asud'europa anno 7 n.10

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A Parigi nasce la prima casa editrice “rosa” Edizioni Charleston solo per le donne n Francia nasce la prima casa editrice “rosa”: le Edizioni Char-

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leston - il nome rinvia al celebre ballo diffusosi in America e poi in Europa negli anni Venti - si proclamano l'unica «casa editrice

indipendente 100% femminile, la cui missione è pubblicare solo libri che raccontano storie di donne». L'iniziativa ha sollevato un acceso dibattito tra chi ammette che esista effettivamente una «letteratura femminile» - in America per esempio l'etichetta “women's fiction” è un genere letterario riconosciuto e apprezzato - e chi invece si oppone fermamente, sostenendo che «il romanzo non abbia sesso». «Il romanzo femminile è un genere al pari del poliziesco - osserva Karine Bailly che ha fondato le Editions Charleston. Un tempo era considerato come una categoria di romanzo di serie b ma oggi sappiano che il women's fiction conta grandi opere e best seller». E aggiunge: «Voglio pubblicare romanzi che valorizzino un certo ideale femminile, eroine che siano donne di carattere, fiere, libere e femminili, che abbiano il senso del dovere e escano fortificate dalle prove che attraversano». Tra gli autori, le Editions Charleston annoverano già nomi famosi come la scrittrice inglese Sue Townsend, nota per la serie di Adrian Mole, la statunitense Debbie Ma-

una realtà, cioè al fatto che la maggior parte dei lettori di ro-

comber, una delle star del romanzo rosa, e la britannica Joanne

manzi sono donne». Dello stesso parere e anche Cecile Boyer-

Harris, autrice del romanzo di successo “Chocolat”.

Runge, direttrice generale della casa editrice Livres de poches:

Per Bailly, che si ritiene una «femminista di nuova generazione»,

«Le lettrici sono eclettiche nei loro gusti, curiose di scoprire uni-

la letteratura femminile può includere diverse tipologie di racconti

versi differenti». Per la scrittrice Blandine Le Callet è improrio

- commedie, romanzi rosa, saghe familiari – che hanno temi

parlare di «lettorato femminile» come se tutte le donne aves-

spesso ricorrenti come l'amore, il dovere, le relazioni tra madre e

sero gli stessi gusti.

figlia, i segreti di famiglia, l'amicizia, la cucina, il senso del sacrifi-

«Ciò che determina a qualità di un romanzo - prosegue l'autrice

cio. Ma la definizione non convince i più e ed al centro di un ac-

- è la drammaturgia, la profondità dell'argomento trattato, e tutto

ceso dibattito.

questo non ha sesso». C'è anche l'intervento di Florence Delay,

«La letteratura non ha sesso - afferma Karina Hocine, della casa

membro dell'Academie fracaise, che non ha dubbi: «Si può par-

editrice Lattes. L'espressione “romanzo femminile” non ha perti-

lare di voci di donne in letteratura ma non di letteratura femmi-

nenza letteraria, è un termine di cucina editoriale che rimanda a

nile».

Violenza domestica, in Turchia il primo rifugio per uomini os uomini molestati in Turchia: il governo del premier islamico Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che a breve aprirà il primo rifugio pubblico per i mariti vittime di violenze domestiche.L'iniziativa, annunciata dal ministro della Famiglia turco Fatma Sahin, la sola donna nel governo, ha sorpreso in un Paese dove sono frequenti i casi di violenza contro le donne. Più di una è uccisa ogni giorno da mariti o ex-coniugi. Il ministro ha però spiegato che il problema, anche se in forma molto minore, tocca anche i turchi, cui le mogli fanno subire soprattutto «violenze psicologiche». Il primo rifugio - che potrà ospitare fino a 30 mariti molestati - sarà aperto a Istanbul, dato che è nella megalopoli del Bosforo, secondo Sahin, che si registrano più denunce di violenze domestiche

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da parte di uomini. «Le donne subiscono violenze fisiche, gli uomini violenze psicologiche. Qualche uomo subisce anche violenze fisiche, ma in proporzione molto ridotta rispetto alle donne», ha spiegato il ministro. Per evitare che le vittime di molestie “al femminile” possano essere perseguitati dalle mogli anche nel rifugio, Sahin ha detto che sarà aperto in un luogo che rimarrà segreto, con inferriate alle finestre, e sarà sorvegliato dalla polizia. La stampa non potrà pubblicare fotografie dell'edificio o in qualche modo consentirne l'identificazione. Un luogo protetto “privato”, gestito dall'Ong umanitaria islamica Sefkat-Der (Associazione Compassione), per mariti molestati esiste già a Konya, nell'Anatolia Centrale, culla storica del sufismo, ramo mistico e tollerante dell'Islam.

11marzo2013 asud’europa

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