I ragazzi del Collettivo. Il convitto "Francesco Biancotto" di Venezia 1947-1957

Page 1

I ragazzi del Collettivo Il Convitto ÂŤFrancesco BiancottoÂť di Venezia 1947-1957


Finita la guerra di liberazione dai nazifascisti, rimane un Paese da ricostruire. E rimanevano gli orfani dei partigiani che per quella liberazione avevano offerto la loro vita. C’è una nuova generazione da far conoscere, c’è da superare l’orribile ventennio alimentando il valore della libertà, della responsabilità e della democrazia. Nasce così a Venezia il Convitto “Francesco Biancotto”, dedicato al giovanissimo partigiano fucilato dai tedeschi. Nasce sulla scia di altre esperienze simili, i Convitti – scuola della Rinascita per recuperare all’istruzione gli ex partigiani. Il Convitto Biancotto, ha però una propria caratteristica: accoglie cioè i bambini e i ragazzi dai 6 ai 18 anni. E attorno a quei ragazzi, si sviluppa una straordinaria solidarietà cittadina, che è una delle caratteristiche fondative del nuovo patto civico. Gli operai di Marghera, i pescatori, macellai, i fruttivendoli di Rialto, i portuali e molti altri: tutti donano del loro per sostenere i ragazzi del “Biancotto”. In questo solidarietà si legge la “cifra”di Venezia: città dove non solo si è combattuto contro i nazisti e i fascisti, ma nella quale il riscatto morale e sociale è proseguito seminando esperienze di democrazia, di libertà, di cura. Lo stesso Convitto Biancotto ha subito una importante trasformazione. Da “istituzione chiusa” diviene un po’ alla volta “istituto aperto”, che sviluppa relazioni di crescita con la città. Non è più solo oggetto di solidarietà, ma, anche attraverso il lavoro dei propri educatori, si integra con la città diventando soggetto che alimenta le trasformazioni. I ragazzi delle aree più povere di Giudecca, S.Marta, S.Giobbe passano il pomeriggio nel “doposcuola”. Le madri, vedove di partigiani e lavoratori, si dedicano al volontariato nell’Istituto, ma anche all’elaborazione dei programmi educativi. Nel comitato di gestione entrano operai, intellettuali, artisti. Molti sono gli incontri con le scuole di Venezia e con importanti associazioni ed esponenti della pedagogia democratica nazionale . Io credo che in tutto ciò il Biancotto sia stato un vero laboratorio di democrazia. E’ la democrazia partecipata di cui ha bisogno la nostra città. E’ la democrazia solidale, che ha cura di chi ha bisogno. Ed è la democrazia che alimenta coscienze libere che sanno costruire una città aperta alle speranze. Andrea Ferrazzi Assessore alle Politiche Educative

Francesco Biancotto era un giovane partigiano sandonatese che nel luglio del 1944 fu prelevato dal carcere di S. Maria Maggiore e fucilato sulle rovine di Ca’ Giustinian. A lui fu intitolato il Convitto della Rinascita, aperto per iniziativa dell’ANPI nel 1947 a Venezia - come in molte altre città italiane - per ospitare bambini e ragazzi orfani di partigiani. I “biancottini”, che provenivano, oltre che dalla provincia e dalla regione, anche da altre regioni, frequentavano al mattino le scuole pubbliche cittadine. Il pomeriggio il Biancotto (la sede era nella ex-Casa del balilla in Fondamenta dei Cereri) apriva i cancelli ai ragazzi del quartiere, che venivano a fare sport, ad assistere a spettacoli, a studiare e a giocare. Oltre a una straordinaria avventura pedagogica, dove si sperimentava la formazione del cittadino della neonata Repubblica, il Biancotto è stato uno dei tanti momenti di auto-organizzazione popolare, su base solidale, del dopoguerra, per dare risposta al problema delle condizioni drammatiche di bambini e adolescenti. La città “adottò” questi ragazzi. Il Convitto viveva grazie alla solidarietà concreta di intellettuali ed artisti, lavoratori e commercianti, operai di Porto Marghera e donne dell’UDI, partiti democratici e Camere del lavoro. L’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, che conserva l’archivio del Convitto, ha avviato un progetto di ricerca il cui primo risultato è la mostra documentaria I ragazzi del collettivo. Il Convitto “Francesco Biancotto” di Venezia 1947-1957. Intendiamo con questa iniziativa restituire alla cittadinanza la memoria di un’esperienza di grande interesse culturale, pedagogico e sociale, nel contesto della storia di Venezia del dopoguerra: una città che rinasce all’insegna della solidarietà, della intensa vita culturale ed artistica, della partecipazione democratica. Le curatrici Lia Finzi e Maria Teresa Sega

Venezia, 27 ottobre 2012


I ragazzi del collettivo Il convitto «Francesco Biancotto» di Venezia 1947-1957 Mostra storico-documentaria a cura di Lia Finzi e Maria Teresa Sega Ideazione, coordinamento e ricerca Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea - IVESER ANPI Sette Martiri Venezia Realizzazione Comune di Venezia - Assessorato Attività Culturali Archivio della Comunicazione Ufficio grafico e coordinamento immagine IVESER Grafica e impaginazione Renzo Brugin Testi Maria Teresa Sega Si ringraziano Enrica Berti Tiziano Bolpin Giorgio Bombieri Franco Malaguti Renato Vidal Giorgio Bombieri Materiali documentari e fotografici Archivio IVESER - Fondo Convitto Biancotto Archivio Istituto pedagogico della Resistenza - Milano Archivio Storico Comune di Venezia Archivio Storico Provincia di Venezia Archivi privati di ex convittori

I ragazzi del collettivo. Il Convitto “Francesco Biancotto” di Venezia 1947-1957









Sezione ʝ7 Martiri’ Venezia

In collaborazione con

Con il patrocinio di

Assessorato Politiche Educative, Comune di Venezia

Aderiscono: Laboratorio nazionale didattica della storia-LANDIS, Istituti storici della Resistenza di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Ravenna, ANPI nazionale, ANPI provinciali di Venezia, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna, FIAP-GL Veneto, Istituto Cervi, Associazione nazionale deportati politici-ANED, Associazione memoria della deportazione, SPI-CGIL di Venezia, Proteo-Fare sapere, Movimento di Cooperazione educativa Con il contributo della

(legge n.29/2010) e


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.