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Società oggi: un caso di razzismo

Società oggi di Sonia Sartor

“Mi sono sentita inadeguata”

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L’atleta Rebecca Pavan denuncia un caso di razzismo:

Lo scorso 16 novembre nel veneziano una giovane atleta della nazionale italiana è stata vittima di un fatto spiacevole che in poche ore ha fatto il giro del web. Lei si chiama Rebecca Pavan, 21enne residente in provincia di Venezia che nell’atletica si è distinta come ottima saltatrice in alto. Un mercoledì mattina all’insegna dello shopping per Rebecca e la madre adottiva, quando nella via del rientro, a bordo dell’autobus della linea 85 Aeroporto- Sottomarina, alla giovane viene chiesto di esibire il titolo di viaggio mentre la madre viene lasciata passare senza alcuna richiesta. “Solo a me è stato intimato di mostrare il biglietto. Il controllore vedendo il mio colore della pelle ha pensato volessi fare la furba e salire in autobus senza pagare”. Queste sono le parole della ragazza, che non mette in discussione la necessità di verificare il possesso del titolo di viaggio da parte dei passeggeri, quanto piuttosto l’intenzione che si sarebbe celata dietro alla richiesta a lei pervenuta: “Il tono con cui si è rivolto a me ha rivelato una persona sicura di cogliermi in fallo solo perché sono nera”. Il motore dell’azione sarebbe dunque da ricercare nel concetto di pregiudizio. La madre di Rebecca, una volta fatto rientro a casa, decide di condividere l’accaduto sulla sua pagina Facebook allegando anche il video della giustificazione fornita dal controllore e, inaspettatamente, la notizia riceve una grande attenzione mediatica. “Se n’è parlato tanto, forse anche troppo. Alle persone sfortunatamente accadono cose più gravi di questa e credo che la vicenda in questione abbia occupato già tanto spazio però sono contenta della vicinanza che mi è stata dimostrata. Mi sono arrivati tanti messaggi gentili”, così la giovane campionessa commenta l’attenzione mediatica rivolta al caso che l’ha vista coinvolta. Parole che tristemente fanno trasparire anche una certa abitudine verso comportamenti razzisti; Rebecca, infatti, ha dichiarato di essere stata più volte al centro di simili atteggiamenti. C’è un ulteriore aspetto che la giovane atleta ha rivelato nel corso dell’intervista: “C’erano altre persone a bordo dell’autobus ma nessuno è intervenuto, nemmeno quando mia mamma ha chiesto spiegazioni sul perché a lei non fosse stato chiesto di esibire il biglietto”. Altro elemento, quest’ultimo, che ha contribuito alla sofferenza della giovane. L’azienda Arriva Italia, responsabile della linea 85 su cui viaggiava Rebecca, ha sottolineato in una nota l’intenzione di analizzare più profondamente la questione anche con l’ausilio del video girato a bordo e ha poi definito l’avvenimento come uno spiacevole malinteso: “Il controllore ha riconosciuto la mamma di Rebecca come un’abbonata delle line di Arriva Veneto mentre non avendo mai visto la ragazza, le ha richiesto il titolo di viaggio”. Questa è la spiegazione ad oggi fornita dal Gruppo Arriva specificando che il dipendente coinvolto nella questione lavora con loro da oltre quattro anni e mai avrebbe manifestato l’intenzione di offendere un passeggero. a salute stessa del controllore avrebbe risentito della vicenda: “Dopo l’episodio è profondamente scosso e addolorato, soprattutto per il crescente clima di astio a cui si sente sottoposto. Stiamo predisponendo per lui un sostegno psicologico”. Ad una settimana di distanza dai fatti però la giovane è ancora in attesa di parole di scusa. “Sono abituata ad ignorare e ad andare oltre ma mi piacerebbe ricevere almeno delle scuse. Non credo però che l’azienda mi contatterà mai”. Il giorno in cui sono avvenuti i fatti narrati la ragazza ha pubblicato sulla sua pagina Instagram una frase che suona come un messaggio dai contorni chiari e definiti: “Avere la pelle nera non è un crimine”.