Arpa campania ambiente 2014 1

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Piramidi del sole: cercasi finanziatori Un tetto fotovoltaico per coprire i rifiuti a Giugliano Salvatore Allinoro Una copertura impermeabile e redditizia per ricavare soldi dai rifiuti solidi urbani, questa volta senza infrangere le leggi. Celle fotovoltaiche produrranno energia pulita e daranno ricovero ai cumuli che a Giugliano occupano interi Kilometri quadrati e svettano come montagne. Il progetto è presentato da una consulta di ingegneri riuniti nel logo di “la civiltà del sole”. Possiamo connetterci, garantire adesione o partecipare attraverso il sito internet: http://www.laciviltadelsole.org/. Le idee in cerca di finanziatori sono semplici ed inequivocabili. Nel centro convegni “Nugnes” di via Verdi gli studiosi insistono sul pessimo stato in cui versano i giganteschi cumuli. I topi sono ghiotti di PET, i gabbiani aprono squarci, i buchi fanno penetrare tanta acqua che infiltrandosi ha vita facile nel rompere le basi e mettere i liquami a diretto contatto con il bacino imbrifero. Solo un tetto può aiutarci ad arginare il fenomeno. L’inquinamento del sottosuolo si aggrava a ogni

scroscio di pioggia, ogni volta che “schizzichea”, diventa sempre più ingestibile dopo le grandini frequentissime tipiche del clima che cambia, sintomo delle precipitazioni che tendono a diventare più estreme. Il tetto fotovoltaico

sarebbe un argine ai tumori. Entro il 2065, quando è atteso il picco epidemiologico dei fenomeni degenerativi, potremmo aver posto una barriera a guardia del benessere dei cittadini tamponando gli effetti nefasti. Il disegno

evidenzia un sistema di raccolta delle acque piovane da riusare nell’impianto, è già stato inviato a Renzo Piano da cui si spera di ricevere un contributo a implementare i sistemi. Quando le piogge avranno trovato i pannelli du-

rante il loro inarrestabile ciclo geochimico potranno essere raccolte e messe a disposizione dei chimici. Serviranno neutre per raffreddare i pannelli e ottimizzarne le fasi di produzione (le celle fotovoltaiche funzionano meglio a 28°

Progetto PRISCA: il mestiere del riuso Se non è buono per te per me può essere oro Nel Nord Europa sono già parte del tessuto produttivo, da noi finora stentavano a partire. I centri di riuso sono i capannoni in cui vengono raccolti gli oggetti superflui ma ancora in buono stato per essere proposti a un pubblico molto vasto di acquirenti. È disponibile una vasta gamma di scelta. Mobili, attrezzi, mezzi di locomozione, libri, giochi. C’è di tutto. Gli acquirenti si fanno convincere dai prezzi convenienti associati a un buono stato di conservazione del bene in vendita. Spesso le mercanzie passano per le mani attente degli artigiani che ne riparano i difetti prima di riporle in vetrina. È usato di prima categoria, come nuovo. Nei Paesi Bassi è addirittura disponibile un fondo per risarcire gli espositori che non riescono a vendere le loro proposte. A Napoli esistono solo esperimenti temporanei come una ormai famosa fiera del baratto e dell’usato e le piccole stanze di chiese e associazioni

trasformate in bazar,soprattutto nel periodo delle feste comandate. Il progetto PRISCA è un acronimo, in inglese significa Pilotproject for scale re-use starting from bulkywastestream (Progetto pilota per un riuso spinto ed efficiente a partire dai sacchetti ingombranti di spazzatura). Il sito internethttp://www.progettoprisca.eu è molto interessante, il primo dei convegni in vista dell’effettivo inizio delle attività si è tenuto a Napoli

nel centro Congressi “Oltremare”. I sei partner del progetto sono stati finanziati con i contributi europei, usano nuovi modi per esprimere vecchi concetti, partono da un presupposto inattaccabile: l’inquinamento uccide. Poi usano come dato il numero di vite di cui si è prevenuto il decesso invece dei soliti grammi di CO2 risparmiata. Le aziende più grandi hanno già prevenuto decine di morti, solo limitando i processi di produzione superflui ed inquinanti, semplicemente facendo girare tra molte famiglie sempre gli stessi beni di consumo. Cercheranno di fare rete, forse ricucendone i lembi, nel difficile mondo dell’antropocentrismo economico ed ecologico. Prendono in considerazione statistiche agghiaccianti: in ogni sacchetto di rifiuti in media si trovano due euro disponibili per i rovistatori di cassonetti. Operano in condizioni difficili e pericolose per uno scarso livello delle norme igieniche che tendono a non rispettare, aiutiamoli. S.A.

C) senza rischiare un deposito di sedimento basico, saranno necessarie sotto il tetto per aiutare le macchine a separare i rifiuti e indirizzarli verso le filiere produttive del riuso e del riciclo. Una gru prenderà le voluminose giacenze del mondo civilizzato, squadre di addetti ne determineranno le sorti. Un’opera che darebbe un grosso aiuto allo sviluppo del settore campano delle energie verdi, impiegando costruttori e forze giovani nel recupero energetico molto meglio di quanto farebbe un inceneritore, anche da un punto di vista remunerativo. Hanno intenzione di recuperare persino i polimeri di cui sono fatte le buste e su internet hanno raccolto 20.000 firme. Ora tocca a te, visita il sito.


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