Libri e Parole - Gennaio 2021

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EDITORIALE

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LIBRI E INTERVISTE TRADUZIONI SCOPRIRE NUOVI MODI DI ESISTERE Intervista a Mirella Banfi

10 LIBRI DA LEGGERE L'ISOLA NEL CUORE Simonetta Caminiti ci parla de "Le Spose della Luna" 13 LIBRI E RECENSIONI La Luce dell'Alba di Liliana D'Angelo Ninfodora di Simonetta Caminiti 18 UN VIAGGIO LETTERARIO LA STRADA DELLE FIABE Viaggio sulle tracce dei personaggi dei Grimm 22 IN PARTENZA CON L'AUTORE Parigi in... Novembre di Laura Vegliamore New York: "terzo incomodo" in Il Colpo di Fulmine Non Esiste di Carlo Lanna 30 LIBRI E NOVITÀ Cosa troviamo in libreria 36 LA CLASSIFICA Dieci libri che parlano di viaggi e che non potete perdere 40 LIBRI E BLOGGER Il Mondo di Esmeralda, tra viaggi e libri: a tu per tu con Sonia Donelli 47 DAL LIBRO ALLO SCHERMO Arriva la miniserie BBC "Il Giro del Mondo in 80 Giorni" 50 LIBRI E PAROLE La parola del mese 51 CREDITS

EDITORIALE Cari lettori, iniziamo un nuovo anno all’insegna della speranza. È questa la nostra parola del mese: SPERANZA, soprattutto in un futuro migliore di quello che ci hanno riservato gli ultimi dodici mesi.

Il tema portante di questo primo numero del 2021 sono i viaggi, quelli che i nostri amati libri ci consentono di fare in barba ai divieti, ai DPCM, alle zone di vario colore e alla pandemia in corso.

Nuovi mondi da scoprire, anche attraverso le traduzioni che ci permettono di avere contezza di modi diversi di vivere.

Ne parliamo con la traduttrice Mirella Banfi, che si è occupata di curare i testi di

Lucinda Brant. E di mete reali e non parliamo anche con Sonia Donelli, responsabile del blog “Esmeralda viaggi e libri”, realtà seguita e apprezzata da tanti autori ed editori, che ha fatto della professionalità la propria parola d’ordine negli anni.

Non può mancare, anche in questo numero, un curatissimo approfondimento di Simonetta Caminiti: “L’Isola nel cuore”, in cui ci presenta Emma Fanu e il suo “Le spose della luna”.

Volete un viaggio fantastico, infine?

Vi presentiamo la mappa dei luoghi delle fiabe europee più amate, da conservare e

visitare quando sarà di nuovo possibile farlo.

Viaggi, dunque. Per iniziare non vi resta che partire con lo sfogliare queste pagine e farvi ispirare.

Buona lettura.

And straight on till Morning

Libri & Interviste

TRADUZIONI SCOPRIRE NUOVI MODI DI ESISTERE

VIAGGIARE, soprattutto in terre straniere, ci arricchisce come esseri umani.

Leggere è anche questo: aprirsi a nuovi mondi, scoprire realtà e mondi che non ci appartengono. È uno degli scopi dell’arte della traduzione.

Di questo parliamo con Mirella Banfi, che ha curato alcune traduzioni dell’autrice australiana Lucinda Brant.

Come ci si approccia a un testo da tradurre? Quali sono i passaggi che portano dal libro in lingua originale alla versione tradotta?

Per me significa normalmente chiedere il testo in Word, per poterlo poi avere comodamente sul PC, trasformarlo in .mobi per il Kindle e cominciare a leggere il libro, annotando tutte le soluzioni che penso siano adatte direttamente sull’e-reader, per poi stamparle e averle a portata di mano durante il lavoro di traduzione vero e proprio.

Quanto è difficile per un traduttore mantenersi fedele allo stile dell’autore?

Francamente mi rendo conto di cambiare automaticamente lo stile a seconda dell’autore (o meglio autrice, visto che le ‘mie’ sono tutte donne) senza doverci pensare. Forse è il frutto di anni passati a fare da interprete a gente diversa, passando da una o più lingue all’altra, adeguando lo stile.

Mirella Banfi è traduttrice ed interprete. Ha intrapreso gli studi di diverse lingue in gioventù e ha intrapreso la strada della traduttrice di romanzi prima per diletto e poi poi per lavoro.

"Leggo voracemente, e lo faccio da quando avevo quattro anni.

Qualcosa si impara sempre."

Quali generi preferisci tradurre e quali risultano maggiormente ostici?

Mi piacciono gli storici ma adoro i contemporanei ben scritti, anche se, purtroppo, invecchiano peggio. Uno storico scritto vent’anni fa è ancora attuale, se il linguaggio è giusto e le ricerche fatte sono serie. Un contemporaneo scritto vent’anni fa mostra tutte le sue rughe: tecnologia ‘antica’, ambienti che cambiano Spesso, soprattutto per l’inglese, ci sono espressioni e modi di dire intraducibili nella nostra lingua.

Come si ovvia a questa cosa?

Purtroppo, a volte, saltando il gioco di parole quando proprio in italiano non esiste un modo di dire che abbia lo stesso senso o che possa convogliare lo stesso sentimento.

Prendete questo dialogo: ‘You’re growing non me’ ‘Yes, like a fungus’ L’unica traduzione che mi viene in mente per il tipo di libro, un contemporaneo leggero, è: ‘Stai cominciando a piacermi’. Ma a questo punto, come inserisco la micosi? Quindi, purtroppo, ho saltato la battuta… in attesa che mi venga in mente qualcosa (spero, ma non ci credo), durante la prima o la seconda revisione.

Tradurre vuol dire anche dare voce a diversi mondi e stili di vita. Un po’ come viaggiare, insomma. Il traduttore quanto deve essere esperto di culture diverse dalla propria?

Leggo voracemente, e lo faccio da quando avevo quattro anni (così mi diceva mia sorella, colei che mi aveva insegnato a leggere). Leggo di tutto, fiction, non-fiction, di storia, di viaggi, romanzi classici e moderni. Qualcosa si impara sempre. Poi, ovviamente, prima o durante la traduzione di un libro ambientato in un mondo o in un’epoca che non conosco mi informo, ricerco. Grazie al cielo c’è Internet. Pieno anche di informazioni false, ma con un po’ di discernimento si possono fare ricerche molto più facilmente di un tempo.

Traduzione ed editing: la prima può prescindere dal secondo o l’editing è sempre necessario post traduzione?

In media, finisco per rileggere lo stesso libro almeno cinque volte. Preferisco occuparmi io stessa dell’editing, anche se ovviamente accetto i suggerimenti delle mie editor.

La prima traduzione è sempre troppo basata sulla lingua originale, quindi l’editing serve a ‘italianizzare’ il testo, dargli una forma che sia fedele all’originale ma che non ne abbia più le caratteristiche particolari. La forma delle frasi in italiano è molto diversa da quella inglese, non segue il classico concetto: soggetto, verbo, complemento.

Trattandosi di traduzioni, il concetto di editing non è ovviamente lo stesso applicabile alla scrittura di un libro in italiano.

Parliamo delle tue traduzioni: due testi a cui sei particolarmente affezionata e che consigli ai nostri lettori.

Se devo limitarmi a due, continuo a essere innamorata dei libri di Lucinda Brant, australiana di lontane origini italiane.

Direi che tra tutti i suoi libri che ho tradotto, Duchessa d’Autunno è quello che mi è rimasto più impresso, anche se, trattandosi di una serie, i libri sarebbero da leggere in fila.

Un’altra miniserie che ho adorato è di Brenna Aubrey: Il rischio e il secondo volume La ricompensa.

I found myself inWonderland

Libri da L eggere

L'ISOLA NEL CUORE SIMONETTA CAMINITI CI PARLA DE "LE SPOSE DELLA LUNA" DI EMMA FENU

LE ISOLE

sono cuori che battono.

Quella di Arturo, in cui Elsa Morante non visse mai; o la Sicilia che Simonetta Agnello Hornby pone quale sfondo (e grande protagonista) dei suoi romanzi, utero terreno e sospeso nel quale è nata e cresciuta, ma vivendo nel Regno Unito, ormai, da molti anni.

Così fa Emma Fenu, scrittrice e recensionista di Alghero con la sua Sardegna. Emma abita a Copenaghen.

Simonetta Caminiti è una giornalista freelance e scrittrice.

Lavora come articolista di cronaca, cultura e costume per testate nazionali quali Il Giornale.

Dall’estate 2020 ha una casa editrice sua: LE TRAME DI CIRCE.

«L’espatrio non l’ho scelto, l’espatrio ha scelto noi», dice di se stessa e di suo marito: è stata proprio la professione di lui, ingegnere, a determinare le migrazioni di Emma in terre lontane (perfino per un periodo a Dubai) e a riscrivere il fato della quotidianità felicemente; senza mai farle perdere – anzi, forse rafforzando – lo sguardo e lo studio del luogo natio. La Sardegna, contesto fondante dei suoi romanzi.

Un vero gioiello il libro più recente, Le Spose Della Luna (Officina Milena Edizioni, 2020). Quella luna che squarcia l’oscuro di una storia vera, una tragica vicenda dei primi del Novecento, nella Orgosolo in cui il banditismo è costume di vita confuso tra natura e società e, spietato, travolge la protagonista Paska Devaddis, fanciulla come tante. Bandita, costretta alla latitanza. Ecco il lavoro rivoluzionario che la Parola svolge in questo romanzo: dare voce simbolica a questa giovane “sposa” di se stessa, dei suoi sogni e della sua nostalgia, al mondo che la circonda ma, soprattutto, a quello che le abita il cuore: selvatico e innocente come l'isola.

Laddove il codice barbaricino (inerente alla storia del territorio, e intriso di contraddizioni e durissime leggi) imperversa tra mare e vento ancorando alla terra un sistema patriarcale in cui solo alle donne è proibito esercitare in senso diretto la vendetta, Franzisca (la protagonista del romanzo) è condannata a vivere in una grotta.

Piccola prigioniera e inqueta amazzone al tempo stesso, capace di uccidere per difendere la sua verginità, e creatura che sospira e confessa la tenerezza come una donna comune.

Più che mai libera.

Tematiche femminili cui Emma Fenu è devota, ma senza mai scadere nel clichè e con la potenza di una scrittura che somiglia alla sua storia: selvaggia e lieve, profonda, cristallina, fendente. Un turbine di fascino e un’occasione per conoscere una pagina di storia pervasa dal lirismo che non è stucchevole, che appartiene Emma Fenu è sarda nata e cresciuta respirando il profumo del mare di Alghero. Vive a Copenhagen, dopo aver trascorso un periodo in Medio Oriente.

Scrive per lavoro e per passione.

Si occupa da anni di storia delle donne, di letteratura e di iconografia.

alla gola silenziosa di una grotta e di una semplice ragazza.

Una “sposa” dell’isola che nessuno di noi ha mai lasciato veramente.

Keep a weather eye on the Horizon

Libri & Recensioni

La Luce dell'Alba

di Liliana D'Angelo

WORDS EDIZIONI, 2021

“Gocce di sangue colavano dal naso e dalle labbra.

Al centro della guancia luceva il segno di una bruciatura, l’orlo rosso come un ricamo.

Lorenzo inghiottì il pianto.”

L’anno è il 1943, l’Italia è impegnata nel secondo conflitto mondiale al fianco dei nazisti di Hitler. Il Duce Mussolini è un uomo da prendere ad esempio per molti.

Per altri, solo la causa di fame e dolore.

Per altri, solo la causa di fame e dolore. In questo contesto storico e sociale, tornano a incrociarsi le vite di Lavinia, Emma e Lorenzo: cresciuti insieme, separati da anni, ancora felici di potersi rivedere.

Ma il loro incontro mette in crisi quel perfetto rapporto a tre, sconvolto nei suoi equilibri sino a quando non è più possibile tornare indietro. E nel caos delle loro esistenze si infila con prepotenza anche la guerra, ancora più dura e più cruenta. Perché non cambiano solo gli assetti personali, ma anche quelli sociali: chi ieri era amico oggi è un nemico crudele, che non risparmia dolore e morte.

Il legame tra Lavinia, Emma e Lorenzo è metafora, in questo senso, della fragilità dei rapporti umani, ed è in perfetta sincronia con quella che è la situazione italiana all’epoca in cui vengono narrati i fatti. Tradimento e vendetta muovono i fili delle azioni dei protagonisti e la scena attorno a loro, scavando nella trama piccoli sentieri che, seppure diversi, conducono a un unico punto.

Liliana D’Angelo, già autrice prolifica di libri per ragazzi e che ora si cimenta in questo suo primo testo di narrativa storica, ci restituisce uno spaccato dell’Italia degli anni Quaranta molto fedele, persino negli aspetti più crudi, rendendo al lettore una trama ben congeniata e strutturata, personaggi vividi e veri, grazie ai loro difetti ancor più che i loro pregi, e un contesto storico curato nei dettagli, ricco di particolari tanto che sembra di essere lì, tra Roma e Firenze, sui monti nascosti con la Resistenza, tra le macerie di città distrutte e corpi ammassati.

Impotenti nei confronti della violenza e degli orrori di guerra, ma capaci di sperare ancora.

Sperare sempre.

Come la luce del sole all’alba, il futuro però è all’orizzonte e porta con sé attesa, desiderio di rinascita e soprattutto perdono.

Ninfodora

di Simonetta Caminiti

LE TRAME DI CIRCE EDIZIONI, 2020

“Quel ritratto senza colore nel quale ogni muscolo confessava il disperato patto con la vita dell’anziano signore, la solitudine dolce e irrequieta che abitava le iridi, le palpebre quasi arrese, un accenno di sorriso; le belle mani colme di solchi e di rilievi come nervose mappe che indicano centinaia di strade.”

Il destino è un sentiero di papaveri, per il protagonista di questa storia.

Un ragazzo senza nome, perché non l’ha mai imparato: non ha mai saputo dirlo a voce né ascoltarlo da quella dell’adorata madre, essendo nato sordomuto e cresciuto come inserviente, timido e ribelle, nel palazzo di una ricca famiglia. Rimasto orfano ancora ragazzino, però, la polvere invisibile che può posarsi sulla vita di ciascuno, e che solo occhi illuminati di poesia sanno intercettare e seguire, gli indica la sua missione nel mondo. I papaveri crescono in un bosco al riparo dalla neve: qui il tempo non esiste, e il ragazzo segue la strada che lo conduce fino al ventre della fitta vegetazione.

Lo stava aspettando, come il Mago Merlino de La spada nella roccia col suo piccolo “Semola”, un anziano signore. Ma attenzione: le uniche bacchette magiche di questa novella d’inverno, Ninfodora (di Simonetta Caminiti con le illustrazioni di Valeria Panzironi per le edizioni “Le trame di Circe”) sono l’amore e la dedizione ai propri talenti.

La bacchetta magica del vecchietto è la stessa del ragazzo sordomuto, in fondo: un carboncino, un gesso, una matita.

Il dono di disegnare storie mai vissute, e nel contempo la sonda per esplorare il futuro, il lampo di curiosità per aprirsi al mondo. È per le strade del mondo che vaga Ninfodora, una donna bellissima che dà senso al percorso al protagonista: al suo viaggio tra metafore e sogni, memoria, nostalgia, coscienza di sé.

In forma di fiaba, ma con un target che parte dai dodici anni, Simonetta Caminiti racconta un crescendo di incontri, ricerca della felicità, gioia della malinconia, e la pace con la creatura che ha deciso quasi tutto di noi: il bambino che siamo stati.

Le immagini di Valeria Panzironi migrano tra lo stile realistico e quello pittorico, tra gli esercizi più a portata di infanzia e le illustrazioni che potremmo confondere con un bellissimo e romantico dipinto.

Let me go to my Enchanted world

Un Viaggio Letterario

LA STRADA DELLE FIABE VIAGGIO SULLE TRACCE DEI PERSONAGGI DEI FRATELLI GRIMM

Gli appassionati delle fiabe non potranno farsi mancare questa incantevole tappa: parliamo della STRADA DELLE FIABE, 660 km in Germania che da Francoforte si estendono quasi fino ad Amburgo, toccando i luoghi legati alle fiabe dei fratelli Whilelm e Jacob Grimm.

Si parte da Hanau, città bavarese in cui sono nati i fratelli Grimm, ma altre tappe sono Marburgo, la città vecchia che celebra i favolieri, e Christensberg, il paesino in cui è ambientato Hansel e Gretel.

E ancora: il bosco vicino a Shwalmstad, che ha ispirato Cappuccetto Rosso; Hofgeismar, nel cui castello si svolgono le vicende de La Bella Addormentata; Oberweiser, suggestiva cittadina dall’architettura antica che accomunale Il Gatto Con Gli Stivali e Biancaneve; Burg Polle, dove si trova il castello di Cenerentola; Hamelin, la città de Il Pifferaio Magico, dove si può ammirare anche la statua ispirata al celebre personaggio.

L’ultima tappa è Brema, dimora dei musicanti. Anche qui una statua celebra l’asino, il cane, il gatto e il gallo e, ogni domenica a mezzogiorno, una compagnia teatrale mette in scena la favola.

The world is a book and those who don't travel read only one page

In partenza con l'Autore

Parigi in...

NOVEMBRE

DI LAURA VEGLIAMORE

Laura Vegliamore è nata a Roma nel 1989. Appassionata di storia e luoghi antichi, lettrice devota fin dall’infanzia, ha sempre adorato scrivere.

Novembre inizia a Saint Lazare, in un venerdì pomeriggio caotico e affollato, come lo sono sempre i pomeriggi nelle grandi stazioni parigine.

Treni in partenza, pendolari affannati, rumori ingombranti e frenesia. L'odore è quello dell'attesa, della frustrazione, della fretta. Le voci sono tante, mischiate ai suoni degli altoparlanti che annunciano gli arrivi e le partenze.

Due sconosciuti si incontrano, si prendono per mano, danno inizio a un gioco semplice, quasi sciocco. Si perdono nell'intricato groviglio della metropolitana parigina.

La prima fermata è Solferino, sulla linea 12, quella verde. Se siete stati a Parigi sapete che è lì che dovete scendere se volete visitare il Museo d'Orsay o passeggiare sul lungo ed elegante Boulevard Saint Germain.

Adriano e Mathilde attraversano Rue de Bellechasse e si ritrovano di fronte allo spettacolo degli orologi dell'Orsay. A poche centinaia di metri, su Rue du Bac, si trova il ristorante nel quale ho lavorato durante l'estate del 2014, la prima volta che mi sono trasferita a Parigi.

Una delle signore che aveva in gestione la brasserie era Odette, una donna sensazionale, energica e ironica che è stata una specie di zia per me, per questo è stato così semplice “regalarla” a Mathilde. Anche la mia Odette cercava spesso di rifilarmi i pains au chocolat avanzati quando staccavo da lavoro. Per fortuna il mio autocontrollo ha quasi sempre vinto sulla mia golosità!

Adriano e Mathilde si rincorrono sopra la Senna, costeggiano l’Orsay e le sue meraviglie nascoste, arrivano fino a Pont Royal, si baciano sospesi su un vuoto in fermento, su quel mare longilineo che è la Senna, eterna e volubile. Si baciano e attraversano il ponte, arrivano fino a quella mastodontica spina dorsale di cemento e ardesia che respira da secoli, che è il posto preferito di Mathilde e, in parte, anche il mio. Spesso, quando lavoravo alla brasserie e attaccavo di pomeriggio, uscivo di casa un’oretta prima, approfittavo dell’entrata gratuita per i cittadini europei al di sotto dei ventisei anni (ah, che bella la gioventù!) ed entravo al Louvre per una “passeggiata”. Una galleria alla volta, per una mezz’ora al massimo, almeno due volte a settimana. Era il mio piccolo rituale, il mio sentirmi a casa in un posto che aveva dentro così tanta arte, ma che, soprattutto, aveva dentro così tanta storia.

A Mathilde ho regalato la mia passione per la storia francese e per l’Ancien Régime. Come lei amo tutto quello che riguarda i re di Francia, i castelli e i misteri. Ho ricalcato su di lei quel sentimento, quel “sa di casa” che il Louvre mi ha sempre trasmesso, quella quiete, quell’accoglienza che ho percepito ogni volta che ci sono stata.

Per questo lei trascina Adriano in quel piazzale enorme circondato da mura e statue. Per questo, evitando i turisti, lo porta ad ascoltare quel musicista (c’è sempre musica sotto le arcate del Louvre), gli fa chiudere gli occhi, lo porta con sé nel proprio mondo.

E succede davvero.

Se si chiudono gli occhi in quel punto preciso, si sente “l’odore del mondo che è stato e ti viene un brivido dietro la nuca”, si sente il rumore degli zoccoli dei cavalli in lontananza, le voci dei cortigiani, l’odore del passato.

Il tempo passa, la sera incalza…

Adriano e Mathilde percorrono Rue de Rivoli, trafficata, lussuosa e storica, conoscendosi meglio, inseguendo un’altra sconosciuta ma quasi non prestandole attenzione, tanto sono presi l’uno dall’altra. Si ritrovano sul grande piazzale de l’Hôtel de Ville, maestoso e inebriante, luccicante e possente. Nei tre anni in cui ho vissuto a Parigi l’ho visto trasformarsi in mille modi diversi: arena cinematografica, campo da beach volley, palcoscenico durante la Fête de la Musique.

Pieno di gente, di artisti di strada, semplici passanti.

I due quasi non gli dedicano attenzione, seguono quella donna elegante dai tacchi alti mentre scende le scale della metro, diretta verso la linea 11, quella marrone per intenderci, quella con meno fermate in assoluto. Salgono a bordo insieme a lei ma sono troppo presi, troppo distratti e accade: il gioco va in frantumi, la sconosciuta scende e loro non se ne accorgono.

Però Adriano si accorge di quella fermata, Arts et Métiers, in assoluto una delle fermate più belle della metro parigina, se non la più bella. Se non sapete della sua esistenza e ci capitate per caso (come è accaduto a me e ad Adriano) è come entrare in un altro mondo.

Come immergersi per davvero in un altro luogo, un altro tempo. Lamiere, oblò, ingranaggi, quel bronzo squillante intorno, quella sensazione surreale di essere altrove, di aver attraversato un portale magico. La stazione è ispirata davvero a “Ventimila leghe sotto il mare” ed è una sorta di riproduzione del sottomarino del capitano Nemo.

Dove andiamo adesso?

Mi piaceva l’idea che Adriano avesse un legame con questa stazione, e che questo legame fosse qualcosa di tanto intimo e doloroso quanto un gesto d’affetto da parte di sua madre, una madre codarda, insensibile, che ha abbandonato i suoi figli nel momento peggiore delle loro vite, ma che, comunque – e questo è qualcosa di ancora più doloroso – li ha amati.

Era il momento perfetto per fa conoscere Leonardo a Mathilde, per spingere Adriano a raccontarle di loro, di cosa è accaduto, del peso che si porta dentro.

Le porte si aprono sul sottomarino di Nemo, Adriano afferra Mathilde e la trascina fuori dal vagone e chissà, magari il momento decisivo è proprio questo, il punto di non ritorno, la decisione sbagliata. Adriano continuerà a domandarselo per sempre.

Escono all’aria aperta, si stringono in una Rue de Tourbigo deserta, come ombre silenziose si uniscono, sembrano ballare, abbracciati. Adriano si confida e comincia ad accettarsi un po’ di più, si convince che forse è possibile, forse può imparare ad amarsi di nuovo, forse non è così sbagliato.

Allora perché non assecondare quella spensieratezza?

Perché non lasciarsi avvolgere completamente dalla bellezza di quella sera e di Mathilde?

E allora Adriano chiude gli occhi, gira su se stesso, lascia al caso anche quell’ultima decisione. Dove andiamo adesso?

E potrebbero andare verso il quartiere latino, verso una Parigi da cartolina, più classica e conosciuta ma non per questo meno affascinante. Oppure potrebbero seguire il richiamo della Parigi più giovane, verso Place de la République, Rue Oberkampf, Avenue Parmentier, piene di locali, di musica, di vita.

È il destino che sceglie, giusto?

Il destino. Il caso. Le coincidenze. Adriano si ferma, il dito indica Place de la République, quella caotica bellezza di musica, skateboard e voci. La piazza di Parigi per eccellenza, quella in cui si manifesta, in cui si svolgono concerti, in cui si balla.

La piazza in cui ci si dà appuntamento, come abbiamo fatto tante volte io e i miei amici.

Appuntamento a République, poi vediamo. Magari rimaniamo a bere una cosa seduti in piazza, magari ci facciamo un giro e arriviamo fino a Strasbourg Saint-Denis e ci prendiamo la solita birra che costa poco, nel solito locale con la musica alta e i baristi simpatici, che ormai ci conoscono e vengono a bersi qualcosa con noi, ogni tanto.

Pieno di gente, soprattutto il venerdì sera, talmente pieno che non le senti le sirene, neanche quando passano una dopo l’altra, neanche quando fuori è il panico e il mondo trattiene il respiro.

Noi siamo dentro e ancora non sappiamo niente.

La musica è troppo forte e siamo troppo giovani e troppo spensierati, non la sentiamo la paura, non ancora.

Siamo a Parigi, è una notte come tante. La birra costa poco, abbiamo trovato posto a sedere da “Le Prado” di venerdì sera, è praticamente un miracolo.

A ottocento metri sparano sulla folla e i nostri cellulari stanno per esplodere di notifiche di amici e conoscenti preoccupati. Pochi minuti e le strade saranno invase dal terrore, dalle urla e dalla frenesia.

Ma noi siamo ancora dentro, al sicuro. Ridiamo, brindiamo. Pensiamo a quanto sia bello essere lì, nella città delle luci, della Rivoluzione, degli artisti.

Abbiamo il mondo in mano. È ancora nostro, per qualche minuto.

New York terzo

ILCOLPO

DI

FULMINE

incomodo

NON

ne

ESISTE

DI CARLO LANNA

Non solo i personaggi devono essere ben delineati e la storia deve essere coerente, e soprattutto, coinvolgente.

Anche l’ambientazione è un dettaglio da non trascurare nel momento in cui si legge o si scrive un romanzo.

Quando ho cominciato a lavorare a “Il colpo di fulmine non esiste”, ho sempre immaginato un setting ben preciso. Più ancorato alla realtà e distante dai voli pindarici della mia mente. Volevo che il lettore potesse viaggiare insieme ai due protagonisti nella città in cui si svolge la vicenda.

New York non è stato un caso.

Io per primo ho vissuto le bellezze e le contraddizioni di una tra le metropoli più belle al mondo. Tutti o quasi luoghi che si leggono tra le pagine del libro sono luoghi che esistono anche nella realtà e, nel mio piccolo, attraverso le voci di Tyler e Glen, ho cercato di raccontare il mio punto di vista sulla Grande Mela.

Carlo Lanna è nato a Caserta trentacinque anni fa.

Di professione è giornalista di spettacolo e collabora per IlGiornale.it e per un magazine a tematica LGBT.

La città di New York vive per conto suo. In strada c’è un caos quasi disturbante, un fiume di gente che non ti guarda mai negli occhi e che non chiede mai “scusa” o “permesso”. E’ una città che non dorme mai, in cui i grattacieli sono spettatori attivi della tua esistenza; è una città in cui si sente il respiro del progresso, dove si vive con un odore costante di bacon e patatine fritte e dove il suono del clacson diventa una colonna sonora fin troppo familiare.

E il suo fascino e la sua bellezza è insita proprio in questi dettagli.

New York, inevitabilmente, nel mio romanzo diventa un terzo incomodo nella vita di Tyler e Glen. Così tentacolare, così caotica, così dannatamente seducente, la Grande Mela guida i due protagonisti tra i labirinti dei loro cuori.

Ad esempio: L’Ellis Diner esiste ma non si trova a Rockefeller Centre. È situato sulla Broadway ed è un pub frequentato soprattutto da cantanti e ballerini. Due panini con bibita costano 79 dollari!

Il Marlin Bar è situato vicino a Union Station. È più piccolo rispetto a come viene descritto nel libro, ma è un luogo accogliente e delizioso. Lì ho gustato uno dei caffè migliori della città.

Cosa assai rara.

Glen abita a Brooklyn vicino al più famoso “Cat Bar” di tutta la zona. Ovvero un luogo di ritrovo per i randagi del quartiere. L’appartamento non esiste, ma i palazzi sono tutti o quasi in stile anni ’50. Central Park è immenso. Come nel libro, esiste un laghetto vicino l’entrata est del parco.

Ne Il colpo di fulmine non esiste c'è molto ancora di New York, insieme a una storia d'amore, di sogni e di rinascita tutta da scoprire.

Somewhere over the rainbow the sky is blue and impossible dreams come true

Libri & Novità

COSA TROVIAMO IN LIBRERIA?

MARIA

Nata per la libertà

DI AMALIA FRONTALI (Nua edizioni, 2021)

Aprile 1944.

Appesa ai cornicioni una donna fugge dalle finestre dell’ospedale Niguarda, a Milano. È Maria Peron, un’infermiera trentenne, nubile, che abita in un convitto di suore e non ha alcun interesse per la politica, né tantomeno per la lotta armata. Però è coraggiosa, affamata di libertà e la sua bussola morale è infallibile. Ricercata dai fascisti, prende una decisione che le cambierà la vita: salire sui monti della Valgrande e diventare una ribelle.

Maria trascorre un anno insieme ai partigiani e si spende senza riserve per prestare aiuto, senza mai imbracciare un’arma. Organizza un’infermeria e un presidio sanitario, si guadagna un grado da ufficiale e i galloni di chirurgo sul campo. Attraversa l’inferno della guerra, trovandosi testimone e protagonista di eventi drammatici e atti di ordinario eroismo e facendo i conti, giorno dopo giorno, con la propria coscienza.

Infine incontra persino l’amore, a cui credeva di avere già rinunciato. Nel pieno di una tragedia collettiva, Maria si scopre piena di risorse, pragmatica e coraggiosa, capace di ridisegnarsi sulle proprie esperienze restando coerente a se stessa.

Questa è la sua storia, ed è una storia vera.

LET

them talk

DI CESARE CREMONINI (Mondadori, 2021)

Cesare Cremonini è stato, fino a questo libro, uno dei misteri meglio custoditi della musica italiana. Di lui conoscevamo soprattutto le canzoni, l’ironia e la riservatezza.

Perciò Let them talk.

Ogni canzone è una storia, è un piccolo miracolo, almeno per il suo (enorme) pubblico. In queste pagine finalmente “si espone”, ma lo fa svelandosi con estro inafferrabile, come nel suo stile.

Disseminando la scrittura di indizi, di tessere che a poco a poco compongono il mosaico della sua personalità. Sì, perché il fascino di Cremonini sta anche nelle sue contraddizioni, un bambino introverso fino alle lacrime ma allo stesso tempo accentratore, esibizionista, già votato allo spettacolo: “Inventavo e collezionavo personalità diverse da offrire all’unico pubblico disponibile durante tutta la mia infanzia: la mia famiglia”.

Una famiglia indifferente alla musica e un piccolo pianista che cresceva ossessionato dalle note fino alla ribellione, al travestimento, alla fuga e al successo improvviso, travolgente.

Uno che incontra Leopardi sui colli bolognesi. Che canta l’amore ma dall’amore è sempre fuggito.

Infine un uomo che a quarant’anni è una star e mentre ti parla sorride, ma nasconde più di un lato oscuro. E in questo libro li rivela, non per soddisfare la nostra morbosità ma perché è da queste ambivalenze, dal buio dove vivono i suoi demoni contrapposto alla solarità del suo continuo omaggio alla vita, che sono nate le sue canzoni. “Ero felice, è vero. Ma a volte non si ha altra scelta.” Le canzoni, filo conduttore (ma solo apparente) di Let them talk, stavolta parlano loro eccome! Ognuna è la chiave di un mondo, uno scrigno che Cremonini ci apre per farci attraversare le porte di quel mondo, il suo. Fatto di un’attrazione totale verso il lato poetico della vita, di curiosità verso l’ignoto, di grandi perdite e di sogni ritrovati, di libri letti e immaginati, di film visti e interiorizzati, per spiegarci che l’arte è una sola e ci ricorda chi siamo.

Il tutto sullo sfondo vivido dei famosi colli bolognesi. Ma non solo, anche delle strade segrete di un’Emilia Romagna divertente, sexy, generosa di forme e tollerante nell’animo. Fertile vivaio di grandi talenti e campioni. Che sapesse scrivere, Cremonini, l’avevamo capito già dalle sue canzoni. Ma qui il cantautore si conferma scrittore.

LE CAMPANE di San Pietroburgo

DI JESSICA MARCHIONNE (Words Edizioni, 2021)

Viktor è solo un bambino quando riceve in dono dal fratello Ivan un diario, a suo dire, capace di realizzare tutto quello che vi viene scritto: è così che esprime il desiderio di diventare Zar. Ma la sua vita, nel pieno della prima grande guerra, è destinata a essere stravolta: viene venduto dal padre a uno strano uomo di nome Gavril, segnato dalla perdita di moglie e figli. Di loro gli resta solo un orologio fermo, che all'improvviso riprende a ticchettare con l'arrivo di Viktor. Quando Palazzo d’Inverno viene attaccato, però, tutto sembra perduto ancora una volta. Anni dopo, Viktor incontrerà Anastasia Romanov, e insieme a lei, dopo essere diventato Zar, riconquisterà la città fino all’avvento di Stalin. Ma ecco che, quando le campane di San Pietroburgo risuoneranno, il diario rivelerà ancora una volta la sua magia. E cosa ne sarà di Gavril, legato a quell’orologio che segna il tempo in bilico tra la vita e la morte?

Nella Russia di Lenin e Stalin, della fierezza imperiale dei Romanov, tra la neve, le rose e il sangue "Le campane di San Pietroburgo" mescola realtà e finzione, storia e fantasia, in un intreccio ricco di avvenimenti e colpi di scena.

ULTIMA NOTTE a Manhattan

DI DON WINSLOW (Einaudi, 2021)

Manhattan, alla fine degli anni Cinquanta, è all’apice del suo fulgore, il posto ideale per chi ha grandi ambizioni o vuole soltanto cambiare vita. Joe Keneally è un giovane senatore che mira alla presidenza.

Walter Withers, invece, a New York ci è tornato. Ha lavorato a lungo per la Cia e adesso è un investigatore privato in una grande agenzia di sicurezza.

Le loro parabole si intersecano quando a Withers viene chiesto di fare da scorta durante un party a Madeleine Keneally, l’affascinante e ricca moglie del senatore, la «principessa d’America» che sembra destinata a diventare First Lady.

Un compito di routine, all’apparenza. Ma nello stesso albergo alloggia anche la giovane e bella amante del senatore. E il mattino dopo la ragazza viene trovata morta. Un suicidio, all’apparenza. L’unico a non crederci è Walter Whiters. Withers sa, per esperienza, che avvicinarsi troppo alla verità è pericoloso, in certi casi. Per salvarsi, e salvare chi ama, dovrà affrontare i suoi vecchi datori di lavoro e soprattutto l’Fbi di J. Edgar Hoover, che sono decisi a fermare l’ascesa di Keneally. E cosí si ritrova – lui, un maestro nell’incastrare gli altri – a essere, per la prima volta, in trappola.

R I C C Oe Ribelle

DI VI KEELAND E PENELOPE WARD (NEWTON COMPTON, 2021)

Istruzioni per organizzare un’indimenticabile estate negli Hamptons: cercare un appartamento in affitto in un posto fantastico sulla spiaggia; trovare un lavoro in una meta ben frequentata.

Fatto.

Istruzioni per rovinare una bellissima vacanza negli Hamptons: innamorarsi dell’unico tizio che indossa una giacca di pelle, con la barba lunga e gli occhi profondi. Quello che non c’entra niente con tutta la gente alla moda del posto.

Esattamente: l’uomo che alla fine della stagione non potrai avere.

Fatto.

Il motivo?

Il tizio in questione è il tuo capo, sexy e tatuato. Ed è insopportabile.

O almeno così mi sembrava. Tutto è cominciato quando una sera mi ha ordinato di salire sulla sua macchina per riaccompagnarmi a casa, perché non voleva che andassi a piedi, al buio. È cominciata così. E poi, un po’ alla volta, alcune delle sue difese hanno iniziato a crollare.

Non mi sarei mai aspettata che noi due, opposti all’apparenza, ci saremmo avvicinati tanto.

Non dovevo innamorarmi di lui, soprattutto perché ha chiarito da subito che non voleva impegnarsi. E così, con il passare del tempo, la mia estate è diventata molto più interessante. E complicata.

Tutte le cose belle hanno una fine, no?

La nostra non so proprio come immaginarla

Writing is traveling without the hassle of luggage

La Classifica

10 LIBRID ACHE PARLANO DI VIAGGI NON PERDERE ASSOLUTAMENTE Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne Alla fine dell’Ottocento Verne, dotato di fantasia irraggiungibile, scrisse parecchi super classici della narrativa da viaggio per ragazzi: Ventimila leghe sotto i mari (a bordo di un avveniristico sottomarino), Michele Strogoff (una transiberiana a cavallo) e naturalmente Il giro del mondo in 80 giorni (Londra, Parigi, Torino, Suez, Bombay, Hong Kong, Yokohama, San Francisco, New York e ancora Londra, ma in treno, nave, elefante o slitta – eh, nel 1872 mica c'erano i jet). Per non parlare dei viaggi di Verne sulla Luna, o al centro della Terra...

Il Milione di Marco Polo Una passeggiata medievale da Costantinopoli fino all'Estremo Oriente. Il Milione è lo straordinario precursore di tutti i libri di viaggi esistenti, e solo per questo dovrebbe stare nelle case di chiunque ami i libri. Città fantastiche, la setta degli "assassini", gli usi e le crudeltà di una civiltà raffinata, la scoperta della carta moneta, le avventure di viaggio, il timore di non essere creduto.Geografia, stupori, scampoli di miti e avventure.

Sulla Strada di Jack Kerouac Il viaggio attraverso gli Usa più famoso di sempre.

Senza una meta precisa ma con al volante la più ispirata voce della beat generation, Jack Kerouac, e il compagno di strada che tutti vorremmo avere, l’indimenticabile e folle Dean Moriarty. Sulla strada, per qualsiasi sincero viaggiatore è davvero una lettura obbligatoria, almeno una volta nella vita.

Wild di Jon Krakauer Un viaggio solitario nella natura selvaggia del Grande Nord. Ma, allo stesso tempo, un viaggio nella propria anima, per ritrovare l'appartenenza al mondo. La storia vera di questo viaggiatore realmente esistito, Chris McCandless, è stata ricostruita dapprima in questo bel libro di Jon Krakauer, e poi trasformata in film da Sean Penn con Into the Wild.

In un paese bruciato dal Sole di Bill Bryson Bryson è uno dei più divertenti scrittori di viaggi, anche se negli ultimi tempi si è dedicato anche ad altri argomenti (Breve storia di quasi tutto e altri). Qui percorre in lungo e in largo l'Australia, dall'entroterra desertico alla barriera corallina. Occhio curioso, penna sempre pronta all'ironia. Un libro spassoso quanto interessante.

Tokyo tutto l’anno di Laura Imai Messina Laura Imai Messina è traduttrice, scrittrice e docente universitaria e vive a Tokyo. Tutto l'anno, come appunto titola il suo libro uscito a settembre 2020 per Einaudi. Una città che l'autrice definisce in uno stato di infanzia perenne. Un luogo ricco di storia, filosofia, simboli, tradizioni, che la Imai Messina descrive sapientemente in un libro ricco e interessante. Per tutti gli amanti della cultura nipponica, ma anche per chi vuole avvicinarsi alla conoscenza di una metropoli unica al mondo.

Gli anelli di Saturno di W.G. Sebald La scrittura incantatrice del tedesco Sebald racconta pensieri e visioni di questo viaggio a piedi attraverso la contea di Suffolk, nell’Inghilterra orientale affacciata di fronte all’Olanda. Si dice che Sebald avrebbe vinto il Nobel, se un incidente automobilistico non ce lo avesse portato via anzitempo. A consolarci della perdita, restano i suoi libri, pochi ma meravigliosi come questo.

Un indovino mi disse di Tiziano Terzani Il titolo viene dalla predizione di un indovino cinese che così avverte il giornalista Terzani: "Non viaggiare in aereo nel 1993 altrimenti morrai". Ecco quindi giungere l'anno dell’oracolo: Terzani approfitta della scusa e dà il via a un meraviglioso viaggio attraverso la vera Asia. Questo libro di enorme successo ci mostra il Terzani cronista di viaggio, meno mistico rispetto ai testi successivi, ma attentissimo a osservare l’incredibile realtà che via via gli si fa incontro nel cammino.

Strade Blu di William Least Heat-Moon Sulle carte stradali americane le strade principali, battute dalle masse, sono indicate in rosso.

Poi ci sono quelle disegnate in blu, le vie secondarie, che passano da località anonime. William Least-Moon ha scelto queste per vagare in libertà fra praterie e villaggi di un’America sconosciuta. Poi, tornato a casa, ha scritto questo capolavoro assoluto della letteratura da viaggio.

Ebano di Ryszard Kapuscinski Un'esplorazione profonda dell’Africa a opera di Kapuscinski, straordinario reporter di viaggi.

Nei suoi viaggi africani si concede senza scampo alla vita dei luoghi che lo ospitano, sottraendosi alla morte, in più occasioni, per un capello. Ma la bellezza del continente è immensa e misteriosa: lui la coglie pienamente, e ce la regala attraverso le parole.

I travel not to go somewhere, but just to go

Libri & B lo g g e r

A TU PER TU CON

Sonia Donelli IL MONDO DI ESMERALDA TRA VIAGGI E LIBRI

In questo numero di Libri e Parole non potevamo non ospitare Sonia Donelli, blogger e responsabile del sito web “Esmeralda viaggi e libri”.

Architetto che si dedica all’insegnamento, appassionata di viaggi, cultura e tutto ciò che gira attorno al mondo editoriale, da qualche anno gestisce un blog che è diventato punto di riferimento per case editrici ed autori.

Professionalità e serietà sono le parole d’ordine.

"La lettura è un’attività solitaria, ma quando la si può condividere diventa tutta un’altra cosa."

Come nasce l'idea di creare un blog come "Esmeralda viaggi e libri", che unisce passione per i libri e per i viaggi?

Esmeralda viaggi e libri è nato perché avevo molto tempo a disposizione, dopo la laurea in Architettura faticavo a trovare

un’occupazione

stabile

e

remunerativa e avevo bisogno di dedicarmi a qualcosa che fosse solo mio.

L’idea mi è venuta a inizio 2016, navigavo sul web alla ricerca di idee per il successivo viaggio in moto e cercavo nuovi libri da mettere in wishlist, perché ai tempi i miei acquisti erano meno compulsivi, e ho pensato ‘perché non aprire un blog per parlare delle mie passioni?’ e così eccomi qui, dopo quasi cinque anni, a occuparmi quasi esclusivamente di libri.

Certo i tempi sono cambiati, prima avevo molto più tempo per mettermi a raccontare i miei viaggi. Mai avrei pensato di avere delle collaborazioni con le case editrici e poter leggere libri in anteprima. Ciò che era nato per gioco è diventato quasi un secondo lavoro, tanto è il tempo che gli devo dedicare.

Da quante persone è formata lo staff e quanto è complicato gestire le attività in maniera pressoché quotidiana?

La lettura è un’attività solitaria, ma quando la si può condividere diventa tutta un’altra cosa. Quando ho aperto il blog non avevo in mente di avere delle collaboratrici, un giorno mi sono resa conto che le uscite erano troppe e che se volevo che il blog stesse al passo non potevo restare sola.

A oggi siamo in 9, me compresa. Alessia, Daniela, Italia, Lorella, Margherita, Roberta, Simona e Veronica non sono il mio staff, siamo una famiglia e come in ogni famiglia ci sono alti e bassi, siamo umani e gli errori e le incomprensioni possono esserci. Ci sentiamo ogni giorno, ridiamo, scherziamo, parliamo di libri e non solo. Non riuscirei a immaginare la mia quotidianità senza di loro. Per quanto riguarda l’organizzazione devo dire che non è complicato, sono molto metodica, quasi maniacale, per me tutto va curato nei minimi particolari. Mi viene naturale e quindi non faccio fatica a gestire tutto, anche perché posso contare sempre sul loro supporto.

Quali sono i criteri per redigere una recensione ottimale?

Come mi piace questa domanda. Dalla mia esperienza ho tratto alcuni punti fissi: prima di tutto bisogna far capire al lettore di quale genere stiamo parlando, io nell’introduzione dico già se il libro mi è piaciuto e quali sono le emozioni che mi ha suscitato. Poi si inizia a narrare la trama, e attenzione parlo di trama quindi NO SPOILER. Assoluto risalto va dato alla caratterizzazione dei personaggi inserendo commenti personali (ogni blogger ha il suo stile e di solito si confà con il genere del romanzo) e anche citazioni se si vuole (non sempre sono necessarie). Si chiude con le considerazioni finali sulla globalità del libro, sullo stile dell’autrice e a chi lo consiglieresti o meno (perché ci sono casi in cui il libro viene bocciato in toto e altri in cui è talmente di nicchia che viene sconsigliato a tutti gli altri lettori).

Questione spinosa: le recensioni negative. Vi è capitato di incorrere nelle ire funeste di qualche autore? Come gestite di solito situazioni simili?

Sai che a noi non è mai capitato? Probabilmente abbiamo trovato solo autori intelligenti, sta di fatto che anche le recensioni a 2 stelle con critiche pesanti non sono mai state prese di mira e sono state fatte pubblicare senza problemi. Certo il nostro tono non è mai stato offensivo, sappiamo quanto lavoro sta dietro ogni romanzo e cerchiamo di essere il più delicate possibile anche quando bocciamo un libro.

Quali sono gli errori più comuni che autori e case editrici fanno quando propongono un proprio lavoro a un blog?

Il copia/incolla è davvero fastidioso, così come lo è mettere direttamente il pdf per la recensione nella mail. Noi di solito le ignoriamo e passiamo oltre. L’educazione sta alla base di ogni rapporto civile. Poi nei messaggi su Instagram si trova davvero di tutto, anche chi ti chiede di comprare il suo libro e recensirlo, sono molto simpatici questi ‘autori’.

Il vostro blog è famoso anche per la bellissima iniziativa denominata Books League.

Come nasce l'idea?

Le idee non ci sono mai mancate, cercavamo un modo per animare il nostro gruppo Facebook e al contempo far conoscere qualche autrice self agli inizi e allora abbiamo pensato a questa gara per mettere in luce tutti i partecipanti. Certo la realizzazione è stata parecchio complessa, specie la prima edizione in cui c’è stato molto lavoro da svolgere, ma ci siamo anche divertite, tanto da proporla nella versione lettrici, mettendo a confronto i loro libri più amati.

Parliamo di social: quanto è importante per un blogger essere attivo sui social e su quale trovate maggiormente riscontro in termini di followers e interazioni?

Essere attivo sui social è fondamentale per noi blogger, altrimenti è impossibile farsi conoscere. Vero è che non tutti i social portano visual al blog, questo l’ho capito osservando bookstagrammer da 13 mila follower che non riescono a crescere a livello di visualizzazioni. Facebook rimane il social che porta più gente a visitare il blog e, anche se le pagine sono state oscurate alla ricerca di sponsorizzazioni, lo stesso non si può dire dei gruppi. Il nostro funziona ancora molto bene, ci sono tante interazioni e ci divertiamo molto a parlare soprattutto di serie tv. Instagram è una vetrina, io amo fare foto e quindi lo uso anche se sono consapevole di non poter diventare una influencer, mi diverto molto a fare i sondaggi nelle stories, quelle hanno un buon riscontro perché alle persone piace poter esprimere il proprio parere.

Sonia lettrice e viaggiatrice: consiglia ai nostri lettori tre libri assolutamente da leggere e tre località assolutamente da visitare.

Oh mamma, questa è difficile. Sulle località, viaggiando solo in moto, resto sempre in Europa, mi perdoneranno le viaggiatrici che si muovono solo in aereo. La mia città del cuore è Barcellona, senza se e senza ma, ci sono stata per la prima volta nel 2007 e non vedo l’ora di tornarci (sul blog trovate un bel po’ di articoli a lei dedicati). Ho amato ogni tappa del viaggio che ci ha condotti a Capo Nord, la Norvegia è splendida, se potete andate a visitarla, ma la città che più mi ha colpito è stata Copenaghen, lasciate perdere la Sirenetta, affittate una bicicletta e giratela in lungo e in largo, non resterete delusi (consiglio anche un tour in barca). Termino consigliandovi la Normandia, sono stati otto giorni indimenticabili passati tra piccole città e una natura che non potevo immaginare (anche di questo viaggio trovate i post sul blog).

Sui libri sono davvero in difficoltà ma, visto che la mia autrice romance preferita è Susan Elizabeth Phillips devo consigliarvi uno dei suoi lavori, mi butto su uno stand alone e vi cito Odio quindi amo, la sua protagonista, ex ape regina del liceo, vi farà impazzire. Amo gli young adult e i new adult e voglio citarvi il libro che mi ha avvicinato al genere: Il confine di un attimo di J. A. Redmerski autrice che purtroppo in Italia non viene pubblicata da parecchio tempo. Il viaggio di questi due ragazzi mi ha toccato nel profondo e se non lo avete ancora letto è giunto il momento di recuperare.

Infine un consiglio di narrativa, anche se mi piange il cuore a non nominare nemmeno un fantasy, una delle autrici di narrativa storica che più apprezzo è Kristin Harmel, ma siccome non ho inserito nemmeno un libro italiano, e mi sembra davvero brutta questa cosa, cambio e vi dico L’invenzione di noi due di Matteo Bussola, una profonda analisi dei rapporti di coppia longevi, quelli in cui parti con tutto l’entusiasmo della giovinezza e che man mano vengono schiacciati dal peso delle frasi non dette, dei cambiamenti taciuti, dei malcontenti celati dietro una facciata di indifferenza.

He was a man who must have traveled everywhere, at least with his mind.

Dal libro a llo s ch e r m o

IN ARRIVO LA MINISERIE BBC IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI Sin dal suo debutto nel 1873, il romanzo d'avventura del francese Jules Verne, Il giro del mondo in 80 giorni, ebbe un successo incredibile. E nel corso dei decenni l’entusiasmo che ha accompagnato tutto ciò che gira attorno a questa storia non è mai scemato. Dopo una serie di film, l'ultimo dei quali uscito nel 2004 con Jackie Chan e Steve Coogan, arriva una nuova trasposizione televisiva.

La BBC presenterà una miniserie diretta dal regista irlandese Steve Baron, con un cast di qualità: David Tennant, conosciuto per Doctor Who e Good Omens, Ibrahim Koma, Leonie Benesch, Anthony Flanagan e Shivaani Ghai.

Il giro del mondo in 80 giorni racconta la curiosa avventura del ricco inglese Phileas Fogg, un uomo stravagante e dalle idee incredibilmente sopra le righe. Foggs sostiene, durante una conversazione con altri soci di un prestigioso club per gentiluomini, che grazie all’apertura di una nuova linea ferroviaria in India ormai sarebbe possibile attraversare l’intero mondo in 80 giorni. Dapprima viene deriso, poi le opinioni si fanno accese tanto che i gentiluomini decidono di scommettere: se Fogg riuscirà nell’impresa guadagnerà ben 20.000 sterline.

Rispetto al romanzo originale, in questa nuova versione troviamo anche la giornalista Abigail Fix che accompagnerà Fogg e il suo fidato maggiordomo Passepartout nella stravagante avventura. Un progetto entusiasmante e una squadra di attori fantastica, che promette di rendere al meglio un vero e proprio capolavoro della letteratura.

Le riprese della miniserie sono attualmente in corso e procedono leggermente a rilento a causa delle difficoltà legate alla pandemia. Non ci resta che attendere impazienti per iniziare un nuovo, bellissimo viaggio.

Reading is freedom and hope

La Parola Del Mese

SPERANZA /spe·ràn·za/

sostantivo femminile Attesa fiduciosa, più o meno giustificata, di un evento gradito o favorevole; sempre in senso soggettivo, aspirazione, spesso illusoria, a un vago avvenire di bene o di felicità, atteggiamento baldanzoso nei confronti della vita, stato d'animo d'incoraggiante o consolante fiducia, convinzione fiduciosa od ottimistico, complesso di ambizioni e di progetti proiettati nel futuro; in senso oggettivo, prospettiva o eventualità favorevole e positiva.

In statistica: speranza matematica, di un guadagno fortuito, il prodotto di tale guadagno per la probabilità di realizzarlo (per lo più con riferimento a giochi d'azzardo).

In marina: ancora di speranza, ancora di riserva.

Origine Lat. sperantia, der. di sperans -antis, p. pres. di sperare ‘sperare1’ •sec. XIII. Questo 2021 si apre all’insegna della speranza.

Che ci sia un mondo migliore di quello che ci hanno regalato gli ultimi dodici mesi, una prospettiva diversa da quella che ci ha accompagnato nel 2020.

Speranza che, una volta tanto, le cose vadano bene, siano giuste.

Speranza che le responsabilità si capiscano, si accettino.

Che il senso pratico abbia la meglio sul male del mondo, sull’ignoranza. Speranza che, per una volta, sia la volta dei giusti.

CREDITS LIBRI&PAROLE PROGETTO GRAFICO

Margherita Maria Messina CONTRIBUTOR

Anita Sessa Simonetta Caminiti SI RINGRAZIA

Mirella Banfi Sonia Donelli Laura Vegliamore Carlo Lanna

WWW.WORDSEDIZIONI.IT

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