Predappio a 78 giri. Dervis cappelli e la tradizione clarinettistica locale

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PREDAPPIO A 78 GIRI DERVIS CAPPELLI E LA TRADIZIONE CLARINETTISTICA LOCALE

Salta, salta... salta il disco in gommalacca, saltano sul clarinetto le dita di Dervis Cappelli 1 mentre esegue la mazurca Astoria, saltano i ballerini legati indissolubilmente alle otto battute che si ripetono sino allo sfinimento. Salta alla memoria di quelli dla Prè che fu lui, Dervis, a dare il via alla tradizione clarinettistica predappiese finalizzata al ballo. Mentre Dervis Cappelli, negli anni Cinquanta, componeva i suoi valzer, le sue polche e le sue mazurche, Karlheinz Stockhausen componeva Étude di musica concreta su nastro magnetico e Luigi Nono la sua prima opera teatrale Intolleranza 1960. Erano contemporanei al nostro, ma vi era, tra loro, una distanza musicale di almeno centocinquant’anni. Mentre alcuni apprezzavano le opere degli esponenti della musica colta, moltitudini godevano del ballo popolare. Si può banalmente affermare che ogni epoca ha la sua musica e si può altrettanto incontrovertibilmente dire che ogni ambiente sociale coltiva la musica di cui ha bisogno. Il ruolo della popular music e quello della musica colta non sono l’oggetto di questo contributo, per cui non resta che occuparci di ciò che appartiene al titolo del presente scritto. 1 Dervis Cappelli (Predappio Alta, 30 gennaio 1913 - Bologna, 22 maggio 1987), clarinettista, sassofonista e compositore.


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Il suono del clarinetto di Dervis è acerbo, non perché debba maturare, bensì perché intonato in Do. Quel clarinetto è terribilmente sfacciato, ma la sua “chiassosità” è considerata un pregio, dovendo gareggiare e galleggiare su tutti gli altri strumenti. Il clarinetto in Do – arnese insostituibile per le orchestre da ballo romagnole – proviene dalla tradizione bandistica. Anche questa è una conferma dei prodromi di quel genere musicale chiamato, insensatamente, “liscio”. In ambito colto, il clarinetto in Do venne utilizzato da Richard Strauss nella commedia musicale Rosenkavalier – andata in scena nel 1911 – nella quale viene ricreato il clima viennese con frequenti accenni al valzer. Nelle scene più grottesche e burlesche di quel divertimento operistico appariva il clarinetto in Do. Era il 1911 – si è detto – e quel clarinetto, Zaclén (all’anagrafe Carlo Brighi) l’aveva introdotto già da quarant’anni, nella sua orchestrina. Occorre anche dire quanto il clarinetto in Do sia amato e considerato nell’ambito della musica classica, tanto che il DEUMM (Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti), il vangelo di ogni musicologo, non ne parla affatto. Il clarinetto in Do, come la prima musica da ballo romagnola, proveniva dalla tradizione bandistica e il suo uso si diffuse in Romagna perché consentiva di utilizzare le parti del primo violino, con il quale musicalmente combatteva, senza necessità di una trasposizione tonale. Non si parlerà, qui, dei valzer, delle polche e delle mazurche di fine Ottocento composti da Carlo Brighi e nemmeno dei ballabili di Romolo Zanzi, dei primi lustri del Novecento. A Predappio, la “sacra triade” si è sviluppata in altro modo. Con l’orchestra di Dervis Cappelli il ballo è il fine ultimo e si vede. Il ritmo è eseguito per farsi sentire, in primis dai ballerini. Allora occorre far emergere la batteria, la chitarra, così pure il contrabbasso. Sono altri i tempi in cui la parte ritmica era affidata – come nel quintetto di Zaclén – ai bicordi del secondo violino. Ora tutto è fatto apposta per segnare il ritmo e far puntare i piedi sulla pista da ballo, altrimenti i ballerini perdono il passo e, probabilmente, anche la dama. Sono valzer, polche e mazurche dove lo “zump-pa-pa” è voluto e necessario. Ah, lo “zum-pa-pa”, che disastro per le orecchie del musicista che preferiva i primi ballabili di Brighi e Zanzi destinati all’ascolto!!! Composizioni già da considerarsi romagnole ed eseguite nei café-concerto degli ultimi lustri del secolo decimonono. Ah, lo “zum-pa-pa”, che delizia e che aiuto per quei danzatori usi a perdere il tempo e il passo!!! Il “barbiere di Predappio” ovvero Dervis Cappelli, che a quello di Siviglia non somigliava affatto perché del tutto schivo e timido, aveva la


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bottega nella piazza di Predappio Alta. Un dì – siamo nella seconda metà degli anni Quaranta – lasciò la sua barberia per dedicarsi al clarinetto. Come gran parte dei suonatori popolari non frequentò il conservatorio, ma apprese le necessarie cognizioni musicali da un maestro di banda. Quinto dla Bétta, al secolo Quinto Bartoletti 2, clarinettista, che nell’immediato secondo dopoguerra aveva preso il posto del direttore della banda Carlo Abbati 3, fu il suo insegnante. Alla fine degli anni Quaranta e prima di mettere insieme una propria formazione, Dervis Cappelli venne ingaggiato, come primo clarinetto e sax contralto, nell’orchestra di Gino Berardi che aveva preso il nome – come testimoniano alcune fotografie – di Orchestra Gino (vedi figg. 1, 2, 3). Dervis Cappelli realizzò le prime incisioni dei propri brani musicali con il Quartetto Campagnolo e con l’Orchestra Tipica Romagnola. Erano formazioni guidate da Ellyx Bellotti, virtuoso dell’ocarina oltre che chitarrista ravennate. Il 14 dicembre 1950 registrarono per l’etichetta nera della CETRA otto brani che finirono in quattro dischi a 78 giri, su cui erano stampati anche i nomi dei «clarinisti» Dervis Cappelli e di suo nipote Ivano Nicolucci. Le otto composizioni – in elenco nella discografia allegata – erano tutte di Cappelli, tranne Gilberta composta in collaborazione con lo stesso Bellotti (vedi fig. 4). Oltre alle registrazioni ricordate, Cappelli incise per la CETRA – nei primi anni Cinquanta e probabilmente negli studi RAI di Bologna – anche i valzer Ricordi d’amore e Sognando, assieme ad altri due brani, Lungomare e Paesaggio. Un totale, quindi, di tredici brani disponibili sul supporto di acetato. A meno che Francesco Lega, ineguagliabile collezionista di dischi romagnoli, non riesca a scovarne altri, sfuggiti agli stessi cataloghi delle case discografiche, dovrebbe trattarsi della totalità di quanto inciso a 78 giri da Dervis Cappelli. È evidente come il clarinetto faccia da padrone in Astoria, una delle sue prime mazurche. Il calcare il ritmo sul tempo in levare e il suo procedere lento fanno assumere al pezzo un simpatico andamento ondulatorio, come fosse il passo di un viandante dinoccolato. Da apprezzare lo spazio lasciato al violino. Non è da meno la fisarmonica, con la quale 2

Quinto Bartoletti, detto Quinto dla Bétta (Predappio, 15 dicembre 1868 - Predappio, 26 novembre 1947), clarinettista della banda di Predappio. Fu maestro di clarinetto anche per Ivano Nicolucci e Silvano Prati. 3 Carlo Abbati (Predappio, 31 luglio 1871 - Predappio, 6 agosto 1936), detto Maistròn, maestro di banda.


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tutte le ance dialogano. Il clarinetto però non gareggia più con il violino e già s’intravede la fine di quest’ultimo. Sarà completamente trascurato dalle formazioni musicali degli anni Settanta del Novecento. Da Carlo Brighi fino a Secondo Casadei il violino era stato lo strumento di tutti i capi-orchestra, il suo ruolo divenne poi secondario per finire con l’essere sostituito prevalentemente dal sassofono, più sonoro e potente, più immodesto e insolente. Il violino, a cui Cappelli aveva lasciato qualche margine d’espressione in orchestra, è scomparso completamente dalle riproposizioni successive delle sue musiche. La polca cantata Rosetta è sull’altro lato dello stesso disco di Astoria. Non si pensi ad un “Lato B”, non ci sono brani di secondo livello. Si capisce che la polca è stata composta per lasciar spazio ai virtuosismi del clarinetto che prendono il via nella seconda parte della “polca vera e propria”. Nella ripetizione del “Trio” qualcuno implora «Oh mia Rosetta non mi lasciare» e il refrain dell’innamorato, finto o sincero che sia, svanisce con il brano. La piacevole e minuta fanfara offerta dagli ottoni (tromba e trombone) rimanda alle origini, anche bandistiche, di tutto il repertorio ballerino della Romagna. Il valzer Vico ha una breve introduzione, ridotta a quattro battute. Tale brevità non è, purtroppo, un’eccezione. L’introduzione non è funzionale al ballo e perciò non viene sviluppata. Carlo Brighi, invece, per il suo valzer San Martino, finalizzato all’ascolto (non al ballo), aveva composto una introduzione, in 4/4, della durata di oltre tre minuti. Vico, dedicato all’amico barbiere, ha la struttura tipica del valzer romagnolo. Al “Valzer vero e proprio” segue, come d’obbligo, il “Trio”, a cui si arriva con una modulazione di otto battute, per passare dalla tonalità minore a quella maggiore, come avviene in Romagna mia e come è avvenuto (quasi sempre) nella musica da ballo romagnola. A far parte della formazione, che incise i brani per la CETRA, era stato chiamato anche Ivano Nicolucci a cui, probabilmente, fu affidata la parte del sax contralto, tagliato in Mi b. Dall’altra parte di quel 78 giri appare la polca Capricciosa, con la quale si scatena tutto il ritmo della band, comprese le urla d’incitazione. Al clarinetto solistico c’è, ovviamente, Dervis Cappelli che riesce a trascinare tutti nel vortice del ritmo binario. Alla tromba è stato lasciato un brevissimo assolo, per il resto ha un ruolo quasi di strumento a bordone. Come indicato dal supporto, Ivano Nicolucci, al clarinetto, è il solista dei brani Gino e Gilberta, valzer e polca, registrati nella stessa occasione. Mentre per il melanconico valzer Rimembranze e per la saltellante polca


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Primavera, il solista è Dervis Cappelli. È evidente la compresenza nello studio di registrazione dei due musicisti, anche se le didascalie indicano, per ogni disco, solo uno dei due nomi. Il dialogo musicale è soprattutto fra le ance battenti ovvero clarinetto e sassofono. È in secondo piano il primigenio dialogo fra clarinetto e violino. La chitarra svolge l’indispensabile funzione ritmica e le viene lasciata un piccolo spazio solistico nell’introduzione alla parte del “Trio”. Non vi è una “Coda” nella struttura formale e non comparirà – nemmeno in seguito – in nessuna delle composizioni di Cappelli. La “Coda” non è funzionale al ballo e perciò il brano può essere troncato col “Trio” o con la ripetizione della prima parte del “Valzer vero e proprio”. Quattro anni dopo, esattamente il 9 aprile 1954, con la formazione guidata da Bellotti, Dervis Cappelli registrò la polca Clelia B, questa volta per la casa discografica La Voce del Padrone. Clelia B, dedicata alla zia, venne composta da Cappelli in collaborazione con Ellyx Bellotti e da quest’ultimo eseguita con l’ocarina in terracotta. Nel brano non vi sono nemmeno quattro battute di “Introduzione”. L’orchestra accompagna le carambole sulla “piccola oca senza testa”, lasciando poco spazio alla fisarmonica, con la quale Bellotti si alterna per prender fiato. Nell’orchestra di Gino Berardi, prima ricordata, il ruolo di contrabbassista era ricoperto da Campri, col quale Dervis Cappelli mise insieme una formazione che aveva il nome di Campri-Cappelli. Nei primi anni Cinquanta, utilizzò il proprio nome per il suo Complesso Dervis Cappelli ed è possibile risalire ai componenti dell’orchestra impiegando alcune foto ancora disponibili (vedi figg. 5, 6, 7, 8, 9). In una cartolina promozionale dell’Orchestra Dervis Cappelli dei primi anni Cinquanta, compare anche il nome del forlivese Gianni Lombardo nel ruolo di cantante, presentato come un artista premiato al Concorso nazionale della Primavera Romagnola. Non appare mai nelle foto che ritraggono l’orchestra e non ne rimane ricordo nella memoria dei testimoni intervistati. Probabilmente rimase nell’orchestra per poco tempo. Dalla stessa cartolina, oltre ai recapiti telefonici, si apprendono anche i titoli dei brani del compositore Cappelli, incisi per la casa discografica Cetra. L’orchestra all’epoca era composta di otto elementi e venivano impiegati sedici strumenti. Nel Complesso Dervis Cappelli cantava, già dal 1947, anche Iride Gaudenzi di Predappio (vedi figg. 10, 11). Antonio Picchi, detto Baffos, il batterista dell’orchestra, aveva imparato il ritmo impiegando le spazzole del barbiere Dervis, che sfregava sul ta-


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volo della bottega. Picchi diventerà – per alcuni anni e non per sempre – il pupillo di Cappelli. Entrato a far parte dell’orchestra nel 1951-1952, vi rimase fino al maggio 1961, cedendo poi il posto a Loris Costa 4. L’autista del gruppo era Lorenzo Monti, ma l’auto – una Fiat con tanti spifferi ricorda qualcuno – era di proprietà del macellaio di Predappio Alta Basilio Mazzanti. Anche all’autista è stato dedicato un valzer, uno dei più belli, chiamato appunto Lorenzo. Un valzer sereno dove si alternano le soavi arcate e gli stuzzicanti pizzicati del violino, a cui fa da contrappunto il clarinetto. Il sassofono si sovrappone, per dar man forte, alla melodia destinata anticamente al violino. C’è ancora il violino in prima fila nella polca Giulietta sprint, poi clarinetto e sax lo lasciano solo per rincorrere le note di un ballo tutto ritmo. Da apprezzare l’alternarsi di “forte” e “piano”, come fosse un concerto barocco, che dà espressione al brano e offre variazioni ad una melodia che altrimenti si ripeterebbe uguale a se stessa. L’Orchestra Dervis Cappelli, nel 1961, aveva una formazione leggermente diversa da quella degli anni Cinquanta. Era composta dal capoorchestra (clarinetto e sax), Loris Costa (batteria), Augusto Guidi (contrabbasso e tromba), Dino Ancarani (clarinetto e sax), Silvano Poli (pianoforte e fisarmonica) e Danilo Grandini 5 (canto). Tra i componenti l’orchestra di Dervis Cappelli c’è stato un personaggio, il batterista Loris Costa, che ha conservato – continua a farlo – il materiale di documentazione del gruppo divenendo un prezioso informatore. Dalle sue testimonianze è tratta buona parte del presente contributo. Oltre alle foto, ai dischi, alle parti musicali, vi è persino la ricevuta di una cambiale del 30 giugno 1965 – firmata da tutti i componenti dell’orchestra – emessa per acquistare un microfono prodotto dalla ditta Lombardi di Forlì, al prezzo di 230.000 lire. Il documento più importante e utile, al fine della ricostruzione dell’attività dell’orchestra, è un quaderno dove sono state annotate tutte le serate, con l’indicazione delle balere e dei compensi percepiti. Sì, perché Costa era anche amministratore della compagine. La prima serata di Loris Costa con l’orchestra di 4 Loris Costa (Predappio, 16 agosto 1935), batterista del Complesso Dervis Cappelli. Gli venne dedicato il valzer Loris. 5 Danilo Grandini entrò a far parte dell’Orchestra Dervis Cappelli nel 1957. Nei primi anni Cinquanta, vinse il Microfono d’argento, un concorso bandito dalla RAI. Cantava, negli anni 1953-1954, le canzoni delle edizioni musicali Fono Enic di Milano.


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Dervis Cappelli può, con precisione, esser fatta risalire all’11 maggio 1961, presso la Casa del Popolo di San Zeno. L’elenco dei luoghi è un repertorio certo per ricostruire anche le attività dei circoli cittadini o politici, delle sale da ballo e dei teatri dell’epoca. Con il concerto a Dogana di San Marino, il 26 settembre 1965, cessa la collaborazione di Loris Costa, così come l’attività di tutta l’orchestra (vedi fig. 12). Al Circolo socialista Treves di Corso Mazzini a Forlì, dove l’orchestra suonò nel pomeriggio del 6 gennaio 1962, la formazione era costituita da Augusto Guidi, Dervis Cappelli, Danilo Grandini, Loris Costa, Silvano Poli e Dino Ancarani. In quel giorno di Epifania, l’orchestra si esibì alla sera anche al Circolo repubblicano di Villagrappa di Forlì. I colori politici dei circoli cambiavano, ma la musica rimaneva la stessa (vedi figg. 13, 14). Gli anni Sessanta soppiantarono i dischi a 78 giri e il nuovo mezzo di riproduzione sonora, il 45 giri, venne presto utilizzato anche da Cappelli. Vennero incisi tre dischi – questa volta con la sua formazione – per la Galletti-Boston di Faenza. Loris Costa afferma che vennero incisi nello studio milanese di Carlo Alberto Rossi, nel novembre 1964. Alcuni dei sei brani rintracciati erano anche cantati, come richiedeva la nuova voga iniziata in Romagna da Aldo Rocchi e Secondo Casadei. Le polche Vecchia Romagna e Tu soltanto tu avevano il refrain cantato da Danilo Grandini. In Vecchia Romagna – come la consuetudine oleografica dei compositori romagnoli imponeva – il breve testo poetico è intriso di nostalgia per la terra lontana. Il ritmo della polca ricorda le origini di quel ballo, con l’accentuazione della nota alla fine delle otto battute che compongono la cellula base della struttura formale. Tu soltanto tu, definita sul vinile «Ritmo allegro», è invece una polca dedicata alla donna romagnola, una delle più belle. «Tu soltanto tu... oh Romagnola piaci di più» e tutto è già detto. Di maggior interesse rispetto al testo poetico è l’abilità del clarinetto, fisarmonica e sax che si rincorrono a vicenda. Vivace anche il contrabbasso, con le sue graziose scale sue e giù per il manico dello strumento (vedi figg. 15, 16). Si può notare, dalle foto scattate nella serata del 12 gennaio 1963, che i musicisti occupano ruoli diversi. Ciò è dovuto non solo al fatto che alcuni di loro erano polistrumentisti, ma anche perché si scambiavano, per gioco, gli strumenti (vedi fig. 17). Rimane un manifesto che pubblicizza il “Veglionissimo della Repubblica” organizzato al Cinema Edera di Modigliana il 2 febbraio


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1963. Sono ricordati, come cantanti, Tiziana Naldini, Danilo Grandini e Loris Costa 6. Il 45 giri con i brani Febo e Maria, venne stampato dalla GallettiBoston il 25 settembre 1966 e fu segnalato nel 1967 tra le recensioni discografiche della rivista «Discoteca». Nel valzer Febo e nella mazurca Maria il dialogo melodico tra le ance – adatto alla regolarità richiesta dai ballerini – scivola piacevolmente senza esasperazioni virtuosistiche. Il valzer Arcobaleno è stato inciso in dischi sia a 33 che a 45 giri. Il clarinetto solista esegue melodie serene e distese facendosi alternare dalla fisarmonica, mentre il sassofono li accompagna in sordina. Il finale è plateale e liberatorio, di quelli costruiti per strappare gli applausi del pubblico, coerente con la “Introduzione” eseguita dal clarinetto che, in preparazione della tonalità del “Valzer vero e proprio”, aveva creato grande tensione armonica salendo la scala musicale fino alla nota sensibile. Anche la polca Vecchia Romagna, ancora una volta interpretata da Danilo Grandini, è stata incisa su 45 giri, accoppiata ad un’altra polca Pupetta, scritta per sax, dove lo strumento sembra imitare la risata umana, una parodia utilizzata più sfrontatamente da altri sassofonisti. I dischi a 45 giri furono le ultime incisioni realizzate da Dervis Cappelli, che, nel settembre 1965 sciolse la propria orchestra. Dopo una breve pausa – durante la quale fece parte delle compagini di Ely Neri, Valentini 7, l’Orchestra Balestra di Forlimpopoli e altre – riprese con una nuova orchestra che chiamò Dervis e Le Perle di Romagna (vedi fig. 18) 8. Il primo concerto dell’Orchestra Dervis Cappelli e le Perle di Romagna ebbe luogo al Circolo ciclisti di Forlì il 7 dicembre 1970. La formazione non ebbe lunga vita e chiuse l’attività il 12 aprile 1971, con una esibizione nella sala da ballo di Pian di Spino, vicino a Meldola. Dopo l’esperienza delle Perle di Romagna, Dervis Cappelli suonò nell’orchestra di Luciano Brandi 9.

6 Cinema Edera-Modigliana. Veglionissimo della Repubblica con l’Orchestra Dervis Cappelli, s.e., s.d., in Archivio casa Dell’Amore, Cesena. 7

L’orchestra di Valentini di Forlì era denominata “I Valenti’s” (vedi fig. 18).

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La formazione incompleta dell’Orchestra “Le Perle di Romagna” era la seguente: Dervis Cappelli (clarinetto e sax), Aprili (violino e sax), Loris Costa (batteria), Fausto Fiorentini (pianoforte e basso) ed altri. 9 Luciano Brandi era stato il cantante dell’Orchestra di Secondo Casadei nel 1965 e dell’Orchestra Folklore di Romagna nel 1969.


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Dervis smise definitivamente l’attività di orchestrale nel 1973 – come si era ripromesso di fare – quando il figlio Gilberto 10 trovò una stabile occupazione. Nonostante l’inevitabile competizione fra Dervis Cappelli ed Ely Neri, questi incise una musicassetta contenente cinque brani composti dal predappiese, tra cui il valzer Bugiardo amore. Le note all’inizio del valzer, introdotto dal sassofono e che presto cederà il posto alla tromba in sordina, proseguono con uno stile accentato nella seconda parte del “Valzer vero e proprio”. Come sempre, è poi il clarinetto a prendere il sopravvento sugli altri strumenti nel “Trio”, che si conclude bruscamente senza alcuna sorta di finale o “Coda”. Per fortuna della sorte, altre orchestre hanno introdotto brani composti da Dervis Cappelli e fatto conoscere la sua musica. Una di queste è quella di Henghel Gualdi, clarinettista jazz emiliano che amava farsi contaminare anche da altri generi. Nel 1972-1973 dedicò alla musica romagnola un suo 33 giri (E.R. Emiliana Records. LP 5032 stereo) includendovi due pezzi di Cappelli: Arcobaleno e Morettina. Quest’ultimo è una polca, una delle più conosciute ed eseguite di Cappelli. Il sax contralto e il violino si alternano ad eseguire la melodia del “Valzer vero e proprio” costruito in Re maggiore nella prima parte ed in Sol maggiore nella seconda parte. Al clarinetto è lasciato lo sviluppo del “Trio” sempre nella tonalità maggiore di Sol. Non vi sono particolari virtuosismi ed è la cantabilità della melodia ad essere apprezzata. L’omaggio discografico più corposo a Dervis Cappelli venne alla fine degli anni Ottanta con la musicassetta registrata dall’Orchestra Gianni e i Romagnoli, interamente dedicata al repertorio del clarinettista predappiese. Il titolo della cassetta riprendeva quello del valzer Ricordi d’amore, forse il più bello e amato del compositore. L’introduzione è affidata al sassofono e anche qui, come in molti altri brani, il dialogo è tra le ance e la fisarmonica. Il tema si sviluppa secondo una linea melodica distesa, fatta di molte note legate che può essere considerata una delle caratteristiche peculiari delle sue composizioni. L’omaggio musicale a Cappelli dell’orchestra guidata da Gianni Valli offre la possibilità di ascoltare anche tre brani cantati – E’ tornato l’aprile, La nostra orchestra e Kathia – con le voci di Marco Fiorini e Tina Naldi. 10 Gilberto Cappelli (Predappio, 1 gennaio 1952), compositore, insegnante di armonia e composizione al Conservatorio musicale di Cesena.


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La natura fiorita e la gioia dell’amore sono il tema del valzer È tornato l’aprile: l’autore sorride per l’arrivo della primavera; l’ascoltatore per l’ingenuità del testo poetico. Ben ritmata e ben armonizzata La nostra orchestra, una polca con un refrain teso a richiamare tutti ad ascoltare la band in grado di «suonare dal rhythm & blues alla musica romagnola». Anche le parole del valzer Kathia si rifanno alla primavera come stagione dell’amore. I versi si succedono scandendo rime alternate (ABAB), ma ciò che più accende è la metafora del «giardino fiorito», che allude a qualcosa di molto piacevole. La musicassetta contiene un altro brano cantato, La polka dell’amor, con un testo che non lascia tracce sensibili all’animo umano e con un ritmo che corre via come fosse un galop. Cappelli dedicò al suo primo batterista, Antonio Picchi, il valzer intitolato Tony che potrebbe essere assunto come il brano più rappresentativo del suo stile peculiare. La base ritmica sostenuta da batteria, contrabbasso e chitarra si ripete senza particolari distinzioni fra una composizione e l’altra. Ciò che sembra proprio di Cappelli è l’uso di sassofono, fisarmonica e violino – in buona parte all’unisono – come sostegno alle fioriture musicali del clarinetto. Ancor più marcato l’incedere unito di sax e violino per note legate. Non è solo di Cappelli questo modo di procedere; appartiene a numerosi compositori di musica da ballo, senza testo cantato, degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Poco si è detto delle mazurche e l’occasione è data da Giovanna, una mazurca che Dervis dedicò alla propria madre. La cellula melodico-ritmica è basata sulle otto battute, con un ritmo ternario (3/4) che accentua i tempi deboli. Anche qui i rapporti gerarchici fra gli strumenti di prima fila sono gli stessi di cui si è già detto. Le composizioni di Dervis Cappelli entrarono nel repertorio di numerose orchestre. Non è affatto scontato, perché ogni formazione romagnola – quando poteva – tendeva ad eseguire i brani i cui diritti SIAE appartenevano al capo-orchestra, con alcune inevitabili eccezioni riservate ai pezzi più famosi e richiesti. Tra coloro che, negli anni Sessanta, hanno impiegato brani di Cappelli vi è stata l’Orchestra Minghetti che per la Sky Records incise la polca Morettina. Un brano questo tra i più eseguiti e di cui restano diverse incisioni. Morettina è una composizione piuttosto corale con parti melodiche eseguite all’unisono, dove viene lasciato qualche spazio solistico al sax, al clarinetto e al violino. Anche Carlo Baiardi ha inciso un brano di Dervis, si tratta della polca Giulietta Sprint che registrò per la Green Record (Dischitalia. S.P.B. 0075).


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Le composizioni di Dervis Cappelli, più di 150, si limitano alle forme del valzer, della polca e della mazurca. Numericamente – così come statisticamente avviene per la maggior parte dei compositori – il valzer sopravanza le altre forme. Le polche seguono da vicino. Forse in questa ultima forma musicale il nostro ha espresso la migliore creatività. Nella sua carriera ebbe occasione di incontrare tanti musicisti, con i quali collaborò o che semplicemente conobbe di persona. Tra questi la cantante Paola Neri che gli lasciò una foto dedicata. La Neri ha poi proseguito la propria attività nel mondo dello spettacolo, lavorando alla Dischi Ricordi e poi come organizzatrice di grandi eventi. Non si può dimenticare la partecipazione di Dervis Cappelli alla prima edizione del festival della canzone dialettale romagnola E’ Campanon, che si svolse nel 1966 al Teatro Comunale di Cesena, nell’ambito della Settimana Cesenate. La canzone La pió bèla ad Rumagna, da lui composta e cantata da Danilo Grandini, risultò seconda classificata. Un’altra canzone A voi turnè da te, sempre di Cappelli, ottenne nella stessa gara di quell’anno il quinto premio. Il festival-concorso, nato per riproporre in Romagna l’esperienza napoletana di Piedigrotta, ebbe la sua ultima edizione nel 2005. Non risulta che Dervis Cappelli abbia partecipato, con sue canzoni, ad altre edizioni del festival. Dervis Cappelli soffriva di problemi cardiaci e si spense a Bologna, nel maggio 1987, in seguito ad una operazione al cuore. Il 24 giugno 1988, in suo omaggio, venne organizzata dalla Pro Loco nella piazza di Predappio Alta, una serata di musiche del compositore, eseguite dall’orchestra di Ivano Nicolucci. Fu il sax del nipote, a cui la storia aveva concesso maggior fama, ad aprire la serata con il valzer Ricordi d’amore. Seguirono una ventina di brani. Quelle note continuano a riecheggiare nella mente dei predappiesi.


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CATALOGO DELLE COMPOSIZIONI DI DERVIS CAPPELLI

Il catalogo delle composizioni di Dervis Cappelli è stato compilato impiegando le edizioni a stampa, i titoli dei brani depositati alla SIAE e le incisioni discografiche. A voi turnè da te Allegria Angelica Annarella Antenore Apollo 13 Arcobaleno Ascona 12 Astoria Attesa Augusto Autostrada del sole Autunno Azzurro Badia Prataglia Ballata sull’aia Bestial valzer Bugiardo amore Bufera Campione folk Cantabile Capricciosa Carla Carnevale Carolina Carosello Caterinella Cime romagnole Clelia B. Cometa romagnola Danilo Dealma Delizioso Desiderio Dino E’ tornato l’aprile

canzone valzer valzer per clarinetto in Do e orchestra polca per clarinetto in Do e orchestra polca valzer valzer valzer polca mazurca valzer dedicato ad Augusto Guidi valzer valzer valzer valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer valzer polca. assolo per fisa e clarinetto in Do valzer per clarinetto in Do e orchestra polca polca valzer per clarinetto in Do e orchestra polca valzer valzer polca dedicata alla zia Clelia valzer dedicato a Danilo Grandini polca per clarinetto in Do e orchestra. Dedicata alla cantante Dealma. valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer dedicato a Dino Ancarani valzer


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Elena Elvira Erasmo Eroico Evviva la Romagna Fabio Facilona Fausto Febo Federica Festa di primavera Folklore Forlivesina Bonjour Fornarina (La) Forza Romagna Francesca Franco Gelsomina Giancarlo Gigi Gigliola Gilberto Gilberta (Berta) Gino Giovanna Giulietta Sprint Gloria Gondolierei Graziosa Incanto Italo Kathia Liberto Limpido Lora Lorenzo Loris Lungomare Margherita Maria Marina di Ravenna Massimo

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polca per clarinetto in Do e orchestra valzer dedicato al clarinettista Erasmo Picchi valzer valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer dedicato a Fausto Fiorentini valzer polca per clarinetto in Do e orchestra valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer valzer polca per sax alto e orchestra

valzer dedicato a Franco Vallicelli valzer valzer dedicato al fisarmonicista di San Mauro a Mare polca valzer dedicato al figlio per sax alto in Mib polca dedicata alla figlia valzer dedicato a Gino Berardi mazurca per clarinetto in Do e orchestra dedicata alla mamma polca mazurca per clarinetto in Do e orchestra valzer valzer valzer per clarinetto in Do e orchestra canzone valzer

mazurca dedicata alla moglie di Fausto Fiorentini valzer per clarinetto in do e orchestra dedicato a Lorenzo Monti valzer dedicato a Loris Costa valzer mazurca dedicata alla moglie del cantante Danilo Grandini polca per clarinetto in Do e orchestra


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Mattinata romagnola Meris Mezzogiorno romagnolo valzer Mimma Mirella polca dedicata alla cognata (sorella della moglie) Mirka Mis Romagna polca per clarinetto in Do e orchestra Montemaggiore valzer (frazione di Predappio Alta) Morena Morettina polca Ninetta Nostalgico sax Nostra (La) orchestra polca cantata Notte stellata Novembre Oblio valzer per clarinetto in Do e orchestra Olimpionico valzer Orfeo valzer Paesaggio valzer Paesanella polca per clarinetto in Do e orchestra Pensandoti Perla mazurca per clarinetto in Do e orchestra La pió bèla ad Rumagna canzone valzer Polka (La) dell’amor polca Primavera polca Pupa Pupetta polca Raffaella polca per clarinetto in Do e orchestra dedicata alla moglie Raggio di luna Ricordi d’amore valzer Ricordi di primavera valzer per clarinetto in Do e orchestra Rimembranze valzer Risveglio valzer per clarinetto in Do e orchestra Rocca delle Caminate Rolando valzer dedicato a Rolando Brasini Romagna Romagna in fiore Rosanna polca per clarinetto in Sib Rosetta polca con assolo per clarinetto in Do o Fisa Sabrina mazurca per clarinetto in Do e orchestra Samantha Sangiovese valzer


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Scintillante Serena folk SerenitĂ Sergio Sette maggio Signor Attilio Silvana Silvano Simonetta Sognando Sogni di gioventĂš Sorriso Splendore Stefano Super polka Super sax Susanna Tempi felici Teresa Tiziana Tony Tormento Tu soltanto tu Ugo Valeria Vecchia Romagna Veglionissimo Verde poesia Vico

polca virtuosistica valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer dedicato a Sergio Savelli 11 gran valzer per fisa solista dedicato al padre di Sergio Savelli mazurca per clarinetto in Do e orchestra valzer dedicato a Silvano Prati mazurca per clarinetto in Do e orchestra valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer valzer polca per clarinetto in Do e orchestra valzer polca per clarinetto in Do e orchestra valzer per clarinetto in Do e orchestra polca dedicata alla moglie valzer dedicato ad Antonio Picchi valzer polca valzer polca valzer valzer per clarinetto in Do e orchestra valzer per clarinetto in Do e orchestra dedicato al barbiere di Predappio Alta

Vieni alla Lucciola Vittorioso valzer Vulcano valzer

11

453

Sergio Savelli, pianista e fisarmonicista di Tredozio.


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FRANCO DELL’AMORE

Discografia a 78 giri

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CETRA, Serie DD, Etichetta nera Quartetto campagnolo diretto dal M.° Ellyx Bellotti DD10210 Astoria Rosetta

Data incisione: 14 dicembre 1950 Mazurca. Clarinettista Dervis Cappelli Polca. Clarinettista Dervis Cappelli

Orchestra Tipica Romagnola diretta dal M.° Ellyx Bellotti DD 10220 Capricciosa Vico

Data incisione: 14 dicembre 1950 Polca. Clarinettista Dervis Cappelli Valzer. Clarinettista Ivano Nicolucci

DD 10222 Gilberta Gino

Data incisione: 14 dicembre 1950 Polca. Clarinettista Ivano Nicolucci. Composta con E. Bellotti Valzer. Clarinettista Ivano Nicolucci

DD 10223 Primavera Rimembranze

Data incisione: 14 dicembre 1950 Polca. Clarinettista Dervis Cappelli Valzer. Clarinettista Dervis Cappelli

LA VOCE DEL PADRONE, Serie GW, Etichetta Rosso scuro Ellyx Bellotti, ocarina e il suo Quartetto caratteristico Romagnolo GW 2201 Clelia B.

Data incisione: 9 aprile 1954 Polca. Composta con E. Bellotti Discografia a 45 giri

EDIG. Galletti - Boston Complesso Dervis Cappelli A/GB0048 Pupetta Vecchia Romagna

Data incisione: 1964 Polca per sax Polca. Canta: Danilo Grandini

GB0054 Febo Maria

Data incisione: 1964 Valzer Mazurca

GB8443 Tu soltanto tu Arcobaleno

Data incisione: 1964 Ritmo allegro. Canta: Danilo Grandini Valzer

12 La discografia di Dervis Cappelli è stata redatta grazie all’indispensabile aiuto di Francesco Lega, che conserva un’ineguagliabile raccolta di musica romagnola.


PREDAPPIO A 78 GIRI

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Musicassette STRING RECORD Orchestra Gianni e i Romagnoli. Ricordi d’amore. Dedicato a Dervis Cappelli 0500 Ricordi d’amore La nostra orchestra Lorenzo Giulietta Sprint Kathia Maria Arcobaleno Morettina Vico La polca dell’amor Tony Giovanna È tornato l’aprile Capricciosa

Data incisione: gennaio-aprile 1989 Valzer Polca. Canta: Tina Naldi Valzer Polca Valzer. Canta: Marco Fiorini Mazurca Valzer Polca Valzer Polca Valzer Mazurca Valzer. Canta: Marco Fiorini Polca

Mauro Ricci (clarinetto), Loris Costa (batteria), Paolo Guidi (basso), Renato Stefanelli (batteria), Gianni Valli (fisarmonica), Giorgio Pistocchi (tromba), Enzo Conti (fisarmonica), Arnaldo Buscherini (chitarra), Igor Buscherini (violino), Andrea Costa (violino), Mauro Neri (tastiere), Giuliano Capacci (tecnico del suono). Introduzione parlata di Giovanni Mordenti.


Fig. 1 – L’Orchestra Gino, fine anni Quaranta. Gino Berardi (batteria), Dervis Cappelli (clarinetto e sax).

Fig. 2 – L’Orchestra Gino, fine anni Quaranta. Gino Berardi (batteria), Dervis Cappelli (primo sax da sinistra), Campri (contrabbasso).

Fig. 3 – L’Orchestra Gino, fine anni Quaranta. Dervis Cappelli (terzo da sinistra), Gino Berardi (batteria), Campri (contrabbasso).

Fig. 4 – Orchestra Ellyx. Ellyx Bellotti (chitarra), Ivano Nicolucci (sax tenore).

Fig. 5 – Il Complesso Dervis Cappelli negli anni Cinquanta. Da sinistra: Dino Vico Moroni (trombone), Augusto Guidi (tromba), Rolando Brasini (canto e contrabbasso), Dervis Cappelli (clarinetto), Dino Ancarani (sax tenore), Gigi di Gatteo a Mare (fisarmonica), Antonio Picchi (batteria), Gramellini (pianoforte).

Fig. 6 – Il Complesso Dervis Cappelli negli anni Cinquanta. Da sinistra: Gigi di Gatteo a Mare (fisarmonica), Rolando Brasini (canto), Augusto Guidi (tromba), Dino Ancarani (sax), Dervis Cappelli (sax), Antonio Picchi (batteria).


Fig. 7 – Il Complesso Dervis Cappelli. Da sinistra: Dino Vico Moroni (trombone), Augusto Guidi (tromba), Dervis Cappelli (clarinetto), Dino Ancarani (sax), Antonio Picchi (batteria), Gigi di Gatteo a Mare (fisarmonica).

Fig. 9 – L’Orchestra Dervis Cappelli nel 1955. Da sinistra: Augusto Guidi (tromba), Dino Vico Moroni (trombone), Dervis Cappelli (clarinetto), Antonio Picchi (batteria), Dino Ancarani (sax tenore), Rolando Brasini (canto e contrabbasso), Ancarani (violino e sax), Betucci (pianoforte).

Fig. 11 – Il Complesso Dervis Cappelli con la cantante Iride Gaudenzi di Predappio.

Fig. 8 – L’Orchestra Dervis Cappelli nel 1955. Da sinistra: Dino Vico Moroni (trombone), Augusto Guidi (tromba), Rolando Brasini (canto e contrabbasso), Dervis Cappelli (clarinetto), Antonio Picchi (batteria), Dino Ancarani (sax tenore), Ancarani (violino e sax).

Fig. 10 – Cartolina promozionale dell’Orchestra Dervis Cappelli dei primi anni Cinquanta.

Fig. 12 – Cambiale sottoscritta dall’Orchestra Dervis Cappelli il 30 ottobre 1965 per acquistare un microfono costruito dalla ditta Lombardi di Forlì.


Fig. 13 – L’Orchestra Dervis Cappelli al Circolo Treves di Forlì il 6 gennaio 1962. Da sinistra: Augusto Guidi (tromba), Dervis Cappelli (clarinetto), Danilo Grandini (canto), Loris Costa (batteria), Silvano Poli (fisarmonica e pianoforte), Dino Ancarani (sax).

Fig. 14 – L’Orchestra Dervis Cappelli al Circolo Treves di Forlì il 6 gennaio 1962. Da sinistra: Augusto Guidi (tromba), Dervis Cappelli (sax), Danilo Grandini (canto), Loris Costa (batteria), Dino Ancarani (sax), Silvano Poli (pianoforte).

Fig. 15 – Dervis Cappelli (pianoforte) con Fausto Fiorentini (chitarra) al Circolo Mazzini di Forlì il 12 gennaio 1963.

Fig. 16 – L’Orchestra Dervis Cappelli al Circolo Mazzini di Forlì il 12 gennaio 1963. Da sinistra: Danilo Grandini (canto e contrabbasso), Loris Costa (batteria), Dervis Cappelli (clarinetto), Fausto Fiorentini (pianoforte), Dino Ancarani (sax).

Fig. 17 – Il Complesso Dervis Cappelli al Teatro Giordano Bruno di Predappio Alta il 3 aprile 1965 in occasione del 1° Festival del Piccolo. Da sinistra: Roberto Reggitori (basso elettrico), Dervis Cappelli (sax), Fausto Fiorentini (chitarra), Loris Costa (canto).


Fig. 18 Cartolina promozionale dell’Orchestra “I Valenti’s”.

Fig. 19 Spartito musicale con alcuni ballabili composti da Dervis Cappelli.



STUDI VARI



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