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Il tempo di vivere la vita che hai sempre immaginato

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governo USA, con l’obiettivo di acquisire personale e tecnologie, per produrre risultati di ricerca di alto impatto. Tutto questo è la condizione sine qua non per ricevere la ‘tenure’, cioè la promozione ad Associate Professor (Professore Associato). La ricerca accademica è un lavoro molto interessante e potenzialmente gratificante, dato il piacere della scoperta, ma molto competitivo. Richiede al tempo stesso tolleranza al rischio di impresa e al rischio scientifico.”

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Com’è vivere a New York? Le mancano l’Italia e la Romagna?

“Vivo e lavoro a Manhattan. New York è fantastica per l’energia e le costanti opportu-

“IL MIO PROGRAMMA DI RICERCA CONDUCE STUDI RIGUARDANTI I MECCANISMI DI RESISTENZA ALL’IMMUNOTERAPIA,” SPIEGA, “PER CERCARE DI COMPRENDERE COME MAI ALCUNI PAZIENTI RISPONDONO E ALTRI INVECE NO.” nità che offre, ma la frenesia e l’agenda sempre piena possono stancare e per me e mio marito, entrambi cesenati, è bello poter tornare in Europa e in Romagna per ricaricarci e riconnetterci con una realtà più a misura d’uomo.”

La sua presenza a New York conferma che in Italia non vi sono molte possibilità per chi fa ricerca?

“Le risorse economiche e l’infrastruttura tecnologica in Italia sono insufficienti, imponendo enormi sacrifici agli scienziati basati in Italia. L’Italia offre un’ottima formazione, soprattutto teorica, ma è incapace di attrarre e far crescere personale qualificato. Guardando il nostro paese dall’esterno sembra che non ci sia interesse concreto a investire nella ricerca e utilizzare l’enorme capitale umano che il sistema universitario italiano è capace di produrre. Questo va a beneficio di altri paesi, dove migrano molti ricercatori italiani in cerca di migliori opportunità.”

Lei è giovane ed è una donna, vi sono state difficoltà nell’emergere sul lavoro rispetto a colleghi uomini più maturi?

“Ho avuto la fortuna di avere dei mentori (uomini e donne) che hanno scommesso su di me, mi hanno inserito nei loro network e fatto partecipare in prima linea a meeting importanti, con collaboratori e finanziatori.” Secondo lei perché sembrano crescere le patologie tumorali tra la popolazione?

“Non tutte le patologie tumorali sono in crescita nella popolazione. La diagnostica e la prevenzione stanno aiutando molto in questa direzione. Inoltre, ora abbiamo vaccini preventivi come per esempio contro l’HPV che proteggono dal tumore alla cervice, e sono un’arma di grande valore. Può apparire che ci sia un’incidenza maggiore dei tumori, ma questo dipende anche dal fatto che oggi siamo in grado di diagnosticare meglio e più precocemente il tumore. Perciò è più appropriato guardare come cambia la mortalità causata dai tumori e per tipo di tumore nel tempo, per capire come sta funzionando e migliorando l’oncologia.”