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La misura dei consumi energetici. Obbligo legislativo o nuova spinta all’efficienza energetica? Giuseppe Caruso

La semplice diagnosi energetica, con stima dei consumi e degli indici di prestazione energetica obbligatoria, non è più sufficiente. Prima della prossima diagnosi, che sarà nel 2019, le aziende energivore dovranno dotarsi di sistemi per il monitoraggio e per la misura dei consumi. Per affrontare consapevolmente questa nuova spesa è importante porsi le seguenti domande: •

è un costo a fondo perduto?

è possibile avere qualche tipo di ritorno nell’affrontarlo?

quali sono i criteri per orientarsi?

L’articolo che segue cerca di fornire alcune risposte, a partire da alcuni dati “di scenario” sulla maturazione del settore, e con l’aiuto di alcuni dati ottenuti da attività svolte presso aziende del settore chimico e della grande distribuzione.

INNOVAZIONE Maturazione del comparto industriale nei confronti dell’efficienza Febbraio 2018

energetica e degli strumenti di misura

La ricerca svolta dall’Energy&Strategy Group nella primavera del 2017 ha fornito alcune interessanti considerazioni relative ai benefici indotti dall’obbligo della diagnosi energetica (decreto legislativo 102/2014), e all’importanza dell’adozione di strumenti per la misurazione e il monitoraggio dei consumi. Analizzando le risposte ottenute dagli Energy Manager di circa 200 aziende industriali e confrontandole con i dati di un’indagine analoga svolta nel 2012 è emerso infatti che:


negli ultimi cinque anni è aumentata notevolmente l’attenzione verso la misura ed il

controllo dei consumi energetici; •

all’interno degli organigrammi aziendali si sta consolidando la figura dell’Energy

Manager, che nel 71% dei casi individuati possiede la certificazione UNI CEI 11339. Probabilmente anche per questo sta crescendo l’interesse verso l’adozione di approcci all’efficienza energetica sempre più strutturati e organici. L’immagine in figura 1 mostra infatti che dal 2012 al 2017 le aziende che hanno adottato un sistema di monitoraggio sono aumentate di sessanta punti percentuali.

Figura 1. Dal 2012 al 2017 le aziende che hanno effettuato un monitoraggio on site dei consumi energetici è aumentato del 60% (fonte Energy&Strategy Group).

Altro elemento importante emerso è che la precisione dei dati di misura, insieme a una corretta interpretazione e correlazione fra essi, influiscono in modo importante nei potenziali rischi di un progetto di efficienza energetica. A questo proposito è opportuno notare che l’NPV medio calcolato (Net Present Value) in un caso di progetto di cogenerazione, con installazione di un motore a combustione interna a gas naturale (potenza elettrica 1.000 kWel, potenza termica 1.530 kWth, costo installazione 1.200.000 Euro full equity) è di 2.800.000 Euro, con una variazione significativa (da -9 % a + 14%) nel caso in cui il progetto non valuti correttamente tutti i fattori di rischio insiti nel progetto (figura 2).

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Figura 2. Gli effetti della gestione del rischio (fonte Energy&Strategy Group). Esperienza concreta e casi reali Osservando i dati raccolti nel corso delle attività di diagnosi e di supporto per l’ottenimento della ISO 50001 (e quindi all’implementazione in un’organizzazione di un Sistema di Gestione dell’Energia) si ha ulteriore conferma dell’aumentata consapevolezza delle aziende sull’importanza dell’utilizzo di strumenti di misura e di supporto all’analisi dei dati. Da una misura infatti, oltre a individuare gli interventi di efficientamento più opportuni, è possibile: •

avere una maggiore accuratezza nella contabilità industriale, quindi definire con

maggior precisione la correlazione tra consumi energetici e altri parametri aziendali. Ad esempio in ambito industriale è possibile trovare con precisione il rapporto tra il livello di produzione e il fabbisogno di gas metano (figura 3), oppure in ambito grande distribuzione organizzata quantificare l’energia utilizzata dai banchi frigoriferi come relazione fra temperatura esterna e consumo elettrico giornaliero (figura 4).

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Figura 3. Relazione tra i dati di produzione e i consumi di gas naturale in un’azienda industriale che produce tessuti in poliestere per pneumatici.

Figura 4. Relazione fra temperatura esterna e consumo elettrico giornaliero in un’azienda della grande distribuzione.

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svolgere con maggior efficacia le attività di manutenzione. Ad esempio è emerso

che nella produzione di aria compressa il livello di manutenzione degli impianti e la rete di distribuzione influenzano il consumo specifico in kWh/mc. •

avere una maggior consapevolezza dei consumi delle singole macchine, importante

ad esempio in fase di acquisto di nuove apparecchiature.

L’insieme di questi dati permette di concludere che l’impostazione di una strategia di monitoraggio è un primo passo verso la consapevolezza della correlazione tra sostenibilità energetica e competitività aziendale. Il passo successivo è l’adozione di un Sistema di Gestione dell’Energia: lo strumento più corretto e naturale per realizzare la necessaria sinergia tra le diverse funzioni aziendali.

L’Autore Giuseppe Caruso è Fondatore e Direttore Tecnico di Solgen caruso@solgen.it

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Energia Media Milano / Roma comunicazione@energiamedia.it www.energiamedia.it


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