LHUB MAGAZINE

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L’HUB UN ANNO DOPO Lo abbiamo fatto e siamo contenti. Abbiamo messo in pratica la filosofia alla base del nostro laboratorio, che poi non è niente di nuovo, a ben vedere. Si sa che per mantenere viva la creatività e partorire sempre idee fresche si deve liberare la curiosità, si devono battere tutte le strade, anche le più impraticabili, si deve continuare a giocare, si devono travasare conoscenza e insegnamenti da un territorio all’altro. Noi semplicemente lo abbiamo fatto e siamo tornati a godere del piccolo grande piacere di fare le cose bene ed esserne orgogliosi. Abbiamo preso quello che c’è nel mondo della comunicazione e lo abbiamo guardato da tutti gli angoli, partendo dal rovescio. Abbiamo mischiato, come in un mazzo di carte, persone e percorsi diversi e abbiamo indicato loro come lavorare meglio per sé stessi significhi anche lavorare bene con gli altri e come questo faccia funzionare magicamente tutto. Eccoci qua un anno dopo, l’esperimento è riuscito e continua. Roberta Renzoni Direzione IED Comunicazione

CREDITI www.rossettione.it

DIREZIONE EDITORIALE Marco Marozzi DIREZIONE CREATIVA Francesco Bordin CONTRIBUTI GRAFICI Niccolò Spezia Andrea Pioppi Matteo Guerra IMPAGINAZIONE Davide Barco REDAZIONE Manfredi Pedone Valentina Goglio Marcella Del Piccolo www.myspace.com/lhub_ied fratelli rossetti boutiques: milano roma firenze torino genova bergamo brescia verona venezia bologna bari porto cervo paris bruxelles antwerp london new york chicago moscow beirut dubai

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23-05-2008

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INDICE_2008

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A CAUSA DELLA CREATIVITÀ…

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LE AVVENTURE DI MISTER BABY

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TRACCE MOBILI

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UN PERFETTO PIANO DI EVASIONE

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LIBERATE GLI OSTAGGI

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CONNESSIONI DELLA MEMORIA

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FAI LA DIFFERENZA

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UN ALTRO MODO È POSSIBILE

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JOIN THE IED BRIGADE

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RELHAB RIABILITAZIONE CREATIVA

A causa della creatività, viviamo ciò che amiamo.

Mister Baby e la sua banda comunicano con le mamme digitali nelle storie animate diffuse attraverso i nodi della rete informatica.

Se la bicicletta è il nuovo mezzo di trasporto urbano, come cambiano le calzature in funzione della neo mobilità su due ruote?

La mobilità come un nuovo stile di vita che desidera servizi personalizzati e una comunicazione realmente uno-a-uno.

Nella lotta quotidiana contro l’omogeneità culturale, ognuno di noi può sentirsi imprigionato, sotto arresto, censurato, omologato, sequestrato, in gabbia, sotto assedio…

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Storie e visioni di donne contemporanee che nascono da un percorso di creatività connettiva, di libere associazioni tra tradizione e innovazione.

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La responsabilità sociale come valore centrale per i consumi ma anche per una creatività che non può più essere fatta da meri giochi di parole.

Abbiamo incontrato quelle persone che contribuiscono a ispirare altri modi possibili di sviluppo nella creatività, nella comunicazione e nell’imprenditoria.

Scoprite le nostre storie, chi siamo, come viviamo, ma soprattutto cosa facciamo… oggetti e progetti che permeano la nostra vita quotidiana e che raccontano in modo concreto il nostro talento.

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Alimentare la creatività e favorire il talento degli studenti attraverso la visibilità dei loro progetti; una grande storia da raccontare dentro e al di fuori della comunità IED.


A CAUSA DELLA CREATIVITÀ

A causa della creatività, viviamo ciò che amiamo. di MARCO MAROZZI

Abbiamo lavorato su molti progetti anche molto diversi tra loro, affrontando i molteplici aspetti della comunicazione e del mercato. Abbiamo cavalcato il cambiamento di questo particolare momento storico con una costante ricerca strategica e creativa basata sulle opportunità offerte dai nuovi mezzi digitali, senza mai rinunciare a strumenti solidi come carta e matita, e senza mai dimenticare di porre l’individuo al centro di ogni nostro atto creativo. Abbiamo percorso troppe strade per fare le stesse cose. Abbiamo cercato di esprimere un punto di vista originale sulle cose del mondo. I progetti che abbiamo elaborato coniugano committenza, ricerca, formazione e sperimentazione. Sono connessi tra loro attraverso molteplici nodi in comune, casuali o familiari. Nascono dai link ipertestuali e dalle tag, associazioni libere prettamente individuali per poi venire sviluppati collettivamente in una magica aggregazione spontanea. Queste dinamiche ci portano a riconsiderare la creatività e la comunicazione in termini di codici, modalità e contenuti. Abbiamo parlato alle mamme digitali che assieme ai loro pargoli frequentano i network sociali come MySpace, Flickr, YouTube, Splinder e Dada. Lo abbiamo fatto ogni giorno e conosciamo quelle mamme una per una. Lo abbiamo fatto con il linguaggio dei cartoni creando e realizzando le storie animate di Mister Baby che abbiamo diffuso attraverso i nodi della rete informatica.

Cattive ragazze, donne e mamme digitali Seguendo i percorsi connettivi su MySpace possiamo conoscere le mamme digitali, quelle delle ricerche. Le loro pagine personali sui network sociali ci parlano di loro, ci mostrano come sono fatte, cosa pensano, cosa vogliono, quali sono i loro gusti e le loro preferenze. Attraverso i loro blog possiamo leggere le loro storie, possiamo capire che prima di essere mamme sono donne dei nostri tempi, giovani e meno giovani. Usano colori vivi e spesso fluorescenti come il verde o il viola, ascoltano generi musicali come il Reggae, l’Hiphop e il Rock, gruppi come i Clash, i Muse, gli Strokes, gli Artic Monkeys. Queste mamme sono donne che adorano e citano film che vanno da “Spiderman” al “Nuovo Cinema Paradiso”, da “Matrix” a “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” fino a “Pulp Fiction” e “La Sposa Cadavere” di Tim Burton. Sono donne cresciute con i cartoni animati trasmessi su Italia 1, “Candy Candy”, “Arsenio Lupin”, “Lady Oscar”… Gli “Anime” giapponesi che racchiudono tutto il fascino della sensualità, del coraggio e della raffinatezza femminile. Ci piace trovare nell’Anime la rappresentazione grafica e simbolica delle mamme digitali e più in generale delle donne d’oggi. Moderne Mitsouko capaci di grandi passioni che osano per seguire i propri sentimenti tra gli aspetti contraddittori di esseri viventi e virtuali, fede e tecnologia, sesso e castità, realtà e apparenza. Ci piace associare la Mitsuko di Claude Farrére e il profumo omonimo creato nel 1919 a opera di Jacques Guerlain con l’immaginario delle cattive ragazze presenti su MySpace: pupe mozzafiato, ninfe oltraggiose e divertenti che si fanno chiamare suicide, sick, lolita, emo, sense, pukaqueen, eco, virginpunk… una molteplicità di stili sovrapposti che esprimono la stessa impazienza dello stile “garçonne” del primo dopoguerra. Queste cattive ragazze ridisegnano su MySpace il concetto di stile e sensualità al di fuori dei canoni tradizionali quando abbinano i loro tacchi alti all’estetica emergente di una mobilità fatta di skateboard e biciclette, mezzi una volta di una sportività tipicamente maschile. Ambientaliste surreali e dadaiste sostenibili con il gusto dell’ironia e della ribellione, spiazzano il gusto istituzionale e ribaltano il concetto di buono abbinando bikini, auto sportive, fucili a pompa o più semplicemente pali di lap dance in stile “burlesque”.

Abbiamo imparato dalle persone che frequentano le vie cittadine e quelle del web, e che hanno molto da dire dimostrando più creatività dei Creativi dei Pubblicitari, dei Designer e degli Stilisti che affollano i salotti mondani e le cattedre istituzionali. Lo abbiamo fatto con le sneakers di Wushu proponendo spazi di scelta alternativi a quelli preclusi, dal sistema moda, ai giovani talenti; lo abbiamo fatto con Tracce Mobili l’evento realizzato per Rossetti ONE, il cool book che pone l’osservazione e la ricerca alla base dell’ispirazione di ogni designer. Per Alpitour abbiamo focalizzato la mobilità come un nuovo stile di vita, una nuova condizione che desidera un rinnovamento dei servizi in termini di vicinanza, accoglienza, calore, famiglia e una comunicazione realmente uno-a-uno, personalizzabile sul personale concetto del viaggiare.

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Abbiamo ripercorso le atmosfere sociali e artistiche che hanno caratterizzato il ‘900 e ispirato le creazioni Guerlain; le abbiamo reinterpretate secondo la nostra sensibilità, e abbiamo scritto storie e visioni di donne contemporanee che nascono dalla memoria delle nostre radici culturali.

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Abbiamo preso coscienza della nostra voglia di cambiare le cose disegnando la strategia di lancio di Yes I, la birra di ispirazione Rasta, e disegnando le T-Shirt de “Il Deboscio”, uno dei movimenti creativi più interessanti del nostro panorama. Una necessità, quella di esprimere e condividere la nostra unica e personale opinione attraverso una comunicazione che nasce dal design del prodotto per poi diffondersi democraticamente attraverso la rete. Una emancipazione creativa, in realtà un diritto di nascita per le nuove generazioni.

Il potenziale della T-Shirt Questo processo di cross-over, di linguaggi sovrapposti e citazioni tra passato e futuro, affonda in tecniche assodate come il collage, il fotomontaggio, tecniche ormai evolute attraverso final cut, photoshop e Logic; un attuitudine questa che fa parte del serbatoio creativo a disposizione di chi frequenta la rete. A anche no. Infatti, se da una parte strumenti digitali come telefonini, videocamere, fotocamere digitali e poi la rete con YouTube e MySpace, ci hanno permesso di prendere coscienza del nostro desiderio di libertà, esploratività e scelta, dall’altra abbiamo un costante bisogno di fisicità. Di supporti, di spazi, di luoghi fisici e concreti per poter vivere le nostre esperienze e relazionarci con il quotidiano. La T-Shirt è ancora il veicolo pìù personale e incisivo per veicolare i nostri messaggi, per creare o adottare un pensiero e un linguaggio. Quelli de Il Deboscio lo fanno citando continuamente la realtà urbana in costante involuzione: notiziari, banalità quotidiane, citazioni e interviste ad artisti “non poveri”, impietose interviste a personaggi pubblici imbarazzanti. Loro lo fanno con ironia graffiante, parodia e cinica provocazione. E con loro lo abbiamo fatto anche noi con “un progetto della madonna” disegnando T-Shirt che sottolineano il paradosso tra linguaggio verbale ed iconico, una ribellione alle convenzioni e un certo spaesamento percettivo, soprattutto quando a parlare sono le nuove donne.

declinata nella musica e nei video che disegnano la scenografia dell’evento. Un paesaggio sonoro composto da influenze dance innovative e un tappeto visivo costituito dal lavoro di L’HUB come osservatorio privilegiato di nuovi stili e comportamenti. RELHAB diventa il luogo fisico che permette partecipazione relazionale e scambio di conoscenza in un contemporaneo modello di comunicazione integrata on e offline.

La scelta – The choice Il Morfeo della mitologia greca è il Dio dei sogni. Il suo nome connota l’abilità di cambiare, caratteristica che si adatta al personaggio di “Matrix”. Morpheus rappresenta la razza umana, è il capo della rivolta, condottiero del cambiamento, pirata della rivoluzione umana contro le macchine: “La verità è che tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è. È la tua ultima occasione: se rinunci, non ne avrai altre. Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più”. Io sono il pirata che ti farà scoprire i confini del mondo. Sulle navi, su cui non mancava il lavoro per l’equipaggio impegnato in una costante manutenzione, vi erano alcune regole che la ciurma era tenuta a osservare: 1. Ognuno ha il diritto di voto, a provviste fresche e alla razione di liquore. 2. Nessuno deve giocare a carte o a dadi per denaro. 3. I lumini delle candele devono essere spenti alle otto. 4. Tenere sempre le proprie armi pronte e pulite.

Necessità sentita è anche quella di contribuire concretamente in favore della nostra comunità e dell’ambiente. Quella stessa concretezza e credibilità che chiediamo alle istituzioni, alla politica e alle marche l’abbiamo sentita ed elaborata per Sidis con una nuova visione etica e qualitativa in cui la responsabilità diventa il valore centrale per i consumi ma anche per una creatività che non può più essere fatta da meri giochi di parole. In questo contesto l’opportunità strategica e comunicazionale è la partecipazione attiva dei consumatori, e il loro contributo è tanto più fondamentale quando parliamo di Opera San Francesco. Abbiamo ripensato a un’icona, quella di San Francesco, come un contemporaneo Cavaliere Jedi che vive su MySpace e diffonde il suo messaggio nella rete allargata di nuovi amici costituita da padri e predicatori, modelle avvenenti e gruppi rock, perpetue digitali e sportivi estremi. Nelle nostre aule abbiamo lavorato con veri capitani di grandi e piccole agenzie, Guitar, FBAI Promotion, Postel, MySpace, partner che hanno dimostrato di voler rompere con le logiche del mercato classico e che hanno visto in noi talento, esperienza e l’opportunità per i loro clienti di intraprendere percorsi di comunicazione alternativi.

5. Donne e fanciulle non possono salire a bordo. 6. Chi diserta in battaglia viene punito con la morte o con l’abbandono in mare aperto. 7. I pirati prendono le loro decisioni in maniera collettiva: non esiste un leader assoluto. 8. Il capitano viene eletto da tutta la ciurma riunita (dall’ultimo mozzo al timoniere) per effettuare le scelte relative alla conduzione del vascello. 9. Il bottino viene diviso in quote uguali, assegnando in certi casi due quote al capitano e una e mezzo al nostromo. 10. Ogni Capitano ha un “suo” codice (o regolamento) che può cambiare a suo piacimento in alcuni punti rispetto a quello base.

A teatro di Moda Lab abbiamo incontrato quelle persone che contribuiscono a ispirare altri modi possibili di sviluppo nella creatività, nella comunicazione e nell’imprenditoria. Al microfono, Simona Saraceni ha parlato delle strutture sociali del WEB 2.0, Gianluca Nicoletti di come Radio24 e Facebook si integrano in inedite forme di intrattenimento, Davide Colombo di come Il Deboscio intreccia arte e comunicazione virale, Dino Lupelli di come l’interaction design coinvolge il consumatore sul territorio, Simon Giuliani di come Pharmacy-Industry è entrata nel mondo della moda e di come Daniele Sigalote e Fabio La Fauci hanno dato vita ai “charactersdesign” Blue and Joy. Abbiamo voluto alimentare la creatività favorendo il talento degli studenti, sostenendolo con la visibilità dei loro progetti, una grande storia da raccontare dentro e al di fuori della comunità IED. Ed ecco che nasce la IED Brigade, non una headline provocatoria, ma giovani talenti impegnati nella lotta necessaria per raggiungere la libertà creativa, persone che si ritrovano ogni giovedì alle Biciclette con RELHAB; ogni serata una storia

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LE AVVENTURE DI MISTER BABY

“Abbiamo creato la nuova mascotte Mister Baby, affiancata da una banda di amici Miss Baby, Baby Jr e Mister Dog – e li abbiamo fatti vivere con venti storie animate che abbiamo diffuso in giro nella rete attraverso network e community.” Marco Marozzi

Abbiamo pensato e disegnato Mister Baby come un piccolo individuo capace di pensare, amare, odiare, un piccolo grande uomo critico e partecipe, una carognetta, non un bambolotto con il sorrisone. Mister Baby e la sua banda esplorano il mondo alla ricerca dell’avventura, del divertimento e della libertà… il loro vocabolario emozionale è costituito dalla semplicità, dall’ingenuità, dal gioco accompagnato da una sana cattiveria, armi di una rivoluzione capace di mettere in luce gli atteggiamenti più immaturi e irresponsabili del mondo adulto. Citazioni cinematografiche caricate di parodia e surrealismo come “Giochi Stellari”, “Bay Watch” e “Il Gladiatore” e storie costruite su episodi di vita vera, direttamente ispirati dalle mamme digitali come “Oggi verdure”, “Il topino dei denti”, “Oh Cacca!”, “Zapping” e “Peli Superflui” con cui abbiamo voluto ridere dei piccoli grandi problemi, delle manie e delle fissazioni di tutte le famiglie. Ma soprattutto abbiamo finalmente fatto un sacco di rutti e di puzzette. Godetevele tutte su:

www.misterbabyworld.it

www.myspace.com/mistermissbabyjr

www.flickr.com/photos/mrbaby/

http://mistermissbabyjr.splinder.com/

www.dada.net/mrbaby/

Mister Baby e la sua banda comunicano con le mamme digitali nelle storie animate diffuse attraverso i nodi della rete informatica.

“Un momento per pensare… e mi rendo conto che più di un anno fa ho visto nascere Mister Baby. È stata un’esperienza che mi ha dato molto, ma ciò che non smette mai di alimentare il mio entusiasmo è il continuo motivare e lavorare con questo team di studenti, condividendo ogni giorno con loro difficoltà e soddisfazioni.” Valentina Goglio

http://www.facebook.com/profile.php?id=1101342529

di ANGELICA NOVASCONI E ROBERTO FREZZA

Alcune cose ti capitano perché lo vuoi, perché le cerchi fermamente, altre perché il caso ha deciso che quelle cose ti appartengono e ti devono in qualche modo lasciare un segno nel tuo percorso di vita, seppur professionale. Alcune cose ti capitano perché le vuoi, d’accordo, ma poi cosa ti lasciano dietro? Fai a botte con il mondo per averle, realizzarle e poi quando le hai raggiunte ti lasciano l’amaro in bocca, come dice il poeta “Quel dolce un po’ salato” che forse non sa di come lo avevi immaginato. Un po’ tutto un po’ niente. Altre cose invece non te le aspetti e non sai che si riveleranno, forse, un passo importante, seppur piccolo, del tuo percorso di vita. Questo è un po’ quello che è capitato con il progetto Mister Baby. Ci è stato assegnato casualmente, ci siamo fatti il mazzo (chi più e chi meno a dir la verità, ma questa è un’altra storia) ci hanno affidato compiti che non avevamo mai svolto ma che alla fine abbiamo portato a termine.

UNA PRODUZIONE L’HUB

“Abbiamo sempre creduto che il nostro Mister Baby dovesse rispecchiare lo spirito delle mamme di oggi. Le trame delle nostre avventure sono nate con la lettura di aneddoti e racconti delle mamme digitali.” Francesco Bordin

Dovevamo lanciare la nuova mascotte Mister Baby come espressione dello spirito delle mamme di oggi, ed icona del rinnovamento di marca. Lo abbiamo fatto attraverso un’iniziativa di comunicazione virale che vede Mister Baby e i suoi amici protagonisti di 20 storie animate fruibili sulla rete attraverso i network sociali… un carachter vettoriale per comunicare con le mamme digitali nel WEB 2.0! Il primo passo è stato quello di conoscere le mamme digitali, quelle più moderne e contemporanee. Quelle ormai lontane dall’immagine tradizionale di angeli del focolare, quelle che partecipano, si incontrano e si confrontano sul WEB 2.0: quante sono, come sono, cosa fanno, dove vanno, cosa ascoltano, cosa dicono e perchè lo dicono. È stato divertente leggere i post di neo mamme alle prese con i loro “piccoli hobbit” o “teneri mostriciattoli”; e inaspettata la solidarietà tra mamme (e aspiranti mamme) che si scambiano consigli, racconti di notti insonni, scene di vita quotidiana attraverso centinaia di forum, blog e siti web dedicati esclusivamente a loro. Abbiamo scoperto un mondo che anche le ricerche non mettono in luce: tante giovani donne che quasi quotidianamente si collegano alla rete ed hanno accesso alla loro piccola culla virtuale decorata con immagini, video, post emozionanti e qualche piccolo grande sfogo. La mamma che ha il blog ma di fare la mamma ne ha fin troppo nel mondo reale, figurarsi se vuole accennare di avere un figlio; mamme che si divertono a pubblicare foto dei loro bimbi su Flickr e Dada, o video divertenti di piccole pesti all’opera su Youtube. O ancora la mamma che ha 20 anni, ascolta metal, guarda film horror ed è pazza (letteralmente?) di suo figlio (ah no, ok!), quella che ama fiori e fatine ed è succube del figlio e quella che: “Si un figlio ce l’ho, ma cacchio quanta pupù fa?”. Quella che ti racconta per filo e per segno la prima pappa del bimbo e quella che sorridendo descrive di quando il suo piccolo ha chiuso lei e il suo maritino fuori dal balcone, per ore, al freddo, sotto la pioggia. Questa accurata osservazione ci ha dato l’ispirazione per definire il carattere dei personaggi e scrivere le loro storie… Mister Baby è entrato, e sta entrando tuttora nella vita (per lo meno quella cybernetica) delle mamme, forse in punta di piedi o correndo inciampando qua e là; facendosi però voler bene e spiccando subito per la sua simpatia ed audacia: una mamma ha confessato che il suo bimbo di tre anni ha insistito per rivedere il trailer dei video di Mister Baby per ben 10 volte.

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“Abbiamo basato lo stile dei nostri cartoni sulla serialità delle storie e su un linguaggio ironico e inusuale. Abbiamo reso i cartoni ancora più originali con un linguaggio musicale e sonoro ad hoc.” Marco Renieri

Sviluppo connettivo Roberto Frezza Angelica Novasconi Elena Borghesan Giada Iuliano Gaia Matteuzzi Cristina Medri Federica Meneghin Constantin Rallo

Sviluppo grafico Davide Barco Alice Rampoldi Alessandro Anselmi Alessandra Astarita Nicole Balzano Alessandra Candiago Diana Crisciuolo Carola Del Celo Micol Maia Sarah Negri Kristine J Samarasinghe Christian Sicilia Manuela Zhou

Coordinamento Valentina Goglio Manfredi Pedone Direzione Marco Marozzi Francesco Bordin Marco Renieri

“Il lavoro è stato lungo ed erano così tanti i pezzi del puzzle da mettere insieme che bastava un niente per smarrire il filo. Come sempre, però, dai percorsi più difficili arrivano le maggiori soddisfazioni e questo progetto è stato davvero appagante. Qualcosa che non dimenticherò mai? La sigla dei cartoon di Mister Baby: è diventata la colonna sonora della mia vita. La ascolto quattro volte al giorno e mi è talmente entrata in testa che anche la sera, quando sono in giro, mi capita di canticchiarla!” Manfredi Pedone

“Bella esperienza, troppo bella per essere ripetuta. Sei mesi stressanti per partorire questo bimbo animato, una faticaccia, un parto naturale. Però soddisfatto dei commenti e del risultato finale. In buona sostanza, vi ringrazio per i complimenti.” Roberto Frezza

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Intrattenimento virale e informazione one-to-one quando nasce una mamma. di Eleonora Cappellari (Marketing Mister Baby, ssl healthcare Italia spa)

Un aspetto fondamentale della vita di una neo mamma è quello di imparare a gestire l’arrivo del nuovo bambino all’interno della propria vita e con i propri ritmi. Questo comporta facilmente, anche nelle mamme più attive, l’insorgere della cosiddetta maternity blues. Infatti circa il 70% delle neo mamme ne presenta i principali sintomi: irritabilità, facilità al pianto e agitazione immotivata nei confronti del neonato, del partner, dei familiari in genere, inclusi altri figli, ansia e tristezza. In particolare la neo mamma si domanda continuamente se è in grado nel modo giusto di prendersi cura del proprio bambino e se è capace di assumersi le responsabilità nei suoi confronti. Mister Baby vuole essere vicina alle mamme e supportarle, non solo con dei prodotti che le offrano un valido aiuto tecnico, ma anche con dei consigli utili che la aiutino ad affrontare il delicato momento della maternità con serenità. Per questo abbiamo pensato di integrare il progetto di viral marketing sulla mascotte Mister Baby, con un progetto di newsletter che forniscano dei consigli psicologici utili alle mamme, redatti da un team di esperti psicologi. Il progetto di viral marketing sulla mascotte Mister Baby in collaborazione con IED, infatti, non vuole solo divertire e creare un atteggiamento di simpatia nei confronti del brand Mister Baby, ma vuole anche supportare le neo-mamme che, oggi più che mai, vivono la maternità dovendo gestire anche molti altri aspetti (ad esempio il lavoro e una attiva vita sociale). Dalle ricerche emerge chiaramente che le mamme sono sempre più impegnate e hanno bisogno di soddisfare il loro desiderio di sapere e capire nel modo più veloce e pratico possibile, spesso tramite internet. La newsletter con i mini cartoon diventa pertanto lo spunto ideale per affrontare i più comuni argomenti legati al contesto psicologico delle mamme moderne. Da queste considerazioni è nata una nuova newsletter, chiamata “quando nasce una mamma”, che tratta le problematiche quotidiane di ordine psicologico più diffuse nelle famiglie italiane: il rapporto tra fratellini, tra bimbi e animali domestici, le bugie, l’educazione, la sessualità dei piccoli, il rapporto con il cibo, la gestione delle attività quotidiane, etc. Le newsletter “quando nasce una mamma” sono inviate alle mamme iscritte al sito Mister Baby in associazione ai minicartoon e prendono spunto dalle storie raccontate dagli studenti dello IED nei cartoon stessi. Storie nate dall’osservazione delle mamme nei network sociali su internet, spesso raccontate esplicitamente dalle mamme stesse. In questo modo Mister Baby riesce a far rivivere alle mamme i momenti “difficili” che lei stessa si è trovata ad affrontare durante la giornata, ma da un punto di vista esterno, per creare un momento di condivisione dei piccoli problemi che aiuta le neo mamme a sdrammatizzarli e superarli. Questo aspetto del progetto viene portato avanti grazie al contributo di Counseling Mamma, società che opera da anni nell’ambito del counseling psicologico.

“Mi sento a tutti gli effetti la mamma di Mr. Baby. Sento che il piccoletto inizia ad essere conosciuto anche grazie al mio sforzo ed al mio impegno. Sono trascorsi diversi mesi davvero pesanti in cui il “non ho tempo” non esisteva e non poteva esistere. Ci sono stati dei momenti in cui la tentazione di mollare tutto era forte, ma il feedback positivo dato dalle mamme, ha fatto si che prevalessero indubbiamente le soddisfazioni. Continuo così, non voglio mollare. Tengo Mr. Baby per la sua manina un po’ cicciottella accompagnandolo in questo cammino sul web...” Angelica Lisa Novasconi

“Mister Baby? Sì sì, faccio parte del team! Team... che bella parola, ecco quello che mi è piaciuto di Mister Baby: far parte della squadra. E che barba!!! Neanche stasera posso rilassarmi... Devo trovare questi cavoli di suoni, i mugolii e mandarli subito a Davide. A parte alcuni ostacoli da superare, devo dire però che è stata un’esperienza unica ed indimenticabile”. Manuela Zhou

“Non ho mai pensato così tanto ad un bambino. Sfondi, sfondi, sfondi... credo che impazzirò... Devo portare Mr. Baby all’asilo, cambiare il pannolone di Baby jr. e portare Mr. Dog al parco...” Nicole Balzano

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“Conosco Mister Baby ancora prima della sua nascita visto che è stato partorito anche dalle mie mani. Il mio preferito resta comunque Mr. Dog. Da semplici grafiche sono diventati veri, mi sono emozionato nel vederli muovere i loro primi passi. Sono così belli quando si muovono che anche adesso, dopo due anni di lavoro su Mister Baby posso dire cari bimbi miei… MI AVETE ROTTO LE PALLE!! Adesso state lì, fermi, e non voglio sentire un fiato! Mr Dog? Io e te usciamo!” Davide Barco

“Peccato che tu sia solo virtuale altrimenti ti avrei già ucciso!!! Bamboccio devi fare solo quello che ti dico io! Ti ho sentito piangere, ti ho sentito ridere, ti ho sentito fare le puzzette, ti ho visto muovere i tuoi primi passi e mi hai tenuta sveglia svariate NOTTI!!!! Molte volte ti avrei voluto abbandonare nel primo bidone dell’immondizia ma, ogni volta che lo stavo per fare, c’era sempre un qualcosa, o un qualcuno che me l’ho impediva. Tra pochi mesi non ti avrò più in mezzo ai piedi, sono felice!” Micol Maia

“Un modo per testare le proprie capacità, per confrontarsi nel lavoro di team, lavorando con un vero progetto. Un ottimo modo per fare ginnastica per il futuro.“ Christian Claudio Sicilia

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“Sono molto contenta di questa esperienza perché, oltre ad aver conosciuto delle persone valide e dei prof simpatici, ho imparato ad usare meglio i programmi al computer. Mister Baby sei il mio incubo ma sei anche un bel sogno che presto si realizzerà. Si è sudato tanto ma almeno vedremo grandi risultati e intanto si lavora tutti insieme in gruppo”. Kristine J. Samarasinghe

“Ho conosciuto persone che al di fuori di questo progetto, sicuramente non avrei potuto conoscere, ho imparato ad analizzare, a conoscere il mondo delle mamme e per la prima volta, “ho potuto” o meglio abbiamo potuto vedere il frutto dei nostri lavori.” Manuela Zhou

“Quando finiamo con sto lavoro? Non dormo più la notte per stare dietro a Mr. Baby. E’ stata una faticaccia stare dietro a tutte le consegne, mi sono sentita sbraitare di tutto, ma solo ora mi sono resa conto di quanto effettivamente è stato utile questo corso. Ho imparate tantissime cose e posso dire di aver lavorato ad un progetto reale.” Carola Del Celo

“Ore 21:37 msn: ma come sei messa con gli sfondi di Mister Baby? Ore 02:05 msn: non so se uccidere Bordin o Mister. Baby! Mmmm… che bellini… Oggi allo IED Marco ci ha regalato i ciondoli per il cell di Mister Baby! Speriamo non si accorgano che li abbiamo decapitati. Cosa ho imparato veramente quest’anno allo IED? Strategie di comunicazione… come analizzare il target… dove e come trovare tutte le informazioni che mi servono… usare Illustrator… Lavorare in gruppo… collaborare e ascoltare gli altri… farsi il culo… accettare le sconfitte… e le critiche di Bordin e Marozzi… Tutto questo l’ho imparato dall’HUB grazie a questo lungo lavoro di Mister. Baby. Nonostante le nottate fatte per finire in tempo i lavori… e i litigi con i compagni devo dire che sono soddisfatta.” Alessandra Candiago

“UUUUUUUU marò nun cia facc kiu’! Lavo, cambio pannolini, spazzolo il cane... sono 5 euro all’ora! Menomale che sono allergica ai cani…. Beh devo dire la verità, nonostante tutto, grazie a questo progetto sono cresciuta professionalmente ed interiormente. Lavorare in team è faticoso, però quando meno te lo aspetti, un sorriso ti conforta e ti aiuta a tener duro… insieme!” Alice Rampoldi

“Quando mi sono proposta di aiutare i ragazzi di Mister Baby non pensavo di trovare un ambiente simile. Non è facile essere l’ultima arrivata in un progetto iniziato da tempo. Invece sono stata accolta a braccia aperte e mi hanno subito messo sotto a lavorare. Bravo Mister Baby, sei un ottimo team leader.” Francesca Anna Locatelli

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TRACCE MOBILI

Vetrina animata in Montenapoleone. La “Trend Machine” è lo strumento fondamentale nell’analisi delle tendenze estetiche e nella fase di ispirazione progettuale. La “Macchina dei Trend” facilita il moderno designer nella libera associazione delle immagini raccolte dall’azione di cool hunting alle caratteristiche fisiche del prodotto. Gli infiniti percorsi casuali possibili implementano quella creatività connettiva al centro della nostra esperienza per conquistare un ruolo importante nella qualità dell’esistenza.

Velocità Domina il caos

Simbolo di questa operazione multimediale, una ruota di bicicletta coi raggi rossi, plasmata a forma di cuore. L’emblema di un movimento tra habitus e habitat che raccorda stile, circolazione e prospettive urbane nel rispetto dell’ambiente.

Se la bicicletta è il nuovo mezzo di trasporto urbano, come cambiano le calzature in funzione della neo mobilità su due ruote? di MARCO MAROZZI

Tracce Mobili è un progetto di ricerca creativa sui vissuti e gli stili di vita contemporanei legati alla scarpa e alla mobilità urbana. Un’analisi del presente per respirare lo spirito del nostro tempo, raccogliere evidenze sui vissuti, stili di vita e produrre stimoli ispirativi a supporto della linea Rossetti ONE. Tracce Mobili è un progetto realizzato da L’HUB laboratorio creativo di IED Comunicazione e IED Moda Lab di Milano per Rossetti ONE. I numeri da soli non sono più sufficienti a capire la nuova generazione di consumatori. Complessi, sfuggenti alle classificazioni, ormai protagonisti attivi del processo mediatico, capaci di rielaborare in chiave individuale marchi e prodotti. In questo senso Tracce Mobili vuole costituire un ampliamento degli strumenti di analisi e di ricerca per offrire una conoscenza più approfondita di bisogni e attitudini e soprattutto dare vita a una creatività credibile ed emozionale. L’unicità di L’HUB sta nel coinvolgimento partecipativo dei giovani talenti IED, nucleo energetico di una struttura fluida, mix di conoscenza e spontaneità, di esperienza e sperimentazione per trovare nuovi linguaggi e sviluppare nuove creatività progettuali. Il nostro approccio si fonda sull’osservazione delle persone e del loro stile. Stile nel senso di personalità, carattere, individualità. Crediamo che questo punto di vista, reale quotidiano, senza artifici, costituisca una preziosa fonte di ispirazione, come lo è la partecipazione attiva degli individui nella rete che permette l’aggregazione e la condivisione di straordinari contributi. Così, le immagini scattate per le vie della città e quelle raccolte sui network sociali ci offrono inedite associazioni per comprendere la realtà in evoluzione e ispirare una creatività “a tempo reale”. Se la bicicletta è il nuovo mezzo di trasporto urbano, come cambiano le calzature in funzione della neo mobilità su due ruote? Attraverso la bicicletta possiamo cogliere e individuare, senza chiudere, quei percorsi su cui si muovono gli stili di vita urbani più dinamici e contemporanei, tra haute couture e attitudine sportiva, propri della nuova Rossetti ONE. A Milano, muovendosi come cool hunter, 77 giovani talenti di L’HUB hanno scattato 1.700 immagini di persone che usano la bici nel loro quotidiano tra lavoro, aperitivi e semplici passeggiate, dalle griffe di Montenapoleone e Brera, allo street style di Corso di Porta Ticinese e Porta Genova. Abbiamo selezionato le immagini, le abbiamo abbinate e associate seguendo delle ipotesi generali ma fondamentalmente ci siamo lasciati liberi di seguire i nostri percorsi connettivi individuali che poi abbiamo condiviso e aggregato all’interno del gruppo di lavoro. Questo approccio non solo ci ha permesso di raccogliere evidenze ma ci ha consentito di raccontare come l’esperienza del guidare la bicicletta negli intricati percorsi cittadini, tra estetica, design, attitudine sportiva e sostenibilità, è interpretata e vissuta in modo del tutto individuale, indipendentemente dalle caratteristiche demografiche e classe sociale di appartenenza. Dall’analisi emerge un panorama di comunità su due ruote che si incrociano fisicamente nella città e concettualmente nella mappa estetico-emozionale da cui emergono tre macro aree attitudinali. Ogni area è caratterizzata dal proprio stile di interazione, pensiero e gusto estetico, preferenze cromatiche, abbigliamento, accessori e modalità di personalizzazione della propria bicicletta che più o meno inconsciamente riflette lo stile di chi la guida. Così possiamo affrontare la città con velocità per dominare il caos urbano, seguendo una linea semplice e perfetta. Con stile, esplorando attorno e godendo della città in ogni sfumatura. Con sfida, per giocare con la città, in modo audace, eccentrico e senza censura. Sulla base di questi tre concetti, i giovani designer di IED moda Lab hanno elaborato schizzi e visioni per i nuovi scenari metropolitani. Interpretazioni di una domanda che avanza su due ruote, messe a punto da creativi che, al tempo stesso, sono i consumatori più cool.

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Il cambiamento di costume all’insegna della mobilità è stato il tema dell’evento Fratelli Rossetti nella boutique di Montenapoleone a Milano in occasione della settimana del Salone del Mobile.

Domina il caos urbano, seguendo una linea semplice e perfetta. Arrivi subito alla meta, percorrendo la traccia della città in movimento. Velocità è energia. Non una piega, ergonomico, essenziale, più veloce che puoi.

La ballerina con piastra in vinile per aumentare l’elasticità e agevolare i movimenti del piede, lo stivaletto in pelle di struzzo, foderato in tessuto tecnico a nido d’ape e con soletta in gel per massaggiare il piede con il movimento, il sandalo con tomaia in gomma e ghetta elasticizzata a proteggere e a fasciare la caviglia. Tracce mobili si inserisce anche al Pitti Uomo dove la scenografia alla Fortezza da Basso è realizzata sul tema della mobilità sostenibile e in particolare sulla bicicletta.

www.myspace.com/traccemobili La ricerca è in continua evoluzione su www.myspace.com/traccemobili dove ogni giorno da tutto il mondo si aggiungono appassionati di moda e di bici, magazine e prodotti specializzati, movimenti all’insegna di una nuova mobilità e di una nuova qualità di vita.

Il libro “Tracce Mobili” è un reportage puntuale, link tra reale e virtuale, tra la collezione Rossetti ONE e gli stili di vita contemporanei.

Rossetti One, il nuovo brand mirato ad affiancare la prima linea ma pensato per un target giovane e dinamico. Un ulteriore passo di Rossetti One in quel percorso analitico dei nuovi spostamenti iniziato a Firenze con il rilancio dello stivaletto da pattinaggio.

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Stile Esplora attorno a te

Sfida Gioca con la città

Goditi la città cogliendone ogni sfumatura. Viaggiatore, intrepido esploratore. Una fusione tra la propria essenza e il mondo circostante. La combinazione tra consapevolezza e rilassatezza, l’eleganza di città.

Non aggirare gli ostacoli ma giocaci per stupire. Sfida l’imprevedibile con audacia, eccentrico e senza censura. Esibizione sfacciata verso un gradino, il passamano o un luogo dissestato. Interprete della vita nel suo mutare.

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Nessun altro oggetto come la bicicletta oggi rappresenta “il nuovo”. di MARIA LUISA PEZZALI (giornalista di Radio 24)

Una novità che consiste nel farsi interprete della modernità, sintesi perfetta fra un passato da recuperare e un futuro ancora da scrivere. La bicicletta è il simbolo di una scommessa chiamata “sostenibilità”, che passa attraverso nuovi stili di vita, nuove forme di mobilità urbana e nuovi parametri di valutazione di concetti quali il tempo, la produttività, l’efficienza. Per chi cerca di capire “dove va il mondo” dall’analisi dei prodotti e delle abitudini di consumo, la bicicletta rappresenta inoltre un trend straordinario: trasversale per età, genere, classe sociale e target di consumatori. Democratico e universale. Per “Critical mass”, il movimento “politico” dei ciclisti nato a San Francisco negli anni ‘90 e poi diffusosi in tutto il mondo, la bicicletta è la chiave di volta per la vivibilità delle città, che vanno “conquistate” occupando con le due ruote più superficie stradale possibile. Per l’olandese Hans Monderman è il mezzo simbolo dello shared space, lo spazio condiviso, progetto pionieristico che rivoluziona la viabilità urbana eliminando dalle strade qualsiasi tipo di segnaletica, strisce pedonali, semafori, marciapiedi e costringendo di fatto automobilisti, ciclisti e pedoni a guardarsi negli occhi. “Il senso del progetto, che prende le mosse da prassi urbane esistenti - sostiene la sociologa dei consumi Patrizia Martello, direttore di ricerca dell’istituto di consulenza GPF - sta nella ricerca di forme multiple di mobilità. Sembra paradossale ma l’apparente caos di uno spazio anarchico, senza regole, agisce positivamente sul livello di attenzione di chi si muove per strada e rende più compatibili i diversi soggetti in circolazione”. Responsabilizzazione dei cittadini: questo l’obiettivo dichiarato del progetto. Nella città olandese di Drachten ha funzionato con successo, tanto che altre amministrazioni si sono già fatte contagiare dalla filosofia dello shared space, con l’appoggio convinto dell’Unione europea. In tante città - scandinave, olandesi e tedesche in testa, ma anche francesi e spagnole - il modello di mobilità urbana si sta spostando a grandi passi verso la mobilità ciclabile. Si investe in piste ciclabili, in bike-sharing e nell’intermodalità, la possibilità, cioè, di far viaggiare la bicicletta sui mezzi pubblici. La mappa degli indicatori di questa tendenza ha le sue città simbolo. A Parigi la velorution è iniziata nell’estate 2007, quando il comune ha deciso di mettere a disposizione dei cittadini oltre diecimila biciclette, ormai raddoppiate, con la formula del noleggio prepagato a basso costo. È il più grande progetto del genere al mondo. Oggi si stima che il servizio venga usato abitualmente da un milione e mezzo di parigini e turisti. Secondo Jean-Marc Offner, direttore del Latts (Laboratoire techniques, territoires et sociétés), la rivoluzione dei Velib (acronimo di vélo e liberté) è destinata a segnare i prossimi trent’anni. A Bruxelles il comune ha lanciato le prime “ciclofficine”, spazi autogestiti per riparare le biciclette, che si basano sull’aiuto reciproco fra ciclisti. Nell’antica città universitaria tedesca di Friburgo, capitale ecologica della Germania ai piedi della Foresta Nera, il numero delle biciclette è il doppio di quello delle automobili. A New York - dove nei parcheggi s’improvvisano match di urban cycle polo, versione del polo con le bici a scatto fisso al posto dei cavalli - spopolano i Pedicab, una sorta di risciò a pedali che per un dollaro a isolato costituiscono l’alternativa ecologica ed economica ai taxi spesso imbottigliati nel traffico. A Londra a puntare sulla bicicletta è l’International Obesity Task Force, che ha intimato ai politici di ridisegnare radicalmente le zone urbane, definite “obesogeniche”, per costruire una «slim city». La “città magra” ideale dovrebbe avere scuole con campi gioco, case su pochi piani con scale larghe e senza ascensori, zone residenziali miste che comprendano negozi, uffici, scuole e poli di svago tutti collegati con percorsi pedonali, piste ciclabili e mezzi pubblici. A Pechino, dove con lo sviluppo e il benessere raggiunto molte biciclette hanno lasciato il posto alle auto, nuovi status symbol, in molti gridano all’imbarbarimento. E in Italia? In attesa che tutte le amministrazioni attuino le promesse politiche di incentivazione all’uso delle due ruote con la realizzazione in primis delle piste ciclabili, si vendono due milioni di biciclette l’anno. “Se avessimo le strutture sarebbero almeno cinque” dicono gli esperti.

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Il nostro Paese è leader europeo nella produzione di mezzi e componenti. Eppure, nonostante l’impegno di città come Mantova e Reggio Emilia, nessun nome italiano compare nella top ten delle città bicycle friendly, che vedono primeggiare Amsterdam. Gli italiani pedalano mediamente per 168 km l’anno, contro i 300 dei tedeschi e i 1.000 degli olandesi. E da loro fa pure più freddo. A Milano i microspostamenti in città (casa-ufficioscuola) sono il 26 per cento degli spostamenti totali, ma solo per il 5,5 per cento di questi si usa la bicicletta. Terreno di sperimentazione per i designer, nuovo sbocco di mercato per le griffe della moda, occasione di riscatto per piccole imprese artigiane, benefit aziendale per le società più illuminate, grande laboratorio di “customizzazione fai da te”, la bicicletta sta attraversando insomma un momento di grande favore, sottolineato da conferenze, festival cinematografici, mostre, raduni per appassionati, imprese avventurose. È diventata un vero e proprio biglietto da visita, che racconta molto del suo proprietario e, un po’ come succede con i cani o le piante, si finisce sempre per scegliere quella che più ci assomiglia.

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UN PERFETTO PIANO DI EVASIONE

La mobilità come un nuovo stile di vita che desidera servizi personalizzati e una comunicazione realmente uno-a-uno. a cura di L’HUB

Per necessità o virtù, che ci piaccia o no, la mobilità si identifica come un nuovo modello di riferimento, comportamentale e professionale. La precarietà e la complessità odierna va affrontata con una nuova attitudine, più indipendente, flessibile e creativa. Occorre essere nomadi per sopravvivere o condurre questa fase di cambiamento, con un’identità aperta e multiforme, capaci di muoversi tra New York e Milano, da MySpace.it a MySpace.com. L’odierno marketing di successo si fonda su un pensiero creativo veloce, flessibile e immediato, che non processa ma combina in modo originale elementi e stimoli a disposizione di tutti, permette una rielaborazione e un adattamento che rispetta l’individuo e favorisce le risorse del suo microcosmo. In questo quadro la rilevanza culturale locale diventa il codice linguistico tra marca e consumatore e apre una nuova dimensione di servizi più estemporanei ma paradossalmente più accoglienti, specie quando pensiamo al nomade e alla sua relazione tra casa e viaggio. Il mercato turistico conosce bene la diffusa capacità di scelta dei nuovi consumatori, più o meno nomadi ma sicuramente sempre più consapevoli dei benefici che derivano dalla fruizione di una vacanza breve e vicino a casa, sempre più autonomi nell’organizzare da soli i propri viaggi nella convinzione di poter “fare meglio, spendendo meno”. Così, se aumenta la frequenza delle partenze, diminuisce la fedeltà ai tour operator che, tra lusso e commodity, devono proporre esperienze accessibili ma altamente coinvolgenti, servizi eccellenti limitati nel tempo e nello spazio. In un contesto di questo tipo, la fidelizzazione risulta fondamentale per giustificare il “premium price” pagato dai clienti che prenotano le loro vacanze non autonomamente ma con un tour operator. Il consumatore viene posto al centro delle nuove forme di turismo personalizzato, piani perfetti di evasione costruiti sulle sue passioni personali e secondo forme di aggregazione a comunità che non l’omologhino a uno standard. Ne deriva che in questo quadro di mobilità diffusa può diventare necessario abbandonare la convenzionale segmentazione dei consumatori per tipologia di viaggio (mare o montagna) o di tratta (breve o lunga distanza) e procedere invece per una proposta di aggregazione emozionale. Una sorta di network sociale turistico per comunità di persone che condividono attività e interessi simili o che sono interessati a esplorare interessi e attività degli altri simili alle loro; una passeggiata nella cultura, una parco di divertimenti, un tuffo acrobatico nell’avventura. Anche il mercato turistico ci dice che non abbiamo più noi le chiavi in mano, le ha il pubblico. La partecipazione diventa una forma di comunicazione, il coinvolgimento è un’emozione mantenuta nel tempo che diventa speciale proprio per il valore aggiunto che ognuno può dare in modo diverso dagli altri. Ogni evento deve essere un’esperienza, il risultato è un’emozione breve (e non garantita). Quando comunichiamo dobbiamo imparare a usare i link, proprio per raggiungere i tanti pubblici che oggi ha ogni società, non solo quelle dei massimi numeri; oggi non conta quello che conosci, ma chi conosci: 1 persona che conosce 100 persone conosce, in sei passaggi, 10 miliardi di persone. Il cuore della questione è sempre lo stesso: muoversi fuori dall’ordinario, fuori dai tempi e modi stabiliti da altri, tenere una relazione stretta con ogni singolo cliente e saperlo coinvolgere. In quest’ottica affrontiamo la comunicazione one-to-one mettendo in sinergia il canale WEB, quello postale e l’evento sul territorio. Dal blog, all’email fino ad arrivare ai nuovi strumenti dei social network, il WEB offre un ambiente interattivo e bidirezionale, consente di ascoltare, di ricevere e non solo di inviare. Dall’altra parte il direct marketing può agire attraverso la creatività di nuovi formati e materiali e una personalizzazione per ogni fase della relazione con un cliente, dall’acquisizione alla fidelizzazione. L’evento si pone come esperienza centrale per vivere e interagire con i valori della marca. Potremmo utilizzare questi strumenti attorno al pensiero di fidelizzare il parco clienti e acquisirne di potenziali. Proviamo a prolungare l’emozione della vacanza come lo si fa quando mostriamo le foto ai nostri amici. Proviamo a mantenere i contatti con gli amici conosciuti durante la vacanza, proviamo a mantenere solidi nel tempo quei legami che durante il viaggio si rafforzano. Proviamo a farlo con la partecipazione e la condivisione di ognuno dei partecipanti favorendo i loro legami attraverso i link e le modalità espressive dei network sociali. Un CRM dedicato al dopo vacanza. Video, foto, email, instant messaging, blog, per raccontare le proprie storie, esprimersi, confrontarsi e continuare a relazionarsi. Una community costruita non sui valori istituzionali del brand ma sulle emozioni di coloro che hanno vissuto il brand.

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La famiglia contemporanea. Il target principale di un tour operator è la famiglia, ma oggi la famiglia non è più quella tradizionale, composta da 2 genitori e 2 figli. Oggi il concetto di famiglia ha un significato più articolato e delle implicazioni molto più estese. Il numero dei matrimoni è in continua diminuzione e parallelamente si innalzata l’età di chi si sposa. Cresce la percentuale di separati e divorziati. Aumentano le unioni libere, le coabitazioni e le convivenze di giovani e adulti non sposati, comprese le coppie gay. Diminuisce il numero dei figli. Negli anni più recenti si è inoltre fortemente abbassato il numero medio dei componenti per ogni nucleo famigliare, non solo perché si fanno meno bambini, ma perché ci sono sempre più coppie senza figli e sempre più persone anziane, soprattutto donne, che vivono da sole. Oggi la famiglia è anche quella composta da un solo genitore, una coppia giovane o matura che convive, due donne o due uomini che stanno insieme. La famiglia italiana cambia e continuerà a modificarsi nel tempo, avvicinandosi ad espressioni di un sempre più ampio pluralismo culturale ed esigenza individuale; il fondamentale valore della sicurezza si amplia e si carica di nuove accezioni che vanno rilette secondo una maggior autocentratura, capacità di scelta e personalizzazione, un crescente desiderio di libertà ed esploratività, una maggior ricerca del piacere e del sé, una sempre più crescente sensibilità sociale e ambientale. Ogni membro della famiglia cerca il proprio spazio all’interno della “propria” vacanza.

La tua meta. Alessandro Agnellini, Matteo Bormetti, Anna Miriam Cagliostro, Riccardo Galati, Lucio Lombardi, Arianna Losi, Lorenzo Santagada, Nathalie Silvera, Claudia Valentini Il viaggio aiuta a conoscere se stessi. Un viaggio tagliato su misura, che permette non solo di vedere un luogo ma anche di vivere un’esperienza. Un viaggio costruito sulle passioni intime dei viaggiatori. Questa considerazione porta a una visione che ridisegna i confini geografici e politici dei paesi, proponendo una visione tematica e a rete del mondo.

Vacanze diverse come due gocce d’acqua. Andrea Altavela, Martina Cavallazzi, Viola Doddi, Nicole Fardenzi, Chiara Lamendola, Barbara Mastrapasqua, Antonella Paolicelli, Massimo Savioli, Claudia Tosa Genitori e figli vivono in mondi diversi, hanno punti di vista diversi che spesso entrano in conflitto. Il concetto di “vacanza senza no” sviluppa un’offerta vicino a figli e genitori, per liberarsi di tutte le preoccupazioni e abbandonarsi solo al divertimento. La ibertà di fare quello che si vuole, dove genitori e figli possono vivere fuori dai loro ruoli quotidiani: “Vacanze diverse come due gocce d’acqua” premia pertanto la condivisione di un’esperienza nel rispetto del proprio spazio. Un perfetto piano di evasione. Francesca Di Giacomo, Giulia Doldo, Francesco Durante Viola, Stefano Panella, Chiara Pellizzari, Andrea Fumagalli, Valeria Santarelli, Alessandra Monaco

In vacanza tutti avranno i loro 15 giorni di fama

Il desiderio di viaggio quale fuga per recuperare la dimensione di libertà. Un viaggio breve, studiato per soddisfare al meglio le esigenze individuali profilate e raccontate attraverso quattro tipologie di animali che evadono dalla cattività per riappropriarsi della loro identità nel loro habitat naturale. Un piano di evasione perfetto e sicuro.

Alice Baronio, Mairo Cinquetti, Giacomo Grassi, Filiberto Guarienti, Barbara Masseroni, Cinzia Montrone, Romina Anziano, Lorenzo Piccinini, Niccolò Spezia Una vacanza organizzata su misura per il cliente facendolo sentire importante come una star hollywodiana. Una vacanza che ti vizia e ti mette a disposizione tutti quei comfort degni di un VIP. Lettini e asciugamani personalizzati, porte delle camere personalizzate; fiori e prodotti cosmetici; un fotografo che imprimerà su carta ogni momento speciale; cene su misura… Una star è nata e quella star sei tu: in vacanza tutti avranno i loro 15 giorni di fama.

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LIBERATE GLI OSTAGGI

Liberiamo i Santi Davide Azzi, Valentina Besozzi, Veronica Iapichino, Flavia Pallavidini, Luana Valenghi Liberati da icone, cripte, reliquie e diffusi attraverso la rete del WEB 2.0, per le prossime mille generazioni, I Santi saranno come Cavalieri Jedi, guardiani di pace e giustizia della creatività democratica fondata sui media digitali.

VideoBlog n.1 – Manifesto

Tra tradizione religiosa e innovazione laica I Santi sosterranno i Ribelli per favorire l’innovazione dal basso.

“Sentiamo il bisogno di trovare assieme a voi tattiche e strategie alternative di vita. Ogni persona che vuole opporsi all’omogeneità culturale e al monopolio delle idee può fare qualcosa, per pur piccola che possa sembrare. Guardate questo videoblog e decidete se potete rimanere ancora inattivi… seguite le istruzioni e unitevi alla lotta, ora. Sotto ogni teoria e sotto ogni circostanza, il dovere di ogni rivoluzionario della creatività è fare la rivoluzione creativa. La creatività di cui stiamo parlando è la capacità di esprimere un punto di vista originale sulle cose del mondo, contribuendo concretamente a creare nuovi percorsi di sviluppo in favore della propria comunità locale. L’invito è quello di focalizzarsi sul momento presente, liberi di scegliere, con una mano sulla tecnologia e l’altra sul cuore. Il fatto importante è che ci sono sempre più guerriglieri della libertà pronti a lottare, e più siamo meglio è. Questo è un progetto in condivisione ed uno strumento di ispirazione”.

Si riuniscono qui i migliori filosofi, creativi e guerrieri, per condividere il loro sacrificio e discutere le loro scoperte mistiche ed enigmatiche.

L’unione dei loro sforzi porta allo sviluppo di un Ordine, ora contemplativo, ma con il tempo I Santi assumeranno un ruolo più attivo intervenendo direttamente nelle questioni politiche della rete.

Nella lotta quotidiana contro l’omogeneità culturale, ognuno di noi può sentirsi imprigionato, sotto arresto, censurato, omologato, sequestrato, in gabbia, sotto assedio… a cura di L’HUB

Un manuale di vera guerriglia urbana riscritto e reinterpretato. Il Guerrigliero Yes I lotta l’omogeneità culturale e il monopolio delle idee con creatività e metodi e non convenzionali. Un rivoluzionario mediatico per la propria comunità, un amico della gente e della libertà, che crede nel diritto individuale all’uguaglianza e persegue tutto ciò che serve a realizzare se stesso.

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Opponendosi all’oscurantismo e all’Impero, si impegneranno a mantenere la pace, la giustizia e la democrazia dei nuovi linguaggi. I Santi saranno i difensori della pace della Repubblica Creativa, grazie alle loro eroiche imprese saranno in breve tempo conosciuti e rispettati in tutta la rete, incutendo timore nei malvagi. Saranno noti come sapienti, maghi, guerrieri e filosofi. I Santi saranno questo e molto di più. I Santi sono un Ordine di individui in grado di entrare in contatto ed usare la Creatività. L’Ordine ha inizio ora con la nascita della Repubblica stessa.

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VideoBlog n.2 – Il guerrigliero mediatico

VideoBlog n.3 - Liberate gli ostaggi

“Il Guerrigliero Yes I lotta l’omogeneità culturale e il monopolio delle idee con creatività e metodi e non convenzionali. Un ardente rivoluzionario, un combattente per la liberazione della propria comunità, un amico della gente e della libertà, che crede nel diritto individuale all’uguaglianza e persegue tutto ciò che serve a realizzare se stesso. Il Guerrigliero Yes I segue un obiettivo culturale, attacca il monopolio delle idee attraverso ogni forma di espressione personale, come l’arte, la musica, la poesia, la parola… Il Guerrigliero Yes I crede nell’inalienabile diritto ad una vita piena e felice e che siamo felici solo quando anche gli altri sono felici. Siamo tutti collegati, parte di una nazione globale impegnati nel fare del bene, amare e aiutare il prossimo. Il compito primario del Guerrigliero Yes I è di cambiare le regole del sistema corrente, di demoralizzare il regime culturale e le sue forze repressive e aiutare a creare una struttura creativa e totalmente rivoluzionaria, sostenibile per l’individuo e per la società. Così la lotta è diretta verso quattro obiettivi principali:

“La liberazione degli ostaggi è un azione creativa diretta a liberare il vostro io interiore, e quello dei vostri fratelli. Nella lotta quotidiana contro l’omogeneità culturale e il monopolio delle idee, ognuno di noi può sentirsi imprigionato, sotto arresto, censurato, omologato, sequestrato, in gabbia, sotto assedio… Questo non vuol dire che la lotta finisce. Per il Guerrigliero Yes I la lotta continua anche nello stato di prigionia in cui si trova. Il Guerrigliero Yes I sequestrato, vede la prigione del nemico come una condizione da capire e dominare allo scopo di liberare se stesso e i propri fratelli. Prendi coscienza e aiuta gli altri a prendere coscienza. Fermatevi un istante a riflettere, chiedetevi chi siete e cosa fate, guardatevi attorno e se vi sentite ostaggi, fate qualcosa, per pur piccola che sia, con una azione di guerriglia creativa, denominabile ‘liberazione degli ostaggi’. Liberate mente e spirito, siate fieri e coraggiosi, attaccate e create, questo è quello che potete fare ogni giorno, a partire da oggi:

1. perseguire tutto ciò che ci permette di realizzarci 2. comunicare noi stessi attraverso ogni forma di espressione, arte, musica, poesia, parola… 3. sostenere e nutrire la nostra comunità 4. promuovere una coscienza e una responsabilità sociale per un mondo migliore”.

Per diventare Santo sono richiesti un impegno profondo e una mente astuta. La vita di un Santo è una vita di sacrificio. Coloro che mostrano predisposizione per la Creatività vengono inviati ancora giovani al Tempio di L’HUB per essere addestrati. Sin dall’inizio dell’apprendistato conducono una vita semplice fedele al Codice Santo, che proibisce proprietà materiali o legami emotivi. Secondo i principi della modestia e dell’umiltà, è tradizione dei Santi indossare abiti lunghi, ampi e comodi, una tunica e un mantello, nelle varie tonalità del bianco e del marrone. La prima parte dell’addestramento è svolta sotto la guida di un Santo saggio ed esperto, fino a quando l’allievo non è pronto per intraprendere il percorso del Santo.

Se non fosse stato per Galileo e tutti coloro che come lui sono andati contro al sapere imposto non si sarebbe sviluppata la scienza moderna; privato delle opere di Virginia Woolf il movimento femminista non avrebbe avuto voce; senza Lawrence, Flaubert, Miller non avremmo partecipato alla rivoluzione sessuale.

Insomma senza un’avventurosa ed estrema resistenza avremmo corso il rischio di vivere in una realtà simile a quella profetizzata da Orwell in “1984” in cui la cultura e le coscienze sarebbero state manipolate, controllate ed infine sconfitte.

- liberate la vostra immaginazione e le vostre qualità creative: assalite ogni luogo di prigionia quotidiana, come case, scuole, università, uffici; - liberate le persone sotto assedio: aiutate i vostri fratelli e promuovete un mondo migliore; - liberate l’ambiente: riducete, riusate, riciclate a casa, a scuola, in ufficio, alla mensa; - liberate le strade: guidate di meno, andate in bicicletta di più, assalite i mezzi di trasporto; - liberate lo stile: create la vostra marca di abbigliamento; - liberate la conoscenza: spegnete la tv, scegliete un film indipendente”. La nostra missione è far conoscere autori che sono stati proibiti o incompresi dagli uomini del loro tempo per avere modo oggi di contribuire ad una nuova rivoluzione.

Liberiamo i libri

Liberiamo i carrelli

Valeria Bera, Kristina Culaj, Cecilia Piatti, Beatrice Ratto, Alessandra Simone.

Cinzia De Santis, Marianna Menozzi, Flavio Orlando, Veronica Salvadori. Liberiamo i carrelli, quelli della spesa, quelli di Ikea, COOP, Esselunga, Lidl, Sidis… oggetti normali per un normale uso quotidiano.

Liberiamo i libri, ostaggi negli scaffali delle biblioteche e delle librerie, prigionieri di un mondo che gira a ritmi frenetici attorno alle immagini e alle notizie da “5 minuti”, quelle rapide e sintetiche delle testate freepress e di internet. Liberiamo quei libri che non hanno fatto la letteratura bensì quei testi che hanno fatto la storia.

Libri censurati, proibiti, bruciati maledetti, anche quelli che non necessariamente sono stati messi all’indice, ma hanno fatto la differenza, infranto tabù, determinando la società in cui viviamo oggi.

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Liberiamoli da un design obsoleto, non ergonomico, anzi fastidiosamente ostile specie quando i carrelli deviano dal tracciato della nostra guida.

Liberiamo il progetto di oggetti, i carrelli, che si misurano con la realtà quotidiana della vita. Oggetti che sembrano anonimi, usati ogni giorno da tutti al punto di diventare invisibili.

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I FREEDOM SEEKERS YES I Indipendentemente dal genere, dalla razza e dalla nazionalità, il freedom seeker Yes I spicca per talento individuale e creatività connettiva cioè, per quella capacità di esprimere un punto di vista originale sulle cose del mondo, contribuendo concretamente a creare nuovi percorsi di sviluppo in favore della propria comunità locale. I freedom seeker vogliono rielaborare e personalizzare il contesto circostante. Lo fanno per esprimere se stessi, lo fanno attraverso i link delle piattaforme di social network a loro disposizione. Le manifestazioni estetiche più audaci sembrano essere in mano alle giovani donne che sensibili al mondo esterno, dimostrano una forte consapevolezza di sé, sanno cosa cercano proponendo nuovi modelli stilistici. Quando le immagini si riempiono di profondi contenuti valoriali e conoscitivi, la ricerca personale conduce ad una sorta di esistenzialismo tra arte, tecnologia e ecosostenibiltà e tutto ciò che può apportare un miglioramento della società e della qualità della vita. Sono personaggi di spicco, modelli di ispirazione e promotori attivi di progetti e prodotti alternativi. La creatività connettiva dei freedom seeker va oltre la mera estetica dell’immagine e si fonda su un progetto più ampio e collaborativo. I nuovi media hanno un ruolo fondamentale per la diffusione partecipativa di una nuova etica fondata sulla libertà ed espressione personale.

Liberiamo quella creatività del design e della comunicazione che invece di chiudersi all’ispirazione fine a se stessa e limitarsi all’apparenza visiva, si apre a un’estetica fruibile quotidianamente attraverso un uso concreto.

Ispiriamoci osservando persone e cose normali, quelle più vicine a noi, capaci di coinvolgerci concretamente, non proiezioni lontane dal nostro mondo. Vogliamo eventi fisici più vicini alla nostra esperienza per poterci relazionare con il mondo reale. Eventi accessibili, locali, democratici e partecipativi come il fare la spesa al supermercato.

I carrelli della spesa sono come i marchi della comunicazione, devono offrirci vantaggi e servizi concreti e tangibili nella vita reale, devono saperli mettere in pratica e mostrare i risultati che ci possono offrire. Se deviano dal tracciato occorre ridisegnarli. È una priorità. Liberiamo l’arancione

Liberare l’arancione in ogni aspetto della nostra vita vuol dire prender coscienza, in un apparente caos di spazio e di tempo, della frenesia metropolitana e assaporare invece ciò che ci circonda; gusti, odori, immagini, scritture, rumori, emozioni Liberiamo l’arancione per vivere meglio. Liberiamo le uniformi Maria Elena Gambaro, Camilla Gatti, Maria Alexandra Ramirez, Michela Sansone.

Liberiamo gli ostaggi delle uniformi, liberiamoci dalla dipendenza dal brand e dall’influenza della moda. Smettiamola di essere superficiali, di cercare all’interno di un marchio la nostra identità, di limitarci all’apparenza e iniziamo ad apprezzare i contenuti, la sostanza delle cose e delle persone che ci circondano.

Silvia Ardeleani, Nicola Bassi, Marco Castorina, Margherita Tonolini.

Liberiamo l’arancione dei semafori, liberiamolo dal rosso e dal verde, prolunghiamolo nel tempo per prenderci più tempo.

Liberare l’arancione vuol dire eliminare la segnaletica che regola la viabilità, vuol dire obbligare automobilisti, ciclisti e pedoni a guardarsi negli occhi.

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Cessiamo di comprare roba inutile ma, certo, di marca e vestiamoci come vogliamo, in assoluta libertà, senza farci influenzare dal gruppo di cui facciamo parte o al quale vorremmo appartenere. Cambiamo atteggiamenti e abitudini limitative per la nostra esistenza, condizioni forzate che modificano le nostre percezioni e la nostra personalità.

Prendiamo atto della bellezza del singolo che deriva dall’unicità di ognuno di noi e proponiamo al mondo il nostro stile come specchio della nostra interiorità. Noi non siamo ciò che indossiamo.

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CONNESSIONI DELLA MEMORIA

Storie e visioni di donne contemporanee che nascono da un percorso di creatività connettiva, di libere associazioni tra tradizione e innovazione. di FERRUCCIO FORCELLA

Interazioni contemporanee per reinterpretare la tradizione Guerlain. Maison des parfums ormai giunta al 180esimo compleanno, ci ha chiesto di far rinascere 4 storici profumi con una nuova veste. Contemporanea, futuribile e allo stesso tempo densa del bagaglio artistico-culturale, dell’amore e della passione che i maestri profumieri Guerlain hanno negli anni condensato in poche gocce d’estasi nascoste nelle boccette dei grandi cristallieri dell’epoca; uno per tutti Baccarat. Le essenze Guerlain affondano infatti le radici nelle atmosfere artistiche storiche e sociali del periodo in cui sono state create. “Vol de Nuit” trae quindi ispirazione dal surrealismo dei primi decenni del ‘900, “Samsara” nasce alla fine degli anni ’80 dall’idea di circolarità della vita propria delle filosofie orientali, così “Mitsuko” si rivolge ad una donna forte che riscopre se stessa liberandosi dalle costrizioni che la società le impone e “Insolence” descrive la donna tramite situazioni astratte che simboleggiano il modo di vivere ed affrontare la quotidianità. Contemporaneità è dunque interagire in maniera contemporanea, guardando al futuro, con le atmosfere artistiche e sociali del passato.

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L’insolenza femminile. Stefania Landini Codice morale perduto, stile di vita specchio di un’anima fragile, che si interroga sempre più su quale sia la condotta vincente che permetta di raggiungere la felicità e che dia un senso positivo alla vita. È il ritratto dell’uomo del terzo millennio che vive frastornato da falsi idoli, in un epoca di violenza gratuita, in cui è potenzialmente in grado di provocare danni immani, ma non abbastanza forte per combatterli. È un epoca di omicidi assurdi, di avidità sfrenata e di un cinismo talmente radicato, che anche il concetto di moralità spesso non suscita altro che un sogghigno beffardo. Dove sono finiti i valori tradizionali? A cosa appigliarsi per sopravvivere? Perché la vita umana è considerata oggi provvisoria e accidentale? La società come risponde? Purtroppo non ci sono risposte risolutive a questi interrogativi, resta soltanto la possibilità del singolo di reagire prendendone atto, seguendo le proprie ragioni senza farsi trascinare da convinzioni collettive, non sempre credendoci: ecco la “sfida”, quella che ci contraddistingue. Gli individui, ad ogni livello, si riconoscono sempre meno nelle istituzioni, che dovrebbero rappresentarli e l’idea stessa di “democrazia” viene impropriamente spesso associata a forme degenerate del pubblico costume. La nostra società non è più in grado di ascoltare, non sa più esprimere i sentimenti più autentici, le emozioni della vita. Egoismo ed opportunismo fanno da padroni, le persone sembrano tutte uguali, faticano ad essere sè stesse e a condividere le situazioni. In realtà tutti avrebbero qualcosa da dire e il bisogno di raccontarsi in qualche modo. Quello che blocca è troppo spesso la paura di non essere ascoltati. In questo periodo storico dove tutto sembra incerto e vuoto, la figura femminile è sempre più forte, sicura e agguerrita, la visione della donna è cambiata. Le donne di oggi hanno smesso di essere angeli del focolare e decidono di sé, della loro vita. Spesso sono donne coraggiose, combattive, audaci e a volte combattenti. La donna è una e mille volti, pensieri, idee, azioni. È una donna indipendente, padrona di se stessa, sfugge al controllo, stupisce e affascina. Le donne di tutto il mondo continuano a godere di una sempre maggiore libertà e di un crescente successo. Partecipano alla vita sociale e civile, hanno maggiore opportunità di lavoro e di carriera. Le donne d’oggi in ogni campo lanciano delle sfide, da quelle personali come “donne di famiglia”, a quelle lavorative come “donne in carriera”, a quelle sociali come “donne che difendono le donne”. La donna d’oggi è il vero protagonista: ha tentato di cambiare ribellandosi a un sistema, ha reagito con coraggio ritrovando se stessa. Donna acqua e sapone che sorprende, vive stupendo se stessa, perché ora può esserlo. Per la società è un bene che esista! La donna d’oggi non è più paragonabile alla “donna” figlia, madre, moglie, certo è tutto questo, ma molto di più, ha mille risorse. Donna che vuole sfidare, donna che si mette alla prova, donna che fa esperienze paragonabili a quelle di un uomo, gestisce le situazioni con naturalità e attenzione. La donna sfacciata ma con una sensibilità incredibile, che si vuole difendere a sola, ma che non sa mettere da parte la sua sensualità anzi la usa come arma. Insolence, oltre insolenza significa “insolito”, con questo ci riallacciamo alla donna d’oggi che è vista sotto un ottica diversa e quindi “insolita”. Donna che lancia continuamente gli altri, contraddistinguendosi in maniera insolita. Noi vorremmo rappresentare una donna “tipo” delle sfide per se stessa e per d’oggi, che rappresenti se stessa con le sue “multifacce”.Donna dalle mille sfaccettature: madre, moglie, guerriera, lavoratrice, abusata, tradita, protettiva, amica, manager, trasgressiva, corteggiatrice,ambiziosa, amante,sensuale, insicura, testarda, cacciatrice.

Come? Libere associazioni tra tradizione ed innovazione. L’arte rappresenta quindi per noi la tradizione e la sua proiezione nel contemporaneo è il digitale, declinato nelle sue innumerevoli forme e modi. Un rinascimento estetico che trasforma l’artista in demiurgo catalizzatore che fonde in modo intuitivo e narrativo il rigido dualismo delle idee. Mediatore tra il mondo delle idee e la materia, l’artista riunisce miopia e cultura, pragmatismo e istinto, passato e presente, recuperando e rimodellando la memoria storica. Mettere in discussione il sistema, assimilare ciò che ci circonda, rielaborarlo in chiave personale, apprendere e reinterpretare è stato il processo che ci ha guidati nello sviluppo del progetto. Abbiamo prodotto quattro cortometraggi che riassumono la nostra esplorazione storico-artistica e la nostra rielaborazione contemporanea di quattro essenze Guerlain che hanno segnato un secolo di storia profumiera nel mondo. “Vol de Nuit” abbandona quindi le vesti surreali che narravano l’omonimo romanzo di Antoine de Saint Exuperi, per indossare una più essenziale sottoveste che ha il sapore del sogno, un sogno popolato da tutte le facce dell’animo di una donna, un sogno che una volta concluso lascia nel mondo reale un segno tangibile del suo passaggio. “Samsara” attinge le sue origini nel sud-est asiatico, facendo particolare riferimento alle filosofie Buddista, Gianista ed Induista, in cui i temi ricorrenti sono il cerchio della vita e la reincarnazione. Attingendo da questi concetti è stato sviluppato il filmato, che sfruttando metafore e simbologie conduce attraverso il percorso della vita (Samara) con le sue fasi determinanti ed i cambiamenti interiori. Il video “La primavera di Mitsouko “ è un moderno inno alla ribellione e alla rinascita. Una matrioska, distrutta strato a strato, è il simbolo della ricerca e del ritorno alla vera essenza dell’umanità. E’ la dimostrazione che soffrendo e sforzandoci possiamo abbandonare le vestigia di un passato e di un presente senza valori e senza idee, ricco di orrori,discriminazioni, ingiustizie. E’ la dimostrazione che possiamo riscoprire ciò che realmente siamo e, soltanto allora, che possiamo davvero iniziare il nostro viaggio verso il futuro. “Insolence”, il più recente dei quattro profumi ci ha condotti ad uno studio sulla figura della donna da cui sono emersi i cambiamenti che hanno portato alla sua evoluzione e alla sua immagine nel mondo moderno. La donna di oggi è più forte ed insolente ed in questo cortometraggio è descritta tramite situazioni astratte e oggetti di uso quotidiano che simboleggiano il modo di vivere ed affrontare la sua quotidianità. E poi? La notte degli Oscar. 8 Maggio 2008. Milano, Le Biciclette. Quattro cortometraggi in esposizione. Una serata per celebrare il talento dei nostri registi, la perizia dei direttori della fotografia, la strategia degli sceneggiatori e la creatività dei direttori artistici. Insomma quanta creatività, quanta strategia. Tra gli applausi del pubblico in delirio e il tintinnare dei calici in festa sono stati assegnati i seguenti Oscar: Oscar per il maggior numero di ragazze in sottoveste mai viste in un solo cortometraggio, assegnato a “Vol de Nuit”. Oscar a “Samsara” per aver inserito all’interno di un solo cortometraggio tutte le donne di una famiglia, coprendo quattro generazioni. Oscar per gli occhi più a mandorla a “La primavera di Mitsouko”. Oscar per il ghigno più ammiccante alla protagonista di “Insolence”. Un grandioso banchetto ed ore di applausi e congratulazioni hanno celebrato e concluso finalmente la nostra avventura all’interno del mondo Guerlain. Grazie a tutti. E uno in particolare a Francesco Bordin.

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FAI LA DIFFERENZA

concretamente per migliorare il mondo. L’Interaction Design rappresenta attualmente in tutto il mondo la corrente più interessante, nell’esplorazione delle interfacce elettroniche tra entertainment, esperienze sensoriali, eco-sostenibilità e ambiente. Il blog e i suoi derivati si identificano come spazi accessibili e a disposizione della gente, per raccontare, condividere e testimoniare il proprio contributo. La creatività nelle sue infinite espressioni e come codice linguistico riesce a comunicare e promuovere il volto più luminoso di chi rischia di perdere la propria dignità. La bicicletta racchiude uno straordinario potenziale, non solo quello estetico di una nuova mobilità urbana alternativa alla sempre più preoccupante emergenza traffico, ma come simbolo di una rivoluzione responsabile capace di coinvolgere estetica, cultura, società e politica.

La responsabilità sociale come valore centrale per i consumi ma anche per una creatività che non può più essere fatta da meri giochi di parole. a cura di L’HUB

Nel mondo sviluppato, per la prima volta nella storia, i problemi che la società industriale nel nord del pianeta si trova ad affrontare non sono più solo quelli della scarsità ma, in misura crescente, quelli dell’abbondanza. Le cose da comprare, vedere e fare sono così tante che non troviamo più il tempo di godercele. Auspicare una ripresa dei consumi per concepire una società sana e in evoluzione ha ancora un senso? Il PIL come indicatore di salute economico-sociale è ancora efficace? Lo è mai stato, in realtà? Non avrebbe più senso cercare altri indicatori che ci prospettino un’economia “possibile” compatibile con la vera essenza dell’essere umano e con la sua possibilità reale di sopravvivere in questo mondo e con questo ambiente? La qualità della vita (e quindi dei prodotti e dei servizi immessi sul mercato e da tutti noi consumati) è mai stata utilizzata come indicatore sostitutivo, o almeno complementare del PIL? Vi è in atto un mutamento profondo, mentre tradizionalmente infatti, ad esempio, i cattolici erano interessati a temi quali etica ed economia (con il rischio di essere percepiti come portatori di una moralità incentrata sul pauperismo, agli antipodi rispetto a temi come la soddisfazione personale), oggi tutti gli studiosi convergono sull’idea che la felicità sia meno legata al consumo di beni in quanto tale e assai di più alla qualità delle relazioni. Dalle trappole di un consumo sfrenato non si riesce però demonizzando l’economia tout court, la sfida all’orizzonte consiste, invece, nel coniugare in modo creativo e lungimirante, mercato, società, politica, per dare all’economia un volto davvero umano. Anche per l’Italia le ricerche evidenziano il consenso crescente dei consumatori verso le imprese impegnate nella soluzione di problemi sociali e la propensione a privilegiare marche e prodotti che sostengono una buona causa, inoltre le Organizzazioni Non Profit (o terzo settore) si presentano particolarmente vivaci. Questa rapida evoluzione spesso non è stata seguita da un corrispondente adeguamento delle professionalità. Spesso gli attori del mercato e della comunicazione non offrono dei modelli comunicazionali veramente educativi e partecipativi. Anzi ci sembra che la vecchia guarda creativa sia fossilizzata sul trovare l’ennesimo gioco di parole in pubblicitese per una campagna stampa, dato che ancora “dobbiamo capire se Internet è un amico o un nemico” anziché raccogliere e valorizzare le informazioni, coltivare la capacità di instaurare un dialogo personalizzato con le persone coinvolte e tradurre questo in efficaci azioni di marketing. Esigenze fortemente sentite, e ancora disattese. In questo tipo di campagne lo scambio tra l’associazione e i suoi sostenitori diventa fattore strategico prioritario. L’identificazione degli stakeholder dell’organizzazione (sostenitori-donatori, simpatizzanti, sia privati cittadini, che soggetti giuridici pubblici, privati o non profit, ma anche fornitori e staff interno) è il punto di partenza per individuare i bisogni del target utente in diverse fasi di progetto. La comunicazione classica solitamente lavora su tutti i soggetti esterni, privati o pubblici ma durante l’attività di acquisizione di nuovi potenziali sostenitori la comunicazione richiede un vero e proprio sistema di dialogo per accompagnarli a prendere coscienza della necessità di finanziare l’associazione. Marketing e la comunicazione collaborano a stretto contatto per ampliare il piano d’azione della raccolta fondi. Questa relazione deve essere mantenuta con le attività di fidelizzazione e di gestione dei donatori. Oggi, mantenere le relazioni con il target non solo significa fornire il programma dell’associazione ma partecipare attivamente alle attività dell’associazione. Gli eventi diventano forme di comunicazione a due vie, integrandosi perfettamente alle attività di marketing tradizionale, capaci al contempo di aprirsi ad un marketing di natura più virale e che spesso trova nel web la sua migliore espressione. Instaurare un rapporto diretto, personalizzato e partecipativo è basilare per portare il donatore a riconoscersi nell’associazione, per essere a sua volta opinion leader della comunicazione.

Yes I la birra che ha radici in Africa e natali in Jamaica vuole essere un movimento di idee e di azioni per un mondo migliore. La sfida di Yes I è quella di promuovere un’etica, creare coscienza e responsabilità sociale, investendo buona parte delle risorse in cause sociali, globali e locali, capaci di mobilitare e coinvolgere la propria comunità. Yes I non fa pubblicità ma lavora sul WEB. Sidis sviluppa di un programma di attenzione alle tematiche etico-sociali, un progetto che prevede la collaborazione, reiterata nel corso degli anni, con un’unica associazione non profit per quanto riguarda le attività continuative; la possibilità da parte dei clienti di aderire a diverse iniziative-eventi nel corso di tutto l’anno; il perseguimento di obiettivi educativi e non solo legati alla raccolta fondi; un ruolo del punto di vendita che va oltre le mere istanze materiali, ma è in grado soddisfare anche altri aspetti del rapporto con il cliente. In particolare Sidis propone un catalogo premi nuovo e “socialmente responsabile”, non una semplice proposta di regali, ma tantissimi consigli ed iniziative per vivere in maniera “socialmente responsabile”: dal rispetto per l’ambiente al turismo solidale, dalle adozioni a distanza al sostegno di attività di associazioni non profit nei paesi in via di sviluppo. Città Vivibile. Giulia Afeltra, Daniela Bollino, Roberta Breno, Arianna Ferrarese, Paola Garavaglia, Matteo Invernizzi, Marzia Riva, Giacomo Visconti Il punto di leva è la vivibilità. Cosa rende la città più vivibile? Che relazione ci può essere tra il cittadino e il bisognoso? La città è più vivibile quando sono presenti strutture attrezzate che lo aiutano ricominciare, che si fanno carico dei suoi problemi primari e gli assicura assistenza (medica, mentale, fisica). Milano diviene più vivibile perchè dà dignità a tutti i suoi abitanti e di conseguenza la città stessa riprende i suoi valori morali. Stimolare la solidarietà e la cooperazione di tutti; la città di Milano è sovrapposta al concetto di cartone strappato come simbolo del pregiudizio che l’opinione pubblica ha nei confronti dei bisognosi e dei poveri emarginati.

Nella comunicazione di OSF la donazione diventa relazione, una rapporto dinamico e reciproco tra donante e donatario che proprio in quanto tale richiede una comunicazione personalizzata e interattiva, un rapporto diretto, molto personalizzato, simile a quanto accade nella comunicazione verbale, per creare un processo psicologico di identificazione con le finalità dell’organizzazione. L’attività di interazione tra OSF e cittadini non passa soltanto attraverso uno scambio economico, ma soprattutto attraverso uno scambio di informazioni. Il valore del cittadino non si determina solo in termini di contribuzione, ma in relazione anche alla forza del suo consenso. Più in generale nelle organizzazioni sociali la comunicazione ha una motivazione meta economica: il sostegno è un atto di fiducia e di delega. L’organizzazione ha un vero e proprio debito di informazione. La relazione basata sulla conoscenza reciproca è uno strumento fondamentale per motivare e creare un processo di identificazione con le finalità dell’organizzazione.

Piccoli gesti, grandi cambiamenti. Nicole Bertani, Antonino Campagna, Luigi Danese, Maddalena Fraschina, Fanny Nelson, Serena Pascon, Andrea Recalcati, Alessandro Vaghi, Giulia Zacchetti Ogni azione, ogni gesto per pur piccolo che sia. ha il suo valore e porta sempre ad un cambiamento. Non azioni eclatanti ma gesti accessibili e concreti, ricchi di valore come una firma. Un segno che ci identifica, sigla patti, e che per OSF offre aiuto e speranza a chi ne ha bisogno. E quando una firma si materializza in una doccia calda, in un pasto completo, in un cambio d’abito pulito o in una visita medica, questo gesto assume il valore della solidarietà.

www.myspace.com/impactawards che ci ha fornito la base per identificare e comprendere le aree sostenibili, le associazioni responsabili, i progetti e le iniziative di comunicazione partecipativa, le comunità concretamente impegnate. Abbiamo analizzato dinamiche e peculiarità di alcune tra le più rilevanti campagne di comunicazione non convenzionale tese a costruire comunità, promuovere l’etica e la responsabilità sociale, creare diffusione virale dal basso verso l’alto. Gli eventi sul territorio assumono un ruolo privilegiato per vivere i valori della marca e a impegnarsi

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Anche Milano ha bisogno di te.

Sensazioni d’ombra. Giulia Cappelli, Francesco De Vita, Helene Habbertsad, Ambra Rita Macciò, Sonia Orsili, Simone Piccillo, Elisa Resmini, Federica Rossi, Claudia Vedovello Un fascio di luce accompagna attraverso un corridoio. Lungo le pareti il profilo di un cane che si alterna a quello di una persona. Il corridoio conduce a una grande città. A terra il ciottolato e sulle pareti scorci milanesi: i ponti, la stazione, i vicoli. In sottofondo i loro rumori. Poi un parco con panchine e lampioni, a terra un tappeto d’erba e foglie secche. Si alza un vento freddo che scatena il turbinio delle foglie e inizia la testimonianza dei senzatetto, il loro modo di trascorrere la notte senza un riparo. Nei sacchi tutto ciò che si può possedere: indumenti, oggetti, ma anche fotografie di un passato diverso. Tra le cartacce, cartoni, bottiglie, plastica e grandi cestini, una possibilità di rinascita, dei pass che permettono l’accesso a un nuovo corridoio dove una segnaletica luminosa guida attraverso il buio. Il corridoio introduce alla doccia. Usciti dalla doccia, uno specchio.

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Ilaria Belcastro, Alessandro Esposito, Andrea Giordano, Grecia Iuculano, Mattia Lacchini, Tommaso Ongaro, Ilaria Pistochini, Andrea Possenti, Gaia Tedeschi I giovani non sono importanti donatori, ma offrono il loro capitale nel valore educativo delle associazioni. In quel ruolo che dovrebbero avere le istituzioni di trasmettere alle nuove generazioni la presa di coscienza e la responsabilità sociale. Anche i giovani possono contribuire cambiare il mondo partendo proprio da ciò che è loro più vicino, attraverso quelle modalità partecipative tipiche delle community sulla rete, adottando quel codice linguistico che si chiama creatività, nel suo significato più allargato.

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UN ALTRO MODO È POSSIBILE

L’HUB, esci dalla testa. Sentiamo il bisogno di cercare strade alternative di comunicazione. Fermiamoci a riflettere e diventiamo consapevoli che possono esistere altri modi di creare e di esprimerci.

Abbiamo incontrato quelle persone che contribuiscono a ispirare altri modi possibili di sviluppo nella creatività, nella comunicazione e nell’imprenditoria.

Usciamo dalla testa e prendiamo coscienza,

a cura di L’HUB

libertà individuale.

lottiamo, rivoluzioniamo creativamente il monopolio delle idee per il rispetto della Il cambiamento parte da qui.

Quanti vorrebbero cambiare il mondo? Quanti vorrebbero fare qualcosa per gli altri e con gli altri? Abbattiamo quello che è sbagliato e miglioriamoci. L’HUB, il Laboratorio Creativo di IED Comunicazione, osservatorio dell’emergente e momento di ricerca e di analisi sui linguaggi e gli stili di vita contemporanei vuole accendere i riflettori sulle storie delle persone e delle imprese che stanno cambiando le regole in Italia. Abbiamo incontrato quelle persone che contribuiscono a ispirare altri modi possibili di sviluppo nella creatività, nella comunicazione e nell’imprenditoria, un progetto in condivisione che vuole aprire una finestra oltre le regole tradizionali del mercato e degli ambienti prettamente accademici.

GUARDATI MEGLIO ATTORNO Osserva per connettere il carattere della marca con gli stili di vita delle persone. Le immagini scattate per le vie della città e quelle raccolte sui network sociali offrono inedite associazioni per comprendere la realtà in evoluzione e ispirare una creatività a tempo reale. RISPETTA OGNI INDIVIDUO Identifica le persone non i target. Il loro stile,

Davide Colombo – Il Deboscia, un movimento creativo della Madonna. Il Deboscia è il movimento culturale e il modello comunicazionale a cui ci piace ispirarci e con cui ci piace collaborare. È un progetto che appare nel 2000 per le strade di Milano ad opera di Davide Colombo e David Scirocco, oggi è un sito, un’etichetta di abbigliamento, il libro “Parole Povere”, un’etichetta electro-techno “debauched”, uno spazio video, uno spazio blog, un pdf magazine. Oggi Il Deboscio è una community che conta più di venti persone tra collaboratori fissi e occasionali, tutti accomunati dal motto “Persone, non pupazzi“ e che fanno della guerra alla povertà di spirito una pratica quotidiana. Il Deboscio si basa su una comunicazione non convenzionale e di guerrilla come lo stickering nei centri urbani, e musica e video nei social network come MySpace e YouTube. Il videoblogging del Deboscio è una citazione continua della realtà urbana in costante involuzione, tra notiziari su banalità quotidiane, citazioni di film indipendenti e cult, interviste ad artisti “non poveri” e impietose interviste a personaggi pubblici imbarazzanti. Frangetta è stato il tormentone dell’estate 2007, lanciato da Radio Deejay, rielaborato dagli ascoltatori in decine di versioni, diffuso via web. Ogni città ha la propria Frangetta, il proprio sfottò nei confronti della “fighetta” e della sua superficialità mascherata da una falsa originalità. Frangetta è la punta di un iceberg, fatto di decine di profili poveri, stereotipi viventi, caricature di se stessi, che abusano di modi di dire, passive nei confronti delle idee, comparse inconsapevoli. Il Deboscio ha raccolto in un libro i profili di queste persone, in una sorta di vademecum caustico e impietoso, specchio di una banalità troppe volte fatta passare per eccezionale, ma anche l’unica risposta plausibile al malessere che la genera, una galleria di personaggi ammorbanti, raccontati con cattiveria e precisione chirurgica. Il Deboscio si è affidato alla Feltrinelli per la distribuzione del libro contenente “i profili poveri”, edito da Baldini Castoldi Dalai.

nel senso di personalità, carattere, individualità, il loro vissuto e linguaggio il loro modo tutto personale e unico di contribuire

Dino Lupelli – BIP, Interaction design ed eco-sostenibilità. Dino Lupelli ci ha raccontato lo stato attuale della ricerca dell’interaction design che sta attualmente descrivendo i nuovi confini dell’entertainment e delle esperienze sensoriali, trasformando il movimento dell’uomo in dati numerici e rendendo possibile il dialogo poetico tra musica e immagini digitali. Una serie di interventi artistici da tutto il mondo esplorano le interfacce elettroniche tra riflessioni di eco-sostenibilità e ambiente e sono mantenuti all’interno del Rose Goldsen Archive of New Media Art, Cornell University Library. BIP è un festival dedicato a progetti di interaction design, a Firenze insieme ad Italiawave ed Elettrowave. Attraverso un bando aperto a interaction designers, artisti, ricercatori, architetti e studenti di tutto il mondo si propone di selezionare e invitare installazioni interattive specificamente concepite per eventi e spazi pubblici. Il Call For Works 2007 di BIP ha visto la partecipazione di più di 80 progetti da tutto il mondo, confermando l’interesse del settore per un’iniziativa che vede l’innovazione e la ricerca tecnologica applicate al clubbing e al dancefloor, interpretati come spazi sociali e di relazione. Invece, Off Corso è il primo danceclub eco-sostenibile d’Europa sulle vie centrali di Rotterdam. Un tecno-pavimento trasforma l’energia cinetica delle persone che si dimenano in pista, in energia elettrica. Un dancefloor sospeso su particolari cristalli in grado di produrre energia piezoelettrica se compressi e fatti vibrare, gli impulsi vengono poi incanalati verso un unico generatore, che copre il fabbisogno energetico di tutto il locale. La discoteca propone anche altri elementi d’avanguardia come pareti che mutano colore in base alla temperatura, ed un giardino pensile realizzato sul tetto.

e partecipare alla propria comunità, RACCONTA DELLE STORIE Crea, non un messaggio pubblicitario, ma un titolo e una storia di marca costruita sui tratti reali delle persone. Scrivi una sceneggiatura con personaggi, trama e linguaggio capaci di raccontare i contenuti del marchio e di emozionare le persone. DIFFONDILE ESPONENZIALMENTE Articola un piano strategico e creativo di link motivazionali virali attraverso cui diffondere la storia di marca in modo esponenziale, dentro e fuori il web. ACCRESCI L’ESPERIENZA COMUNE Condividi ciò che sai. La partecipazione attiva di tutti e la documentazione del loro contributo promuove l’esperienza comune. La relazione basata sulla conoscenza reciproca è fondamentale per motivare e creare un processo di identificazione con le finalità della marca. FAI LA DIFFERENZA Sviluppa il ruolo della marca, oltre le mere istanze materiali del prodotto. Un ruolo in grado soddisfare anche altri aspetti del

Simon Giuliani – 2357®, l’interazione, il gioco, l’italianità e la creatività.

rapporto con i consumatori, capace di contribuire concretamente in favore della comunità di quelle persone.

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La nuova linea di abbigliamento 2357® nasce dai designer di Pharmacy Industry. Due, tre, cinque, sette sono i primi quattro numeri primi, numeri interi indivisibili, elementi base con cui si costruiscono tutti gli altri numeri naturali. Basici e unici come i capi della collezione e come ognuno di noi. Simon Giuliani, giovane designer emergente, è stato scelto da Davide Martelli per sviluppare il progetto. Simon lavora su prodotto e comunicazione, iniziative sul territorio per trasmettere la personalità del marchio, un approccio collaborativo, una visione POP del processo creativo, e l’impegno attivo nella promozione culturale della scena creativa italiana. L’interazione, il gioco, l’italianità e la creatività sono i caratteri distintivi del marchio. In tutti gli eventi, l’intento del marchio è quello di rendere protagonisti sia i giovani creativi nazionali ed internazionali coinvolti, sia i visitatori stessi in modo da promuovere le realtà locali e dare un contributo attivo alla scena creativa contemporanea. I capi della collezione, basici e monocromatici, diventano così il punto di partenza per sperimentazioni e rielaborazioni. La campagna stampa non raffigura modelli e modelle ma la quotidianità di chi fa il prodotto, gli operai e i sarti, e di chi lo indossa nei luoghi frequentati da 2357®, la pasticcera, l’elettrauto e la pescheria… attraverso questa prospettiva, il marchio comunica la sua essenza irriverente ed il forte carattere Pop rendendo il consumatore attivo attore nella creazione del valore del prodotto. I capi non sono più semplici indumenti, ma diventano portatori dei valori incorporati nel processo di ideazione e realizzazione.

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Pharmacy Industry - Streetwear intellettuale

Daniele Sigalot e Fabio La Fauci – Lo scoraggiante punto di vista di Blue&Joy.

Davide Alesina

Gianluca Nicoletti – Melog, la tv via web. “Ai giornali piace parlare della tv via web. La generalista continua a sparare i suoi soliti colpi limitandosi a qualche variazione sul tema. A Exit Don Mazzi viene messo a confronto con le pornodive. A Lucignolo il Cummenda dà lezioni di seduzioni e Melita La Diavolita sembra essere l’unica speranza della Iervolino. Il Melog continua le sue digressioni su web e tv. Parliamo di come si sta articolando la televisione in generale in tutto l’universo e di come la televisione generalista stia dando segni di stanchezza nel momento in cui un grande mezzo sta per tirare le cuoia… il momento meraviglioso in cui sta abbandonando la sua parte concreta, la sua parte soda quella che noi interpretiamo come la sua essenza, cioè il contenitore. Questo presto sparirà perché la televisione sta già fluttuando da qualche altra parte e i segnali sono molto visibili… innanzitutto nella straordinaria crescita degli utenti Internet, le gente va in Internet non soltanto per avere a disposizione un formidabile strumento di lavoro e di comunicazione ma anche perché la stessa macchina che li fa lavorare fa anche loro passare piacevolmente il tempo. E la televisione lentamente attraverso dei sistemi non propriamente ufficiali sta filtrando verso la rete… Dove è la rete? La rete è ovunque, la rete è qualcosa di impalpabile qualcosa dove noi collochiamo la nostra esasperazione immateriale. E dentro la rete sta rinascendo lentamente la televisione che è già risorta prima ancora che sia morta definitivamente. Su Nickelodeon va in onda iCarly, un telefilm multipiattaforma per adolescenti dove i giovani telespettatori inviando i loro video possono andare in onda all’interno dello show. L’Istituto Polispecialistico Superiore Statale di Casoria ha realizzato un cortometraggio Bravo Gianattasio... in cui affronta temi come il bullismo a scuola e la pirateria. Ma su Internet proliferano anche i siti dedicati al “ridoppiaggio” in chiave pecoreccia di film o serie televisive famose, come Batman e Robin in versione livornese.”

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Streetwear intellettuale; forse è questa la definizione ideale per mettere a fuoco l’essenza stilistica del fenomeno Pharmacy Industry che dal 2002, per nascita, estrazione culturale, capacità di contaminare e lasciarsi contaminare, è appunto uno degli emblemi italiani più significativi della cosidetta “street culture”, dirompente flusso di mode, icone, simboli che dall’estero ha invaso il nostro paese e che rappresenta uno dei capitoli più attivi (anche economicamente) nel bilancio del fashion system. Pharmacy Industry presenta tutti i sintomi tipici dello streetstyle: basta un’occhiata ai suoi prodotti per constatare il lavoro raffinato sui capi-base del genere (la felpa, la t-shirt, il cardigan, la polo, i jeans, il mini-abito) che ad ogni stagione si reinventano per diventare i capitoli di una storia più profonda. E qui sta la matrice intellettuale del brand: i giochi sofisticati con i colori e le stampe (i perni stilistici dello streetwear ortodosso) non sono mai gratuiti, non sono esche per attirare lo sguardo, virtuosismi cromatici ed estetici divertenti e inutili. Una delle incontestabili qualità di Pharmacy Industry sta infatti nella capacità di infondere nelle sue linee una storia: il discorso ambientalista, il tema guerra/pace sono per esempio due fra i temi più approfonditi e tradotti in segni, sempre con una dose di critica e ironia che sfumano il senso drammatico e rivelano un carattere ludico e intelligente. Si ha l’impressione quindi di non indossare soltanto una t-shirt, ma un’idea, un punto di vista. Questi i contenuti. Per quanto riguarda la forma, si sa, lo streetwear deve rispettare una vocazione alla trasversalità, è un linguaggio codificato che deve parlare a quasi tutti: quindi, alle sperimentazioni sartoriali si preferisce l’esperimento cromatico e di stampa su basi semplici, pulite, essenziali, minimal, sotto il segno della portabilità, della resistenza e del comfort. Volumi asciugati (senza mai raggiungere certe esagerazioni slim), tessuti di qualità, rifiniture di livello, amore incondizionato per la linearità e il grafismo anche nelle costruzioni, nero-blu-bianco-rosso fondamentali con accenti più brillanti: ecco gli ingredienti di Pharmacy Industry per compiere l’impresa (ad altri fallita) di realizzare uno streewear colto ed evoluto, sorretto da un’elegante filosofia, che dalla caotica e totalizzante (ma in fase di esaurimento) tendenza metropolitana strizza l’occhio ad altri orizzonti, vicini all’elaborazione della futuribile “young fashion” e al bisogno di una nuova, contemporanea formalità.

Una volta, un simpaticone prese 2 forchette e dopo averle infilate in 2 piccoli panini, tentò di far ridere i suoi conviviali imitando un balletto. Accadeva in una lussuosa cena di gala. Fu snobbato e incompreso. Talvolta le cose più banali sono gli ingranaggi piccoli ma fondamentali che permettono il funzionamento di quello che è il sistema, la società, noi stessi. Non è facile né scontato però, non tenere conto dell’importanza di queste sfumature che se trascurate possono provocare un effetto a catena quasi sempre irrimediabile. Cosa facciamo noi per migliorare la qualità della vita, e per la nostra comunità? Beh, per la maggiore nulla e in altri momenti molto poco. Siamo quasi sempre preoccupati di “mandare avanti la baracca” (la nostra) e tendiamo a trascurare tutto il resto. Forse perché costa troppa fatica o perché magari è poco divertente. Due ragazzi poco più che trentenni, al secolo Daniele Sigalot e Fabio La Fauci, dopo aver lavorato molti anni al soldo di multinazionali che producono idee al servizio del commercio, si accorsero di avere anche altro da dire, ma non solo, addirittura si sentirono obbligati a farlo. Quello che contraddistingue molti personaggi e li rende speciali, è la capacità di trasformare le cazzate in un punto di riflessione vero. Il loro tema principale è l’amore, ma non inteso come singolo sentimento, piuttosto un cappello sotto cui vivono la maggior parte dei motivi per cui la vita esiste e si muove. I rapporti umani come unità di un calcolo complesso che se errato in una singola parte, provoca un irrimediabile insuccesso. Ogni azione corrisponde ad una reazione o conseguenza. In poche parole fai del bene, comportati bene, porta del bene che a qualcosa prima o poi servirà. Per dirlo usano il pessimismo di Blue&Joy, che come formula del contrario funziona benissimo e leggendo i loro skatch non si può fa altro che ridere e riflettere. Ecco che la combinazione funziona. Muovete il culo, non state lì impalati come delle statue non esprimendovi per paura del giudizio degli altri, cercate un linguaggio e dite un sacco di cazzate. Da queste traete insegnamento e cercate di divulgarlo. È il primo passo per fare qualcosa di concreto a favore di voi stessi e della vostra comunità. Anche solo ridere è fondamentale per vivere meglio. Il simpaticone era Charles Spencer Chaplin che con le sue cazzate, usando come baluardo ironia e romanticismo ha contribuito a rendere il linguaggio cinematografico un arma di critica sociale e sensibilizzazione di massa.

Yes I beer – Coscienza e responsabilità sociale. Arrigo Perin Yes I, prima di una birra, vuole essere un movimento di idee e di azioni che propongono un mondo migliore. Yes I ha radici in Africa e natali in Jamaica, ma si allarga globalmente oltre generi, razze e nazionalità per promuovere un’etica, creare coscienza e responsabilità, investendo buona parte delle risorse in cause sociali, globali e locali, capaci di mobilitare e coinvolgere la propria comunità. Libertà: crediamo nel diritto di ogni individuo all’uguaglianza e in tutto ciò che ci permette di realizzare noi stessi. Espressione individuale: attraverso ogni forma di espressione personale come l’arte, la musica, la poesia e la parola. Felicità: crediamo nell’inalienabile diritto ad una vita piena e felice e che siamo felici solo quando anche gli altri lo sono. Unità: facciamo tutti parte di una nazione globale, impegnati nel fare del bene, aiutare e amare il prossimo come un fratello. Yes I Interactive Playground è il concetto di un bar, un parco giochi interattivo, un’esposizione temporanea o l’inizio di un percorso che ospita progetti di interaction design, nuove modalità per stimolare il pubblico e far vivere i valori Yes I. Gli interventi artistici da tutto il mondo esplorano le interfacce elettroniche tra riflessioni di eco-sostenibilità e ambiente.

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JOIN THE IED BRIGADE

Il Talento.

“Stringi un legame forte a priori. Ti senti parte di qualcosa e questo ti spinge a dare il meglio di te.” Niccolò Spezia (Plus IED Madrid)

“Talènto s.m. 1. Capacità intellettuale non comune associata a genialità o estro vivace.” Devoto-Oli “Inclinazione naturale di una persona a fare bene una certa attività.” Wikipedia “La cosa è nata solo perché ho aperto la scatola dalla parte sbagliata e ho svarionato su un personaggio nuovo…“ Warko (Toys Design)

“Mente, forza, fascino, pazzia… Adoro i piani ben riusciti.” Hannibal Smith (A-Team)

“Il talento è una sostanza che scorre dentro ognuno di noi, e che a volte ignoriamo di possedere, peggio ancora, molte volte ne ostacoliamo il fluire.” Martina Cavallazzi “Vogliamo rielaborare la realtà imprimendo il nostro segno, la nostra individualità… essere qualcuno è oggi più importante che mai, ed esserlo per meriti creativi è l’ambizione maggiore.” L’HUB (Progetto Wushu)

Scoprite le nostre storie, chi siamo, come viviamo, ma soprattutto cosa facciamo… oggetti e progetti che permeano la nostra vita quotidiana e che raccontano in modo concreto il nostro talento.

“They were very successful in competitions. Some of the members of the team were very original. They helped shape skateboarding with their innovative tricks on both vert and street skating.” Stacy Peralta (The Bones Brigade)

Condividere in gruppo. “Il genio impara solo da se stesso, il talento soprattutto dagli altri.” Arnold Schönberg

a cura di L’HUB

Scoprire i talenti e alimentare la creatività. La partecipazione degli studenti al processo di realizzazione delle campagne diventa la nostra prioritaria necessità strategica e creativa. Lasciamo che la loro vita quotidiana veicoli il messaggio del brand, la loro storia ha luogo qui ed ora, per parlare in modo credibile a tante persone diverse. Con loro usciamo dalla testa, dagli schemi delle abitudini; corriamo dei rischi, provando cose nuove; troviamo la creatività nelle persone e nelle cose che sono attorno a noi, nella vita di tutti i giorni. Invitiamo a prendere l’iniziativa, mettiamo in aperta collisione le loro e le nostre differenze. Le esponiamo su MySpace e alle Biciclette. Ricercatori della libertà, guerriglieri mediatici, santi scomunicati, pirati esploratori, corsari… figure simboliche che rappresentano senza dubbio alcuno la diffusione di un nuovo atteggiamento eclettico, provocatorio, rivoluzionario anche eretico e blasfemo nei confronti di un “sistema” che tende ancora a non voler riconoscere spazi all’individuo. Invece, la banale quotidianità ha tutti gli strumenti per diventare una quotidianità ardita. Ciò avviene perché le nuove tecnologie permettono una esplosione delle unicità creative. Le persone spontaneamente riempiono del proprio talento le pagine di MySpace e poi con la dovuta presa di coscienza li trasferiscono nella vita delle relazioni fisiche della scuola e del lavoro. Ma la presa di coscienza non è mai senza lotta e può far paura. Chi insegue la via per sentirsi libero deve innanzitutto attraversare un conflitto interiore tra l’essere libero e la paura di non farcela. Essere libero è il viaggio di una vita, il risultato di un percorso e di un conflitto schizofrenico, a partire da Tyler e Durden, Anakin Skywalker, il Gollum, il Colonnello Kurtz e il Capitano Willard… in secondo luogo è il confronto conflittuale con chi non rinuncia alla propria egemonia culturale. Ecco allora che il termine “Brigade” perde la sua accezione militaresca e si carica invece di suggestioni evocate dalla lotta necessaria per raggiungere la libertà creativa; quella stessa libertà che era perseguita dalle sperimentazioni delle avanguardie novecentesche. La Brigade è formata da giovani talenti, rivoluzionari creativi, amici della gente e della libertà, che credono nel diritto individuale all’uguaglianza (l’etica) e perseguono tutto ciò che serve a realizzare se stessi e la propria comunità (la qualità). Moderni e romantici corsari che come i Santi abbandonando la loro vita precedente, e si impegnano nell’affrontare nuove sfide intellettuali, aggirando e superando creativamente le limitazioni che incontrano nel corso della vita. Quelli della IED Brigade sono capaci di emergere oltre tutta l’inutile robaccia di YouTube; si ritrovano il weekend per girare un video, lavorano la notte per finalizzare i cartoni di Mister Baby, si prendono la briga di leggere e rispondere ai post degli amici; nella vita scelgono un atteggiamento compatibile con la creatività. Se tu non capisci questo, potresti, rivalutare le ragioni che ti hanno portato a fare comunicazione. Per quelli che invece capiscono, questa è la “Brigade”. Talenti che vogliono fare la differenza.

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“Il tutto è più della somma delle singole parti.” W. Metzger (Gestalt, principio n.1)

“I Power Rangers erano così più forti, più determinati, più potenti e più invincibili che mai, pronti a sconfiggere Ooze… Potere dell’Airone, della Rana, del Falco, della Scimmia, del Lupo, dell’Orso… Forza ragazzi andiamo!” I Power Rangers

“Non dubitate mai del fatto che un piccolo gruppo di persone in gamba possa cambiare il mondo: in effetti è la sola cosa che è sempre avvenuta.” Margaret Mead

“Condividere in gruppo aiuta a costruire una realtà tridimensionale. Ti permette di vedere ciò che hai di fronte attraverso punti di vista diversi.” Niccolò Spezia (Plus IED Madrid)

“La Bahaus era fondata sulla collaborazione reciproca tra maestri e allievi, mirò a creare un’unità culturale attraverso un accordo tra la produzione in serie e le leggi eterne della materia.” Francesco Bordin (Campagna IED)

Sven Lindholm, 22 anni, svedese: “Le mie idee sono dove meno te le aspetti.” Alterego: “Le Freak” Corso: IED Moda Lab, Fashion Design Carattere: sensibile, visionario, appariscente Giornata tipo: sveglia in ritardo, lezione IED, pranzo con amici, relax, clubbing Talento: ispirazione senza fine Superpotere: vede nel futuro Il suo futuro post-IED: consulente delle star! Dello IED ama: la flessibilità nello studio e le feste

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Tono della comunicazione.

“Siamo un team dedicato, costituito da giovani talenti, professionisti e responsabili delle aziende. Il nostro valore sta nel mix di conoscenza e spontaneità, di esperienza e sperimentazione che si incontrano e si allargano per sviluppare nuove creatività progettuali.” Marco Marozzi (Manifesto L’HUB)

Abbiamo bisogno di credibilità. Non ci fidiamo più del packaging, siamo curiosi di toccare e provare quello che contiene… così succede anche per le persone… vogliamo andare oltre l’immagine di una determinata situazione. Perché il dopo

“Bisogna essere incredibilmente uniti per superare la quotidianità.” Elastic Girl (Gli Incredibili)

potrebbe anche non piacerci. Abbiamo bisogno di concretezza. Oltre a portatori di valori in cui crediamo, i marchi che scegliamo devono offrirci vantaggi e servizi concreti e tangibili nella vita reale e quotidiana. Devono saperli mettere in pratica e mostrare i risultati che ci possono offrire. Abbiamo bisogno di accessibilità. Spesso le immagini e le notizie che arrivano dai media sono proiezioni lontane dal nostro mondo e non riescono più a coinvolgerci. Vogliamo eventi fisici più vicini alla nostra esperienza per poterci relazionare con il mondo reale.

Vivere il quotidiano.

Abbiamo bisogno di partecipazione. Oggi le

“Avere talento non è solo esprimersi in momenti di estro, ma anche riuscire a risolvere i problemi di tutti i giorni con una propria capacità creativa, trovando spunti sempre nuovi dal nostro quotidiano.” Martina Cavallazzi (Campagna IED)

persone vogliono condividere e scambiare

“Abbiamo passato 24 su 24 insieme. Sembra una sciocchezza, ma vivendo così, posso dire di conoscere molto più queste persone, che tante altre con cui ho passato questi ultimi anni.” Niccolò Spezia (Plus IED Madrid)

degli amici. Non quelli su un 6x3…

idee e ispirazioni. Non più modelli ideali ma storie ed esperienze reali. I brand che amiamo sono quelli che possiamo toccare e rielaborare in chiave individuale, quelli che incontriamo per strada, nei bar e nelle case

Abbiamo bisogno di immediatezza. Diffidiamo dei grandi media, la stampa non ci è simpatica, la tv non ci entusiasma, internet così, così… siamo sempre in giro e preferiamo quei mezzi che ci raggiungono e ci permettono di inserirci in modo interattivo e istantaneo come blog, radio, cellulare, freepress e freecard. Abbiamo bisogno di stile. Stile nel senso di personalità, carattere, individualità. Per differenziarci dagli altri vogliamo mostrarci così come siamo, senza artifici, in modo diretto e auto-ironico…

“Dormire, mangiare, lavorare, fare la spesa, passare il tempo libero, ognuno ha un suo modo di vivere la vita di tutti i giorni che è diretta espressione della propria personalità.” Francesca Fuga (Campagna IED)

Irene Pizzi, 23 anni, barese: “Ho tante idee, ma molto confuse.” Alterego: “La donna virtuale” Corso: IED Arti Visive, Graphic Design Carattere: avanti, futuristico, attento ai dettagli Giornata tipo: sveglia trauma, in IED in bici, pranzo, laboratorio, aperitivo, pc Talento: dimestichezza informatica e gusto visivo Superpotere: vista a raggi X Il suo futuro post-IED: un proprio studio grafico Dello IED ama: l’informalità e la voglia di essere differenti

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Scusate il disordine…

“… il mio obiettivo supremo è di trarre fuori la verità dai miei personaggi e dalle mie ambientazioni. Io giuro di far ciò con tutti i mezzi possibili ed al costo di ogni buon gusto ed ogni considerazione estetica… “. Lars von Trier, Thomas Vinterberg (DOGMA 95)

“… prego, entrate, guardate ma soprattutto

“… Il Deboscio è una citazione continua della realtà urbana in costante involuzione, tra notiziari su banalità quotidiane, impietose interviste a personaggi pubblici imbarazzanti…“. Davide Colombo (Il Deboscio)

vita quotidiana e che raccontano in modo

“Indipendentemente dal genere, dalla razza e dalla nazionalità, il freedom seeker Yes I spicca per la capacità di esprimere un punto di vista originale sulle cose, contribuendo concretamente in favore della propria comunità.” Arrigo Perin (Yes I lager beer)

per le foto appese alle pareti, per i post

toccate, sentitevi liberi di rovistare negli armadi, nei cassetti, toccare vestiti ed oggetti, cambiare musica, sfogliare riviste… Scoprite le nostre storie, chi siamo, come viviamo, ma soprattutto cosa facciamo… oggetti e progetti che permeano la nostra concreto il nostro talento, la nostra voglia di esprimerci ma soprattutto la nostra volontà di migliorare il mondo di domani. Scoprite il nostro stile di vita per l’ordine o il disordine delle stanze, per il profumo che arieggia, lasciati sul frigo…”

Lucy Chan, 20 anni, taiwanense: “Racconto storie di sempre, ma sempre in modo diverso.” Alterego: “Cronos” Corso: IED Comunicazione, Marketing Management Carattere: intrigante, rigoroso, determinato Giornata tipo: sveglia presto, pilates, lezione IED, relax, crisi da vestiario, aperitivo Talento: capacità di integrare Superpotere: viaggia nel tempo Il suo futuro post-IED: all’estero, in una grande agenzia di pubblicità Dello IED ama: lavorare a contatto con veri professionisti

Sabato, ore 16: Lucy e Sven si muovono fra le corsie del Supermercato Sidis. Lucy controlla le date di scadenza. Sven commenta ogni essere vivente che gli passa davanti. Martedì, ore 20. Fra una sorsata di birra, un mozzicone di sigaretta stritolato e un giro in skate, Sven, Irene e Mirko si dilungano nell’improvvisazione di una cena a base di polpette svedesi.

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Direzione strategica e creativa Marco Marozzi Francesco Bordin Task force interdisciplinare

Giovedì, ore 16: Irene cerca disperatamente di spiegare a Mirko i principi alla base di Photoshop, e sostiene che “uno scenografo non può ignorare la tecnologia”. Mirko guarda confuso ma concentrato lo schermo del Mac, sperando di appropriarsi di questi principi via osmosi.

Martina Cavallazzi - marketing Giulia Afeltra - eventi Maddalena Fraschina - eventi Ilaria Pistochini - eventi Francesca Fuga – copy Andrea Pioppi - art Nicolò Spezia – art Ferruccio Forcella - fotografia Giuseppe Donvito – web design La campagna di comunicazione IED. di EMILIO PACCIORETTI (Amministratore Delegato IED)

Venerdì, ore 22: Irene e Mirko sono pronti per uscire. Sven vaga per la casa in T-Shirt Pharmacy. In sottofondo lo scroscio della doccia che da circa mezz’ora lava Lucy dall’altra parte della parete. Venerdì, ore 23: Finalmente i quattro amici si lasciano alle spalle l’appartamento e i loro progetti. Ridono, fermano i taxi, corrono e fra una cazzata e l’altra si ritrovano a fare di ogni situazione una storia da raccontare.

Mercoledì, ore 18: sul grande tavolo del salotto, portatili, layout, dispense, una moka by IED Design straboccante di caffè, i 4 talenti si prendono una pausa e tanto per cambiare, finalizzano la campagna di comunicazione IED.

Un bellissimo lavoro creativo ad alto valore didattico. La metodologia di progetto applicata ad un processo formativo la cui efficacia è misurabile dalla qualità del risultato e dalla motivazione messa in campo dagli studenti nella realizzazione del progetto. Un progetto centrato su creatività, talento e imprenditività dei ragazzi. Creatività come base di partenza per poter svolgere qualsiasi mestiere prefigurato dai corsi IED. Talento come dote individuale che la formazione può aiutare a gestire e valorizzare. Imprenditorialità perché realizzare un progetto di così ampio respiro: la campagna istituzionale IED, ha messo in luce una propensione all’azione e al rischio affrontato insieme, quasi i ragazzi fossero una società di consulenza. Come tali hanno utilizzato l’esperienza dei loro docenti (una sorta di consulenti interni) le consulenze o suggerimenti di altre società esterne, riservandosi poi la sintesi ed una stesura finale. Il progetto ci è sembrato così fattibile da averlo utilizzato come concept per una gara tra società di consulenza che stanno realizzando la campagna IED. Entrando nel merito dei contenuti del progetto, ho ritrovato nelle riflessioni dei ragazzi, concetti frutto dei loro brain storming, del tutto simili alle riflessioni di grandi intellettuali europei, alle prese con la comprensione dei fenomeni contemporanei. “I giovani galleggiano nel presente” mi ha ricordato la società liquida di Zygmunt Barman. Le riflessioni di Pupi Avati sul talento e la vita senza senso nei non luoghi di Marc Augè. Ciò a conferma che anche a partire da una piccola comunità creativa, un gruppo di talenti in formazione, attraverso l’ascolto di sè stessi e reciproco, si possono percepire le stesse intuizioni di grandi intellettuali che si avvalgono di supporti conoscitivi più strutturati e teoricamente consistenti. Ma non importa, la verità si diffonde e si può trovare negli angoli e nelle intelligenze più inaspettate, ma sicuramente vive come quelle di giovani donne e uomini IED, figli consapevoli del loro tempo. Per concludere trovo che la “Campagna IED” del laboratorio creativo sia stata un occasione per apprendere cose nuove, e questo chi viene allo IED se lo aspetta, ma soprattutto un processo di riflessione su di sé e il proprio tempo. Un processo di autoconsapevolezza in grado di fare della conoscenza creativa una delle principali ragioni di senso nella vita. Cosa pretendere di meglio da un processo educativo? Grazie a tutti per il contributo e invito anche altri a confrontarsi sui temi del talento e della creatività, fondamentali per la vitalità della nostra scuola.

Lunedì, ore 7.30: davanti alla porta chiusa del bagno, Lucy, Mirko e Irene aspettano che Sven si decida a uscire. Questo è l’unico momento della giornata in cui Lucy è struccata.

Domenica, ore 21: i quattro talenti si godono una serata tranquilla incastonati in un divano Ikea a due posti davanti a un DVX scaricato abusivamente. Mangiano nachos, bevono a canna una birra Yes I.

Mirko Da Re, 25 anni, vicentino; “La mia ispirazione… tanta osservazione e di un po’ di culo.” Alterego: “La mano” Corso: IED Design, Scenografia Carattere: esuberante, creativo, confuso Giornata tipo: colazione al bar, laboratorio IED, pranzo con i coinquilini, calcetto, teatro Talento: la manualità Superpotere: dar vita agli oggetti Il suo futuro post-IED: creare scenografie per i più importanti spettacoli europei Dello IED ama: il lavoro pratico

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RELHAB RIABILITAZIONE CREATIVA

Alimentare la creatività e favorire il talento degli studenti attraverso la visibilità dei nostri progetti; una grande storia da raccontare dentro e al di fuori della comunità IED. di CHIARA PONZANO

RELHAB è riabilitazione creativa, anche conosciuta come riabilitazione dall’omogeneità culturale; si tratta del processo di restaurazione delle funzioni creative degli individui che soffrono di una disabilità mentale, diagnosticata come disordine ideativo. Ogni giovedì sera alle Biciclette, RELHAB offre un servizio di trasfusione per nutrirsi, come vampiri, di sangue moderno. Un trattamento combinato di suoni e immagini, talento individuale e creatività connettiva. Il lavoro di riabilitazione RELHAB è fondato sulla collaborazione reciproca tra maestri e allievi, ribelli culturali e pupe oltraggiose, e altri professionisti della nuova igiene mentale. Ogni serata una storia declinata nella musica e nei video che disegnano la scenografia dell’evento. Un paesaggio sonoro composto da influenze dance innovative, diverse tra di loro, senza vincoli di genere e accomunate dalla passione, l’amore e la spontaneità della cultura del “dj style”. Un tappeto visivo costituito da ricerche creative e immagini che presentano in modo implicito l’evoluzione dei comportamenti, del design, della moda, della creatività.

Vaffanculo nessuno ci ascolta! Molti pensano che per essere ascoltati, per far sì che la nostra voce e le nostre idee arrivino da qualche parte bisogna avere i mezzi.. che senza il cash non si arriva da nessuna parte. Sbagliato! Le cose ci hanno inculcato quest’idea così intrinsecamente contraddittoria e che ci ha sempre fatto arrendere in partenza.. tanto sarebbe stato solo fiato sprecato, no? È così che nasce la paura di non poter emergere e quella voce arrabbiata e delusa dentro di noi che urla e rimbomba “vaffanculo nessuno ci ascolta!” Quindi ce ne stiamo zitti, ci sediamo da bravi nell’angolino, ci tappiamo la bocca ed evitiamo di parlare al vento. Noi del RELHAB non stiamo zitti! Noi parliamo perché abbiamo qualcosa da raccontare. E guarda caso è anche interessante. Si tratta di creatività. E la raccontiamo gratis! In effetti noi i mezzi li abbiamo.. ma non si chiamano soldi… sono il WEB, sono i digital media. Ma non solo! Abbiamo anche trasferito, integrato, contagiato un luogo fisico vero; ogni giovedì sera alle Biciclette di Milano. RELHAB è riabilitazione creativa che attua un processo di “brain cleaning”, libera i pensieri, libera le idee, le fa volare, le fa scontrare come atomi per creare energia. Resetta, ricarica, esci dalla testa. RELHAB nasce dalla miscela di competenze e passioni tra il L’HUB di IED Comunicazione e il LAB 21 di IED Arti Visive. Due laboratori, due mondi complementari, 1 solo modo di pensare e agire, 1 unico obiettivo: riappropiarci della creatività. RELHAB è il caffè letterario della IED Brigade dove si discute e si elabora tutto ciò che è creativo, comunicazione, arte, video, sound. È il confronto, la condivisione, l’osmosi di idee è palpabile nell’aria, la creatività frizzante fà da aura a tutti i membri. Rappresenta non solo un modo di vivere, ma di essere. E funziona. Perché la gente ha bisogno di fermarsi a pensare, confrontarsi e percepire un sentire comune; ha bisogno di identificarsi in una comunità reale e non solo virtuale, che alla discussione faccia seguire un progetto. Soprattutto ora vivendo in una società fortemente appiattita e che sembra deragliare verso una crisi sempre più grave di modelli di creatività e idee.

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FREE THE HOSTAGES

Con Mister Baby cresce la voglia di diventare mamma.

Perché con la Pasta Mister Baby al 45% di Ossido di Zinco puoi dire addio ai rossori da pannolino. Pasta morbida e ricca di preziose sostanze dermoprotettive quali: •Ossido di Zinco a elevata concentrazione (45%), specificatamente indicato nel trattamento di pelli irritate e sensibili; •Olio di Oliva e Olio di Jojoba, dalle riconosciute proprietà emollienti; •Estratti naturali di Camomilla, Sophora Japonica e Liquirizia, dalle proprietà lenitive e idratanti. Clinicamente testata- Ph Fisiologico - Ipoallergenica

Quando nasce una mamma



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