Pronto soccorso per le emozioni

Page 1

Sommario Prefazione .............................................................7 Introduzione ....................................................... 11 Quando... sei infelice ......................................... 13 Quando... ti senti sbagliato ................................ 19 Quando... un problema ti opprime .................... 26 Quando... l’amore ti tormenta ........................... 33 Quando... soffri per un disagio .......................... 42 Quando... pensi di essere finito .......................... 50 Quando... ti senti imperfetto ............................. 55 Quando... vorresti cambiare vita ....................... 62 Quando... sei fuori fase ...................................... 68 Quando... i pensieri ti sommergono .................. 74 Quando... sei in conflitto con gli altri ................ 79 Quando... non sai più chi sei .............................. 82 Quando... la paura ti avvinghia .......................... 89 Quando... stai male ............................................ 93 Quando... pensi che sia tutto qui ..................... 102 Quando... la felicità ti sfugge ........................... 109 Quando... non sai più come fare ...................... 116 Quando... la vita sembra altrove ...................... 126 Quando... niente va per il verso giusto ............ 134 Quando... ti senti stanco .................................. 143 Quando... ti senti fuori forma .......................... 149


Prefazione

Le parole che curano vengono dall’anima

A

lcuni lettori mi domandano se esistono metodi rapidi per allontanare i disturbi come l’ansia, il panico, l’insonnia ostinata, le paure… Quanto tempo ci vuole per guarire? È una domanda che ricorre spesso. Per la verità, secondo la mia esperienza, più c’è l’ostinazione, lo sforzo di uscire da un disagio e più questo aumenta e si cronicizza. Sembra un paradosso, ma la forza di volontà non serve a niente per guarire i disturbi dell’anima. Anzi, spesso li peggiora. Meglio avere in mente uno stato d’animo di impotenza. Dire all’ansia: «Fai di me ciò che vuoi» è forse il messaggio verbale più terapeutico. Un giorno avevo in cura una signora, Elda, di 35 anni, che soffriva di tachicardie parossistiche, che la portavano anche a 250-260 battiti al minuto, con frequenti ricoveri. Era venuta da me perché «non sapeva più che pesci pigliare» e voleva provare anche con la psicoterapia. L’ho vista tre volte: avevo di fronte una donna molto ostinata, tenace, dura, precisa e ordinata. Temeva le emozioni e i sentimenti come se fossero dei «diavoli che potevano distruggerla». Un giorno, alla terza seduta, ero 7


un po’ spazientito dal suo atteggiamento chiuso, rigido, sembrava che qualsiasi cosa dicessi non avesse la benché minima capacità di penetrare nella sua anima. Così persi la pazienza e le dissi: «Non vede che il suo cuore si ribella?». E lei mi chiese: «A cosa?». «A suo marito! Al suo lavoro! Alla dolcezza che non tira fuori! Alla rabbia che reprime! Al gelo che ha dentro! Al suo fanatismo!», risposi. In un attimo Elda ebbe un sussulto, le arrivò un attacco di cuore, si sentiva morire. La soccorsi, la feci sdraiare. Erano passati non più di cinque minuti: la tachicardia, partita subito dopo le mie parole, accelerava pericolosamente. Stavo per chiamare l’ambulanza, ma in pochi attimi lei tornò serena, tranquilla. Riaprì gli occhi, aveva un viso coi lineamenti più morbidi, più rilassati. Di colpo era come se avesse trovato un’altra donna dentro di sé. Vedevo Elda dolce, carina, femminile, più passiva, più morbida, senza rigidità, senza quella durezza di qualche minuto prima. La parola giusta per descriverla è: accondiscendente. Aveva fatto sue le mie parole. Come gliele avevo dette? Senza accorgermene, mentre le dicevo tutti i “no” che lei avrebbe voluto dire, battevo la mano sulla scrivania, un colpo dopo l’altro. E la voce seguiva il ritmo della mia mano che batteva sul tavolo. Erano parole, ma erano anche un ritmo. Ogni “no” era anche un colpo di tamburo, come un canto antico, primordiale. Dopo quella seduta non ci siamo più visti. L’ho rincontrata qualche anno dopo a un gruppo che tenevo a Novi Ligure. È venuta a stringermi la mano. «Sa dottore, la tachicardia dopo quella volta non mi è più venuta, sono guarita perfettamente. Niente più 8


Pronto soccorso per le emozioni

ricoveri, niente farmaci. Sono venuta a ringraziarla». Sono convinto che se avessi detto le stesse parole senza tambureggiare la mano sulla scrivania, l’effetto sarebbe stato nullo. Forse il terapeuta in certi momenti ha il suono giusto, il ritmo che penetra nei recessi più ancestrali del suo paziente e avviene un’alchimia terapeutica. Quando succede il risultato è spesso immediato. Mi sono capitati tanti altri casi simili e casi invece in cui la psicoterapia si è protratta a lungo, con scarsi successi. Una cosa simile è accaduta a Jung: «Un collega di una cittadina del Cantone di Soletta mi inviò una giovane paziente che soffriva di un’insonnia incurabile. Si stava distruggendo per la mancanza di sonno e per i sonniferi» (Jung parla. Interviste e incontri, Adelphi, Milano 2009, p. 512). Jung coglie il modo di essere nel mondo, lo stile psicologico della sua paziente insonne. «Viveva nel costante timore di sbagliare, di non essere all’altezza della sua professione. Era entrata così in un intollerabile stato di tensione spasmodica. Chiaramente aveva bisogno di rilassamento psichico, ma a quei tempi si sapeva troppo poco di queste cose. Nella località in cui abitava non c’era nessuno che potesse trattare il suo caso, né lei poteva venire a Zurigo per il trattamento; dovevo perciò fare del mio meglio, tutto in quell’unica ora. Cercai di spiegarle la necessità del rilassamento, le dissi che io, per esempio, trovavo il modo di rilassarmi andando in barca a vela sul lago, abbandonandomi al vento; che era una cosa utile, anzi necessaria per tutti. Ma vedevo dal suo sguardo che non capiva. Cioè, lo capiva intellettualmente, ma arrivava solo fin lì. E la ragione non faceva alcun effetto». 9


A questo punto scatta la magia. Il grande psicanalista svizzero, mentre le parlava del suo modo di rilassarsi in barca, sente le parole che gli arrivano da dentro, dal profondo, le parole giuste. «Poi, mentre parlavo della barca e del vento, udii la voce di mia madre cantare alla mia sorellina, come quando io avevo otto o nove anni, una ninna nanna che parlava di una bambina in una barchetta sul Reno, con i pesciolini intorno. E, quasi senza volere, presi a canticchiare le cose che le dicevo a proposito del vento e le onde e le vele e il rilassamento, sulla melodia di quella ninna nanna, le parlavo ritmicamente di quelle sensazioni e la ragazza, lo si vedeva bene, era “incantata”». Anni dopo il medico che gli ha mandato la paziente dice a Jung che era guarita completamente. «Come potevo spiegargli che non avevo fatto altro che dare ascolto a qualcosa dentro di me? Anch’io ero in alto mare con quella paziente. Ma come potevo dirgli che le avevo cantato una ninna nanna con la voce di mia madre? L’incantamento è la più antica forma di medicina, sì, ma tutto era avvenuto al di fuori della mia ragione: solo successivamente ci avevo riflettuto razionalmente e avevo cercato di arrivare alle leggi che gli stavano dietro». Quanto tempo ci vuole perché accada una magia? Un attimo! Ma ci vogliono le parole giuste, che arrivano dalla voce senza tempo dell’anima.

10


Introduzione

Le “frasi magiche” per il tuo benessere

C

i sono momenti nella vita in cui ci sentiamo davanti a un muro, senza più sapere cosa fare per andare avanti. In realtà ogni muro è una porta che nasconde un passaggio: bastano poche parole per aprirla. Una frase magica è una chiave per far scattare la serratura. Al di là ci attende la vera felicità, quella capace di farci cogliere in ogni istante della giornata la forza misteriosa e incredibile che custodiamo dentro di noi. Abbiamo raccolto 300 frasi di Raffaele Morelli e del “Riza pensiero” proprio per aiutarti nei momenti di difficoltà; si tratta di un “kit di pronto soccorso” per le emozioni, da usare quando ne avrai bisogno. Ogni volta che ti sentirai triste o sbagliato, smarrito o confuso, irrealizzato o arrabbiato, fallito o stanco, risentito o malato, ti basterà leggere una di queste frasi per ricordarti che esiste sempre una via per stare meglio; nella maggior parte dei casi è sufficiente uno sguardo nuovo o diverso per trovarla. La felicità è più vicina di quanto tu creda e le parole giuste ti aiutano a ritrovarla.

Davide Mosca 11


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.