OPERE 33

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Prodotti e Sistemi p e r i l s o cc o r s o d i p o p o l a z i o n i colpite da catastrofi Marcelo Martel

In tempi come questi, in cui i cambiamenti climatici sono spesso all’origine di catastrofi naturali, è fondamentale che dalla progettazione vengano risposte efficaci ai temi della prevenzione e del soccorso delle popolazioni colpite. Investire su soluzioni efficaci non è mai stato così importante. L’intensità e la frequenza senza precedenti di disastri naturali causati dallo squilibrio ambientale sono aggravate dalla crescita della popolazione, che in alcune zone è andata ad occupare aree a rischio; oltre ai terremoti ed alle eruzioni vulcaniche periodiche, che accadono in luoghi noti e sotto osservazione, l’aumento della temperatura media sta provocando siccità storiche e modifiche della biosfera, con conseguenti diffusioni di pesti e malattie tropicali in regioni finora immuni a questi problemi. L’Onu organizza gli interventi di assistenza internazionale, coordinando le attività delle varie Organizzazioni. Sulla base di questa esperienza ha stilato il Progetto Sfera, che da indicazioni sugli standard minimi da seguire per l’ottimizzazione delle risorse umane, la diffusione delle migliori pratiche di soccorso e la riduzione dei costi. La definizione del periodo di emergenza varia a seconda delle agenzie internazionali di soccorso. Possiamo però indicare in maniera teorica che riguarda un periodo compreso tra il verificarsi dell’evento fino a sei, otto settimane dopo, quando ha inizio la fase di ricostruzione. I fattori decisivi per la sopravvivenza in questa fase sono costituiti da: salute, alloggio, acqua, alimentazione e sanità. La sopravvivenza umana dipende dalla combinazione di questi fattori minimi, che incidono con pari importanza. L’Unicef, nel suo manuale Emergency Field Handbook definisce come critiche le prime settantadue ore post-disastro, che rappresentano il tempo

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massimo per la sopravvivenza di un bambino senza acqua e senza alimentazione. Dopo settantadue ore la debolezza fisiologica si aggrava e aumenta notevolmente la mortalità. Quando si parla di prodotti, sistemi e servizi per l’emergenza la complessità dell’evento e la quantità delle variabili coinvolte determinano la priorità delle scelte. È necessario prendere in considerazione l’interdisciplinarietà delle variabili presenti per non incorrere in decisioni casuali. Si tratta infatti di una progettazione che coinvolge l’aspetto delle prestazioni, della sicurezza e dell’affidabilità; per questo motivo si consiglia l’applicazione di una metodologia di progettazione sistemica, che assicuri il controllo del processo e riduca conseguentemente i margini di errore ad ogni passaggio. Inoltre, poiché il progetto viene elaborato a partire dall’esperienza del progettista, che costituisce una componente discrezionale, è facile compromettere la presunta scientificità del processo. Baxter1 riassume le diverse metodologie che possono essere adottate nella progettazione del prodotto e dei sistemi per l’emergenza e quasi tutte misurano l’importanza dei parametri che guidano le decisioni del progettista. Inoltre è necessario distinguere le metodologie per la gestione delle emergenze dalle metodologie utilizzate nella definizione del progetto. Sulla scia di questa indagine, la mia ricerca individua parametri da utilizzarsi nella progettazione di prodotti e sistemi utilizzati nel soccorso ed adotta le priorità provenienti da una ampia e diversificata ricerca teorica, ricostruita attraverso manuali, libri, cataloghi, relazioni e seminari delle grandi organizzazioni internazionali che si occupano di aiuti umanitari2. La serie di parametri scelti varia in base alle caratteristiche specifiche del disastro e le loro qualità trasversali han-

no permesso di raggrupparli in tre livelli secondo un ipotetico ordine decrescente di importanza. La sintesi è riassunta dallo schema grafico a lato che, non pretende di essere prescrittivo o obbligatorio, ma di creare uno strumento di riferimento per la progettazione sul campo. Il centro corrisponde al progetto ideale e teoricamente possibile, ma oggi ancora lontano. I fattori presenti sono: a. tipologia del disastro; b. background del contesto in cui avviene; c. funzionalità del prodotto/sistema; d. trasportabilità; e. sistema di assemblaggio; f. logistica; g. costo; h. tecnologia; i. sostenibilità; l. tipologia di materiale utilizzato; m. affidabilità. Alcune puntualizzazioni: a. la tipologia del disastro influenza direttamente la scelta sia del tipo di soccorso da attivare che delle soluzioni adottabili, a parità di stessa tipologia di problema; b. il background è costituito dalle condizioni sociali e fisiche del sito in cui si verifica la catastrofe naturale e determina la tipologia dei mezzi di assistenza. Secondo il Progetto Sfera, in materia di servizi è fondamentale dare alle differenze culturali un ruolo chiave nei progetti; c. qualsiasi prodotto o sistema di soccorso deve avere ottima funzionalità e prevedere un utilizzo flessibile. Il progetto deve corrispondente pienamente alle aspettative del servizio prestato. Nel soccorso infatti, non è ammissibile che un prodotto o un sistema abbia una prestazione inferiore al minimo sperato; d. è necessario tenere in considerazione le limitazioni dei mezzi di trasporto a disposizione (trasportabilità); e. ll montaggio dei prodotti e dei sistemi di soccorso deve essere facile ed intuibile (assemblaggio); f. i prodotti e i sistemi impiegati devono essere accessibili e trasportabili nei contesti di intervento a cui sono destinati (logistica); g. il costo determina l’applicabilità di qualsiasi soluzione; h. una tecnologia


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