Calcutta, andata e ritorno

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Quarta revisione — Giugno 2014

Calcutta, andata e ritorno PER COMINCIARE Non aspettatevi una guida. In occasione dei miei viaggi a Calcutta (Kolkata), ho sempre raccolto note e appunti sulle "cose da fare" prima della partenza (e al ritorno) e alcune di quelle “fatte” durante la permanenza.

SOMMARIO Il visto ......................................... 2

E allora cosa potete sperare di trovare in queste pagine? Notizie, notiziole, spunti personali, curiosità ... magari utili, anche futili. Il tutto sperimentato in prima persona.

Dove siamo nel mondo............... 3 Viaggio aereo ............................. 3 Vaccinazioni ............................... 4 Non solo malaria ........................ 4

Una avvertenza: il mondo cambia e l’India ancora più velocemente. Quindi, verificate sempre le informazioni se avete davvero intenzione di partire! Se lo farete, non c’è dubbio che potrete vivere una esperienza unica: mettere alla prova ciò in cui si crede. Per capire quanto davvero ci crediamo, quanto siamo capaci di metterci in gioco. In prima persona. Non accade solo a Calcutta. Ma è più facile, direi inevitabile.

Quali farmaci portare ................. 5 Materiali sanitari ........................ 6 Dove alloggiare? ......................... 8 Il privilegio del volontariato........ 10 Quattro passi per Calcutta ......... 14 Dove acquistare ......................... 15 Dove mangiare ........................... 16 Un po’ di turismo non guasta ..... 18 Il primo viaggio non scorda mai! 20


IL VISTO Per entrare in India è necessario dotarsi di un visto d’ingresso. Le procedure e le tariffe vengono aggiornate di continuo. Pertanto, è indispensabile visitare il sito e leggere con attenzione le istruzioni prima di muoversi da casa. Due suggerimenti. Primo: la richiesta è solo on-line e occorre seguire la procedura con la massima attenzione. Tutte le sezioni segnalate con un (*) sono obbligatorie.

Indian Visa Outsourcing Center Via Marostica, 34—Milano

Se avete commesso un errore, NON correggere il modulo ma compilarne un altro EX NOVO. Non ci sono conseguenze per l’ottenimento del visto. Al contrario, in caso di errori la pratica viene rigettata.

"È indispensabile visitare il sito e leggere con attenzione le istruzioni ."

ULTIMI AGGIORNAMENTI Giugno 2014

 Passaporto con validità superiore a 6 mesi e con 3 facciate libere.

 Il visto decorre dalla data di presentazione della domanda: fate bene i vostri conti se intendete trattenervi in India per 6 mesi e avete già

La fotografia deve rispettare esattamente quanto richiesto e deve essere caricata insieme al modulo. Poi ve la ritroverete trasformata in un bel ologramma bidimensionale sul visto. Secondo, chiedete un visto “Turistico”, con entrata multipla (multiple entry) e di durata 6 mesi. Termina la compilazione on-line, 1.

annotatevi il numero ID definitivo;

2.

stampate il modulo, controllatelo con attenzione e poi firmatelo nei punti indicati.

prenotato il volo di ritorno.

 La tariffa per il visto turistico è di €71,00 da pagare in

Recatevi quindi al: 

l’Indian Visa Outsourcing Centre di Milano (http://www.indianvisamilan.com) per chi abita al nord

l’ambasciata a Roma (http://www.indiavisa.in/india-visa-italy.html) per chi risiede da Firenze in giù.

contanti e non si restituisce.

 È ora possibile richiedere il visto direttamente dal proprio domicilio.

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DOVE SIAMO NEL MONDO

Prima di partire è consigliabile registrare il viaggio (voli, numero di passaporto, recapito a Calcutta, il proprio cellulare, chi avvisare in caso di problemi) sul sito del Ministero degli Affari Esteri www.dovesiamonelmondo.it

In volo verso Calcutta (26 Gennaio 2012)

VIAGGIO AEREO Ognuno come gli pare. Ultimamente mi affido ad Emirates che: a) parte da Milano, Venezia e Roma e atterra a Kolkata dopo uno scalo a Dubai (bellissimo aeroporto che merita un gita); b) le tariffe sono concorrenziali rispetto a Lufthansa e si viaggia abbastanza comodi in economica; c) consente un bagaglio di 30 kg, permettendo di trasportare un po' di materiale sanitario all'andata e di fare il pieno di tè, spezie, ... al ritorno. Evito di fare scalo a New Delhi perché è necessario trasferirsi dall’aeroporto internazionale Indira Gandhi a quello nazionale, il Palam Domestic Airport. La distanza è modesta (circa 5 km) ma affrontare il caos dopo un lungo viaggio è una prova insormontabile. Almeno per me. Se decidete di fare scalo a Dubai, fate attenzione ai tempi di attesa. Vero che è tutto da vedere, ma passarci 8 ore è tutto un altro discorso. Nel caso foste costretti a sottoporvi a questa prova, dovete occupare a tutti i costi una sedia a sdraio (sleeperette). Sono tutte occupate: bisogna aspettare con pazienza che qualcuno si alzi. Succede, non perdete la speranza: sdraiarsi e dormicchiare è fondamentale per sopravvivere!

In sintesi, il mio penultimo viaggio a Calcutta. Addì, 26 Gennaio 2012.

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PER INFORMARSI Sulle vaccinazioni si legge di tutto e purtroppo troppi scrivono pensando di essere degli esperti. È comprensibile chiedere consigli a “chi c’è già stato” ma è sbagliato limitarsi a questo, in base al principio che “se è andata bene a lui perché dovrebbe succedere qualcosa a me?” Quindi meglio rivolgersi al medico o ai centri di profilassi della propria Azienda Sanitaria Locale. Un indirizzo per incominciare: Centro di Profilassi Internazionale di Milano, Via Statuto 5 - 02 85788566; dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 12:00. Un sito da navigare:

E un manuale da leggere. Come recita l’introduzione “troverai i principali problemi di carattere sanitario che potresti incontrare recandoti all’estero, accompagnati dai consigli più utili.” Che cosa volere di più?

VACCINAZIONI Premesso che il consiglio più importante è: "rivolgetevi al vostro medico che conosce la vostra storia sanitaria", personalmente (sottolineato non a caso) mi sono sottoposto a: a. antitetanica, da ripetere ogni 10 anni b. antiepatite A e B c. antitifica, da ripetere ogni 3 anni Consigliabile anche l'anticolerica che offre protezione contro la "diarrea del viaggiatore", evento molto fre-

quente (inevitabile?) soprattutto per chi intende nutrirsi di street food nei baretti a bordo strada. Per tutte le vaccinazioni è necessario rivolgersi alla propria ASL, muniti della apposita tessera vaccinale. L'antitetanica e l'antiepatite sono somministrate per via intramuscolare mentre per l'antitifica . è necessario assumere a giorni alterni (giorni 1, 3 e 5) un totale di tre capsule un'ora prima dei pasti.

NON SOLO MALARIA La malaria potrebbe essere un problema da affrontare. Di solito vado a Calcutta a Gennaio e Febbraio, due mesi “freddi”. Però … quando sono andato a NovembreDicembre ho scoperto che la malaria è un problema da affrontare. Vaccinarsi oppure no? Per questa domanda chiedere ai centri di profilassi internazionale. Certamente occorre prepararsi a mettere in atto misure preventive che riducono il rischio di essere punti.  Nebulizzare nell’ambiente un insetticida: per questo è indispensabile portarsi dall’Italia un fornelletto con una adeguata scorta di piastrine (giorni di permanenza x 2). Ripeto: portarsi il tutto da casa perché i prodotti locali … funzionicchiano: magari sono a base vegetale e io contro le zanzare sono per la guerra chimica pesante!  Utilizzare abiti coprenti, soprattutto nelle ore serali e nelle prime ore del mattino, e indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri attirano gli insetti).  Evitare profumi e dopobarba perché possono attirare le zanzare e, soprattutto, applicare repellenti per gli insetti sulla cute esposta. Anche in questo caso è assolutamente meglio portarsi una scorta adeguata da casa.  Verificare che le zanzariere intorno ai letti siano integre e ben posizionate (altrimenti compratevene una nuova); è consigliabile rimboccarle sotto il materasso. Perché è importante ridurre il rischio di essere punti? Se la zanzara Anopheles è infetta (in India sono frequenti il Plasmodium vivax e falciparum con alta diffusione di ceppi chemio-resistenti), lo sporozoita infetta il fegato entro 45 minuti. Quindi è inutile agitarsi come una signora che tutta agitata mi ha domandato: “Mi hanno punta! E adesso che faccio?”. Non è “certo” che tutte le zanzare, — in particolare quella che ti ha punto, — siano infette. Per saperlo aspettare pazientemente fino a 20 giorni e se compare febbre rivolgersi prontamente al medico. In secondo luogo, ci sono altre simpatiche zanzare (al mondo se ne contano 3.500 specie) come la Aedes che trasmette i virus dengue e chikungunya. La dengue si manifesta con febbre, cefalea, dolori muscolari e articolari associati ad un rash cutaneo tipo morbillo. Chikungunya significa “ciò che contorce” perché alla febbre e alla cefalea si associano tremendi dolori articolari, che poi possono persistere per mesi.

Tornati a casa, fate attenzione alla comparsa di febbre nelle settimane immediatamente successive. Nel caso, informate il vostro medico. 4


QUALI FARMACI PORTARE? La prima risposta è scontata: tutti i farmaci che assumo abitualmente (ad esempio, un antipertensivo, una “statina”, …) avendo cura di portarne il quantitativo necessario più un 20% di scorta, da custodire in un posto separato. A questo punto è necessario premettere che le farmacie abbondano e che i farmacisti che ho incontrato si sono rivelati competenti e capaci di offrire suggerimenti validi. Quindi la scorta di medicinali può limitarsi ai farmaci “urgenti”.  Paracetamolo compresse da 500 mg come antipiretico e analgesico; è molto probabile che se ne debba fare uso dopo una settimana quando è “normale” una infiammazione delle vie aeree superiori a causa dell’inquinamento. Lo potete comprare, a minor prezzo, anche in loco (il paracetamolo si mangia con il pane), ma se vi fidate solo del vostro …  Loperamide per il trattamento della diarrea dovuta a cause non specifiche. Agisce rallentando i movimenti dell'intestino così permettendo un maggior riassorbimento di acqua dalla massa fecale che acquista una maggior consistenza. La dose iniziale è di due capsule da 2 mg; successivamente si assume una capsula dopo ogni episodio di diarrea fino ad un massimo di 8 capsule al giorno. La terapia non va mai proseguita per più di 2 giorni: in questo caso bisogna recarsi dal medico. Questo è frequentemente il caso in cui un paio di giorni prima abbiate ceduto alla tentazione di mangiare ad un baracchino per strada, fidandovi del volontario di lungo corso che vi aveva assicurato che il baracchino era pulito e che si mangiava benissimo. Sappiate che il volontario di lungo corso è spesso abituato a correre in bagno e considera l'evento un fatto normale. In caso di diarrea, è importante assumere in contemporanea liquidi e sali per mantenere una adeguata idratazione. Alimentazione a base di riso in bianco finché non passa.  Probiotici, da assumere ogni giorno come prevenzione per cercare di mantenere in buono stato la flora intestinale.  Antibiotico: meglio affidarsi a un medico. In caso di febbre chiedete agli altri volontari e non sarà difficile trovarne uno per una visita. A questo proposito se soffrite di allergie è indispensabile portare con sé un elenco, preferibilmente in inglese, di tutte le sostanze da evitare. Personalmente (sottolineato non a caso), mi porto sempre un paio di confezioni dell’associazione neomicina e bacitracina nel caso di una diarrea batterica.  Rinfrescante intestinale: anche se può apparire curioso non è raro che il nostro intestino ci metta un po' ad abituarsi e perda la sua regolarità. Un bel cucchiaio di idrossido di magnesio è utile. Personalmente porto anche un lassativo in caso di forti resistenze.

ASSICURAZIONE SANITARIA Il grillo parlante consiglia (suggerisce di prendere in considerazione) una assicurazione sanitaria. Me ne sono reso conto durante il mio secondo viaggio (Novembre-Dicembre 2008) quando i volontari cadevano colpiti da malaria e dengue. Abbandonate prontamente il pensiero di rivolgervi ad un ospedale pubblico: in caso di ricovero bisogna recarsi in una clinica privata … dove per prima cosa controllano la vostra carta di credito. Giusto per dare una idea: è capitato che chiedessero una cauzione di 50.000 rupie (circa 9001.000 euro) per un ricovero. Personalmente stipulo una assicurazione viaggio di vacanza con Europ Assistance. Un salasso intorno ai 100 euro, senza optional. Vale comunque la pena di farci un pensiero.

ANCORA PREVENZIONE Una bella visita di controllo dal dentista paio di settimane prima di partire è una

 Rimanendo in ambito digestivo, l'abbondante uso di curry, peperoncino e, in generale, di cibi piccanti può favorire la comparsa di una gastrite. Utile una confezione di ranitidina oppure omeprazolo (oggi in vendita come farmaco da banco) o di prodotti contro l'acidità di stomaco.

buona idea. Magari con una

 Non dimenticare una crema antistaminica e una di gentamicinabetametasone: le punture di insetti o aracnidi non sono rare e le zanzare sono sempre presenti!

petere con i sorrisi bianchis-

bella pulizia del tartaro in modo da (cercare di) comsimi degli indiani che non dimenticano di lavarsi i denti e masticano fibre. Poi masticano anche tabacco, ma questa è un'altra storia.

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ULTIME COSE DA PORTARE Una pila. Non è inusuale che salti la corrente elettrica, normalmente per un sovraccarico della rete, tanto che molti condomini hanno il proprio accumulatore. La pila è indispensabile per camminare al mattino presto, quando è ancora buio o per tornare in branda di sera. Le batterie si trovano con molta facilità, quindi niente pacchi di scorta "compri 8 e prendi 12".

Portasoldi-portadocumenti da mettersi a tracolla, per custodire sotto la maglietta la fotocopia del passaporto, le carte di credito e i contanti. Mettendomi i panni del grillo parlante (niente zoccoli volanti, please) consiglio di tenere in tasca 200300 rupie (circa 5 euro), più che sufficienti per mangiare (150 rupie), prendere un taxi (50-100), bere una birra (150). Occhio non vede, malavitoso passa oltre.

Lenzuolo a sacco Utile da avere nel caso in cui la biancheria della guest house non sia all’altezza delle nostre aspettative. Pesa meno di un chilo e porta via poco spazio in valigia.

MATERIALI SANITARI UTILI Subito, senza indugio: le “piastrine” contro le zanzare e il repellente. Le zanzare sono sempre presenti anche nei mesi freddi. In quelli caldo umidi diventano inevitabili. Odio le zanzare (non ho mai capito perché c'è stato bisogno di crearne oltre 3.500 specie) e mi porto sempre un paio di fornelletti e una scorta di piastrine, marca Vape, che mi sembrano le più efficaci (è una percezione assolutamente soggettiva ma ritenevo utile esplicitarla). Ma non si trovano gli insetticidi a Calcutta? Certo. Anzi, molto spesso l’albergo o la guest house ve ne mette uno a disposizione ma … ho sempre dubitato della loro reale efficacia. E quindi mi porto le mie dosi. Stesso ragionamento per il repellente, con l’aggravante che non ho mai trovato l’Autan (il mio preferito nella sua versione con la zanzara tigre). Quando l’ho chiesto (era Novembre e l’aria pullulava di zanzare) mi hanno sempre guardato con sorpresa –, “è naturale che le zanzare pizzichino, perché respin-

Chiamatela come volete: "To do list", "Agenda", "Non dimenticare di" ma è indispensabile. Un mese prima della partenza sembra un tempo infinito. Poi ci si accorge che le settimane sfuggono veloci e si rischia di arrivare in affanno. gerle se tanto ci riescono comunque?”–, e i più forniti non sono andati oltre a prodotti “naturali” costosi e di dubbia efficacia. Quindi Vape e Autan hanno assoluta priorità in valigia. I tappi per le orecchie possono essere utili, talvolta "molto" utili. Il rumore è una caratteristica intrinseca di Calcutta (come di altre città orientali). Quando si arriva all’aeroporto, l’accoglienza è affidata a centinaia, migliaia di corvi neri che crocidano in maniera insistente e ineludibile. Cominciano verso le 3-4 del mattino. Intorno alle 5 sono sovrastati dal muezzin che, dotato di potenti altoparlanti, chiama i fedeli alla preghiera al sorgere del sole. Poi il traffico, un assordante, costante rumore di fondo con un crescendo di clacson in prossimità degli incroci. Se non ci credete cliccate qui! Alla sera, sempre traffico con musica e, per finire, intorno alla mezzanotte, festeggiamenti per i matrimoni con tanto di mortaretti. Se poi alloggiate in una guest house in centro, le feste di arrivo e addio dei volontari sono all’ordine del giorno. Nella quiete si possono apprezzare i compagni di camerata che russano a bocca aperta. Alle tre ricominciano i corvi … quindi qualche paio di tappi di cera o di silicone può risultare veramente prezioso. Non ultimi i cerotti, soprattutto se avete intenzione di calzare le infradito, ciabatta ufficiale dei calcuttiani doc. Se non ci avete già fatto il callo, utile prevenire mettendo il cerotto nel primo spazio interdigitale. E comunque vi verrà la bolla!

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VORREI PORTARE …. Il desiderio di portare “qualcosa” è … un bel sentimento da coltivare. Per tradurlo in “cosa utile” è necessaria un po’ di esperienza e chiedere consiglio (a proposito, sono a vostra disposizione!). Farmaci: ce ne sono di necessari che non trovano corrispondenti utili nelle farmacie locali: ad esempio Iruxol™ e Connettivina™ per aiutare a cicatrizzare le ferite. Portateli a Kalighat e vi accoglieranno con un sorriso impagabile! Altrimenti, alcuni volontari organizzano spedizioni di farmaci e materiali sanitari: potete offrirvi per il trasporto. Evitate comunque di portare qualche scatola sparsa di “qualcosa” che magari avete in casa: è indispensabile poter assicurare una continuità di trattamento e poche pillole sparse non servono. L’India è un grande produttore mondiale di farmaci: andate al dispensario di Shishu Bavan, —è aperto ogni mattina tranne la domenica, — chiedete di Sister Margareth e lasciate a lei un’offerta per acquistare i farmaci necessari per curare le centinaia di pazienti cardiopatici, diabetici, epilettici, oncologici, … che ogni mese ricevono le medicine necessarie per curarsi.

Non è sufficiente portare qualcosa. Bisogna scegliere ciò che è utile.

DA NON DIMENTICARE

Cioccolato amaro. O comunque cioccolato. Sarebbe da elencare fra i materiali sanitari. Indispensabile nei momenti no, quando l'Italia è troppo lontana, quando non se ne può più del rumore, del cibo piccante, quando insomma non va. Una tavoletta di cioccolato stimola il sorriso. Calcolate almeno una tavoletta per settimana, più una da donare a chi è a Calcutta da tanto tempo e ha esaurito le scorte.

VESTIARIO

IN ALTERNATIVA

Quando i locali si lamentano per il freddo e mostrano il loro disappunto mettendosi i paraorecchie (solitamente nelle prime settimane di Gennaio), si sta bene: si dorme con un bel plaid e al mattino presto e alla sera fa gusto un pile. Che si abbandona agli inizi di Febbraio, quando le temperatura oscillano fra i 15-18 gradi di minima e i 28-30 di massima. A Marzo e Aprile la temperatura sale ogni giorno e si può provare l’ebbrezza dei 40-42°C con umidità 95%.

Acquistare vestiario locale. New Market e Paragon: due indicazioni semplici per acquistare kurta e pantaloni locali, davvero comodi se fa caldo

Quindi magliette (t-shirt, per i più esigenti) che sia possibile lavare rapidamente. È importate ricordare che la prevenzione delle infezioni prevede anche di cambiarsi spesso e certamente ogni giorno. Le lavanderie costano pochissimo. È molto probabile che anche la vostra guest house abbia il lavandaio di fiducia. Altrimenti non avete che da percorrere qualche passo. In cambio, il bianco diventa grigio cenere e gli elastici cedono alle ripetute bolliture e presto si sfilacciano. Quindi niente capi importanti, (coccodrillati, polo, D&G, ...) a meno che non li laviate a mano. Anzi, un bucato nel pomeriggio solleva il tono dell'umore. Abbondare con i calzini: in chiesa si entra senza scarpe e la polvere penetra ovunque. Implacabile.

Nonostante le rassicurazioni, i colori stingono sempre e la seta indiana è spesso poliammidico. Quindi meglio il cotone bianco: costa un po’ di più ma è fresco e si lava facilmente.

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Altri indirizzi Guide a parte, potete consultare il sito delle Missionarie della Carità.

DOVE ALLOGGIARE? Dipende. La via certamente più famosa fra gli stranieri è Sudder Street, in pieno centro, a due passi da New Market. È la via della vita, dove darsi appuntamento e dove si finisce per incontrare tutti. Ovviamente pullula di alberghi e di guest house, tutti con nomi altisonanti. Il Lytton vanta 4 stelle ma costa una cifra. Il ristorante è ottimo e vale la pena di provarlo. Il Fairlawn è famoso perché è l’albergo citato ne “La Città della Gioia”. C’è un bel giardino e si può bere un birra fresca a prezzi europei.

Date una occhiata qui a fianco. Non ci sono tutti ma ci si può fare una idea.

Alcuni hotel in Sudder Street

E poi Hotel Maria, Galaxy, Astoria, …

VICINO A MOTHER HOUSE Room 110 La mia stanza preferita in BMS. Giusto per dare un’occhiata

La prima volta ho alloggiato al Lytton in Sudder Street. Successivamente mi sono sposato in A.J.C. Bose Road, vicino a Mother House. Perché il nucleo del soggiorno, breve o lungo che sia, è proprio lì, nella cappella al secondo piano. Monica House (166, A.J.C. Bose Road, +91 33 22842680) si trova nel complesso della chiesa di St. James ed è suddivisa in due complessi. Uno centrale, ristrutturato un paio di anni fa, conta 4 dormitori da 4-6 letti, bagno-doccia e sala pranzo. Il secondo, con un piao di stanzette da due brande con bagno e un grande dormitorio da 10-12 letti è in attesa di essere ristrutturato (ne ha bisogno!). Il costo in dormitorio è di 300 rupie, colazione inclusa. BMS Guest House: di gran lunga la mia preferita (44 A.J.C. Bose Road, +91 33 2226 9378, baptistcal@gmail.com). Anche in questo caso ci sono due edifici di cui uno nuovo con stanze a due letti o dormitori con aria condizionata. Il personale è gentile e collaborativo e il giardino è un’oasi. Bisogna prenotare con molto anticipo!

Baptist Missionary Society House (Kolkata, 2012)

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LA S. MESSA DELLE 6.00 Sveglia alle 5.15. Anche se da BMS sono pochi passi è meglio arrivare presto. Meglio presentarsi al portone di Mother House 5 minuti prima, per non trovare il portone chiuso. La cappella è situata al primo piano e salendo le scale ti accoglie il Crocefisso: “I thirst”, ho sete. Madre Teresa ha spiegato che è una dichiarazione di amore per ciascuno di noi. Talora andare a messa alla domenica e nelle feste comandate è una sorta di compito a cui assolve-

MOTHER HOUSE Questa è la Casa Madre, in A.J.C. Bose Road. Ogni mattina si celebra la S. Messa nella cappella al secondo piano. Segue la colazione dei volontari che poi partono verso le loro destinazioni. In poche parole: è l’appuntamento più importante, un autentico privilegio

Mother House

re. Qui ho imparato che è un momento indispensabile per dare un senso alla giornata. L’immagine dei tanti volontari presenti è un messaggio di conforto e di forza che rivela quanto spesso sia superficiale (e comodo) lasciarsi andare alla commiserazione di se stessi e delle cose che vanno sempre peggio. La presenza di tanti giovani è un simbolo tangibile di speranza per i giorni che verranno. Non bisogna temere. E’ vietato fotografare e quindi … niente immagini. Giusto un breve filmato sull’ultimo tratto prima di arrivare allo spiraglio di luce di Mother House.

IL PRIVILEGIO DEL VOLONTARIATO Non è necessario essere cattolici, non sono necessarie tessere: Madre Teresa ha insegnato ad accogliere tutti: “ sono i benvenuti. Bisogna registrarsi, però. Le istruzioni dettagliate le trovate sul sito http://www.motherteresa.org/07_family/Volunteering/v_cal.html#2 In sintesi: ci si deve presentare alle 15:00 di lunedì, mercoledì e venerdì a Shishu Bavan, la Casa dei Bambini che si trova sempre in A.J.C. Bose Road 78, a pochi passi da Mother House. Il giovedì è giorno di riposo per i volontari. Negli altri giorni si può richiedere un permesso temporaneo al termine della colazione in Mother House. Spesso i volontari sono tanti e quindi il salone è piuttosto pieno. Si formano gruppi per nazionalità, guidati da un volontario anziano che spiega ai “novizi” che cosa li aspetta. Molti volontari sono vecchie conoscenze, perché spesso non si resiste all’impulso di tornare. Una schedina da compilare (portare il passaporto!) e poi il colloquio con la Sister incaricata dei volontari. Usualmente ti chiede se hai una destinazione preferita; qualche volta ti fa una proposta. Ho imparato che la miglior risposta è sempre “Dove c’è bisogno, dove posso essere minimamente utile”.

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Mother House, ore 7.30 circa Volontari in partenza

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” Mother Theresa

IL LEBBROSARIO Gandhiji Prem Nivas (Titagarh) Un pellegrinaggio imperdibile (occorre prenotarsi). Da Casa Madre si raggiunge la stazione di Sealdah e in 40 minuti di treno si arriva a Titagarh, dove a pochi passi dalla stazione si trova il lebbrosario fondato da Madre Teresa nel 1958. Oggi è gestito dai Fratelli Missionari della Carità. La missione del centro non è solo di curare la lebbra nei 4 reparti maschili e nei 2 femminili ma è quella di dare un lavoro compatibile con le menomazioni irreversibili della malattia. C'è un ambulatorio per la riabilitazione, uno per la cura dei malati esterni e aree di lavoro dove decine di lebbrosi tessono, - qui viene prodotta la tela bianca con le tre strisce azzurre della tonaca delle Sister -, e fabbricano le calzature con suole di gomma naturale che proteggono le piante dei piedi rese insensibili dalle piaghe rimarginate. Ci sono poi i campi di frutta, montoni, pesci, maiali, galline che provvedono al cibo della comunità o che vengono venduti. Oggi la priorità è quella di trattare il più precocemente possibile la malattia. Quindi sono necessarie informazione e diagnosi precoci. In questo modo si evitano le menomazioni e si permette agli ex-lebbrosi di costruirsi una famiglia e di essere accettati dalla società.

Lebbrosario (Titagarh, 2008)

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MA TU DOVE SEI STATO? Una domanda prevedibile, giusta. In queste pagine descrivo tre luoghi dove ho avuto il privilegio di stare: Kalighat, il dispensario di Shishu Bavan e il villaggio di Chack Ramnagar. In questi luoghi ho imparato come ogni servizio sia sempre un “piccolo niente”: lavare i piatti, stendere i panni, imboccare un paziente, medicare una ferita, riempire una bottiglia d’acqua, consolare un volontario in difficoltà, portare una salma nell’obitorio. Un “piccolo niente” che può divenire importante se, abbandonato ogni amor proprio, è servizio donato allargando le braccia a chi chie-

LA PREGHIERA DEL VOLONTARIO O Signore, Grande Guaritore, davanti a Te m’inginocchio, perché ogni dono perfetto viene solo da Te. Dona, Ti prego, abilità alle mie mani, chiara visione alla mia mente, gentilezza e mitezza al mio cuore. Donami la sincerità nelle mie intenzioni, dammi la forza per alleviare parte del fardello del mio fratello che soffre, e rendimi consapevole del privilegio di servirTi. Rimuovi dal mio cuore ogni malizia e futilità, affinché con la fede semplice di un bambino, possa affidare tutto me stesso a Te! (da recitare prima di recarsi al proprio apostolato)

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KALIGHAT Mother’s Theresa Home for the Dying Destitute Nirmal Hriday Nirmal Hriday significa Cuore Puro ma è più nota come “Casa del Moribondo”; è stata fondata da Madre Teresa nel 1952 che ottenne di poter ricoverare i poveri fra i poveri, spesso destinati a morire su un marciapiede o alla stazione ferroviaria, nel dormitorio in precedenza usato dai pellegrini all’adiacente tempio della dea Kalì, nel bel mezzo del quartiere di Kalighat. Si arriva da Sudder Street in metropolitana o con l’autobus 45bis da Mother House. É stato ristrutturata nel 2010-12. Giusto per dare un'idea, entrando subito a sinistra c'è la sala uomini, con una cinquantina di brande. Ap-

L’entrata a Nirmal Hriday

Nirmal Hriday—Entrata

pena sulla destra si trova il centro operativo con la scrivania che fu di Madre Teresa. Poco più avanti si apre la sala a “L rovesciata” delle donne , con una sessantina di brande, tutte occupate. Nella parte restante del piano terra si trovano il grande lavatoio, l’ambulatorio per le medicazioni, i servizi igienici e l'obitorio. Tutto l'ambiente è pulito e le spesse mura e gli alti soffitti mantegono una temperatura tutto sommato confortevole. Kalighat è una esperienza unica.

Dalla terrazza di Nirmal Hriday


SISHU BAVAN: DISPENSARIO Per definizione, a Sishu Bavan ci sono i bambini. Scampati all’aborto o sfuggiti all’abbandono per povertà o perché non geneticamente perfetti, qui vengono accolti, curati, istruiti con un amore che sorprende perché davvero palpabile nei gesti e nelle parole, semplicemente coinvolgente. A Sishu Bavan entrano solo le volontarie. C’è anche un dispensario a cui accedono centinaia di pazienti che vivono nel circondario, ma in alcuni casi vengono anche da lontano. Ci sono neurologi, diabetologi, cardiologi, oncologi indiani che visitano e prescrivono esami e medicine. E i volontari che fanno? Catalogano e distribuiscono le medicine: un utile esercizio di umiltà per infermiere e medici che si traduce in una continuità terapeutica altrimenti impossibile, perché i poveri non possono permettersi di comprare i farmaci per la pressione, il diabete, il cancro, l’epilessia. E il mercoledì mattina c’è la visita generale: centinaia di pazienti con problemi di artrite, asma, gastralgie, bronchiti, … Apparentemente è il caos. In realtà c’è una organizzazione che funziona. Con perseveranza. Il venerdì è dedicato alla pediatria. Tanti bambini e tante madri che vengono per avere latte in polvere e biscotti, perché la malnutrizione è la prima vera malattia. Un sabato al mese si va al villaggio di Chack Ramnagar. Tutti sul camion bianco-azzurro, mescolati a pacchi di biscotti, sacchetti di latte in polvere, integratori alimentari e farmaci. Dopo un'oretta di sussulti e scossoni si viene accolti da qualche centinaio di persone, in maggioranza donne e bambini, che sono giunte di primo mattino a piedi, in bicicletta e in autobus dai villaggi circostanti dove non c'è energia elettrica, la povertà è assoluta e l'acqua manca nei mesi più caldi. Il luogo di raccolta è una parrocchia cattolica, sorta proprio per fornire acqua di pozzo e offrire un'alternativa gratuita all'impiego delle pozze d'acqua piovana per ogni scopo, incluso quello alimentare, con le conseguenze sanitarie facilmente immaginabili. Tre file: maschi, femmine e donne con bambini. Ognuno racconta i propri malanni: spesso esagerando o anche inventando in modo da ricevere il maggior numero di farmaci per tosse, bruciore di stomaco, costipazione, pruriti e dolori vari. Le sister, generose e comprensive, sono abili nell'identificare chi ha bisogno di una visita: dominano asma, bronchite e scabbia. Dopo la fila per i farmaci c'è quella per i generi alimentari: è lunga e non mancano le liti e chi tenta di rimettersi in coda rischia un assalto di donne inferocite. Fuori dal cancello, che chiude alle 10, una piccola folla di ritardatari che sperano di raggranellare qualcosa.

In missione al villaggio di Chack Ramnagar

Dispensazione di medicine

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SI PUO CAMMINARE TRANQUILLAMENTE Nessun problema a camminare per le strade principali, anche nel quartiere musulmano. Nelle stradine laterali si viene

QUATTRO PASSI PER CALCUTTA Non è così difficile ma la prima volta è meglio avere una piantina. La prima volta non è stata impresa facile andare da Sudder Street a Mother House: al buio delle 5:30, nessuna indicazione, … Ecco qui tre percorsi tracciati con il GPS: 1.

Da Mother House a Prem Dan (rosso);

2.

Da Sudder Street a Mother House, passando per Rippon Street (azzurro);

3.

Come sopra ma attraversando il quartiere islamico (verde).

guardati con una certa curiosità. Basta salutare con un sorriso. Niente foto durante la preghiera del venerdì o durante una processione funebre. Gli hindu si fanno fotografare facilmente meno i musulmani. Meglio chiedere sempre.

PER ANDARE A KALIGHAT Se siete a Sudder Street la metropolitana (stazione Park Street). Da Mother House potete prendere l’autobus 45B, un’esperienza unica.

Si possono visualizzare i percorsi su Google Maps, collegandosi a questo link: http://maps.google.it/maps/ms? msa=0&msid=214914720280045505324.0004bafa1f41f988ffa03&hl=it&ie=UTF8&t=h &ll=22.54859,88.364453&spn=0.019817,0.021415&z=15&source=embed

Questi sono invece i tracciati GPS che potete caricare sul vostro smartphone:  Percorso 1: https://dl.dropbox.com/u/17671998/Track_001.gpx  Percorso 2: https://dl.dropbox.com/u/17671998/Track_002.gpx  Percorso 3: https://dl.dropbox.com/u/17671998/Track_003.gpx

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DOVE ACQUISTARE THE E SPEZIE? Un indirizzo per voi: New Market, Narayan e Figli, il mio fornitore dal 2008. Facile arrivarci: basta imboccare l’ultimo corridoio sulla destra.

NEW MARKET Innanzitutto è assolutamente interessante. Poi c’è di tutto. La difficoltà è

Alcuni prezzi per 100 grammi: tè Darjeeling €0,77, tè Assam €0,62; Curry €0,62; Biryani Masala €1,25; peperoncino intero o in polvere €0,62.

distinguere le cose belle dalle

Ovviamente ho chiesto lo sconto che mi è stato concesso in cambio di una pubblicità. Fatto.

Un esempio: ho comprato una

bufalate.

camicia indiana tutta bella colorata. A distanza di 2 anni non ha smesso di perdere colore quando la si lava. Non dimenticare mai di trattare. L’errore è quello di valutare i costi in euro. Invece è importante “risparmiare” anche 7 rupie (10 cent). Così per negoziare. Non comprate tutto l’ultimo giorno. Talvolta è necessario rinunciare temporaneamente all’acquisto. Quando tornate il negoziante vi riconoscerà e il prezzo sarà più interessante.

Narayan e Figli (New Market, 2012)

CURIO È una vera istituzione, soprattutto fra i volontari italiani. Parla la nostra lingua, è simpatico e disponibile a darti una mano.

New Market, il controllo delle uova (2008)

Il suo negozio si trova al New Market. Non è facile trovarlo al primo colpo ma girando su e giù alla fine si arriva. Pietre, argenti, pashmine.

Curio Cottage (New Market, 2012)

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DA BERE Acqua filtrata, senza eccezioni. Controllate che la bottiglia sia sigillata. È consigliabile rifornirsi sempre nello stesso negozio. Birra Kingfisher: piacevole sorseggiarla nel giardino del Fairlawn Hotel in Sudder Street, magari con un piatto di patatine fritte. Il servizio è molto approssimativo e i prezzi sembrano lievitare nel tempo. Però l’ambiente è davvero piacevole, sembra di essere un personaggio de “La città della gioia”.

DOVE MANGIARE? Ecco una carrellata di recensioni datate Febbraio 2010. Sono stato anche in altri ristoranti comprese le due pizzerie: Cantina Toscana e Ice & Fire. La pizza è così così e sono sempre più care. Blue & Beyond

Si trova proprio di fronte al New Market al nono piano di un albergo. Per arrivarci si prende un ascensore e per farti piacere l’addetto ti spara addosso un ventilatore giusto 20 centimetri sopra la testa. E tu, che avresti preferito soffocare, speri solo che il viaggio sia breve. All’ingresso ti attende una folta schiera di camerieri. Si può mangiare al coperto ma la vera attrazione è la terrazza dalla quale puoi gustare il panorama del centro di Calcutta con le sue deboli luci offuscate dall’umidità e dallo smog. È molto frequentato da turisti e da indiani di buona famiglia desiderosi di gustarsi una birra con le patatine o un long drink. Nel 2008 ci venivo abbastanza spesso. Venerdì sera l’ho trovato globalmente peggiorato sia come qualità del cibo (le patate fritte sapevano di olio stantio e il riso fritto con vegetali non sapeva di nulla) che come prezzi: birra a 120 rupie e soprattutto le patatine quotate a 140 rupie a fronte di un costo massimo di 60 in un altro ristorante. Perché non pensare ad una alternativa?

Street food: da evitare. Se proprio non ce la fate, prima di ordinare valutate quanto sia davvero molto probabile che il gestore non si sia lavato le mani l’ultima volta che ...

FLURYS, LA PASTICCERIA Da non perdere. Dolciumi di ogni genere, croissant alla marmellata, Sacher in versione indiana senza marmellata di albicocche, tè, tramezzini, pane, … Mezz’ora di pace in Park Street. Prezzi europei, ma ne vale assolutamente la pena. Servizio tutt'altro che impeccabile: camerieri immusoniti e con le bluse visibilmente macchiate. Ma “chissenefrega”.

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Mocambo Non si balla in questo serio e lussuoso ristorante in zona Park Street. Camerieri in divisa indiana e maître attento e preciso. Si mangia molto bene. Il mutton biryani era stupendo, saporito ma non offensivo per le papille gustative e la carne di montone (o capra che sia) era saporita e tenera. Il piatto tipico del Mocambo (2010) ristorante sono vegetali con eventuale aggiunta di pollo che vengono serviti su una pietra bollente. Si bevono alcolici e il costo varia dalle 300 alle 400 rupie a testa, includendo la coppa Mocambo: gelato alla crema e frutta. È sempre pieno di avventori. Si può prenotare solo per le 19.30: poi si fa la fila. Food King Proseguendo (anzi, scendendo) nella carrellata di luoghi dove mangiare ecco Food King in Ripon Street. Consigliato da un americano (c’è da domandarsi quanto sia sensato chiedere ad un americano dove mangiare bene a Calcutta) è un locale frequentato quasi esclusivamente da gente del posto. Quindi siamo ai confini dello street food. L'arredamento è semplice: tre tavoli di plastica ciascuno con quattro sedie di plastica. Il primo contatto permette subito di apprezzare il non così sottile strato di polvere storica che riveste tutto il locale. Le Food King in Ripon Street (2010) Noodle con peperoncino


UN PO’ DI PREZZI ordinazioni si fanno in inglese direttamente al padrone che poi le urla in bengali al cuoco, che opera proprio dietro la vetrina affinché nulla sia nascosto agli occhi dell’avventore. I camerieri sono rapidi e accurati. Addirittura puliscono con le dita la forchetta prima di porgerla al cliente. Specialità: double chicken roll, pane indiano arrotolato intorno ad una doppia dose di una mistura bollente di vegetali e triturato di pollo, con abbondante aggiunta di chily. IL gusto non è male e la bollitura è rassicurante su eventuali sequele gastrointestinali. Altro piatto forte della casa il vegetarian chinese noodle con eventuale aggiunta di salsa di peperoncino. Attenzione: la Coca-Cola viene servita direttamente nel bicchiere, non c’è traccia di bottiglia e non sono riuscito a capire dove la vadano a prendere. Circular Restaurant Si trova in AJC Bose Road, proprio di fronte a BMS. E così, anche per pigrizia, ho preso l’abitudine di andarci per cena a mangiare il riso biryani vegetale o con il pollo. Il menù è ampio anche se non sempre tutti i piatti sono disponibili. Come detto il mio piatto preferito è il chicken biryani: due parti di pollo, un uovo sodo e mezza patata lessa seppelliti da riso speziato e soffritto. Ricco, altri locali spesso mettono frattaglie di pollo e ossa, e buono. La cucina è espresso per cui bisogna aspettare anche mezzora. Le porzioni sono abbondanti e ci si può mangiare anche in due. Ho provato anche l’alu gobi, cavolfiori e patate in salsa di curry, e garlic naan, pane indiano con aglio: piacevole e senza conseguenze gastriche notturne. Costo: da 120 a 200 rupie, inclusa la mancia e una bottiglia di acqua filtrata da un litro che poi si può portare via. Niente alcolici perché i proprietari sono musulmani. Col tempo il cameriere dal volto amimico ti accoglie con un mezzo sorriso e se sei solo arriva ad offrirti una copia di un quotidiano per ingannare l’attesa. BQ Si trova proprio all’inizio di Park Street, quasi di fronte a Flurys, la pasticceria di Calcutta. Sempre pieno: è meglio prenotare o presentarsi alle 19:00. Servizio decente tendente alla cafoneria. Chicken masala (salsa di pollo piccantina) e naan (pane indiano), birra Kingfisher da mezzo litro (quando ci vuole, ci vuole!): 300 rupie (ovvero €5,00 con la mancia). Attenzione: non accettare tavoli sul soppalco: si muore congelati! JoJo’s Sudder Street: ristorante con una entrata angusta che non invoglia a salire le scale. Salite: la saletta è abbastanza pulita e il riso saltato vegetale (65 rupie) o con il pollo (70 rupie) sono buoni. Blue Sky Un piatto di riso saltato e acqua: 90 rupie da Blue Sky, locale cool a Sudder Street dove tutti i volontari finiscono per entrare una volta o l’altra. Attrazione: Emilio, cameriere che prova ad intuire al volo la nazionalità del volontario (soprattutto se femmina) e lo saluta nella sua lingua. Fa sempre confusione fra italiani, spagnoli e argentini. Dicono se ne sia andato: da verificare.

Giusto per dare un’idea. Bisogna tener conto che c’è l’inflazione. Trasporti Autobus 45/B da AJC Bose Road (dove sto) a Kalighat 7 rupie (10 centesimi) è di norma. Taxi per lo stesso percorso: circa 80-100 rupie. Da qualche tempo i tassisti sono costretti ad usare il tassametro. Il calcolo della tariffa finale è un po’ complesso: in pratica si aggiunge il 50% all’importo indicato. La mancia è gradita. Metropolitana: Kalighat-Sudder Street 5 rupie Vitto Biscotti Marie (secchi, molto buoni sanno di burro): 30 rupie Acqua filtrata Kinley (gruppo CocaCola): 1 litro 25 rupie, 2 litri 35 rupie (per uso quotidiano incluso lavaggio denti, leggero sapore di pozzo se aperta da più di un giorno) Acqua di sorgente Himalayan: 1 litro 50 rupie (buona ma cara, per i momenti in cui ci si vuole bene) Quattro mele (farinose) e quattro arance (senza molto succo): 70 rupie Due mele speciali (extra lusso da un ortolano all’angolo fra Ripon Street e AJC Bose Road): 80 rupie Un piatto di riso con cumino: 25 rupie (con l’acqua da solo regala la sazietà) Un piatto abbondante di riso in bianco take-away: 50 rupie

Blue Sky in Sudder Street (2010)

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AUTOBUS Brutti, sporchi, apparentemente inaffidabili ma di fatto indistruttibili: ecco gli autobus di Calcutta fabbricati dalla TATA, la FIAT indiana, almeno 20-30 anni fa. Due porte sempre spalancate, controllate da bigliettai a cui non sfugge chitentadifareilfurbo. Ad ogni fermata si sporgono urlando la litania delle prossime stazioni cercando di attirare più passeggeri possibili. Con la mano destra segnalano all'autista dove e quando fermare, tirando una cordicella collegata ad una campanella (ferma!) o sbattendo il palmo della mano sulla portiera (riparti!). nella mano sinistra tengono le banconote da 10 rupie, piegate longitudinalmente, fra le dita e nel pal-

UN PO’ DI TURISMO NON GUASTA Alcune segnalazioni del tutto personali e per definizione aculturate perché a me piace andare a zonzo e perdermi. Abbiamo già parlato di Sudder Street. Visita obbligatoria al Maidan Park, vero polmone quasi verde della città dove soprattutto al sabato e alla domenica si ritrovano centinaia e centinaia di persone per giocare a cricket, a pallone e con gli aquiloni. Da vedere il ponte monoarcata di Howrah: imponente struttura metallica che vibra grazie al milione e passa di veicoli che transitano ogni giorno. Meglio andarci al mattino presto perché proprio sotto c’è il mercato dei fiori e poi si può camminare di bath in bath lungo il fiume Hoogly per arrivare al famoso quartiere tipicamente old british style: BBD, dove le B stanno per Binoy e Badai e la D per Dinesh, tre martiri per l'indipendenza. Il Pareshnath Jain Temple sorge nella parte settentrionale della città. Da visitare a Kalighat anche il tempio della dea Kalì. Attenzione a non farvi fregare dalle guide: un giro con omaggio di un braccialetto di corda rossa e gialla può venirvi a costare un migliaio di rupie. Kalighat di notte diventa un quartiere allegrotto. Imperdibile una passeggiata per Alimuddin Street che attraversa il quartieri musulmano. Magari all’imbrunire quando la via è particolarmente animata. Infine non dimenticate di visitare il mercato della frutta (mi ci hanno portato e non saprei darvi indicazioni). In ultimo, se avete una mezza giornata andata a New Town, Salt Lake City, il nuovo quartiere residenziale di Calcutta.

mo i biglietti. Ma non è finita: indicano dove sedersi e fanno rispettare senza eccezioni la separazione fra donne a destra e uomini a sinistra. Un lavoro massacrante che richiede ogni tanto una masticata di tabacco con tanto di sputacchiata rossa sulla strada

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Market Flower


Maidan Park

Kalighat Temple. Ingresso.

Alimuddin Street

Salt Lake City

Kalighat by Night (2012

Pareshnath Jain Temple

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IL PRIMO VIAGGIO NON SI SCORDA MAI

Nirmal Hriday, la Casa del Moribondo: un viaggio nuovo. Abbiamo sentito una sorprendente attenzione su questo nostro viaggio a Calcutta. Da questa esperienza di servizio, che abbiamo avuto il privilegio di svolgere presso la Casa del Moribondo fondata da Madre Teresa, è nato un diario di cui vi proponiamo alcuni passaggi. 29 gennaio 2008 - É ora di partire Trascorreremo quasi due settimane nella Città della Gioia. La molla di questo viaggio è riassunta da questa frase di Madre Teresa, che accoglie l'eternauta sul sito della Casa delle Missionarie della Carità : “Guarda i volontari che lavorano qui. Provengono da ogni parte del mondo. Ognuno di loro lavora nel proprio paese per guadagnare soldi e poi vengono qui per servire gli altri" . É una frase che ti coglie dentro, magari perché sei indifeso e certamente impreparato. E forse per questo, si è liberata una curiosità che non siamo riusciti a dimenticare né a comprare con una donazione natalizia. Ci è piaciuta la disponibilità ad accogliere chiunque per ciò che sa fare, senza limiti di tempo, senza dover prenotare o appartenere ad una associazione. Solo se sei libero puoi scegliere con convinzione. Leggere le esperienze dei volontari che ci sono stati e che tornano per anni ha dato l'ultimo “spintone”. 4 Febbraio 2008 – La Casa delle Missionarie della Carità Numero 54 di AJC Bose Road; qui ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle 15:00 si registrano i volontari. Alle due e mezza c'erano già un po' di persone. Facciamo gruppo con una ragazza veronese alla sua seconda esperienza, che ci anticipa che cosa succederà. “Perché sei tornata?”, le domando. Si emoziona, quasi le viene il groppo in gola. “É bello”, riesce a rispondere. Alla fine ci troviamo in più di cento persone, la maggior parte ragazzi cinesi, giapponesi, inglesi e irlandesi, francesi e spagnoli. Italiani solo noi tre. C'è un'aria sincera tutt'intorno. Sister Karina, pacioccosa messicana, ci domanda dove vogliamo andare. La risposta è preparata: dove c'è bisogno. Così siamo destinati a Nirmal Hriday. Riceviamo una tessera con una medaglietta della Madonna e un grazie per essere venuti. 5 Febbraio - Nirmal Hriday, la Casa del Moribondo. Sveglia alle cinque. A passo spedito percorriamo strade ancora vuote, con gente addormentata sui marciapiedi. La messa inizia alle 6:00 puntuali. Due terzi del salone è occupato dalle Sister e dalle novizie con Sister Nirmala vicino ad una statua di Madre Teresa seduta in preghiera. L'atmosfera è emotivamente intensa e coinvolgente. Poi tutti a fare colazione insieme: chai (the e latte condensato), banana e pane. Gente che ride, che s'incontra: un simpatico, composto casino. Nel capannello degli italiani arriva una ragazza di Roma. “Sono sei anni che vengo qui.

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Adesso è per solo 5 giorni. Perché lo faccio? Mi piace, mi realizza, è meraviglioso”. Dopo la preghiera dell'apostolato di ringraziamento per il privilegio che ci viene offerto, i gruppi si dividono a seconda della destinazione. Noi andiamo a prendere l'autobus 204 che ci porterà a Kalighat. Eccoci a Nirmal Hriday. Significa Cuore Puro ed è la Casa del Moribondo. É situata proprio dietro il tempio alla dea Kalì, nel bel mezzo del quartiere di Kalighat. Giusto per dare un'idea, entrando subito a sinistra c'è la sala uomini, con una cinquantina di brande. Appena sulla destra si trova il centro operativo con la scrivania che fu di Madre Teresa. Poco più avanti si apre la sala a L rovesciata delle donne , con una sessantina di brande, tutte occupate. Nella parte restante del piano terra si trovano il grande lavatoio, lo sgabuzzino dei medicinali e degli strumenti, i servizi igienici e l'obitorio. Tutto l'ambiente è pulito, compatibilmente con il fatto di essere in India e in una Casa del Moribondo. Che cosa si fa? Fatichiamo ad inserirci nell'attività frenetica dei volontari. Colazione, lavaggio delle stoviglie, lavaggio dei panni, pulizia degli ammalati, medicazioni e frizioni con creme occupano la prima parte della mattinata. Verso le 10 e mezza c'è un momento di pausa per i volontari sulla terrazza al secondo piano con the, riso, pesce, pane, banane e gallette: un vero lusso! Poi via per distribuire il pasto e imboccare chi non è autonomo. Per finire lavaggio delle stoviglie. Verso la mezza o l'una liberi tutti. Chi sono i volontari? Teresa è di Padova ed è un'infermiera in pensione. É a Nirmal Hriday da 12 anni e coordina tutta l'attività della sala uomini. Come racconta lei stessa con semplicità e pudore, un mese dopo essere andata in pensione si è regalata un viaggio di 20 giorni in India. Al quarto è arrivata a Calcutta, ha conosciuto Madre Teresa, ha salutato i compagni di viaggio e si è fermata qui. Carlos è un castigliano. Ha iniziato a venire qui 20 anni fa. Alla solita domanda sul perché continui a tornare risponde: “É meraviglioso”. 6 Febbraio – Nirmal Hriday (2° giorno) Oggi giorno delle Ceneri, la meditazione del Santo Padre “Dio si è fatto povero per noi” qui diviene parola tangibile, parte della tua realtà. Forse l'affascinante dell'opera di Madre Teresa è che anche per chi, come me, ha una fede debole vacillante, è impossibile non vedere alla Casa del Moribondo il povero. Ed è un povero che ti cattura subito, non ti lascia tempo di pensare, perché ti fa capire che non ti chiede l'impossibile: vuole un sorriso, una stretta di mano, rispetto, una speranza, sollievo al dolore. E tu puoi farlo pulendolo, dandogli da mangiare e da bere, parlandogli con dolcezza pur nel tuo inglese stentato, sorridendo. Non ti chiedono di guarirli ma di aver cura di loro. Ciò che importa è offrire loro la tua libera disponibilità.

“Namaste”, “M'inchino al divino in te”, un semplice ciao cercando di non dimenticare nessuno. 7 Febbraio – Lebbrosario Gandhiji Prem Nivas (Titagarh) Il giovedì è giorno di pausa per tutti i volontari. Cogliamo l'opportunità per visitare il lebbrosario fondato da Madre Teresa nel 1958. Oggi è gestito da cinque Fratelli Missionari della Carità. Fratello Rajn, 41 anni e da cinque al lebbrosario, ci accoglie e ci guida alla visita del centro, situato ai due lati dei binari della ferrovia. (... ) All'inizio è stato imbarazzante visitare i reparti. Ci domandavamo se non fosse una visita allo zoo. Fratello Rajn ci aveva detto che i lebbrosi sono ostili ed è comprensibile visto il destino che ha loro riservato la vita. Poi abbiamo incominciato a rispondere ai saluti, congiungendo le mani sulla fronte. “ ”, “M'inchino al divino in te”, un semplice ciao cercando di non dimenticare nessuno. Ecco non dimenticare che esistono i lebbrosi, cancellare la comoda quanto superficiale idea che per la lebbra bastino i farmaci, comprendere quanto sia dura la loro esistenza, alleviare i loro risentimento dando un

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Nirmal Hriday, la Casa del Moribondo: un viaggio nuovo. posto nella società e pregare per lenire questa sofferenza che non si vuole vedere. Fratello Rajn è qui da cinque anni. Mi ha detto che è deve essere contento ogni giorno per affrontare con semplicità i problemi quotidiani. “Solo chi è semplice è efficace e può essere di aiuto”. Non è facile sfuggire all'agguato dello sconforto. Occorre rinnovare sempre la propria scelta di fede, di non essere soli e di essere strumenti del Signore. 8 Febbraio – Nirmal Hriday (3° giorno) La domanda che ci arriva dall'Italia è: “Che cosa fate?” É davvero tanto poco ciò che si fa di fronte al dolore e alla sofferenza che il pudore suggerisce il silenzio, per evitare che le parole finiscano in vanagloria. Sopra ogni gesto, mi pare di aver capito che ciò che più importa è, come diceva ieri Fratello Rajn, essere contenti e trasmettere un attimo di distrazione, di accarezzare, di ascoltare e condividere le lamentele in hindi, di sorridere. 9 Febbraio – Nirmal Hriday (4° giorno) Già nei giorni scorsi c'erano stati alcuni decessi. Oggi quattro, fra cui una donna di 66 anni che ieri stava bene e oggi è andata in edema polmonare. Una volontaria spagnola dal sorriso sempre pronto l'ha avvolta nel telo bianco cenere e l'ha portata in obitorio. Poi è scoppiata a piangere nel lavatoio deserto. Ci siamo abbracciati. Pochi minuti, si è ricomposta ed è tornata in reparto, fra le “sue” donne, cercando di sorridere. Sebbene ci si trovi nella Casa dei Moribondi, vivere in diretta la morte è straziante e ti coglie un senso di colpa di non aver fatto abbastanza e meglio. Si torna dentro a fatica, per il peso di questa morte. Quando si lascia Nirmal Hriday, non si può evitare di commuoversi pensando con rispetto e incredula ammirazione a questi eroi del dolore e, diciamolo, del vivere. Ci vogliono un paio d'ore per superare le emozioni di una giornata.

11 Febbraio – Nirmal Hriday (6° giorno) “Non è un ospedale”, così è scritto al primo punto del cartello che spiega ai volontari come comportarsi. É una casa di accoglienza in cui si offre assistenza a chi sta soffrendo, a chi sta morendo nella povertà e nell'abbandono, facendosi povero con loro e pregando per loro. L'obiettivo è l'essere umano, non la malattia. La cura è la preghiera, non la medicina. Questo approccio è lo stesso di sessanta anni fa perché come allora c'è gente che muore per strada, ignorata. Spesso ci si sente inutili, impotenti di fronte alle malattie e all'inevitabilità della morte e la mancanza di strumenti di diagnosi e di terapia medica è fonte di frustrazione. Non è raro che il referto di una lastra arrivi quando il destino si è già compiuto. Ci vuole qualche tempo per capire che non ci si trova in un ospedale ma in un luogo che si prende cura della dignità dell'essere umano, offrendogli una branda, pulendolo, assistendolo, sorridendogli, stringendogli le mani e accarezzandolo, cercando di trasmettergli l'emozione si sentirsi accudito e amato. Ed è così che si stabilisce, con semplicità, quel rapporto di empatia dove si condividono le proprie povertà e la pace. La tua paura si dissolve e comprendi che si può essere semplicemente utili, “sassolini buttati nel mare, che fanno increspare l'acqua”, come insegnava Madre Teresa. 12-15 Febbraio – Nirmal Hriday (dal 7° al 9° giorno) I giorni sono trascorsi faticosamente veloci. Non c'è routine alla Casa del Moribondo, perché non si riesce ad abituarsi alla sofferenza, al dolore, alla morte e sempre si rimane stupiti come in questo ambiente predomini un senso di pace, di serenità. É sempre difficile entrare al mattino. Lo si fa di corsa, subito presi dalle cose da fare: lavaggio, pulizia, medica-

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zioni, visita, colazione e pranzo. Bisogna essere confidenti di fronte alle difficoltà e ti accorgi che grazie alla comprensione dei pazienti arrivi a portare a termine compiti che forse non avresti mai affrontato se ti fossi fermato a pensarci su. É come prestare le tue mani, i tuoi sensi, le tue poche conoscenze ed essere confidente che quel poco che riusciranno a fare sarà per il sollievo di un sofferente. Impari quanto sia efficace prestare attenzione ascoltando uno sfogo in bengali di un paziente che ha bisogno di raccontare il suo dolore, la sua rabbia, la sua disperazione. Ti accorgi che non fai fatica, che non stai perdendo tempo. Anzi sei tu a cercare gli sguardi, a stringere una mano e a porgere una carezza. L'ultimo, temuto giorno è trascorso in fretta e in fretta siamo usciti. Ancora una volta non avevo capito che si è liberi di entrare e di uscire. Nirmal Hriday non finisce, continua così come è vero che ogni giorno vi è sofferenza e bisogno di sollievo. Uscendo ci siamo accorti di essere accompagnati dal dono di questa esperienza dove vince la speranza e la pace. Nirmal Hriday ci ha fatto comprendere quale sia la vita che valga la pena di vivere: essere in comunione, in empatia con la sofferenza di un tuo fratello sconosciuto ti dona il compenso grande di una emozione di serenità.

L'ultimo, temuto giorno è trascorso in fretta e in fretta siamo usciti. Ancora una volta non avevo capito che si è liberi di entrare e di uscire. 5 marzo – Monza Pensiamo spesso ai (pochi) giorni trascorsi a Nirmal Hriday. Il sentimento di pace e serenità che accompagna e pervade i ricordi, invece di affievolirsi, con il trascorrere del tempo sembra prendere vigore; è quasi prepotente considerando come invade i pensieri e le emozioni della giornata. É stato davvero grande il privilegio che Gesù ci ha concesso: di conoscere e comprendere come offrire a chi soffre ed è abbandonato “qualcosa” di se stessi, per infinitamente modesto e incompleto sia stato, abbia restituito all'animo un dono di pace e di incredibile, commovente gioia. A Nirmal Hriday la vicinanza, inevitabile, con la presenza del Signore fra i sofferenti ha fatto conoscere alla nostra cecità la potenza e il fascino della luce della carità e dell'amore. Così semplice e grande da lasciare stupefatti. Ma non più increduli, perché ora possiamo dire, testimoniare che è vero. Un desiderio tanto incomprensibile quanto fastidiosamente insistente e insinuante ci ha spinto ad andare a Calcutta, dove trovi scritto ai lati di ogni Crocifisso “Ho sete” e “ Ti disseto”. Ora temo di comprendere fosse sete e ho capito che davvero l'unica acqua capace di dare ristoro sia offrire la propria disponibilità al progetto che il Signore ti propone. Il sentimento forte, intenso, affascinante, totalitario è che davvero tu puoi sentirti ed essere utile affidandoti in libertà e consapevolezza al Suo richiamo, offrendo le tue mani inesperte, le tue poche conoscenze, la tua buona volontà di fare, i doni che hai ricevuto al servizio di un altro. Non bisogna preoccuparsi perché c'è Chi li saprà adoperare al meglio. Non sei tu a fare. Non è da te che viene il sollievo alla sofferenza e ridona la dignità al povero, al sofferente, al reietto. Come dice Madre Teresa, questa luce potente e magnifica non è tua. Si può essere (intellettualmente) convinti dell'esistenza della Provvidenza; oggi ci crediamo perché ne siamo stati avvolti fra le brande di Nirmal Hriday. La sofferenza non è prerogativa della Casa del Moribondo. É anche qui, forse più difficile da incontrare, certamente più facile da evitare. Ci domandiamo che cosa fare. Ascoltare nel silenzio ciò che il Signore ci chiede e pregare di continuare ad essere disponibili a compiere la Sua volontà in terra.

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Qualche avvertenza

Allora … buon viaggio!

Le informazioni contenute in questo libello sono tratte dalla mia esperienza. Non hanno valore assoluto e potrebbero non essere aggiornate. I contenuti multimediali possono essere visualizzati cliccando sui link. Tutti i link sono verificati e sicuri. Tutte le immagini sono originali. Il libello può essere liberamente scaricato e diffuso, senza dimenticare di citare la fonte!

nosglc@icloud.com http:// neveronsundayphoto.blogsp ot.it/search/label/Kolkata Un album fotografico da sfogliare: Oh Kolkata

Come avete ben compreso, questo libello non è una guida vera e propria. A questo proposito è giusto segnalare questa pubblicazione: “Kolkata. Mini Guida per la città e per il volontariato” di Federica Bianchi, dove potete trovare tutte le informazioni essenziali. L'ho portata con me durante il primo viaggio e mi è stata davvero molto utile. L'ultima versione è aggiornata a Novembre 2011.


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