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UNO È MEGLIO DI DUE

Logistica e trasporti sono il connettore dell’economia ed evolvono di pari passo con la tecnologia e con le istanze dell’ambiente. E oggi quelle più pressanti vanno in direzione di maggiori dosi di efficienza e di flessibilità per riuscire a conservare sempre redditività. Sono esattamente queste le caratteristiche che identificano il Double Deck di Burgers. Con i trailer a due piani, sfruttando anche lo spazio tra gli assali, l’intera zona di carico del mezzo può essere asservita al trasporto di merci. «Così, si dimezzano i costi di due camion, di due autisti, di due pedaggi autostradali e del gasolio per muover due veicoli – conteggia soddisfatto Alberto Maggi, ceo di Multitrax – valorizzando al massimo la sostenibilità del trasporto». È questa la ragione per cui l’importatore di Cremona ha deciso di aggiungere ai vari marchi commercia- mm

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Peso sulla ralla 15.000 kg

Peso su assi 18.000 kg

19 europallet piano inferiore

Carico

33 europallet piano superiore

Testata in plywood 24 mm

Pareti laterali in plywood 21 mm

Tetto 30 mm lizzati (D-Tec, Felbinbder, Doll e Kraker) anche questo costruttore olandese con sede ad Aalsmeer, nei pressi dell’aeroporto di Amsterdam, e che, con 400 mezzi all’anno, è il maggiore allestitore di trailer a doppio piano in Europa. «Siamo stati contattati dalla Burgers in autunno – spiega Maggi – e a gennaio abbiamo firmato la collaborazione. Il nostro percorso è di continuare a proporre soluzioni di trasporto innovative e avanzate, che il mercato sta iniziando a ricercare e a capire». Ovviamente, affiancando al lato commerciale, il service, le garanzie, il post-vendita, i ricambi e le omologazioni, interamente gestite dall’importatore.«Aggiungere il marchio Burger alla nostra offerta – continua Maggi – è stato naturale in quanto trattiamo solo brand di prima fascia del panorama europeo, stando attenti a offrire prodotti di nicchia e a valore aggiunto, con un’alta percentuale di optional di serie, in modo da mettere i clienti in condizione di scegliere poi gli accessori reputati più utili per il loro lavoro specifico».

L’operazione di apertura della ribalta è molto elementare e sicura. Il ribaltamento è abbinato all’ascensore interno-esterno, che crea un tunnel di carico unico. L’ascensore esterno, invece, chiude completamente la coda del trailer.

Il numero uno di Multitrax sottolinea poi l’impronta ambientale di un mezzo, con cui – spiega – si è in condizione di «togliere il 30% dei camion dalla strada abbattendo così il particolato, l’anidride carbonica (-40%) e il costo carburante.

E in più entriamo in un segmento di trasporti legato alle filiere verdi», quelle per esempio del mondo alimentare o del fashion, che fino a ieri hanno concentrato i loro sforzi nel ridurre l’impronta ecologica soprattutto nella fase produttiva, ma che oggi guarderanno anche alla movimentazione delle merci e quindi potranno prendere in considerazione veicoli come i doppi piani Burgers.

Le Caratteristiche Del Trailer

Il semirimorchio è disponibile in diverse varianti e con diverse configurazioni di assali. È possibile scegliere tra 2 o 3 assi, rigidi o sterzanti e, in termini di capacità di carico, tra assi da 9 e 10 ton. Oltre al semirimorchio lungo 13.60 metri, il Double Deck è disponibile anche nella versione City, modello che, equipaggiato con assali sterzanti, è il più adatto alle forniture urbane. Il primo modello mostrato da Multitrax è il veicolo promozionale, a cui seguirà in prova e a noleg- gio la versione a 2 assi fissi Tridec, più adatta al mercato italiano, con sospensioni indipendenti e freni a tamburo da 52 europallet, 33 sul piano superiore e 19 sotto, con angolo di sterzata massimo per agganciare il trattore di 1.900 mm. Caratteristica fondamentale la sponda posteriore Dhollandia DH-VH da 2.500 kg, con pedana in alluminio lunga 3.750 mm (con parte finale e parapetti laterali entrambi pieghevoli) comandata anche da remoto e con la possibilità di allacciare il veicolo alla rete elettrica del piazzale per uno scarico silenzioso. Il volume totale di carico sfiora i 110 m³ e può essere modificato in base al cliente. Si possono aggiungere tramezzi in direzione longitudinale e traverse mobili. Di conseguenza si possono formare più scomparti che possono essere raffreddati o riscaldati a diverse temperature nelle versioni isotermiche.

Per il carico e lo scarico il doppio piano è dotato di Multi-Deck, disponibile come ascensore esterno e ascensore interno-esterno. Quello esterno chiude completamente la coda del trailer, mentre quando è presente quello interno-esterno il trailer presenta anche porte posteriori e ribalta ribaltabile, così da creare un tunnel di carico. Nelle versioni coibentate possono essere installate diverse marche e versioni di gruppi frigo. Se sono presenti più scomparti, gli evaporatori e le tubazioni sono già predisposti. Inoltre, lo spazio anteriore sul collo di cigno si può utilizzare per installare componenti aggiuntivi. Mentre la parte posteriore della versione coibentata può essere dotata di porte posteriori o paratia pedonale. Sono possibili anche i certificati FRC e FNA. Fra gli optional anche i convogliatori d’aria per i refoli in coda attorno alla porta posteriore.

La sponda posteriore Dhollandia DHVH da 2.500 kg, con pedana in alluminio lunga 3.750 mm (con parte nale e parapetti laterali entrambi pieghevoli) comandata anche da remoto e con la possibilità di allacciare il veicolo alla rete elettrica del piazzale per uno scarico silenzioso.

La versione del Double Deck a 2 assi ssi Tridec è quella più adatta al mercato italiano, con sospensioni indipendenti e freni a tamburo da 52 europallet, 33 sul piano superiore e 19 sotto, con angolo di sterzata massimo per agganciare il trattore di 1.900 mm.

LUCA VARETTO CONSIGLIA…

Il locale di cui parliamo in questo numero me lo suggerisce Luca Varetto,un padroncino di 43 anni, nato a Ravenna. Luca ha cominciato a guidare camion a 22 anni, poi ha cambiato diversi lavori, ma alla fine 15 anni fa è tornato alla sua vecchia passione e da 4-5 ci si dedica full time. Adesso ha un’azienda monoveicolare di proprietà e fa trasporto intermodale di vario tipo. Una curiosità: il camion di Luca si chiama Gordon 2, il secondo veicolo di sua proprietà con questo soprannome, datogli da una ragazza che lo aveva chiamato così perché il padre di lei aveva lo stesso nomignolo e Luca le ricordava appunto papà. La trattoria che piace a Varetto è ‘L’Oasi del Ristoro’ e si trova nell’area di servizio Repsol della SP 111, a Campegine in provincia di Reggio Emilia, a 1 km dal casello Terra di Canossa: «An- dando a lavorare a Boretto – racconta – ho visto che aveva il piazzale pieno di camion. Poiché di solito questo è un segno di buona cucina, mi ci sono fermato e mi sono trovato benissimo. Il cibo è di ottima qualità e c’è grande scelta, fanno una carbonara eccezionale e il coniglio alla cacciatora è fantastico. Il personale poi è molto gentile e alla mano, abbiamo fatto subito amicizia e si è creato un bel legame». «La cena è un momento importantissimo della giornata quando non torni a casa –aggiunge – Il posto in cui mangi è quello in cui trovi la tua seconda famiglia, in cui parli, scherzi e ti diverti. All’Oasi sanno creare queste condizioni, anche perché i trasportatori sono una clientela particolare che va trattata con grande familiarità e loro lo fanno in modo genuino». ll gestore dell’Oasi, Alfonso Durante, mi spiega che il ristorante si chiama così perché dove sorge, vicino all’autostrada, «c’è praticamente solo l’area di servizio e quindi siamo una sorta di oasi dove fermarsi per mangiare e riposarsi un po’». La locanda è aperta da 15 anni, ma Alfonso e il suo staff la gestiscono da 5. Il menu è fisso – tre primi, tre secondi, contorni e caffè – ma tutti i giorni cambiano i piatti, a un costo di 15 euro a pranzo e 16 la sera Per quanto riguarda i servizi il parcheg- gio è veramente ampio, potendo ospitare 25-30 camion, mentre la doccia costa 1 euro e 50 a gettone potendo «Cuciniamo seguendo stagione –

«Cuciniamoseguendo la stagione chiarisce Alfonso – tortelli, cappelletti e in generale piatti che possono accontentare chi sta tutto il giorno al volante». Con i clienti Durante mi conferma che c’è grande feeling: «Siamo tutti giovani mediamente sui 30 anni – sottolinea – e il rapporto con chi viene da noi è sempre alla mano. E comunque cerchiamo sempre di interagire con gli autotrasportatori come amici e non solo come semplici clienti».

RISTORANTE

L’OASI DEL RISTORO

Area di servizio Repsol-Tamoil

SP 111, via Bertona

Campegine (RE)

Cel. 347 9054690

Fascia di prezzo: 15 - 16 euro

Parcheggio: 25-30 posti camion

Servizi: doccia

Giorno chiusura: domenica

Tipo cucina: italiana

Orari: da lunedì - venerdì 5.00 - 22.00

Sabato 6.30 - 13.00

CARTA D’IDENTITÀ

Nome Marcello

Cognome Bonifacio

Età 24

Stato civile Celibe

Punto di partenza Altamura (Bari)

Anzianità di servizio 5 anni

Settori di attività cereali e farine

Cosa ti ha spinto verso questa professione?

Sono figlio d’arte. Mio padre fa il camionista e mi ha trasmesso questa passione. Tuttavia, non è stato un percorso semplice perché la mia famiglia era contraria. Mio padre stesso mi diceva: «Non voglio finanziarti una cosa che ti porterà ad avere una brutta vita».

Quindi è stata una scelta controcorrente?

Assolutamente sì. E lo dimostra il fatto che le patenti me le sono pagate di tasca mia, senza alcun sostegno economico oltre che emotivo, grazie al lavoretto da mulettista che svolgevo nel doposcuola presso un’azienda di autotrasporto. Cosa che mi ha permesso di mettere da parte qualche soldino.

Il momento in cui hai realizzato che questa era la tua strada?

A scuola. A un certo punto, dopo il quarto anno delle superiori, ho deciso di mollare tutto. I banchi non facevano per me e neanche la vita di ufficio mi attraeva. Quello che mi piace è complicarmi, scoprire cose nuove, mettermi alla prova. E fare il camionista è un lavoro che ogni giorni ti mette alla prova, ti fa misurare con le difficoltà. E questa cosa mi rende vivo.

Come si è evoluta la tua carriera da quel momento in poi? Ho iniziato con il trasporto locale, dopodiché sono passato alla linea. È stato un continuo crescendo, fatto di duri sacrifici ma anche di soddisfazioni. Oggi lavoro per una ditta che copre tutto il territorio nazionale.

Cosa trasporti nello specifico?

Sfarinati vari. Parto dalla Puglia trasportando la semola di grano duro ai pastifici e alle grandi industrie di lavorazione del Nord. Al ritorno scendo con la farina di grano tenero per consegnarla ai forni e ai biscottifici locali. In pratica, uno scambio di farine.

Quali sono le criticità maggiori di questo lavoro?

Innanzitutto, l’inadeguatezza dei servizi. Mi riferisco in particolare alla mancanza di parcheggi nelle aree di sosta, agli stalli poco sicuri, ai bagni e alle docce improponibili. Ma anche il contesto infrastrutturale non aiuta. Ad esempio, la tratta adriatica Taranto-Bologna, che è quella su cui viaggio solitamente, è piena di cantieri e ciò ti porta a essere sempre in ritardo. Con conseguente aggravio di stress.

Come affronti queste pressioni?

All’inizio mi arrabbiavo, ma poi te ne fai una ragione e ti adatti. È amaro a dirsi ma è così.

Ti aspetti che in futuro ci saranno più giovani alla guida di un camion?

Mi auguro di sì, perché i numeri dicono che stanno diminuendo. E di ragazzi veramente appassionati è dura a trovarne. Così come mi auguro di vedere sempre più donne al volante. Ancora oggi ci sono molte difficoltà e i pregiudizi di genere continuano a rendere le cose più difficili per loro. Oltre al camion, quali sono le tue passioni?

Mi piacciono i motori in generale, in particolare le moto. Sono anche un grande appassionato di raduni di camionisti. Quando posso partecipo volentieri a questi eventi perché ci si ritrova con ragazzi che provengono da tutta Italia. Si sta due o tre giorni insieme e ci si diverte. Un’altra passione è fare video. Quando sono in cabina mi registro con una telecamera e poi, a fine serata, faccio il montaggio e pubblico il tutto sui miei canali social (Instagram e TikTok).

Quindi sei anche un «content creator»?

In un certo senso sì. Mi piace pensare ai social come un grande strumento per fare rete, conoscere e unire ragazzi che condividono la stessa passione. Un po’ come si faceva un tempo con il baracchino.