Curare il fegato

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CURARE IL FEGATO

Bisogna disintossicarlo bene Così previeni le malattie più gravi

Gli alimenti consigliati e quelli da eliminare per rigenerarlo subito.

I rimedi naturali che riattivano tutte le funzioni epatiche.

Il programma psicosomatico per depurarlo.

RIZA
I LIBRI DEL BENESSERE

IL

I

I

Capitolo
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FUNZIONA E I SUOI DISTURBI
Capitolo
FEGATO: COME
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DELLE NOSTRE EMOZIONI
IL FEGATO SVELA LA “MAPPA”
61 Capitolo 3
COMPORTAMENTI CHE AIUTANO A STARE MEGLIO 93 Capitolo 4
DISINTOSSICARLO
RIMEDI NATURALI PIÙ EFFICACI PER
125 Capitolo 5
SOMMARIO
GLI ALIMENTI ADATTI PER PROTEGGERLO
CAPITOLO 1
Il “laboratorio” del corpo Fisiologia e patologia
Quando si ammala: sintomi e patologie
Quanto sono diffusi i disturbi al fegato?
Rapporto conflittuale con i farmaci
In sintesi: dubbi e risposte 8
IL FEGATO: COME FUNZIONA E I SUOI DISTURBI
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Il “laboratorio” del corpo Fisiologia e patologia

Inlatino la ghiandola epatica veniva indicata con il nome di “iecur”. I Romani avevano l’abitudine di mangiare il fegato degli animali, cucinato o farcito con i fichi: da qui il nome “iecur ficatum” (fegato coi fichi) poi divenuto solo “ficatum” e trasformato nel nostro “fegato”. Nell’antichità il fegato era considerato l’organo più importante e gli indovini lo analizzavano per le loro divinazioni considerandolo come lo specchio della nostra essenza: dalla salute epatica, infatti, si pensava di “leggere” lo stile di vita della persona.

Si potrebbe ipotizzare che quella pratica possedesse una certa validità scientifica, visto che il fegato contiene un “campione” di tutto ciò che è dentro di noi. È il più grande organo interno del corpo umano ed è anche quello con il metabolismo più complesso: può essere paragonato a un vero laboratorio chimico.

Tutto quello che introduciamo all’interno del nostro corpo, passa, infatti, da questo “filtro”, che smista le diverse sostanze: quelle utili sono inviate al sistema circolatorio e trasformate in energia, mentre quelle dannose vengono “trattate”, proprio come dei rifiuti pericolosi, ed espulse. Da una parte quindi sintetizza il nutrimento, estraendo gli zuccheri e i grassi dai cibi e immagazzinandoli per poterli rendere disponibili in base alle esigenze. Dall’al-

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tra, la ghiandola epatica si occupa di smaltire le sostanze tossiche, facendo in modo che possano essere eliminate attraverso le vie urinarie. È facile capire, quindi, cosa comporta un cattivo funzionamento di quest’organo: il corpo non riceve un sufficiente nutrimento e comincia a debilitarsi; contemporaneamente si accumulano le sostanze dannose che aggrediscono i tessuti con cui entrano in contatto.

Le patologie che riguardano il fegato sono molto insidiose perché non interessano solo la salute di quest’organo, ma influiscono in modo diretto e immediato sul benessere di tutto l’organismo.

Prima di passare in rassegna i principali disturbi a carico di quest’organo, vediamo com’è fatto. Capire come funziona la ghiandola epatica, ci aiuterà a comprendere meglio come mantenerla in salute evitando le principali patologie a carico del fegato.

Com’è fatto: una ghiandola complessa Il fegato è la ghiandola più grande e complessa del nostro corpo e quella che lavora di più, visto che ogni giorno svolge circa 500 funzioni. L’organo è posto all’estremità superiore dell’addome, sotto il diaframma, in una regione che prende il nome di ipocondrio destro. Normalmente il fegato pesa fra i 1.200 e i 1.500 grammi (in un adulto) e si estende approssimativamente dalla quinta costa destra al margine inferiore della cassa toracica. Esso è poi diviso in due parti: il lobo destro e quello sinistro. Il lobo destro è di dimensioni sei volte maggiori di quello sinistro e a sua volta è suddiviso in due lobi minori. In generale, il fegato riceve un duplice apporto di sangue: il 75% proviene dal tratto gastrointestinale

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ed è, quindi, sangue scarsamente ossigenato, ma ricco di sostanze nutritive introdotte con l’alimentazione. Il restante 25%, invece, proviene dall’arteria epatica, che fornisce sangue fortemente ossigenato.

Il fegato è collegato alla cistifellea: insieme questi due organi svolgono lavori di “scarico” rispetto ai nutrienti.

Il fegato, infine, è composto da numerose cellule chiamate epatociti. Ogni epatocita vive in media centocinquanta giorni, e riceve un continuo apporto di sangue.

La caratteristica più stupefacente di quest’organo è la sua potenziale immortalità: le cellule epatiche (gli epatociti), infatti, sono in grado di rigenerarsi anche in presenza di danni di una certa entità. La rigenerazione epatica è particolarmente evidente dopo l’asportazione chirurgica di una porzione del tessuto epatico e in seguito a lesioni.

Il fegato è talmente potente e sviluppato da essere in grado di svolgere le sue normali funzioni sfruttando anche solo il 30% delle proprie potenzialità. Questa capacità può essere compromessa da malattie croniche o danni ripetuti, come l’abuso cronico di alcol. In questi casi si può

arrivare a un punto di non ritorno: gli epatociti vengono sostituiti da tessuto cicatriziale (fibrosi) e la struttura dell’organo è scompaginata (cirrosi).

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In perenne rinnovamento

Le sue funzioni principali

Il fegato è una ghiandola che svolge alcune tra le più complesse funzioni del corpo umano. Il fegato è il nostro più importante organo “filtro”, assieme ai reni. Il suo compito principale è di drenare il sangue proveniente dall’intestino, per prelevare da esso le sostanze nutritive e distribuirle al resto dell’organismo. Riceve inoltre il sangue che proviene dalla milza e quello filtrato dai reni. Le sue funzioni sono numerosissime: produce la bile, che viene nuovamente immessa nell’intestino ed è necessaria per digerire i grassi e per l’assimilazione di alcune importanti vitamine; è un organo centrale nel metabolismo (dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi) e trasforma numerose sostanze nocive introdotte nell’organismo e i prodotti di scarto del metabolismo in modo da poterli eliminare attraverso l’intestino, con le feci. In parole povere, il fegato è il laboratorio chimico dell’organismo. Questa ghiandola, infatti, fa da filtro tra il nostro corpo e tutto ciò che proviene dall’esterno, assimilando gli elementi utili ed espellendo quelli dannosi. Non bisogna dimenticare, infatti, che ogni giorno assorbiamo centinaia di sostanze nocive presenti nei farmaci, negli additivi alimentari e nell’inquinamento atmosferico. Il fegato sottopone tutte queste sostanze a una serie di trasformazioni chimiche e le rende solubili in acqua, in modo da espellerle per via renale o intestinale. Riassumendo, quindi, ecco le due funzioni della ghiandola epatica: quella metabolica, volta a “estrarre” le sostanze nutrienti contenute nei cibi, e quella detossificante, che ci permette di eliminare tutti i componenti dannosi per l’organismo.

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Da un fegato sano dipende la salute

Da un fegato forte dipende il benessere di tutto l’organismo. Non a caso, dai medici cinesi quest’organo viene definito metaforicamente “il comandante di un esercito”, perché la sua funzione principale è mantenere l’armonia in tutti “i reparti”.

Ecco di seguito i vantaggi che le varie parti del corpo ottengono quando la ghiandola epatica funziona a dovere.

Apparato digerente - La digestione viene facilitata e migliora: si assimilano bene grassi, carboidrati, proteine e vitamine. Si dà ai processi digestivi la giusta velocità, senza rallentamenti, difficoltà o gonfiori dopo i pasti.

Tessuti: pelle, unghie e occhi - La pelle è rosea, lucente e ben idratata, anziché giallastra e spenta. Si riduce anche il rischio di irritazioni della cute, dermatiti, eczemi, acne, follicoliti e i livelli di impurità dell’epidermide. La tendenza a sudare troppo si attenua fortemente e anche i cattivi odori della pelle diventano meno pungenti e penetranti. Le unghie sono forti, elastiche e resistenti. Gli occhi appaiono brillanti e gli sfondi della sclera non sono opachi o giallastri.

I tendini e i muscoli sono più elastici e diminuisce il rischio di contratture e rigidità.

Sangue - Il sangue scorre più facilmente attraverso i vasi, irrorando e ossigenando bene tutti i tessuti, ma soprattutto cervello e reni. Le energie fisiche aumentano e anche la stanchezza tipica del cambio di stagione si attenua, o addirittura scompare del tutto. Nel complesso ci si sente più leggeri, tonici, reattivi, attenti e concentrati. Le difese immunitarie sono potenziate e si è meglio protetti dai malanni (raffreddore, allergia ecc.)

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Se sta bene, giova anche all’intestino

Se il fegato lavora a regime, la digestione procede regolarmente e senza intoppi. L’attività dell’intestino, in particolare, è in stretto collegamento con quella del fegato. Da una parte, le sostanze introdotte con l’alimentazione e assorbite a livello intestinale sono inviate al fegato attraverso la vena porta. Dall’altra, l’intestino riceve dal fegato la bile, necessaria per la digestione dei grassi e per l’assimilazione di alcune importantissime vitamine (come la vitamina K), oltre che per l’eliminazione delle scorie con le feci. Se il fegato non è capace di assolvere ai suoi compiti, la produzione e la secrezione di bile possono rallentare. Ciò comporta la comparsa di gusto amaro in bocca, nausea e vomito, gonfiori alla pancia, dolori addominali, diarrea, perdita di appetito. Inoltre, possono risvegliarsi più facilmente coliti, gastriti, colon irritabile, reflussi e bruciori allo stomaco.

In sintesi, i suoi compiti

Per riassumere, la ghiandola epatica serve agli scopi che elenchiamo qui di seguito.

• Filtrare e purificare il sangue proveniente da stomaco, milza e intestino, attraverso la vena porta: tutte le sostanze ingerite e assimilate a livello gastrointestinale attraversano il fegato, a livello del quale verranno degradate, elaborate, trasformate e depositate o eliminate. In altre parole, come un grande alchimista, il fegato riesce a estrarre l’essenziale dalla materia grezza.

• Eliminare le sostanze tossiche prodotte dall’assimilazione dei farmaci e dell’alcol, così come le sostanze di scarto del metabolismo (come l’ammonio, derivato dal catabolismo delle proteine, e la bilirubina, che è il ri-

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sultato della distruzione dei globuli rossi) ecc. Le tossine, adeguatamente trasformate dalle cellule del fegato, vengono eliminate attraverso la bile o immesse nel sangue, per essere poi filtrate dal rene ed eliminate tramite le urine. Anche i germi e i virus che subentrano nei tessuti vengono eliminati dal fegato.

• Produrre numerose sostanze, prevalentemente proteiche, tra cui quelle essenziali per la coagulazione del sangue (fibrinogeno e trombina, che si occupano di impedire le emorragie e riparare i tessuti), l’albumina (una proteina fondamentale per mantenere in equilibrio i liquidi del nostro organismo ed evitare edemi e gonfiori), ma anche la transferrina e la ferritina (che trasportano il ferro) e le proteine necessarie per trasportare altri ioni metallici, (come il rame), per le difese immunitarie (per esempio le proteine del complemento) e per la regolazione dei livelli ormonali e lipidici (cioè le lipoproteine del colesterolo) ecc.

• Provvedere al metabolismo dei nutrienti, cioè carboidrati, proteine e grassi. Le cellule del fegato sono come una grande centrale biochimica: producono, per esempio, alcuni ormoni sessuali e, attraverso la bile, metabolizzano le proteine.

Accumulando glicogeno, il fegato stabilizza la concentrazione di questa sostanza nel sangue (glicemia) anche durante il digiuno e contribuisce a non farci avvertire la debolezza. Se il fegato non svolge queste attività, subentra la stanchezza.

• Regola l’uso delle vitamine, come la A, quelle del complesso B, la PP, la K, la D ecc. Alcune di queste vengono anche conservate dal fegato per gli usi che in seguito ne farà il corpo.

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CAPITOLO 2 IL FEGATO SVELA LA “MAPPA” DELLE NOSTRE EMOZIONI Il nucleo del coraggio Uno scrigno di simboli 45 Purifica la mente dai “veleni” 49 L’origine profonda dei disturbi epatici 55 I caratteri che rischiano di più 59 In sintesi: dubbi e risposte 40

Il nucleo del coraggio Uno scrigno di simboli

Ilfegato è una miniera di informazioni preziose su di noi e su come viviamo. Attraverso un’analisi della dimensione epatica, secondo la visione psicosomatica, si riesce a risalire fedelmente alla nostra “mappa” emotiva, energetica, e a riconoscere il nostro stile di vita. Pur avendo una conoscenza più rozza e approssimativa dell’anatomia umana rispetto a noi, gli antichi avevano intuito l’importanza del fegato, al punto da usarlo nella pratica divinatoria come strumento per predire il futuro. Avevano capito che la radice della vita stava nel sangue e che il fegato era una vera e propria centrale costruita apposta per analizzarlo, sfruttarlo e modificarlo vitalmente per far fronte alle esigenze dell’organismo in ogni istante. Il fegato, infatti, fornisce al corpo l’energia di cui ha bisogno, la amministra saggiamente, la distribuisce in modo equo, ne controlla il risparmio e il dispendio.

In pratica, solo grazie alla ghiandola epatica riusciamo ad avere le forze necessarie per vivere senza doverci nutrire incessantemente.

Ciò significa che questo fondamentale organo agisce come un “Signore” che raccoglie dai suoi vassalli i frutti delle loro terre: esofago, stomaco e intestino, infatti, immagazzinano e assorbono la “materia” ma, senza l’attività del fegato le sostanze da loro assimilate non avrebbero

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alcun valore. Insomma, il fegato è in realtà un vero e proprio scrigno simbolico. In questo capitolo del libro, dedicato alla lettura psicosomatica della ghiandola epatica, ti indicheremo come decifrare tutti i simboli del fegato e i suoi segnali. Per stare bene, infatti, bisogna imparare a percepire i messaggi che arrivano da quest’organo. Solo così è possibile capire cosa si nasconde dietro le patologie che lo colpiscono.

Forza, coraggio ed energia:

è qui che hanno origine

Lasalute del fegato è strettamente legata all’intensità, alla passione, all’impeto con cui si vive quotidianamente; praticamente, all’energia vitale che ci muove. I disturbi del fegato, che determinano spesso stanchezza, debolezza e problemi digestivi, segnalano una difficoltà nella gestione di questa forza vitale. Inoltre il fegato è, nella tradizione, la sede di intense pulsioni come rabbia e coraggio, che, se non vengono espresse in modo adeguato, possono manifestarsi in un vero e proprio disturbo epatico. Pensa a espressioni del linguaggio comune come ci si “rode il fegato”, per riferirsi a una grossa rabbia accumulata che non si riesce a sfogare completamente o a frasi frequenti come “sei un uomo di fegato” oppure “tu sì che hai fegato”, rivolte a chi compie delle azioni davvero audaci e temerarie.

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Il nostro alchimista interno

Il fegato è il responsabile del processo di distillazione e di distribuzione di molecole preziose: è creatore, trasformatore e governatore. Come laboratorio biochimico dell’organismo, poi, la ghiandola epatica è alla radice della produzione dell’energia e della sua conservazione.

Il fegato, infatti, metabolizza, ossia trasforma, ciò che viene dall’esterno (non solo nutrienti ma anche immagini, ricordi, emozioni ecc.) in energia vitale. Per svolgere questo compito, deve distinguere cosa può entrare (e diventare parte di noi) e cosa va, invece, eliminato.

Un laboratorio di forze misteriose

Presso gli antichi Greci ogni organo era considerato il depositario di forze cosmiche, che venivano spesso identificate in figure divine. Nel caso del fegato, il dio che ne incarnava il principio vivificatore era Giove, il re dell’Olimpo, signore di tutte le divinità. Riallacciandosi al processo alchemico, è grazie a quest’organo che il piombo della materia può subire l’ultima trasformazione per diventare sangue, simbolo di vita e di coscienza. È grazie all’irrorazione sanguigna, infatti, che il cervello si mantiene attivo.

Il fegato è quindi un sole, che incarna un’energia vitale e ordinatrice, in grado di rischiarare le tenebre e di bruciare, generando forza vitale.

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L’organo che produce energia

In medicina psicosomatica, il fegato è l’organo che più ha a che fare con la formazione e l’espansione dell’energia vitale. Se per molti il cuore è il luogo della decisione, della personalità e, quindi, ciò che è posto al di sotto del cuore si collega di più all’istinto, il fegato può essere definito come un cuore più basso, più profondo e ricco di passione. Se il cuore, da cui deriva etimologicamente la parola “cor-aggio” ha il compito di raccogliere e coordinare quella forza che, attraverso il sangue, raggiunge tutto il corpo, il fegato ha il ruolo di produrla e accumularla. Il fegato è un deposito, una fabbrica di energia: immagazzina il glucosio sotto forma di glicogeno, e lo rilascia all’organismo in base alle esigenze del momento.

Questo meccanismo apparentemente semplice permette di liberare l’uomo dall’ansia di dover continuamente alimentarsi, per mantenere costante il nutrimento cellulare. Come una sorta di alchimista, quindi, il fegato libera dalla materia bruta - il cibo digerito - le sue potenzialità energetiche e plastiche, e la porta all’essenza, in un certo senso spiritualizzandola, così da renderla disponibile per lo sviluppo e la continuazione della vita stessa. Inoltre, il fegato entra in modo preponderante nella sintesi dell’emoglobina e delle proteine trasportate dal sangue, nei meccanismi della coagulazione, nel controllo della pressione sanguigna, nella produzione delle membrane di tutte le cellule, nel metabolismo della vitamina

D, nella regolazione dell’immunità.

Sono tutte operazioni che lo indicano come il maggiore artefice e il massimo compensatore del metabolismo, cioè della capacità di riciclare e reinventare non solo la materia, ma il corpo stesso.

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Simbolo di coraggio

L’essenzialità del fegato per la vita ha fatto sì che, nella fantasia popolare di ogni tempo, esso venisse considerato il “re” della materia, che genera l’energia necessaria al sostentamento e, per analogia, le forze per superare i momenti critici con coraggio. Inoltre, la sua apparente inesauribilità, dovuta alla capacità di rigenerazione delle sue cellule, l’ha reso simbolo di rinnovamento. Per questa vitalità, il fegato è stato anche collegato alla primavera, periodo in cui la natura ci dona le più importanti piante epatoprotettrici, come il tarassaco, la bardana, l’erica ecc.

Il mito di riferimento: la rinascita di Prometeo

Ilfegato è associato alla nostra capacità di rigenerazione, come evidenzia anche un famoso mito greco, quello di Prometeo. Il titano, animato da grande coraggio, osò rubare il fuoco dal carro del dio Sole per donarlo agli uomini, suscitando le ire di Zeus, che si vendicò incatenandolo nudo a una vetta del Caucaso. Ogni giorno un avvoltoio mangiava il suo fegato, ma il tormento continuava, interminabile, perché il fegato si rigenerava.

Prometeo è diventato famoso nella mitologia come benefattore dell’umanità. Con coraggio, mettendo in gioco se stesso e un suo organo vitale, egli accede a un ampliamento della coscienza e si avvicina al divino.

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CAPITOLO 4
NATURALI
EFFICACI
DISINTOSSICARLO Prevenire e curare Gli alleati verdi “salva-fegato” 95 La fitoterapia 111 L’omeopatia 114 La floriterapia 121 L’oligoterapia 94
I RIMEDI
PIÙ
PER

Prevenire e curare Gli alleati verdi “salva-fegato”

Comehai imparato leggendo i capitoli precedenti di questo libro, bisogna pensare al fegato come a un organo chiave, fondamentale per l’influenza costante che esercita sul nostro stato psicofisico. Il fegato è un organo che fa un lavoro “sporco” non solo per la sua attività di filtraggio ma perché viene poco tutelato a causa di stili di vita quotidiani e approcci alimentari sbagliati. I rimedi verdi intervengono proprio in queste fasi, ripulendo l’organo dalla carica di tossine con cui entra in contatto ogni giorno e che possono intasarlo rallentando il suo lavoro. Il campo dei rimedi naturali offre una serie di soluzioni adatte a ripulirlo a fondo. Quelle che vi proponiamo qui di seguito servono a rigenerare l’attività di quest’organo (regalando una grande forza) e a ristabilire l’equilibrio nell’intero organismo. Gli effetti saranno immediati: già dai primi giorni di assunzione si sentirà una nuova forza. Se i disturbi epatici diventano più seri (calcoli, epatiti ecc.) le cure naturali possono essere ugualmente utili e affiancare quelle farmacologiche: erbe, granuli e oligoelementi riducono i dolori addominali, regolarizzano le funzioni digestive e quelle intestinali. Se poi la causa del disturbo è un’infezione (come nel caso delle epatiti), i rimedi naturali aiuteranno a velocizzare i processi di autoguarigione del tessuto epatico.

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La fitoterapia

Stressato, appesantito, inquinato, pigro: il nostro fegato può essere questo e altro anche se non manifesta particolari sintomi di “protesta”. L’importanza dei rimedi fitoterapici risiede nei loro benefici a 360 gradi che potranno rimettere a nuovo una dimensione epatica stanca e in difficoltà.

Qui di seguito scoprirai i rimedi fitoterapici selezionati per ogni tipo di sintomo e disturbo: conoscerai, per esempio, le proprietà depurative della bardana, che ti aiuterà a regolare le attività epatiche; importantissimo è il rosmarino, digestivo e tonico, che potenzierà un fegato inquinato e stanco.

Anche il cardo mariano è un’arma preziosa per intervenire su quei sintomi che denotano uno stress epatico da non sottovalutare: stanchezza eccessiva, irritabilità, mancanza di lucidità sono solo alcuni dei segnali che ci invitano all’assunzione di questa soluzione fitoterapica. Con il carciofo, invece, potrai ottenere una vera e propria rigenerazione: agente purificatore per eccellenza, questo vegetale aiuterà a smaltire tossine e affaticamento quotidiano; Chrysantellum americanum, infine, è il rimedio naturale più indicato per liberare le “vie” che portano nutrimento al fegato e che possono chiudersi a causa del troppo colesterolo.

Ci sono comunque molti altri rimedi per la salute del fegato, che sfruttano l’efficacia delle piante per ripulire le vie biliari, rivitalizzare i tessuti epatici danneggiati, depurare e regalare energia.

Molte erbe sono utili anche quando il fegato ha subito

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un danno a livello dei tessuti, per esempio a seguito di epatiti, malattie virali, calcoli e stati di intossicazione di lunga durata, che possono aver distrutto parte delle sue cellule. Per favorire la ricostruzione della struttura epatica, la Natura ci viene in aiuto con una vasta gamma di erbe dalle virtù rigeneratrici, cicatrizzanti e riattivanti.

I diversi impieghi delle erbe

Macerato glicerico: i macerati glicerici (MG) si ottengono dalla macerazione di gemme, poste per tre settimane in una miscela di alcol e glicerina. La diluizione richiesta per i gemmoderivati è alla prima decimale hahnemanniana 1 DH (una parte del preparato di base viene diluita con 9 parti di miscela).

Estratto secco: è la modalità di assunzione più pratica (anche nel caso in cui la pianta non si presti ad altre lavorazioni). In questo caso l’erba viene ridotta a estratto e poi compressa in capsule (1-3 volte al dì la posologia).

Decotto: s’impiega soprattutto per radici, semi, cortecce e altre parti dure. Si ottiene ponendo la droga sminuzzata nella quantità prescritta di acqua in ebollizione, si copre il recipiente e si lascia bollire lentamente a fuoco moderato per 5-30 minuti secondo quanto stabilito dal fitoterapeuta. Quindi, si filtra il decotto con un colino.

Infuso: si utilizza soprattutto per foglie, gemme e fiori, e per tutte le parti che si sciolgono con l’azione combinata di acqua e calore. Si ottiene portando a ebollizione la quantità di acqua prevista e versandola subito sul rime-

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dio posto in un recipiente; si mescola delicatamente, si copre e si lascia riposare per 5-10 minuti. Si filtra quindi con un colino e si beve a piccoli sorsi.

Ginepro: rivitalizza i tessuti danneggiati I giovani getti del ginepro (Juniperus communis) hanno la straordinaria capacità di riattivare le funzioni del fegato e la digestione quando queste appaiono spente. Agiscono influenzando positivamente il metabolismo del fegato (glucidico, proteico, lipidico) e sono di grande aiuto per disintossicare quest’organo da farmaci e tossine alimentari che lo hanno appesantito. Inoltre, riducono colesterolo e glicemia alta. Per aumentare l’efficacia di questo gemmoterapico, puoi associare il ginepro alle gemme di fico (Ficus carica) che proteggono stomaco e intestino da crampi e gonfiori. Prendi 30-50 gocce di ogni macerato, 2 volte al giorno.

Il rimedio se c’è un senso di stanchezza persistente

Seti senti senza forze, a causa di un fegato “stanco” e carico di tossine, usa il macerato glicerico di Tamarix gallica alla 1 DH: basta assumere 40 gocce per 2 volte al giorno lontano dai pasti in mezzo bicchiere d’acqua. Questo rimedio ti aiuta a rinvigorire il fisico, a contrastare l’insonnia e a tonificare i muscoli, soprattutto ai cambi di stagione.

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