LIBERI DI PENSARE Sette luoghi comuni da sfatare

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l’affermazione della libertà infinita il caos non solo non aumenterebbe ma in prospettiva dovrebbe diminuire. Pensiamo allora a cosa accade a noi dalla nascita all’età adulta. Il neonato è totalmente dipendente dal mondo esterno, anzitutto per le necessità vitali; man mano che cresce gli diamo regole, istruzioni, e divieti; poi sopraggiunge la pubertà e il figlio comincia a reclamare spazi e autonomia propri, e sempre più se li guadagna man mano che comprende e si assume la responsabilità delle proprie azioni e decisioni, sino all’età adulta. La domanda va allora formulata in altro modo: L’umanità attuale è bambina, adolescente o adulta? Dalla risposta deriva il comportamento da tenere. Credo si possa convenire sul fatto che l’umanità non è più bambina. Tutti reclamiamo una generica libertà, ma non tutti siamo disposti ad assumerci la responsabilità morale che ne consegue; siamo come l’adolescente che reclama e protesta ma continua volentieri a dipendere dal genitore; ma anche il genitore continua ad imporre le stesse regole ad una umanità che sta crescendo. Se l’umanità non è adulta in senso pieno, certamente è sulla via di diventarlo ed i poteri esterni, come molti genitori, temono che questo avvenga. Affermare dunque che la libertà è potenzialmente infinita per tutti può ottenere almeno due risultati: responsabilizza ciascuno e toglie al genitore Stato-Chiesa-Economia ecc. sempre più potere di interferenza. Se ci abituiamo a pensare a questo continuo divenire evolutivo, la paura del caos comincia a diminuire. Tutti siamo stati neonati, adolescenti, adulti. Obiezione Ma che libertà è quella di pensare? Aria fritta, non aderente alla realtà vera

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