Aut aprile 2014

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Istituto nazionale di urbanistica

Rinnovata capacità progettuale, con uno sguardo attento al contesto di Silvia Viviani, presidente INU

C

omunque la si aggettivi - smart, learning, intelligente, creativa, inclusiva - la città è al centro dell’attenzione e del dibattito. Sono richiesti piani, progetti, risorse, saperi esperti, volontà politiche. Sono necessari il recupero di categorie solide come istituzione, bene pubblico, collettività e l’investimento in pratiche nuove come partecipazione, valutazione, concorrenza, competitività. La rigenerazione urbana è in primo luogo un

Aprile 2014

progetto, che comprende difesa dei suoli, efficienza delle reti, quartieri ecologici, recuperi di spazi aperti resilienti alle risorse naturali, mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, produzione sociale degli spazi pubblici, attenzione alla forma. Si tratta di assumere come prerequisiti e non come obiettivi la sostenibilità delle forme di sviluppo, l’efficienza ambientale della città esistente, il contenimento del consumo di suolo. Il progetto della città si deve occupare della

molteplicità e della diffusione delle funzioni, di accessibilità, inclusione sociale e riconoscibilità delle forme urbane. Il problema di come intervenire su questa realtà multiforme va affrontato con gli strumenti di un sano pragmatismo, una rinnovata capacità progettuale e uno sguardo non vincolato dai limiti amministrativi ma attento ai luoghi, alle condizioni di contesto e al mutare delle condizioni, che richiede la capacità di gestire processi. A questo corrispondono coesione sociale, territoriale e istituzionale, una

filiera di strumenti per il governo della città. Il lavoro che si svolge alla scala urbana è un esercizio attento al dettaglio e un processo nel quale, disponendo di attrezzi diversi, ci si occupa degli spazi e delle loro relazioni, delle architetture e delle percezioni, degli effetti estetici provocati, delle agevolazioni funzionali prodotte, della capacità di indurre comportamenti urbani. A tal fine i progetti devono proporsi di integrare ambienti di apprendimento, incontro, ricerca e lavoro e di incrementare l’abitabilità urbana. Anche la prevenzione e la salvaguardia indicano la centralità della città, quale sistema funzionale complesso ed erogatore di servizi. I bilanci successivi agli eventi calamitosi dimostrano che prevale il senso della perdita della città come forma aggregativa di persone e attività, che, nel suo insieme, determina socialità. Inoltre, ci si deve occupare del rinnovo delle componenti riferite ai costi e ai benefici, agli incrementi di valore dei suoli urbani e alla corresponsione delle quote necessarie alla rigenerazione della città esistente. L’economia urbana è stata a lungo ostaggio della rendita immobiliare, organica alla speculazione finanziaria. Lo scambio tra urbanizzazione, fiscalità locale e spesa pubblica non è più sostenibile ed è investito da connotazioni etiche non sottovalutabili. I progetti dovrebbero poter esprimere il meglio delle capacità tecniche e imprenditoriali, farsi carico delle utilità sociali come valore intrinseco alla trasformazione. Quanto alle gabbie amministrative nelle quali si è rinchiusa la pratica del progetto, si deve constatare che la sequenza piano generale piano attuativo - pratica edilizia, per paradosso, contrasta il raggiungimento delle qualità attese nelle pratiche di rigenerazione. 6


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