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Pietro Matteo Foglio In-Site

Sono un architetto con 25 anni di esperienza nella progettazione di infrastrutture complesse: da sempre mi occupo di Data Center e ho fondato la società In-Site per sviluppare questo ambito progettuale integrando mondi apparentemente diversi: ingegneria, design e fattore uomo. Questa integrazione, che ha determinato un soggetto ibrido (in senso positivo), è la ragione principale della nostra dedizione a spazi digitali che cambieranno completamente l’esperienza umana del mondo costruito con tecnologie ultramoderne.

La progettazione di Data Center richiede competenze specializzate che vanno ben oltre quelle tipiche delle discipline architettoniche e ingegneristiche: è un campo multidisciplinare che comporta una combinazione di conoscenze tecniche, comprensione dei sistemi IT, gestione della sicurezza e delle risorse energetiche nonché capacità di adattarsi alle ultime tecnologie e alle best practice del settore. È infatti molto importante l’approccio all’evoluzione, quasi darwiniana, dei sistemi complessi e dell’innovazione.

L’organizzazione del lavoro progettuale in gruppi multidisciplinari è un tema affascinante e da sempre caro a In-Site perché richiede una leadership forte, una definizione chiara dei ruoli e delle responsabilità e al tempo stesso una cultura collaborativa all’interno del team. L’obiettivo è sfruttare la diversità delle competenze: dare prospettive eterogenee che portano a soluzioni integrate e complete, innovative ed efficienti per i clienti affinché riconoscano in noi la capacità di rispondere alle loro differenti esigenze.

La progettazione in un’ottica Esg pone diverse problematiche e implicazioni urbanistiche che richiedono un’attenzione particolare. La sostenibilità ambientale, la gestione dei rifiuti, l’impatto sociale e la pianificazione urbanistica sono tutti aspetti cruciali da considerare per garantire che i Data Center siano sviluppati in modo responsabile, sostenibile e armonioso con l’ambiente e la comunità circostante. Per fare un esempio concreto, in questo momento ne stiamo progettando uno particolarmente sfidante dentro una montagna nelle Dolomiti.

Maria Paola Pontarollo

Starching

La digitalizzazione dei processi, l’utilizzo di piattaforme cloud e l’adozione di sistemi blockchain spingono a sviluppare centri di calcolo e storage informatico.

Per questo le società Starching, Redesco e Ariatta hanno dato vita a Maestrale, un polo di ingegneria integrata che coordina tutte le discipline relative ai data center con una visione olistica che parte dall’analisi della sensibilità del sito in tema di difesa idraulica, sismica, accessibilità alla rete elettrica e così via. La visione progettuale si sviluppa per fasi e review successive: l’esperienza della normativa urbanistica è fondamentale, unitamente alla capacità di generare sistemi impiantistici innovativi rivolti al contenimento del consumo di energia e all’ottimizzazione del ciclo di vita. Il progetto parte dall’individuazione dei vincoli urbanistici per una prima fattibilità seguita dal test fit, o simulazione progettuale del brief del cliente.

Nei Data Center la problematica urbanistica è aggravata dal fatto che non sono normati nei piani di gestione del territorio ma assimilati a insediamenti di tipo produttivo senza prevedere procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (Via). La pianificazione attuativa richiede invece un impegno di technical due diligence per la valutazione del rischio, tra cui analisi di impatto ambientale anche per i gruppi elettrogeni che garantiscono continuità di alimentazione.

In termini di sostenibilità l’individuazione di sistemi di gestione frigorifera può infl uire sul total cost of ownership unitamente allo sviluppo di sistemi di generazione energetica a basso impatto; non ultima è la questione dell’invarianza idraulica del sito e della difesa da inondazioni.

La sfida è, pur nella standardizzazione, rispondere a requisiti di cui anche la ricerca architettonica e costruttiva fa parte. Le molteplici competenze richiedono un coordinamento interdisciplinare tra esigenze diverse e talvolta asincrone. Il team di progetto ha un project leader, unico a interfacciarsi con il cliente sui punti critici e dirimenti e a coordinare tutte le discipline. Quanto alla complessità dei sottoservizi essa rende il Bim vincolante nello sviluppo del progetto: le sue cinque fasi secondo il protocollo Riba vanno dalla pre-fattibilità alla costruzione e prevedono momenti di validazione con il cliente, spesso ricorrendo a una funzione di terza parte per una review progettuale con il team. Quando si progetta per l’estero, in assenza di una funzione di direzione lavori, la verifica sull’appaltatore è supportata da contratti di quality assistance/ quality control che Maestrale eroga a supporto del cliente e a verifica della congruità dell’esecuzione.

Grazie.

Grazie alle aziende che ci hanno selezionato come partner di progetti prestigiosi.

Grazie ai progettisti che hanno specificato il nostro pavimento sopraelevato e ci hanno spinto a migliorarci, sempre.

Grazie ai consulenti che hanno certificato la nostra azienda e i nostri sistemi come sostenibili.

Grazie ai clienti che ci hanno scelto e continuano a farlo.

Grazie ai nostri collaboratori che ogni giorno rendono possibile tutto questo.