Edilizia sostenibile Cantieri a emissioni zero
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a produzione di materiali e prodotti, e le costruzioni in generale, sono responsabili di più del 30% del consumo globale di risorse. Il fabbisogno di nuovi edifici e infrastrutture è destinato a intensificarsi, comportando una crescita da qui al 2050 pari all’edificazione di una nuova città delle dimensioni di Milano ogni settimana. E ciò non fa che accrescere anche l’impatto climatico del settore, che corrisponde a più del 23% delle emissioni globali di gas serra. LA CARICA DELLE 40 CITTA' La rete C40, che collega le maggiori città mondiali (ne fanno parte in Italia Roma e Milano) nello sforzo di adottare azioni urgenti e coraggiose per affrontare la crisi climatica, ha costituito al riguardo il Clean Construction Forum. Con il coordinamento di Oslo, questo forum assiste le città, promuovendo una transizione verso uno scenario dove i cantieri edili siano molto più efficienti sotto il profilo dell’utilizzo delle risorse e arrivino a emissioni zero. Ciò viene fatto affrontando l’impatto delle costruzioni sotto il profilo delle emissioni derivanti dai materiali edili: estrazione delle materie prime, produzione, assemblaggio, trasporti, montaggio, manutenzione, includendo le opzioni di destinazione del prodotto a fine vita. L’attenzione delle città partecipanti si rivolge alla condivisione di politiche, strategie, idee e sfide per quanto riguarda le seguenti aree: • Il coinvolgimento del settore privato, in modo che il mercato sia pronto per regolamenti che richiedano emissioni zero per le costruzioni
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Il coinvolgimento delle comunità, per garantire che il vantaggio di questo scenario vada a favore di tutti Lo sviluppo di un mercato di prodotti e attrezzature edili a basse emissioni, facendo leva sul potere contrattuale delle città che fanno parte della rete Condivisione di standard e strumenti per comprendere come valutare appunto l’impatto ambientale di cantieri e materiali Promuovere i vantaggi collettivi di questa trasformazione, per esempio la riduzione dell’inquinamento acustico e dell’aria, la creazione di posti di lavoro, l’aumento della salute e del benessere dei cittadini
NET POSITIVE WASTE Sin dalla prima edizione (2006), il protocollo Living Building Challenge (Lbc), ora giunto alla versione 4.0, ha affrontato il tema della riduzione dell’impatto dei materiali e cantieri edili. In particolare, l’imperativo 16. Net Positive Waste (i 20 requisiti Lbc sono chiamati appunto imperativi proprio perché tutti ugualmente obbligatori per l’ottenimento della certificazione finale) ha l’intento di integrare strategie di riduzione dei rifiuti in tutte le fasi del progetto (quindi non solo durante il cantiere). Inoltre, spinge a immaginare il possibile riuso di prodotti e materiali prima considerati come “rifiuti”, dando loro una seconda vita, inserendoli nel nuovo progetto. Ai team di progetto è richiesto di creare un Materials Conservation Management Plan e di considerare e applicare la riduzione della produzione di rifiuti edili in tutte le fasi: proget-
tazione, costruzione, gestione, preoccupandosi quindi anche di cosa succederà ai componenti dell’edificio in caso di recupero o smontaggio. Un requisito incluso anche nei nostri Criteri Ambientali Minimi (Cam) nazionali (2017) al punto 2.3.7 Fine vita. I Cam prevedevano, tra l’altro, anche l’obiettivo di riciclare entro il 2020 almeno il 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi. I tassi minimi di riciclo dei rifiuti da costruzione (e quindi, per contro, di allontanamento dalle discariche) richiesti per certificare un progetto Living Building Challenge, a seconda dei materiali, sono i seguenti (in peso o volume). • Metalli 99% • Carta e cartone 99% • Terreno di scavo e biomasse 100% • Isolanti, pavimenti, rivestimenti 95% • Altri materiali 90% • Macerie da demolizione 90% I progetti devono poi prevedere negli edifici spazi e infrastrutture dedicate per la raccolta dei rifiuti riciclabili e degli scarti di cibo compostabili. L’ARTE DEL RECUPERO Un ulteriore requisito contenuto in questo imperativo promuove il recupero di materiali e prodot-
BNIM (Omega Center fot Sustainable Living, Rhinebeck, NY, USA1). Da sinistra, Città di Oslo, C40 e International Living Future Institute
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