Flos Stories issue number nine - IT

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Nona edizione: Dieci anni di IC. Una celebrazione della meraviglia dell’equilibrio di Michael Anastassiades, che diventa d'oro in occasione del suo decimo anniversario; una visita alla Masseria Moroseta in Puglia, dove luce e cielo prendono magicamente vita e la poesia industriale di Emi di Erwan Bouroullec.

«GOLDEN HOUR»

Michael Anastassiades e Flos festeggiano i 10 anni di IC con una collezione in oro a 24 carati e propongono una nuova interpretazione del design in grande scala.

Un magico equilibrio tra sfera e asta è la formula essenziale di IC, l'ultimo esercizio di purezza estetica di Michael Anastassiades, fotografato da Daniel Riera al Padiglione Mies Van Der Rohe a Barcellona. In 10 anni, IC si è evoluta come una famiglia di lampade ispirate all'equilibrio senza sforzo nella composizione; la collezione è composta da lampade da terra, da soffitto, da parete e da tavolo, oltre che da esterno. In queste pagine, Anastassiades ci parla di IC e del suo universo.

Per celebrare il suo primo decennio, viene introdotta la finitura in oro 24 carati, scelta per simboleggiare l'eternità, in tre versioni: la tavolo, la terra e una sospensione. Le stesse, vengono anche proposte in proporzioni più grandi con una sfera dal diametro di 45cm, sempre in oro, che nel loro grande formato offrono un approccio surreale alla leggerezza del design.

"Questa collezione racconta l'equilibrio. Lampade da tavolo, da parete, a sospensione e a soffitto, il cui elemento di base è una sfera perfettamente bilanciata sul bordo di un'asta".
—Michael Anastassiades

"Le iniziali IC derivano dai codici che la polizia inglese utilizza per identificare l'etnia presunta di una persona fermata per strada quando viene registrata alla stazione di polizia. IC1 significa persona bianca o di origine nordeuropea, IC2 significa europeo mediterraneo/ispanico, IC3 indica una persona africana/afro-caraibica e così via, quindi questa è una storia ironica per definire i diversi design".

"Da un punto di vista progettuale, credo che la semplicità sia alla base del successo che IC sta riscuotendo. Non c'è nulla di più riconoscibile di una sfera e di una linea retta. Mentre l'atto di equilibrio un po' misterioso che impegna entrambi, cattura un momento di quiete all'interno di un ipotetico movimento a cui chiunque può riferirsi".

"Sin dal suo esordio, la Collezione IC è stata definita come un archetipo. Un design difficile da collocare in un'epoca specifica. Una lampada che esiste oggi e che sappiamo sarà contemporanea domani e per sempre: dopotutto le sfere sono sempre esistite, l'ottone è un materiale antico e l'equilibrio è un concetto intrigante".

Questo numero è dedicato alle celebrazioni. In occasione del decimo anniversario della Collezione IC disegnata da Michael Anastassiades, riviviamo questo incredibile progetto e le sue numerose iterazioni. Sullo sfondo del Padiglione Mies Van Der Rohe di Barcellona, l'essenziale gioco di equilibri del design sembra iconico e potente come l'ambiente circostante. L'importanza di IC è stata evidente fin dall'inizio, come ci ha detto Anastassiades. “Sin dal suo lancio nel 2014, la Collezione è stata percepita come un archetipo. Questa percezione è stata la chiave del suo successo, che credo debba molto alla sensazione di familiarità immediata che la collezione emana: dopo tutto le sfere sono sempre esistite, l'ottone è un materiale antico e l'equilibrio è un concetto intrigante".

La Collezione IC è composta da numerose varianti, con diverse versioni da pavimento, soffitto, parete e tavolo, a cui si aggiungono le versioni per outdoor: una vera e propria affermazione di versatilità del design. C'è qualcosa di molto speciale nella storia di come Anastassiades ha scelto il nome del progetto. Le iniziali IC si ispirano ai codici che la polizia inglese utilizza per identificare l'etnia presunta delle persone fermata per strada", spiega. Questo ci dà un’idea dell’approccio sofisticato e allo stesso tempo evoluto del linguaggio visivo di Anasatssiades, che è molto radicato nella realtà. Per celebrare il primo decennio di questa icona senza tempo, Flos ha realizzato un'edizione speciale e numerata, IC 10 Anniversary, proponendo tre versioni del design in oro 24 carati. Ispirandoci all'idea di antichi ornamenti che ammiriamo come testimonianze culturali, abbiamo scelto la finitura oro per l'edizione speciale come simbolo di eternità, piuttosto che di lusso", ha dichiarato Anastassiades. Per valorizzare ulteriormente questa icona, abbiamo chiesto a 10 artisti di interpretarne il design. Attraverso la fotografia, l'illustrazione e persino nella poesia, ognuno di loro ha ampliato la percezione

di IC, mescolando belle arti, ironia, mondanità ed eleganza in un portfolio celebrativo che esprime la forza della visione di Anastassiades. Un altro genere di semplicità ci viene trasmesso anche da Erwan Bouroullec, che ci ha accolto nella sua dimora in Borgogna per esplorare Emi, il suo ultimo (ed anche primo progetto in autonomia) per Flos. Esercizio di poesia industriale, Emi ha un design essenziale, ma di grande impatto nel suo effetto luminoso; un esempio della sua ingegnosità progettuale e della capacità di Flos di reinventare la luce con qualsiasi progetto. La progettazione illuminotecnica è sempre stata la parte più emotiva della mia pratica personale e dello studio", ha dichiarato, parlando dell'impatto della luce sulle persone e sugli spazi. Le persone ricordano una luce molto più di un tavolo, perché la luce è fondamentale nella percezione di una ambiente, crea esperienza".

E, a proposito di esperienza, il team Flos ha fatto tappa in Puglia, nel sud dell'Italia, per vivere l’atmosfera della leggendaria Masseria Moroseta dove sono installate alcune delle lampade iconiche della sua collezione. Una struttura ricettiva molto esclusiva trasformata in una destinazione gastronomica di culto, Masseria Moroseta ci ha aperto le porte dandoci modo di apprezzare lo spazio e la luce valorizzando i prodotti Flos, da Céramique di Ronan Bouroullec a Gustave di Vincent Van Duysen. Da una chiacchierata con il titolare della Masseria Moroseta, Carlo Lanzini e la chef Giorgia Eugenia Goggi sono emersi punti di vista affascinanti sull'illuminazione, visto che trascorrono la loro vita in un luogo dominato dal cielo e dalla luce del sole. Parlando con loro si è rivelato evidente il potere della luce, sia naturale che artificiale, e il suo impatto su un ambiente e sulle persone che lo abitano. “Ci sono molti momenti in cui la luce è pura, sembra davvero sospesa, quasi mistica", dice Lanzini. È la luce stessa che crea l'energia in questi spazi".

ISSUE EIGHT: FLOWING
FLOS STORIES ISSUE NINE
Copertina «Golden Hour» Michael Anastassiades e Flos festeggiano i 10 anni di IC ↓
CONTENUTI
94 Collaboratori 95 Nuovi prodotti 46 ↑ Emi di Erwan Bouroullec : Poesia industriale 62 Masseria Moroseta tra cielo e luce ↓

EMI DI ERWAN BOUROULLEC

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POESIA INDUSTRIALE

Intervista di Rosa Bertoli Immagini Studio Bouroullec
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Il percorso del lavoro di Erwan Bouroullec, sia come membro dello Studio Bouroullec che, più recentemente, come designer indipendente, ha sempre affiancato all’approccio estetico distintivo il fascino della meccanica industriale della creatività. Emi è il suo primo progetto illuminotecnico realizzato in autonomia per Flos e si ispira al concetto paradossale di "luce dall'ombra". Emi è una collezione che fonde tecnologia e design: un trio di elementi luminosi racchiusi in un palo triangolare, la cui luce potente ma delicata è emessa da un corpo che rimane quasi invisibile. In questa intervista, Bouroullec ci parla del suo progetto, del suo processo di realizzazione e anche della scelta del nome.

ROSA BERTOLI La prima cosa che salta all'occhio guardando Emi è il motivo circolare ripetuto, che è anche un elemento ricorrente nel lavoro dello Studio Bouroullec, una sorta di elemento distintivo che viene utilizzato sia in elementi contenitivi che in vasi. Puoi parlarmi della prima creazione di questo modello e di come questo si sia evoluto nel tempo fino all'applicazione a questo progetto?

ERWAN BOUROULLEC Il lavoro dello Studio Bouroullec ha sempre ruotato attorno ad unità componibili. E il cerchio è probabilmente una delle entità più geometriche ed estreme che si possano trovare poiché rappresenta anche l'assenza di verticalità e orizzontalità offrendo molta più libertà. Andando avanti nella carriera, c’è un momento in cui si ha accesso a qualcosa di sempre più universale. Il cerchio può essere incredibilmente semplice da guardare, ma molto rapidamente può diventare una struttura leggibile in molti modi, è un'unità molto potente. Nel mio lavoro sono sempre ossessionato dalla modellazione 3D. Credo anche nella geometria. Credo nel modo in cui una linea sia parallela a un'altra e poi allineata a un'altra. Costruire con la geometria è una parte importante del mio lavoro.

ROSA BERTOLI In che modo tutto ciò si applica al design di Emi?

ERWAN BOUROULLEC Non ho molte nozioni teoriche su cosa sia una forma giusta e cosa una forma sbagliata. Ma creando riesco a vedere quando c'è una geometria molto più bella. Con Emi, grazie alla fonte luminosa, è venuto molto naturale utilizzare un triangolo invece di una forma circolare o quadrata. E il triangolo è diventato un esercizio interessante, perché non è una forma molto usuale nella vita quotidiana. È un motivo che nella maggior parte dei casi appartiene alla struttura, lo si trova nella carpenteria dei tetti, come elemento meccanico che aiuta a stabilizzare una forma. Quindi, a un certo punto dire “okay, facciamo sì che tutto ruoti attorno al triangolo” è stata una decisione molto facile. Senza opporvisi, ma semplicemente accettandolo, perché alimenta il progetto.

ROSA BERTOLI Quindi, in un certo senso, è stata la geometria a guidarti.

ERWAN BOUROULLEC Sì, spesso sono guidato dalla geometria, questo è il linguaggio che uso, come chi scrive un libro usa le parole.

ROSA BERTOLI Il concetto di luce dall'ombra definisce questo progetto, mi puoi dire qualcosa di più?

ERWAN BOUROULLEC È molto semplice. Emi utilizza una sorgente luminosa sviluppata da Flos Architectural che ha la capacità di emettere luce da un cono collocato in profondità, in modo da non essere visibile. Non si percepisce che la luce proviene da questa lampada. È un paradosso e lo trovo piuttosto interessante. Quando ho dovuto darle un nome, ho chiesto a

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Chat GPT: "Potresti descrivere una fonte di luce che proviene dall'ombra?" E Chat GPT ha semplicemente detto: "No, non esiste. Non è possibile.” Ed è stato divertente perché mi aspettavo più apertura da parte dell'AI.

ROSA BERTOLI E alla fine, come sei arrivato al nome Emi?

ERWAN BOUROULLEC Fa riferimento alla pronuncia di “emitting”, un’abbreviazione che indica “emettere luce”. È la sua abbreviazione. Ma suona anche come “aim” (puntare), un altro concetto che mi piaceva. L'idea di queste lampade è che si possano usare come uno spot, direzionando la luce, e la parola “aim” ha un significato di obiettivo, direzione, qualcosa che si vuole raggiungere. Sono sempre alla ricerca di modi per descrivere la funzione del progetto.

ROSA BERTOLI Emi è un esempio di grande design industriale come strumento: scompare quando non è in uso, ma la sua potenza emerge quando è illuminata. ERWAN BOUROULLEC Lo si potrebbe intendere come qualcosa di molto industriale con una presenza raffinata nella stanza. Ha una sorgente luminosa molto forte, che consente di illuminare uno spazio molto rapidamente o di attenuare la luce per creare un'illuminazione più intima. E poi c'è il fatto che non si vede esattamente la fonte di luce; quindi, in sostanza la luce è fatta dalle pareti che la riflettono. Non è filtrata da un paralume e assumerà le caratteristiche della stanza: se avete una stanza blu, la luce diventerà blu, ad esempio. E poiché gli occhi non vedono la sorgente, che è parte di un mistero, l'effetto finale è quello di una luce molto naturale proveniente dalle pareti.

ROSA BERTOLI Abbiamo parlato di modularità nel corso della nostra conversazione. Questo pezzo è stato declinato in diverse varianti: sospeso o montato a soffitto. Esiste una versione da terra e una da tavolo. Come si adatta il design e come cambia l'esperienza di Emi con queste versioni?

ERWAN BOUROULLEC La luce dipende dalla posizione nella stanza. La caratteristica migliore per me è che si tratta di uno strumento potente dal quale si ottiene molta luce, che però viene sempre diffusa dalla parete, conferendo morbidezza alla stanza stessa. È possibile posizionarne molti in una grande stanza o lungo un corridoio, perché hanno un proprio linguaggio molto forte e allo stesso tempo circoscritto, che fa sì che gli occhi li comprendano e allo stesso tempo li dimentichino.

Per me è importante anche che Emi sia stato sviluppato da Flos Architectural. L'illuminazione architettonica appartiene spesso al mondo dei binari che sono disegnati per essere invisibili. Con Emi possiamo sempre giocare con l'architettura e fornire una qualità della luce molto elevata, ma con elementi più visibili. Si colloca tra un sistema architettonico e una lampada da arredamento.

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ROSA BERTOLI: Come hai sviluppato questa lampada con Flos?

ERWAN BOUROULLEC Flos è maestra in tema di luce. Un aspetto molto piacevole di una lampada Flos è che quando la si accende si ottiene una luce di qualità straordinaria. Una volta trovata la sorgente luminosa, non restava altro che studiare con il team di Flos Architectural di Valencia come metterla nella posizione giusta. Non ho mai dubitato della natura della sorgente luminosa perché sapevo che era stata sviluppata sulla base di tutte le conoscenze che Flos ha acquisito nel corso di molti decenni. La passione per la produzione è una parte importante del design e con Flos ci sono stati confronti davvero interessanti e intensi; c'è un interesse comune per le cose che facciamo. Non c'è gerarchia, condividiamo le idee e ci rispettiamo a vicenda.

ROSA BERTOLI Che impatto hanno i materiali sul design della luce?

ERWAN BOUROULLEC Emi è costituita da un corpo in alluminio e da una base in ghisa. Si tratta di uno sviluppo interessante poiché l'uso del ferro è una tecnica antica per le basi delle lampade, ormai scomparsa dalla produzione contemporanea. Il design contemporaneo si è evoluto verso forme più articolate quindi tornare alla ghisa è stato come tornare alla vecchia tecnologia. L'aspetto positivo è che si tratta di ferro puro, facile da riciclare, ma è anche molto pesante e per sua natura è sempre un po' granuloso, vivace. Credo che dovremmo lasciare che i materiali esprimano ciò che sono. Il ferro è un metallo semplice che mi ha costretto a raggiungere un'austerità positiva con questo design.

ROSA BERTOLI In tutti questi anni di lavoro nel campo dell'illuminazione, cosa ti ha insegnato l’illuminotecnica?

ERWAN BOUROULLEC La luce ha un valore molto scultoreo per due motivi. Nella maggior parte dei casi le luci sono collocate sul soffitto, un punto solitamente molto vuoto anche nelle stanze più piene, per cui la luce diventa una presenza visiva importante. Ma la luce può anche essere scultorea per la sua stessa natura, può creare volume in uno spazio. La luce è molto importante, porta un simbolismo molto forte nella stanza. Le persone non reagiscono agli apparecchi di illuminazione con la stessa modalità con cui approcciano l’arredamento . La progettazione illuminotecnica è sempre stata la parte più emotiva della mia attività personale e dello Studio. Le persone ricordano una luce molto più di un tavolo, perché la luce è fondamentale per entrare in sintonia con una stanza, crea esperienza.

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Masseria Moroseta tra cielo e luce

Intervista di Rosa Bertoli

Fotografia di Iris Humm e Anastasia Pavlova

Masseria Moroseta è un esercizio di ospitalità creativa. Immersa tra gli uliveti vicino Ostuni, in Puglia, la sua architettura è stata concepita dall'architetto Andrew Trotter, mentre la Masseria è guidata dall'imprenditore Carlo Lanzini. Arrivare alla Masseria Moroseta è un'esperienza unica: viaggiando attraverso un paesaggio dalla ricchezza multisensoriale, si viene accolti da una griglia di fichi d'india che incornicia l'architettura nuda e discreta. Immerso in un bianco che contrasta brillantemente con la natura e il cielo, l'edificio è un'interpretazione contemporanea dei tradizionali codici architettonici locali. Ogni spazio è definito dalla sua relazione con l'ambiente circostante, dal cortile di ingresso agli spazi per gli ospiti che si affacciano sugli uliveti, il mare in lontananza. Definito da una geometria essenziale, l'edificio è caratterizzato da un linguaggio estetico limitato che si traduce in uno spazio sospeso tra spazio e tempo.

Grazie anche a un'offerta culinaria unica sviluppata negli anni dalla chef milanese Giorgia Eugenia Goggi, che ha fatto della Puglia la sua casa abbracciando le peculiarità del luogo, la Masseria è diventata un luogo iconico. L’offerta della Masseria combina ingredienti e tradizioni del Sud Italia con un tocco contemporaneo e multiculturale. Il lavoro di Goggi è iniziato con le colazioni per gli ospiti, ma presto ha saputo trasformare la Masseria in una destinazione culinaria che è un paradiso della creatività alimentare, lavorando al contempo verso una missione di ripristino del patrimonio attraverso una serie di orti e iniziative di conservazione. Questa miscela di architettura, natura e gastronomia celebra le tradizioni locali stabilendo un nuovo standard per la regione. In questa intervista, parliamo con Lanzini e Goggi per scoprire come è nata Masseria Moroseta e come la luce contribuisce a definirne gli spazi.

ROSA BERTOLI Cos’era Masseria Moroseta quando siete arrivati?

CARLO LANZINI Quando ho iniziato a venire in Puglia, facevo avanti e indietro alla ricerca di idee per qualcosa da fare qui. Poi ho trovato questo terreno, con una piccola costruzione antica, una torre con un forno dell’Ottocento, una stanza dove abbiamo vissuto per i tre anni in cui abbiamo costruito la Masseria.

ROSA BERTOLI Quindi la Masseria non esisteva ancora.

CARLO LANZINI Qui non c’era praticamente niente, ma ero attratto dalla possibilità di fare qualcosa in chiave contemporanea. Con Andrew [Trotter] abbiamo lavorato per ricreare il modernismo del vernacolo Pugliese che sta lentamente sparendo dal territorio. Noi non eravamo mai stati in Puglia, per cui ci siamo dati carta bianca.

ROSA BERTOLI Insomma avete un po’ imparato il linguaggio della Masseria stando sul posto.

CARLO LANZINI Ci eravamo fatti un'idea delle masserie di una volta e di come venivano utilizzate, ed erano spazi completamente vuoti. Non c'erano arredi, se non delle panche semplicissime e un posto per il fuoco. Ma quel minimalismo, quell'essenzialità che si trova nella nostra Masseria sta sparendo perché le nuove generazioni tendono a contrastare lo stile del passato e a riempire gli spazi, fino a farli diventare barocchi. Per noi, che un po’ ignoravamo la storia architettonica della regione, la cosa più bella di queste masserie era proprio l’essenzialità, che abbiamo provato a ricreare a modo nostro.

ROSA BERTOLI E il resto come si è evoluto?

CARLO LANZINI La fortuna di questa Masseria è di essere nata in maniera un po’ spontanea. Volevo fare un bed and breakfast, che per me doveva essere un bed comodissimo e una breakfast pazzesca, e abbiamo coinvolto Giorgia. È diventata una realtà un po’ ibrida, perché all’inizio la cucina non era proprio neanche minimamente presa in considerazione, è diventato un ristorante effimero che compare quattro sere a settimana, e poi scompare.

GIORGIA EUGENIA GOGGI Per me la Masseria è stata una grande liberazione, mi ha dato la possibilità di allontanarmi dal mondo della ristorazione e trovare finalmente quel punto d’incontro tra la mia passione per la creatività e l'amore per il cibo.

ROSA BERTOLI Come definireste l’offerta gastronomica?

GIORGIA EUGENIA GOGGI C'è un'onestà di fondo, e i nostri ospiti lo capiscono e si divertono, ad esempio accolgono con gioia l'idea del tavolo comune. Io sono arrivata che la Masseria era ancora agli inizi, e ho sentito da subito un attaccamento naturale ai luoghi, agli ingredienti, all'atmosfera, al tipo di persone che ci circondavano. E poi ho dovuto capire effettivamente come tradurre il mio linguaggio creativo spontaneo e sperimentale.

ROSA BERTOLI Qual è la vostra formula?

GIORGIA EUGENIA GOGGI Partiamo da un grande rispetto per la materia prima, soprattutto di nostra produzione. Gli orti si sono evoluti, allargati, coinvolgiamo gli ospiti in quello che facciamo, organizziamo cene nell’orto per avere proprio questa commistione tra il prodotto finale e la sua origine. Siamo guidati dalla territorialità, dal rispetto del luogo, da una gratitudine nei confronti di un posto che è stato molto generoso nei nostri confronti. Forse uno degli elementi che ci ha permesso di differenziarci è il fatto che essendo cresciuti in luoghi molto

diversi da questi, rimaniamo ancora estremamente stupiti da quello che ci circonda. Questa natura che comunica in modo molto forte, con profumi, colori, è una fonte di ispirazione enorme per quello che facciamo perché la Masseria è un microcosmo.

ROSA BERTOLI Negli anni siete anche diventati un punto di riferimento per una rete di produttori e artigiani locali che hanno iniziato a lavorare con voi a progetti creativi che hanno contribuito alla sua evoluzione. In particolare, le vostre ceramiche sono prodotte da laboratori locali, come Antonio Fasano e Franco Fasano, e tutta la creazione della Masseria è stata sviluppata in collaborazione con maestranze locali.

GIORGIA EUGENIA GOGGI C'è un grande clima di collaborazione, iniziato quando dovevamo terminare delle parti della Masseria, arredarla e cercare degli elementi decorativi e funzionali, e quindi è stata una ricerca basata sulla necessità. Però nel momento in cui poi abbiamo iniziato a fare questa ricerca ci siamo resi conto che la nostra richiesta era una richiesta un pò fuori dal coro, lontano dallo stile luxury plastificato che molti artigiani erano abituati a produrre per i committenti del posto. Ma dalle nostre richieste è nato uno scambio di input, nel tempo abbiamo imparato a capirci, ci siamo stupiti a vicenda, con risultati che non ci saremmo aspettati.

ROSA BERTOLI Come definireste l’estetica della Masseria?

GIORGIA EUGENIA GOGGI Sicuramente la prima cosa che mi viene in mente è rispettosa, del luogo, di quello che ci circonda, della luce che caratterizza questo posto, rispettosa delle origini e quindi non semplicemente un canvas bianco dove sviluppare un'idea astratta. Ma è anche molto contemporanea, è una realtà molto dinamica, multiculturale.

ROSA BERTOLI Parliamo di luce. Per la sua posizione, la Masseria è dominata dal cielo e dall’atmosfera che la circonda. Come cambiano i suoi spazi rispetto all’evoluzione della luce naturale, e qual è il momento in cui si distingue maggiormente?

GIORGIA EUGENIA GOGGI La primavera è un momento magico, una specie di miracolo. É un momento estremamente espressivo, molto caratteristico nei suoi colori e profumi, e dal punto di vista della luce, le giornate si allungano e iniziano a esserci queste bellissime luci calde in contrasto con l’inverno. E mentre in inverno siamo più raccolti, la primavera è il momento in cui si inizia ad aprire un po' la Masseria all'esterno. Questo rapporto che c'è tra le stagioni e il nostro lavoro è molto bello, noi abbiamo un ritmo che segue quello stagionale in maniera totalmente naturale. L’estate poi è un momento in cui la luce ha dei momenti in cui veramente è impressionante, tagliente.

CARLO LANZINI Ci sono molti momenti di luce pura che sembrano veramente sospesi, quasi mistici. A inizio e fine giornata ci sono delle luci morbide, bellissime, grazie alla posizione particolarmente fortunata in cui ci troviamo. La luce aiuta a creare una sinergia bellissima con i nostri ospiti, momenti in cui è la luce stessa che crea l’energia di questi spazi.

GIORGIA EUGENIA GOGGI Si pensa alla Masseria come un posto dominato dal bianco, in realtà il bianco diventa un coprotagonista – i veri protagonisti sono il cielo, il mare che vedi all’orizzonte, questa stratificazione cromatica di ulivi, mare blu e cielo azzurro. La scelta di essere così essenziali nelle scelte estetiche e lasciare gli spazi disadorni è stata fatta per rendere quello che ci circonda realmente protagonista del nostro spazio.

ROSA BERTOLI E come cambia in autunno?

CARLO LANZINI Da fine settembre cambia tutto, quando le giornate si accorciano, da novembre c'è una percezione forte del cambiamento, è un feeling molto diverso. Anche il nostro lavoro rallenta, e quindi per noi è l’occasione per riscoprire elementi della Masseria che avevamo perso di vista, concentrarci sulla magia della luce, riconnetterci con il luogo.

ROSA BERTOLI Come illuminate la Masseria, che ruolo ha l’illuminazione artificiale nei suoi spazi?

CARLO LANZINI Ho ereditato dai miei genitori delle lampade Flos anni 70 e per cui quando ho aperto la Masseria, non vedevo l’ora di collocare proprio quei pezzi storici che mi ricordano la mia infanzia, come le Parentesi nelle camere. Per me è stato come integrare quello che era mio, perché all’inizio ho aperto questo posto vivendolo come casa mia. La luce qui ha sempre un effetto estremamente scenografico. Benché gli ambienti siano così semplici, la luce cambia talmente tanto che il medesimo angolo può essere molto drammatico, tagliente, con delle ombre fortissime, oppure estremamente poetico ed evocativo.

ROSA BERTOLI Flos ha integrato l’illuminazione con un nuovo intervento di luce contemporaneo. Come si sono inseriti questi pezzi nei vostri spazi, come la Luce Orizzontale di Ronan e Erwan Bouroullec?

CARLO LANZINI È un pezzo incredibile. I primi giorni non essendo abituati alla sua presenza, la osserviamo, dovevamo capire effettivamente come ci stava. E poi c'è stata una sera in cui abbiamo organizzato una cena in questa stanza, e ha creato subito un’atmosfera nuova - ha questo aspetto sospeso, misterioso. Allo stesso tempo è anche estremamente trasversale, l’abbiamo usata sia per cambiare l’atmosfera dello spazio che per lavorare, si adatta perfettamente a diversi momenti della giornata e situazioni.

ROSA BERTOLI Anche questi elementi di forte spirito contemporaneo contribuiscono all'unicità dell’atmosfera della Masseria.

CARLO LANZINI Per metterla dal punto di vista un po’ mistico, però hai proprio la sensazione che ci sia tipo un'anima, una storia, che sia un luogo non semplicemente bello, ma anche vivo. Ha una sua energia, creata dalle persone che ci lavorano e dalle persone splendide che ci vengono a trovare e rendono viva la Masseria ogni giorno. Come se ci fosse un’anima che attira una forte energia e fa andare le cose nella direzione giusta - come se tutto facesse parte di un grande flusso, che però parte da qui.

Collaboratori

Il lavoro della fotografa barcellonese

Iris Humm ha una dimensione intima. Si è recata in Puglia per documentare i progetti di illuminazione di Flos negli spazi minimalisti della Masseria Moroseta (p. 62).

In Puglia, Anastasia Pavlova ha esplorato la ricchezza del paesaggio circostante: la fotografa milanese ha immortalato i progetti Flos intorno alla Masseria Moroseta (p. 62).

I suggestivi scatti di Daniel Riera della collezione IC di Michael Anastassiades, realizzati all'interno del Padiglione di Mies Van Der Rohe a Barcellona, regalano una moltitudine di punti di vista sul design senza tempo (p. 1).

Riconoscimenti

Facu Aguirre

Michael Anastassiades

Marcello Benzoni

Valentina Benzoni

Erwan Bouroullec

Ángel Cánovas Celdrán

Py Cha

Marc de Miguel

Giorgia Eugenia Goggi

Fundació Mies van der Rohe

La Cápsula

Carlo Lanzini

Sora Leo

Yozo Novak

Victor Sanchez

Philippe Thibault

Concetto e Direzione Creativa

Apartamento Studios

Caporedattore

Rosa Bertoli

Graphic Design

Apartamento Studios

Flos Team

Barbara Corti

Rosaria Bernardi

Elisa Bodei

Silvia Delaini

Donatella Matteoni

Francesco Funari

Diletta Dincao

Paola Arici

Traduzioni

Team Agiliz@ tu gestion

Stampa

LOGO srl Borgoricco (PD)

Marzo 2024

CREDITI

NUOVI PRODOTTI

IC 10th Anniversary................ Michael Anastassiades............ 2014-2024 ................................. p. 96 IC3 ....................................... Michael Anastassiades............ 2024 ........................................... p. 97 Emi Erwan Bouroullec 2024 ....... p. 98

IC 10 Anniversary

Michael Anastassiades, 2014-2024

Materiali: acciaio, ottone

Potenza F1/ T1 Low: MAX 60W HL

Potenza S2: MAX 205W HL

Voltaggio: 220-240V

Fonte Luminosa F1/ T1 Low: LED 8W E14 900lm 2700K/ LED 9W E14 900lm 3000K

Fonte Luminosa S2: LED 15W E27 2000lm 2700K/ LED 18W E27 1900lm 2700K/ LED 18W E27 2000lm 3000K

Nuova Finitura: 24K gold

1350 mm / 53,14''

ø200 mm / 7,87''

ø275 mm / 10,82''

IC F1

358mm/14,09''

ø300 mm / 11,81'' 2700 mm / 106,29''

358 mm / 14,09'' 702 mm / 27,63''

IC S2

ø200 mm / 7,87''

176mm/6,92''

ø176 mm / 6,92''

IC T1 Low

253 mm / 9,96''

381 mm / 15''

F3173044 F3176044 F3171044

IC3

Michael Anastassiades, 2024

Materiali: acciaio, ottone

Potenza F3: HL 205W

Potenza S3: 30W LED/ 205W HL

Potenza T3: 25W LED/ 150W HL

Voltaggio: 220-250V

Fonte Luminosa F3: 1xMAX 250W E27 HL

Fonte Luminosa S3: 1xMAX 205W E27 HL / 1x MAX 30W LED E27

Fonte Luminosa T3: 1xMAX 150W E27 HL / 1x MAX 25W LED E27

Disponibile in: 24K gold, brass

ø450 mm / 17,71''

ø570 mm / 22,44''

ø450 mm / 17,71'' 2078 mm / 81,81''

524 mm / 20,62''

IC F3

IC T3

532mm/20,94'' 482 mm / 18,97'' 1028 mm / 40,47''

ø450 mm / 17,71'' 2800 mm / 110,23''

IC S3

F3154044 24K Gold F3151044 brass F3151059 F3154059 - Disponibile su richiesta

Emi

Erwan Bouroullec, 2024

Materiale: alluminio

Potenza ceiling small: 11W or 8,5W

Potenza ceiling large: 28W

Potenza floor: 49,5W

Potenza table: 43,5W

Voltaggio: 220-240V

Fonte Luminosa ceiling small: Potenza LED 11W 751lm 2700K/ 772lm 3000K CRI90 o Potenza LED mains dimming 8,5W 607lm 2700K/ 631lm 3000K CRI90

Fonte Luminosa ceiling large: LED ARRAY 28W 2289lm/ 2303lm CRI90

Fonte Luminosa floor: LED Up 3726lm 2700K/ 3915lm 3000K

Fonte Luminosa table: LED Up 3055lm 2700K/3210lm 3000K - LED Down 1116lm 2700K/ 1188lm 3000K

Disponibile in: off white, all off white, deep red, deep green, deep blue

Emi Ceiling Small

Emi Floor

Emi Ceiling Large

Emi Table

Finiture deep blue deep green deep red all off white off white 1700 mm / 66,92'' 1140 mm / 44,88'' 1230 mm / 48,42'' 670 mm / 26,37'' 300 mm / 11,81'' 300 mm / 11,81'' 239x255 mm / 9,40x10,03'' 179x195 mm / 7,04x7,67'' 240 mm
9,44'' 16 mm / 0,62'' 56 mm / ,.20'' 73x78 mm / 2,87x3,07'' 540 mm / 21,25'' 16 mm / 0,62'' 73x78 mm / 2,87x3,07'' 56 mm / 2,20'' 340 mm / 13,38'' 16 mm / 0,62'' 73x78 mm / 2,87x3,07'' 56 mm / 2,20'' 240 mm / 9,44'' 16 mm / 0,62'' 78 mm / 3,07'' 108x116 mm / 4,25x4,56'' 340 mm / 13,38'' 16 mm / 0,62'' 78 mm / 3,07'' 108x116 mm / 4,25x4,56'' 540 mm / 21,25'' 16 mm / 0,62'' 78 mm / 3,07'' 108x116 mm / 4,25x4,56''
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