, Giuseppe Laterza, Loredana Lipperini, Stefano Rodotà e Marino Sinibaldi, la lettera aperta indica lo stretto legame che vi è tra cultura, benessere complessivo della persona e PIL.

Dove si leggono più libri si leggono anche più giornali, si va più spesso al cinema o al teatro, si ascolta più musica, si frequentano di più i musei. In una parola? Girano più soldi. Non solo: la lettura di libri si combina positivamente anche con l’uso delle nuova tecnologie e in particolare di Internet. 
 Ancora: dove la lettura è abitudine più diffusa, in molti casi è anche più alto il reddito, è migliore la qualità della vita, la società è più coesa, sono maggiori la capacità di innovazione e la propensione alla crescita, è più forte la difesa della legalità, sono minori la corruzione, la criminalità e la discriminazione nei confronti delle donne. Secondo i dati diffusi dai pediatri di “Nati per leggere” (iniziativa promossa dall'alleanza tra bibliotecari e pediatri), anche la 8


salute e il benessere complessivo dei bambini traggono vantaggio dalla pratica dei genitori di leggere libri ai figli fin

guare i bilanci delle biblioteche, in modo da consentire loro di rappresentare al meglio la produzione editoriale. 3. Librerie di qualità: 
 dai primi anni di vita.
 riconoscimento specifico per le librerie Come mai allora le classi dirigenti italiadi qualità, che comporti l’accesso ad agene, con poche eccezioni, hanno prestavolazioni fiscali e garantisca priorità nelto così scarsa attenzione al libro, alla la fornitura alle biblioteche (come già lettura e ai loro luoghi in un Paese in cui avviene in Francia). i dati di chi non legge sono sempre più 4. Leggere in rete: 
 allarmanti? ai libri elettronici dev’essere pienamen
 te riconosciuta la natura di prodotti culE-leggiamo propone, a chiunque stabiliturali, anche dal punto di vista fiscale e sca un governo, cinque punti cardine su dev’essere garantita la libera cui è necessario intervedisponibilità in formato diginire: tale dei prodotti della ricer1. Scuola: 
 ca finanziata per oltre il biblioteche scolastiche 60% con denaro pubblico. riconosciute come parte Dev’essere inoltre avviato qualificante del procesun progetto nazionale di so formativo e obbliScarica il PDF dei 5 punti di e-Leggiamo: digitalizzazione per i libri gatorietà della loro http://legge-rete.net/e-leggiamo/
 fuori commercio e per presenza in tutte le quelli fuori diritti, finanziascuole. Proposta di to anche attraverso sanzioni economirealizzare annualmente, da parte del che su pirateria e violazioni del copyMIUR, un piano nazionale per la lettura right. con un occhio di riguardo per la promo5. Piano per la lettura: 
 zione della stessa. è essenziale coordinare le politiche pub2. Biblioteche e cittadinanza: 
 bliche, statali, regionali e locali, in un abrogazione dell’art. 19 del Decreto piano per la lettura, da valutare e aggiorsulla spending review che esclude i servizi culturali dal novero delle funzioni fondamentali dei Comuni e richiesta di ade-

nare annualmente.
 Cosa ne sarà di questa proposta, che a

oggi conta più di 6.000 firme, nel nuovo e ingarbugliato panorama politico italiano ancora non si sa. Chissà, forse ci voleva una sferzata per ottenere una sterzata. Svecchiare, arieggiare, fare le pulizie di primavera. Ritinteggiare. Anche Filippo Tommaso Marinetti parlava della necessità di istituire un "eccitatorio", un "consiglio di giovani", uno strumento di punzecchiamento che servisse da sprone all'endemica inconcludenza dei governi. Certo la situazione è distante anni luce, ma il fatto che ora sia entrata nelle stanze del potere una nuova folata, rimette in moto idee e progetti. Costringe la macchina della politica ormai arrugginita e logorata, per non dire ingrippata, a darsi una scrollata, a innestare la marcia e via, sgommare.

visita il sito absolutelyfree.it 9


salute e il benessere complessivo dei bambini traggono vantaggio dalla pratica dei genitori di leggere libri ai figli fin

guare i bilanci delle biblioteche, in modo da consentire loro di rappresentare al meglio la produzione editoriale. 3. Librerie di qualità: 
 dai primi anni di vita.
 riconoscimento specifico per le librerie Come mai allora le classi dirigenti italiadi qualità, che comporti l’accesso ad agene, con poche eccezioni, hanno prestavolazioni fiscali e garantisca priorità nelto così scarsa attenzione al libro, alla la fornitura alle biblioteche (come già lettura e ai loro luoghi in un Paese in cui avviene in Francia). i dati di chi non legge sono sempre più 4. Leggere in rete: 
 allarmanti? ai libri elettronici dev’essere pienamen
 te riconosciuta la natura di prodotti culE-leggiamo propone, a chiunque stabiliturali, anche dal punto di vista fiscale e sca un governo, cinque punti cardine su dev’essere garantita la libera cui è necessario intervedisponibilità in formato diginire: tale dei prodotti della ricer1. Scuola: 
 ca finanziata per oltre il biblioteche scolastiche 60% con denaro pubblico. riconosciute come parte Dev’essere inoltre avviato qualificante del procesun progetto nazionale di so formativo e obbliScarica il PDF dei 5 punti di e-Leggiamo: digitalizzazione per i libri gatorietà della loro http://legge-rete.net/e-leggiamo/
 fuori commercio e per presenza in tutte le quelli fuori diritti, finanziascuole. Proposta di to anche attraverso sanzioni economirealizzare annualmente, da parte del che su pirateria e violazioni del copyMIUR, un piano nazionale per la lettura right. con un occhio di riguardo per la promo5. Piano per la lettura: 
 zione della stessa. è essenziale coordinare le politiche pub2. Biblioteche e cittadinanza: 
 bliche, statali, regionali e locali, in un abrogazione dell’art. 19 del Decreto piano per la lettura, da valutare e aggiorsulla spending review che esclude i servizi culturali dal novero delle funzioni fondamentali dei Comuni e richiesta di ade-

nare annualmente.
 Cosa ne sarà di questa proposta, che a

oggi conta più di 6.000 firme, nel nuovo e ingarbugliato panorama politico italiano ancora non si sa. Chissà, forse ci voleva una sferzata per ottenere una sterzata. Svecchiare, arieggiare, fare le pulizie di primavera. Ritinteggiare. Anche Filippo Tommaso Marinetti parlava della necessità di istituire un "eccitatorio", un "consiglio di giovani", uno strumento di punzecchiamento che servisse da sprone all'endemica inconcludenza dei governi. Certo la situazione è distante anni luce, ma il fatto che ora sia entrata nelle stanze del potere una nuova folata, rimette in moto idee e progetti. Costringe la macchina della politica ormai arrugginita e logorata, per non dire ingrippata, a darsi una scrollata, a innestare la marcia e via, sgommare.

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L A R ECENSIONE

Echi di Urss Un viaggio nel luogo e nel tempo
 sconfinato. Transiberiana:
 ovvero quando l’infrastruttura
 si fa storia.

Gianluca Comuniello

Leggere un libro sulla Russia che un tempo fu Urss, scritto da una comunista “eretica” come Luciana Castellina e farlo nel febbraio 2013 da italiano reduce dalle elezioni più ammaccanti della nostra storia repubblicana, può non essere l’esercizio intellettuale ed emotivo più semplice di questo mondo. Questo in generale, ma ancor più in particolare quando, verso la fine del libro, per la precisione a pagina 173, si arriva a questo passaggio: “Poiché la gente si sente priva della forza di cambiare le cose, va-

gheggia un uomo determinato che scenda dal cielo a cancellare la corruzione, riportare la giustizia sociale, restituire alla Russia il suo status nel mondo.” La Castellina parla chiaramente di Russia e della mitizzazione di Stalin ad opera delle nuove generazioni russe, in questo passaggio, ma l’assonanza con alcune cose italiche del “recentissimo presente” e anche degli ultimi venti anni mi ha fatto fare un balzo sulla sedia (o sul letto, non ricordo). E sono molti gli echi e i rimandi incrociati che risuonano in questo libro, scritto

per raccontare un recente viaggio di un gruppo di intellettuali italiani lungo la celebre linea ferroviaria che da Mosca si inoltrava nel Far East del ghiaccio siberiano. Far East è un termine scelto non a caso: fra le molte sorprendenti cose che si trovano nel racconto della Castellina c’è infatti anche un verosimilissimo parallelo fra l’epica celebrata (e anche un po’ sputtanata) del Far West americano e alcune storie del tutto simmetriche che la terra senza pietà che si estende al di là degli Urali ha saputo raccontare nel corso del tempo. La Russia è sconfinata, l’heartland del mondo e ancor più sconfinata era l’Unione Sovietica che nel bene e purtroppo molto anche nel male è stato l’attore caratterizzante del ventesimo secolo. C’è ovviamente una venatura di nostalgia nel racconto, forse anche perché il treno, in sé, è mezzo di trasporto molto adattabile allo struggimento nostalgico. Perché dà il tempo di fare due cose che purtroppo nella modernità stiamo disimparando a fare: guardare e pensare. E di tempo per pensare e di spazio da guardare ne trovi molto in Siberia. I numeri, intesi come chilometri quadrati di terra e di acqua, lasciano basiti. Le storie di un comunismo che per quei popoli periferici è stato il primo vero ingresso nella storia mondia-

Luciana Castellina (Roma, 9 agosto 1929)
 è una politica, giornalista e scrittrice italiana, esponente del Partito Comunista Italiano,
 de Il Manifesto, del Partito di Unità Proletaria per il comunismo, di Democrazia Proletaria, di Rifondazione Comunista e del Movimento dei Comunisti Unitari, già parlamentare
 europea. Attualmente è membro
 del Consiglio Nazionale dell'Arci
 e Presidente Onorario del sito
 sul cinema europeo Cineuropa.org. Nel 2011 ha pubblicato “La scoperta
 del mondo” (Nottetempo), ovvero il suo
 diario dai quattordici ai diciotto anni.
 Che racconta la sua adolescenza e la sua
 iniziazione politica. Il libro è stato finalista
 al 65simo Premio Strega. (da Wikipedia)

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L A R ECENSIONE

Echi di Urss Un viaggio nel luogo e nel tempo
 sconfinato. Transiberiana:
 ovvero quando l’infrastruttura
 si fa storia.

Gianluca Comuniello

Leggere un libro sulla Russia che un tempo fu Urss, scritto da una comunista “eretica” come Luciana Castellina e farlo nel febbraio 2013 da italiano reduce dalle elezioni più ammaccanti della nostra storia repubblicana, può non essere l’esercizio intellettuale ed emotivo più semplice di questo mondo. Questo in generale, ma ancor più in particolare quando, verso la fine del libro, per la precisione a pagina 173, si arriva a questo passaggio: “Poiché la gente si sente priva della forza di cambiare le cose, va-

gheggia un uomo determinato che scenda dal cielo a cancellare la corruzione, riportare la giustizia sociale, restituire alla Russia il suo status nel mondo.” La Castellina parla chiaramente di Russia e della mitizzazione di Stalin ad opera delle nuove generazioni russe, in questo passaggio, ma l’assonanza con alcune cose italiche del “recentissimo presente” e anche degli ultimi venti anni mi ha fatto fare un balzo sulla sedia (o sul letto, non ricordo). E sono molti gli echi e i rimandi incrociati che risuonano in questo libro, scritto

per raccontare un recente viaggio di un gruppo di intellettuali italiani lungo la celebre linea ferroviaria che da Mosca si inoltrava nel Far East del ghiaccio siberiano. Far East è un termine scelto non a caso: fra le molte sorprendenti cose che si trovano nel racconto della Castellina c’è infatti anche un verosimilissimo parallelo fra l’epica celebrata (e anche un po’ sputtanata) del Far West americano e alcune storie del tutto simmetriche che la terra senza pietà che si estende al di là degli Urali ha saputo raccontare nel corso del tempo. La Russia è sconfinata, l’heartland del mondo e ancor più sconfinata era l’Unione Sovietica che nel bene e purtroppo molto anche nel male è stato l’attore caratterizzante del ventesimo secolo. C’è ovviamente una venatura di nostalgia nel racconto, forse anche perché il treno, in sé, è mezzo di trasporto molto adattabile allo struggimento nostalgico. Perché dà il tempo di fare due cose che purtroppo nella modernità stiamo disimparando a fare: guardare e pensare. E di tempo per pensare e di spazio da guardare ne trovi molto in Siberia. I numeri, intesi come chilometri quadrati di terra e di acqua, lasciano basiti. Le storie di un comunismo che per quei popoli periferici è stato il primo vero ingresso nella storia mondia-

Luciana Castellina (Roma, 9 agosto 1929)
 è una politica, giornalista e scrittrice italiana, esponente del Partito Comunista Italiano,
 de Il Manifesto, del Partito di Unità Proletaria per il comunismo, di Democrazia Proletaria, di Rifondazione Comunista e del Movimento dei Comunisti Unitari, già parlamentare
 europea. Attualmente è membro
 del Consiglio Nazionale dell'Arci
 e Presidente Onorario del sito
 sul cinema europeo Cineuropa.org. Nel 2011 ha pubblicato “La scoperta
 del mondo” (Nottetempo), ovvero il suo
 diario dai quattordici ai diciotto anni.
 Che racconta la sua adolescenza e la sua
 iniziazione politica. Il libro è stato finalista
 al 65simo Premio Strega. (da Wikipedia)

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le, portano ad un’inaspettata compassione verso persone che hanno vissuto il tanto celebrato passaggio dal comunismo al capitalismo più come un furto che come un’occasione storica di riscatto. Viene voglia di girare ogni singolo angolo di Russia, leggendo Transiberiana. Viene voglia di diventare il migliore amico di Dostoevskij. Viene voglia di cercare di capire meglio quel passaggio fondamentale nella storia dell’umanità che è stato il periodo fra la fine degli anni Ottanta e il 1993, quando si decise il game over del comunismo russo e lo si sostituì con un capitalismo predone e d’accatto, che ha reso oscenamente ricchi pochi per gettare la maggior parte della gente, specialmen-

te nelle periferie dell’ex impero, in una povertà in cui non c’era più nemmeno la magra consolazione di uno stato sociale ottusamente burocratico ma quanto meno presente. Questo si capisce leggendo la Castellina: che la tragedia del comunismo sovietico è stata tale anche perché il finale di partita è stato semplicemente un lungo e agonizzante piagnisteo di una potenza che si accartoccia su se stessa. E un paese senza più mitologia né un ruolo preciso nel mondo (al di là del neo-imperialismo di Putin) rischia di celebrare sbagliatissimi modelli e figure del passato. Per chi crede che la Russia di oggi sia solo Putin, Mosca o San Pietroburgo, questa è una lettura obbligata. Anche perché, come tutte le buone letture, porta il lettore ad un’ulteriore fame sull’argomento. Mi alzo dal letto e vado a mangiare. 11


le, portano ad un’inaspettata compassione verso persone che hanno vissuto il tanto celebrato passaggio dal comunismo al capitalismo più come un furto che come un’occasione storica di riscatto. Viene voglia di girare ogni singolo angolo di Russia, leggendo Transiberiana. Viene voglia di diventare il migliore amico di Dostoevskij. Viene voglia di cercare di capire meglio quel passaggio fondamentale nella storia dell’umanità che è stato il periodo fra la fine degli anni Ottanta e il 1993, quando si decise il game over del comunismo russo e lo si sostituì con un capitalismo predone e d’accatto, che ha reso oscenamente ricchi pochi per gettare la maggior parte della gente, specialmen-

te nelle periferie dell’ex impero, in una povertà in cui non c’era più nemmeno la magra consolazione di uno stato sociale ottusamente burocratico ma quanto meno presente. Questo si capisce leggendo la Castellina: che la tragedia del comunismo sovietico è stata tale anche perché il finale di partita è stato semplicemente un lungo e agonizzante piagnisteo di una potenza che si accartoccia su se stessa. E un paese senza più mitologia né un ruolo preciso nel mondo (al di là del neo-imperialismo di Putin) rischia di celebrare sbagliatissimi modelli e figure del passato. Per chi crede che la Russia di oggi sia solo Putin, Mosca o San Pietroburgo, questa è una lettura obbligata. Anche perché, come tutte le buone letture, porta il lettore ad un’ulteriore fame sull’argomento. Mi alzo dal letto e vado a mangiare. 11


I P ERCORSI DI L ETTURA

Rivoluzione a 5 stelle A lungo la stampa italiana
 ha finto di non vedere l’ascesa,
 con accelerata finale, del Movimento 5 Stelle e dei “grillini”. Ora sono
 i più chiacchierati, citati, esaminati. Ma chi sono davvero? Nicoletta Azzolini

Sono state elezioni importanti, queste appena passate, se non per il risultato finale poco chiaro, di certo per quanto i cittadini abbiano sottolineato la necessità di cambiamento di una categoria imbolsita come quella dei politici. Dopo anni sul web e sulle piazze e dopo anni di invettive contro quegli stessi politici, Beppe Grillo, comico di partenza ma ormai vero e proprio leader del Movimento 5 Stelle, ha raccolto i risultati e né giornalisti né politici sanno come porsi di fronte a questo fenomeno.

Ve lo do io Beppe Grillo di Andrea Scanzi - Mondadori - EPUB/MOBI Come è stato possibile che un comico, da solo e contro tutti, abbia messo in scacco un'intera classe politica? Perché Grillo è assurto al rango di "leader" politico? Questo libro, uscito nel 2008 e ora aggiornato, è assieme la prima inchiesta su un fenomeno assolutamente nuovo e anomalo della politica italiana e l'accurata biografia dell'artista genovese.

In realtà probabilmente nessun italiano lo sa, anche chi l'ha votato. Il cambiamento è radicale e, a pochi giorni dal risultato elettorale, la confusione è ai massimi livelli. I libri che proponiamo questa volta potrebbero aiutarci a fare un po' di luce su questa “novità” politica: da una parte il libro “filosofico” del Movimento, un dialogo nello stile dei filosofi greci in cui Grillo, Casaleggio, il guru del Movimento, e Dario Fo, il sostenitore più emerito dei 5 Stelle trattano tutte le tematiche del programma e rispondono a una serie di interrogativi e dubbi che spesso sono stati posti dagli utenti online; dall’altra un interessante punto della situazione, appena aggiornato, da Scanzi (che fra i primi analizzò il movimento proprio con la prima edizione di “Ve lo do io Beppe Grillo” nel 2008); dalla voce satirica e fuori dal coro di Uomo Morde Cane e la sua “Appendice Elettorale” al racconto dei primi sforzi amministrativi realizzati dai grillini (in Emilia).

La Famosa Invasione dei Grillini in Emilia di Paolo Stefanini - Linkiesta.it EPUB/MOBI Viaggio tra i militanti del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che, dopo i risultati in forte crescita alle elezioni amministrative, cercano di organizzarsi per entrare in Parlamento alle prossime elezioni politiche. Il dibattito interno è aspro, soprattutto nella regione dove finora hanno raccolto i risultati più brillanti: l’Emilia Romagna. Con un dizionario del gergo grillino e prefazione di Peppino Caldarola.

Tutto quello che non sapete, è vero di Beppe Grillo Tea - EPUB/MOBI Questo libro raccoglie per la prima volta tutti gli editoriali scritti da Grillo per La Settimana, il magazine derivato dal suo blog che può essere scaricato, stampato e distribuito liberamente. Rileggerli oggi offre uno spaccato senza abbellimenti della nostra storia più recente e una chiave per capire come il nostro Paese si sia potuto ridurre nelle condizioni attuali

Uomo Morde Cane “Appendice Elettorale” di Massimiliano Zulli - Absolutely Free Editore - EPUB/MOBI Ecco qui svelati tutti i retroscena delle ultime, fantastiche (più "fantasiose" invero) elezioni politiche: quelle che hanno regalato l'Italia a un comico. No, un altro. Stavolta professionista e che fa ridere volontariamente. Un instant book sulle elezioni 2013.

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I P ERCORSI DI L ETTURA

Rivoluzione a 5 stelle A lungo la stampa italiana
 ha finto di non vedere l’ascesa,
 con accelerata finale, del Movimento 5 Stelle e dei “grillini”. Ora sono
 i più chiacchierati, citati, esaminati. Ma chi sono davvero? Nicoletta Azzolini

Sono state elezioni importanti, queste appena passate, se non per il risultato finale poco chiaro, di certo per quanto i cittadini abbiano sottolineato la necessità di cambiamento di una categoria imbolsita come quella dei politici. Dopo anni sul web e sulle piazze e dopo anni di invettive contro quegli stessi politici, Beppe Grillo, comico di partenza ma ormai vero e proprio leader del Movimento 5 Stelle, ha raccolto i risultati e né giornalisti né politici sanno come porsi di fronte a questo fenomeno.

Ve lo do io Beppe Grillo di Andrea Scanzi - Mondadori - EPUB/MOBI Come è stato possibile che un comico, da solo e contro tutti, abbia messo in scacco un'intera classe politica? Perché Grillo è assurto al rango di "leader" politico? Questo libro, uscito nel 2008 e ora aggiornato, è assieme la prima inchiesta su un fenomeno assolutamente nuovo e anomalo della politica italiana e l'accurata biografia dell'artista genovese.

In realtà probabilmente nessun italiano lo sa, anche chi l'ha votato. Il cambiamento è radicale e, a pochi giorni dal risultato elettorale, la confusione è ai massimi livelli. I libri che proponiamo questa volta potrebbero aiutarci a fare un po' di luce su questa “novità” politica: da una parte il libro “filosofico” del Movimento, un dialogo nello stile dei filosofi greci in cui Grillo, Casaleggio, il guru del Movimento, e Dario Fo, il sostenitore più emerito dei 5 Stelle trattano tutte le tematiche del programma e rispondono a una serie di interrogativi e dubbi che spesso sono stati posti dagli utenti online; dall’altra un interessante punto della situazione, appena aggiornato, da Scanzi (che fra i primi analizzò il movimento proprio con la prima edizione di “Ve lo do io Beppe Grillo” nel 2008); dalla voce satirica e fuori dal coro di Uomo Morde Cane e la sua “Appendice Elettorale” al racconto dei primi sforzi amministrativi realizzati dai grillini (in Emilia).

La Famosa Invasione dei Grillini in Emilia di Paolo Stefanini - Linkiesta.it EPUB/MOBI Viaggio tra i militanti del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che, dopo i risultati in forte crescita alle elezioni amministrative, cercano di organizzarsi per entrare in Parlamento alle prossime elezioni politiche. Il dibattito interno è aspro, soprattutto nella regione dove finora hanno raccolto i risultati più brillanti: l’Emilia Romagna. Con un dizionario del gergo grillino e prefazione di Peppino Caldarola.

Tutto quello che non sapete, è vero di Beppe Grillo Tea - EPUB/MOBI Questo libro raccoglie per la prima volta tutti gli editoriali scritti da Grillo per La Settimana, il magazine derivato dal suo blog che può essere scaricato, stampato e distribuito liberamente. Rileggerli oggi offre uno spaccato senza abbellimenti della nostra storia più recente e una chiave per capire come il nostro Paese si sia potuto ridurre nelle condizioni attuali

Uomo Morde Cane “Appendice Elettorale” di Massimiliano Zulli - Absolutely Free Editore - EPUB/MOBI Ecco qui svelati tutti i retroscena delle ultime, fantastiche (più "fantasiose" invero) elezioni politiche: quelle che hanno regalato l'Italia a un comico. No, un altro. Stavolta professionista e che fa ridere volontariamente. Un instant book sulle elezioni 2013.

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I BESTSELLER

Le promozioni

Le Classifiche

da tenere d’occhio

dei libri digitali La top 5 dei maggiori eBook Store italiani nella settimana 25/02 - 03/3 1. Il periplo
 di Baldassarre
 di Amin Maalouf,
 Bompiani 3. La Bibbia.
 Nuovissima
 versione dai testi originali San
 Paolo Edizioni 3. Palline di pane
 di Paola
 Mastrocola,
 Guanda 4. Il messaggio
 segreto
 delle farfalle
 di Layla
 Al-'Uthman ,
 Newton Compton 5. L' occhio
 dello zar
 di Sam Eastland ,
 Il Saggiatore

1 . Controversia
 su Dio di Gad
 Lerner, Paolo Flores d'Arcais, Joseph
 Ratzinger,
 edizione MicroMega

Subito dopo le elezioni è definitivamente esploso il caso dei grillini e anche le classifiche digitali lo dimostrano con i titoli della Casaleggio Associati.

2 . Dead Space
 Martyr
 di B.K. Evenson,
 Multiplayer.it
 Edizioni

1. I 500
 di Matthew
 Quirk,
 SPERLING & KUPFER
 2. Riflessi di te
 di Sylvia Day,
 MONDADORI
 3. L'ex avvocato
 di John
 Grisham,
 MONDADORI

3. La Bibbia.
 Nuovissima versione dai testi originali San Paolo Edizioni 
 4. Il periplo
 di Baldassarre
 di Amin Maalouf, edizione Bompiani 5. Street Food
 di Rita Tersilla,
 pubblicato dall'Autore con ilmiolibro.it

Gianroberto Casaleggio (Milano, 1954) è un imprenditore italiano. È socio-fondatore e presidente della Casaleggio Associati s.r.l., una società informatica ed editoriale che si occupa di consulenze in materia di strategie di rete e cura il blog di Beppe Grillo. Inoltre è co-fondatore, assieme allo stesso Grillo, del MoVimento 5 Stelle, (da Wikipedia)

1. Manuale
 di autodifesa per maschi di Paul de Sury, Fazi Editore 2. Sicari a cinque euro di Alessandro Di Battista, Casaleggio Associati 3. Il Grillo canta sempre al tramonto di Gianroberto
 Casaleggio, Beppe Grillo e Dario
 Fo, Casaleggio Associati

4. Letto di ossa
 di Patricia Cornwell,
 MONDADORI

4. Livelli
 di guardia: Note Civili (2006 2011) di Claudio Magris, Editore Garzanti

5. Vendetta
 di sangue
 di Wilbur Smith, LONGANESI

5. Il suo nome
 è passione
 di Alawiya Sobh,
 Mondadori Editore

Un febbraio pieno di sconvolgimenti nella penisola italica: le elezioni con risultati sorprendenti e il Papa che decide di abdicare! Non stupisce che parte delle classifiche e delle promozioni dei vari store siano dedicati a questi due importanti temi. Per chi volesse scoprire i retroscena del Vaticano e le parole del Papa Benedetto XVI non c’è che l’imbarazzo della scelta, così come già ampia è la

bibliografia dedicata a Grillo o al Movimento 5 Stelle. Per saperne di più visitate i percorsi dedicati sulla libreria on-line bookrepublic.it

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I BESTSELLER

Le promozioni

Le Classifiche

da tenere d’occhio

dei libri digitali La top 5 dei maggiori eBook Store italiani nella settimana 25/02 - 03/3 1. Il periplo
 di Baldassarre
 di Amin Maalouf,
 Bompiani 3. La Bibbia.
 Nuovissima
 versione dai testi originali San
 Paolo Edizioni 3. Palline di pane
 di Paola
 Mastrocola,
 Guanda 4. Il messaggio
 segreto
 delle farfalle
 di Layla
 Al-'Uthman ,
 Newton Compton 5. L' occhio
 dello zar
 di Sam Eastland ,
 Il Saggiatore

1 . Controversia
 su Dio di Gad
 Lerner, Paolo Flores d'Arcais, Joseph
 Ratzinger,
 edizione MicroMega

Subito dopo le elezioni è definitivamente esploso il caso dei grillini e anche le classifiche digitali lo dimostrano con i titoli della Casaleggio Associati.

2 . Dead Space
 Martyr
 di B.K. Evenson,
 Multiplayer.it
 Edizioni

1. I 500
 di Matthew
 Quirk,
 SPERLING & KUPFER
 2. Riflessi di te
 di Sylvia Day,
 MONDADORI
 3. L'ex avvocato
 di John
 Grisham,
 MONDADORI

3. La Bibbia.
 Nuovissima versione dai testi originali San Paolo Edizioni 
 4. Il periplo
 di Baldassarre
 di Amin Maalouf, edizione Bompiani 5. Street Food
 di Rita Tersilla,
 pubblicato dall'Autore con ilmiolibro.it

Gianroberto Casaleggio (Milano, 1954) è un imprenditore italiano. È socio-fondatore e presidente della Casaleggio Associati s.r.l., una società informatica ed editoriale che si occupa di consulenze in materia di strategie di rete e cura il blog di Beppe Grillo. Inoltre è co-fondatore, assieme allo stesso Grillo, del MoVimento 5 Stelle, (da Wikipedia)

1. Manuale
 di autodifesa per maschi di Paul de Sury, Fazi Editore 2. Sicari a cinque euro di Alessandro Di Battista, Casaleggio Associati 3. Il Grillo canta sempre al tramonto di Gianroberto
 Casaleggio, Beppe Grillo e Dario
 Fo, Casaleggio Associati

4. Letto di ossa
 di Patricia Cornwell,
 MONDADORI

4. Livelli
 di guardia: Note Civili (2006 2011) di Claudio Magris, Editore Garzanti

5. Vendetta
 di sangue
 di Wilbur Smith, LONGANESI

5. Il suo nome
 è passione
 di Alawiya Sobh,
 Mondadori Editore

Un febbraio pieno di sconvolgimenti nella penisola italica: le elezioni con risultati sorprendenti e il Papa che decide di abdicare! Non stupisce che parte delle classifiche e delle promozioni dei vari store siano dedicati a questi due importanti temi. Per chi volesse scoprire i retroscena del Vaticano e le parole del Papa Benedetto XVI non c’è che l’imbarazzo della scelta, così come già ampia è la

bibliografia dedicata a Grillo o al Movimento 5 Stelle. Per saperne di più visitate i percorsi dedicati sulla libreria on-line bookrepublic.it

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I L LIBRO IN ANTEPRIMA

Props, piloni "Quando muoiono i piloni vanno in Paradiso perché l'inferno l'hanno già vissuto su questa terra". Coraggio, sudore, sacrificio, il gusto dello scontro frontale, dell’uno contro uno. In questo libro vi raccontiamo storie di piloni. Rigorosamente italiani, non rigorosamente campioni.

PILONE 1 TOMMASO FATTORI Foligno, Roma, Perugia, Terni, L’Aquila, Palermo. Le vie del rugby sono infinite in quei ruggenti anni Trenta. L’età dei pionieri. L’età del rugby “sport di combattimento che dev’essere largamente diffuso e praticato tra la gioventù italica”, secondo i dettami del gerarca Achille Starace. E il rugby in quegli anni si propagava senza alcuna logica o pianificazione,

seguendo percorsi impensabili. Foligno, Roma, Perugia, Terni, L’Aquila, Palermo. Appunto. Foligno dà i natali a Tommaso Fattori. Che oggi è uno struggente ricordo e uno stadio un po’ cadente in stile razionale, ma per trent’anni è stato il rugby, a L’Aquila e non solo. Dieci presenze in Nazionale, due scudetti con la Rugby Roma, commissario tecnico azzurro per una breve, decisiva stagione. Soprattutto, pilone. Sinistro. Mobile e intelligente, duro e caparbio. Lo chiamavano “l’Umbro”, perché da lì proveniva, ma anche per-

TITOLO

PROPS, PILONI

AUTORE

FRANCESCO VOLPE

FORMATO EBOOK

EPUB/MOBI/PDF

PREZZO

€ 4,99

PAGINE

136

COLLANA

SPORT.DOC

ché aveva la testa dura e non mollava mai. Se si metteva in testa una cosa, la otteneva. A Foligno, il padre Galileo faceva in tipografo; la mamma, Rosa, era casalinga e ottima cuoca. Roma accoglie Tommaso Fattori alla morte del padre. La famiglia non ha più un reddito su cui contare e Rosa la trasferisce nella Capitale, dai parenti. Si stabilisce a Via Telesio, nei pressi di Piazzale degli Eroi, ed apre un ristorante a Via Nazionale, accanto a San Paolo dentro le Mura, la prima chiesa anglicana di Roma. Tommaso studia da geometra e si appassiona allo sport. Entra nelle giovanili della Lazio calcio, frequenta lo storico campo della Rondinella, sotto la collina dei Parioli. Con lui giocano anche Paolo e Francesco Vinci, due dei quattro figli di Adolfo, un influente diplomatico. E Franco Chiaserotti, altro pioniere del rugby romano. Ostilità dei compagni, dissapori con i dirigenti biancocelesti: per un motivo o per un altro, presto o tardi, tutti loro lasceranno la Rondinella per spostarsi

sugli adiacenti prati del Galoppatoio, dove un gruppo di iniziati si batte da qualche mese con una strana palla ovale. Tra questi primi ruggers c’è Armando Nisti, un operaio folgorato sulla via del rugby mentre stava lavorando all’installazione dell’impianto di illuminazione di Viale Pilsudsky, che sarà maestro e padre putativo di generazioni di rugbisti romani. Tommaso diviene amico fraterno di Nisti, e di Carlo Raffo. Anch’essi piloni, anch’essi predicatori del verbo. Non c’è certezza, ma dev’essere proprio Nisti a convincerlo a passare al rugby. È il 1930, o più probabilmente il 1931. Dapprima con la Lazio, poi alla Rugby Roma, di cui Fattori diviene una colonna. Lo descrivono come un pilone velocissimo, malgrado il ruolo, solido in chiusa ma egualmente molto mobile. La Rugby Roma si trasforma nella sua seconda casa. In famiglia ne parla come di “una squadra favolosa”. In maglia bianconera vince due scudetti (1935 e 1937), spezzando la dittatu14


I L LIBRO IN ANTEPRIMA

Props, piloni "Quando muoiono i piloni vanno in Paradiso perché l'inferno l'hanno già vissuto su questa terra". Coraggio, sudore, sacrificio, il gusto dello scontro frontale, dell’uno contro uno. In questo libro vi raccontiamo storie di piloni. Rigorosamente italiani, non rigorosamente campioni.

PILONE 1 TOMMASO FATTORI Foligno, Roma, Perugia, Terni, L’Aquila, Palermo. Le vie del rugby sono infinite in quei ruggenti anni Trenta. L’età dei pionieri. L’età del rugby “sport di combattimento che dev’essere largamente diffuso e praticato tra la gioventù italica”, secondo i dettami del gerarca Achille Starace. E il rugby in quegli anni si propagava senza alcuna logica o pianificazione,

seguendo percorsi impensabili. Foligno, Roma, Perugia, Terni, L’Aquila, Palermo. Appunto. Foligno dà i natali a Tommaso Fattori. Che oggi è uno struggente ricordo e uno stadio un po’ cadente in stile razionale, ma per trent’anni è stato il rugby, a L’Aquila e non solo. Dieci presenze in Nazionale, due scudetti con la Rugby Roma, commissario tecnico azzurro per una breve, decisiva stagione. Soprattutto, pilone. Sinistro. Mobile e intelligente, duro e caparbio. Lo chiamavano “l’Umbro”, perché da lì proveniva, ma anche per-

TITOLO

PROPS, PILONI

AUTORE

FRANCESCO VOLPE

FORMATO EBOOK

EPUB/MOBI/PDF

PREZZO

€ 4,99

PAGINE

136

COLLANA

SPORT.DOC

ché aveva la testa dura e non mollava mai. Se si metteva in testa una cosa, la otteneva. A Foligno, il padre Galileo faceva in tipografo; la mamma, Rosa, era casalinga e ottima cuoca. Roma accoglie Tommaso Fattori alla morte del padre. La famiglia non ha più un reddito su cui contare e Rosa la trasferisce nella Capitale, dai parenti. Si stabilisce a Via Telesio, nei pressi di Piazzale degli Eroi, ed apre un ristorante a Via Nazionale, accanto a San Paolo dentro le Mura, la prima chiesa anglicana di Roma. Tommaso studia da geometra e si appassiona allo sport. Entra nelle giovanili della Lazio calcio, frequenta lo storico campo della Rondinella, sotto la collina dei Parioli. Con lui giocano anche Paolo e Francesco Vinci, due dei quattro figli di Adolfo, un influente diplomatico. E Franco Chiaserotti, altro pioniere del rugby romano. Ostilità dei compagni, dissapori con i dirigenti biancocelesti: per un motivo o per un altro, presto o tardi, tutti loro lasceranno la Rondinella per spostarsi

sugli adiacenti prati del Galoppatoio, dove un gruppo di iniziati si batte da qualche mese con una strana palla ovale. Tra questi primi ruggers c’è Armando Nisti, un operaio folgorato sulla via del rugby mentre stava lavorando all’installazione dell’impianto di illuminazione di Viale Pilsudsky, che sarà maestro e padre putativo di generazioni di rugbisti romani. Tommaso diviene amico fraterno di Nisti, e di Carlo Raffo. Anch’essi piloni, anch’essi predicatori del verbo. Non c’è certezza, ma dev’essere proprio Nisti a convincerlo a passare al rugby. È il 1930, o più probabilmente il 1931. Dapprima con la Lazio, poi alla Rugby Roma, di cui Fattori diviene una colonna. Lo descrivono come un pilone velocissimo, malgrado il ruolo, solido in chiusa ma egualmente molto mobile. La Rugby Roma si trasforma nella sua seconda casa. In famiglia ne parla come di “una squadra favolosa”. In maglia bianconera vince due scudetti (1935 e 1937), spezzando la dittatu14


ra delle “bianche casacche” dell’Amatori Milano. Nel frattempo si è sposato con Marcella ed è diventato padre. Sono nati Preziosa, la primogenita, poi Galileo e infine Teresa. Appena può, nonna Rosa li porta all’Acquacetosa a veder giocare il loro papà. Tommaso ha anche ottenuto il brevetto di allenatore effettivo, iscrivendosi di tasca propria al primo corso indetto dalla federazione, ed è stato incaricato dalla dirigenza della FIR di organizzare la squadra del Comando federale (fascio giovanile) di Terni. Fa la spola con l’Umbria, ma l’attività farriginosa dell’epoca gli consente di continuare a giocare. Terni è la città della folgorazione per Tommaso Fattori. È il 1937. I suoi ragazzi – le squadre dei comandi federali sono di fatto delle Under 21 e schierano tredici giocatori anziché quindici – vengono inseriti in un girone con Chieti, L’Aquila e Macerata. Alla seconda giornata a Terni arrivano gli aquilani di Guglielmo Zoffoli, compagno di squadra di Fattori alla Roma e in Nazionale. Vincono di netto quella che, più che una partita, è una zuffa indistinta a caccia del pallone in un ghibli di polvere. «Non ce sanno fa’ nemmeno quelli, ma armeno meneno de più…», commenta Fattori a chi gli chiede un giudizio sugli avversari. «Avremmo anche potuto vincere»,

se e futuro c.t. della Nazionale militare di calcio. Crociani lo convince ad allenare la squadra della GIL (la Gioventù italiana del Littorio) rimasta orfana di Zoffoli. Fattori è ancora un pilone della A.S. Roma (erede della Rugby Roma) e della Nazionale, ma accetta di far la spola con l’Abruzzo. Dove trova un gruppo di giovani atleticamente preparati – sono quasi tutti atleti, canottieri, lottatori o cestisti – ma praticamente digiuni di rugby. Si tratta di partire quasi da zero. Fondamentali, mischia, touche. È un lavoro faticoso, ma l’entusiasmo degli aquilani è altrettanto contagioso. Il carisma di Fattori fa il resto. L’Aquila è la rivelazione del campionato della GIL e approda al girone finale, cogliendo un sorprendente quarto posto.

aggiunge, «ma ‘sti abruzzesi così testardi chi li frega?». Tra lui e il rugby aquilano è scoccata la scintilla. L’Aquila è la città adottiva di Tommaso Fattori, che vi arriva sul finire dell’estate del 1938. A chiamarlo è un suo grande amico, Walter Crociani, giovane ufficiale della Milizia abruzze-

Palermo è l’altra sirena che canta per Tommaso Fattori. Il Guf locale lo ingaggia quale allenatore-giocatore nell’estate del 1939 e Tommaso vi si trasferisce con la famiglia. Ha trent’anni, tre figli da mantenere: quei soldi fanno comodo. Ricorda il figlio Galileo: «In Sicilia le partite più sentite erano i derby con il Guf Catania. Botte da orbi, in campo e non solo. Erano sfide seguitissime. Una volta i tifosi continuarono a darsele persino alla stazione. Quella fu l’ultima stagione da giocatore per papà, che peraltro si limitò a poche apparizioni». La sua partita

d’addio alla Nazionale resta nella storia: a Stoccarda gli azzurri battono (40) la Germania, all’epoca seconda solo alla Francia nell’Europa continentale, grazie a un drop di Francesco Vinci. Con lo scoppio della guerra, Palermo diventa obiettivo dei raid aerei inglesi. Sempre più frequenti, sempre più devastanti. L’estate del 1941 è un’estate di paura e Fattori è ben felice di poter lasciare la Sicilia quando, in autunno, gli viene offerto l’incarico di direttore dello stadio comunale dell’Aquila, da poco dato in concessione al Coni. A ottobre, Tommaso rientra in Abruzzo dopo un avventuroso viaggio per le tortuose strade dell’Italia meridionale. Leggenda vuole che con madre, moglie e i tre figli, portasse con sè anche un quintale di pasta (!). La famiglia si stabilisce nell’appartamento di servizio della piscina comunale, adiacente lo stadio e riservato al direttore. Da quel momento, e per quasi vent’anni, Fattori diviene il demiurgo e il faro del giovane rugby aquilano. Allenatore, organizzatore, educatore. È un uomo semplice, onesto, ricco di humour, ma sa essere duro e diretto quando occorre. Idolatrato dai ragazzi che avvicina alla palla ovale e che prendono a chiamarlo “papà Tommaso”. 15


ra delle “bianche casacche” dell’Amatori Milano. Nel frattempo si è sposato con Marcella ed è diventato padre. Sono nati Preziosa, la primogenita, poi Galileo e infine Teresa. Appena può, nonna Rosa li porta all’Acquacetosa a veder giocare il loro papà. Tommaso ha anche ottenuto il brevetto di allenatore effettivo, iscrivendosi di tasca propria al primo corso indetto dalla federazione, ed è stato incaricato dalla dirigenza della FIR di organizzare la squadra del Comando federale (fascio giovanile) di Terni. Fa la spola con l’Umbria, ma l’attività farriginosa dell’epoca gli consente di continuare a giocare. Terni è la città della folgorazione per Tommaso Fattori. È il 1937. I suoi ragazzi – le squadre dei comandi federali sono di fatto delle Under 21 e schierano tredici giocatori anziché quindici – vengono inseriti in un girone con Chieti, L’Aquila e Macerata. Alla seconda giornata a Terni arrivano gli aquilani di Guglielmo Zoffoli, compagno di squadra di Fattori alla Roma e in Nazionale. Vincono di netto quella che, più che una partita, è una zuffa indistinta a caccia del pallone in un ghibli di polvere. «Non ce sanno fa’ nemmeno quelli, ma armeno meneno de più…», commenta Fattori a chi gli chiede un giudizio sugli avversari. «Avremmo anche potuto vincere»,

se e futuro c.t. della Nazionale militare di calcio. Crociani lo convince ad allenare la squadra della GIL (la Gioventù italiana del Littorio) rimasta orfana di Zoffoli. Fattori è ancora un pilone della A.S. Roma (erede della Rugby Roma) e della Nazionale, ma accetta di far la spola con l’Abruzzo. Dove trova un gruppo di giovani atleticamente preparati – sono quasi tutti atleti, canottieri, lottatori o cestisti – ma praticamente digiuni di rugby. Si tratta di partire quasi da zero. Fondamentali, mischia, touche. È un lavoro faticoso, ma l’entusiasmo degli aquilani è altrettanto contagioso. Il carisma di Fattori fa il resto. L’Aquila è la rivelazione del campionato della GIL e approda al girone finale, cogliendo un sorprendente quarto posto.

aggiunge, «ma ‘sti abruzzesi così testardi chi li frega?». Tra lui e il rugby aquilano è scoccata la scintilla. L’Aquila è la città adottiva di Tommaso Fattori, che vi arriva sul finire dell’estate del 1938. A chiamarlo è un suo grande amico, Walter Crociani, giovane ufficiale della Milizia abruzze-

Palermo è l’altra sirena che canta per Tommaso Fattori. Il Guf locale lo ingaggia quale allenatore-giocatore nell’estate del 1939 e Tommaso vi si trasferisce con la famiglia. Ha trent’anni, tre figli da mantenere: quei soldi fanno comodo. Ricorda il figlio Galileo: «In Sicilia le partite più sentite erano i derby con il Guf Catania. Botte da orbi, in campo e non solo. Erano sfide seguitissime. Una volta i tifosi continuarono a darsele persino alla stazione. Quella fu l’ultima stagione da giocatore per papà, che peraltro si limitò a poche apparizioni». La sua partita

d’addio alla Nazionale resta nella storia: a Stoccarda gli azzurri battono (40) la Germania, all’epoca seconda solo alla Francia nell’Europa continentale, grazie a un drop di Francesco Vinci. Con lo scoppio della guerra, Palermo diventa obiettivo dei raid aerei inglesi. Sempre più frequenti, sempre più devastanti. L’estate del 1941 è un’estate di paura e Fattori è ben felice di poter lasciare la Sicilia quando, in autunno, gli viene offerto l’incarico di direttore dello stadio comunale dell’Aquila, da poco dato in concessione al Coni. A ottobre, Tommaso rientra in Abruzzo dopo un avventuroso viaggio per le tortuose strade dell’Italia meridionale. Leggenda vuole che con madre, moglie e i tre figli, portasse con sè anche un quintale di pasta (!). La famiglia si stabilisce nell’appartamento di servizio della piscina comunale, adiacente lo stadio e riservato al direttore. Da quel momento, e per quasi vent’anni, Fattori diviene il demiurgo e il faro del giovane rugby aquilano. Allenatore, organizzatore, educatore. È un uomo semplice, onesto, ricco di humour, ma sa essere duro e diretto quando occorre. Idolatrato dai ragazzi che avvicina alla palla ovale e che prendono a chiamarlo “papà Tommaso”. 15


Prima di essere chiamato alle armi, fa a tempo a trascinare L’Aquila alla conquista del campionato della GIL e ad organizzare una storica amichevole con i romeni del Politecnico di Bucarest. La prima partita internazionale mai giocata in città e l’ultima in assoluto di Tommaso Fattori. È fermo da due anni, ma per classe ed esperienza è largamente superiore a tutti i suoi allievi. Così si schiera fra i tre-quarti, centro, e per un tempo fa anche la sua figura. Poi, ricorda il figlio Galileo, «entrò in debito d’ossigeno, cominciò a corricchiare e i romeni presero il sopravvento». Galileo era nato mentre papà Tommaso si trovava in trasferta a Parigi. «Quando al telefono gli dissero che ero maschio era al settimo cielo. Per lui dev’essere stato uno choc, al ritorno, scoprire che, per una malformazione, ero privo del braccio destro. Però è qualcosa che non mi ha mai fatto pesare e anzi non si oppose quando volli provare anch’io a giocare a rugby. Ricordo che era in programma una partita scolastica e io m’ero messo in lista per la squadra del mio liceo. Sulle prime non gli dissi nulla, temevo una reazione negativa. Che non arrivò mai. “Ah, vuoi giocare pure tu. E vabbè, andiamo”, commentò asciutto quando trovai il coraggio per confessarglielo. Mi schierò centro, vincemmo, ma

presi un sacco di botte. Avevo persino un occhio nero. Alla fine papà mi vide tutto pesto, sfoderò un sorriso bonario e chiosò: “Ah Galile’, mi sa che è stata l’ultima, vero?”». Nel 1947, Fattori è nominato commissario tecnico della Nazionale, il primo del dopoguerra. Gli concedono tre giorni di tempo, poi lo mandano a sfidare la Francia B, a Rovigo. Finisce 639 (oggi sarebbe 8-67…) e al ritorno a casa, al figlio che gli domanda il perché di tutte quelle mete subite (nove), risponde sconsolato ma sempre con un pizzico di humour: «E che ne so? Abbiamo visto la palla all’inizio e poi non l’abbiamo vista più…». In quell’anno Fattori fonda L’Aquila Rugby e nel giro di poche stagioni la porta in serie A. Palermo gli fa ancora una corte spietata, ma la moglie Marcella gli nasconde le lettere dei siciliani che sono pronti a tutto pur di riaverlo con loro. Predica rugby e fa decine di proseliti. Soprattutto, ha l’abilità di scoprire talenti in altre discipline. Antonio Di Zitti, futuro capitano azzurro e futuro presidente dell’Aquila, viene strappato al basket, altri al calcio o alla pallanuoto. Ha l’intuizione di affidare la preparazione della squadra a un tecnico dell’atletica leggera. Cura la difesa come e più dell’attacco, incitando ossessivamente i suoi ragazzi al

placcaggio: «Alle gambe, alle gambe». E man mano che L’Aquila cresce di livello, vi attrae alcuni dei migliori giocatori romani, da Silvano Tartaglini all’inglese Johnny Redfern al grande Paolo Rosi, futuro telecronista, che contribuisce alla promozione in serie A (1951). In più organizza balli, lotterie, tombole, lancia sottoscrizioni, attrae imprenditori, così da coprire le spese di gestione della società e delle trasferte. E ogni trasferta è un’avventura, ma tra pane, frittata, fiaschi di vino e immancabili batoste contro le grandi del nord, si cementa quello spirito di corpo che è marchio di fabbrica del rugby aquilano. L’amico Crociani, apprezzandone le doti tecniche e umane, lo invita a più riprese a frequentare il corso allenatori di Coverciano, l’università del calcio italiano. «Vieni, farai un sacco di soldi». Ma Tommaso, che ha ormai un rapporto viscerale con L’Aquila, rifiuta: «E daje Walter… A me piace il rugby!». L’Aquila di Fattori tocca l’apice nel 1958-59, quando perde la doppia finale scudetto contro le formidabili Fiamme Oro di Padova, la squadra della Polizia che allinea gran parte della Nazionale dell’epoca. Di fatto è uno scontro impari tra un gruppo di entusiasti dilettanti e un team di auten-

tici professionisti. Eppure, specie all’andata, a Padova, L’Aquila meriterebbe persino di vincere. Al punto che alla fine Mario “Maci” Battaglini, mito del rugby italiano e allenatore dei “celerini”, rende all’amico Tommaso l’onore delle armi con un abbraccio muto ma denso di significati. Affetto da disturbi cardiocircolatori, Fattori continua a trascinare L’Aquila dalla panchina anche l’anno seguente, malgrado i medici l’abbiano caldamente sconsigliato. Così il 6 giugno 1960, a soli 51 anni, Tommaso Fattori muore, stroncato da un infarto. Lascia al rugby italiano un club storico e un’eredità tecnica e umana con pochi eguali. Mario Mazzuca, fondatore della Partenope e futuro vice presidente della Federugby, lo saluta definendolo «il più autoritario, competente, affettuoso sottufficiale che il rugby italiano abbia mai avuto». Ma la più mirabile sintesi dei sette lustri ovali del pilone Tommaso Fattori la dà un suo allievo, Giuseppe “Pino” Fugaro: «Se il rugby è una religione, Fattori ne è stato il sacerdote».

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Prima di essere chiamato alle armi, fa a tempo a trascinare L’Aquila alla conquista del campionato della GIL e ad organizzare una storica amichevole con i romeni del Politecnico di Bucarest. La prima partita internazionale mai giocata in città e l’ultima in assoluto di Tommaso Fattori. È fermo da due anni, ma per classe ed esperienza è largamente superiore a tutti i suoi allievi. Così si schiera fra i tre-quarti, centro, e per un tempo fa anche la sua figura. Poi, ricorda il figlio Galileo, «entrò in debito d’ossigeno, cominciò a corricchiare e i romeni presero il sopravvento». Galileo era nato mentre papà Tommaso si trovava in trasferta a Parigi. «Quando al telefono gli dissero che ero maschio era al settimo cielo. Per lui dev’essere stato uno choc, al ritorno, scoprire che, per una malformazione, ero privo del braccio destro. Però è qualcosa che non mi ha mai fatto pesare e anzi non si oppose quando volli provare anch’io a giocare a rugby. Ricordo che era in programma una partita scolastica e io m’ero messo in lista per la squadra del mio liceo. Sulle prime non gli dissi nulla, temevo una reazione negativa. Che non arrivò mai. “Ah, vuoi giocare pure tu. E vabbè, andiamo”, commentò asciutto quando trovai il coraggio per confessarglielo. Mi schierò centro, vincemmo, ma

presi un sacco di botte. Avevo persino un occhio nero. Alla fine papà mi vide tutto pesto, sfoderò un sorriso bonario e chiosò: “Ah Galile’, mi sa che è stata l’ultima, vero?”». Nel 1947, Fattori è nominato commissario tecnico della Nazionale, il primo del dopoguerra. Gli concedono tre giorni di tempo, poi lo mandano a sfidare la Francia B, a Rovigo. Finisce 639 (oggi sarebbe 8-67…) e al ritorno a casa, al figlio che gli domanda il perché di tutte quelle mete subite (nove), risponde sconsolato ma sempre con un pizzico di humour: «E che ne so? Abbiamo visto la palla all’inizio e poi non l’abbiamo vista più…». In quell’anno Fattori fonda L’Aquila Rugby e nel giro di poche stagioni la porta in serie A. Palermo gli fa ancora una corte spietata, ma la moglie Marcella gli nasconde le lettere dei siciliani che sono pronti a tutto pur di riaverlo con loro. Predica rugby e fa decine di proseliti. Soprattutto, ha l’abilità di scoprire talenti in altre discipline. Antonio Di Zitti, futuro capitano azzurro e futuro presidente dell’Aquila, viene strappato al basket, altri al calcio o alla pallanuoto. Ha l’intuizione di affidare la preparazione della squadra a un tecnico dell’atletica leggera. Cura la difesa come e più dell’attacco, incitando ossessivamente i suoi ragazzi al

placcaggio: «Alle gambe, alle gambe». E man mano che L’Aquila cresce di livello, vi attrae alcuni dei migliori giocatori romani, da Silvano Tartaglini all’inglese Johnny Redfern al grande Paolo Rosi, futuro telecronista, che contribuisce alla promozione in serie A (1951). In più organizza balli, lotterie, tombole, lancia sottoscrizioni, attrae imprenditori, così da coprire le spese di gestione della società e delle trasferte. E ogni trasferta è un’avventura, ma tra pane, frittata, fiaschi di vino e immancabili batoste contro le grandi del nord, si cementa quello spirito di corpo che è marchio di fabbrica del rugby aquilano. L’amico Crociani, apprezzandone le doti tecniche e umane, lo invita a più riprese a frequentare il corso allenatori di Coverciano, l’università del calcio italiano. «Vieni, farai un sacco di soldi». Ma Tommaso, che ha ormai un rapporto viscerale con L’Aquila, rifiuta: «E daje Walter… A me piace il rugby!». L’Aquila di Fattori tocca l’apice nel 1958-59, quando perde la doppia finale scudetto contro le formidabili Fiamme Oro di Padova, la squadra della Polizia che allinea gran parte della Nazionale dell’epoca. Di fatto è uno scontro impari tra un gruppo di entusiasti dilettanti e un team di auten-

tici professionisti. Eppure, specie all’andata, a Padova, L’Aquila meriterebbe persino di vincere. Al punto che alla fine Mario “Maci” Battaglini, mito del rugby italiano e allenatore dei “celerini”, rende all’amico Tommaso l’onore delle armi con un abbraccio muto ma denso di significati. Affetto da disturbi cardiocircolatori, Fattori continua a trascinare L’Aquila dalla panchina anche l’anno seguente, malgrado i medici l’abbiano caldamente sconsigliato. Così il 6 giugno 1960, a soli 51 anni, Tommaso Fattori muore, stroncato da un infarto. Lascia al rugby italiano un club storico e un’eredità tecnica e umana con pochi eguali. Mario Mazzuca, fondatore della Partenope e futuro vice presidente della Federugby, lo saluta definendolo «il più autoritario, competente, affettuoso sottufficiale che il rugby italiano abbia mai avuto». Ma la più mirabile sintesi dei sette lustri ovali del pilone Tommaso Fattori la dà un suo allievo, Giuseppe “Pino” Fugaro: «Se il rugby è una religione, Fattori ne è stato il sacerdote».

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L ETTORI E T ABLET

Lettori in pillole

Buone notizie in salsa “tablet” anche per gli amanti dei videogiochi. Sebbene i vari device attualmente in commercio abbiano già buone caratteristiche per i videogiocatori casuali quelli, per intenderci, che giocano con Angry Birds e ai solitari -, ancora non dispongono di quelle caratteristiche necessarie a competere con le consolle amate dai giocatori più esperti. Soprattutto sotto l’aspetto della potenza grafica e di memoria. Ci prova il Razor Edge che, con i suoi 10 pollici di schermo, i 4gb di RAM e 128gb di memoria interna, assomiglia a un classico computer portatile più che a un iPad. Il tablet lavora sul sistema operativo Windows 8 Il prezzo è ancora piuttosto alto, ma si tratta solo del primo prototipo di un settore che vedrà un ampio sviluppo nei prossimi anni.

Roba da reader:

ASUS attack

Nicoletta Azzolini

L'azienda taiwanese ASUS (ASUSTeK COMPUTER INC.) ha fatto delle 3C, computer, comunicazione e "consumer electronics" il suo mercato principale fin dal suo primo anno, il 1989. Fondamentalmente si districa fra componenti di computer., computer veri e propri, in particolare notebook e laptop (da anni è tra i sette maggiori produttori) e, nella sua storia recente, ebook reader e tablet.
 Il nome ASUS nasce dalle ultime quat-

tro lettere di Pegasus, il cavallo alato della mitologia Greca che rappresenta l’ispirazione all’arte e all’apprendimento. ASUS mette proprio l'ispirazione in primo piano e cercando di proporre prodotti innovativi e, a volte, unici.

Le scelte compiute da questa azienda fanno, più di altre, intuire come i tablet potranno in futuro sostituire i computer, perlomeno per molti settori e per molte professioni che non necessitano di schermi grandi e di memorie RAM e hardware potenti.

Nel settore di nostro interesse, l'ASUS ha La gamma degli Eee e declinato la propria creadei Transfortività in parecmers hanno, chie interesinfatti, come santi direziofondamentale ni: da una parcaratteristica te i prodotti la tastiera colleEee, reader e gabile: non tablet snelli e solo una tastiecon caratterira qwerty classtiche originali, dall'altra il sica, ma anche Padfone, ovun docking, vero la sintesi ovvero una fra tablet e base in cui apsmartphone. poggiare il proE non dimenprio pad e In alto l’ASUS Padfone; qui sopra il modello Pad Infitichiamoci ricaricarlo. La nity della gamma Transformers. della collabotastiera docrazione con king funziona Google per la creazione del tablet per l'appunto da batteria secondaria, estendendo l’autonomia del dispositivo. Nexus, competitivo per caratteristiche In pratica ogni volta che si collega il tae prezzo. blet alla tastiera questa trasferisce parte 17


L ETTORI E T ABLET

Lettori in pillole

Buone notizie in salsa “tablet” anche per gli amanti dei videogiochi. Sebbene i vari device attualmente in commercio abbiano già buone caratteristiche per i videogiocatori casuali quelli, per intenderci, che giocano con Angry Birds e ai solitari -, ancora non dispongono di quelle caratteristiche necessarie a competere con le consolle amate dai giocatori più esperti. Soprattutto sotto l’aspetto della potenza grafica e di memoria. Ci prova il Razor Edge che, con i suoi 10 pollici di schermo, i 4gb di RAM e 128gb di memoria interna, assomiglia a un classico computer portatile più che a un iPad. Il tablet lavora sul sistema operativo Windows 8 Il prezzo è ancora piuttosto alto, ma si tratta solo del primo prototipo di un settore che vedrà un ampio sviluppo nei prossimi anni.

Roba da reader:

ASUS attack

Nicoletta Azzolini

L'azienda taiwanese ASUS (ASUSTeK COMPUTER INC.) ha fatto delle 3C, computer, comunicazione e "consumer electronics" il suo mercato principale fin dal suo primo anno, il 1989. Fondamentalmente si districa fra componenti di computer., computer veri e propri, in particolare notebook e laptop (da anni è tra i sette maggiori produttori) e, nella sua storia recente, ebook reader e tablet.
 Il nome ASUS nasce dalle ultime quat-

tro lettere di Pegasus, il cavallo alato della mitologia Greca che rappresenta l’ispirazione all’arte e all’apprendimento. ASUS mette proprio l'ispirazione in primo piano e cercando di proporre prodotti innovativi e, a volte, unici.

Le scelte compiute da questa azienda fanno, più di altre, intuire come i tablet potranno in futuro sostituire i computer, perlomeno per molti settori e per molte professioni che non necessitano di schermi grandi e di memorie RAM e hardware potenti.

Nel settore di nostro interesse, l'ASUS ha La gamma degli Eee e declinato la propria creadei Transfortività in parecmers hanno, chie interesinfatti, come santi direziofondamentale ni: da una parcaratteristica te i prodotti la tastiera colleEee, reader e gabile: non tablet snelli e solo una tastiecon caratterira qwerty classtiche originali, dall'altra il sica, ma anche Padfone, ovun docking, vero la sintesi ovvero una fra tablet e base in cui apsmartphone. poggiare il proE non dimenprio pad e In alto l’ASUS Padfone; qui sopra il modello Pad Infitichiamoci ricaricarlo. La nity della gamma Transformers. della collabotastiera docrazione con king funziona Google per la creazione del tablet per l'appunto da batteria secondaria, estendendo l’autonomia del dispositivo. Nexus, competitivo per caratteristiche In pratica ogni volta che si collega il tae prezzo. blet alla tastiera questa trasferisce parte 17


della sua carica al tablet. L’abbinamento di tablet e tastiera permette al device di durare, a basso consumo, fino a 18 ore consecutive. I tablet Eee e i Trasformers si avvalgono del sistema operativo Android 4.0, chiamato Ice Cream Sandwich, un sistema cloud per avere i propri contenuti sincronizzati con gli altri dispositivi di nostra proprietà, e, grazie alla produzione interna di schede video e schermi, di un'attenzione particolare al display. Il Transformer Prime integra un display tipo Super IPS+, luminoso e protetto da un vetro anti graffio Gorilla Glass su cui le immagini sono perfettamente visibili, per resa e colori, fino 178° di inclinazione laterale rispetto al punto di osservazione.

Il più potente fra i modelli, il Transformer Pad Infinity, che si assesta sui 599 euro, può contare anche su una risoluzione Full HD, un processore quad-core che non ha nulla da invidiare ai notebook di ultima generazione e la tecnologia SonicMaster sviluppata in collaborazione con Bang & Olufsen per assicurare una riproduzione audio elevata. Tanto da proporsi come gaming tablet (per un approfondimento, guarda il box "pillole di reader"), ovvero un device che possa sostituirsi in tutto e per tutto a una console da gioco. L'altro interessante prodotto ASUS è il reader da loro proposto. La predominanza dei prodotti Amazon e l'assomigliarsi, in generale, di tutti i lettori ebook di ultima generazione permettono a questo device, l'Eee Note, di

distiguersi. L'obiettivo di questo dispositivo, infatti, non è solo quello di far leggere ebook (4gb di memoria, estendibile fino a 16 con memoria sd, che equivalgono a circa 10.000 file, formato ePub e Pdf), ma anche quello di far prendere appunti, schizzi e note con il pennino apposito. Interessante notare come il prodotto sia con sistema operativo Linux, presenti una telecamera da 2 mega pixel (sebbene lo schermo sia in scala di grigi), una videocamera e un registratore audio per catturare qualsiasi tipo di informazione e una integrazione con il software Evernote, dedicato a note e appunti. Insomma, un prodotto perfetto per chi ha bisogno di prendere appunti, scrivere, schizzare in mobilità dal giornalista allo scrittore, dal designer al, per rimanere nel nostro settore, correttore di bozze. Ma anche per uno studente. Spesso, infatti, liceali e universitari si sono lamentati delle difficoltà di studiare con un ebook reader a causa della scarsa flessibilità nel prendere appunti. Che sia l'anello di congiunzione mancante?

visita il sito absolutelyfree.it 18


della sua carica al tablet. L’abbinamento di tablet e tastiera permette al device di durare, a basso consumo, fino a 18 ore consecutive. I tablet Eee e i Trasformers si avvalgono del sistema operativo Android 4.0, chiamato Ice Cream Sandwich, un sistema cloud per avere i propri contenuti sincronizzati con gli altri dispositivi di nostra proprietà, e, grazie alla produzione interna di schede video e schermi, di un'attenzione particolare al display. Il Transformer Prime integra un display tipo Super IPS+, luminoso e protetto da un vetro anti graffio Gorilla Glass su cui le immagini sono perfettamente visibili, per resa e colori, fino 178° di inclinazione laterale rispetto al punto di osservazione.

Il più potente fra i modelli, il Transformer Pad Infinity, che si assesta sui 599 euro, può contare anche su una risoluzione Full HD, un processore quad-core che non ha nulla da invidiare ai notebook di ultima generazione e la tecnologia SonicMaster sviluppata in collaborazione con Bang & Olufsen per assicurare una riproduzione audio elevata. Tanto da proporsi come gaming tablet (per un approfondimento, guarda il box "pillole di reader"), ovvero un device che possa sostituirsi in tutto e per tutto a una console da gioco. L'altro interessante prodotto ASUS è il reader da loro proposto. La predominanza dei prodotti Amazon e l'assomigliarsi, in generale, di tutti i lettori ebook di ultima generazione permettono a questo device, l'Eee Note, di

distiguersi. L'obiettivo di questo dispositivo, infatti, non è solo quello di far leggere ebook (4gb di memoria, estendibile fino a 16 con memoria sd, che equivalgono a circa 10.000 file, formato ePub e Pdf), ma anche quello di far prendere appunti, schizzi e note con il pennino apposito. Interessante notare come il prodotto sia con sistema operativo Linux, presenti una telecamera da 2 mega pixel (sebbene lo schermo sia in scala di grigi), una videocamera e un registratore audio per catturare qualsiasi tipo di informazione e una integrazione con il software Evernote, dedicato a note e appunti. Insomma, un prodotto perfetto per chi ha bisogno di prendere appunti, scrivere, schizzare in mobilità dal giornalista allo scrittore, dal designer al, per rimanere nel nostro settore, correttore di bozze. Ma anche per uno studente. Spesso, infatti, liceali e universitari si sono lamentati delle difficoltà di studiare con un ebook reader a causa della scarsa flessibilità nel prendere appunti. Che sia l'anello di congiunzione mancante?

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La fusione consolida il mercato dello shopping su web. Il sito di testi scolastici entra nel capitale con il 5,2%.

Barnes&Noble torna 
 a investire sulla carta. Quanto costa l’app dei Puffi? Ad Apple, per ora, 100 milioni di dollari. L’azienda è stata infatti sanzionata per l’applicazione freemium che ha “ingannato” i genitori che l’hanno scaricata per i propri figli, ignari del fatto che i minori potessero accedere a contenuti aggiuntivi

effettuando acquisti senza password. Acquisti che si

aggiravano sui 99 dollari a “puffbacca”.

Leonard Riggio, che per ora detiene il 30% delle quote dell’azienda, vorrebbe

ritirare Barnes&Noble dal mercato azionario, acqistando le rimanenti quote per quel che riguarda il settore delle librerie fisiche, ma lasciando fuori il Nook. È chiaro come l’azienda abbia perso la scommessa con il suo eReader, in fase iniziale ottimo concorrente del Kindle di Amazon e successivamente fagocitato dagli altri competitor che hanno saputo lanciare sul mercato digitale in continua evoluzione prodotti più all’avanguardia.

Migliaia di utenti di twitter hanno usato l'hashtag #IlConfrontoSkyTG24 per

comunicare quello che avrebbero voluto chiedere ai leader politici in vista del voto. I messaggi sono diventati un eBook scaricabile gratuitamente su Tg24.it

Da tweet a ebook #2

Tweet tweet tweet

Dopo 4 mesi, 404 tweet e 56000 battute, il racconto nato su twitter #tWeBook da un’idea di Tito Faraci (@titofaraci) e Claudia Maria Bertola (@Angioletto9) si è concluso ed è diventato 19


N EWS

Più forza 
 all’editoria 
 online.

Into the net

Da tweet 
 a ebook #1

IBS incorpora Libraccio.

La fusione consolida il mercato dello shopping su web. Il sito di testi scolastici entra nel capitale con il 5,2%.

Barnes&Noble torna 
 a investire sulla carta. Quanto costa l’app dei Puffi? Ad Apple, per ora, 100 milioni di dollari. L’azienda è stata infatti sanzionata per l’applicazione freemium che ha “ingannato” i genitori che l’hanno scaricata per i propri figli, ignari del fatto che i minori potessero accedere a contenuti aggiuntivi

effettuando acquisti senza password. Acquisti che si

aggiravano sui 99 dollari a “puffbacca”.

Leonard Riggio, che per ora detiene il 30% delle quote dell’azienda, vorrebbe

ritirare Barnes&Noble dal mercato azionario, acqistando le rimanenti quote per quel che riguarda il settore delle librerie fisiche, ma lasciando fuori il Nook. È chiaro come l’azienda abbia perso la scommessa con il suo eReader, in fase iniziale ottimo concorrente del Kindle di Amazon e successivamente fagocitato dagli altri competitor che hanno saputo lanciare sul mercato digitale in continua evoluzione prodotti più all’avanguardia.

Migliaia di utenti di twitter hanno usato l'hashtag #IlConfrontoSkyTG24 per

comunicare quello che avrebbero voluto chiedere ai leader politici in vista del voto. I messaggi sono diventati un eBook scaricabile gratuitamente su Tg24.it

Da tweet a ebook #2

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Dopo 4 mesi, 404 tweet e 56000 battute, il racconto nato su twitter #tWeBook da un’idea di Tito Faraci (@titofaraci) e Claudia Maria Bertola (@Angioletto9) si è concluso ed è diventato 19


un eBook con illustrazioni della stessa Claudia Maria Bertola che è possibile scaricare qui.

Chiunque può creare un bestseller? Secondo RSI (ResultSource) sì, basta pagare 46mila dollari per finire in cima alla classifica dei libri più venduti del Wall Street Journal. Qualora non si fosse soddisfatti, con 140mila dollari (più una tassa di 13mila) RSI è in grado di piazzare il proprio cliente in vetta alla

tembre, a Torino. Tra gli ospiti intervenuti all’incontro Zerocalcare, il più social dei fumettisti con il suo blog pubblicato da Bao e Roberto Recchioni, fumettista (e blogger) legato a Sergio Bonelli.

classifica del New York Times. Non con ordini di massa chiaramente, che attirerebbero sospetti, ma con ordini localizzati e offerte su Groupon.

La rivincita di Google Play Il dominio incontrastato

di Apple nella vendita di app sembra giunto al termine. Secondo i dati della compagnia di analisi App Annie infatti le vendite di app presenti nel Google Play Store sarebbero raddoppiate n el Q4 2012 rispetto a quelle del Q3, a fronte di un aumento di solo il 20% per quelle che si

Giornali in vendita. 
 appoggiano all'App Store di Apple.

Zerocalcare e il fumetto 2.0 Come cambia il fumetto nell’era digitale? Se lo sono chiesti alla Social Media Week di Milano durante il panel Social media & comics: il fumetto al tempo dei social network. L'appuntamento con la Smw torna con un'edizione autunnale, tra il 23 e il 27 set-

Il colosso americano dell’editoria, poi, la Time Warner, scorpora dal business aziendale e mette in vendita la costola rappresentata dalla Time Inc., che fino ad oggi ha gestito riviste del calibro di Time, Fortune, People e Marie Claire. L’obiettivo strategico è appunto quello di investire maggiormente nella divisione dell’intrattenimento, cui fanno capo le produzioni cinematografiche e quelle televisive, business oggi più promettenti.Stesso discorso di scissione ha interessato anche la News Corp, il cui numero uno è il magnate Rupert Murdoch, che non troppo tempo fa ha separato, in modo simile, la divisione editoria da quella intrattenimento.

Digitale vs Carta 1- 0 Il digitale supera la carta nei conti del 2012 dell’editore tedesco Springer. Il gruppo, che comprende storiche testate come la Bild e Die Welt, mette in conto una contrazione dell’utile del 10% per l’anno prossimo per aumentare gli investimenti online.

@AFeditore 20


un eBook con illustrazioni della stessa Claudia Maria Bertola che è possibile scaricare qui.

Chiunque può creare un bestseller? Secondo RSI (ResultSource) sì, basta pagare 46mila dollari per finire in cima alla classifica dei libri più venduti del Wall Street Journal. Qualora non si fosse soddisfatti, con 140mila dollari (più una tassa di 13mila) RSI è in grado di piazzare il proprio cliente in vetta alla

tembre, a Torino. Tra gli ospiti intervenuti all’incontro Zerocalcare, il più social dei fumettisti con il suo blog pubblicato da Bao e Roberto Recchioni, fumettista (e blogger) legato a Sergio Bonelli.

classifica del New York Times. Non con ordini di massa chiaramente, che attirerebbero sospetti, ma con ordini localizzati e offerte su Groupon.

La rivincita di Google Play Il dominio incontrastato

di Apple nella vendita di app sembra giunto al termine. Secondo i dati della compagnia di analisi App Annie infatti le vendite di app presenti nel Google Play Store sarebbero raddoppiate n el Q4 2012 rispetto a quelle del Q3, a fronte di un aumento di solo il 20% per quelle che si

Giornali in vendita. 
 appoggiano all'App Store di Apple.

Zerocalcare e il fumetto 2.0 Come cambia il fumetto nell’era digitale? Se lo sono chiesti alla Social Media Week di Milano durante il panel Social media & comics: il fumetto al tempo dei social network. L'appuntamento con la Smw torna con un'edizione autunnale, tra il 23 e il 27 set-

Il colosso americano dell’editoria, poi, la Time Warner, scorpora dal business aziendale e mette in vendita la costola rappresentata dalla Time Inc., che fino ad oggi ha gestito riviste del calibro di Time, Fortune, People e Marie Claire. L’obiettivo strategico è appunto quello di investire maggiormente nella divisione dell’intrattenimento, cui fanno capo le produzioni cinematografiche e quelle televisive, business oggi più promettenti.Stesso discorso di scissione ha interessato anche la News Corp, il cui numero uno è il magnate Rupert Murdoch, che non troppo tempo fa ha separato, in modo simile, la divisione editoria da quella intrattenimento.

Digitale vs Carta 1- 0 Il digitale supera la carta nei conti del 2012 dell’editore tedesco Springer. Il gruppo, che comprende storiche testate come la Bild e Die Welt, mette in conto una contrazione dell’utile del 10% per l’anno prossimo per aumentare gli investimenti online.

@AFeditore 20


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