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Il futuro della tradizione

QUI: Al lavoro nel suo atelier Hélio'g di Meudon (Francia), Fanny Boucher trasferisce un’immagine su una placca di rame per poi stamparla in calcografia, perpetrando così un mestiere divenuto raro, l’eliotipia. Foto: Éric Chenal.

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L’inglese Annemarie O'Sullivan, maestra cestaia del Sussex, coltiva personalmente i giunchi che utilizza per le sue creazioni. Foto: Alun Callender.

Il futuro di Andrea Tomasi

della tradizione

Due nobili istituzioni europee dialogano a Venezia per sostenere i mestieri d’arte e per trasmetterne i valori alle nuove generazioni. Un messaggio prezioso e un’occasione unica che racchiude tutto l'inestimabile patrimonio della tradizione artigianale europea.

È un dialogo tra due realtà che da decenni si impegnano nella difesa e nella riconoscibilità dei mestieri d’arte, quello che accoglie i visitatori di “Homo Faber” nell’ambulacro del Cenacolo Palladiano. In “Masterful Gestures”, questo il nome della mostra, si incontrano infatti l’Institut National des Métiers d’Art e il Queen Elizabeth Scholarship Trust, partner della prima ora di Michelangelo Foundation nella sua missione di valorizzazione dell’artigianato d’eccellenza e trasmissione dei savoir-faire alle giovani generazioni. È proprio il tramandare da maestro ad allievo il focus su cui l’Institut National des Métiers d’Art concentra la sua presenza a “Homo Faber”. L’istituto francese, fondato nel 2010 ma che affonda le sue radici in quella Société d’encouragement aux arts et à l’industrie che vide la luce nel 1889, racconta il suo programma Maîtres d’Art-Élèves attraverso quattro binomi di assoluta eccellenza, maestri e allievi ormai divenuti indipendenti che si ritrovano a condividere idee, strumenti di lavoro e ore alla ricerca della perfezione. «“Homo Faber” rappresenta un’occasione importante per dimostrare il valore e l’impatto del dispositivo Maîtres d’Art-Élèves a livello europeo,» spiega Chloé Battistolo, capo progetto del programma. «Nel 1994, il ministero della Cultura francese ha creato il titolo di Maître d’Art per salvaguardare i savoir-faire rari dall’eclisse che li minaccia. Il titolo, ispirato al meccanismo dei National Living Treasures giapponesi, è una distinzione unica alla quale il maestro ha diritto per tutta la vita, ma più che un semplice riconoscimento rappresenta un simbolo di impegno e volontà di trasmettere la propria conoscenza a una giovane generazione. Per tre anni, l’Institut National des Métiers d’Art, grazie al sostegno della Fondation Bettencourt Schueller, che è il principale mecenate del programma dal 2016, accompagna le coppie che si sono create attraverso il loro percorso di trasmissione.» I quattro binomi presenti in “Masterful Gestures” sono esempi di percorsi riusciti, alcuni già ultimati e altri ancora in corso. Judith Kraft e Mathieu Pradels hanno iniziato la loro

collaborazione nel 2014, e oggi sono entrambi professionisti riconosciuti a livello internazionale nell’ambito della liuteria antica. Gli incisori Yves Sampo e Claire Narboni si sono invece incontrati alla Monnaie de Paris, per alcuni la più vecchia impresa al mondo, a cui ancora oggi spetta la funzione non solo di battere gli euro francesi ma di creare e produrre monete da collezione, medaglie e trofei. A oltre dieci anni dall’inizio della loro collaborazione, continuano a condividere l’atelier Ludovic Marsille e Alice de Kerchove de Denterghem, esperti nella realizzazione di chiavi e serrature. A chiudere la compagine francese Fanny Boucher e Marie Levoyet, che praticano un savoir-faire raffinatissimo e alquanto raro, l’eliotipia, una tecnica risalente al XIX secolo che consiste nel trasferire un’immagine su una placca di rame per poi stamparla in calcografia. La cestaia del Sussex Annemarie O’Sullivan che coltiva i giunchi che utilizza, il liutaio e fondatore della British Violin Making Association Shem Mackey, lo scultore di origini albanesi Andrian Melka e la pellettiera Mary Wing To formatasi tra il London College of Fashion e le scuderie di sua maestà sono invece i quattro maestri presentati dal Queen Elizabeth Scholarship Trust, istituzione reale britannica fondata nel 1990 e patrocinata dal Principe di Galles che ogni anno supporta economicamente giovani e promettenti artigiani attraverso borse di studio. «Tra gli oltre 600 nomi aiutati in questi anni, abbiamo scelto quattro talenti all’apice delle loro carriere, maestri assoluti nel loro campo capaci anche di dimostrare i tanti ambiti tra i quali ci muoviamo,» racconta Deborah Pocock, CEO del Queen Elizabeth Scholarship Trust. «Il nostro obiettivo principale è quello di assicurare un futuro ai mestieri tradizionali attraverso la trasmissione a una nuova generazione di artigiani. Dopo mesi terribili che hanno messo a dura prova la nostra comunità con la chiusura di diverse piattaforme di vendita e l’annullamento di occasioni di incontro importanti, crediamo che “Homo Faber” sia l’occasione perfetta per celebrare questa missione e una sorta di rinascita dei mestieri d’arte.» •