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Il Gabbiano

Circolo Ricreativo Culturale

Campalto - Villagio Laguna

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Circolo Ricreativo Culturale AUSER

“Il Gabbiano”

Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna

Venezia - Campalto

Claudio Monteverdi, vissuto tra la fine del XVI secolo e gli inizi di quello succwssivo, viene considerato come l’ideatore dell’Opera Lirica. Questa forma allo stesso tempo musicale e tatrale è stata per secoli una delle massime espressioni artistiche italiane. I nostri nonni conoscevano a memoria le arie più famose, se non addirittura intere opere dei nostri massimi musicisti e le bande avevano un repertorio lirico di tutto rispetto. Ma oggi, dov’è finito questo meraviglioso bagaglio culturale? Che posto ha la musica lirica nella nostra cultura attuale?

I teatri in generale, e quelli d’opera in particolare, esistono in tutto il mondo. Eppure soltanto in Italia sono qualcosa di più di un semplice luogo di spettacolo. Se in passato tra palchi e gallerie si indugiava per farsi notare, e nei ridotti si discuteva di politica e si giocava d’azzardo, ancora oggi i teatri si confermano il fulcro della vita civile e culturale – oltre che musicale – di ogni città. Proprio per questo, suggerisce Alberto Mattioli, offrono la prospettiva migliore per osservare e cercare di comprendere l’Italia. In un ideale grand tour attraversiamo lo Stivale in tutta la sua lunghezza: dal Regio di Torino al Massimo di Palermo, dai velluti rossi della Scala di Milano alle pietre dell’Arena di Verona, dai palchi dei minuscoli teatri storici marchigiani alle ampie sale del San Carlo di Napoli, per scoprire come le storie si mescolano alle leggende per fondare miti, ma anche come cambiano i gusti e le abitudini del pubblico, che ruolo i loggioni hanno avuto in celebri debutti e in fiaschi clamorosi, quali grandi viaggiatori stranieri hanno amato i palcoscenici nostrani. Ma soprattutto, accompagnandoci lungo questo originalissimo itinerario fatto di vicende umane e sociali, di mode, vizi e virtù, Mattioli disegna il ritratto di un Paese che forse più di ogni altro ha fatto coincidere, sulla scena e fuori dalla scena, arte e vita, e che, tra mille campanili, nei riti del teatro d’opera ancora riesce a specchiarsi, a riconoscersi, a sentirsi unito.

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