Rassegna e approfondimenti tematici 4 X # no le situazioni stressanti in maniera passiva e difensiva con ridotte capacità di controllo sono piÚ esposte al rischio di 4 e traumatizzazione vicaria (Simon et al., 2005; Tomei et al., 2008). La relazione operatore-paziente è particolarmente stressante: l’incontro con la persona malata, con la sua famiglia e con le tematiche strettamente connesse alla malattia, necessita di elevate competenze, sia tecniche che psicosociali, da parte dell’operatore sanitario (Guveli, 2005). L’eccessiva burocratizzazione, la fretta e la disparità tra sforzo intrapreso e compensazione sono, ad oggi, le fonti piÚ comuni di stress in ambito oncologico. Lavorare con il cancro, infatti, richiede non solo una vasta conoscenza interdisciplinare della medicina moderna e la capacità di applicarla nella pratica, ma anche una predisposizione psicologica che possa sia accompagnare il paziente nella sua sofferenza sia contrastare lo stress dannoso al quale il medico o l’infermiere è esposto (Nowakowski, 2015).
L’importanza dell’applicabilità di interventi di prevenzione del burnout nei reparti di oncologia. In contrasto con il grande corpo di ricerca che si è concentrato, nel tempo, sull’analisi dello stress e della sindrome di burnout relativa ai professionisti del settore sanitario, poca attenzione è stata rivolta verso interventi preventivi e di promozione della salute e del benessere nei contesti organizzativi. Tra gli interventi piÚ frequenti individuati e validati empiricamente per fronteggiare lo stress, alcuni si sono concentrati sulla promozione della 5 (Duarte & Pinto-Gouveia, 2016). Gli interventi basati sulla 5 (MBI) sono progettati per insegnare ai partecipanti a diventare piÚ consapevoli dei pensieri, dei sentimenti e delle sensazioni del proprio corpo, mentre si stanno approcciando ai propri stati interni, con una curiosità non giudicante. La pratica 5 permette una maggiore consapevolezza del momento presente e aiuta a coltivare modi piÚ sani e adattivi di risposta allo stress, piuttosto che reazioni abituali e spesso disadattive. L’esercizio della concentrazione, dell’attenzione e dell’accet # tato nel momento presente è fondamentale per tale pratica (Kabat-Zinn, 1990; Bishop et al., 2004). 32
Una meta-analisi di 20 studi condotti su una vasta gamma di popolazioni cliniche ha riscontrato miglioramenti consistenti nella depressione, nellâ&#x20AC;&#x2122;ansia, relativamente allo stile di coping e alle misure di qualitĂ della vita, a seguito della messa in atto di pratiche 5 <4 di riduzione dello stress (MBSR; Grossman et al., 2004). Tuttavia, non esiste ancora una ampio numero di studi che
Â&#x2021;~X nout, specialmente per gli infermieri. Inoltre, non esistono studi a nostra conoscenza che abbiano esplorato lâ&#x20AC;&#x2122;impatto di un intervento sulla 5 nel ridurre i livelli di 5 derivante dai sentimenti di compassione sperimentati nei confronti dei pazienti. Ci sono evidenze che suggeriscono che burnout e 5 hanno diverse cause e sintomi (Bride et al., 2007). Il termine " 5 è emerso in letteratura negli ultimi anni ed è stato usato in modo intercambiabile con lo stress traumatico secondario e i traumi vicari, poichĂŠ è usato per descrivere le reazioni di stress secondario (ad esempio, ri-sperimentare gli eventi traumatici, evitamento/paralisi da ricordi ed persistente), relativo alla fornitura di assistenza alle persone che hanno sperimentato una qualche forma di trauma o di grave stress (Figley, 1995; Stamm, 2010). In tal senso, gli infermieri oncologici possono essere particolarmente vulnerabili alla " 5 , data la costante esposizione alla sofferenza e al trauma dei loro pazienti (Najjar et al., 2009). Ă&#x2C6; stato suggerito che senza competenze â&#x20AC;&#x153;regolatorieâ&#x20AC;? delle emozioni, lâ&#x20AC;&#x2122;esposizione ripetuta al trauma, il dolore e la sofferenza degli altri potrebbero essere associati a conseguenze negative come lâ&#x20AC;&#x2122;angoscia e la " 5 (Decety et al., 2010) e lâ&#x20AC;&#x2122;impatto sulla capacitĂ di trattare. Inoltre, diversi studi spiegano che i meccanismi di cambiamento associati alla formazione di mindfulness suggeriscono che la meditazione ha un effetto sulle aree del cervello associate alla regolazione delle emozioni e migliora lâ&#x20AC;&#x2122;adattamento emozionale, attraverso la regolazione dellâ&#x20AC;&#x2122;attenzione (Desbordes et al., 2012). Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che gli interventi di consapevolezza possono essere utili nel trattamento dei sintomi legati al trauma (Bhatnagar et al., 2013; NyklĂcek et al, 2013).Quanto sin qui affermato, ci suggerisce che la maggior parte dei fattori di rischio del 4 nei contesti sanitari e in particolare nel contesto