La rigenerazione dell'east end | London 2012 Olympics: il caso di Hackney Wick & Fish Island

LA RIGENERAZIONE DELL’EAST END LONDON 2012 OLYMPICS IL CASO DI HWFI

POLITECNICO DI TORINO DIST Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione Urbanistica Paesaggistico-Ambientale a.a. 2013 / 2014 Massimo Zampieri La rigenerazione dell’East End London 2012 Olympics: il caso di Hackney Wick & Fish Island

Relatore: Alfredo Mela Candidato: Massimo Zampieri Torino, 2014

Massimo Zampieri La rigenerazione dell’East End London 2012 Olympics: il caso di Hackney Wick & Fish Island

INDICE dell’area olimpica INTRODUZIONE | Parole chiave

9

60

Impatti e conflitti con le comunità locali

67

CAPITOLO 1 CAPITOLO 3 Il contesto

17 Hackney Wick & Fish Island

La città globale

19

La strutturazione dello spazio

25

La competizione nella crescita urbana 30 Il contesto della geografia sociale

32

Introduzione

77

HWFI | Il contesto

79

La rigenerazione di HWFI | Comunità e conflitto

CAPITOLO 2

75

84

L’esperienza di lavoro sul campo |

London 2012 e la rigenerazione dell’East End 41

I networks di HWFI

93

Il network degli attori

95

Il network delle pratiche: R-Urban Introduzione

43

La governance nella pianificazione inglese

London 2012 | La trasformazione

101 Schede: R-Urban Wick

44

La rigenerazione dell’East End | I piani per Londra e per il Thames Gateway

Wick

50

106

Alimentare la resilienza urbana

112

public works

113

CAPITOLO 4 Spazio e urbanità

121

Introduzione | Un conflitto ideologico La nozione dello spazio olimpico Spazio sociale e spazio astratto L’arte sugli spazi ‘vuoti’ della Lower Lea Valley Urbanità e diritto alla città Pianificazione: necessità di un nuovo approccio?

Il governo del territorio tra locale e globale

123 125 128 131 139 145 150

CONCLUSIONI

155

APPENDICE 1 Intervista a public works

165 167

BIBLIOGRAFIA

175

SITOGRAFIA

185

Greater London Central London Lower Lea Valley Olympic Park

INTRODUZIONE | Parole chiave In questa tesi viene trattato il processo di rigenerazione di una vasta porzione di territorio ad est della città di Londra. Tale processo, iniziato verso il 2005, viene avviato in concomitanza con la realizzazione delle strutture per lo svolgimento dei Giochi Olimpici del 2012, e incorpora sia la strategia dello sviluppo della città verso est, sia il programma di gestione della legacy del grande evento. Negli interstizi temporali del processo di pianificazione - in un ex-quartiere industriale (Hackney Wick) in stretta vicinanza con il futuro Parco Olimpico - una sempre crescente concentrazione di collettivi informali e creativi avviano una serie di iniziative per il recupero e la riqualificazione dei vecchi magazzini.

Questo fenomeno ha portato a diventare Hackney Wick un luogo di riferimento per la produzione creativa e culturale.

Il suo destino, tuttavia, viene messo in discussione dagli indirizzi strategici della pianificazione istituzionale per un rinnovamento più incentrato sulla forma fisica dello spazio.

Operazione che rischia di semplificarne eccessivamente la diversità, e privarlo di quell’atmosfera unica e imprevedibile costruita spontaneamente dai collettivi informali e dalla cittadinanza attiva.

Oltre la descrizione del processo di rigenerazione in tutte le sue sfaccettature, il fenomeno di costruzione della città dal basso, avuto luogo negli spazi temporali lasciati vuoti dal La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Londra, la City, l’East End, la Lower Lea Valley e il Parco Olimpico.

Fonte: elaborazione personale 9

processo di pianificazione, ha condotto ad una riflessione su alcuni aspetti che caratterizzano i recenti cambiamenti nella città contemporanea. Quest’ultima, infatti, vive e si sviluppa in diretta relazione con i cambiamenti riconducibili al fenomeno della globalizzazione. In una condizione di interdipendenza della città con una dimensione competitiva e globale di sviluppo, che si traduce in grandi interventi urbanistici di trasformazione dello spazio urbano, e di fronte ad una manifestazione di cittadinanza attiva nel partecipare alle trasformazioni dello stesso spazio, le domande sulle quali questa tesi vuole riflettere sono: Quale connotazioni assume lo ‘spazio’? Quale senso di ‘urbanità’ permea dall’esperienza vissuta della città? Come si esprime il diritto dei cittadini alla trasformazione dello spazio “Milano: ritratto in movimento - La metropoli che cambia. Un secolo di vita cittadina raccontato da quattro archivi fotografici”, a cura di Denis Curti, fotografia di Gianni Berengo Gardin.

Fonte: www.repubblica.it/

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urbano?

L’obiettivo principale, attraverso la descrizione del processo di rigenerazione dell’East End londinese, è quello di manifestare la necessità di una riflessione su queste nozioni, e di proporne una lettura inquadrata nel contesto di tale processo. Inoltre, si intende focalizzare l’attenzione su alcune tematiche connesse, non secondarie in termini di importanza, che riguardano: la capacità degli attori informali, attraverso un ruolo di cittadinanza attiva, di incidere positivamente sull’agenda della pianificazione, e quindi, la necessità di Introduzione

considerare nuove prospettive di approccio alla pianificazione della città.

L’avvicinamento alle tematiche trattate si muove sostanzialmente fra due discipline: la sociologia e l’urbanistica. I riferimenti teorici alla base delle riflessioni proposte, trovano ampio spazio nello studio delle scienze sociali e urbanistiche contemporanee.

Nell’interpretazione del contesto, è determinante lo studio analitico della città globale sviluppato dalla sociologa ed economista statunitense Saskia Sassen. La sua opera, “Città Globali: New York, Londra, Tokyo” (1997), ha avuto un rilevante impatto su diverse discipline, lasciando un segno indelebile sul campo emergente degli studi sulla globalizzazione. La teorizzazione delle trasformazioni dell’economia globale, nello specifico nella loro dimensione socio-spaziale,

contributi teorici

costituiscono il punto di partenza del percorso di questa tesi.

Lo studio delle nozioni di ‘spazio’, ‘urbanità’ e ‘diritto alla città’ attinge a teorie che hanno contribuito a costruire una prospettiva architettonica dei fenomeni sociali urbani sempre più diffusa negli studi sulla città contemporanea. L’aspetto della temporaneità nei sistemi urbani, come dinamica che rivela differenti scale spaziali e networks, di attori ed attanti, viene ampiamente argomentata dal sociologo francese Bruno Latour e dal ricercatore svedese Mattias Kärrholm.

Quest’ultimo si concentra sugli aspetti teorici e concettuali della territorializzazione dello spazio, degli usi dello spazio La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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pubblico e sugli aspetti spazio-temporali della pianificazione.

metodologia

Nella riflessione sul concetto di ‘spazio’ e della sua produzione è stato determinante il riferimento a Henri Lefebvre, il quale ha sviluppato altresì uno studio approfondito sulla ‘cittadinanza’ e il ‘diritto alla città’. A completare le fonti su queste nozioni si è fatto riferimento agli studi di David Harvey e Leonie Sandercock.

La ricerca prende avvio da un’esperienza di tirocinio svolta presso un’organizzazione non-profit/studio di architettura dell’East-End londinese, nel borough di Hackney. “public works”1 , lo studio ospitante, sviluppa un progetto (R-Urban Wick) che si propone di sostenere, alimentare e ‘formalizzare’ il processo di riappropriazione e rigenerazione di Hackney Wick. Le iniziative di “public works” consistono in un approccio innovativo alla pianificazione e all’architettura in cui la rigenerazione urbana è un processo sostenibile di costruzione dello spazio da parte dei suoi stessi utilizzatori.

L’obiettivo del progetto è quello di attingere dalla creatività e vivacità dei collettivi informali e della cittadinanza attiva per creare un network di pratiche sostenibili incentrate sul riuso dei materiali e degli spazi vacanti, e sullo scambio e la 1 D’ora in avanti il nome dello studio in cui ho svolto il tirocinio sarà sempre riportato in carattere minuscolo. Tale scelta corrisponde all’intenzione dei fondatori di fare in modo che il nome dello studio non venga identificato come una proprietà intellettuale esclusivamente dei suoi membri ma, in modo che si configuri più come una piattaforma open source per la produzione e il miglioramento dello spazio pubblico

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Introduzione

condivisione di tali pratiche. Tutte le informazioni raccolte e l’esperienza condotta nel corso del tirocinio, costituiscono il punto di partenza di questa ricerca.

La città globale, Londra nello specifico, e i fenomeni che ne caratterizzano la struttura economica, spaziale e sociale, costituiscono la prima ‘cornice’ della ricerca. In una lettura più ravvicinata l’analisi viene inquadrata nel processo di rigenerazione dell’East End e nell’intervento di riqualificazione iniziato attraverso le Olimpiadi del 2012. Lo stadio finale di approfondimento si snoda attraverso la vicenda di rigenerazione dello spazio urbano, da parte di attori informali.

Nel primo capitolo troverà spazio un’opportuna contestualizzazione dei caratteri e delle dinamiche sociospaziali della città globale. Il focus verrà quindi centrato sui diversi aspetti della vicenda di rigenerazione urbana

struttura

dell’East End, sia nella sua dimensione istituzionale sia in quella informale. Nel secondo capitolo verranno introdotti gli strumenti e gli obiettivi della pianificazione inglese, e le modalità d’azione delle autorità di pianificazione nel processo di rigenerazione. Verranno quindi affrontati i principali conflitti che hanno avuto luogo tra le comunità locali e le istituzioni. Nel capitolo successivo, avvicinando progressivamente l’attenzione al caso di Hackney Wick, si cercherà di descriverne il percorso di costruzione e strutturazione dei networks sottostanti al processo di rigenerazione dal basso. Verrà, in seguito, dedicato uno La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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spazio al progetto che ho seguito nel corso del tirocinio, e all’approccio di “public works”: tale questione sarà trattata attraverso l’argomentazione di un’intervista semi-strutturata al team di lavoro. In questa intervista emergono quelli che saranno i contenuti della parte conclusiva. Nel quarto capitolo verranno, infatti, argomentate le nozioni ‘spazio’, ‘urbanità’ e ‘diritto alla città’ e si cercherà di proporre una riflessione su un rinnovato approccio alla pianificazione e sul ruolo del governo del territorio nella città globale. Infine, si cercherà di concludere questo percorso mettendo in evidenza i risultati più rilevanti emersi dalla trattazione del caso di Hackney Wick e dalle riflessioni argomentate attraverso la letteratura.

14

Introduzione

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

15

Londra

Mosca

Madrid

New York

Pechino

Istanbul Atene

Kuwait City

Miami

Tokyo

Delhi Shanghai

Mumbai Bogota

Jakarta San Paolo Santiago

Perth

Adelaide

CAPITOLO 1 Il contesto

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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LA CITTA’ GLOBALE Questa tesi intende trattare una specifica vicenda urbana riguardante la trasformazione di una parte rilevante dell’East End di Londra; all’interno di questo processo, il focus verrà, concentrato su un fenomeno che si è manifestato a partire dai primi anni del 2000 e che si protrae tutt’oggi. Tale vicenda ha fatto emergere una varietà di tematiche appartenenti ai recenti ed assai rilevanti cambiamenti nella sfera urbana di alcune grandi città. Questi cambiamenti possono essere collocati parzialmente nel fenomeno di ristrutturazione postfordista delle città occidentali, soprattutto per gli aspetti legati alla de-industrializzazione, alla terziarizzazione, ad una nuova strutturazione sociale e riorganizzazione della forza lavoro; ma più precisamente, per quanto riguarda la città di Londra, è necessario considerare la scala globale dei suoi cambiamenti. Nelle analisi recenti sulla globalizzazione, infatti, si è manifestato l’interesse di studiare l’evoluzione di alcune grandi città come fenomeno globale. I cambiamenti emersi hanno determinato l’identificazione di una tipologia specifica di città, a cui Londra appartiene. Sebbene sia nel mio interesse trattare solo alcune delle tematiche che tali mutamenti hanno messo in evidenza, la complessità del contesto in cui emergono mi porta ad introdurne in modo più generico i caratteri e le dinamiche identificative.

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Nella pagina precedente: Le 300 più grandi economie mondiali del 2012.

Fonte dati: Global Metro Monitor, The Brookings Istitutions, 2012.

A fianco: NYTE: un progetto per il MoMA di New York ha mappato parte del traffico telefonico della città, individuando una sorta di fotografia della globalizzazione.

Fonte: progetto NYTE (2009) di Carlo Ratti e Saskia Sassen

19

I grandi centri urbani hanno sempre svolto un ruolo centrale nella sfera economica e politica degli Stati a cui appartengono; tuttavia, negli ultimi decenni, con il passaggio da un ordine mondiale bipolare ad una governance più globale, l’influenza dei fenomeni urbani contemporanei supera i confini nazionali, rendendone necessaria una lettura su una scala più vasta. In ambito accademico, le diverse interpretazioni del ruolo delle grandi città su scala mondiale fanno riferimento all’identificazione di un unico concetto di città: la città globale (Sassen, 1997). Pur essendo concepito in modi differenti, soprattutto per quanto concerne la sua evoluzione, il concetto di città globale deriva dal ruolo strategico che hanno assunto alcune grandi città nelle reti transnazionali di comunicazione di informazioni e mobilità dei capitali; dinamiche che caratterizzano un’economia globalizzata. In questo senso,

Londra Da: www.urban-age.net

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le trasformazioni che hanno interessato l’organizzazione delle attività economiche hanno profondamente modificato il rapporto tra città e sfera economica internazionale. Le principali modificazioni che hanno alterato questo rapporto, riguardano alcuni fenomeni che hanno avviato un processo di ristrutturazione dell’economia mondiale; questi sono stati indentificati da Saskia Sassen (1997) nella dismissione dei grandi centri industriali negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Giappone; nella rapida industrializzazione dei paesi del Terzo Mondo; nell’internazionalizzazione del settore finanziario e nella sua trasformazione in una rete ad estensione globale.

Capitolo 1 | Il contesto

%

45 40 35 30

25 20 15 10 5

attività d’impresa 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Beijing

Shanghai

Taipei

Calgary

Seoul

Singapore

Moscow

Rio de Janeiro

Miami

capitale umano

Hong Kong

Melbourne

Tokyo

Los Angeles

Sao Paulo

Sydney

Chicago

Stockholm

San Francisco

Hamburg

Manchester

Berlin

San Diego

Boston

Toronto

Washington

Munich

New York

Paris

Frankfurt

London

0

scambio di informazioni

New York Londra Tokyo Parigi

Percentuale dell’economia urbana derivata dai servizi finanziari e per le imprese tra le 30 città con maggiore quantità di investimenti nel 2011.

Da: The Business of Cities 2013, Jones Lang LaSalle, novembre 2013

Le prime dieci città globali secondo il Global city index del 2010.

Da: The Business of Cities 2013, Jones Lang LaSalle, novembre 2013

Hong Kong Chicago Los Angeles Singapore Sidney Seoul

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In corrispondenza con l’apertura dei mercati, dopo gli anni

New York Da: www.urban-age.net

’80, l’organizzazione delle attività economiche ha subito da una parte una forte dispersione territoriale, dall’altra un’integrazione e livello globale. Da un punto di vista prevalentemente economico, secondo Sassen (1997), la coincidenza di questi due fattori ha attribuito alle grandi città metropolitane nuove funzioni: esse concentrano il controllo dell’economia mondiale; rappresentano la sede delle principali società finanziarie e delle aziende del terziario avanzato; sono i luoghi della produzione e dell’innovazione dei servizi per le stesse società e aziende; costituiscono anche i mercati per la compravendita dei servizi e delle innovazioni prodotte.

Il risultato della concentrazione di tali funzioni è proprio quella nuova tipologia di agglomerato urbano identificato nel temine di città globale. Ciò che permette di riconoscere e identificare questa tipologia di città, è il parallelismo riscontrabile nelle trasformazioni di città geograficamente lontane e strutturalmente differenti.

Saskia Sassen (1997), attraverso un’analisi sociale, economica e territoriale, osserva che città come New York, Londra e Tokio, presentano più elementi comuni tra di loro di quanti ne abbiano con lo Stato di cui fanno parte. La dispersione territoriale delle attività economiche ha portato, dunque, ad una maggiore esigenza di centralizzazione delle funzioni di controllo e gestione e questo è avvenuto prevalentemente in una ristretta cerchia di capitali finanziarie.

22

Capitolo 1 | Il contesto

600

servizi per le imprese totale

400

200

Cambiamento nell’occupazione a Londra tra il 1986 e il 2006 Da: www.london.gov.uk/thelondonpolan

altri servizi

0

-200

2005

2000

1995

1990

manifattura

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New York, Londra e Tokyo costituiscono i centri di gravitazione dell’economia mondiale, sia per quanto riguarda le innovazioni nel settore terziario, della finanza e dei servizi avanzati, sia in quanto mercati finanziari di rilevanza internazionale. Il settore finanziario appare come il nuovo motore della crescita economica, dando vita a nuovi meccanismi di accumulazione.

Altrettanto rilevanti sono le trasformazioni nella struttura sociale e spaziale della città; direttamente attraverso la modificazione del mercato del lavoro e delle professioni, indirettamente attraverso meccanismi di ripartizione della forza lavoro in categorie ad alto e basso reddito. L’insieme, “di un nuovo complesso industriale che domina la crescita economica e le forme sociopolitiche che lo costruiscono e riproducono, trova piena esplicazione proprio nelle grandi città e racchiude in sé gli elementi di un nuovo tipo di agglomerato urbano: la città globale” (Sassen, 1997, p. 370).

24

Capitolo 1 | Il contesto

LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO Uno dei fenomeni che sembra necessario introdurre ai fini di contestualizzare la vicenda trattata nei successivi capitoli, riguarda la strutturazione dello spazio nelle città globali; nello specifico le implicazioni delle dinamiche relative al mercato immobiliare internazionale sulla città di Londra.

La grande concentrazione di importanti società finanziarie e di servizi avanzati, ha condotto ad una sempre crescente quantità di lavoratori ad alto reddito e una conseguente crescita nel mercato immobiliare di fascia elevata. La concomitanza tra la domanda di abitazioni di lusso e l’investimento estero ha condotto sia all’attuazione di importanti programmi di riqualificazione urbana, sia ad un vero e proprio mercato immobiliare internazionale. Tuttavia, questi fattori non possono essere isolati come le uniche cause scatenanti; esse vanno inserite in un processo graduale e più generale di internazionalizzazione dei centri urbani.

L’investimento in campo immobiliare, infatti, è tanto più proficuo quanto è più elevato il grado di internazionalizzazione della città. Questo processo ha innescato i grandi interventi di trasformazione di zone relativamente centrali – prima in condizioni di abbandono - in quartieri di pregio per la collocazione di grandi centri direzionali e commerciali.

Questo fenomeno, che trova un buon esempio a Londra nella riqualificazione dei vecchi bacini del porto fluviale, genera La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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nuove centralità alterando profondamente i prezzi delle aree; in questo modo, le quotazioni dei terreni nelle aree centrali di Londra dopo gli anni ’80 iniziano a perdere ogni legame con gli andamenti dell’economia nazionale (Sassen, 1997). Il ruolo del governo del territorio si rivela determinante in questo senso, la deregulation1 è un veicolo tramite cui viene favorito il processo di globalizzazione economica, e allo stesso tempo la trasformazione di ampie parti di città secondo dinamiche di investimento internazionale (Sassen, 1994). Allo stesso modo, il mercato internazionale degli immobili si è consolidato e sviluppato anche attraverso l’investimento istituzionale sotto forma di fondi aperti immobiliari, e altri strumenti operativi finanziari.

La città, attraverso imponenti e prestigiosi interventi di edilizia direzionale, commerciale e residenziale, aumenta il suo grado di internazionalizzazione ampliando il divario di prezzo tra zone centrali e resto della città. È riscontrabile, inoltre, una discontinuità nelle quotazione dei terreni della città determinata appunto da investimenti e azioni frammentarie, non incorporate in un progetto omogeneo di sviluppo urbano. Ciò ha determinato la presenza di spazi abbandonati e poco abitati nelle immediate vicinanze di zone densamente popolate (Sassen, 1997). In concomitanza con 1 Processo per cui i governi puntano all’abolizione dei vincoli posti a controllo dell’iniziativa imprenditoriale privata quale garanzia di efficienza del sistema economico e dello sviluppo urbano (Hall, 2002) 26

Capitolo 1 | Il contesto

La trasformazione di Canary Wharf, uno dei maggiori progetti di risanamento urbano - 900 000 mq di aree commerciali e per il settore finanziario - nel 1986 (sopra) e nel 2012 (sotto).

Da: www.som.com/projects/canary_wharf_ master_plan La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

27

London

450 000

350 000

UK

250 000

North East

150 000

50 000 1989

1995

2001

inner London

115

105

outer London

95

00

04

08

occupazione

In ordine, da sopra: cresctita del prezzo medio di un’abitazione standard dal 1986 al 2013; posti di lavoro (migliaia) dal 2000 al 2011 a Londra; cambiamento nel prezzo delle abitazioni dal 2008 al 2013 a Londra.

Fonte dati: ONS 28

- 0+ prezzo delle abitazioni 2006-2011

Capitolo 1 | Il contesto

12

2007

2013

questo processo, va segnalata anche la realizzazione di nuove zone residenziali di rango elevato, con lo scopo di soddisfare la domanda abitativa di una nuova categoria sociale composta prevalentemente da lavoratori ad alto reddito.

La strutturazione spaziale della città, dopo gli anni ’80, ha subito in maniera rilevante l’influenza dell’internazionalizzazione dei mercati finanziari e della loro concentrazione in alcune zone centrali della città. Come già anticipato, per il caso londinese, nell’accompagnare queste dinamiche è stata complice la decisione del governo Thatcher, nel 1985, di abolire il Consiglio municipale della grande Londra, determinando un trasferimento di competenze agli enti di sviluppo locale (LDA, LDDC, LLDC, ecc.) molto più sensibili alle esigenze imprenditoriali private. Un altro fattore legato alla globalizzazione dei mercati che spinge la governance territoriale a favorire un determinato tipo di crescita urbana è identificabile in una forma di competizione tra città. In realtà, sono le strategie di sviluppo economico a livello nazionale e la competizione extra-statale che si riflettono prevalentemente sulla realtà urbana; “in tale contesto, in modo più efficace forse di ogni altra entità geografica, le città ispirano la produzione di immaginari di sviluppo e prosperità economica utili al perseguimento di strategie sempre rinnovate di accumulazione capitalistica.” (Conti, Giaccaria, Rossi, Salone, 2014, p.108).

Infatti, il concetto di città globale si inserisce in un contesto di un’economia a rete, a causa della tipologia di imprese La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Canary Wharf vista da una vicina area abbandonata.

Da: www.londonphotoroutes.com

Paul Reichmann e Margaret Thatcher di fronte ad un modello in scala del futuro complesso di Canary Wharf nel 1988.

Da: www.telegraph.co.uk

29

Masterplan della riqualificazione di King’s Cross, intervento concluso nel settembre 2013 Da: www.archinfo.com

che ne fanno parte; “queste imprese sono caratterizzate da reti transfrontaliere e da divisioni specializzate di funzioni tra città piuttosto che da una competizione internazionale in sé.” (Sassen, 2011, p.157).

In questo senso la dimensione competitiva che si sviluppa a livello di città, si traduce in politiche di marketing urbano2 spesso frammentarie, acquisendo un ruolo primario nel determinare il futuro della città e spesso causando dinamiche competitive dagli esiti negativi (Longoni, Solano, Baggiani, 2012).

LA COMPETIZIONE NELLA CRESCITA URBANA La città globale, dunque, è portata a competere allo scopo

Stratford International Station Da: www.66.hk

principale di attrarre funzioni direzionali “di punta”; in questa logica, la città diventa il catalizzatore della comunicazione tra sistemi locali e contesto internazionale. Questo obiettivo viene perseguito, dai sistemi urbani, attraverso il rafforzamento delle funzioni nelle quali possono migliorare il vantaggio competitivo nella scena internazionale; allo stesso modo la città globale è portata a rafforzare i legami di rete con le altre realtà urbane, in modo da ampliare il potenziale 2 Da segnalare, su questo punto, il ruolo dei grandi eventi come le Olimpiadi London 2012 di cui sarà data un’esaustiva descrizione nel capitolo successivo.

30

Capitolo 1 | Il contesto

di informazione e di mercato (Galderisi, Gargiulo, 2002). In un contesto di competizione globale, la città segue, da una parte, il continuo percorso di rafforzamento di un ruolo; dall’altra, persegue le vocazioni proprie di un determinato contesto urbano e mira a raggiungere livelli di qualità della vita duraturi. In questa logica assumono un ruolo assai rilevante i processi di riqualificazione della città; dal momento in cui la città affronta la competizione attraverso la previsione e promozione di un ruolo significativo, innalzando gli standard di qualità della vita e rigenerando i contesti urbani che presentano forme di degrado (Papa, 2002).

Nel caso di Londra – ma è anche il caso delle principali città occidentali - vedremo come questa logica competitiva si traduca materialmente attraverso lo sviluppo dei grandi eventi e il costante ampliamento del sistema della mobilità come strumenti della riqualificazione spaziale e della crescita economica.

La capacità di accogliere manifestazioni ed eventi di rilevanza internazionale è, al giorno d’oggi, tra i fattori determinanti nello stabilire il grado competitivo delle città. Questi rappresentano anche un’occasione per migliorare l’accessibilità e la mobilità dei sistemi urbani, fornendo vere e proprie attrezzature urbane che facilitano l’accesso a servizi ed attività, nonché fungere da catalizzatori per la riqualificazione della città.

Ciò che si verifica, dunque, è un percorso che coniuga in maniera più stretta il rilancio economico e le trasformazioni La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Centro commerciale Westfield nella nuova Startford City.

Da: www.66.hk

Vista aerea del Queen Elizabeth Olympic park, 2013.

Da: www.queenelizabetholympicpark.co.uk

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della città. In questa logica, le prospettive strategiche della città spesso vengono perseguite attraverso massicci interventi di riqualificazione urbana, con strumenti differenti, come l’organizzazione di fiere, eventi sportivi e manifestazioni internazionali e attraverso la promozione e la ricerca di investimenti privati esteri.

IL CONTESTO DELLA GEOGRAFIA SOCIALE “Forme diverse di crescita generano forme diverse di ordinamento sociale” Sassen, 1997, p. 283 Nell’approfondita analisi di Sassen sulle città globali, una parte consistente riguarda le implicazioni a livello socio-politico delle recenti trasformazioni economiche. Da questo punto di vista, si sviluppa una lettura di Sassen sulle città globali come luoghi di relazioni e conflitti sociali. Le città globali, in quanto tali, costituiscono terreno strategico dell’attività tanto del capitale quanto della società civile globale (Sassen, 2006).

Come è stato trattato nei paragrafi precedenti, il contesto descritto è quello di un particolare agglomerato urbano che si è sviluppato negli ultimi 20-30 anni ed è caratterizzato da un nuovo modello di crescita. La dimensione della crescita economica ha prodotto, nella città globale, una serie di conseguenze assai evidenti sulla strutturazione dello spazio.

32

Capitolo 1 | Il contesto

Tali processi, accompagnati ad una riorganizzazione del lavoro e da tutti gli effetti legati ad un nuovo modello di accumulazione, hanno contribuito a modificare l’ordinamento sociale della città.

Ciò che si è verificato, corrisponde sostanzialmente all’esaurimento di un modello di crescita prevalente del secondo dopoguerra, a favore di un’espansione centrata sulla finanza e sulla produzione di servizi destinati all’impresa.

La crescita di questi nuovi settori ha prodotto profonde trasformazioni nell’offerta di manodopera e una conseguente riorganizzazione del lavoro nelle industrie tradizionali e in quelli innovative.

Le ripercussioni sulla dimensione urbana riguardano, come è stato già accennato, la riorganizzazione territoriale della città, nuovi modelli di consumo e le strutture che riproducono l’assetto sociale dominante.

Saskia Sassen (1997) analizza le ripercussioni sulla dimensione sociale della città nella differenziazione del territorio in base alle sue strutture sociali; individua quelle strutture socioterritoriali come “espressione del rapporto tra territorio (nel caso specifico, il territorio urbano) ed economia (nel caso specifico, l’economia delle città dominate dai nuovi settori in espansione)” (Sassen, 1997, p. 352). Le strutture socio-territoriali - in un contesto in cui si verificano processi di espansione di un nuovo modello di crescita e decadenza di un modello improntato sull’industria manufatturiera - sono rappresentate da una La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

8 6 4 2 0

1891

1921

1951

1981

Outer London

Popolazione a Londra dal 1891 al 2011 Fonte dati: Census

33

2011

Da: www.southwarknotes.wordpress.com

“Gentrification is the name given to the process by which the original working class inhabitants of an area are displaced and the whole social character of the neighbourhood is changed. The ‘gentry’ are members of the middle classes: professionnals and managerial people” Tratto da: ‘Housing for People or Profit?’ di John Cowley, (1979)

gentrification residenziale e commerciale; imponenti progetti di riqualificazione edilizia; concentrazione delle situazioni di povertà e degrado.

Ciò ha gradualmente prodotto una realtà urbana caratterizzata da nuovi ordinamenti spaziali e istituzionali: aree con uffici e residenze di lusso; grandiosi progetti di edilizia urbana; appropriazione di aree precedentemente occupate da famiglie di reddito medio-basso. Si verifica una dinamica territoriale in controtendenza con quella prevalente tra le due guerre e nel periodo del secondo dopoguerra, ovvero una rilevante suburbanizzazione e una conseguente decadenza materiale ed economica delle zone più centrali.

A partire dagli anni ’80, tuttavia, si manifesta un fenomeno opposto; le aree centrali vedono la concentrazione di edilizia residenziale e commerciale a costo elevato. In concomitanza, si determina una dinamica di concentrazione della povertà e del degrado nelle cosiddette inner cities3 , aumentando notevolmente la segmentazione e la disomogeneità territoriale. Alla base di tale effetto di polarizzazione sociale vi è un marcato processo di gentrification strettamente collegato ai processi di ristrutturazione territoriale, economica e sociale. Questo processo è un effetto diretto sul 3 Si tratta di aree centrali e semicentrali della città, definite spesso negativamente per la scarsa qualità degli insediamenti, per condizioni di deprivazione socio-economica, la significativa presenza di popolazione di origine immigrata (Briata, 2009).

34

Capitolo 1 | Il contesto

Outer London

1980 1980

Outer London

1990 1990

Outer London

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Movimenti demografici a Londra fino agli anni ‘80; dagli anni ‘80 ai ‘90; dagli anni ‘90 ad oggi; in verde le fasce più ricche della popolazione, in rosso le più deprivate.

Da: elaborazione personale 35

territorio dei cambiamenti socioeconomici caratterizzati dalla terziarizzazione, le trasformazioni sulla struttura sociale, e la tendenza alla privatizzazione dei consumi e della fornitura dei servizi (Smith, Beverly, 1986). Lo scenario a cui tende Londra vede, dunque, la concentrazione di popolazione di reddito elevato – impiegati nel settore finanziario e dei servizi avanzati – nella aree centrali della City e una crescente condizione di povertà delle inner cities. Tuttavia, anche queste ultime subiscono, attraverso il graduale rinnovamento, un effetto di allontanamento delle frange più deprivate della popolazione. È questo il caso di quelle aree che detengono originariamente i tassi di povertà più elevati della capitale britannica e si trovano a ridosso della City in espansione. In queste aree, prevalentemente incluse nelle municipalità di Hackney4 e Tower Hamlets, si è verificata una crescente mobilitazioni

Loft in una warehouse ristrutturata Da: www.londonlofts.co.uk

di quella che può essere definita una nuova classe sociale ad alto reddito. Si tratta di giovani professionisti e dirigenti aziendali con una spiccata propensione ad un consumo di lusso. Da qui l’avvio di un processo di ristrutturazione urbana che vede, ad esempio, la trasformazione dei vecchi magazzini industriali in costosi loft.

Il contesto descritto della città globale presenta, dunque, una forte polarizzazione sociale e territoriale riscontrabile in 4 La vicenda al centro di questa tesi ha luogo proprio tra queste municipalità.

36

Capitolo 1 | Il contesto

Hackney Tower Hamlets

La mappa mostra la concentrazione delle aree nelle quali è stato rilevato un cambiamento considerevole nella categoria sociale, nella tipologia degli edifici e nel valore della proprietà (blu scuro), tra il 2001 e il 2011.

Da: www.city-informatics.com/gentrification-in-london-continued

Indice di deprivazione calcolato nel 2005, dalle aree con un tasso minore (verde) a quelle con un tasso maggiore (rosso).

Da: www.city-informatics.com Hackney Tower Hamlets

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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marcati processi territoriali definiti dalla gentrification.

Si assiste ad un processo di frantumazione urbana in cui i gruppi in declino sociale sono relegati nelle periferie e in zone di dequalificazione; dalla parte opposta, sorgono quartieri di lusso, dominati da un senso di controllo e sicurezza, specchio di una nuova classe sociale prodotto di un nuovo modello di crescita economica che determina i caratteri prevalenti della cittĂ globale (Longoni, Solano, Baggiani, 2012).

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Capitolo 1 | Il contesto

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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CAPITOLO 2 London 2012 e la rigenerazione dell’East End

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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INTRODUZIONE In questo capitolo verrà trattato il processo di rigenerazione dell’East End londinese, con uno sguardo specifico all’evento olimpico quale parte integrante e significativa del progetto di riqualificazione dell’est di Londra e in particolare della Lower Lea Valley. Verrà dunque descritto per sommi capi il sistema di pianificazione inglese, allo scopo di comprendere il ruolo degli attori istituzionali nel processo di rigenerazione e il complesso meccanismo di governance messo a punto per la gestione di tale processo. Questo permetterà soprattutto di costruire un quadro generale della vicenda, ma anche di offrire uno sguardo ai meccanismi di rigenerazione dal punto di vista ‘istituzionale’. Una caratteristica peculiare dei grandi eventi è quella di avere implicazioni e produrre effetti, positivi o negativi, su diverse scale, e su orizzonti temporali ampi e variabili. Questo comporta un’inevitabile incontro di dimensioni diverse: da una parte la città metropolitana, rappresentata dalle autorità istituzionali, che individuano in un’area un’opportunità di sviluppo e crescita per l’intera città; dall’altra quell’opportunity area1 o meglio, quello spazio

Nella pagina precedente: Londra, vista dalla City verso Canary Wharf.

Da: www.urban-age.net A fianco: render del Queen Elisabeth Olympic Park.

Da: www.queenelizabetholympicpark.co.uk

1 Opportunity areas è la categoria che utilizza lo Spatial Development Strategy for London per definire aree destinate allo sviluppo e nuova edificazione, ex zone industriali, aree adattabili ad un rinnovamento funzionale e con potenzialità di crescita (www.london.gov.uk/ thelondonplan/) La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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urbano che rivendica una sua forma, un’identità, una sua esistenza come luogo di una comunità, e non come mera opportunità di sviluppo economico.

LA GOVERNANCE NELLA PIANIFICAZIONE INGLESE Trattando la rigenerazione dell’East End londinese è opportuno, in primo luogo, chiarire il quadro del sistema di pianificazione, tracciandone a grandi linee la struttura, gli organi e il funzionamento. Il caso indagato, offre un ottimo riscontro di quelli che sono stati i recenti e assai rilevanti cambiamenti nella pianificazione inglese; le diverse fasi del processo rigenerativo, infatti, ne rappresentano esaustivamente alcuni miglioramenti.

Il sostanziale cambiamento coincide con l’adozione del Planning and Compulsory Purchase Act del 2004. Questo nuovo quadro di riferimento normativo per la pianificazione prevede la fondamentale introduzione del management nella gestione pubblica, un approccio alla sfera pubblica trasportato dal settore privato, dove è riscontrabile la supremazia della performance sulla procedura. Da qui l’importanza di una maggiore visione strategica, più che dirigistica, dove la misura della performance riguarda non solo aspetti economicofinanziari ma anche temi come lo sviluppo sostenibile e la qualità dei servizi. La specificità delle realtà locali assume 44

Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

GOVERNANCE MULTILIVELLO London region

local borough

Spatial Developement Strategy

LAND DEVELOPMENT MANAGEMENT

Local Developement Scheme

statement of community involvment

opportunity

! ! !

intensification

Il diagramma è stato realizzato sulla base del sistema di governance del territorio inglese in seguito alle modifiche apportate dall’introduzione del ‘New Public Management’ attraverso il testo di legge ‘Planning and Compulsory Purchase Act’ del 2004.

Da: elaborazione personale

core strategy

local development documents: AAP SPD

regeneration

partnerships

partnerships

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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più rilevanza e vi è una maggiore attenzione ai processi di partecipazione della popolazione; nel complesso il sistema viene reso meno rigido e più funzionale alle strategie delle diverse scale.

Il Planning Act individua tre principali scale di pianificazione. La scala nazionale, elabora le macro-politiche e gli orientamenti prevalenti, costituisce anche il campo di valutazione delle procedure di Regioni e autorità locali; alla scala regionale spetta la produzione delle azioni e dei quadri strategici che vengono adottati dalla scala locale, la quale elabora ulteriori strategie.

Ciò che caratterizza tale sistema è una ben organizzata governance multilivello e un coordinamento di numerosi stakeholders che prendono parte al processo di pianificazione; in tale processo la partnership pubblico-privata assume spesso un ruolo chiave per il raggiungimento degli obiettivi (Vettoretto, 2006).

Una delle più significative modifiche al Town and Country Planning Act del 1990 apportate dal nuovo testo legislativo riguarda la pratica dell’esproprio. Tale pratica infatti, secondo le nuove modifiche, acquisisce più potere se indirizzata a scopi di miglioramento del ‘benessere’ economico, sociale o ambientale dell’area oggetto di trasformazione. L’idea di un ‘well being’ economico permette alle autorità di avere più margine di azione nel caso estremo dell’esproprio. Nel sistema di pianificazione inglese, infatti, la via più perseguita è quella 46

Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

della negoziazione con i proprietari dei terreni, onde evitare i costi in termini di tempo e risorse per avviare una procedura di esproprio. Tuttavia, nel caso di grandi trasformazioni o iniziative pubbliche importanti, come nel caso dei Giochi Olimpici, le situazioni di conflitto possono prolungarsi e spesso non trovare una soluzione nella negoziazione. Anche questa modifica appare rivolta a rispondere alla necessità di facilitare l’attuazione di strategie per la città su ampia scala, dove l’autorità pubblica è il principale promotore (Jones, Evans, 2013).

Il riferimento più importante per la strategia della città metropolitana è costituito dal piano Spatial Development Strategy, emanato dal sindaco, definisce il quadro strategico per i 32 distretti di cui si compone la città con un orizzonte temporale di 15-20 anni. Il piano individua le strategie di sviluppo per cinque sub-regioni della città: nord, sud, centro, est e ovest. Un’ulteriore suddivisione nella mappa degli indirizzi individua tre categorie di aree in base alla strategia predominante: le Opportunity Areas, zone destinate alla nuova edificazione, spesso ex zone industriali, aree adattabili ad un rinnovamento funzionale e con potenzialità di crescita, è questo il caso dei Docklands e delle aree che hanno ospitato i Giochi Olimpici; Intensification Areas, aree che presentano una dotazione di servizi già efficiente e si prestano particolarmente ad una maggiore intensificazione del loro uso; Areas for Regeneration, aree che richiedono un La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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rinnovamento strutturale dei servizi, solitamente sono le aree più fragili, presentano problematiche di marginalità sociale ed esclusione e necessitano di interventi di miglioramento del benessere sociale ed economico.

Al livello locale ogni distretto – borough – ha il compito di elaborare un più dettagliato piano di sviluppo locale, il Local Development Framework (LDF), il quale contiene i seguenti documenti: Core strategy, di carattere strategico, esprime la vision dell’autorità locale sullo sviluppo del distretto; gli Area Action Plan (AAP), si tratta di piani d’azione dettagliati e dedicati a porzioni specifiche del territorio, delle quali definisce destinazioni d’uso e le relazioni funzionali; le Proposal Map, strumento complementare all’AAP che contiene eventuali aree di conservazione o particolari zone con restrizioni.

Ulteriori documenti contengono la programmazione cronologica (3 anni) degli interventi, ovvero il Local Development Scheme; un rapporto annuale delle politiche in atto, Annual Monitoring Report e, assai rilevante, lo Statement of Community Involvement, redatto con i principali stakeholders, in primis i rappresentanti delle comunità coinvolte, con lo scopo di incrementare il benessere economico, sociale e ambientale delle aree residenziali (Vettoretto, 2006).

Una posizione rilevante nel sistema di pianificazione inglese, soprattutto con riguardo alle trasformazioni su larga scala, è occupata dalle Urban Development Corporations (UDC).

Si tratta di agenzie istituite ad hoc nel caso di interventi 48

Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

UDC 1980 partnership locale partnership pubblico-privata potere sovralocale proprieta’ terreni competizione pubblica

* ** * ** * **

partecipazione pubblica rigenerazione sociale rigenerazione fisica rigenerazione economica immagine della citta’ investimento pubblico attrazione investimenti visione strategica

* ** *** * ** * **

SRB 1990

EDC 2000

* ** *** ** ** * ** ** * * ** ** *** ** * ** *

* ** **

** ** ** * ** * ** * * ** * **

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Il diagramma rappresenta tre diversi strumenti di rigenerazione urbana applicati in Gran Bretagna tra il 1980 e il 2000: UDC: Urban Development Corporation; SRB: Single Regeneration Budget; EDC: Economic Development Corporation; Questi strumenti presentano caratteristiche differenti e mostrano sostanzialmente due aspetti: momenti della storia economica differenti hanno significato diversi approcci alla rigenerazione; mettono in risalto le principali caratteristiche e problematiche dei processi rigenerativi di ampie dimensioni.

Fonte dati: Jones, Evans (2013).

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di scala superiore al quella dei borough, sono organismi introdotti nell’ambito del Local Government Planning and Land Act del 1980 che hanno assunto un ruolo fondamentale nella pianificazione degli anni successivi. Le UDC acquisiscono l’autorità di pianificazione agendo anche come organismi di controllo, pertanto detengono un ampio margine di azione, fondamentale nella gestione di complessi interventi di pianificazione. Vedremo in seguito come nelle tre principali operazioni di rigenerazione urbana dell’East London - ovvero i Docklands, il Thames Gateway e il processo di trasformazione pre e post-Olimpiadi 2012 – le UDC abbiano occupato il ruolo principale, adottando nei tre casi approcci diversi alla partnership con i borough locali (Musco, 2012).

LA RIGENERAZIONE DELL’EAST END | I PIANI PER LONDRA E PER IL THAMES GATEWAY L’area dell’East London, attraverso momenti differenti della storia economica e politica inglese, è stata oggetto di grandi trasformazioni e interventi riqualificazione urbana; e negli ultimi decenni, uno dei principali obiettivi dello sviluppo della città. A partire dagli anni ‘80, anni in cui è stato intrapreso il processo di rigenerazione dei Docklands, è riscontrabile una continuità negli interventi di trasformazione lungo l’asse del Tamigi a partire dal centro della City verso est. Il governo 50

Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

Thames Gateway Zones of Change Fonte dati: Growth and Regeneration in the Tames Gateway, Tames Gateway Regional Planning Bodies, 2004

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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londinese con la programmazione di questi interventi ha

L’Isle of Dogs nell’area dei Docklands Da: elaborazione personale

L’Isle of Dogs Da: elaborazione personale

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voluto far fronte a quei cambiamenti su scala internazionale che sono riconducibili in sostanza al fenomeno della globalizzazione (Musco, 2012). Il processo di terziarizzazione di un’area industriale dismessa come quella dei Docklands appare emblematico in questo senso.

Il primo grande intervento nello sviluppo verso est è localizzato in quello che fino agli anni ‘70 è stato il porto di Londra, nei Docklands. L’area, al massimo della sua attività fino agli inizi degli anni ‘60, era connotata da un forte carattere industriale, fattore che pochi anni più tardi con il suo declino ha reso più complesso e articolato il dibattito attorno alla sua rifunzionalizzazione.

Si trattava di un’area molto vasta, circa 21 km quadrati, dall’alto potenziale immobiliare localizzata sufficientemente vicina al centro della città. Dopo una prima proposta nel 1970 di trasformarne un parte (St. Katharine’s Dock) in marina e villaggio residenziale con strutture alberghiere; nel 1979 l’elezione di Margaret Thatcher nel ruolo di Primo Ministro rappresenta un momento cruciale per la trasformazione dei docks. Un’altra personalità fondamentale è stata quella di Peter Hall il quale sostenne l’idea di trasformare l’Isle of Dogs in un caso sperimentale per la realizzazione di una enterprise zone (Bruschi, Del Monaco, Giovannelli, 2011).

Nel 1982 viene avviato un periodo di deregulation con l’obiettivo di attrarre investimenti privati nell’area, contemporaneamente Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

all’istituzione di organi per lo sviluppo ad hoc, le Development Corporations. Alla London Docklands Development Corporation (LDDC) era stato assegnato il controllo del mercato immobiliare per i boroughs di Newham, Southwark e Tower Hamlets, escludendo i singoli municipi dal prendere parte alle decisioni di carattere urbanistico. La motivazione principale era data dal fatto che la riqualificazione dell’area appartenesse a una più ampia strategia di sviluppo che avrebbe dovuto essere gestita da un livello nazionale piuttosto che locale. La creazione della LDDC contribuì ad accorciare quelle distanze che tenevano l’area dei docks separata dalla City, rivalutando il paesaggio nella sua relazione con l’acqua e garantendone un miglioramento rispetto all’opinione pubblica. Tuttavia la realizzazione di abitazioni accessibili solo ad alcune fasce della popolazione ha portato ad un’inevitabile fenomeno di polarizzazione sociale. Inoltre, un grande numero di edifici sono rimasti invenduti per lungo tempo dopo la loro realizzazione, rendendo il processo di riqualificazione dell’area più lungo e complesso del previsto (Brownill, 1989).

Una fase determinante nel processo di rigenerazione dell’area è segnata dall’estensione della rete infrastrutturale con il prolungamento della Jubilee line e dall’attuazione del piano per Canary Wharf, un centro finanziario che avrebbe assunto un ruolo chiave come motore dello sviluppo. La crescita di Canary Wharf rappresenta una vicenda alquanto complessa con un decorso piuttosto lungo. Ciò non ha impedito, tuttavia, La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Protesta dei residenti locali della Isle of Dogs Da: www.lavieboheme2010.blogspot.it

Processo di costruzione della Isle of Dogs.

Da: elaborazione personale

1975

1992

2002

2012

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che nel suo sviluppo divenisse un elemento strutturante per

Canary Wharf in costruzione, 1989.

Da: www.lddc.org.uk

Canary Wharf e l’Isle of Dogs, 2012.

Da: www.lddc.org.uk

la geografia della città, assumendo un ruolo fondamentale nell’imprimere un’ancora più marcata direzione allo sviluppo verso est. La sua riqualificazione – caratterizzata dalla deregulation e dalla terziarizzazione – in coincidenza con l’affermazione come centro finanziario di scala internazionale, ha innescato irreversibilmente il meccanismo di rigenerazione dell’East londinese. Tuttavia, questo processo pur avendo avuto dei benefici per la città di Londra e per il suo ruolo sulla scena internazionale, ha stravolto anche gli equilibri del mercato immobiliare; il valore dei terreni a est della City è significativamente aumentato, contribuendo all’emarginazione sociale di alcune fasce della popolazione e alimentando il fenomeno della gentrification2.

L’importante processo di iniziativa pubblica, infatti, ha radicalmente cambiato la connotazione della aree che sono passate dall’essere parte della eastern inner city, in seguito aree to be regenerated, per passare poi all’opportunity areas (Musco, 2012).

Tale vicenda ha infatti avuto inizio nei primi anni ‘80, anni cui si era iniziata a percepire una disparità socio-economica tra l’East e il resto di Londra, nell’area che veniva identificata con 2 Fin dagli inizi del processo rigenerativo nell’East End è apparso chiaro come questo fosse caratterizzato dall’afflusso di nuova popolazione, in opposizione alla trasformazione delle aree come opportunità abitative per i residenti locali (Baroness, 2010)

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Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

il nome di East Thames Corridor. Successivamente, nel 1994, viene definita Thames Gateway; in occasione del primo piano adottato specificamente per l’area che va dai Docklands all’attuale zona olimpica3.

Nei primi anni del 2000, il Thames Gateway viene identificato per il futuro sviluppo della città; infatti nel 2004, viene pubblicato il London Thames Gateway Development Investment Framework. Nello stesso anno viene adottato anche il London Plan, piano per l’intera regione metropolitana, in cui il sindaco Ken Livingstone delinea la sua strategia per la crescita della città.

Gli obiettivi generali contenuti nello Spatial Development Strategy for London del 2004 sono i principi sui quali Londra ha scommesso per ospitare i Giochi Olimpici, evento che adotterà in pieno le strategie del piano. Gli indirizzi prevalenti, definiti dal sindaco Ken Livingstone principi per un “rinascimento urbano”, sono collocabili in tre macrocategorie: indirizzi sulla forma urbana, la parola chiave è la compattezza, gestire l’espansione della città all’interno dei suoi confini in modo da facilitarne l’accessibilità ai servizi, densificare e intensificare, innalzarne il grado di vivibilità e sicurezza; strategie di carattere sociale, promuovendo l’inclusione, consapevole di far fronte ad una società globale e multietnica, evitando le discriminazioni; indirizzi

Appartamenti lussuosi a Baltimore Wharf nell’Isle of Dogs.

Da: www.baltimorewharf.com/developments

Diagramma dei principali assi di sviluppo del London Plan.

Da: elaborazione personale area prioritaria per la rigenerazione economica area potenziale di crescita milton keynes

east london/ lower lea valley thames gateway

heathrow thames valley western policy area

3 Si tratta del Thames Gateway Regional Planning Guidance La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

stansted cambridge stansted

luton

55

gatwick

stazioni esistenti nuove stazioni/ampliamento del servizio principali infrastrutture principali centralità di sviluppo

Crossrail CTRL estensione DLR estensione East London Line East London Line and Greenwich Waterfront Transit

In ordine da sopra: principali centralità urbane e infrastrutturali; principale rete infrastrutturale esistente e in previsione; spazi pubblici e zone verdi esistenti e in progetto.

Da: London Thames Gateway Development Investment Framework , 2004 56

ciclopedonali esistenti principali vie ciclopedonali future spazi pubblici ‘chiave’ esistenti + prog. spazi verdi ‘chiave’ esistenti + prog. principali vie d’acqua

Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

regeneration areas

Regeneration areas; Opportunity area; Areas fot Intesification.

Da: London Plan, 2004

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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Principali attrazioni e linee di trasporto pubblico metropolitano dell’East End al 2014. Di particolare rilevanza, il nuovo nodo infrastrutturale di Stratford e il centro commerciale Westfield.

Da: www.excel-london.co.uk

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Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

ambientali, rendere Londra e l’East End più ‘verde’, sensibile alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, la questione delle risorse sarà una delle principali messe in luce nella candidatura per ospitare i giochi. Il modello di città che emerge dal London Plan, che propone uno scenario strategico di circa 15 anni sul futuro sviluppo di Londra, è quello di una città compatta, multicentrica e mixed use. I due fondamentali obiettivi strategici di carattere urbanistico riguardano dunque l’incremento della densità abitativa e lo sviluppo commerciale. Nel primo caso a vantaggio dell’accessibilità ai trasporti e ai servizi; nel secondo con l’intensificazione delle attività commerciali, il piano cerca di stimolare la crescita e indirizzare lo sviluppo delle così definite Opportunity Areas.

Nel 2004 viene adottato anche il London Thames Gateway Development Investment Framework, piano che assimila le strategie del London Plan con specifico riguardo alle aree del Thames Gateway. Tra gli obiettivi, sembra rilevante quello di attrarre capitali privati per la realizzazione di nuove residenze e attività commerciali. In tale direzione dal 2003 al 2006 il governo ha investito in totale 10 milioni di euro; dal 2005 sono state realizzate 24.000 nuove abitazioni e 70.000 nuovi posti di lavoro (Farrel, 2009).

Il ruolo della legacy olimpica per il raggiungimento di tali obiettivi è determinante: il piano, con l’implementazione del nodo infrastrutturale di Stratford (Stratford International Station) e il completamento del Queen Elizabeth Olympic Park come La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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nuovo polo attrattivo pubblico, punta alla trasformazione

Il Parco Olimpico nella Lea Valley.

Da: Lower Lea Valley - Opportunity Area Planning Framework, 2007

del villaggio olimpico come il primo di una nuova serie di quartieri residenziali, prevedendo la realizzazione di circa 4.000 abitazioni. Questo intervento sarà anche necessario a recuperare parte delle risorse spese dal governo per la realizzazione del grande evento. (Hebbert, 1998).

LONDON 2012 | LA TRASFORMAZIONE DELL’AREA OLIMPICA La proposta di Londra per la rigenerazione di una vasta e vuota area centrale collocata ad est della City, è stato l’argomento cruciale per vincere l’assegnazione dei Giochi Olimpici del 2012. L’East End, secondo la GLA (Greater London Authority), rappresentava un’opportunità, una terra di vuoti, di rifiuti, povertà e degrado che aspettava solamente l’arrivo delle Olimpiadi per attualizzare il progetto della rigenerazione. Lo slogan con cui Londra si è proposta all’ International Olympic Commette (IOC) recita: “The first sustainable Olympic and Paralympic Games” con il preciso intento di focalizzarsi sugli aspetti qualitativi dell’organizzazione dell’evento e della sua eredità, che avrebbe dimostrato una pianificazione eccellente e uno strumento che avrebbe altresì portato benefici alla città garantendone lo sviluppo verso il più importante asse strategico.

L’idea chiave di sostenibilità fa dunque riferimento, oltre che 60

Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

all’uso delle risorse e alla gestione dell’eredità dell’evento, all’area obiettivo della trasformazione. Questa si presenta come un’area non ancora sufficientemente sviluppata, ben delimitata e geograficamente compatta, socialmente complessa e varia, collocata nella parte iniziale del corridoio di sviluppo est-ovest. L’idea è quella di dar vita ad un imponente processo di rigenerazione sviluppando l’area della Lower Lea Valley, attorno a quello che sarà il principale nodo infrastrutturale, ovvero Stratford.

La Lower Lea Valley è un’area con un buon potenziale verde grazie alla presenza del fiume Lea, inserito in un corridoio ecologico (nord-sud) che prende il nome, appunto, di Lea Valley. Nonostante il potenziale ecologico e il valore storico della valle del fiume Lea, ciò che la rende nota è anche il suo degrado fisico e sociale, caratteristiche che ha presentato per

La Lower Lea Valley nel Thames Gateway.

Da: elaborazione personale

L’area della Lower Lea Valley oggetto della rigenerazione.

Da: elaborazione personale

lungo tempo anche l’area dei Docklands.

La specifica scelta dell’area è la conseguenza di un approccio area based, caratteristica primaria di questo processo di rigenerazione, il quale ha portato ad una rigida delimitazione geografica ed amministrativa dell’area olimpica. Gli investimenti infrastrutturali per la realizzazione della nuova Stratford International Station (2001), e la grande operazione di investimento iniziata dalla compagnia Westfield (2003) sono stati fattori che hanno sicuramente contribuito all’individuazione del sito per le Olimpiadi. Nel 2003, infatti, Westfield ha consegnato la proposta per la realizzazione di La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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La governance della rigenerazione.

Da: Musco, 2012 olympic board

LOCOG

LDA

ODA

GLA

DCMS

Stratford City, un progetto da 500.000 mq di uffici, 270.000 mq di commerciale (Westfield Retail Centre) e spazi per il tempo libero, 120.000 mq destinati ad hotel e altri 120.000 mq per nuove residenze e spazi pubblici. Anche l’estensione della rete metropolitana verso est e della DLR è stata intrapresa prima che la Londra vincesse l’offerta di ospitare i Giochi rendendo l’area sempre più adatta a ricevere la definizione di opportunity area (Jones, Evans, 2013).

L’assegnazione delle competenze amministrative, invece, si è tradotta nella creazione di una complessa governance per la gestione dell’evento olimpico e del processo rigenerativo: nel corso della vicenda sono stati ridefiniti i ruoli dei boroughs e i rapporti fra i diversi livelli di governo in un articolato processo di distribuzione delle competenze. Già a partire dall’inizio dei preparativi nel 2006, il controllo sulla pianificazione dei boroughs di Newham, Tower Hamlets, Hackney e Waltham Forest per l’area olimpica viene assegnata all’Olympic Delivery Authority (ODA). Questa società pubblica controllata dalla GLA è composta da un comitato tecnico e un organo politico, rispettivamente il Planning Decision Team e il Planning Committee, e assume tutte le decisioni, anche a scala superiore di quella locale, che ricadono all’interno dell’area olimpica.

L’ODA avrà il compito di guidare le operazioni di preparazione e svolgimento dei Giochi Olimpici. Nella fase iniziale dei preparativi, tuttavia, ha giocato un ruolo fondamentale la London Development Agency (LDA), agenzia pubblica (della GLA)

OPLC/LLDC

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Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

per lo sviluppo economico regionale della città di Londra.

Questa agenzia, chiusa in seguito alla spending review nella primavera del 2012, ha avuto il compito di acquisire le aree e gestire la fase iniziale dei preparativi per i Giochi fino al 2006.

Il processo di preparazione ai Giochi Olimpici si è costituito dell’esproprio di una vasta area il cui perimetro si aggira attorno ai 16 km per la realizzazione del Parco Olimpico, il quale manterrà le dimensioni di circa 2,5 kmq. Il processo di trasformazione di quest’area viene ben riassunto nel motto della ODA, ‘Demolish, Dig and Design’. Dopo la sua delimitazione, infatti, viene predisposta la demolizione di tutti i manufatti presenti e la bonifica dei terreni, in gran parte caratterizzati da un alto tasso di inquinamento. In questa fase viene prevista anche la realizzazione dell’Energy Centre, un’infrastruttura efficiente ed innovativa per la produzione di energia da biomassa, costruita nella parte a ovest del Parco Olimpico, nelle vicinanze di Hackney Wick. Questa struttura dovrà alimentare il riscaldamento e la climatizzazione delle strutture del parco durante lo svolgimento dei giochi, e costituirà anche la principale fonte energetica per i quartieri residenziali che verranno realizzati dopo la chiusura delle Olimpiadi . La conclusione prevista per questa fase viene fissata in corrispondenza dei Giochi Olimpici di Pechino 2008, mentre la fase successiva prevede la realizzazione delle strutture olimpiche fino all’inaugurazione dei Giochi nel 2012.

Per quanto riguarda la gestione della legacy, detta anche exit La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

LTGDC area confini boroughs infrastrutture esistenti ODA area LLV regeneration area

LO WER LEA VALLEY

L’area acquisita dall’ODA per la realizzazione del progetto olimpico.

Da: Lower Lea Valley - Opportunity Area Planning Framework, 2007

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strategy, l’autorità verrà assegnata, dopo il termine dei Giochi

2006, Pre-development2006

2012, Games mode

preparazione

2012 Giochi Olimpici

2014 trasformazione

2014, Transformation phase

2030 legacy 2050, Legacy mode

Le fasi del processo rigenerativo.

Da: elaborazione personale 64

e la trasformazione e smantellamento delle strutture (aprile 2014), alla London Legacy Development Corporation (LLDC).

La LLDC è una società pubblica controllata direttamente dal sindaco Boris Johnson, con partecipazione della GLA, e nominata nel febbraio 2012 in sostituzione alla Olympic Park Legacy Company (OPLC). L’OPLC è stata la proprietaria delle aree, ovvero la compagnia che si è occupata del finanziamento e che avrebbe dovuto gestire la legacy; la differenza sostanziale con la LLDC sta nel fatto che la prima è controllata dal governo, mentre la seconda direttamente dal sindaco. La LLDC eredita quindi il compito di attuare il Legacy Communities Scheme, ovvero il piano di riuso e trasformazione dell’area olimpica. Questo piano contiene l’assetto futuro dell’area, prevedendo delle indicazioni con un orizzonte temporale di 15-20 anni per la sua rifunzionalizzazione.

L’obiettivo è quello di restituire alle comunità locali nuovi servizi, infrastrutture e spazi pubblici; mentre, lo scopo a lungo termine è quello di integrare il Parco Olimpico con le aree circostanti inserendolo nel tessuto urbanistico locale. Il Parco Olimpico con alcune delle strutture sportive in eredità dalle Olimpiadi, dovrà diventare un polo attrattore per nuovi investimenti sull’area; mentre il primo sostanziale intervento sarà la trasformazione del villaggio olimpico con la previsione di realizzare circa 4.000 abitazioni di cui una metà diventerà edilizia popolare. Tuttavia, le previsioni sono cambiate nel Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

corso degli anni e al 2010 il numero delle abitazioni è stato ridotto a circa 2.800, dovuto al ritardo nell’investimento privato. Al 2014 l’ex villaggio è stato trasformato in un complesso residenziale con circa 2.800 abitazioni, denominato East Village, per un terzo composto da abitazioni ad affitto agevolato4 gestite da una società pubblico-privata; per l’altra metà di edilizia residenziale privata.

La LLDC dichiara che il futuro Parco Olimpico ospiterà, entro il 2030, più di 10 000 nuove famiglie in cinque nuovi quartieri residenziali, i quali saranno dotati anche di un nuovo codice postale (E20). Sul sito web della LLDC viene annunciato il piano di costruzione di nuove abitazioni con uno stile contemporaneo, rifacendosi invece allo stile tradizionale Georgiano e Vittoriano per piazze e terrazze con vista sul parco e sui canali. Ogni nuovo quartiere sarà dotato di scuole, spazi verdi e spazi pubblici; il tutto inserito in un efficiente sistema di collegamento alle linee del trasporto pubblico. Secondo la LLDC questo renderà il Queen Elizabeth Olympic Park uno dei luoghi più attrattivi per abitare. Viene prevista anche la realizzazione di un terzo di abitazioni ad affitto agevolato.

Tuttavia, notizie recenti (Donovan, 2014) rivelano come tali previsioni siano state drasticamente ridimensionate.

Lo scenario a cui tende l’LLDC è quello di un paesaggio di continuità del tessuto urbanistico dell’East End, dove

Il parco olimpico prima (sopra) e dopo (sotto) l’evento.

Da: www.queenelizabetholympicpark.co.uk

4 www.queenelizabetholympicpark.co.uk/the-park/homes-and-living La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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Masterplan progettuale dello sviluppo dell’area dopo le Olimpiadi.

Da: Legacy Communities Scheme, 2012

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Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

sviluppare zone residenziali caratterizzate da un design di qualità ma anche – in parte assai ridotta - accessibili alle famiglie più disagiate, dotate di una buona accessibilità ai servizi e alle attrezzature per il tempo libero – dove lo sport dovrà assumere un ruolo centrale – ma anche ad un incremento di funzioni commerciali e direzionali e conseguentemente posti di lavoro. Al termine del processo la LLDC si prospetta di restituire alle autorità locali l’area - quella che era stata definita come una terra di vuoti e degradata – come una nuova porzione di città perfettamente funzionante.

IMPATTI E CONFLITTI CON LE COMUNITA’ LOCALI Per quanto lo scenario previsto dalla LLDC possa sembrare suggestivo, secondo tali previsioni appare inadeguata la decisione di escludere totalmente i boroughs locali dal processo di pianificazione, soprattutto per quanto riguarda le pratiche più comuni. Inoltre, la mancata co-partecipazione delle amministrazioni locali alla trasformazione delle aree può essere considerata una forma di impatto negativo anche per le rispettive comunità locali, che si trovano di fronte nuovi interlocutori, i quali hanno la capacità di esercitare un potere maggiore. Questo ha generato delle dinamiche conflittuali che nella fase di realizzazione del Parco Olimpico non hanno avuto esiti positivi per i residenti delle aree.

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Manor Gardens Allotments: la protesta.

Da: www.amplife.org

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Vedremo, successivamente, come il conflitto generatosi con

Manor Garden Allotments e il Clay’s Lane Housing Estate Da: www.indimedia.org.uk

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le comunità locali nella fase post-olimpica abbia assunto connotati differenti.

In fase di acquisizione delle aree da parte della LDA, il conflitto si determina con il procedimento di esproprio dei terreni all’interno del parco, dei quali 18.000 mq coltivati da una comunità locale (Manor Gardens Allotment Society), e l’esproprio di un complesso residenziale di edilizia popolare (Clay’s Lane Housing Estate). Non si tratta degli unici casi di esproprio e di conflitto, ma sicuramente sono due tra i più significativi.

Di carattere diverso il conflitto generato in fase di svolgimento dei Giochi, dove molti esercizi commerciali adiacenti al Parco Olimpico sono stati isolati ed esclusi da qualsiasi contatto con l’afflusso dei visitatori, non ricavando i benefici promessi e perdendo gli investimenti fatti in vista delle Olimpiadi.

Nella fase iniziale e in quella di svolgimento dei Giochi, le autorità preposte agiscono totalmente in funzione di una efficace realizzazione del progetto olimpico. In queste fasi emerge come l’obiettivo sotteso all’intera organizzazione dell’evento, ovvero la rigenerazione di quella porzione di territorio, sia interamente rimandato ad un altro momento o ne venga data un’interpretazione che non trova l’accordo di coloro i quali dovrebbero beneficiarne. Una sorta di ‘cinismo’ viene applicato nei confronti delle comunità locali in nome di un miglioramento delle loro stesse condizioni di vita, cosa che Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

ai loro occhi sembra alquanto paradossale; è il caso dei 450 residenti del Clay’s Lane Estate, un complesso residenziale nel cuore di Stratford5. Tale complesso, ospitava una comunità coesa e consolidata costretta ad abbandonare le abitazioni per lasciare spazio all’attuale villaggio olimpico. Clay’s Lane Estate rappresentava un modello di housing cooperativo con numerosi spazi comuni che aveva contribuito a consolidare un forte senso comunitario che, con la sua demolizione si è inesorabilmente sciolto6. Al riguardo di tale vicenda sono da sottolineare in particolare tre impatti negativi: gli abitanti hanno dovuto trovare altre soluzioni abitative, nella maggior parte dei casi svantaggiose e in aree ancora più periferiche; il senso comunitario e di appartenenza agli spazi del complesso residenziale è stato gradualmente cancellato; il villaggio olimpico realizzato al posto del Clay’s Lane Estate è stato convertito in larga parte a residenze per fasce di cittadinanza con un reddito medio-alto. Il processo, riassunto brevemente in questi tre impatti, può essere concettualmente ricondotto al fenomeno della gentrification.

La vicenda è simile anche nel caso della Manor Garden Allotments Society, associazione rappresentativa di una

Il sito in costruzione: il parco e il villaggio olimpico.

Da: www.amplife.org

5 Una ricerca commissionata dal municipio di Newham ha rilevato come Stratford sia il quartiere del borough con più necessità di edilizia popolare; con un tasso di disoccupazione sopra la media e redditi nettamente sotto la media (Baroness, 2010) 6 www.timeout.com/london/events/the-olympics-destroyed-my-home La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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comunità locale costruita saldamente attorno ad un’area

‘Residual Traces’, di Jan Stradtmann, 2012 Da: www.janstradtmann.de

semi-rurale situata tra il fiume Lea e il Channelsea ad Hackney Wick. Queste famiglie sono state costrette a lasciare i terreni coltivati (18.000 mq), ricevuti in gestione dal sindaco Arthur Villiers nel 1900, ereditati, tramandati e custoditi accuratamente all’interno del Lea Valley Regional Park.

Anche in questo caso la comunità viene divisa e slegata dal proprio spazio in quanto rientrante nei confini del nuovo Parco Olimpico e in nome di una maggiore fruibilità pubblica.

Nell’interpretazione dell’LDA, infatti, questi territori vengono comodamente definiti wastelands, negando o ignorando l’esistenza delle comunità di persone che li hanno vissuti, plasmati e che nel tempo hanno conferito loro un’identità7.

Tra i fattori che hanno contribuito ad aumentare l’avversione delle comunità locali nei confronti dell’evento olimpico va citata anche la posizione sfavorevole in cui si sono trovate le attività commerciali e le iniziative locali durante lo svolgimento dell’evento. Con i Giochi Olimpici in corso sulla riva opposta del fiume Lea, in molti hanno deciso di investire sull’area di Hackney Wick, già arricchita da una affermata comunità di artisti, dando vita ad una serie di cafè, gallerie d’arte, negozi e piccoli ristoranti, approfittando della vicinanza e visibilità offerta dalle Olimpiadi. Se da una parte questo ha alimentato 7 www.guardianseries.co.uk/news/wfnews/10724366.Post_Olympics_ allotments_return_scandalous

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Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

la creatività della comunità locale di Hackney Wick, dall’altra tali investimenti non hanno avuto gli esiti aspettati. La decisione, infatti, a pochi giorni dall’apertura dei Giochi, di chiudere la stazione di Hackney Wick della metropolitana di superficie, per i treni provenienti dal centro di Londra, e tutti gli accessi pedonali dal Parco Olimpico, è stata interpretata dalla comunità locale come un ‘tradimento’. Oltre ad aver subito l’incremento nei prezzi degli affitti rispetto a due anni prima, nessuno ha tratto i vantaggi promessi dall’autorità olimpica; come affermato da Sebastian Coe, a capo della London Organising Committee for the Olympic Games (LOCOG), “London 2012 will boost the local community” (De Castella, 2012).

In questa fase, dunque, emerge il contrasto tra gli obiettivi delle autorità per la gestione dell’evento olimpico, e quelle che invece sono state le esternalità negative sulle comunità locali. Il motto dei Giochi Olimpici recitava: ‘inspire a generation’; tuttavia, non tutti sembrano esserne stati entusiasti. In realtà, i londinesi proveniente dalle parti più povere della città hanno dovuto far fronte a cambiamenti radicali indotti dalle Olimpiadi.

La perdita delle loro abitazioni e dei loro spazi, li ha senza dubbio portati a credere che i Giochi Olimpici abbiano dato solamente una scusa ad autorità e a grandi imprese per avviare un processo di appropriazione dei terreni in cui le comunità locali non hanno avuto voce.

Nella fase post-olimpica si verifica un’altra forma di conflitto

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

‘Manor Garden Allotments’, di Mimi Mollica, 2012 Da: www.mimimollica.com

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e riguarda specificamente Hackney Wick. Qui una fervente comunità di artisti e creativi difende una propria idea di rigenerazione e costruzione della città di fronte ai progetti ‘speculativi’ di investitori e costruttori. In questa fase, tuttavia, il conflitto assume connotati differenti, in qualche modo positivi; l’istituzione della LLDC garantisce un coinvolgimento più forte della comunità locale, permettendo che le decisioni vengano prese attraverso un processo graduale e più democratico. Mentre nella prima fase, i tempi di acquisizione delle aree e realizzazione del Parco Olimpico erano soggetti a delle scadenze temporali improrogabili; nella fase postOlimpiade, il ritmo del processo rigenerativo viene scandito dagli investimenti privati, dove l’autorità pubblica (LLDC) si pone come intermediario tra le comunità locali e i costruttori, in modo sia di incentivare lo sviluppo delle aree, sia di gestire più democraticamente il processo.

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Capitolo 2 | London 2012 e la rigenerazione dell’East End

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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CAPITOLO 3 Hackney Wick & Fish Island

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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Hackney QUEEN ELIZABETH OLYMPIC PARK

HWFI

LEGACY CORPORATION BOUNDARY LOWER LEA VALLEY REGENERATION AREA

Tower Hamlets City of London

Newham

INTRODUZIONE In questo capitolo l’attenzione verrà dunque centrata sullo scontro/incontro tra il processo di rigenerazione e il quartiere di Hackney Wick, nelle immediate vicinanze del Parco Olimpico. La decisione di trattare tale questione nasce dall’esperienza di tirocinio - parte del programma Erasmus Placement della Comunità Europea - che ho condotto ad Hackney Wick, nel borough di Hackney, per una durata di circa 5 mesi, da ottobre 2013 a febbraio 2014.

In questi mesi ho avuto modo di vivere da vicino i luoghi delle Olimpiadi, ma soprattutto le questioni urbane che hanno interessato e interessano tuttora l’area. Lo studio ospitante “public works” - collocato in uno degli ex-magazzini industriali restaurati (The White Building), è un’organizzazione nonprofit che ha fatto di Hackney Wick il luogo destinatario delle iniziative più rilevanti, inquadrate in un progetto chiamato R-Urban Wick. “public works” pratica nei terreni della Lower Lea Valley, ai margini della City, in un’area in cui l’industria ha lasciato la più importante eredità. Le cosiddette warehouses, exmagazzini industriali in stile vittoriano, hanno dato spazio ad una comunità emergente di artisti e creativi provenienti da tutta Europa, e ad una serie di iniziative che si sono materializzate in un vero e proprio processo rigenerativo costruito dal basso. Hackney Wick è anche una delle aree La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Nella pagina precedente: murales ad Hackney Wick Da: www.demotix.com A fianco: inquadramento territoriale del quartiere di Hackney Wick Da: elaborazione personale 77

obiettivo del processo di rigenerazione – quello top-down voluto dalle autorità della città metropolitana e avviato nel periodo post-Olimpiadi. “public works” opera nel tentativo di implementare un network locale di pratiche sostenibili, alimentare la partecipazione dei cittadini e riconnettere lo spazio alla comunità, prendendo posizione nel conflitto tra i soggetti della pianificazione istituzionale e i membri della comunità locale. Sostiene un processo di produzione della città dal basso, che ha caratterizzato il quartiere di Hackney Wick fin dai primi preparativi per le Olimpiadi.

Questa vivacità nella costruzione dello spazio, da parte di vari collettivi informali, ha avuto luogo in un periodo di passaggio dalla prima fase di preparazione dell’evento alla seconda fase di gestione dell’eredità olimpica e avvio del processo rigenerativo; in questo arco temporale (circa dieci anni), sono emersi i veri caratteri dello spazio da rigenerare, ma soprattutto quella ‘infrastructure of people’ (Simone, 2004, p.408) capace di sovvertire la lettura dello spazio da parte delle autorità preposte a guidare il processo di rigenerazione.

La questione verrà, in seguito, argomentata con specifica attenzione alla nozione di spazio (Lefebvre, 1991; Kärrholm, 2008, 2012; Latour, 2005, 2008), e al diritto alla città (Harvey, 2003; Lefebvre, 1972; Sandercock, 1998, 2003), nelle diverse interpretazioni emerse, e considerando le implicazioni che ha avuto l’evento olimpico su Hackney Wick. La dimensione, le fasi del conflitto e l’incontro tra attori informali e formali nel 78

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

processo della rigenerazione costituiscono il terreno da cui sono scaturite le riflessioni attorno a queste nozioni.

HWFI | IL CONTESTO Hackney Wick è un quartiere collocato nell’East-End londinese, tra le municipalità di Hackney e Tower Hamlets, è direttamente adiacente al Parco Olimpico e separato dai quartieri limitrofi da una rete di autostrade e canali. Tale ‘isolamento’ ha fatto sì che venisse anche definita Hackney Wick e Fish Island (HWFI). Si tratta, quasi letteralmente di un’isola, e risulta essere così anche in senso figurato.

Durante la fine del XVIII secolo, tuttavia, Hackney Wick vede l’inizio della sua industrializzazione, grazie proprio alla sua collocazione favorevole rispetto al fiume Lea. Hackney Wick continuò a crescere come polo industriale durante tutto il XIX secolo, fattore che oltretutto ha portato un rilevante inquinamento nell’area. La linea ferroviaria locale e le opportunità di occupazione nelle fabbriche hanno attirato dalle campagne un ampio numero di persone. Tale afflusso ha determinato la necessità di abitazioni a basso costo, che ha portato alla costruzione di quartieri popolari; ciò ha contribuito a caratterizzare l’area da un elevato tasso di povertà. Hackney Wick ha mantenuto i suoi caratteri fino al declino industriale attorno al 1970, quando ha vissuto il La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Hackney Wick ‘isolata’ dai canali e dalla A12 Da: elaborazione personale Hackney Wick nel 1921 Da: www.lbth.co.uk

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passaggio dall’industria pesante a quella leggera. Molte delle

‘Demolished’, di Rachel Whiteread, 1996 Da: www.walkerart.org

Sito abbandonato in Hackney Wick Da: www.theguardian.co.uk

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industrie che hanno dato una forma all’area sono venute meno e con esse una buona parte di popolazione (University of London – Istitute of Historical research, 1995).

Questi fattori hanno offerto l’opportunità ad artisti e creativi di popolare e trasformare molti dei magazzini industriali abbandonati – warehouses – in studi autocostruiti e gestiti collettivamente; con loro hanno avuto inizio una lunga serie di utilizzi, più o meno autorizzati: da quello abitativo, lavorativo, a mercatini informali, graffiti e raves. Il suo carattere di ‘isola’, chiusa tra la superstrada (A12) a ovest e il fiume Lea ad est, e la scarsa connessione alla rete del trasporto pubblico hanno permesso che il corridoio di riqualificazione e gentrification dell’East End evitasse, per alcuni anni, Hackney Wick; processo che, invece, ha investito tra la fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000 le località di Shoreditch, Dalston e Hackney Central.

Tuttavia, anche la trasformazione di Hackney Wick appare imminente. Nel 2005, infatti, quando Londra viene designata come città ospitante i Giochi Olimpici del 2012, il processo di trasformazione subisce una notevole accelerazione; prima con l’inizio della costruzione del Parco Olimpico, poi con la riapertura della London Overground nel 2010, che ha connesso Hackney Wick e Stratford (Parco Olimpico) a est con il benestante borough di Islington a ovest. HWFI si trova nell’intersezione di due ‘forze’ – l’ondata creativa di Shoreditch, ora totalmente ‘gentrificata’, e l’area olimpica, Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

una parte di città completamente nuova, che ora si trova coinvolta nel processo di trasformazione nel Queen Elizabeth Olympic Park (Havelska, 2014).

Attorno alla metà del 2000, con l’aumento degli affitti nelle zone più adiacenti alla City, si registra anche il più importante afflusso di artisti e creativi nell’area. Tale comunità, in un processo autonomo di riqualificazione e ricostruzione dei vecchi magazzini industriali, si è affermata in Hackney Wick contribuendo a renderla l’area con la più alta concentrazione di atelier artistici in Europa1.

Sulla riva opposta del fiume Lea contemporaneamente, un’area molto vasta che fino ad allora era stata in stretta continuità psico-geografico con HWFI, viene obbligatoriamente acquisita, svuotata, recintata e ripulita2. Il reticolato eretto attorno al perimetro di ben 16 km del futuro

La recinzione attorno al Parco Olimpico (sopra); l’uso del suolo prima delle Olimpiadi (sotto).

Da: ‘Leaping the fence’, Oliver Wainwright, 2009

complesso olimpico – poco più tardi sostituito da uno ad alto voltaggio elettrico - ha reso evidente che il grande evento sarebbe stato ben protetto dal vicino quartiere di HWFI e dai suoi abitanti. L’estirpazione fisica del Parco Olimpico dai suoi dintorni è stata poi completata da una serie di misure eccezionali destinate ad isolarlo: da militari a sorveglianza 1 Borough of Tower Hamlets, Fish Island: A Rational for Regeneration, 2009, (Presentazione), LBTH Evidence Base 2 ‘Dig, demolish, design’ è il motto dell’ODA per la fase di trasformazione dell’area del Parco Olimpico, la cui conclusione è stata prevista per la fine del 2008 La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Industry Storage / Warehousing Residential Outdoor Recreation

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approx. blue fence boundary

Le trasformazioni del Parco Olimpico e di Hackney Wick.

Da: elaborazione personale

HWFI NETWORKS HWFI COLLETTIVI OVERGROUND OLIMPIADI

LEGACY

RECINZIONE 2004

2006

Nella pagina successiva: la rivendicazione della propria identitĂ : il murales pubblicitario di Coca Cola viene trasformato daI residenti locali nella sigla di Hackney Wick.

Da: www.inspiringcity.com 82

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

2009

2010

2012

2013

2014

della rete e ordini restrittivi per alcune aree fino a restrizioni sulla riproduzione di determinate immagini, che potessero intaccare il brand olimpico.

La comunità di HWFI, tuttavia, ha reagito a questa forma di isolamento, costretta ad assistere impotente a un processo di trasformazione di tale dimensione.

Il periodo di tempo tra la realizzazione del Parco Olimpico (2006) e l’inizio del processo rigenerativo post-olimpico (20132014) ha costituito una tregua e un’opportunità per rivendicare il proprio diritto a costruire la città; a proseguire in quel processo di creazione di spazi comunitari e di produzione di arte e creatività grazie all’uso dei vecchi magazzini industriali.

In questo intervallo temporale emerge la questione posta da David Harvey (2003) su chi abbia il diritto di formare la città e a chi appartenga realmente. La comunità di artisti in questo caso rappresenta un limpido esempio che avvalora l’idea secondo cui il diritto alla città è il diritto dei cittadini di cambiare la propria vita cambiando la città secondo il proprio desiderio (Harvey, 2003).

L’investimento nell’area, che la comunità di HWFI ha tradotto nella produzione di mostre, eventi ed assemblee, si è trasformata in una sorta di naturale proprietà del quartiere.

Tale proprietà è pronta ad essere messa in discussione dagli interessi che coinvolgono il processo rigenerativo postolimpico generando un contrasto tra due idee diverse di rigenerazione: la prima, quella della comunità di HWFI, che La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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rappresenta la rivendicazione il diritto a poter costruire il proprio spazio; la seconda, che risponde ad interessi di crescita economica, rischia di tradursi nel proseguimento di quel processo di gentrification che ha già coinvolto parte dell’East End (Havelska, 2014).

La domanda che ci si pone dunque è quale sarà il destino di HWFI? L’ordine e il lusso prenderanno il posto delle pratiche collettive e informali per l’autocostruzione della città che hanno formato l’area fino ad ora?

HWFI non è stato un sito di protesta in nessun senso tradizionale. L’instabilità sociale dell’area è stata diminuita se non del tutto risolta. Eppure, emerge limpidamente come le pratiche bottom-up di costruzione della città che hanno dato una struttura all’area possano offrire un’importante esperienza di pianificazione progressista. Queste azioni hanno

Mothers studios, spazio per artisti e creativi ad Hacney Wick Da: www.affordablewick.com

occupato un interstizio, un terreno di vuoto urbano che ha offerto la possibilità di sperimentare e prototipare una città costruita dal basso; e questo potrebbe essere uno schema da perseguire per la rigenerazione dell’area (public works, 2013).

LA RIGENERAZIONE DI HWFI | COMUNITA’ E CONFLITTO Hackney Wick e Fish Island (HWFI), come anticipato, può essere vista come un esperimento concreto di produzione della città dal basso. L’area, infatti è stata plasmata in larga 84

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

parte da iniziative di collettivi informali che hanno occupato un raro interstizio nell’inarrestabile sviluppo dell’East di Londra. La disponibilità di spazi accessibili in un’area non ancora totalmente inglobata nella città, in qualche modo trascurata e ancora non regolata, ha prodotto un’eccezionale concentrazione di creatività e iniziative che l’hanno resa un prototipo di città temporanea costruita dal basso.

All’interno di questa mini-città improvvisata, lo spazio per la creatività e la creazione degli spazi procede gradualmente: la trasformazione di vuoti edifici industriali in magazzini collettivi autogestiti ha trasformato anche l’intero quartiere, la sua percezione dall’esterno e le aspettative di chi potrebbe trarre profitto dall’area.

La questione centrale è se HWFI – dal 2013 circondata da investitori che vorrebbero trarre profitto dall’interesse generale che ha suscitato l’area, per il suo essere di tendenza – possa tradurre la propria immaginazione e creatività collettiva per trovare una via alternativa alla gentrification.

Su questo punto è emerso da una parte il cinismo di chi ha solo l’interesse di produrre guadagno dall’area; e dall’altra come vi siano molte iniziative che rappresentano una sfida ad un destino apparentemente inevitabile. Queste includono: il dibattito avviato da Cultural Interest Group sulle proposte della pianificazione e il tentativo di far pressione per uno sviluppo sensibile ed accessibile; l’uso di un ‘Nuovo Localismo’ per permettere alla comunità di acquisire la La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Un evento pubblico all’esterno dello Stour Space.

Da: www.stourspace.com

The Counter Cafè, all’interno dello Stour Space.

Da: www.stourspace.com

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chiave delle proprie risorse (Stour Space)3; la creazione di

Installazione temporanea per la partecipazione dei cittadini di Hackney Wick realizzata da Affordable Wick Da: www.affordablewick.com Il network di R-urban Wick, un progetto di public works.

Da: www.r-urbanwick.net

un network di ri-uso alternativo e pratiche sostenibili (public works); o l’accettazione del ruolo degli artisti come investitori nello sviluppo della città diventando collettivi organizzati, autocostruiti e autogestiti (Affordable Wick, Yardhouse di Assemble). In grande contrasto con tutte queste iniziative, HWFI è attualmente inondata di richieste di permessi per la costruzione, il che racconta una storia alquanto familiare: gli investitori privati proveranno a tavolino a massimizzare il profitto dell’area, ignorando la sua specificità, la sua storia, il suo carattere – o in un’ipotesi ancora più offensiva, cambiando totalmente la connotazione dell’area in nome della vuota retorica che accompagna la maggior parte dei progetti.

“Sembra essere, dunque, dovere di chi abita e lavora ad HWFI il compito di opporsi collettivamente e prevenire la materializzazione di questi spazi regolati, generici e anestetizzanti” (Deane, 2013, p. 4). Come già anticipato, HWFI è inclusa nell’area della London Legacy Development Corporation – ciò significa che l’LLDC detiene eccezionalmente il potere di decisione per la pianificazione dell’area. Una delle responsabilità dell’LLDC è di ripensare (o meglio ricostruire) la relazione tra il Queen 3 Di recente registrata come elemento di valore per la comunità (Localism Act, 2011), Stour Space è stato indicato come ‘luogo di pubblico valore’.

Questa politica prevede una decentralizzazione del potere governativo nel definire spazi di importanza pubblica contribuendo ad una maggiore partecipazione dei cittadini nei processi di trasformazione delle aree in cui vivono (www.stourspace.co.uk).

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Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

Elizabeth Olympic Park e i suoi dintorni. Di fronte a questa necessità sorge spontaneo chiedersi se la comunità di HWFI possa offrire un modello che non solo possa essere preservato, ma possa anche essere applicato per lo sviluppo futuro sull’altra riva del canale. Il carattere del parco prima delle Olimpiadi, e la disponibilità di diversi siti per usi temporanei4 ha dato un’opportunità materiale alla comunità di HWFI di proporre una rigenerazione ‘alternativa’.

Dalle diverse planning applications proposte per HWFI nel solo anno 2013, non emerge alcuna peculiarità dell’area, non quei caratteri che tramite il consolidamento di una comunità l’hanno contraddistinta fino all’implacabile interessamento degli investitori. Quale identità viene dunque proposta per HWFI? Londra sta rapidamente diventando una città definita dall’anonimato delle sue nuove zone residenziali, e viste le recenti proposte per HWFI, anch’essa è destinata a seguire la stessa sorte. La proposta per Neptun Wharf, parte della riva a nord della Fish Island, è la più allarmante in questo senso.

Non tanto per la sua scala inadatta o per il fatto di essere un’architettura priva di immaginazione, ma per la mancanza di attenzione alla dimensione sociale esistente. Si tratta di un progetto evidentemente pensato per la massimizzazione del guadagno dall’investimento in cui lo schema di uso misto

La Yardhouse di Assemble, un modello di spazio accessibile per gli studi artistici.

Da: www.assemblestudio.co.uk

4 Nell’attesa di investimenti privati nell’area, la LLDC ha messo a disposizione, previa specifica planning application, dei lotti per utilizzi temporanei con finalità pubbliche, senza costi o a costi agevolati.

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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Renders raffiguranti il progetto Neptune Wharf.

Da: www.affordablewick.com 88

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

è dominato dalle leggi del mercato: 24 000 mq composti da commerciale sul fronte stradale e residenziale nei piani sovrastanti.

Questo modello non è individuabile solamente in Neptune Wharf, ma vale per la maggior parte delle proposte per l’area.

Tutto questo non fa altro che enfatizzare la grande disparità tra investitori e l’unicità della comunità a cui questi progetti sono rivolti.

HWFI è uno dei più vecchi siti industriali di Londra, la sua storia è una delle migliori per quanto riguarda l’ingegno e la creatività britannica. Quello che forse la rende ancor più unica, è che una comunità industriale ha avuto negli anni una predominanza ininterrotta che persiste tutt’oggi.

Trattare la questione del patrimonio architettonico non significa solamente proteggere la struttura di questi edifici unici, ma anche l’identità di un’unica e creativa comunità industriale. La nuova immagine di Victoria Wharf, ad esempio, vede l’edificio storico utilizzato come fronte architettonico, conservato come un monumento dietro il quale sorge un nuovo edificio senza alcun riferimento estetico, storico o culturale all’originale (Deane, 2013).

In questa opposizione agli standard dello sviluppo urbanistico, la comunità locale può contare su alcuni strumenti di revisione delle proposte progettuali. Il Quality Review Panel, ad esempio, è uno strumento elaborato dalla LLDC che definisce le linee guida della trasformazione; solitamente, La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Gli spazi creativi di Hackney Wick, da un progetto di muf architecture commissionato da LLDC. Da: www.mufarchitecture.co.uk

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Render raffigurante il progetto per lo sviluppo di Victoria Wharf Da: www.affordablewick.com

Stour Space nel complesso di Victoria Wharf.

Da: www.affordablewick.com 90

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

La suddivisione degli spazi interni a Victoria Wharf, realizzato da We Made That per LLDC Da: www.wemadethat.co.uk La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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questo raccomanda un fondamentale ridisegno dello schema in maniera da ottenere uno standard qualitativo più elevato per il futuro sviluppo.

Il ruolo della LLDC, infatti, si pone tra gli abitanti e gli investitori in modo da assicurare delle garanzie qualitative sia per i cittadini attuali e futuri sia per il patrimonio industriale.

Tra le varie indicazioni, ha identificato alcune fondamentali linee guida: l’altezza appropriata dei nuovi edifici; la qualità degli spazi pubblici; il riferimento necessario allo stile degli edifici già esistenti; uno standard qualitativo per gli studi artistici; e l’accesso al waterfront.

Inoltre, la LLDC è stata coinvolta in un processo di costruzione, assieme a due studi di architettura della zona (muf e dRMM), di una dettagliata strategia spaziale da accompagnare all’Area Action Plan aggiornato, la Design and Planning Guidance. Tutto ciò ha l’obiettivo di revisionare le proposte progettuali in collaborazione con figure professionali vicine alle necessità del quartiere. Questo dovrebbe garantire una migliore forma di partecipazione degli abitanti al procedimento di revisione, allo scopo di portare alcuni aspetti fondamentali ad un livello di standard qualitativo ‘accettabile’.

Tuttavia, la questione rischia di ricadere in una mera definizione tecnica che, pur essendo da incoraggiare, non garantisce quello che realmente la comunità di HWFI ha in mente per il futuro sviluppo del quartiere. Ogni sviluppo dovrebbe tenere in considerazione e indirizzare sia le trasformazioni fisiche sia 92

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

quelle sociali, facendo riferimento da una parte all’aspetto architettonico e dall’altra alla comunità. La tendenza delle proposte progettuali rimane, tuttavia, quella di considerare la comunità di HWFI come un elemento anonimo.

Il fatto spiacevole è che questi progetti rispondono costantemente alla stessa logica; diventa facile dunque discutere delle loro mancanze; tanto che sembra che questi investitori, progettisti e costruttori non siano a conoscenza della forte coesione sociale della comunità di HWFI ma facciano riferimento solamente agli standard e alle correzioni che di volta in volta l’organo competente per la pianificazione (LLDC) pone di fronte alle loro proposte. Nonostante gli sforzi dei membri della comunità locale e degli studi professionali come muf e “public works” nel mappare la presenza e l’importanza di questa creativa comunità industriale, essa rimane spesso per convenienza invisibile.

L’ESPERIENZA DI LAVORO SUL CAMPO | I NETWORKS DI HWFI Questa parte della tesi è stata resa possibile grazie alla totale immersione nell’atmosfera del quartiere di HWFI, e al coinvolgimento attivo nei progetti di “public works” nella durata del tirocinio svolto. Ritengo importante, su questo punto, far emergere come il rapporto instaurato con il team di “public works”, sia stato a tutti gli effetti una forma di La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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apprendimento e collaborazione. Nell’ottica di sviluppare un elaborato di tesi sulla mia esperienza e più in particolare su Hackney Wick, sono stato condotto attraverso un modo innovativo di esercitare la professione del pianificatore; l’interesse di “public works” è stato soprattutto quello di coinvolgermi in un network assai diversificato di professionalità il cui scopo comune è quello di migliorare la sfera sociale pubblica. La nozione di network mi è parsa fin da subito come la base per lo sviluppo di qualsiasi iniziativa. La coordinazione di soggetti ed interessi è una condizione sine qua non per lo sviluppo di qualsiasi dibattito o progetto sul territorio. Ogni soggetto del network dovrebbe essere consapevole di ogni singola iniziativa e dell’obiettivo comune - ed è proprio da questa idea di network che si snoda e si evolve il processo di rigenerazione dal basso di HWFI. Durante questa esperienza, l’apprendimento ha rappresentato una fase fondamentale; la prima parte del mio lavoro si è sostanziata in una ricerca bibliografica e raccolta di dati su alcuni temi rilevanti la cui conoscenza sarebbe stata necessaria per la fase successiva, questi sono: gli usi temporanei di siti vacanti; il coinvolgimento della cittadinanza e la formazione di un network; la partecipazione a bandi per il finanziamento di progetti a scopo pubblico (founding applications). Nella fase successiva del tirocinio ho partecipato attivamente alla realizzazione dei progetti, collaborando con i diversi collettivi attivi sull’area. Questo mi ha permesso di accedere 94

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

all’intricata rete collaborativa istituita ad Hackney Wick e a leggere nelle sue trame, gli sforzi, i successi, la dinamicità e l’evoluzione di un processo di costruzione della città e dello spazio direttamente da parte dei suoi utilizzatori.

IL NETWORK DEGLI ATTORI La costante opposizione e il continuo attivismo della comunità di HWFI, l’hanno portata a diventare un soggetto influente rispetto alla crescita della comunità artistica, da una parte, e rispetto al processo decisionale della LLDC nella trasformazione dell’area, dall’altra.

Si è venuto a creare un network di soggetti, con competenze professionali diverse, capace di costituire, più che una mera opposizione, una piattaforma di partecipazione funzionante, nonché un valido rappresentante formale della comunità. La maturazione di questo network ha portato alla fondazione nel 2009 dell’Hackney Wick and Fish Island Cultural Interest Group’ e del suo sottogruppo HWFI Planning and Development Group, di proprietà della Hackney Wick Community Interest Company5.

5 La HWFI C.I.C. è una compagnia registrata secondo il Companies Act del 2004. Questa tipologia di compagnia è stata appositamente disegnata per imprese sociali che vogliano utilizzare profitti e beni con finalità pubbliche (www.gov.uk/government/organisations/office-of-the-regulator-of community-interest-companies) La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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Gli ‘studios’ nei magazzini riqualificati, da un progetto di muf architecture commissionato da LLDC. Da: www.mufarchitecture.co.uk

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Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

L’obiettivo della creazione di questa piattaforma è quello di facilitare all’interno di HWFI la crescita di una comunità creativa in modo permanente e sostenibile, e in particolare di migliorare la diffusione di arte e cultura.

La presenza della più alta concentrazione di creativi e atelier artistici d’Europa in HWFI ha fatto della creatività il punto di forza dell’economia locale. Il ruolo del Cultural Interest Group è quello, dunque, di facilitare in modo sostenibile le condizioni in cui le professionalità creative e artistiche sviluppano il loro lavoro. L’idea è quella di supportare l’economia del luogo e il collegamento tra la comunità artistica locale, i residenti e la comunità artistica regionale, nazionale e internazionale. Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso la partecipazione, la creazione di partnerships, la condivisione delle risorse e la collaborazione6.

L’aspetto interessante di questa piattaforma di attori è quello di mettere in campo ogni sforzo e capacità per garantire alla comunità locale di diventare un soggetto unico capace di pianificare ed avviare il processo di rigenerazione. Da questo punto di vista, è stato fondamentale lo sforzo per far riconoscere agli edifici dell’area un valore storicoarchitettonico che ne impedisse la demolizione e che ne favorisse la conservazione e una funzionalità pubblica. Allo stesso modo, CIG ha avuto un ruolo fondamentale nel 6 www.hackneywick.org La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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COMUNITA’ DEI CREATIVI LOCALE/REGIONALE/ NAZIONALE CREATIVI LOCALI

THE WHITE BUILDING

hackneywick.org

Hackney Wick Fish Island

Cultural Interest Group

EDUCATION AND LEARNING HWFI PLANNING & DEVELOPMENT

Il network degli attori del CIG. Da: elaborazione personale

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Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

RESIDENTI LOCALI

processo di ottenimento di finanziamenti pubblici e privati per la realizzazione dei progetti che avvalorassero HWFI come centro culturale.

CIG ha creato un vero e proprio network di stakeholders formali e informali che ha ottenuto una lunga serie di successi influenzando incisivamente la riqualificazione di Hackney Wick negli anni successivi alla conclusione dei Giochi Olimpici. I principali di questi successi, oltre a quelli già citati, riguardano generalmente l’inserimento negli AAP (Area Action Plan) dei boroughs locali della comunità creativa di HWFI come soggetto da tutelare; la critica e la modifica delle planning applications, come nel caso del progetto ‘Neptune Wharf’; la realizzazione del White Building (inserire immagine: centre for art, technology and sustainability) in collaborazione con LLDC e [ SPACE ], un’agenzia che procura spazi ad affitto agevolato per artisti e creativi. ‘The White Building’ è il risultato di una partnership ad esito positivo tra LLDC e comunità locale; si tratta di un manufatto esemplare del tessuto sociale ed urbanistico di HWFI. L’edificio, un exstamperia e prima ancora una fabbrica di dolciumi, rispecchia i canoni delle molte warehouses della zona: ampi spazi interni scomposti con l’utilizzo di soppalchi e divisori (provvisori), con corti interne e accessi comuni; il progetto della sua riqualificazione fa parte di un programma della LLDC –

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Assemblea del CIG nel White Building.

Da: www.hackneywick.org

Il White Building.

Da: www.hackneywick.org

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Stitching the Fringe7 – sotteso a riconnettere HWFI al Parco

Evento esterno al White Building.

Da: www.affordablewick.com

Olimpico dopo la sua riapertura.

Il ‘White Building’, oltre a diversi studi artistici (tra i quali, public works), ospita una sala per eventi aperti al pubblico e un birrificio/pizzeria, che lo ha reso un punto di riferimento per la comunità locale di HWFI e per i suoi visitatori. L’edificio si inserisce in una rete di ex-magazzini riqualificati che vanno a costituire il complesso ’habitat’ della comunità di creativi.

Il ruolo di tali spazi è fondamentale per il suo effetto di coesione sociale. Gli ex-magazzini industriali riqualificati, abitati e condivisi compongono un ‘network territoriale di attanti’ (Karrholm, 2008) che costituisce la struttura materiale della comunità di HWFI. Ciò significa che giocano una parte principale nel generare una forte collaborazione tra gli abitanti di HWFI; che si traduce nel rafforzamento della posizione di Hackney Wick come centro culturale e nella produzione materiale della comunità tramite eventi, manifestazioni (inserire immagine: Hackney Wicked), mostre e assemblee arricchendo la vivacità culturale e l’attrattività dell’area.

7 Traduzione: ‘ricucire i margini’ 100

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

IL NETWORK DELLE PRATICHE: R-URBAN WICK Nel contesto della creatività e vivacità artistica di HWFI si sviluppa e prende forma R-urban Wick, un progetto iniziato dallo studio “public works” e condotto mediante svariate collaborazioni e finalizzato a sostenere le pratiche collettive e sostenibili nella zona, partendo da tutte quelle iniziative già esistenti, nel tentativo di inserirle in una rete che faciliti la loro condivisione e diffusione, a livello locale e globale. “public works” è un’organizzazione non profit che opera nel campo del riuso temporaneo nell’intento di istituire nuove pratiche di design socialmente e ecologicamente sostenibili8 . I progetti di “public works” mirano ad esplorare come lo spazio pubblico possa essere plasmato direttamente dai cittadini e come la partecipazione e la collaborazione possano influire su un processo di design più democratico.

R-urban Wick9 è un progetto che nasce mappando tutte le iniziative di condivisione e cooperazione che i collettivi informali hanno messo in campo per costruire gli spazi di HWFI, dal riuso dei materiali alla collaborazione e scambio

R-Urban Wickzine #2.

Da: www.r-urbanwick.net

8 www.publicworks.org 9 R-Urban Wick è supportato dal programma di governance ambientale Life+ della Comunità Europea. R-Urban Wick si inserisce nella rete del progetto partner R-Urban a Parigi. Quest’ultimo, iniziato e gestito dallo studio AAA e dalla municipalità di Colombés, mira a creare un network tanto internazionale quanto locale di pratiche bottom-up e sostenibili sviluppate in differenti quartieri di più città europee (www.r-urban.net).

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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di conoscenze. All’interno di questo progetto, l’architettura diviene uno strumento che rende possibile la creazione materiale di un network di pratiche comuni, un’infrastruttura per la produzione e la conservazione dei beni comuni, un tempo e uno spazio per la condivisione e lo scambio.

HWFI è, da questo punto di vista, un sito allo stesso tempo di protesta e di sperimentazione della pianificazione; prefigurandosi dapprima in una dimensione più conflittuale, ma via via dimostrando la sua capacità di contribuire e formare il processo di pianificazione.

R-Urban Wick si avvicina a questa relazione tra protesta e pianificazione mediante due approcci: dalla pianificazione urbanistica alle pratiche urbane minori, programmando azioni che operino in modo tattico negli interstizi della pianificazione; dalle politiche di protesta alle micro-politiche

Il progetto partner R-Urban a Colombes, Francia Da: www.r-urban.net

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dei beni comuni, sviluppando pratiche che emergano per la produzione dei beni comuni tramite reciprocità e solidarietà (Marrero-Guillamon, public works, 2013).

Secondo il primo approccio, le azioni di R-Urban operano in un livello diverso da quello della pianificazione, non hanno una tempistica e un luogo predefinito, ma sono pensate per adattarsi ed essere mobili; inoltre, coinvolgono più dimensioni, sono costituite da manufatti, eventi pubblici,

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

mezzi di informazione e diffusione10 nel perseguimento di una città costruita collettivamente.

Nel secondo approccio, alla protesta, l’intento di R-urban non è quello di incoraggiare la protesta nel senso di mera opposizione; si tratta piuttosto di creare spazi comuni che alimentino e, a loro volta, siano alimentati da altri beni comuni sociali, culturali e ambientali. La riappropriazione, l’autogestione, lo scambio delle conoscenze, la condivisione sono i principali metodi impiegati.

R-urban è un progetto che si pone l’obiettivo di restituire alla comunità di HWFI una struttura pubblica costruita attraverso un processo collettivo e partecipato. Tale struttura avrà la funzione di facilitare l’implementazione e la diffusione di pratiche di riciclo, sperimentando e stimolando il dibattito sulla sostenibilità, sulla tematica della temporaneità nella pianificazione e sugli usi reversibili dei vuoti urbani.

La fase iniziale ha contribuito a connettere le iniziative locali e i soggetti già impegnati nello sviluppo di pratiche costruttive ecosostenibili in modo da creare un network di partecipanti, per rendere poi accessibili a tutti le conoscenze sviluppate attraverso un processo partecipativo (inserire tavola: collage di immagini dei diversi contributi da experiment in household knowledge). R-Urban si rende operativo con la riconversione 10 Nell’accezione in cui “public works” utilizza il termine dissemination, ovvero lo spargimento del sapere, in questo caso delle buone pratiche.

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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di un vecchio camioncino per il trasporto del latte (milkfloat) in un mezzo multifunzione – Wick on Wheels o WoW - a disposizione della comunità per mobilitare e connettere le pratiche locali di riuso. WoW viene utilizzato anche per ospitare workshops, assemblee pubbliche ed eventi attorno all’area di HWFI. R-Urban in questo modo, anziché imporre delle pratiche sostenibili, cerca di stimolare la cultura della partecipazione utilizzando risorse comuni e spingendo a riconnettere le persone con la cultura del ‘fai-da-te’. Questa iniziativa trova una risposta positiva in un ambiente, come quello di HWFI, che è sempre stato caratterizzato da creatività e produttività. Nel suo intento di stimolare e far emergere un network di iniziative e pratiche già esistenti, R-Urban cerca di alimentare quella che può essere definita la capacità di resilienza urbana, fornendo una piattaforma per lo scambio di conoscenze, risorse, azioni di auto-governo e collettive (Tyszczuk, Smith, Clark, Butcher, 2012) In una seconda fase, il progetto avrà lo scopo di acquisire un sito vacante tra quelli messi a disposizione dalla LLDC all’interno dell’area olimpica allo scopo di realizzare un centro mobile per il riuso (Transferable Recycling Centre) (inserire tavola: recycling centre facilities). Il ‘HWFI Re-use Centre’ sarà il risultato di un processo partecipativo che metterà assieme, in uno spazio fisico, tutte le iniziative e i soggetti coinvolti.

Questo progetto riunirà le quattro principali azioni messe in

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Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

campo per il coinvolgimento della comunità: Making: WoW (Wick on Wheels) è la prima risorsa messa a disposizione per la partecipazione della comunità e il sostegno delle pratiche di riuso.

Dialoguing: Una seconda azione si traduce nelle ‘Wick Session’, una serie di appuntamenti per dibattiti e workshops svolti in più sedi nell’area di Hackney Wick. Costituiscono un forum pubblico sul tema di uno sviluppo sostenibile e costruito dal basso.

Experimenting: ‘Experiments in Household Knowledge’ sono una serie di collaborazioni con innovatori nel campo di pratiche ambientali ed ecologiche nell’East di Londra.

Questa iniziativa raccoglie tecniche innovative dal campo del giardinaggio fino allo sviluppo di modi alternativi per la produzione di energia.

Collecting, Archiving and disseminating: ‘Wick Curiosity Shop’ è un piccolo archivio dedicato alla cultura popolare di HWFI. Si tratta di una raccolta di memorie, storie, canzoni, produzioni locali sviluppata a stretto contatto con i residenti originari dell’area; è disponibile online e attraverso una serie di eventi temporanei organizzati ad Hackney Wick.

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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SCHEDA NO. 1 | R-URBAN WICK Wick on Wheels

CUTURAL SPACE ARCHIVE Local Material Resources RECYCLING & RE-MAKING WORKSKHOP TEMPORARY INTERVENTIONS

PRODUCTION SPACE

LOCAL PRODUCTS

MOBILE SHOP & ARCHIVE INTERNATIONAL PARTNERS

TrasnPORT AND COLLECTION LOCAL PARTNERS

ROAMING

WOw WICK ON wHEELS

HACKNEY WICK & FISH ISLAND EAST LONDON

011 03/03/2011 19/03/2011 03/07/2012 13/11/2012 13/11/2012 14/02/2013 23/03/2013

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SCHEDA NO. 2 | R-URBAN WICK

Wick Sessions

19/04/2013

19/05/2013 12/06/2013 20/06/2013 15/11/2013 28/02/2014 28/03/2014 14/06/2014 20/06/2014

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SCHEDA NO. 3 | R-URBAN WICK Re-Use Centre

Il progetto utilizza un sito temporaneo all’interno del Parco Olimpico per la realizzazione del Re-Use Centre. Il progetto è adattabile a diverse tipologie di sito, e per una permanenza variabile, a seconda degli spazi e delle tempistiche messi a disposizione dalla LLDC.

CULTURE

WORKSHOP

ENERGY

DISSEMINATION

FOOD

YARD AND SHARED PUBLIC SPACE

inception point inception point

inception point

surplus food open kitchen

workshop

workshop

open kitchen

workshop community space shop

anaerobic dygester

anaerobic dygester

anaerobic dygester open kitchen

garden

shop

milkfloat

1 YEAR 8 MONTHS 1 YEAR

6 MONTH

2 YEARS

1 YEAR

ALIMENTARE LA RESILIENZA URBANA R-Urban Wick è uno strumento a disposizione della comunità di HWFI; permette di andare oltre la dimensione della protesta, sperimentando e realizzando un modello di rigenerazione innovativo. Il progetto utilizza la forza e la capacità delle comunità dell’East-End di far fronte alla deprivazione socioeconomica; mira a riconnettere pratiche andate perdute o isolate ad un modo innovativo di usare le risorse. Questo è possibile anche grazie alla sovrapposizione e lo scambio tra due generazioni, trasformando il processo rigenerativo in una crescita naturale non-traumatica. Da questo punto di vista, emerge il parallelismo tra il principio della resilienza ecologica11 e la reazione dei collettivi di Hackney Wick alle Olimpiadi. Il tentativo di stimolare una reazione positiva ad un trauma – nel caso della comunità di Hackney Wick, ciò è rappresentato dall’arrivo del processo di trasformazione indotto dai Giochi Olimpici – ha dimostrato come sia possibile creare dal basso “un’opportunità per l’emergere della voce politica della comunità e di un nuovo senso di appartenenza alla città” (Shaw, 2012, p. 308). Secondo alcune analisi condotte 11 “La resilienza è quella proprietà dei sistemi complessi di reagire ai fenomeni di stress, attivando strategie di risposta e di adattamento al fine di ripristinare i meccanismi di funzionamento. I sistemi resilienti, a fronte di uno stress, reagiscono rinnovandosi ma mantenendo la funzionalità e la riconoscibilità dei sistemi stessi” (Gunderson, Holling, Peterson, Pritchard, 2002) 112

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

sul momento storico successivo alla crisi nello sviluppo urbano di Londra e Hong Kong (2008), anziché guardare alla resilienza come un processo di ritorno ad uno stato naturale delle cose, in una visione più radicale, essa può essere vista come un ‘processo dinamico nel quale il cambiamento e lo stimolo di una costante creatività possono offrire il terreno per lo sviluppo di una forza sociale, economica e ambientale’ (Shaw, 2012, p. 311). Secondo questo assunto, un processo rigenerativo ‘alternativo’ che permette alla stessa comunità locale di guidare la trasformazione dello spazio sembra entrare in contrasto con una visione più istituzionale della rigenerazione. Questo conduce inevitabilmente verso una riflessione sulla pratica della pianificazione, più in particolare, su quello che può essere definito un approccio innovativo alle trasformazioni spaziali. Su questo punto, è interessante conoscere più da vicino “public works”, l’organizzazione che ha sviluppato il progetto R-Urban Wick.

PUBLIC WORKS Nel tentativo di descrivere cos’è “public works” e cosa produce, mi sono servito – oltre dei costanti e casuali dibattiti durante la nostra collaborazione e del materiale fornitomi da “public works” – di un’intervista semi-strutturata condotta nel mese di febbraio 2014. In quest’ultima emerge un approccio La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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innovativo all’architettura, all’arte e alla pianificazione; in particolare viene evidenziato come “public works” intenda lo spazio pubblico e la produzione dello spazio.

In “public works”, che si definisce uno studio che si occupa di arte e architettura, lo spazio pubblico è il principale obiettivo di lavoro e risorse. Tutti i progetti hanno lo scopo di capire come lo spazio pubblico sia plasmato e trasformato dai suoi utilizzatori e come le dinamiche esistenti ed intrinseche allo spazio possano costituire un bacino da cui attingere per la progettazione. L’attenzione di “public works” si concentra sulla produzione e l’estensione di un particolare spazio pubblico attraverso la partecipazione e la collaborazione. Lo spazio pubblico diventa tutto lo ‘spazio’ accessibile, nella sua materialità ed immaterialità; “public works” produce spazi sociali, architettonici ed astratti12 .

“Produciamo relazioni spaziali e sociali, che gettano le basi per una più continua e permanente attività pubblica … spazi pubblici, culturali, informali e multipli” …

“Il termine ‘produzione spaziale’ fa riferimento alle pratiche 12 Con ‘discursive spaces’ “public works” fa riferimento a tutte le iniziative, temporanee e non, mobili o permanenti, che in un qualche modo danno vita ad uno spazio; è il caso ad esempio delle Friday session, eventi, conferenze, assemblee su temi specifici organizzate da “public works” e ospitate direttamente nel proprio studio o siti variabili.

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Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

che hanno a che vedere con lo spazio nel più ampio senso possibile. Abbraccia un’ampia varietà di discipline, situazioni e manifestazioni. Il nostro lavoro può essere definito ‘pratica spaziale’ dal momento in cui concepisce un significato ampio di spazio e rende conto dei vari modi in cui costruiamo e comprendiamo lo spazio.”

Da questa affermazione di Andreas Lang13 , co-fondatore e direttore di “public works”, emerge come lo spazio e la sua produzione si discostino dalla dimensione geometrica e puramente materiale. Invece, la ‘produzione spaziale’ fa riferimento alla creazione di relazioni, connessioni che stimolino la partecipazione dei cittadini alle trasformazioni della città e alla condivisione della cultura.

“Il nostro approccio prevede la ricerca, la creazione e la delimitazione di un terreno comune per chi produce cultura da contesti diversi; professionali e non; locali e non. Il concetto di ‘sovrapposizione’ è il punto di partenza per riconoscere e delimitare uno spazio che connette i partecipanti e i diversi ambiti di produzione.”

13 Da un’intervista condotta con il team di “public works”; alcune risposte mi sono state fornite grazie ad una serie di domande che il team ha scelto e a cui ha risposto all’interno del loro portfolio, altre provengono da un’intervista semi-strutturata ad Andreas Lang condotta durante il tirocinio, nel mese di Febbraio 2014 (il testo completo in appendice).

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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Lo spazio pubblico è costituito dalla libera circolazione di idee e condivisione della conoscenza. Nella definizione di Lefebvre (1991) dello spazio ‘differenziale’ emerge l’aspetto dello spazio come entità che si determina a partire dalla sua diversità, dalla complessità delle sue connessioni. Questa caratteristica è individuabile anche nel concetto di ‘spazio’ inteso da “public works”. L’aspetto informale, non regolativo dello spazio emerge anche quando si parla della scala dei progetti: “L’informalità, la schiettezza, la spontaneità è sempre molto importante nei nostri progetti; un’approssimazione che permette ad interessi e situazioni di sovrapporsi creando sempre qualcosa di nuovo. Progetti recenti, come il nostro lavoro ad Hackney Wick, cercano di stabilire delle strutture che di per sé incorporino ambizioni su larga scala, mentre continuano a basarsi sulla forza e l’incisività della scala ridotta e delle azioni locali. Anziché prevedere risultati finali su larga scala e iniziare con la loro realizzazione, confidiamo che la più ampia visione si svilupperà attraverso un processo.” “public works” si può definire un innovatore nella disciplina dell’architettura e della pianificazione. Colloca i propri progetti fra l’arte e l’architettura con lo scopo di utilizzare un linguaggio comunicativo informale applicato ad un contesto 116

Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

tipicamente regolativo come quello della pianificazione, e viceversa: “Idee e pratiche provenienti da un contesto artistico possono essere testate nella pratica più applicata dell’architettura. La collaborazione ci permette di esplorare possibilità, concettuali e pratiche, di testare, pensare e sviluppare l’una all’interno dell’altra.

L’arte nel contesto architettonico e della pianificazione, e viceversa l’architettura in un più ampio contesto artistico e culturale.” …

“Come artisti e architetti, condividiamo un denominatore comune – lo spazio pubblico. Questo ci induce ad aver a che fare con differenti contesti - quello sociale, economico, politico e regolativo.

Il contesto artistico ci permette di sperimentare e non ci richiede di conformarci a standard prestabiliti. La disciplina architettonica ci consente di agire utilizzando una conoscenza regolativa e più strumenti spaziali.”

L’esperienza di “public works” fa riflettere sui diversi possibili approcci alla disciplina architettonica e urbanistica. Nel tentativo di formalizzare ciò che nasce come informale, trasportandolo nella dimensione del progetto, di un network di pratiche; “public works” offre una visione della città e dei suoi abitanti che trascende dalle logiche di mercato e commercializzazione dello spazio. L’arte, da questo punto di vista, permette di dare un valore aggiunto a quelle dinamiche La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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che appartengono al vivere urbano. Il punto di partenza del processo progettuale si colloca, infatti, sulla dimensione affettiva e di appartenenza alla città che i cittadini vengono invitati a manifestare attraverso la partecipazione. La forma tradizionale dello spazio pubblico scompare dietro una dimensione più immateriale di spazio, che si snoda tra i confini materiali della città – a metà tra la definizione ideale di spazio pubblico e spazio privato. Lo spazio pubblico che “public works” progetta e produce, è uno spazio mobile e temporaneo; è la creazione di uno spazio che ospita lo scambio di idee e le aspirazioni dei cittadini.

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Capitolo 3 | Hackney Wick & Fish Island

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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CAPITOLO 4 Spazio e urbanità

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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“I dream of a city in which action grows out of knowledge and understanding; where you haven’t got it made until you can help others to get where you are or beyond; where social justice is more prized than a balanced budget; where I have a right to my surroundings, and so do all my fellow citizens; … where scarcity does not build a barb-wire fence around carefully guarded inequalities; … where I don’t have to translate my ‘expertise’ into jargon to impress officials and confuse citizens” Sandercock, Cosmopolis II, 2003

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Capitolo 4 | Spazio e urbanità

INTRODUZIONE | UN CONFLITTO IDEOLOGICO “Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo ad un dialogo.”

Calvino, Le città invisibili, 1972 La vicenda di HWFI, dei suoi collettivi, della produzione di spazio e costruzione della città dal basso, nel contesto di un così imponente progetto di trasformazione urbana, ha fatto emergere il contrasto tra due visioni opposte della rigenerazione.

La sovrapposizione tra l’ambiziosa vision del sindaco di Londra per lo sviluppo di nuove centralità urbane e quella dei collettivi artistici di HWFI ha determinato una forma di conflitto ideologico.

HWFI è un quartiere che ha dimostrato quanto la diversità, l’informalità, l’imprevedibilità della produzione creativa riescano a costruire spazi che riflettono le reali ambizioni e desideri dei suoi abitanti. Hanno dato testimonianza di quanto una città costruita dal basso risponda a logiche totalmente diverse rispetto a quelle a cui la pianificazione istituzionale è spesso condizionata; e proprio queste logiche permettono ai cittadini di manifestare quel senso di appartenenza alla città e diritto alla città (Harvey, 2003) che altrimenti rimarrebbe nell’ombra, o passerebbe in secondo piano.

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

Renders del Parco Olimpico.

Da: www.queenselizabetholympicpark.co.uk

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Il conflitto ideologico che si genera attorno alla vicenda mi ha portato a riflettere su alcune nozioni teoriche alla base della disciplina urbanistica e architettonica. Sebbene una vicenda come quella descritta sollevi una quantità molto vasta di questioni; le riflessioni scaturite dall’esperienza di tirocinio e grazie all’approccio professionale di “public works”, si concentrano sui concetti di ‘spazio’, di ‘urbanità’ e ‘diritto alla città’.

Lo scopo non è quello di dare un giudizio critico – positivo o negativo - in merito alle azioni della pianificazione istituzionale. Tuttavia, si vuole evidenziare come la disciplina urbanistica spesso mantenga un certo distacco dalla dimensione effettiva delle dinamiche sociali urbane, a causa dell’uso di modelli di sviluppo urbano finalizzati alla crescita economica. Dalla contrapposizione tra la pratica informale e l’azione istituzionale scaturisce una diversa visione della dimensione dello ‘spazio’ e un diverso ruolo dei suoi utenti nella sua produzione. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è stato dimostrato dalla capacità dei collettivi informali di HWFI di influenzare l’agenda della pianificazione. In un interstizio del processo di piano ad HWFI si è manifestata una ri-appropriazione organizzata di una parte di città che è stata in grado di rafforzare una comunità e il suo radicamento sullo spazio urbano; far riemergere l’identità produttiva e creativa di un’area abbandonata dalla dismissione industriale; conquistare temporaneamente il riconoscimento e la tutela 124

Capitolo 4 | Spazio e urbanità

da parte dell’autorità di pianificazione.

LA NOZIONE DELLO SPAZIO OLIMPICO La pratica della pianificazione istituzionale di categorizzare e definire lo spazio, al giorno d’oggi, è ben individuabile nei principi del marketing territoriale. I caratteri dello spazio, secondo questi principi, vengono sempre più frequentemente ricondotti alla loro fruizione contestuale e al tipo di esperienza per la quale vengono pensati. Un esempio è proprio il caso delle Olimpiadi di Londra del 2012, dove è stato creato un vero e proprio brand che accorpasse sia l’esperienza dei Giochi Olimpici, sia quella di vivere in una nuova e moderna parte di città. Da qui la creazione di una serie di suggestive immagini che accompagnassero tutte le fasi della rigenerazione, dai primi interventi all’ immagine del futuro Parco Olimpico e dei nuovi quartieri. La produzione immaginaria e non dello spazio, messa in atto in questo caso, può essere inquadrata nella pratica del brandscaping1 (Pavoni, 2010).

Questa costituisce un tentativo di restituire una rappresentazione statica dello spazio, ben organizzata,

Il progetto per un quartiere interamente realizzato da Ikea a sud del Parco Olimpico.

Da: www.strandeast.co.uk

1 Brandscape è un termine introdotto dall’antropologo John Sherry nel 1986 (Upshaw, 1995), nella letteratura del marketing fa riferimento alla convergenza tra i concetti di ‘brand’ e ‘space’ all’interno delle strategie di branding. Si tratta sostanzialmente della promozione di una immagine, un’atmosfera simbolica accostata ad un’azione di produzione dello spazio (Klingmann, 2007) La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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Immagini tratte dalla presentazione dell’ODA sulla fase di preparazione alle Olimpiadi.

Da: ODA, ‘Demolish, Dig, Design’, 2007

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Capitolo 4 | Spazio e urbanità

prevedibile, attraverso un’immagine che comunica l’esperienza connessa ad sua particolare atmosfera (Klingmann, 2007).

L’immagine che è stata prodotta delle aree destinate al Parco Olimpico descrive una situazione di vuoto e di mancanza di qualità positive; priva delle caratteristiche di uno spazio ideale: sicurezza, pulizia, controllo, ordine, funzionalità. A questo messaggio è stato contrapposto quello di uno spazio vivibile, fruibile e sicuro del territorio rigenerato; di fatto, è stata riprodotta un’atmosfera di piacere che garantisse una nuova immagine al territorio (Pavoni, 2010).

Questo processo può essere considerato una forma di deterritorializzazione dello spazio, nel senso che tende a ridurre la sua molteplicità e a semplificare le sue sottili complessità territoriali (Karrholm, 2007). Tali “complessità territoriali sono costituite da un ampio numero di produzioni territoriali, dalla poliritmia e da una relazione non gerarchica tra differenti produzioni territoriali” (Karrholm, 2012, p.92); in questo senso lo spazio è costantemente in costruzione e ri-costruzione attraverso differenza e ripetizione, una entità multipla in continuo movimento (Deleuze, 1994).

La visione dello spazio, nella sua complessità e molteplicità, è ben individuabile anche nella letteratura del sociologo francese Bruno Latour (2005). In un’applicazione della sua Actor Network Theory egli considera la necessità, nella disciplina architettonica, di superare la visione dello spazio nella sua dimensione euclidea, “lo spazio euclideo è quello La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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‘This House was Once a Home”, Paul Noble, 1993.

Da: www.lifeisland.org

spazio nel quale gli edifici vengono disegnati sulla carta, ma non l’ambiente nel quale tali edifici vengono costruiti – e ancor meno il mondo nel quale vengono vissuti” (Latour, Yaneva, 2008, p. 81).

Sempre secondo Latour (2008), “dovremmo aggiungere le dimensioni umane soggettive e intenzionali ad un mondo ‘materiale’ che è meglio descrivibile da forme geometriche e calcoli matematici” (Latour; Yaneva, 2008, p.86). La visione di Latour (2005) comporta una più complessa lettura dello spazio; concepisce lo spazio nel suo ‘divenire’ piuttosto che nel suo ‘essere’; nel suo essere composto da un network di entità multiple.

Se dunque, attraverso il brandscape olimpico si restituiscono due immagini statiche dello spazio – quella del ‘pre’ e ‘post’ rigenerazione – l’effetto che si viene a produrre è, di fatto, una cancellazione della molteplicità che compone lo spazio, inserendola altresì in un quadro temporale statico e definito.

SPAZIO SOCIALE E SPAZIO ASTRATTO La decisione da parte delle autorità olimpiche di assumere il totale controllo per una trasformazione di così grande impatto, soprattutto nella sua fase iniziale, ha prodotto una serie di dinamiche sociali che non trovano spazio nella retorica di promozione dell’evento (brandscape).

Lo spazio, infatti, si è configurato come conflitto, dissenso, 128

Capitolo 4 | Spazio e urbanità

come

una

convivenza

travagliata

di

realtà

multiple;

cristallizzarlo in una semplice vicenda fatta di un ‘prima’ e di un ‘dopo’ in una progressione verso esiti pacifici e consensuali equivale a cancellare lo spazio stesso. Il processo di rigenerazione dell’area olimpica nella sua fase iniziale sembra, dunque, non aver considerato la complessità caotica e conflittuale dello spazio. Le autorità hanno eluso la forza resiliente del tessuto urbano, occupando, invece, una posizione predominante di controllo.

Lo scopo primario è stato quello, attraverso una tempistica prestabilita, di predisporre il terreno per i Giochi Olimpici e successivamente per un grande intervento di riqualificazione urbana. L’utilizzo dell’evento olimpico come strumento di una vasta operazione di pianificazione viene giustificato dai vantaggi che dovrebbe produrre sulla scala vasta, a discapito

Immagine della protesta degli Space Hijackers.

Da: www.spacehijakers.org

degli interessi locali.

Su questo contrasto tra due visioni diverse, emerge il dualismo del concetto di spazio proposto da Lefebvre (1991), che individua due tipologie di spazio: lo spazio sociale e lo spazio astratto. Il primo tipo, è il risultato di un processo di produzione/creazione collettiva e sociale. Questi spazi sono costituiti attraverso azioni collettive, intellettuali e pratiche, di un ampio numero di individui durante un lungo periodo di tempo. Queste, dunque, sono state sviluppate e trasformate in accordo con le necessità di diverse generazioni da diversi attori nel corso della storia. La collaborazione, la La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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riconciliazione e la creazione di una cultura che sorgono dalle rappresentazioni spaziali della vita di tutti i giorni vanno a costituire gli spazi sociali. Perciò, questi spazi rappresentano l’esistenza sociale individuale e collettiva. Tali qualità non possono essere ritrovate negli spazi che sono stati disegnati e prodotti in un breve periodo di tempo da un singolo individuo o istituzione individuando una proposta per il loro utilizzo.

La seconda tipologia di spazi individuata da Lefebvre (1991), riguarda gli spazi prodotti come il risultato dell’intervento umano, in opposizione allo spazio sociale. Questi spazi sono prodotti dal capitalismo e neocapitalismo, disegnati e realizzati nell’esercizio del potere, come il risultato di una collaborazione tra stato, capitale e conoscenza istituzionale ed esclusi dai processi sociali. Lefebvre (1991) definisce queste tipologie di spazio, spazi astratti. Questi, al contrario

Il villaggio andaluso di Juzcar ha ospitato nel 2011 il set cinematografico del film ‘I Puffi’ realizzato dalla Sony pictures. Gli abitanti hanno rinunciato al colore bianco, che caratterizza le costruzioni locali, acconsentendo di dipingere in modo permanente l’intero villaggio di blu, trasformandolo in una meta turistica di notevoli dimensioni a discapito della propria identità storica Da: www.planum.net

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dello spazio sociale, non si costituiscono attraverso processi collettivi; e per questo motivo non garantiscono a tutte le persone un’equa opportunità di accesso. Gli spazi astratti emergono nell’intersezione tra disciplina e potere, in tal senso rappresentano spazi gerarchici appartenenti a certi gruppi sociali: leader politici, gruppi di attori con interessi economici, architetti e urbanisti che abbiano l’interesse di dominare organizzazioni sociali. Secondo Lefebvre (1991), la produzione capitalistica dello spazio ha come effetto l’omogeneizzazione e la frammentazione dello spazio stesso.

Il brandscape olimpico può essere definito, dunque, un Capitolo 4 | Spazio e urbanità

tentativo di produrre quello che Lefebvre indentifica nello spazio astratto. L’indeterminatezza della Lower Lea Valley è stata utilizzata come semplificazione e riduzione ad un ‘vuoto’ di uno spazio con una identità, con dei caratteri, ma soprattutto con una dimensione sociale. Questo contrasto emerge proprio nelle vicende conflittuali che hanno caratterizzato la prima fase della trasformazione. Se prima questo territorio è stato mostrato nel suo essere vuoto, poi è stato utilizzato lo strumento delle Olimpiadi per estetizzarlo e rappresentarne un’immagine completamente rinnovata.

L’ARTE SUGLI SPAZI ‘VUOTI’ DELLA LOWER LEA VALLEY Una visione opposta dei territori della Lower Lea Valley proviene dalla produzione artistica della comunità di Hackney Wick. I collettivi informali che hanno iniziato ad occupare i magazzini industriali di Hackney Wick agli inizi del 2000, hanno concentrato la loro produzione culturale ed artistica sulla rappresentazione dello spazio circoscritto dal Parco Olimpico e circostante ad esso, in modo che il processo della rigenerazione venisse percepito da un diverso punto di vista. L’espressione artistica, oltre ad uno scopo evidentemente di protesta, ha avuto il ruolo di riconnettere questi luoghi alla loro condizione temporanea, allo loro complessità, al conflitto come fenomeno sociale La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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dello spazio. L’arte prodotta ha voluto dimostrare come non sia possibile eludere le differenze e i confronti della quotidianità allo scopo di realizzare un progetto su ampia scala. La valorizzazione dei luoghi nelle opere degli artisti avviene attraverso la rappresentazione delle loro complessità, mediante il racconto del territorio, nella fase precedente alle demolizioni, in tutte le sue sfaccettature. Incorporando una evidente critica al processo di capitalizzazione e brandscaping, gli artisti iniziano a collaborare tra loro non limitandosi al racconto del territorio ma aprendo ad opinioni alternative sull’argomento della rigenerazione.

“I want to question urban planning through the study of places which ascape a fixed definition of city or of architecture: empty lots, waste lands, demolition sites; places which due the forgetfulness or lack of interest escape a defined design and are open to all kind of possibilities.”

Almarcegui, 2009

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Capitolo 4 | Spazio e urbanità

Lara Almarcegui, “A Guide to the wastelands of the Lea Valley” (2009), attraverso immagini, testo e mappe mette in rilievo la sua diversità in opposizione alla visione della pianificazione.

Da: www.wasteland-twinning.net

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“Olympic Visions”, Alessandra Chila (2007) enfatizza l’esistenza di una comunità mista, che vive in un ambiente in cui elementi naturali e industriali coesistono in un contesto pieno di potenzialità, in opposizione allo scenario monodimensionale delle Olimpiadi.

Da: www.alessandrachila.com

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Capitolo 4 | Spazio e urbanità

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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I lavori di Penny Cliff e Christopher Preston, “Big Blue Fence”, si focalizzano sulla celebre rete blu che segna i confini della zona olimpica.

Da: www.immediate-theatre.com

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Capitolo 4 | Spazio e urbanità

“Go for Gold - Before and After the Olympics”, (2007/2009), il fotografo e artista Gesche Würfel ha fotografato i territori della Lower Lea Valley prima e dopo le OlimpiadiDa: www.foto8.com

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“Quando dico che ho scelto come oggetto di questa trasmissione la forma di una città, la struttura di una città, il profilo di una città, voglio difendere qualcosa che non è sanzionato che non è codificato, che nessuno difende…che è opera del popolo, dell’intera storia del popolo di una città, di una infinità di uomini senza nome che però hanno lavorato all’interno di un’epoca che poi ha prodotto i frutti più maturi, più estremi e più assoluti nelle opere d’arte d’autore.

Con chiunque tu parli è immediatamente d’accordo con te nel dover difendere un’opera d’arte d’autore…un monumento, una chiesa, un campanile, un ponte, un rudere il cui valore storico è ormai assodato. Nessuno invece si rende conto che quello che va difeso è proprio questo passato anonimo, senza nome, il passato popolare”.

Pasolini, “Io e..”, 1974

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Capitolo 4 | Spazio e urbanità

URBANITA’ E DIRITTO ALLA CITTA’ Come è stato descritto nel capitolo precedente a riguardo della mia esperienza di lavoro sul campo con la comunità di HWFI, ciò che mi permette di sostenere una ridefinizione del concetto di ‘spazio’ e di ‘urbanità’, è il modello di sviluppo alternativo che ha portato ad una trasformazione urbana di successo nel quartiere di Hackney Wick.

Questo modello diverso di vivere e sviluppare la città, emerso attraverso pratiche informali e guidato da una comunità di giovani creativi, si è manifestato, in fase embrionale, nell’uso della pratica del riciclo. Pratica che ha assunto connotati sempre più complessi, a partire dalla riappropriazione di strutture industriali esistenti e vuote, al riuso dei materiali, allo scambio e all’aiuto reciproco. L’obiettivo è stato quello di far rivivere gli ex-magazzini industriali trasformandone gli spazi ad uso residenziale/lavorativo, attraverso un design libero, rivolto ai gusti, alle necessità e agli stili di vita dei suoi utilizzatori. La LDA ha identificato più di 600 tra spazi comuni per vivere/lavorare e piccole imprese innovative; chi occupa questi spazi sono designers, professionisti nel campo del video, fotografia e comunicazione e artisti; hanno inoltre trovato spazio gallerie, cafè e piccole imprese, dalla stampa

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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alla consulenza finanziaria2 . Un ampio numero di questi exmagazzini è stato trasformato in piattaforme multifunzionali di carattere pubblico, ospitando svariate iniziative culturali.

Il successo di questa vivacità e organizzazione dei collettivi informali è stato quello di guadagnare gradualmente l’attenzione delle autorità di pianificazione e un sostanziale supporto economico da rilevanti agenzie per lo sviluppo culturale.

Tuttavia, la creazione di un quartiere la cui crescita gravita attorno alla cultura non è rientrato, almeno nella fase iniziale3 , tra gli obiettivi delle istituzioni della pianificazione ‘ufficiale’; è stato, invece, il risultato di pratiche e progetti pluralistici sviluppati direttamente dai suoi cittadini. Il modello di città che ne risulta riflette quel concetto di ‘città ideale’ supportato da alcuni rilevanti esponenti accademici come Jacobs (1961), Sorkin (1992), Soja (2000) e Sandercock (2003). Questi autori supportano questo modello alternativo di città in cui la crescita supera i confini della dimensione locale, ed è costituita più da un processo di ‘scoperta’ che dall’imposizione di condizioni di vita standardizzate. La 2 Fish Island Area Action Plan (FIAAP), Tower Hamlets, 2012, (www. towerhamlets.gov.uk) 3 Nel momento in cui il carattere di HWFI come ‘cultural hub’ (LLDC) è entrato nell’agenda della pianificazione, questo è stato più che altro alimentato nell’ordine di attrarre interesse nell’area; nel tentativo di speculare nel suo essere ‘alla moda’, provocando inevitabilmente dinamiche di innalzamento del prezzo degli affitti.

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Capitolo 4 | Spazio e urbanità

capacità di tradurre il potenziale immaginativo della città e materializzarlo nella trasformazione della sua forma fisica presente e futura direttamente da parte dei cittadini, ha posto alcuni interrogativi sulla concezione contemporanea del ‘vivere urbano’ e sul ruolo della pianificazione (Koledova, 2013).

Per capire come la città viene vissuta e concepita dai suoi cittadini è cruciale capire come l’immaginazione e le ambizioni dei cittadini si riflettono sulla realtà dello spazio. Dunque, secondo Harvey (2000) quello che si sta manifestando nella città contemporanea riguarda lo sforzo, da parte della maggior parte delle manifestazioni di creatività urbana, di fuggire da una condizione urbana in cui la ‘diversità’ viene semplificata e viene messa in discussione la possibilità e capacità di immaginare e attualizzare trasformazioni sociali e diversi

‘We don’t want it imagining for us.

We don’t want it overimagining.

We want to imagine it for ourselves.’

Iain Sinclair

orizzonti urbani (Harvey, 2000). Da questo punto di vista, Jane Jacobs (1961) accusa la pianificazione di imporre spesso una sorta di ordine artificiale, come se “la città fosse un bambino ostinato che viene costretto ad obbedire a chi pensa di saperne di più” (Jacobs cit. in Alexiou, 2006, p.5). Tuttavia, la caratteristica principale della dimensione urbana nella città post-fordista è la diversità, in una contesto in cui vi è una relazione e un interscambio costante tra globale e locale (Sandercock, 1998). La diversità e la complessità dello spazio vengono semplificate in un processo in cui gli aspetti sociali, nelle politiche per la città, sono subordinati a principi economici. In La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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“Change is the only certain thing.. Play your part!” Graffiti ad Hackney Wick Da: www.ldngraffiti.co.uk

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Capitolo 4 | Spazio e urbanità

tal senso la crescita della città contemporanea viene spesso condotta dalla pianificazione istituzionale attraverso principi di mercato, mediante un approccio imprenditoriale. Secondo questo approccio, vengono istituite delle partnerships che sviluppano azioni frammentarie (progetti) per la crescita della città (Groth, Corijn, 2005). Perciò, come nel caso analizzato, vengono a contrapporsi due diversi modelli di rigenerazione: l’una guidata da scopi culturali, e l’altra prevalentemente fisica guidata da scopi di mercato. In un clima in cui le questioni urbane vengono considerate in maniera meno rigida - in corrispondenza con la trasformazione a livello istituzionale segnata dal passaggio dal concetto di ‘governo’ a quello di ‘governance’ - le partnerships pubblico-private vengono istituite come modo più efficace di raggiungere gli scopi dello sviluppo urbano. Tuttavia, il risultato di questo modello di negoziazione non sfocerà necessariamente in una grande apertura ai bisogni dei cittadini e ad un approccio democratico.

Come già ampiamente descritto in questo capitolo, l’approccio imprenditoriale applicato nel caso delle Olimpiadi, mira ad accrescere la competizione internazionale e il marketing dell’immagine. Si producono spazi che sono largamente semplificati sotto la prerogativa della commercializzazione dei beni e il controllo; e basati su una superficiale ed estetica strumentalizzazione della diversità (Relph, 1987; Harvey, 1989).

Secondo questa prospettiva, dunque, come collocare il La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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conflitto e i bisogni emersi in un modello diverso di sviluppo urbano, come quello di HWFI? Questi fenomeni incorporano una ‘differente’ nozione di urbanità. La riappropriazione dello spazio permette il manifestarsi e il concretizzarsi di questo concetto; nel processo in cui lo spazio viene riappropriato di funzione culturali varie o di altri usi si realizza il significato dello spazio socialmente costruito come quel luogo nella città contemporanea dove “valori, identità e modelli di riferimento vengono posti a confronto” (Lefebvre cit. in Groth, Corijn, 2005, p. 506). Le iniziative e le trasformazioni dello spazio bottomup sono da intendere come l’espressione di un diritto basato sull’esperienza vissuta della città.

La città può essere trasformata dal basso e i cittadini possono essere gli attori protagonisti di questo cambiamento. A partire dalle pratiche spontanee di cittadinanza attiva si può reinventare una nuova dimensione pubblica.

Queste azioni manifestano un “diritto attivo di creazione, come libertà di creare e ricreare la città esistente anche partendo dalle sue pieghe, dai suoi interstizi residuali” (Marra in Mela, 2014, p.125).

Tale diritto sembra trovare un’esatta collocazione nella teoria di Lefebvre sul ‘diritto alla città’. Il diritto alla città dovrebbe modificare e concretizzare il diritto dei cittadini, come abitanti della città e utenti di multipli servizi. Si tratta del diritto ad esprimere le proprie idee nello spazio e nel tempo delle proprie attività in ambiente urbano; ciò comprende anche il 144

Capitolo 4 | Spazio e urbanità

diritto a vivere il centro della città anziché vedersi allontanati e dispersi ai margini della città. In altre parole il diritto alla città prevede che gli abitanti abbiano due sostanziali diritti: il diritto a coprire un ruolo centrale nella produzione dello spazio; e il diritto ad appropriarsi dello spazio urbano (Lefebvre, 1991). La manifestazione di tali diritti va a costituire la necessità, nella città post-industriale e globale, di concretizzare quel senso di appartenenza alla città, incorporato nel concetto di urbanità.

PIANIFICAZIONE: NECESSITA’ DI UN NUOVO APPROCCIO? Quello che emerge da questa esperienza, soprattutto nella sua contrapposizione ad un piano di rigenerazione urbana di tali dimensioni, può essere identificato in quella che Sandercock

Derrière la gare Saint-Lazare, Paris, France, 1932, Bibliothèque nationale de France, Paris © Henri Cartier-Bresson Da: www.moma.org

definisce una forma di ‘urbanistica insorgente’ – ovvero delle azioni che “incorporino l’incertezza come potenziale spazio di apertura radicale, in modo che alimenti una visione di una cultura più sperimentale, più tollerante e multifocale” (Sandercock, 1998, p.120).

La graduale formazione di una piattaforma condivisa da attori informali e rappresentanti delle istituzioni (LLDC), per le decisioni sul territorio i Hackney Wick, ha portato all’apertura di un dibattito pubblico sulla rigenerazione e ad una revisione dell’agenda della pianificazione. Ad una visione più monodimensionale di quest’ultima si è contrapposta La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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un’ottica più complessa dello sviluppo urbano, costituita dalla

Immagine tratta da sito web di Park Fiction, un collettivo che ha guidato il processo di costruzione dal basso di un parco nel quartiere a luci rosse di Amburgo.

Da: www.parkfiction.net

Da: www.parkfiction.net

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sovrapposizione di continue contraddizioni ed esperienze di vita; è stato, di fatto, avviato un processo di costruzione di uno spazio aperto al cambiamento, con un elevato grado di diversità, e ampiamente non specificato in quanto a razionalità funzionale ed economica (Groth, Corijn, 2005).

Dunque, più che un bisogno di applicare una pianificazione ‘dal basso’, si manifesta la necessità di una differente tipologia di dibattito pubblico. L’obiettivo dei collettivi informali si è materializzato nella ricerca di un dialogo con le istituzioni e nel tentativo di cambiare la sua metodologia – ovvero, di sovvertire uno schema. Di fatto, si è determinata una coalizione ibrida, in cui gli attori urbani sono liberi cittadini, professionisti, rappresentanti di associazioni e di autorità governative. “Anziché parlare di ‘pianificazione bottom-up’, tali azioni devono essere recepite come la creazione di piattaforme che attraggono diversi attori urbani, che ricerchino coalizioni e sinergie che portino a diagnosi più adeguate e possibilità per nuovi modi di pensare” (Groth, Corijn, 2005, p. 521).

Emerge la necessità di ridefinire il processo di costruzione della città; nella pianificazione, più che una suddivisione rigida tra gruppi di interesse diversi, dovrebbe crearsi un rapporto sinergico che tenda ad unire la dimensione urbana, piuttosto che renderla frammentata. In termini pratici la città dovrebbe essere dotata di spazi incontrollati non commerciali, che siano socialmente sostenibili e capaci di integrare un mix di attività Capitolo 4 | Spazio e urbanità

socio-culturali, economiche e politiche. Questi spazi, all’oggi, si si determinano negli interstizi temporali dei processi di piano, non sono il risultato di misure top-down o bottom-up della pianificazione, né partecipano alla competizione tra città e tra territori.

Viene a prodursi un fenomeno in controtendenza rispetto alle dinamiche della città globale e rispetto a quella competizione tra città nel contesto del mercato globalizzato. La città, secondo l’ottica degli spazi liberi e temporanei, assume il ruolo di ‘memoria storica collettiva’: il caso degli ex-magazzini industriali di Hackney Wick dimostra come sia possibile preservare la loro qualità estetica e la loro territorialità pur essendo stati spogliati dalle funzioni originali. In questo senso, si produce un effetto di appropriazione naturale degli spazi urbani e si manifesta il diritto al loro accesso e condivisione. In tal modo vengono a crearsi nuove relazioni con il ‘pubblico’, più spontanee e meno strumentali.

Come è stato già dimostrato, le azioni dei collettivi informali non si sono tradotte in una mera opposizione e protesta, sebbene i loro obiettivi fossero opposti rispetto alle priorità del processo di rigenerazione. Tuttavia, questi collettivi hanno costruito sugli spazi di Hackney Wick una determinata ‘identità progettuale’, ovvero una capacità di partecipare in modo professionale al dibattito sulla trasformazione dello spazio. Questo si è tradotto, ad esempio, nella costituzione del CIG (Cultural Interest Group), nel quale sono stati inclusi attori La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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provenienti dalla sfera politica locale e direttamente dalle autorità di pianificazione. Per quanto il ruolo dei partecipanti a questa piattaforma si sia rivelato professionalizzante per alcuni membri, il fattore più rilevante emerso è quello dell’importanza della creazione di un network orizzontale di attori diversi. Questo permette il manifestarsi di una diversa visione dello sviluppo e di un contributo importante alla valorizzazione dei luoghi nel processo di pianificazione; questa, infatti, sempre più frequentemente, rischia di produrre impatti negativi sulle qualità intrinseche di questi luoghi.

Nell’ottica di considerare nuovi approcci alla pianificazione, devono essere messi in evidenza due aspetti fondamentali che caratterizzano la vicenda descritta in questa tesi. Innanzitutto, le condizioni che hanno permesso che si realizzasse: la condizione di ‘vuoto’ temporale, ovvero l’isolamento dell’area rispetto alle previsioni della pianificazione in un ampio arco temporale; il supporto dei professionisti (“public works”, muf, Affordable Wick di Richard Brown ecc.) e degli attori rappresentanti delle autorità di pianificazione (LLDC).

Ovviamente, una prerogativa fondamentale è stata la cooperazione e la creatività dei collettivi informali che hanno occupato l’area nel tentativo di fuggire da quelle aree dell’East End londinese investite dal processo di gentrification. Questi ultimi hanno contribuito a democraticizzare i processi, anche nel caso in cui le loro richieste troveranno sempre meno 148

Capitolo 4 | Spazio e urbanità

spazio nelle decisioni finali della pianificazione. Il successo di questa manifestazione di riappropriazione della città è stato quello di creare una complessa sfera pubblica che ha occupato una posizione rilevante all’interno dell’agenda urbana, attraverso la creazione di un forum di negoziazione attiva fra attori diversi di fazioni opposte.

Nella condizione della città contemporanea sembra sempre più necessario, da parte della pianificazione, definire delle politiche che trattino le multiple eterogeneità dello spazio, senza reprimere le loro diversità (Harvey, 2000). Il fatto di riconoscere sub-culture e le realtà multiple della città, dove si realizza una più complessa nozione di ‘urbanità’, sarebbe un primo e rilevante passo verso un cambiamento in questo senso.

Come sostiene Leonie Sandercock (2003), nel disegnare un modello di città più creativo, vivace e democratico, dovremmo adottare nuovi modelli di pianificazione, che espandano il linguaggio della pianificazione oltre la razionalità strumentale e il sistema mondo; essa dovrebbe trattare con la negoziazione, la speranza, la paura, la memoria ed avere il coraggio di rompere le regole così come implementare e migliorare le abitudini della razionalità critica e analitica.

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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IL GOVERNO DEL TERRITORIO TRA LOCALE E GLOBALE Rimandando alle condizioni di contesto della città globale, se da una parte è emersa la necessità di spazi ‘neutrali’ per la città - spazi di relazione spontanea e identificazione del diritto alla cittadinanza – e quindi un approccio ‘locale’ più pluralistico delle politiche urbane; dall’altra si manifesta un cambiamento nella prospettiva e nelle condizioni proprie dell’azione pubblica. In una analisi esaustiva di Chiara Mazzoleni (1993) sulla contrapposizione dei significati di locale/globale nella metropoli contemporanea emergono alcuni mutamenti concettuali che trovano riscontro nelle argomentazioni dei paragrafi precedenti. Ciò che emerge, è una sorta di indebolimento di una dimensione di piano che garantisca un orientamento progettuale unitario, una maggiore difficoltà nel raggiungimento di una progettualità collettiva, ovvero nella quale sia possibile trovare una convergenza di interessi (Perulli, 1993). Nel tentativo di trasformare obiettivi sociali ed economici della spesa pubblica, si manifesta una forma di superficialità sull’applicazione di criteri di giustizia sociale. Ciò avviene in un contesto in cui si viene a produrre, in modo sempre crescente, “la discordanza tra l’immagine della città depositata nel senso comune, cioè l’idea della città come specifica entità fisica, sociale, economica, culturale, come luogo dove si formano particolari stili di vita e l’effettivo ruolo, che appare sempre più debole, svolto dalla stessa nella definizione di strategie 150

Capitolo 4 | Spazio e urbanità

in grado di incidere sulla struttura economica, sulle condizioni di lavoro, sulla produzione del reddito e sulla qualità della vita della popolazione insediata” (Mazzoleni, 1993, p. 139).

Come è stato descritto nel capitolo introduttivo di questa tesi, la realtà in cui si colloca la discordanza tra le due prospettive della città a cui fa riferimento Chiara Mazzoleni (1993), è condizionata da una tipologia di sviluppo imposta dall’internazionalizzazione dell’economia e dalla globalizzazione dei flussi. Si assiste in questo senso ad un progressivo distacco tra i cambiamenti nelle strutture socio-territoriali e delle loro modalità di insediamento e i meccanismi del controllo sociale, di gestione dello sviluppo e delle sue implicazioni sul territorio. Venuta a mancare la condizione di continuità territoriale, a causa dei fenomeni che hanno investito l’economia della città globale, ciò che si impone è un carattere più frammentario sia dei fenomeni socio-spaziali sia delle politiche del governo del territorio.

Nella vicenda affrontata – oltre a due diverse interpretazioni dello spazio - si delineano due dimensioni opposte di città, una città locale e una città globale. Queste dimensioni non appaiono in una distinzione gerarchica riferita ad un ordine di grandezza; risultano, invece, essere compenetrate in uno spazio immateriale in cui ciò che le distingue è sostanzialmente una differente interpretazione della forma, della struttura e delle modalità della crescita urbana. In

La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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questo senso, a supporto della necessità di rivedere il significato dell’urbanità, può essere letto un mutamento nell’approccio alle questioni della città da parte del governo del territorio. Tale mutamento presume, infatti, il passaggio da una condizione in cui i caratteri spaziali e fisici della città corrispondevano al suo essere ‘urbano’, ad un contesto in cui “viene a mancare la corrispondenza spaziale tra i caratteri che identificano l’urbano e le agglomerazioni compatte e geograficamente circoscritte” (Mazzoleni, 1993, p.140). In questa prospettiva, emerge una nuova logica nella regolazione dei rapporti tra produzione, società e spazio che obbliga a spostare l’obiettivo delle riflessioni sulla città dallo ‘spazio dei luoghi’ allo ‘spazio dei flussi’ (Mazzoleni, 1993). Il fenomeno urbano, in questa ottica, si traduce in un’organizzazione spaziale dinamica, in mutamento costante in cui le dinamiche strutturanti sono costituite da relazioni di complementarietà, anziché su quelle di dipendenza gerarchica. In tal senso, l’azione del governo del territorio più che all’efficienza produttiva e alla fornitura ottimale di beni e servizi dovrebbe puntare all’individuazione delle forme organizzative e dei meccanismi istituzionali in grado di coordinare al meglio la crescita della città e cercare di ridurre gli elementi di conflitto che si generano tra integrazione economica e differenziazione sociale (Dente, 1989).

Il conflitto generatosi attorno alla vicenda delle Olimpiadi London 2012 e al processo di rigenerazione della Lower Lea 152

Capitolo 4 | Spazio e urbanità

Valley, oltre a scaturire la manifestazione di un approccio alternativo alla trasformazione della città e la rivendicazione di un diritto alla costruzione dello spazio, ha dimostrato come vi sia una difficoltà tangibile nell’esercizio della pianificazione nel contesto della città globale. Tale difficoltà si manifesta nel tentativo di gestire e conciliare le tensioni che nascono nelle due principali funzioni che la città contemporanea è portata a svolgere: “quella di una sorta di grande infrastruttura collettiva dello sviluppo economico e di tassello nella scacchiera mondiale della multi-localizzazione e degli scambi, e quella di ambiente che deve assicurare certe condizioni funzionali e certi livelli di qualità della vita” (Mazzoleni, 1993, p.155).

La conciliazione di queste funzioni dovrebbe costituire il principale obiettivo delle politiche urbane e la questione fondamentale con la quale deve confrontarsi la pianificazione.

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CONCLUSIONI

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Conclusioni

Lo scopo di questa tesi, attraverso l’esperienza di lavoro sul campo, è stato quello di sviluppare una riflessione su un fenomeno di cambiamento nella sfera urbana contemporanea; questo cambiamento è emerso nel contesto del recente processo di rigenerazione dell’East End londinese, avviato mediante l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 2012.

Parlando della città globale dobbiamo affrontare una serie di nozioni e pratiche per le quali negli ultimi decenni si è manifestata la necessità di una riformulazione.

A partire dagli anni ’80, infatti, la città ha manifestato i cambiamenti nella sfera economica, politica e tecnologica portati dal fenomeno della globalizzazione. Londra, in questo contesto, ha subito le trasformazioni conseguenti alla riorganizzazione dell’economia e, contemporaneamente, ha assunto un ruolo strategico quale centro di gravitazione dell’economia mondiale.

Se da una parte, dunque, si presenta un’ampia disponibilità di aree che hanno perso la loro specializzazione industriale; dall’altra si genera l’opportunità per grandiosi interventi urbanistici che accrescano il prestigio della città e attirino l’investimento estero.

Di fronte a queste operazioni, tuttavia, emerge il dibattito sui nuovi significati da assegnare allo spazio urbano; questo si manifesta ampiamente negli incontri/scontri tra diversi La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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attori, istituzionali e non, attorno al ruolo di questi spazi e alle direzioni del loro sviluppo. Nella descrizione della vicenda di rigenerazione urbana trattata, prendono forma due dimensioni opposte della città. Da un lato, la città globale, che individua in un’area un’opportunità di sviluppo e crescita per l’intera città; dall’altra quello stesso spazio urbano che, attraverso la partecipazione dei suoi cittadini, rivendica una propria forma e identità.

La vicenda di HWFI, dei suoi collettivi, della produzione di spazio e costruzione della città dal basso, nel contesto di un imponente progetto di trasformazione della città, ha fatto emergere anche il contrasto tra due visioni differenti della rigenerazione urbana.

HWFI è un quartiere che ha dimostrato quanto la diversità, l’informalità, l’imprevedibilità della produzione creativa riescano a costruire spazi che riflettono le reali ambizioni e desideri dei suoi abitanti. Hanno dato testimonianza di quanto una città costruita dal basso risponda a logiche totalmente diverse rispetto a quelle a cui la pianificazione istituzionale è spesso condizionata. Grazie all’esperienza vissuta all’interno delle dinamiche del ‘conflitto’ e anche grazie all’approccio professionale di “public works”, le riflessioni scaturite si concentrano sui concetti di ‘spazio’, di ‘urbanità’ e ‘diritto alla città’.

L’immagine dello spazio riflessa dalle due visioni della rigenerazione appare totalmente diversa. Lo spazio, nell’ottica 158

Conclusioni

delle autorità istituzionali, assume connotati funzionali al processo di marketing territoriale dell’area oggetto della trasformazione. L’immagine che ne è stata prodotta descrive una situazione di vuoto e di instabilità negativa; priva delle caratteristiche di uno spazio ideale: sicurezza, pulizia, controllo, ordine, funzionalità. A questo messaggio è stato contrapposto quello di uno spazio vivibile, fruibile e sicuro; di fatto, è stata riprodotta un’atmosfera di piacere che garantisse una nuova immagine al territorio. Questa operazione, riconducibile al fenomeno del brandscape, tende a ridurre la molteplicità dello spazio e a semplificarne le sue complessità territoriali (Kärrholm, 2007), restituendone un’immagine statica e surrealista; tendono, in sostanza, ad omogeneizzarlo sul piano estetico e consumistico.

Di contro, i collettivi informali e i creativi della zona riescono nell’intento di produrre un’immagine ben diversa di quello stesso spazio. Il loro tentativo di riconnettere le comunità allo spazio fisico, corrisponde a mostrarne la sua complessità e la sua diversità intrinseca. La nozione di spazio, in questo caso, coincide con quello che Lefebvre definisce lo spazio sociale. Si tratta del risultato di un processo di produzione/ creazione collettiva e sociale. Sono spazi costruiti attraverso azioni collettive, intellettuali e pratiche, di un ampio numero di individui durante un lungo periodo di tempo. In questo processo di costruzione dello spazio tramite una sedimentazione di dinamiche sociali si determina una specifica La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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concezione di vivere urbano che incorpora, e non elude, la diversità. L’urbanità si determina come il confronto con tale diversità, come uno spazio non pianificato in cui hanno luogo interazioni imprevedibili. Il diritto alla città corrisponde, alla capacità di tradurre il potenziale immaginativo della città e materializzarlo nella trasformazione della sua forma fisica presente e futura direttamente da parte dei cittadini.

L’intento di tali riflessioni è stato quello di porre l’osservazione al di fuori dagli schemi tradizionali della pianificazione; si è voluto partire dall’identità progettuale di HWFI come manifestazione di una capacità di resilienza urbana in grado di intraprendere un modello alternativo di sviluppo.

Questo significa considerare il discorso attorno agli spazi urbani sia per la sua dimensione formale, sia per quella informale. Nell’incontro tra due prospettive diverse della rigenerazione urbana si è cercato di superare la dimensione del conflitto, analizzando piuttosto i momenti di un dibattito che sono risultati significativi per un processo di pianificazione più democratico e dagli obiettivi più pluralistici. In ultima analisi, dunque, si è cercato di aprire un dibattito sul ruolo della pianificazione.

L’approccio degli attori informali alla protezione dello spazio e alla sua progettazione ha dimostrato un livello di professionalità tale da istituire una piattaforma di dialogo con le autorità sul destino del quartiere. Questo è stato dimostrato 160

Conclusioni

dalla capacità dei collettivi informali di HWFI di influenzare l’agenda della pianificazione. In un interstizio del processo di piano sono stati in grado di rafforzare una comunità e il suo radicamento sullo spazio urbano; far riemergere l’identità produttiva e creativa di un’area abbandonata dalla dismissione industriale; conquistare temporaneamente il riconoscimento e la tutela da parte dell’autorità di pianificazione.

Ciò che risulta, dunque, è la necessità di una rinnovata tipologia di dibattito pubblico. I collettivi informali hanno manifestato la volontà di sovvertire uno schema, di cambiare il processo secondo il quale viene sviluppata la città. Questi fenomeni corrispondono, come abbiamo visto, ad un mutamento di ruolo e di significato della città.

La città, infatti, appare come un’entità transitoria, frammentata e in costante ridefinizione nello spazio e nel tempo; è il palinsesto di una fitta rete di strategie, dinamiche, relazioni, aspirazioni, che hanno gradualmente modificato il proprio legame con la dimensione fisica dello spazio urbano. In questa prospettiva, essa attraversa una fase di crisi identitaria: se da un lato sopravvive il suo significato ideale di entità fisica, sociale, economica, culturale, ovvero di spazio che crea identità e forma stili di vita; dall’altro, la sua capacità di definire strategie in grado di indirizzare la struttura economica, le condizioni di lavoro, la produzione del reddito e la qualità della vita dei suoi cittadini è divenuta debole e sempre meno incisiva (Mazzoleni, 1993). In questo La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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contesto, dunque, sembra necessario ridefinire il processo di costruzione della cittĂ ; o quantomeno, nella pianificazione, tentare di riunire la dimensione urbana, piuttosto che renderla ancora piĂš frammentata; creare un rapporto sinergico tra gli attori urbani, piuttosto che suddividerli rigidamente in base ai loro interessi.

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Conclusioni

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APPENDICE 1 Intervista a public works

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Appendice 1

Che cosa produce public works?

Spazi e idee. …

Edifici, riviste, libri, vasi, mobili, banchetti da mercato, mostre itineranti, spazi culturali, piani strategici a lungo termine, mappe, borse, poster. Produciamo relazioni spaziali e sociali, che creano gettano le basi per una più continua e permanente attività pubblica.

Ospitiamo discussioni e facilitiamo lo scambio su più livelli, in ufficio attraverso le Friday Sessions o nel contesto dei nostri progetti attraverso eventi e workshops. Tutto ciò fa parte di un processo di costruzione di conoscenze condivise. …

Le definizioni possibili di ciò che produciamo sono molte, ma secondarie rispetto all’ambizione di creare spazi pubblici, culturali, informali e multipli. …

Cerchiamo anche di produrre un modello di collaborazione.

In che modo la struttura organica e collaborativa di public works influisce sulla progettazzione?

Promuoviamo la collaborazione e la coproduzione. …

Idealmente, iniziamo aprendo scenari ed inviti a partecipare, anziché seguire un programma rigido. Una programmazione La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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aperta tende ad aumentare il coinvolgimento dei partecipanti – rendendo il risultato visibile solo alla fine. …

Secondo il nostro punto di vista, in qualche modo, ogni persona è coinvolta nella produzione culturale e spaziale. La cultura e lo spazio pubblico compongono una sorta di massa fluida che è costruita, consumata, fatta propria, ricostruita da molte persone diverse, da interessi e ambizioni diverse. Il nostro approccio prevede la ricerca, la creazione e la delimitazione di un terreno comune per chi produce cultura da contesti diversi; professionali e non; locali e non. Il concetto di ‘sovrapposizione’ è il punto di partenza per riconoscere e delimitare uno spazio che connette i partecipanti e i diversi ambiti di produzione. Il progetto, quindi, si snoda ed evolve in questa sovrapposizione; la scopre, la negozia, la usa, la estende, la difende e, a volte, la scoglie. …

L’insieme di conoscenze generate tramite public works appartiene a tutti gli individui e gruppi con i quali lavoriamo e a tutti coloro che ne abbiano dimostrato un interesse. In questo modo, la conoscenza creata e messa a disposizione da public works è ‘open source’. Il riconoscimento agli autori è importante, ma sappiamo che c’è un punto in cui dobbiamo lasciare che ciò che abbiamo creato sia fatto proprio da altri e diventi spunto per nuove idee.

Qual è il ruolo del ‘design’ nel lavoro di public works?

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Appendice 1

Disegniamo interfacce scherzose, situazioni, processi, linee temporali e strutture per eventi. Disegniamo allo stesso modo processi, che possono portare ad una moltitudine di prodotti di scala variabile. Il design è parte del processo di coinvolgimento, uno strumento per la partecipazione.

Qual è la scala? Come viene scelta la scala? È importante?

L’informalità, la schiettezza, la spontaneità è sempre molto importante nei nostri progetti; un’approssimazione che permette ad interessi e situazioni di sovrapporsi creando sempre qualcosa di nuovo. Progetti recenti, come il nostro lavoro ad Hackney Wick, cercano di stabilire delle strutture che di per sé incorporano ambizioni su larga scala, mentre continuano a basarsi sulla forza e l’incisività della scala ridotta e delle azioni locali. Anziché prevedere risultati finali su larga scala e iniziare con la loro realizzazione, confidiamo che la più ampia visione si svilupperà attraverso un processo. …

La scala più importante è quella locale e sovra-locale, il network dei partecipanti coinvolti in un progetto, che rappresenta un’area di interazione più ampia rispetto a quella locale, e permette di confrontarsi attraverso differenti progetti, ricerche e dibattiti connessi.

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In che termini definireste il vostro lavoro come arte o architettura?

Non usiamo spesso descrivere il nostro lavoro come arte (o architettura).

Tendiamo piuttosto a descriverlo come qualcosa la cui impronta viene data attraverso il campo dell’arte e dell’architettura, e la nostra istruzione e professione si inserisce in quei campi. Entrambe queste professioni introducono un modo di pensare ed agire. È semplice descrivere quali parti siano più riconducibili all’arte.

Elementi come un piano di lavoro aperto, il desiderio di ampliare il range di criteri per definire un successo o il fallimento di un progetto, la libertà di pensare ad una moltitudine di risultati possibili e la possibilità di attingere ad un’ancor più ampio insieme di temi e questioni nell’approccio ai progetti. …

Il nostro lavoro è sullo spazio e sul tempo. Ha a che fare con la città, accetta una responsabilità sociale, dimostra un dovere ad interessarsi alle persone e ai luoghi che entrano in contatto con noi. Storicamente, i migliori esempi architettonici sono divenuti forti riferimenti per la cultura. Nel contesto contemporaneo questo necessita di essere ridefinito, in questo modo l’architettura diventa un catalizzatore della produzione e dello sviluppo della cultura piuttosto che il prodotto finale che potrebbe acquistare una importanza culturale.

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Appendice 1

Dove e come public works è ‘arte e architettura’?

Idee e pratiche provenienti da un contesto artistico possono essere testate nella pratica più applicata dell’architettura. La collaborazione ci permette di esplorare possibilità, concettuali e pratiche, di testare, pensare e sviluppare l’una all’interno dell’altra.

L’arte nel contesto architettonico e pianificatorio, e viceversa l’architettura in un più ampio contesto artistico e culturale. …

Come artisti e architetti, condividiamo un denominatore comune – lo spazio pubblico. Questo ci induce ad aver a che fare con differenti contesti - quello sociale, economico, politico e regolativo.

Il contesto artistico ci permette di sperimentare e non ci richiede di conformarci a standard prestabiliti. La disciplina architettonica ci consente di agire utilizzando una conoscenza regolativa e più strumenti spaziali.

Perché è importante che il vostro lavoro sia visto e capito come architettura?

La pratica dell’architettura è ancora prevalentemente centrata sulla produzione di edifici. La competenza dell’architetto e l’architettura risultante spesso si fermano alla forma costruita. Sempre troppo spesso la risposta sembra essere un edificio. public works cerca di rompere con questa tradizione e cerca di inventare un modo di operare che permetta di far uscire allo scoperto una moltitudine di La rigenerazione dell’East End | London 2012 Olympics: il caso di HWFI

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spazi e relazioni spaziali. … È importante a nostro avviso che i nostri progetti siano posizionati nel contesto dell’architettura per dimostrare l’esistenza di altri metodi di intendere e utilizzare l’architettura. L’immagine dilagante dell’architetto come una star e un singolo autore viene ancora incoraggiata dalle scuole e dai media. Tuttavia, il dovere dell’architettura dovrebbe essere quello di considerare più seriamente ben altre necessità.

Cosa intendete quando parlate di ‘produzione dello spazio’?

Il termine ‘produzione spaziale’ fa riferimento alle pratiche che hanno a che vedere con lo spazio nel più ampio senso possibile.

Abbraccia un’ampia varietà di discipline, situazioni e manifestazioni.

Il nostro lavoro può essere definito ‘pratica spaziale’ dal momento in cui concepisce un significato ampio di spazio e rende conto dei vari modi in cui costruiamo e comprendiamo lo spazio. …

Il termine ‘pratica spaziale’ non intende etichettare pratiche e progetti che produce in convezioni delle discipline che si occupano della sfera pubblica e dello spazio pubblico, ma permette di esplorare luoghi, persone, tradizioni e contesti apertamente e liberamente. …

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Appendice 1

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