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Metti un po’ di urbanistica leggera

Un laboratorio sul tema dello spazio collettivo ha visto come caso studio la pedonalizzazione di Corso Porta Nuova a Verona: un benevolo auspicio

Testo: Leopoldo Tinazzi

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Il laboratorio è stato proposto all’interno del programma di workshop dell’evento TEDx Verona, tenutosi sabato 13 maggio in Gran Guardia. La richiesta dell’organizzatore è stata di realizzare un’attività che avvicinasse le persone ai temi dell’urbanistica, per coprire quest’area tematica all’interno dell’ampia offerta di laboratori della giornata, della durata di novanta minuti ciascuno. L’ideazione del format ci ha visti particolarmente coinvolti nel definire cosa potesse rappresentare un laboratorio di urbanistica per un pubblico composto (quasi) completamente da non addetti ai lavori.

Ci è sembrato fin da subito ovvio di proporre un approccio al tema attraverso la progettazione, in quanto un panel frontale avrebbe sicuramente finito per diventare qualcosa di specialistico e probabilmente poco stimolante. In aggiunta a questi presupposti di metodo, andava trovato un tema che potesse accendere la fantasia dei partecipanti, non essendo un qualcosa di troppo astratto o utopico né al contempo di già realizzato o distante dalla percezione comune. Si è quindi pensato alla pedonalizzazione di corso Porta Nuova, obbiettivo raggiungibile e nelle corde dell’attuale amministrazione cittadina.

Abbiamo quindi cercato di dare un’impostazione pragmatica e giocosa, evitando di trattare l’argomento sotto i profili della fattibilità viabilistica e amministrativa, ma semplicemente invitando le persone a ragionare sul valore dello spazio pubblico, all’interno di uno scenario conosciuto e realistico.

I novanta minuti si sono quindi strutturati in una prima necessaria parte di introduzione al tema (10 minuti circa) e in una seconda di attività di lavoro al tavolo (80 minuti).

L’introduzione ha provato a stimolare i partecipanti, mostrando esempi di spazi pubblici storici e contemporanei, immettendo i temi della mobilità lenta e della pedonalizzazione. Successivamente sono stati formati quattro gruppi che hanno iniziato le attività pratiche, accompagnati ciascuno da un facilitatore.

Il primo esercizio ha previsto il confronto del gruppo con trenta immagini, impostato come un gioco simile a Dixit, in cui ogni giocatore deve scegliere un’immagine e tentare di farla indovinare agli altri raccontandola senza descriverne il contenuto visivo ma associando invece emozioni provenienti dalla propria sensibilità personale. Le immagini, scelte tra alcuni scatti del fotografo Luigi Ghirri, riguardavano scene di vita all’interno di contesti

01. Close up sul modello finale.

02. Un momento del primo esercizio sullo spazio pubblico.

03. Allestimento sullo scalone del Palazzo della Gran Guardia.

Tecnologia, Intrattenimento e Design: questo il significato di TED, una due giorni di laboratori e conferenze giunta per la sua declinazione veronese alla decima edizione

URBANISTICA LEGGERISSIMA

Nuove identità per lo spazio collettivo

SPEAKER

Leopoldo Tinazzi, Filippo Romano

COLLABORATORI

Samantha Minozzi, Alberto Stangherlin, Andrea Dalla Val, Laura Bonadiman antropizzati. L’affinità stilistica delle fotografie ha generato in certi casi risposte agli antipodi riguardanti la stessa immagine, creando un dibattito che ha acceso l’interesse dei partecipanti nel definire il proprio rapporto con il paesaggio urbano. A chiusura di questo brainstorming emozionale, a ogni partecipante è stato consegnato un foglio con la domanda “Quale spazio pubblico per domani?”. Le risposte sono state molteplici, alcune sintetiche, altre parecchio dettagliate e corredate da schemi e disegni. Ha quindi avuto avvio la parte più progettuale dell’esperienza, in cui è stato consegnato a ogni partecipante un rettangolo in cartoncino, sul quale è stato chiesto di trasferire la risposta data sotto forma di un progetto. Oltre al cartoncino, che rappresentava idealmente un brano di corso Porta Nuova, sono stati forniti degli oggetti di varie forme che potevano essere posizionati direttamente o assemblati tra loro per rappresentare un progetto di spazio pubblico. Insieme a questi, sono stati dati anche dei fogli da ritagliare per le pavimentazioni e dei piccoli alberi per il verde. un linguaggio fatto di forme e colori.

Le risposte sono state molto interessanti: chi ha proposto aree pavimentate attrezzate per lo sport, chi invece spazi per il teatro e i concerti. Alcuni hanno dato un taglio più naturalistico, altri un assetto più urbano. Sono state proposte anche delle costruzioni, con in particolare la proposta di una torre al centro del viale.

Con questi strumenti i partecipanti si sono improvvisati urbanisti e hanno lavorato alla propria maquette di corso Porta Nuova pedonalizzato. Il lavoro è stato molto intenso e sfidante, per circa quaranta minuti la concentrazione ai tavoli è stata altissima e ognuno si è messo al lavoro, uscendo probabilmente dalla propria comfort zone, utilizzando

I modelli di ciascuno sono infine stati assemblati coprendo l’intera lunghezza di corso Porta Nuova, portando a un risultato finale assimilabile all’esercizio surrealista del cadavre exquis, ovvero una sovrapposizione di tratti di strada continui ma con un disegno non consequenziale, frutto dell’ispirazione collettiva, scollegate tra loro e in rapporto forzatamente dialettico. •

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