scialpinismo in lagorai

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COLLANA LUOGHI VERTICALI

Alessio Conz, Andrea Reboldi

SCIALPINISMO in LAGORAI CIMA D’ASTA 150 itinerari

EDIZIONI VERSANTE SUD


Prima edizione Ottobre 2010 ISBN 978-88-96634-19-6 Copyright Š 2010 VERSANTE SUD Milano via Longhi, 10, tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Copertina

Il Ziolera visto dalla cima del Monte Valpiana

Testi

Alessio Conz, Andrea Reboldi scialpinismoLagorai@versantesud.it

Fotografie

Alessio Conz, Andrea Reboldi

Mappe

Chiara Benedetto

Impaginazione

Chiara Benedetto

Simbologia

Chiara Benedetto

Stampa

Monotipia Cremonese

Nota Lo scialpinismo è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.


Alessio Conz, Andrea Reboldi

SCIALPINISMO in LAGORAI CIMA D’ASTA 150 itinerari

EDIZIONI VERSANTE SUD


Indice e cartina

Indice e cartina PREFAZIONE e RINGRAZIAMENTI INTRODUZIONE TECNICA BIBLIOGRAFIA SIMBOLOGIA SCALA DIFFICOLTÀ I VALLE DEI MOCHENI 24 1 Monte Fravòrt 28 2 Monte Gronlàit 30 3 Monte Gronlàit 32 4 Monte Gronlàit 34 5 Pizzo Alto 36 6 Monte del Lago 38 7 Cima delle Lepri 40 8 Cima Terra Bianca 42 9 Sasso Rosso 44 10 Cima di Sette Selle 46 11 Cima d’Ezze 48 12 La Colombara 50 13 Monte Slimber 52 14 Monte Slimber 54 15 Cima Palù 56 16 Monte Conca 58 17 Schliwerlai Spitz 60 18 Monte Rujoch 62 19 Monte Rujoch 64 II VALLE DI PINÈ E VALFLORIANA 66 20 Monte Rujoch 70 21 Schliwerlai Spitz 72 22 Schliwerlai Spitz 74 23 Monte Baitòl 76 24 Monte Croce 78 25 Monte Fregasoga 80 26 Monte Cogne 82 27 Pala delle Buse 84 III VALLE DI FIEMME 86 28 Monte Fregasoga 90 29 Monte Croce 92 30 Cima Bolenga 94 31 Monte Ziolèra 96 32 Cima delle Buse 98 33 Cima delle Stellune 100 34 Cima dell’Inferno 102 35 Busa Grana 104 36 Cimòn di Val Moena 106 37 Busa Grana 108 38 Cima delle Stellune 110 39 Cimòn de la Roa 112 40 Cima di Lagorai 114 41 Cima Laste delle Sute 116 42 Corona Alta 118 43 Cimòn di Lasteolo 120 44 Cima Litegosa 122 45 Monte Formentone 124 46 Castèl de le Aie Quota 2400 126

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47 Beco dei Slavàzi 128 48 Castèl de le Aie 130 49 Cauriòl 132 50 Forcella del Cardinal 134 51 Busa Alta 136 52 Cima di Canzenàgol 138 53 Cadinòn 140 54 Coltorondo Quota 2418 142 55 Cima Moregna 144 56 Cima Moregna 146 57 Cima di Valmaggiore 148 58 Cima Cèce 150 59 Cima Cèce 152 60 Cima Valbona 154 IV PANEVEGGIO - PASSO ROLLE - PRIMIERO 156 61 Costòn dei Slavaci 160 62 Cime di Bragarolo 162 63 Cime di Ceremana 164 64 Cime di Ceremana Quota 2584 166 65 Piccolo Colbricòn 168 66 Colbricòn 170 67 Cavallazza 172 68 Cavallazza 174 69 Cime di Ceremana Quota 2584 176 70 Cima Valcigolèra 178 71 Cima Tognazza 180 V VALLE DEL VANOI 182 72 Cima d’Arzòn 186 73 Cima Folga 188 74 Cima Folga 190 75 Cima di Valsorda 192 76 Cima di Valsorda 194 77 Cima di Valòn 196 78 Cima dei Paradisi 198 79 Cima Cèce 200 80 Cima Moregna 202 81 Coltorondo 204 82 Cadinòn 206 83 Cauriòl 208 84 Cima Litegosa 210 85 Col di San Giovanni 212 86 Cima d’Asta 214 87 Cima d’Asta 216 88 Cima d’Asta 218 89 Monte Tolvà 220 90 Col del Rigon Quota 2095 222 91 Col del Boia 224

8 10 18 22 23 VI VALSUGANA E TESINO 226 92 Cima Orèna 230 93 Monte Agàro 232 94 Monte Tolvà Quota 2314 234 95 Il Contessàt 236 96 Il Passetto 238 97 Cima d’Asta 240 98 Cima d’Asta 242 99 Cima Lasteàti 244 100 Tombola Nera 246 101 Tombola Nera 248 102 Cima Orsèra 250 103 Punta Brunella 252 104 Cima Costa Brunella 254 105 Cimòn Rava 256 106 Monte Fierollo 258 107 Cima del Frate 260 108 Primo Campanile di Val Orsera 262 109 Cima Primaluna 264 110 M. Cènon e Cima Primalunetta 266 111 Tombòlin di Caldenave 268 112 Cima Càldenave 270 113 Punta Brunella 272 114 Cròz dè Consèria 274 115 Cròz dè Consèria 276 116 Tombola Nera 278 117 Monte Cengello 280 118 Cima Lasteàti 282 119 Cima Socède 284 120 Col di San Giovanni 286 121 Col della Palazzina 288 122 Cimòn di Busa della Neve 290 123 Monte Montalòn Quota 2465 292 124 Cima delle Buse 294 125 Punta dei Soldati 296 126 Monte Sètole 298 127 Monte Sètole 300 128 Monte Valpiana 302 129 Punta dei Soldati 304 130 Cima Tòdesca 306 131 Monte Ziolèra 308 132 Cima Bolenga 310 133 Monte Croce 312 134 Monte Baitòl 314 135 Monte Conca 316 136 Monte Slimber 318 137 Crozzi d’Ezze 320 138 Cima Cagnòn 322 139 Monte Pastronezze 324


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Strigno

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Roncegno Terme Borgo Valsugana

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14/18 5/13

26-27

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Bieno

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Ziano

Pieve Tesino

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78-87

48-49 51-52

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Caoria

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Castello Tesino

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Canale San Bovo

74-75

61/64

Fiera di Primiero Mezzano

72-73

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69-70 San Martino di Castrozza

Imer

68

144 Pizzo Alto 145 Monte Cola 146 Monte Cola 147 Hoabònti

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Bedollo Centrale

21 23/25

Piazzoli

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Tesero

326 328 330 332

Sovèr

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Castello-Molina di Fiemme

Cavalese

Predazzo

140 Cima d’Ezze 141 Monte Ciste 142 Monte Ciste 143 Sasso Rosso 334 148 Monte Gronlàit 336 149 Monte Fravòrt 338 150 Monte Fravòrt 340 342 344 346

TABELLA DEGLI ITINERARI 348

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Prefazione e ringraziamenti

Prefazione e ringraziamenti

La Catena del Lagorai e Cima d’Asta è un gruppo montuoso situato nella provinca di Trento e rappresenta una delle aree a maggior naturalità dell’intero territorio provinciale, includendo alcuni tra gli angoli più selvaggi delle Alpi Sud orientali. Lagorai è un nome che ha radici nella parola lago, sono infatti numerosi gli specchi d’acqua più o meno grandi presenti a varie quote. Questo immenso territorio in inverno si trasforma in un paradiso per gli appassionati di sci alpinismo. Meta facilmente raggiungibile dal Veneto, Trentino e Lombardia è poco conosciuto, sicuramente rimasto da parte e nell’ombra rispetto alle vicine dolomiti. Solo i local hanno avuto il piacere di esplorare questo territorio, di scoprire numerose e bellissime scialpinistiche dove si può trovare neve vergine e non bisogna fare la coda per parcheggiare. Questo affascinante luogo permette di sciare da Novembre a Maggio grazie alle diverse quote e la cima d’Asta, con i suoi 2847 metri di quota, offre numerose escursioni mozzafiato. La zona nord-orientale della catena, nella parte circostante al Monte Colbricon, alla Cavallazza e al Passo Rolle, è inserita nel Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino, che si occupa della salvaguardia e controllo di specie anche rare di uccelli e mammiferi. Nei pressi del Passo Rolle, ad un’altezza di poco inferiore ai 2000 metri, si trovano i laghetti di Colbricon, che presentano tracce di antichissimi insediamenti umani tra cui accampamenti di cacciatori risalenti al Neolitico. Senza un eccessivo sfruttamento da parte di impianti di risalita (ad eccezione di quelli del Cermis, del Passo Rolle, di San Martino di Castrozza e della Panarotta), il Lagorai offre un paesaggio alpino intatto e la principale attività umana che ha modificato leggermente l’ambiente naturale è quella tradizionalmente connessa con l’alpeggio e l’esbosco del legname. I valichi carrozzabili della catena sono il Passo Rolle, che collega Primiero e Fiemme attraverso la valle del Travignolo, il Passo Manghen, che collega la Valsugana con la Val di Fiemme (chiusura invernale dal 1 novembre al 30 aprile) e il Passo di Redebus, che collega la Val dei Mocheni con l’Altopiano di Pinè. Quindi potete capire come è facilmente raggiungibile dalla Valsugana, dalla Val di Fiemme e dal Primiero. Questa guida vi permetterà di scoprire un luogo spettacolare, rimanendo lontani dal caos ed immersi nella natura più selvaggia. Sicuramente, con un minimo di curiosità, è possibile scoprire molti altri percorsi. ma per ora iniziate ad esplorare questi 150 itinerari.

Vorremmo ringraziare: Andrea Sartori per le preziose indicazioni relative alle sci alpinistiche nella Valle di Pinè e Valfloriana, Marco Romelli per le belle foto in Cima d’Asta, Michele Camin per l’aiuto nella stesura degli itinerari sulle carte topografiche e i vari amici che abbiamo trascinato in inusuali traversate approfittando del loro buon cuore e disponibilità.

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Introduzione tecnica 10

Introduzione tecnica LE AREE GEOGRAFICHE Il Lagorai è un gruppo montuoso che si sviluppa interamente nel territorio del Trentino, lungo un asse di una quarantina di chilometri che da Pergine Valsugana arriva fino al Passo Rolle. Si tratta di un vasto territorio che è rimasto lontano dallo sviluppo turistico che hanno avuto invece le aree vicine e solo negli ultimi anni è aumentata la sua frequentazione sia grazie all’uscita di alcune guide e articoli su riviste che alla apertura di nuovi rifugi in luogo dei vecchi o di vecchie malghe ed alla proposta di nuovi itinerari escursionistici di grande bellezza. La quota delle cime varia mediamente dai 2200 metri ai 2754 m di Cima Cece, anche se dal punto di vista strettamente geografico fanno parte del Lagorai anche il Gruppo di Cima d’Asta (2847 m) e alcuni sottogruppi come Folga-Scanaiol, Tolvà e Rava. Lo sci alpinismo è sempre stato praticato nel gruppo e la prima guida su questa area è di Toni Marchesini e risale al 1975, seguita da quella di Giuliano Girotto nel 1987 e da quella di Luciano Navarini del 1988, che si è imposta maggiormente al grande pubblico. É comunque rimasto un luogo riservato a pochi intimi, per lo più del luogo e, fino a pochi anni fa, lungo quelle che ora sono le grandi classiche era facile non trovare nessuno. Inoltre molte possibilità di itinerari sono rimaste inesplorate e per quanto probabilmente già percorse comunque sconosciute ai più e soprattutto escluse da una pubblicazione specialistica. C’è da aggiungere anche una certa ritrosia a far conoscere alcuni percorsi che riservano spesso una fantastica neve polverosa e che è sempre più difficile trovare vergini. Da un punto di vista meteorologico e nivologico il gruppo non riserva grandi sorprese vista l’uniformità del territorio, pur tuttavia i bollettini spesso non riescono a tenere conto di singoli fenomeni che possono interessare zone diverse, precipitazioni nevose limitate o fenomeni ventosi che cambiano radicalmente le condizioni. Nella stessa giornata si possono trovare condizioni molto sicure in Val dei Mocheni e molto rischiose sulle Cime di Ceremana, a parità di bollettino meteo valanghe, quindi rimane sempre prioritaria una informazione diretta sul territorio e l’osservazione sul campo. La differenza di quota e di ambiente rende comunque molto differenti tra loro le salite e sulle cime più alte l’ambiente invernale è quello dell’alta montagna. Dopo periodi di forte vento è sempre utile portare dei ramponi leggeri per l’alta probabilità di trovare tratti molto ghiacciati anche su pendii altrimenti banali. Nella descrizione dei singoli itinerari abbiamo cercato di indicare il rischio medio di valanghe ed inoltre di se-

gnalare le zone più conosciute ove si possono formare accumuli da vento. Abbiamo anche inserito alcune gite classicamente percorse con condizioni che altrove risultano invece proibitive. Normalmente già ad inizio primavera è facile trovare nei versanti meridionali un ottimo firn. La guerra del 1915 -18 ha lasciato qui numerose tracce del suo passaggio in quanto le creste facevano da confine tra il territorio austriaco e quello italiano, e spesso si trovano manufatti di vario genere, muretti, costruzioni, scavi, trincee. A volte possono risultare un pericolo in quanto si formano dei buchi improvvisi, specie in prossimità di alcune cime, generalmente sono comunque poco profondi. Numerose sono le possibilità di collegare più itinerari realizzando interessanti traversate; abbiamo dato qualche indicazione preferendo comunque indicare le singole uscite in quanto una traversata presume già una approfondita conoscenza del territorio e può essere una scelta successiva di chi ha già percorso il gruppo. La traversata del gruppo dalla cima della Panarotta fino al Passo Rolle è un fantastico percorso estivo che rimane però riservato ai trekker in grado di essere completamente autosufficienti per diversi giorni, vista la fondamentale mancanza di rifugi gestiti. Si utilizzano bivacchi, malghe o ricoveri di pastori, anche se molti preferiscono portare la tenda che garantisce un ricovero in qualsiasi momento. La lunghezza del percorso, le difficoltà di orientamento, la mancanza di punti di appoggio, oltre al peso degli zaini, fanno sì che in una stagione siano ben pochi quelli che compiono l’intera traversata. La TRANSLAGORAI viene normalmente percorsa in sei tappe anche se alcuni riescono in tre giorni ed è stata già percorsa in giornata da qualche runner. Va da sé che la traversata invernale rimane una esperienza difficile e completa che richiede una notevole preparazione fisica e anche logistica, oltre a ottime condizioni della neve e della meteo, anche perché la chiusura invernale della strada che sale al Passo Manghen e della strada che sale al rifugio Cauriòl rendono l’isolamento assolutamente totale. I - Valle dei Mocheni La Valle dei Mocheni si sviluppa da Sud Ovest a Nord Est a partire da Pergine Valsugana. È una valle di grande bellezza, molto caratteristica, che ha conservato nel tempo le proprie tradizioni sia folcloristiche e linguistiche che ambientali. Gli abitanti (pastori e agricoltori) sono di origine tedesca. I primi insediamenti nella valle risalgono al 1300 ed in seguito si è sviluppato un fiorente sfruttamento


minerario, oggi esaurito. Gli itinerari che partono da questa valle, pur nella loro brevità, offrono giornate indimenticabili da gustare con calma, godendo di salite che possono accontentare sia i principianti che gli sciatori più esigenti, con qualche tratto più ripido o alpinistico che da il sapore di itinerari di gran livello. Nonostante la relativa semplicità degli itinerari non va sottovalutata la possibilità di formazione di pericolosi accumuli di neve. Ai più esigenti consigliamo di cimentarsi in qualche bella traversata. Punti d’appoggio: Rifugio Sette Selle della SAT di Pergine (vedi itinerari da 9 a 13), che si raggiunge in un’oretta da Palù del Fersina, è aperto da dicembre ad aprile tutti i fine settimana ed eventualmente oltre su richiesta per gruppi. Tel. 0461550101 – 3471594929. II - Valle di Pinè e Valfloriana La valle di Pinè e la Valfloriana chiudono a Ovest la lunga dorsale che va dal Monte Rujoch al Cimon del Tres, passando per la bella Cima del Monte Croce, che con le sue bastionate rocciose costruisce uno splendido

scenario per una salita di gran soddisfazione. In linea generale gli itinerari che salgono da queste valli, pur non godendo della frequentazione della vicina Valle dei Mocheni, sono caratterizzati da una dimensione piuttosto selvaggia. Punti d’appoggio: Rifugio Tonini, aperto nei fine settimana. Tel. 0461683022 Baita Monte PAT, sempre aperto e raggiungibile da Sicine o Montesover. Tel. 04611862411.

Introduzione tecnica

Introduzione tecnica

III - Valle di Fiemme La Val di Fiemme è sicuramente la più conosciuta tra quelle che interessano il Lagorai, o almeno è quella nella quale il turismo si è sviluppato al massimo della sua espressione, sia d’inverno che nella stagione estiva. A parte gli impianti del Cermis, questa parte della catena è rimasta fortunatamente integra. Gli itinerari sono caratterizzati da lunghe strade forestali che ne percorrono la parte bassa. Abbiamo quindi percorsi facili tipicamente invernali e percorsi più impegnativi da intraprendere in primavera inoltrata, quando è possibile salire in auto fino a quote più elevate.

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Introduzione tecnica

Introduzione tecnica Da Molina di Fiemme inizia la Statale del Manghen, l’unica ad attraversare l’intero Lagorai per giungere a Borgo Valsugana. Questa strada rimane però chiusa l’inverno dal Ponte delle Stue, punto di partenza di alcune gite. Per informazioni sulla Strada del Manghen e sulle condizioni della neve in generale consigliamo di rivolgersi all’Albergo Pineta a Molina (inizio strada per il passo Manghen), sempre aperto, tel. 0462341332. IV - Paneveggio - Passo Rolle - Priemiero Da Predazzo si prende la statale del Rolle che, passando da Bellamonte e dal Lago di Paneveggio, raggiunge il Passo Rolle, e da questo poi si scende nel Primiero. Abbiamo raggruppato in un’unica area gli itinerari che partono da questa zona, tutti di grande bellezza, caratterizzati anche da scorci stupendi sulle Pale di San Martino. La partenza per gli itinerari che salgono alle Cime di Ceremana, Bragarolo e Coston dei Slavaci presentano un lungo tratto iniziale in piano (per attraversare il Lago di Paneveggio ed inoltrarsi nella valle) che naturalmente deve poi essere percorso al ritorno ma la bellezza della parte superiore merita senz’altro questo piccolo sacrificio. Il Piccolo Colbricòn è da anni una super classica sempre fattibile e sempre pistata, breve ma di sicura soddisfazione. V - Valle del Vanoi Questa valle è rimasta la più isolata e selvaggia fino agli anni ’90, quando la costruzione della galleria che collega il Primiero a Canal San Bovo ha permesso un maggiore sviluppo turistico. Le lunghe strade forestali non sono salibili in auto nemmeno in primavera; il divieto di transito sino al rifugio Refavaie e a Caoria costituisce per molti itinerari un noioso approccio nella prima parte. Va detto però che l’ambiente è superbo e ripaga di questi avvicinamenti anche per la gran quantità di fauna presente: in questi boschi sono sempre visibili le tracce di vari animali e può succede di incontrarne alcuni. Sicuro punto di riferimento è il Rifugio Refavaie, che si trova proprio in fondo alla valle del Vanoi, dove termina la strada asfaltata, anche punto di partenza per molte delle salite in zona. Il rifugio rimane aperto nei fine settimana durante l’inverno e anche oltre per gruppi su prenotazione. Tel. 0439710009 - 3478517324. VI - Valsugana e Tesino Anticamente occupata dai romani la Valsugana subì nel tempo sorti diverse, sempre piuttosto travagliate, anche

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per il fatto di essere un naturale collegamento di primario interesse dal punto di vista commerciale. A partire dal Passo del Broccon troviamo il sottoruppo del Tolvà, il gruppo di Cima d’Asta, il sottogruppo di Rava, le cime del Lagorai, raggiungibili dalla Val Campelle e dalla Val Calamento, e quindi quelle raggiungibili dalla Valsugana vera e propria. Mentre alcune salite sono delle classiche altre sono per lo più frequentate solo dai locali, e specie nei sottogruppi Tolvà e Rava, presentano caratteristiche molto selvagge di isolamento e solitudine. In questa zona più che in altre ci sono una miriade di canali e canalini che possono essere scesi effettuando varianti a piacere; in qualche caso lo abbiamo indicato. La grande varietà nella tipologia degli itinerari fa sì che si possano programmare uscite in ogni situazione, dalla sciata su mezzo metro di neve fresca alla discesa di ripidi canali su neve trasformata, dalla gita di mezza giornata a quella di grande respiro. Non è affatto infrequente salire qualche bella classica nei pomeriggi invernali e trovare in cima altri sci alpinisti che si godono il panorama delle ombre che si allungano sui pendii. Punti d’appoggio: Rifugio Serot (itinerari da 145 a 150) aperto d’inverno. www.rifugioserot.eu Rifugio 5 Valli (itinerari da 145 a 150) aperto nei fine settimana. Tel. 0461764081 - 3480985560 Malga Sorgazza (itinerari da 94 a 103) sempre aperto. Tel. 3462304405 Camping Val Malene (itinerari 94, 95 e 96) sempre aperto. Tel. 0461594214. APPUNTAMENTI E RADUNI GARA A COPPIE CIMA D’ASTA - LAGORAI rappresenta la quinta tappa del circuito di sci alpinismo Coppa delle Dolomiti, giunge nel 2011 alla sua diciannovesima edizione. Si svolge a fine marzo. MEETING DEL LAGORAI raduno di sci alpinismo. Quest’anno alla sua 34° edizione. Si svolge a inizio marzo. RADUNO TOLVÀ – MEZZA BIRRETTA raduno quest’anno alla quarta edizione. Si svolge il primo sabato di febbraio al Camping Val Malene.


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Introduzione tecnica

Introduzione tecnica CONSIGLI TECNICI Consigliamo a chiunque decida di praticare lo sci alpinismo di seguire almeno un corso per avere delle nozioni di base relativamente agli argomenti minimi necessari per affrontare una gita: - attrezzatura - tecnica di salita e discesa - scelta dell’itinerario - meteorologia - topografia e orientamento (GPS) - neve e valanghe - autosoccorso (utilizzo di ARTVA, pala, sonda) La mancanza di preparazione specifica rischia sempre di portare a compiere pericolosi errori di valutazione, in particolar modo nel passaggio da itinerari elementari a quelli più complessi e difficili, anche se l’esperienza gioca sempre un ruolo di rilievo nelle scelte. Tuttavia diamo qui alcune indicazioni di carattere generale per i meno esperti che possono risultare utili. PREPARAZIONE DI UNA SALITA La scelta dell’itinerario è fondamentale, e va fatta prima di tutto sulla base dell’esperienza dei partecipanti e delle condizioni della neve. Effettuare percorsi lunghi e impegnativi con persone poco esperte, poco allenate o non molto capaci in discesa significa rischiare di trovarsi di fronte ad incidenti o comunque a spiacevoli situazioni. Per quanto riguarda le condizioni del manto nevoso, solo a titolo di esempio, consigliamo con recenti nevicate abbondanti o nevicate con forte vento di accontentarsi di uscite semplici, poco ripide o nel bosco, almeno fino ad un assestamento del manto nevoso. La lettura del bollettino meteo e valanghe è sempre un’indicazione preziosa ma non va presa per oro colato, in quanto le condizioni particolari di singole zone possono essere molto diverse tra loro. Ci è capitato di vedere sci alpinisti avventurarsi su pendii pericolosi dicendo che il bollettino valanghe dava rischio 2 e quindi erano tranquilli. Mai quindi limitarsi alla valutazione dei bollettini senza verificarne la veridicità sul luogo. Sconsigliamo di avere fretta e di voler fare in pieno inverno uscite tipicamente primaverili, perché a parte rari casi, il rischio di rovinarsi la giornata è comunque maggiore. In primavera l’aumento della temperatura durante il giorno rappresenta un serio pericolo, specialmente sui versanti meridionali o con fondo erboso, quindi sarà opportuno partire molto presto e scendere al massimo a metà mattinata.Valutare la direzione del vento, grosse cornici su un lato

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della cresta stanno a significare la probabile presenza di accumuli sottovento. L’informazione diretta personale rimane un sicuro riferimento per compiere una gita in sicurezza, e oggi si possono trovare su molti siti indicazioni in tempo reale. Ricordiamo che le uscite più impegnative riportate in questa guida sono riservate a sci alpinisti molto esperti, in grado di muoversi su terreni esposti ed in grado di valutare appieno le condizioni generali del momento. MATERIALI Non vogliamo entrare nello specifico delle innumerevoli scelte che si possono fare sui materiali da sci alpinismo, anche perché la gamma è molto varia e le scelte hanno un forte carattere di soggettività, ma di nuovo fornire alcune indicazioni di carattere generale che possono essere valide per chi si appresta ad un primo acquisto. Sci, scarponi e attacchi È evidente come nel mercato si siano imposti i modelli super leggeri, da gara o derivati. Però nello sci alpinismo classico si assiste ad un ritorno di scelte meno estreme, in cambio di maggiore polivalenza, stabilità e comfort complessivo. Le case costruttrici hanno di fatto diversificato le produzioni creando modelli abbastanza specifici per ogni situazione (gara, sci alpinismo classico, freeride) ma si trovano comunque modelli universali che garantiscono una prestazione sufficiente nelle diverse condizioni che si possono trovare nello sci alpinismo, che vanno dalla neve leggera e polverosa alla neve crostosa o ghiacciata. In generale sconsigliamo di utilizzare modelli troppo specifici, a meno di non potersi permettere più di un paio di sci o di scarponi. Pelli di foca Meglio spendere un po’ di più e averle buone piuttosto che un paio che non scivola bene o non tiene in salita. Per gite complesse o traversate meglio il gancio in coda. Altrimenti vanno bene tagliate più corte ma occhio alla colla. Portate sempre con voi 30 cm di nastro americano arrotolato intorno ad un tubetto in plastica per le emergenze se si dovessero scollare. Portate inoltre anche un pezzo di sciolina da stendere sulle pelli se la neve è troppo umida e si incolla sotto. Bastoncini Per l’inverno sono sconsigliati i telescopici, meno meccanismi e manovre si fanno col freddo meglio è.


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Introduzione tecnica

Introduzione tecnica Zaino Per gite di una giornata un 20 /30 lt leggero (cercando di limitare il peso sotto il chilo). Per traversate o gite più complesse sarà necessario averne uno comodo con gli scomparti ben pensati per pala, ARTVA, sonda, ramponi e piccozza. GPS Global Position Sistem Il GPS consente di rilevare costantemente la propria posizione attraverso i segnali trasmessi da 24 satelliti in orbita, con un errore possibile di pochi metri, che viene comunque segnalato. La posizione di un punto viene definita dal GPS con delle coordinate che lo rendono identificabile. È così possibile compiere diverse operazioni, come identificare su una cartina il punto in cui ci si trova oppure chiedere al GPS di condurci ad un punto prestabilito di cui conosciamo le coordinate. Naturalmente le funzioni sono tante e per un utilizzo completo del prodotto è necessario un approfondimento particolare. Esistono diversi reticoli di riferimento ed è importante settare il GPS sul reticolo utilizzato dalla cartina in uso. Anche se alcuni modelli di GPS hanno inserite le mappe è sempre bene avere con sé una cartina. Ad esempio la cartina VAL DI FIEMME LAGORAI LATEMAR della TABACCO ha il reticolo UTM European 1950, che è quello che abbiamo usato noi, quindi ogni punto è facilmente identificabile. Nei boschi fitti o in valli particolarmente chiuse il GPS fatica a trovare la posizione corretta, e abbiamo constatato che quando segnala errori maggiori di 10 / 15 m , è assai probabile che l’errore sia molto maggiore, nell’ordine di un centinaio di metri, e questo vale anche per la quota. Per ogni itinerario abbiamo rilevato alcuni punti significativi che potessero garantire agli sci alpinisti una verifica della correttezza del percorso. Rimane comunque importante lo studio preliminare del percorso su una cartina, la corretta osservazione del territorio, un discreto senso dell’orientamento. Sconsigliamo di effettuare itinerari complessi o difficili con nebbia fitta affidandosi solamente all’uso del GPS perché la impossibilità di una osservazione diretta e precisa del territorio può risultare pericolosa. Detto questo vorremmo sottolineare che il gps può essere un aiuto ma in nessun modo può sostituire il buon senso. Cosa mettere nello zaino: ARTVA PALA SONDA RAMPANT Controllare le batterie. GUANTI e MASCHERINA Possono servire anche con bel tempo, perché ci può essere vento forte d’inverno. RAMPONI e PICCOZZA Leggeri, da sci alpinismo. Altro: telefono, cartina della zona, bussola o GPS, kit di pronto soccorso, pinzetta multiuso e fil di ferro.

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DESCRIZIONE DEGLI ITINERARI Gli itinerari sono suddivisi in 6 capitoli che identificano le diverse aree sciistiche o punti di partenza. Nella cartina posta all’inizio di ogni capitolo è disegnato il tracciato di ogni itinerario della zona, con evidenziata la località di partenza, per comprenderne meglio lo sviluppo e l’accesso. Una scheda riassuntiva (vedi “simbologia”) evidenzia gli aspetti salienti di ciascun itinerario, mentre la descrizione dettagliata è suddivisa in blocchetti di testo: introduzione: riassume le caratteristiche più importanti dell’itinerario località di partenza: indica il luogo da cui inizia l’itinerario accesso: l’accesso in auto per raggiungere la località di partenza itinerario: descrive nel dettaglio lo sviluppo della salita e le sue caratteristiche più importanti. Ove non indicato diversamente, si intende che la discesa viene fatta ripercorrendo la via di salita. La descrizione della salita è scandita dai punti di riferimento, rilevati con il GPS nei punti di interesse della gita (partenza, svolte, forcelle, ecc fino alla cima raggiunta), per una maggior precisione discesa: vengono descritte le eventuali varianti di salita o discesa. Può inoltre essere descritta la discesa nel caso non percorra la via di salita tabella dei punti di riferimento: vengono espressi in coordinate formato UTM/ UPS map datum european 1950 tutti i punti di riferimento utilizzati per descrivere l’itinerario. Il file in formato .gpx con segnati tutti i punti di riferimento degli itinerari della guida è scaricabile dal sito www.versantesud.it. Per poterlo visualizzare sul proprio computer, anche se non si è dotati di GPS, è sufficiente scaricare gratuitamente il programma MapSource® o BaseCamp™, (MapSource® è solo per PC, mentre BaseCamp™ ha anche una versione per Macintosh) dal sito Garmin alla pagina http://www8.garmin.com/support/mappingsw.jsp. LETTURA DEGLI ITINERARI La valutazione della difficoltà di un itinerario e i principali dati utili per scegliere o meno di effettuarlo, prendono in considerazione diversi aspetti; questi vanno considerati insieme tra loro e per questo sono stati riuniti in una scheda riassuntiva all’inizio di ogni percorso. Quota, orientamento, dislivello, tempo di salita, danno un’idea dell’impegno generale richiesto, mentre la difficoltà sciistica e alpinistica assieme all’esposizione ne definiscono l’impegno tecnico. A tutto questo andrà poi aggiunta la variabile più importante,


la pericolosità, che con la condizione della neve e la situazione meteo potranno condizionare fortemente la difficoltà, sia dal punto di vista tecnico, che dell’impegno globale. La valutazione delle difficoltà degli itinerari è stata fatta sulla base delle scale descritte sia per la salita (ALP) che per la discesa (SKI / EXP). Non si è ritenuto opportuno indicare l’attrezzatura necessaria per ogni singola salita dando per scontato che nello zaino di uno sci alpinista ci debbano sempre essere oltre ad Artva, pala e sonda anche un paio di Rampant e, nel caso di uscite più impegnative, una piccozza e un paio di ramponi di tipo leggero da sci alpinismo. Nelle uscite descritte non è mai stata utilizzata la corda. Le condizioni della neve determinano in maniera importante le difficoltà che si possono incontrare e uno strato di neve ghiacciata può rendere difficile e anche pericolosa una salita altrimenti banale. Rimane quindi allo sci alpinista valutare in base alle caratteristiche della salita e alle condizioni generali del manto nevoso l’attrezzatura da prevedere. Abbiamo invece voluto dare una indicazione in più relativamente al pericolo di valanghe che ci può

essere percorrendo un itinerario. Premesso che in alcun modo questo valore di riferimento può essere ritenuto sostitutivo di una attenta valutazione sul campo e di una precisa analisi del manto nevoso, dall’osservazione dei bollettini valanghe alla raccolta di informazioni private, rimane altresì evidente che in base alla morfologia del terreno (pendenza, esposizione a valloni laterali, presenza di bosco rado ecc.) è più o meno probabile che ci possa essere il rischio di un fenomeno valangoso. Per gli itinerari a rischio 1 e 2 quindi il rischio rimane nullo o moderato anche dopo abbondanti nevicate o dopo nevicate con vento forte mentre per gli itinerari 4 e 5 il rischio è sempre possibile ed il manto nevoso deve essere assolutamente assestato. Per gli itinerari 3 il rischio rimane per lo più moderato od evitabile con una scelta accurata del percorso, oppure con brevi tratti da valutare in sito. La valutazione della bellezza degli itinerari è stata proposta essenzialmente sulla base della discesa tuttavia non trascurando la componente ambientale e paesaggistica, e rimane ovviamente una proposta di massima per il carattere soggettivo che comporta. Abbiamo comunque cercato di mediare tra le varie

Camping Valmalene loc. Valmalene sn 38050 Pieve Tesino (TN) tel. 0461594214 tel. 0461594627 fax 0461592654 www.valmalene.com info@valmalene.com

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Introduzione tecnica

Introduzione tecnica


Introduzione tecnica

Introduzione tecnica caratteristiche, ad esempio una salita che nella seconda parte presenta una bellezza 4 stelle ma nella prima parte una noiosa strada forestale diventerà facilmente un 3 stelle, e via dicendo. La valutazione della difficoltà di un itinerario e i principali dati utili per scegliere o meno di effettuarlo, prendono in considerazione diversi aspetti; questi vanno considerati insieme tra loro e per questo sono stati riuniti in una scheda riassuntiva all’inizio di ogni percorso. Quota, orientamento, dislivello, tempo di salita, danno un’idea dell’impegno generale richiesto, mentre la difficoltà sciistica e alpinistica assieme all’esposizione ne definiscono l’impegno tecnico. A tutto questo andrà poi aggiunta la variabile più importante, la condizione della neve, che assieme al meteo potranno condizionare fortemente la difficoltà, sia dal punto di vista tecnico, che dell’impegno globale. Difficoltà discesa Elaborata alla fine degli anni ’90 dal francese Volodia Shahshahani (sciatore estremo ed editore della collana Toponeige), è conosciuta come scala “Volo” o scala “Toponeige” e sta diventando il sistema più conosciuto nell’arco alpino, un po’ come è successo con i gradi francesi in arrampicata. Questo consente un confronto con le più note discese delle Alpi occidentali, dove, soprattutto nel gruppo del monte Bianco, gli sciatori di tutto il mondo si misurano con gli stessi itinerari. La gradazione è suddivisa in cinque livelli, ognuno dei quali ha tre sottolivelli, tranne il grado massimo che è aperto verso l’alto. Il grado si riferisce alla sola difficoltà tecnica della discesa. Con questo sistema si può essere più precisi, andando anche oltre il grado OS (ottimo sciatore) della scala Blanchère, molto utilizzata nello scialpinismo, ma che comprende anche la difficoltà relativa alla salita ed evidenzia solo con una “A” la presenza di tratti alpinistici (OSA: ottimo sciatore alpinista). Nel libro le valutazioni di difficoltà degli itinerari sono assegnate considerando buone condizioni di neve (neve morbida non profonda: primaverile scaldata dal sole o neve gessosa invernale), va da sé che con una condizione più difficile, o una straordinariamente buona, la valutazione cambierà di conseguenza (un itinerario quotato 3.3 con neve dura può diventare 4.1 - 4.2 o addirittura 4.3; allo stesso tempo un itinerario valutato 5.1, con neve fonda polverosa può essere considerato 4.3 - 4.2 - 4.1). Nella tabella della difficoltà sciistica vengono anche riportati i gradi equivalenti nelle scale Blanchère e Traynard utilizzate in diverse altre pubblicazioni.

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Difficoltà alpinistica Per la valutazione della difficoltà in salita, ma anche di eventuali passaggi alpinistici in fase di discesa (tratti alpinistici da percorrere a piedi, calate in corda doppia, ecc.), si è preferito riferirsi alla scala internazionale (UIAA). Esposizione Indica, con valori da 1 a 4, il rischio in caso di caduta (non controllata) in fase di discesa, ovvero le conseguenze che ostacoli, salti, ecc... presenti sul pendio possono provocare allo sciatore che cade. Siccome raramente si scia assicurati con la corda, ed eventualmente solo per brevi tratti, lo stress dovuto all’esposizione aumenta considerevolmente la difficoltà di un itinerario. Il grado di esposizione va naturalmente considerato assieme all’inclinazione del pendio, considerando che: - a 35° è impossibile fermare una caduta con neve ghiacciata - a 45° è estremamente difficile fermare una caduta anche con neve compatta non ghiacciata - sopra i 50° se una caduta non è arrestata immediatamente, sarà impossibile fermarsi anche con uno strato consistente di neve polverosa. Per maggiori informazioni potete consultare: - “Mont-Blanc”, Lionel Tassan, Pierre Tardivel, Toponeige 2009 - “Mont Blanc et Aiguilles Rouges a ski”, Anselme Baud, Nevicata 2002 oppure i numerosi siti internet dedicati allo scialpinismo e al fuoripista. BIBLIOGRAFIA Guida dei Monti D’italia - Lagorai Cima D’asta Mario Corradini Club Alpino Italiano/Touring Club Italiano 2006 Sci Alpinismo in Lagorai Cima D’asta Luciano Navarini Ed. Manfrini 1988


SCALA EUROPEA DEL PERICOLO VALANGHE Indicazioni per scialpinisti escursionisti e sciatori fuori pista

Grado

Scala del pericolo

Stabilità del manto nevoso

Probabilità di distacco di valanghe

1

Debole

Il manto nevoso è in generale ben consolidato e stabile.

Il distacco è generalmente possibile solo con un forte sovraccarico su pochissimi pendii estremi. Sono possibili solo piccole valanghe spontanee.

Condizioni generalmente sicure per gite sciistiche.

2

Moderato

Il manto nevoso è moderatamente consolidato su alcuni pendii ripidi, per il resto è ben consolidato.

Il distacco è possibile soprattutto con un forte sovraccarico su pendii ripidi indicati. Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee.

Condizioni favorevoli per gite sciistiche ma occorre considerare adeguatamente locali zone pericolose.

3

Marcato

Il manto nevoso presenta un consolidamento da moderato a debole su molti pendii ripidi.

Il distacco è possibile con un debole sovraccarico sui pendii ripidi indicati; in alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe.

Le possibilità per gite sciistiche sono limitate ed è richiesta una buona capacità di valutazione locale.

4

Forte

Il manto nevoso è debolmente consolidato sulla maggior parte dei pendii ripidi.

Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico su molti pendii ripidi. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe.

La possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale.

5

Molto forte

Il manto nevoso è in generale debolmente consolidato e per lo più instabile.

Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido.

Le gite sciistiche non sono generalmente possibili.

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TREKMAP ITALIA, IL RISULTATO DELLE PARTNERSHIP TRA GARMIN E GLI ENTI TERRITORIALI

BirdsEye™: L’ARCHIVIO DELLE MIGLIORI IMMAGINI SATELLITARI COMPATIBILI CON GPS GARMIN

TrekMap Italia è la nuova cartografia digitale topografica nazionale, sviluppata da Garmin e disponibile per i GPS dedicati all’outdoor.

Siglato l’accordo tra Garmin e DigitalGlobe che consente ai possessori di GPS Garmin di accedere a BirdsEye™ Satellite Imagery, il nuovo data base mondiale di immagini satellitari, dal quale scaricare i migliori “scatti” ad alta risoluzione e utilizzarli sul proprio GPS Garmin.

L’azienda leader mondiale nella navigazione satellitare, prosegue nel proprio piano di sviluppo sul territorio italiano presentando TrekMap Italia, ovvero la cartografia topografica del territorio nazionale. La TrekMap Italia ha una copertura di sentieri e tracciati, oltre a numerosi dati turistici e outdoor, e Garmin Italia rilascerà versioni sempre più aggiornate grazie ai dati provenienti da nuove collaborazioni locali. Attualmente TrekMap Italia mette a disposizione più di 73.000 chilometri tra sentieri, itinerari ciclabili e piste ciclabili, oltre a 50.000 punti di interesse escursionistico/turistico. È il risultato di una collaborazione con quattro Regioni, due Province e tre Sezioni del CAI che hanno contribuito ad arricchire TrekMap con le informazioni in loro possesso della sentieristica territoriale. Nella confezione di TrekMap Italia trovano posto due DVD ed una scheda di memoria. In un DVD la cartografia, installabile sul proprio computer e completa dell’indispensabile software di gestione. Nel secondo DVD ci sono tutti i dati turistici e relativi alla “vita all’aria aperta” messi a disposizione dagli enti territoriali partner del progetto: schede informative su itinerari e punti di interesse, road-book, immagini, cartografie stampabili, veri e propri “libri” in formato PDF, filmati, audioguide MP3… e molto altro ancora. Nella scheda di memoria invece, la cartografia già pronta all’uso per gli strumenti Garmin.

Copertina dvd TrekMap Italia

Il mondo della navigazione satellitare fa passi da gigante e le novità spesso sorprendono persino i più accaniti affezionati del GPS. DigitalGlobe® è titolare di BirdsEye™ Satellite Imagery, il più importante archivio fotografico di immagini satellitari: tutte le fotografie sono georeferenziate e vengono visualizzate immagini “real life“ di edifici, strade, sentieri, montagne e paesaggi. Una rappresentazione reale dell’ambiente che ci circonda, esattamente come l’utente del GPS lo vede nelle sue escursioni. Con BirdsEye™, gli utenti Garmin potranno caricare immagini aeree e satellitari ad alta definizione sui GPS compatibili, utilizzando il software Base Camp di Garmin. Gli appassionati di outdoor potranno inoltre caricare mappe vettoriali Garmin, sugli strumenti compatibili per comprendere ancora meglio il territorio che stanno attraversando. I dati dei prodotti topografici Garmin, come le curve di livello, i fiumi e le strade, saranno visibili sopra le immagini satellitari, unendo l’intuitività di un’immagine “reale” fornita da un satellite con le avanzate funzionalità di calcolo automatico del percorso e ricerche dei punti di interesse, tipiche della cartografia vettoriale Garmin. I GPS compatibili sono tutti i portatili cartografici della Outdoor Series: Dakota, Colorado e Oregon.

Display con foto satellitare


GARMIN “CUSTOM MAPS”: IL MATRIMONIO TRA CARTOGRAFIA VETTORIALE E MAPPE CARTACEE È possibile utilizzare nei GPS Garmin per l’outdoor di ultima generazione anche le mappe cartacee e integrare la scansione di queste ultime con la cartografia digitale. Una esclusiva Garmin che valorizza il patrimonio di cartine di ogni escursionista.

Garmin presenta BaseCamp, l’evoluzione dello storico software cartografico MapSource che permetterà di pianificare un’escursione e di gestire in 3D i dati cartografici e di percorso. L’escursionismo è disciplina semplice e naturale: camminare su sentieri, tra vallate e boschi è di per sé un’emozione impagabile, ma con la tecnologia di ultima generazione, diventa anche più sicura e persino divertente. Garmin è l’azienda protagonista di questa rivoluzione e l’ultima novità del leader mondiale nella navigazione satellitare si chiama BaseCamp, un software che permetterà agli appassionati dell’outdoor di pianificare e realizzare percorsi, itinerari e waypoint e trasferirli dal proprio computer direttamente ai GPS Garmin e viceversa. Numerose le funzionalità che Base Camp offre agli utilizzatori, quali la visualizzazione della mappe topografiche, sia in 2D che in 3D. Inoltre è possibile visualizzare il profilo altimetrico contestualizzato alla traccia in ogni momento. Inoltre, grazie alla funzione Track Draw, gli escursionisti potranno tracciare un itinerario e ottenere immediatamente un profilo per determinare la difficoltà del percorso. Il rivoluzionario software BaseCamp gestisce la cartografia e i dati di percorso tramite una semplice interfaccia che permette l’orientamento e la modifica della prospettiva di visione, oltre alla funzione “riproduzione” che garantisce l’esperienza virtuale di navigazione in 3D su percorsi.

www.garmin.it - info@garmin.it

L’azienda leader mondiale nel mondo della navigazione satellitare presenta la nuova funzionalità “Custom Maps” che permette di integrare nel proprio GPS da outdoor la cartografia digitale con la cartografia cartacea. Grazie al processo Custom Maps messo a punto da Garmin, è possibile convertire le cartine che ognuno possiede in formato cartaceo in cartine uploadabili sui GPS Garmin per l’outdoor. Con poche e semplici operazioni, infatti si possono trasferire i dettagli delle mappe cartacee o digitali non Garmin sui modelli Oregon, Dakota o Colorado. Questo servizio è gratuito ed è compatibile con PC e Mac. La nuova funzione delle Custom Maps apre il campo di utilizzo a numerose applicazioni fino ad oggi impensabili. Infatti, oltre alle tradizionali applicazioni mirate alla navigazione outdoor, è ipotizzabile che Custom Maps venga utilizzata da chi vuole “esplorare” il parco vicino a casa oppure da chi deve trovare un ristorante e possiede soltanto le indicazioni su una cartina disegnata, oppure un turista evoluto che desidera visitare un’area archeologica descritta su una rivista.

BASECAMP: FACILE E DIVERTENTE PIANIFICARE L’AVVENTURA

Display con Custom Map

Screenshot da computer BaseCamp


Orientamento Indica l’orientamento prevalente dei pendii di salita e discesa dell’itinerario

E

1250 m.

Simbologia

Simbologia

15 min.

SKI 4.2

ALP PD-

EXP 3

Dislivello Dislivello complessivo della salita e della discesa Tempo di salita Tempo indicativo di salita con buone condizioni (calcolato con una velocità massima di 300/400 m di dislivello/ora) Difficoltà discesa Indica la difficoltà sciistica in discesa Difficoltà alpinistica Indica la difficoltà alpinistica della salita ed eventuali passaggi alpinistici in fase di discesa Esposizione Indica il rischio in caso di caduta (non controllata) in fase di discesa, ovvero le conseguenze che ostacoli, salti, ecc... presenti sul pendio possono provocare Pericolo Pericolo di valanghe dell’itinerario, da leggersi sempre controllando il bollettino valanghe

3

Bellezza Bellezza dell’itinerario, indica se il percorso offre una bella sciata o/e la possibilità di ammirare bei panorami

Progetto ROCKMAP Visto il notevole interesse e utilizzo delle mappature GPS anche nel mondo del fuoripista, Versante Sud e Garmin hanno stretto un importante accordo per iniziare l’imponente lavoro di mappatura dei percorsi interessati dalle sue guide.

ROCK MAP 22

Sarà possibile scaricare la mappa con segnati tutti i punti di riferimento degli itinerari descritti in questa guida dal sito www.versantesud.it. Basterà seguire il link indicato nella pagina dedicata alla guida per poter eseguire il download del file. Per visualizzare i dati sul proprio computer, si potrà scaricare gratuitamente il software dal sito di Garmin.


Blanchère scale

Traynard scale

Terreno facile. Pendii ampi o bosco rado; inclinazione < 30° e dislivello contenuto (< 800m). Esposizione e rischio valanghe limitati. La qualità della neve condiziona in maniera determinante la difficoltà.

MS

S1

Ski 2 2.1 2.2 2.3

Terreno con poche difficoltà tecniche. Pendii più accidentati e ripidi, ma con inclinazione < 35°. Il dislivello e l’esposizione possono essere significativi ( dislivelli > 800m). Richiesta una buona tecnica sciistica e una buona capacità di valutazione della stabilità della neve.

BS

S2

Ski 3 3.1 3.2 3.3

Terreno tecnico. Passaggi tecnici e canali, pendii a 35° anche molto lunghi e brevi settori a 40/45°. L’esposizione ed eventuali pericoli oggettivi possono essere importanti. Richiesta un’ottima tecnica sciistica e un’ottima capacità di valutazione della stabilità della neve.

OS

S3

Ski 4 4.1 4.2 4.3

Sci ripido e canali (couloirs). Pendii a 40°, anche molto lunghi, e con brevi settori fino a 45/50°. Canali stretti, terreno impegnativo e passaggi esposti.

S4/5

Ski 5 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 …

Itinerari estremamente difficili. Canali e pendii molto sostenuti con inclinazione sopra i 45° e con importanti settori fino a 50/55°. Forte esposizione. Questo livello è aperto verso l’alto e con i gradi più alti (5.4 - 5.5…) indica itinerari sopra i 50/55° raramente in condizioni.

S5/6

SKI

Difficoltà discesa

Ski 1 1.1 1.2 1.3

ALP

Difficoltà alpinistica

E

Difficoltà escursionistiche Terreno facile. Anche con condizioni neve ghiacciata non sono necessari ramponi e piccozza.

F

Alpinismo facile Nessuna difficoltà particolare, ma occorre buona capacità di orientamento.

PD

Alpinismo poco difficile Alcune difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio a 35/40°, spesso necessari ramponi e piccozza.

AD

Alpinismo abbastanza difficile Difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio tra i 40° e 50°.

D

Alpinismo difficile Difficoltà alpinistiche sostenute sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio tra i 50° e 70°.

EXP

Scala difficoltà

Scala difficoltà

Esposizione/Pericolo

E1

Pendio uniforme o collegato col pendio sottostante. Rocce e alberi non obbligano in modo significativo il passaggio, ma possono essere un elemento di pericolo in caso di caduta.

E2

Canale abbastanza largo, pendio con piccole barre rocciose che interrompono la continuità del pendio. Una caduta può essere potenzialmente molto pericolosa.

E3

Stretti canali o pendii con passaggi obbligati o alti salti di roccia. Una caduta nei tratti esposti avrà sicuramente gravissime conseguenze.

E4

Pareti rocciose dove è assolutamente vietato cadere. 23


Valle dei Mocheni

I Valle dei Mocheni

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19

24

Monte Fravòrt Monte Gronlàit Monte Gronlàit Monte Gronlàit Pizzo Alto Monte del Lago Cima delle Lepri Cima Terra Bianca Sasso Rosso Cima di Sette Selle Cima d’Ezze La Colombara Monte Slimber Monte Slimber Cima Palù Monte Conca Schliwerlai Spitz Monte Rujoch Monte Rujoch


25


17 18

19

16

15 14 13

12

LocalitĂ Battisti Lenzi

10

11

MĂ rcheli

9

8 5 6

San Felice Maso Internech

3 4 2

1

26

7


27


001

Monte Fravòrt (2347 m.) 0000 1020 m.

001

Valle dei Mocheni - Monte Fravòrt 28

I Valle dei Mocheni

NNN SW

0000 2,30min. h.

SKI

ALP

EXP

4.2 1.3

PDF

E1 3

3

Bella sci alpinistica che offre una discesa continua ed entusiasmante. La favorevole esposizione rende ancora più attraente l’itinerario e consente di trovare spesso un bel firn ad inizio primavera. Kamauz.

Loc. di partenza Accesso

Da Pergine Valsugana prendere la SP 8 per la Valle dei Mocheni. Poco dopo la galleria prendere a destra la SP 135 per Fierozzo. Dopo 3 km girare nuovamente a destra imboccando la SP 233 per Roveda fino a Kamauz. Da qui seguire la strada verso destra per il Maso Tingherla-Agritur Tinghlerhof che si lascia a sinistra per proseguire in leggera discesa fino a un parcheggio sulla destra.

Itinerario

Dal parcheggio (1) entrare nel bosco in direzione E/NE lungo il torrente e poco dopo alzarsi nel bosco piegando a sinistra piuttosto scomodamente fino a raggiungere degli aperti pendii con alcuni masi (2). Proseguire tenendosi a sinistra su aperti pendii superando altri masi e più sopra prendere il vallone privo di vegetazione che sale a destra NE e che conduce a un ampio pianoro (3). Continuando a salire raggiungere un secondo pianoro (4) sottostante la cima. Risalire un pendio più ripido sulla sinistra N per raggiungere un terzo pianoro traversando a destra E (5) sotto la pala terminale che si sale fino alla cima (6).

PUNTO

QUOTA

LONGITUDINE NORD

LATITUDINE EST

1 2 3 4 5

1320 1664 1932 2122 2227

0679610 0680442 0680974 0681388 0681607

5104235 5104608 5104907 5105163 5105436

6

2347

0681888

5105392


1

29


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