Il controllo delle acque di balneazione (2014) - Provincia di Lucca (Versilia)
Nel corso del 2013, oltre a continuare controlli ed approfondimenti, si sono tenute varie riunioni (Regione Toscana, ARPAT, Comuni, GAIA Spa, Consorzio di Bonifica) per individuare possibili interventi che, compatibilmente con le risorse a disposizione, fornissero delle prime risposte, in attesa di soluzioni definitive con tempistica più lunga. In effetti, tra 2013 e 2014 sono state avviate alcune indagini per la messa a norma di scarichi ed impianti privati (singole abitazioni) e sono stati realizzati alcuni primi interventi (miglioramento dei sistemi di spandimento a mare delle acque dei fossi), mentre altri di prossima realizzazione (allacciamento dei reflui domestici agli impianti di depurazione, trattamenti di disinfezione all’interno delle vasche di raccolta, manutenzione impianti privati, ecc.), per quanto non risolutivi, potrebbero avere una temporanea efficacia, in attesa della completa rimozione delle cause (completamento e rinnovamento rete fognaria, potenziamento impianti di depurazione, realizzazione vasche di contenimento acque meteoriche). Anche sulla base di queste premesse, è stato mantenuto il controllo nei punti aggiuntivi (par. 5.3) alla foce dei fossi ed è stata incrementata la frequenza dei controlli per il fosso dell’Abate (par.5) e, tra aprile e luglio, la situazione presentava risultati accettabili, con solo 2 casi (2.5%) di valori oltre limite (par. 0), nonostante i numerosi eventi piovosi verificatisi in tale periodo. In particolare, poi, la zona interessata dagli apporti del fosso dell'Abate non ha aveva mai mostrato segnali di criticità, con concentrazioni microbiche rilevate sempre ampiamente al di sotto dei limiti normativi per entrambi i parametri, tanto che si poteva supporre un miglioramento stabile determinato dalla realizzazione di alcuni degli interventi sopra citati. Invece, nei mesi successivi si sono verificati 2 casi di inquinamento su un ampio tratto di litorale: il 4 agosto in 3 aree limitrofe (“Foce Fosso dell'Abate” nel Comune di Camaiore; “Fosso dell'Abate Sud” e “Marina di Ponente” in Comune di Viareggio) lungo quasi 3 km di litorale e il 1° settembre in 4 aree (“Jamaica pub - Tonfano” a Pietrasanta; “Arlecchino”, “Piazza Matteotti” e “Foce fosso dell’Abate” aCamaiore) per oltre 4km di lunghezza. Tali episodi, avvenuti in concomitanza di piogge più o meno intense hanno messo in dubbio i progressi realmente raggiunti. Proprio per cercare soluzioni definitive delle problematiche evidenziate, dare certezza al reperimento delle necessarie risorse e alla programmazione degli interventi necessari, la Regione Toscana ha deciso di stipulare un apposito Accordo di Programma. L'impianto di trattamento (ionizzatore) delle acque del Fosso dell'Abate Alla fine del 2013 i Comuni di Camaiore e Viareggio hanno ipotizzato di installare un impianto di trattamento delle acque del fosso dell’Abate, attraverso un sistema di immissione forzata di ossigeno ionizzato, per cercare di minimizzare i rischi per la salute dei bagnanti. Dato che questo tipo di trattamento non ha motivazioni di protezione ambientale ed è un vero e proprio sistema di disinfezione (per ossidazione) da effettuarsi al di fuori di impianti di depurazione, non è chiaro se sia permesso dalla normativa vigente e, comunque, è necessario certificarne l’assenza di effetti ambientali indesiderati, e nocivi per la vita acquatica. Da questo punto di vista, infatti, l’abbattimento del 99,9 % delle alghe (che fanno parte della flora), oltre che di batteri e virus (obbiettivo dell’intervento) potrebbe alterare gli equilibri delle biocenosi e dell’ecosistema fluviale, anche in modo irreparabile. Inoltre, le problematiche relative alla disinfezione efficace di grandi quantità di acque correnti, come potrebbero esserci durante le piogge, pongono dei seri dubbi sull’efficacia di tale impianto, dato che una disinfezione imperfetta, eliminando, ad esempio, solo gli
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