Notiziario dicembre 2016

Page 34

Rassegna e approfondimenti tematici 4 X # no le situazioni stressanti in maniera passiva e difensiva con ridotte capacitĂ di controllo sono piĂš esposte al rischio di 4 e traumatizzazione vicaria (Simon et al., 2005; Tomei et al., 2008). La relazione operatore-paziente è particolarmente stressante: l’incontro con la persona malata, con la sua famiglia e con le tematiche strettamente connesse alla malattia, necessita di elevate competenze, sia tecniche che psicosociali, da parte dell’operatore sanitario (Guveli, 2005). L’eccessiva burocratizzazione, la fretta e la disparitĂ tra sforzo intrapreso e compensazione sono, ad oggi, le fonti piĂš comuni di stress in ambito oncologico. Lavorare con il cancro, infatti, richiede non solo una vasta conoscenza interdisciplinare della medicina moderna e la capacitĂ di applicarla nella pratica, ma anche una predisposizione psicologica che possa sia accompagnare il paziente nella sua sofferenza sia contrastare lo stress dannoso al quale il medico o l’infermiere è esposto (Nowakowski, 2015).

L’importanza dell’applicabilitĂ di interventi di prevenzione del burnout nei reparti di oncologia. In contrasto con il grande corpo di ricerca che si è concentrato, nel tempo, sull’analisi dello stress e della sindrome di burnout relativa ai professionisti del settore sanitario, poca attenzione è stata rivolta verso interventi preventivi e di promozione della salute e del benessere nei contesti organizzativi. Tra gli interventi piĂš frequenti individuati e validati empiricamente per fronteggiare lo stress, alcuni si sono concentrati sulla promozione della 5 (Duarte & Pinto-Gouveia, 2016). Gli interventi basati sulla 5 (MBI) sono progettati per insegnare ai partecipanti a diventare piĂš consapevoli dei pensieri, dei sentimenti e delle sensazioni del proprio corpo, mentre si stanno approcciando ai propri stati interni, con una curiositĂ non giudicante. La pratica 5 permette una maggiore consapevolezza del momento presente e aiuta a coltivare modi piĂš sani e adattivi di risposta allo stress, piuttosto che reazioni abituali e spesso disadattive. L’esercizio della concentrazione, dell’attenzione e dell’accet # tato nel momento presente è fondamentale per tale pratica (Kabat-Zinn, 1990; Bishop et al., 2004). 32

Una meta-analisi di 20 studi condotti su una vasta gamma di popolazioni cliniche ha riscontrato miglioramenti consistenti nella depressione, nell’ansia, relativamente allo stile di coping e alle misure di qualità della vita, a seguito della messa in atto di pratiche 5 <4 di riduzione dello stress (MBSR; Grossman et al., 2004). Tuttavia, non esiste ancora una ampio numero di studi che

‡~X nout, specialmente per gli infermieri. Inoltre, non esistono studi a nostra conoscenza che abbiano esplorato l’impatto di un intervento sulla 5 nel ridurre i livelli di 5 derivante dai sentimenti di compassione sperimentati nei confronti dei pazienti. Ci sono evidenze che suggeriscono che burnout e 5 hanno diverse cause e sintomi (Bride et al., 2007). Il termine " 5 è emerso in letteratura negli ultimi anni ed è stato usato in modo intercambiabile con lo stress traumatico secondario e i traumi vicari, poichĂŠ è usato per descrivere le reazioni di stress secondario (ad esempio, ri-sperimentare gli eventi traumatici, evitamento/paralisi da ricordi ed persistente), relativo alla fornitura di assistenza alle persone che hanno sperimentato una qualche forma di trauma o di grave stress (Figley, 1995; Stamm, 2010). In tal senso, gli infermieri oncologici possono essere particolarmente vulnerabili alla " 5 , data la costante esposizione alla sofferenza e al trauma dei loro pazienti (Najjar et al., 2009). Ăˆ stato suggerito che senza competenze “regolatorieâ€? delle emozioni, l’esposizione ripetuta al trauma, il dolore e la sofferenza degli altri potrebbero essere associati a conseguenze negative come l’angoscia e la " 5 (Decety et al., 2010) e l’impatto sulla capacitĂ di trattare. Inoltre, diversi studi spiegano che i meccanismi di cambiamento associati alla formazione di mindfulness suggeriscono che la meditazione ha un effetto sulle aree del cervello associate alla regolazione delle emozioni e migliora l’adattamento emozionale, attraverso la regolazione dell’attenzione (Desbordes et al., 2012). Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che gli interventi di consapevolezza possono essere utili nel trattamento dei sintomi legati al trauma (Bhatnagar et al., 2013; NyklĂ­cek et al, 2013).Quanto sin qui affermato, ci suggerisce che la maggior parte dei fattori di rischio del 4 nei contesti sanitari e in particolare nel contesto


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.