Sommario Pagina 2 Oratorio Pagina 3-6 Legalità: - La strage del pane Pagina 7-8 Social Network: - Schiavi dei social Pagina 9-13 Associazione VDB: - Dona spesa Pagina 14-15 Protezione Civile Club Radio CB: - Allerta meteo Pagina 16 -18 Voltapagina: - Andrea Franco - Concorso letterario Mariano Pietrini 2017 Pagina 19-20 Tradizioni in città: - L’arte dell’intreccio: u panaru e u cannizu Pagina 21-26 Extra news: - Concorso scuola Pagina 27-29 Scuola calcio: - Talenti in campo. Torneo Nazionele di tutti i Santi Pagina 30-31 Calcioa5 serie D: - Città di Barcellona da sogno. Bene Sant’Antonino e Zaccagnini Pagina 32 Chi siamo
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Col finire della calda stagione, tutta mare e Grest, riaprono i battenti dell’ oratorio tra foglie ingiallite e freschi pomeriggi. Volenterosi i giovani animatori, sempre più impegnati i coordinatori, che non tralasciano comunque, di garantire la loro presenza dentro un Oratorio con un servizio civile nuovo di zecca con 3 ragazzi e 2 ragazze alle prese con una nuova entusiasmante esperienza. Le attività sono iniziate con le feste a tema, di settembre ed ottobre, un mix di grandi giochi, giochi da cortile, animazione, truccabimbi, merenda, scenette e preghiera, organizzati una volta al mese con differenti temi e variazioni nelle modalità. Sono stati avviati, il recupero scolastico pomeridiano, con volontari, suore e servizio civile, e tutte le attività di danza, teatro, calcio, calcio balilla, art attack, chitarra ed ancora le attività per le mamme, quali taglio e cucito, coffee house e danza . C’è un assortimento di proposte per tutti i gusti e i temperamenti, per non lasciare nessuno ozioso. E a coronare tutto, la Castagnata di metà ottobre a Migliardo, con grigliata di rito e raccolta di castagne e il ritiro spirituale, che a metà novembre vedrà coordinatori, animatori, staff ed ex allievi a Tindari e poi a Patti Marina presso l’oratorio f.m.a. In cantiere anche altre attività, quali cineforum giovani e bambini, che nei prossimi mesi prenderanno l’avvio. Questi gli ingredienti dell’Oratorio f.m.a. 2017/18 con una new entry tra le suore, esperta nel cucito, suor Salvina e con la consapevolezza di voler continuare a seminare bene, con i piedi per terra e il cuore rivolto al Cielo. Perle di Don Bosco: “Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo, il mondo è un cattivo pagatore e paga sempre con l’ ingratitudine.” Annalisa Longo Vivi Don Bosco Magazine
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Strage del Pane, la prima di uno Stato distratto e confuso Il dovere della Memoria: il 19 ottobre 1944 e tutti i 19 ottobre passati inosservati, tolti dai libri di Storia. Eppure quella fu una strage commessa proprio dallo Stato. Per fortuna raccontata dai nostri vecchi. Esattamente 69 anni fa, a Palermo in via Maqueda davanti palazzo Comitini, allora sede della prefettura, veniva consumata nei confronti di cittadini, povera gente che aveva subito l’invasione dei tedeschi, povera gente inerme, per opera di un plotone dell’esercito italiano, un vero e proprio plotone d’esecuzione…è proprio il caso di dirlo, una sanguinosa strage con 24 morti e 158 feriti, che va sotto il nome di “ rivolta del pane”. Fu la prima strage nell’Italia liberata dal fascismo. Una strage dimenticata quali lo furono tante altre, come la rivolta palermitana del 1866 altrimenti detta del “sette e mezzo” con migliaia di morti e la sanguinosa repressione dei “fasci siciliani” del 1893-94. Rivolte, dimenticate o passate sotto silenzio e relegate di fatto, “ad usum delphini”, nel dimenticatoio della storia. Ma per tornare alla rivolta del pane dell’ottobre del 1944, che sfociò in una orrenda strage, essa va contestualizzata nel drammatico periodo storico del dopoguerra in cui, in quel fatidico 1944, le rivolte contro il governo italiano in tutta la Sicilia furono all’ordine del giorno a causa della fame, della povertà e dei patimenti in cui il popolo siciliano era stato costretto dal disastro della guerra. La Sicilia, violentata da sempre anche dalla guerra e poi abbandonata al suo destino. Una crisi di Vivi Don Bosco Magazine
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rigetto si manifestò ancor di più nei confronti del governo italiano allorchè da parte dello stesso governo Bonomi fu emanato un decreto di richiamo alle armi, che invitava i siciliani, per le classi comprese tra il 1914-24, a tornare a combattere a fianco degli americani dopo avere combattuto a fianco dei tedeschi. I siciliani stanchi, stremati e affamati dalla guerra insorsero al grido “non si parte” perché non volevano più essere come lo erano stati sino allora strumentale “carne da macello”. Si accesero, con questa parola d’ordine, nelle varie province della Sicilia numerosi focolai di rivolta. Addirittura, al soffiare di questo vento impetuoso, furono proclamate la repubblica indipendente di Comiso che per otto giorni resse per poi arrendersi agli assalti di un battaglione dell’esercito italiano dotato di artiglieria e di mezzi pesanti, la repubblica contadina di Piana degli Albanesi che guidata dal capopopolo Giacomo Petrotta resse anch’essa per molto tempo, circa cinquanta giorni, agli assalti dell’esercito ed infine la repubblica di Palazzo Adriano. A queste rivolte di renitenza alla leva ed antimilitariste si aggiunsero le rivolte degli affamati contro gli accaparratori di grano e gli speculatori che fecero andare alle stelle il prezzo del pane. E fu cosı̀ che per tutto il 1944 e buona parte del 1945 le sommosse antimilitariste e per il pane e la sopravvivenza in Sicilia furono talmente numerose e partecipate che coinvolsero cinque province con scontri armati, assalti agli uffici pubblici, barricate, morti feriti tra i popolani, ma anche nell’esercito e tra carabinieri. Ed è in questo contesto ed in questo clima che il 19 ottobre del 1944 si consumò la strage della “rivolta del pane”. Quel giorno diverse migliaia di palermitani esacerbati dalla fame ed esasperati e impoveriti dai disastri e dai bombardamenti della guerra, Vivi Don Bosco Magazine
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si portarono in corteo davanti palazzo Comitini, allora sede della prefettura (oggi della provincia) al grido di: “pane, pace e amore.” Anzichè , del pane, della pace e del lavoro ottennero il piombo dei fucili modello 91 e due bombe a mano scagliate tra la folla inerme da parte dei militi del 139° fanteria dell’esercito italiano, al comando del sottotenente Calogero Lo Sardo. Era mezzogiorno quando avvenne l’eccidio. Ed in quel mezzogiorno di fuoco, falciati dalle scariche della fucileria e dal proditorio ed ingiustificato lancio delle bombe a mano, rimasero sul selciato 24 vittime innocenti per lo più giovanissime e 158 feriti. I soldati da parte loro, non registrarono alcuna perdita, se non qualche lieve ferito. La strage era stata consumata, come tutte le stragi del nostro paese, a vantaggio di chi, esasperando il conflitto sociale, aveva interesse a pescare nel torbido. Le vittime di quel vile atto d’infamia furono uccise una seconda volta quando al processofarsa, il cui dibattimento durò appena due giorni, celebrato presso il tribunale militare di Taranto, i colpevoli responsabili di quell’immane e proditorio eccidio, il 22 febbraio del 1947 furono riconosciuti responsabili solamente di “eccesso colposo di legittima difesa” e di non doversi procedere nei loro confronti, essendo il reato estinto per amnistia. Una sentenza scandalosa che non rese in alcun modo giustizia alle vittime e alla verità e che, ancora oggi, grida vendetta. Questo, per un atto dovuto alla loro memoria, l’elenco delle vittime, quasi tutte giovanissime di quell’efferato eccidio da cui non ebbero mai giustizia: Giuseppe Balistreri (16 anni), Vincenzo Cacciatore (38), Domenico Cordone(16), Rosario Corsaro(30), Michele Damiano(12), Vivi Don Bosco Magazine
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Natale D’Atria(28), Andrea Di Gregorio (16), Giuseppe Ferrante (12), Vincenzo Galatà (19), Carmelo Gandolfo ( 25), Francesco Gannotta ( 22), Salvatore Grifati ( 9 ), Eugenio Lanzarone ( 20), Gioacchino La Spia ( 17), Rosario Lo Verde (17), Giuseppe Maligno (22), Erasmo Midolo (19), Andrea Oliveri (16), Salvatore Orlando (17), Cristina Parrinello (61), Anna Pecoraro ( 37), Vincenzo Puccio (22 ), Giacomo Venturelli (60) e Aldo Volpes ( 23) Ancora OggI il 19 Ottobre cade il silenzio della vergogna di quelle Istituzioni che non sapendo più a chi vendersi, Schiacciano i deboli. La SICILIA terra dei PIRATI arrivisti in ogni epoca. Noi accusati di essere mafiosi, noi da sempre vessati, prima dai Baroni Borbonici poi in modo gattopardesca dai Baroni Sabaudi, dai baroni fascisti e dai baroni politici. La Sicilia, la nostra isola bella e disgraziata. E il tempo della memoria, di riavere la dignità storica, perché come siciliani meritiamo di più . Marilena Mercurio
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Schiavi dei Social
Nel contesto odierno, è sempre più difficile parlare di Collettività , di Chiesa, di Ausilio... molto più facile sarebbe, invece, parlare di individualismo, scetticismo, alienazione, specialmente per gli adulti, totalmente immersi nel proprio lavoro, risucchiati da un senso di "egoismo" che inevitabilmente trascina dietro sé la categoria di giovani e adolescenti sempre più "distratti" da accattivanti tentazioni che trattengono la concentrazione esclusivamente su se stesse piuttosto che incidere sugli aspetti umanitari e solidali della vita dei singoli. Tutto ciò , non è esclusivamente frutto di una "cattiva educazione casalinga", (seppur abbia la più ampia fetta di responsabilità ), ma è da attribuire al "malato contesto sociale" che giorno dopo giorno è sempre più lontano dagli affetti e dai sentimenti che dovrebbero muovere il mondo e, al contrario, si avvicina sempre più a tutti quegli atteggiamenti che ingrigiscono gli animi, che fanno sı̀ di sembrare lieti e sereni, ma che sicuramente lasciano l'amaro in bocca: il potere, il denaro, l'avidità , la superbia, sono diventate, ormai, tutte delle caratteristiche protagoniste delle nostre esistenze. Ad incidere negativamente su tutto questo, è di certo l'incombente ascesa della Vivi Don Bosco Magazine
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tecnologia che sta totalmente disintegrando i rapporti umani; eppure inizialmente sembrava volesse rappresentare un mezzo non solo innovativo, ma anche di ausilio: nelle sue varie forme era come potesse "accorciare le distanze", "avvicinare l'irraggiungibile", o ancora essere d'aiuto alla conoscenza e ai vari metodi del suo apprendimento... Ebbene sı̀! E sicuramente un mezzo fantastico e un qualcosa di assolutamente magnifico, ma come tutte le cose di cui si fa abuso diventa, non solo negativa, ma per molti aspetti anche estremamente pericolosa! Oggigiorno ci si nasconde sempre più dietro ad uno schermo luminoso, le chiacchiere e le risate sono sostituite da blande conversazioni scritte su un telefono, ed i sentimenti simboleggiati da "faccine informi" o strane sigle che di per sé non hanno alcun significato, se non quello che ognuno arbitrariamente attribuisce. La comunicazione, cosı̀ come i sentimenti, si può ben capire, vengono sminuiti, non hanno più la stessa valenza, e verrà sempre più difficile cosı̀, ritornare a guardarsi negli occhi, a colloquiare con la famiglia durante il pranzo, ad abbracciare un amico o semplicemente esprimere il proprio amore se si continua ad avere un cellulare come "miglior confidente". E come se fossimo diventati degli "schiavi", sı̀, "SCHIAVI DEI SOCIAL", si potrebbe ormai dire, ma non è assolutamente questo il motivo per cui siamo chiamati a vivere questa Vita! Parliamo sempre di "FELICITA", sembra essere la nostra più grande aspirazione, ma dove sta la Vera Felicità ? Dove cercarla? C'è chi la cerca in beni lussuosi, in telefonini di ultima generazione, in abiti che portano un nome che non è il nostro, in poche parole in una felicità "consumata", e non vissuta in profondità come ricerca dell'essenziale. Dobbiamo imparare a distinguere la felicità apparente, poco duratura, dalla felicità che lascia il segno e ci rende nuovi: non c'è Felicità più grande della Gioia del Cuore, quando seguiamo la strada che ci permette di Amare di più , quando scegliamo di giocare Tutto per un Sogno, per un Progetto che Dio ha messo nel nostro cuore. Ricordiamoci che nessuno di Noi è al Mondo per vivere comodamente, per assopirci su un divano che ci impoltrisca, al contrario, siamo qui per una altra cosa: lasciare un'Impronta!
Dorella Marzullo
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Dona Spesa L’Associazione vivi don Bosco giorno 7 ottobre 2017 è stata, interessata per la raccolta dentro l’Ipercoop di Milazzo (ME) per la raccolta dei beni di prima necessità per le famiglie e singoli di prima necessità. L’Associazione, non è nuova a questo impegno, attraverso le Figlie di Maria Ausiliatrice di Barcellona Pozzo di Gotto distribuisce sistematicamente a 80 famiglie con una media di oltre 350 persone, attraverso il Banco alimentare, viveri. Attraverso una rete di volontari abbigliamento nuovo ed usato e arredi essenziali, di cui almeno 60/68 sono minori. Con Mano tocchiamo la povertà in aumento, dato sconfortante, per tutte quelle persone che hanno perso il reddito, il lavoro o si trovano ad avere un reddito minimo che non gli consente ad avere una vita con dignità. Il solo fatto di chiedere bene di prima necessità implica alla persona che chiede, un senso di mortificazione naturale che non può essere sottovalutata. Chiedere il cibo, gli indumenti, le coperte, è una richiesta pressante e crescente, evidentemente vi è un contesto che sfugge alla nostra attenzione. Se chiediamo agli uffici comunali per il servizio sociale, sono più che coscienti che le Istituzioni non riescono a rispondere minimamente ai bisogni sociali e che il percorso oggi è all’inverso, chiedere al terzo settore. Come se oggi il terzo settore, fungesse da supplente alle istituzioni incapaci di organizzare una macchina per le risposte sociali che non può essere solo assistenzialismo. Quando si dice manca il lavoro, più che un reddito minimo è un
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fatto reale, manca una politica che rende partecipe in modo solidale i cittadini oltre ad essere responsabile. A questo si aggiunge la problematica dell’immigrazione. Per problematica, come associazione vorremmo che si chiarisse il concetto. Aiutiamo circa 100 componenti familiari d’immigrati di prima e seconda generazione, famiglie che investono risorse economiche per vivere nel nostro paese. Cercheremo di spiegare meglio il concetto. Per restare come nucleo familiare in Italia una famiglia d’immigrati, che comunque hanno figli Italiani, perché nati in Italia, deve avere un reddito minino di € 15.000,00, contratto di casa, regolare contratto di lavoro, parere igienico sanitario dell’immobile e l’abitabilità dell’immobile, tra gli immigrati che lavorano in via precaria nel nostro territorio regionale, nelle serre, nell’edilizia, come ambulante nei mercati, in piccoli esercizi. Molti tra loro hanno, per dimostrare un reddito prima citato, una partita iva fittizia, innescando per legge un agire non corretto e non in regola. Questo dato, fa si che la gente ci restituisce una fotografia per chi vive nel nostro territorio di difficoltà oggettiva di sussistenza, così come chi ha un reddito minimo di pensione in media € 650,’00/ 700,00 di pensione non arriva veramente a fine mese. Aver raccolto la spesa o semplicemente la solidarietà sociale, vuole accendere una luce nel sociale e nelle istituzioni sulla problematiche del presente. Più che alchimie del DEF nazionale, ci preme raccontare la deficienza del sistema del Welfar, che oggi fa acqua da tutte le parti. Vivi Don Bosco Magazine
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La coop ci ha dato quest’opportunità, abbiamo sentito tanti no, altri che non ci credono, altri che si sentono rubati, la diffidenza, altri che hanno vissuto con noi la solidarietà. Noi ci siamo messi in gioco ed abbiamo voluto coinvolgere tanti, giovani, professionisti, i ragazzi del Sprar di Barcellona P.G., perché la solidarietà non ha bandiera, è un atto civico necessario a tutti. Costituzione della Repubblica italiana, articolo 2 “La Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Considerato “la chiave di volta dell’intero sistema costituzionale” (Crisafulli), l’art.2 – insieme all’art. 1 (principio democratico) e all’art. 3 (principio di eguaglianza) – definisce le linee dell’ordinamento repubblicano, ponendo tre fondamentali principi: centralità della persona, pluralismo, solidarietà. Il riconoscimento dei diritti “inviolabili” dell’uomo è il rovesciamento della prospettiva dei regimi autoritari nei quali al centro del sistema è lo Stato, valore primario di fronte al quale i diritti non hanno tutela. L’art.2 segna anche il passaggio dalle Costituzioni liberali alle Costituzioni del secondo dopoguerra, aperte al sociale. I diritti dell’uomo da inserire in Costituzione – chiarisce La Pira, nostro conterraneo, in Assemblea Costituente – sono certamente “quelli indicati nella Dichiarazione del 1789”, ma non solo: vi sono anche i “diritti sociali e delle comunità attraverso le quali la persona si integra e si espande”. È una visione nuova, che arricchisce la precedente e pone le basi di una società nella quale la “persona” è considerata nella realtà concreta in cui vive, una realtà che mostra differenze profonde di condizioni di vita e solo teoricamente tutti sono eguali. Su queste premesse si arriverà alla norma successiva, l’art. 3 che al comma 2 impone alla Repubblica di colmare le differenze. Accanto ai diritti si parla di “solidarietà politica, economica, sociale”, un principio nuovo che riempie di senso la proclamazione dei diritti. Fin dall’inizio i Costituenti hanno sottolineato il legame fra diritti e solidarietà. Già nella Prima Sottocommissione il testo dei relatori La Pira e Basso indica il duplice fine del riconoscimento dei diritti “inalienabili e sacri”: «assicurare l’autonomia e la dignità della persona» e «promuovere ad un tempo la necessaria solidarietà sociale». La Corte costituzionale ha chiarito bene quel legame (sent. 75/1992) ribadendo che la solidarietà è un principio posto dalla Costituzione «tra i valori fondanti dell’ordinamento giuridico, tanto da essere solennemente riconosciuto e garantito, insieme ai diritti inviolabili dell’uomo, dall’art. 2 della Carta costituzionale come base della convivenza sociale normativamente prefigurata dal Costituente» e fissando in modo sicuro il valore vincolante del principio dell’art. 2. La convivenza sociale deve essere costruita sulla base del principio di “solidarietà”, perché la Costituzione «pone come fine ultimo Vivi Don Bosco Magazine
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dell’organizzazione sociale lo sviluppo di ogni singola persona umana» (sentenza n.167/1999). La “persona” è stata sin dall’inizio il riferimento essenziale per le forze che lavoravano insieme per costruire un sistema nuovo. Dopo l’esperienza del fascismo era unanime l’accordo sull’anteriorità della persona rispetto allo Stato e sulla necessità di rendere i diritti davvero “inviolabili”, sottratti all’arbitrio del legislatore e immodificabili persino mediante il procedimento di revisione costituzionale (art.138). Gruppi diversi per formazione politica e cultura trovarono un punto d’incontro nel valore della persona, patrimonio della tradizione cristiana e della cultura laica, al di là della divergenza sui presupposti – il riferimento alla divinità, alla “radice spirituale e religiosa dell’uomo” (La Pira); o il riferimento alla ragione, alla tradizione di pensiero espressa nella “Dichiarazione” della Francia rivoluzionaria (1789). L’affermazione di Togliatti che il fine di un regime democratico è “garantire un più ampio e più libero sviluppo della persona umana” trovò ampio consenso. La prospettiva del liberalismo è arricchita: non basta garantire le sole libertà tradizionali; si tratta di assicurare a tutti condizioni minime di vita e di sviluppo per “ricostituire quel minimo di omogeneità della società sottostante allo Stato, cui è legata la vita di ogni regime democratico” (Mortati). Il tessuto sociale in cui a persona si colloca è in primo piano; il richiamo dell’art. 2 alle “formazioni sociali”, espressione del pluralismo che la Costituzione disegna, non solo registra la situazione dell’esistenza reale dove nessuno vive isolato ma è necessariamente inserito nella famiglia, in enti e associazioni di vario tipo, ma garantisce anche i diritti alla persona all’interno stesso delle formazioni sociali che non possono limitarli o sacrificarli. La centralità della persona conduce al ripristino dello Stato di diritto e del suo principio base – la garanzia dei diritti e delle libertà – insieme a tutti i principi indispensabili a realizzarlo: separazione dei “poteri” contro la concentrazione autoritaria, legalità, subordinazione dell’amministrazione alla “legge”, possibilità per i cittadini di ricorrere in giudizio contro gli atti dei pubblici poteri. Dopo l’esperienza fascista che aveva travolto diritti e principi dello Statuto albertino (1848), era chiaro a tutti che la tutela della persona e delle sue libertà richiedeva garanzie solide, non soltanto “proclamazioni”. Innanzitutto una Costituzione “rigida”, modificabile con un procedimento aggravato (art. 138 Cost.) che include le minoranze, per impedire alla maggioranza di disporre da sola della Costituzione. Una garanzia che per essere effettiva richiede un organo in grado di controllare le leggi e dichiararle illegittime se contrarie ai principi: la Corte costituzionale. L’art. 2 della Costituzione oltre a garantire i diritti impone anche doveri: la “persona” è collocata in un tessuto sociale, in relazione ad altre “persone”. Ai diritti corrispondono “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, il primo è nell’art. 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Le entrate pubbliche costituiscono il mezzo indispensabile per l’esplicazione delle attività dello Stato, senza risorse le istituzioni non fanno fronte ai bisogni. L’evasore Vivi Don Bosco Magazine
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fiscale sottrae risorse alla collettività, sfrutta i servizi e le prestazioni pubbliche senza contribuire alle spese: non danneggia lo Stato, un ente estraneo e lontano, danneggia tutti noi. Ma anche qui la realtà è lontana! Va infine sottolineato che i diritti inviolabili sono costituzionalmente tutelati non solo nei confronti delle istituzioni pubbliche, ma anche nei confronti del potere privato, nei confronti di altri “privati” che, di fatto, si trovino in una posizione dominante che consenta loro di comprimere o condizionare i diritti di persone “deboli” in posizione di soggezione. È importante ricordarlo. Speriamo in un prossimo domani dove la gente viva del proprio lavoro, con la dignità che spetta. La scena politica odierna scarna e orfana dei valori dei nostri patri costituenti, rincarna il proprio compito si rappresentare il paese e i loro cittadini. La difesa del cittadino e la promozione passa attraverso una campagna di sensibilizzazione di partecipazione e noi a questo puntiamo. Grazie alla Coop che ci ha permesso di partecipare ad un’azione di partecipazione sociale e solidale a favore di chi vive lo stato di svantaggio e di spiegare alla gente che l’aiuto all’altro è un dovere di carattere etico e civile.
Il presidente
Geom. MIANO Ottavio
Per le F.M.A
Mercurio sr. Marilena
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ALLERTA METEO Dopo un estate caldissima e povera di piogge, con il mese di Novembre in Sicilia e in ogni parte della penisola, inizia la preoccupazione per le cosiddette “bombe d’acqua”, ovvero quelle precipitazioni temporalesche di breve durata, ma di forte intensità che in poco tempo trasformano strade e marciapiedi in trappole pericolose, arrecando danno a cose e persone. Temporali e nubifragi stanno flagellando l’Italia da nord a sud e anche le temperature iniziano ad abbassarsi per un piccolo assaggio d’inverno. A seguito delle forti piogge degli ultimi giorni, la regione più colpita è stata la Calabria, svegliata sott’acqua con 50 litri di acqua al metro quadro precipitate in poche ore: quantità di pioggia che in condizioni normali cade in un intera stagione estiva. Inizia il periodo delle allerte meteo che ricordiamo vengono classificate secondo la scala di quattro colori (verde, giallo, arancione e rossa) indicando il relativo grado di pericolosità per cose e persone. Mentre il verde indica il grado di rischio “normale”, il giallo indica la pericolosità di fenomeni ordinari che potrebbero potrarsi per molto tempo e comunque da attenzionare. Le cose si complicano con l’allerta arancione, con la possibilità sul territorio di frane, colate di fango, frane e caduta massi e innalzamento dei fiumi ad un livello sopra l ‘ordinario. Nell’allerta arancione è anche previsto il pericolo per l’incolumità pubblica, la possibile perdita di vite umane e possibili danni agli edifici. Il codice rosso invece prevede frane estese, grandi colate di detriti e fango, piene fluviali e alluvioni. Agli enti locali, a seguito i bollettini di vigilanza meteo emessi dai Centri Funzionali del Dipartimento della Protezione Civile, è demandato l’obbligo di comunicare con un ragionevole preavviso temporale il grado di allerta ai cittadini. Non esiste un protocollo unico sulle azioni operative che ogni Sindaco deve mettere in campo a seguito dell’avviso di allerta meteo ma bensì delle linee guida a cui ogni primo
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cittadino mediante il proprio C.O.C. (Centro Operativo Comunale) fa riferimento per la valutazione dell’impatto locale del fenomeno e dunque sulle risposte operative da dover attivare sul proprio territorio. Ad ogni emergenza quindi un colore - grado di allerta - che ognuno di noi deve conoscere per agire di conseguenza e attuare le norme comportamentali corrette che ci preme ricordare. In allerta arancione o rossa evitare di usare l’automobile se non strettamente necessario e uscire di casa solo in caso di necessità, evitando comunque strade pericolanti e sottopassi. Evitare di sostare in cantinati e cercare riparo nei piani alti. Cosa molto importante è quella di non dare la priorità alla salvaguardia delle cose materiali mettendo a rischio la propria incolumità. I beni possono distruggersi, ma non avranno mai il valore della nostra vita stessa.
Alessandro Molino Per ulteriori informazioni ed approfondimenti è possibile consultare i seguenti siti :
http://iononrischio.protezionecivile.it/alluvione http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/rischio_idrogeologico.wp
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Andrea Franco, il padre di Don Attilio Verzi. Andrea Franco, noto scrittore romano di gialli e romanzi storici, nel mese di Giugno 2017 ha dato alla luce “Il Peccato e l’inganno” edito da Mondadori nella collana Oscar Gialli. Il peccato e l’inganno è un volume che racchiude “L’odore del peccato” e “L’odore dell’inganno”, due romanzi editi per la collana Il Giallo Mondadori che hanno come protagonista la figura di don Attilio Verzi, monsignore che si occupa di casi molto delicati nella cornice dell’Italia di circa metà Ottocento e per il quale vale sicuramente la fama di segugio. Don Attilio Verzi ha infatti una spiccata sensibilità olfattiva, capace di percepire in maniera ineccepibile tutti gli odori. A causa di questa sua capacità è stato anche additato di essere vicino al demonio. Ma proprio questo dono di percepire e ricordare gli odori, lo rende un investigatore prestigioso e ricercato persino dal Papa in persona, perché anche nei casi più complicati, dove gli indizi sono scarsi, riesce a far proseguire le indagini in maniera brillante. Andrea Franco con rapide e sapienti pennellate realizza una cornice d’eccezione alle vicende di monsignor Verzi, ovvero la Roma dell’800, affasciante e pericolosa, intrisa di dualismi e contraddizioni, dove non esistono smartphone, RIS o intercettazioni telefoniche. Per scovare un assassino è necessario avere un fiuto eccezionale. Vivi Don Bosco Magazine
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Andrea Franco ha pubblicato numerosi romanzi (Mondadori, Delos Books) e racconti (Mondadori, Hobby & Work, Delos Digital, Nero Press). Oltre ai romanzi citati ha pubblicato anche per Segretissimo Mondadori con lo pseudonimo Rey Molina. La serie "El Asesino" è composta da due romanzi e diversi racconti. Svolge lavoro di editing e valutazione da diversi anni, e per le case editrici per le quali scrive e privatamente. Un romanzo che consiglio vivamente di leggere, non solo per gli appassionati del genere. Antonino Genovese (vesegeno@gmail.com)
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Concorso letterario Mariano Pietrini 2017 Giorno 08.09.2017 presso la sala Scelba del Palazzo Comunale di Caltagirone si è tenuta la premiazione del concorso letterario Mariano Pietrini 2017. A superare l'agguerrita concorrenza di oltre 400 testi pervenuti è stato il narratore barcellonese Antonino Genovese, con il racconto "Discesa", che indaga su un tema attuale e controverso, l'eutanasia e la sofferenza dei pazienti con patologie neuromuscolari. Antonino Genovese ha vinto la sezione racconti ed è stato nominato vincitore assoluto del premio letterario. A consegnare il premio è stato il prof. Carmelo Eduardo Maimone, amico del compianto Mariano Pietrini, sulla cui opera ha brevemente relazionato all'inizio delle operazioni di premiazione. Nella Sezione Poesia in Dialetto Siciliano ha vinto il barcellonese Vittorio Basile con la poesia Jalari, che durante la serata è stata recitata dallo stesso autore, colto improvvisamente dalla commozione. Per la sezione Silloge Poetica ha trionfato Maurizio Rubicone di Roma con "Silloge Astrale". Per la sezione Poesia si è invece classificata prima la poetessa Rita Imperatori di Ponte San Giovanni (PG) Antonino Genovese (vesegeno@gmail.com)
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L’arte dell’intreccio: u panaru e u cannizzu In Sicilia, una delle più antiche arti manuali praticate dall’uomo è l’arte dell’intreccio. In passato, questa non si poneva come una vera e propria attività artigianale, piuttosto come un’abilità comune a molti contadini, che apprendevano nell’adolescenza e che era tramandata poi, da padre in figlio. Un lavoro lungo e faticoso che richiedeva una lunga preparazione: la raccolta e l’essiccazione delle canne, la levigatura, il taglio e la conservazione. Tra i manufatti tipici ricordiamo u panaru e u cannizzu. U panaru è un cesto paniere, realizzato con canne di fiume e rami di ulivo, utilizzato per contenere frutta e verdura, oggi anche per adornare balconi e terrazze con vasi di piante fiorite. Tanta gente lo utilizzava, ma è così anche adesso, legandolo a una corda, per salire il pane o altro dal balcone di casa, evitando così di fare le scale. La lavorazione, ancora oggi completamente manuale, richiede maestria, forza e pazienza. U cannizzu invece, è una specie di vassoio fatto di strisce di canna e intrecciata fino a raggiungere una grandezza di circa un metro per due e veniva usato per l'essicazione dei fichi o del pomodoro. Come non ricordarli e amarli allo stesso tempo… distese di fichi o pomodori stesi a se ccare al sole su dei cannizzi realizzati pazientemente a mano. La fase di essiccazione era curata Vivi Don Bosco Magazine
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amorevolmente dalle donne, le quali giornalmente li giravano, ora da una parte ora dall’altra, rientrando i cannizzi, tenuti fuori all’aperto, ad ogni calare della sera. Un ricordo che ha un odore ben preciso, forte ed intenso, tanto familiare quanto nostalgico. Un’arte questa, che ancora dalle nostre parti è presente e a tal proposito vorrei ricordare che a ottobre, coordinatori, staff e suore della FMA, approfittando della ge ntile disponibilità di nonno Peppino, di ben 82 anni, di Terme Vigliatore, si sono recati presso la sua abitazione per imparare l'antico mestiere del cannizzo, per poterlo poi rifare nel presepe vivente. Nonno Peppino ha preparato tutto il materiale per far tre bei cannizzi, seguendoci e spiegando passo passo le varie azioni da compiere. Le canne raccolte e poi essiccate x 4/5 gg, vengono tagliate di due precise lunghezze e in numero di 24 vengono pulite dalle foglie esterne, incise lungo la lunghezza e poi battute con pietra o martello. A tal punto vengono aperte e poi disposte su tavolo verticalmente e orizzontalmente, fino a realizzare l'intreccio e la chiusura, tutto a mano. Il tutto, il caro nonno Peppino l’ha riproposto via via facendolo sperimentare a loro la lavorazione per tre volte e per tre ore di lavoro silenzioso sotto gli occhi curiosi della nonnina Domenica, moglie attenta, cordiale e siciliana doc. Un’ arte per nulla avara di soddisfazioni. , anzi è straordinario vedere come da semplici rami intrecciati si possa dar vita a tali capolavori. Loredana Irato Con la collaborazione di Annalisa Longo
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AI DIRIGENTI SCOLASTICI I.C. D’Alcontres I.C. Capuana I.C. Foscolo di Barcellona Pozzo di Gotto EDUCARE ALLE DIFFERENZE Percorso educativo per l’abbattimento degli stereotipi di genere e la valorizzazione della donna
ENTE PROPONENTE Ex allieve e Gruppo Famiglie FMA (Figlie di Maria Ausiliatrice) di Barcellona P.G., coadiuvate da due psicologhe del territorio.
PREMESSA Gli stereotipi condizionano il nostro modo di agire e la società stessa. L’uso degli stereotipi di genere conduce ad una percezione rigida e distorta della realtà, che si basa su ciò che noi intendiamo per “femminile” e “maschile” e su ciò che ci aspettiamo dalle donne e dagli uomini. La costruzione dei ruoli maschili e femminili è un processo che inizia sin dall’infanzia, intrappolando uomini e donne in definizioni rigide che possono vincolare e limitare l’agire delle persone nel corso delle loro esistenze. In Italia le politiche per l’uguaglianza di genere in campo educativo sono marginali. L’educazione ha un ruolo fondamentale, sono le agenzie formative (ad esempio la famiglia e la scuola) che, per prime, dovrebbero educare i preadolescenti ad evitare che la disuguaglianza di genere si trasformi, negli anni, in disuguaglianza sociale, nel lavoro e nella vita. Educare alla presa di coscienza e alla lotta contro stereotipi significa stimolare negli studenti e nelle studentesse il pensiero critico, le capacità di ascolto e confronto. Gli ambienti scolastici si pongono come luoghi specificamente
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deputati all’assunzione di modelli comportamentali culturalmente e socialmente connotati. Al contempo la scuola è lo scenario in cui vengono focalizzate e maturano le scelte professionali e di autorealizzazione lavorativa. Si è posta, pertanto, con forza, negli ultimi anni, l’esigenza di diffondere, all’interno delle scuole, politiche di genere e pari opportunità. Con la presente proposta, si intende contrastare il radicamento degli stereotipi legati al sesso come vincoli alla piena libertà di scelta e alla valorizzazione delle peculiarità di genere, promuovendo nelle nuove generazioni un orientamento personale e professionale basato sull’empowerment.
OBIETTIVI Il progetto intende rivolgere l’attenzione alla valorizzazione delle differenze di genere e delle pari opportunità, in considerazione della funzione prioritaria dei processi educativi, di istruzione e di formazione nella creazione della cultura di genere. Si pone altresì l’obiettivo generale di potenziare nei destinatari diretti e indiretti la consapevolezza delle specificità connesse al genere e alle differenti potenzialità in termini di orientamento delle scelte comportamentali e professionali. In particolare, obiettivi specifici sono: - informare sulle attuali politiche locali ed europee sull’uguaglianza di genere - formare, alunni e figure educative (insegnanti e famiglie) alle differenze di genere (culturali, etniche, religiose, ecc.), contrastando la cultura della diversità - contrastare pregiudizi e stereotipi legati ai ruoli maschili e femminili - prevenire fenomeni di discriminazione che concorrono all'insuccesso e all'abbandono scolastico - promuovere l’impegno educativo degli insegnanti, in tutti gli ambiti disciplinari, per fare della differenza un’esperienza di crescita - favorire il dialogo docenti/alunni e genitori/alunni - creare sinergia tra scuola e famiglia per il benessere dei giovani. DESTINATARI Verranno coinvolti I.C. D’Alcontres, I.C. Capuana, I.C. Foscolo.
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I destinatari diretti delle azioni progettuali sono gli alunni delle Scuole Secondarie di I Grado, in particolare gli alunni della classi I e II. Destinatari indiretti delle azioni saranno altresì gli insegnati, le famiglie e la collettività tutta.
METODOLOGIA Viene privilegiato un approccio prevalentemente operativo e cooperativo che motivi gli alunni, stimolando la riflessione e il confronto in modo da consentire la maggiore creatività possibile e affinché tutti, al di là delle singole capacità, possano partecipare attivamente ai lavori di gruppo. Le attività si baseranno principalmente su discussione in circle time e giochi di cooperazione, usando tecniche che spaziano dalla simulazione al problem solving, dal lavoro individuale al brainstorming.
ATTIVITA' Il progetto prevede la realizzazione di un incontro informativo e formativo rivolto agli alunni, in presenza di un docente referente. Una prima parte dell’incontro sarà dedicata alla presentazione del concorso “Rappresentiamo la parità”, indetto al fine di stimolare la riflessione sul tema delle differenze di genere e attivare il lavoro in gruppo per la realizzazione di elaborati multimediali a tema (cortometraggi, spot, pièce teatrali, documentari, etc.). Il concorso prevede l’assegnazione di tre borse di studio per le produzioni più significative, come specificato dal bando di concorso allegato. La seconda parte dell’incontro prevede un momento formativo che prevede attività esperienziali di gruppo volte a facilitare: l’ esplicitazione delle emozioni, la condivisione di opinioni sui temi proposti la cooperazione che prevale sulla competizione la scoperta di nuovi punti di vista e di nuovi modi di interagire. Vivi Don Bosco Magazine
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L’incontro verrà replicato in ciascuna delle due classi coinvolte per Istituto Comprensivo. Nei due mesi successivi, gli alunni divisi in piccoli gruppi si impegneranno alla realizzazione delle produzioni video, coordinati dal docente di riferimento. In conclusione, è prevista una manifestazione finale cui parteciperanno gli alunni e gli insegnanti delle scuole e le famiglie. Saranno altresì invitate le autorità locali e coinvolti i media per dare risalto all’iniziativa. In questa occasione Verranno proiettati i video realizzati e si procederà alla premiazione delle produzioni più meritevoli.
TEMPI DI REALIZZAZIONE Si prevede il seguente calendario di massima: - incontri informativi e formativi con inizio nella prima decade di dicembre 2017 e da concludersi entro il 10 marzo 2018 - scadenza per la consegna degli elaborati il 25 marzo 2018 - scadenza per la valutazione degli elaborati il 5 aprile 2018 - manifestazione finale nella mattinata del13 aprile
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AI DIRIGENTI SCOLASTICI I.C. D’Alcontres I.C. Capuana I.C. Foscolo di Barcellona Pozzo di Gotto
CONCORSO PER LE SCUOLE SECONDARIE DI I GRADO "Rappresentiamo la parità" Regolamento PREMESSA Gli stereotipi condizionano il nostro modo di agire e la società stessa. L’uso degli stereotipi di genere conduce ad una percezione rigida e distorta della realtà, che si basa su ciò che noi intendiamo per “femminile” e “maschile” e su ciò che ci aspettiamo dalle donne e dagli uomini. La costruzione dei ruoli maschili e femminili è un processo che inizia sin dall’infanzia, intrappolando uomini e donne in definizioni rigide che possono vincolare e limitare l’agire delle persone nel corso delle loro esistenze. In Italia le politiche per l’uguaglianza di genere in campo educativo sono marginali. In questo contesto, il progetto promuove la riflessione sulle specificità e potenzialità di genere. A tal fine è indetto il concorso "Rappresentiamo la parità" rivolto agli studenti dei tre Istituti Comprensivi. Gli alunni sono invitati ad esprimere le loro riflessioni, attraverso la realizzazione di video che abbiano per tema differenza di genere e pari opportunità. La premiazione del concorso si svolgerà durante la manifestazione finale del Progetto, cui parteciperanno gli alunni e gli insegnanti delle scuole e le famiglie. In questa occasione verranno proiettati i video realizzati. PARTECIPANTI Possono partecipare gli studenti e le studentesse delle classi I e II delle scuole secondarie di I grado coinvolte. Vivi Don Bosco Magazine
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TIPOLOGIA DI ELABORATI AMMESSI Gli elaborati possono essere presentati in forma multimediale (cortometraggi, spot, pièce teatrali, documentari, etc.). L’opera dovrà essere inedita e dovrà avere un titolo.
TERMINI DI PRESENTAZIONE La consegna degli elaborati dovrà avvenire entro e non oltre il 25 marzo 2018. Ogni singolo istituto nominerà un rappresentante incaricato di raccogliere gli elaborati e consegnarli a uno dei responsabili del concorso.
VALUTAZIONE Gli elaborati saranno valutati da una Commissione esaminatrice che sceglierà, a suo insindacabile giudizio, le migliori tre opere tra gli elaborati partecipanti sulla base di significatività e originalità espressa. La commissione sarà composta da: - un ex allieva delle Figlie di Maria Ausiliatrice - un componente del Gruppo Famiglie delle Figlie di Maria Ausiliatrice - un docente per ogni scuola - un pari oratoriano PREMIAZIONE La premiazione dei vincitori si svolgerà durante la manifestazione finale del Progetto (modalità e tempi della partecipazione saranno comunicati ai diretti interessati). Primo premio: Buono di € 300,00 Secondo premio: Buono di € 150,00 Terzo premio: Buono di € 100,00
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Talenti in Campo, Torneo Nazionale di Tutti i Santi Cala il sipario sulla sesta edizione del Torneo di TUTTI I SANTI, torneo organizzato dalla Katane Soccer presso il loro centro sportivo di Catania. Sotto l’attento sguardo di Loris Margotto, responsabile nazionale delle Accademy Atalanta, nella categoria Primi Calci, si sfidano 6 società considerate fra le più importanti in Sicilia, a queste 6 società si aggiunge anche la Vivi Don Bosco Oreto, messasi in mostra in una amichevole davanti l’attento sguardo di Claudio Lucchini, responsabile siciliano per l’FC Atalanta. La formula prevede la suddivisione in due gironi delle 8 formazioni (Katane Soccer ne presenta 2), le prime due di ogni girone vanno a giocarsi la Champions League, le altre sue L’Europa League. Con due ampie vittorie ed una sconfitta ai danni dello Sportland 2000, i salesiani chiudono il loro girone secondi, accedendo di diritto alla competizione per la coppa più ambita. Nella giornata di domenica, la Vivi Don Bosco Oreto mette in mostra il miglior repertorio battendo i più quotati, pari età del Calcio Catania per 1 a 0. Pari l’altra partita fra Katane Soccer e Sportland. La seconda tornata di gare si apre con una sconfitta di misura per i salesiani che recriminano però per le tantissime occasioni fallite. Mentre lo Sportland regola per 2 a 0 il calcio Catania. La terza tornata di gare si apre con la vittoria del Calcio Catania sul Katane Soccer, risultato che infiamma l’ultima gara, una vittoria per i salesiani per il titolo mentre allo Sportland basterebbe un solo punto per laurearsi campioni. Gara giocata con il predominio dei salesiani, ma lo Sportland ribatte colpo su colpo riacciuffando il pareggio per ben due volte. Allo scadere la Vivi Don Bosco può dare il colpo di grazia con Miano che si invola solo all’uno contro uno, ma il tiro di giustezza si spegne sull’esterno del palo. Episodio che di fatto consegna la coppa dalle grande orecchie allo Sportland, ma che lascia nei salesiani la consapevolezza di essere una grande squadra che può tranquillamente giocarsela con i grandi del panorama regionale.
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Il 9 novembre ricorre il cinquantesimo anniversario della costituzione giuridica delle Polisportive Giovanili Salesiane (1967-2017). 50 anni passati al servizio dei giovani, dello sport ma soprattutto ad educare giovani cristiani ed onesti cittadini. Anche il Comitato provinciale di Messina inaugura l’inizio dell’anno sportivo nel segno del 50° anniversario. Grande entusiasmo e partecipazione a Sant’Agata Militello per la Pgs Fest. Il cortile con il Palauxilium dell’Istituto Zito della Figlie di Maria Ausiliatrice ed i campi del Football Village, si sono colorati a festa accogliendo circa duecento ragazzi e ragazze delle società sportive che hanno gioito un’intera giornata tra sport e comunione. Ad aprire la manifestazione una sfilata per le vie del centro santagatese, quindi i saluti del Presidente del Comitato Provinciale di Messina, Franco Sirna, e di Suor Francesca Scibetta, delegata regionale PGS per le FMA. Dopo un’intensa e partecipata Santa Messa, celebrata da Don Domenico Muscherà, si è dato il via alle gare, con la disputa degli incontri di calcio, minivolley e pallavolo. Una giornata di grande passione e divertimento per iniziare nel migliore dei modi l’anno sportivo 2017 / 2018.
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CITTA’ DI BARCELLONA DA SOGNO. BENE SANT’ANTONINO E ZACCAGNINI. E’ un campionato ricco di emozioni quello che quest’anno si sta disputando nel Girone C di serie C2 e che vede coinvolte ben 4 formazioni barcellonesi e diverse compagini del “comprensorio”. Ottimo l’inizio di campionato del Città di Barcellona, che dopo 8 giornate si trova seconda a 17 punti con 5 vittorie, due pareggi, nell’ultima giornata con il SIAC ed una sola sconfitta. Un inizio di campionato avvincente per la compagine del duo Bambaci – Galia, che partita dopo partita ha messo in cattedra i suoi giovani e fatto fuori gli avversari di turno. Da sottolineare le importanti vittorie maturate nei “derby” contro l’Orsa e contro il Sant’Antonino ed in trasferta contro la Meriense. Buon inizio di stagione anche per il Sant’Antonino di mister Salvatore Fazio, che con 14 punti si difende nelle zone alte della classifica. Una squadra in gran parte rinnovata rispetto alla scorsa stagione ma che continua a stupire gli addetti ai lavori. “Clamorosa” la vittoria per 05 sul campo della temutissima Siac: ma i ragazzi del presidente Imbesi non sono di certo nuovi ad imprese inattese. Inizio altalenante per la Libertas Zaccagnini, che dopo un inizio da record con 3 vittorie in altrettante gare, è incappato in una serie di risultati negativi, intervallato dall’ottimo pareggio sul campo della Nike ed in casa nel derby con il Sant’Antonino. 11 punti in classifica rappresentano comunque un ottimo inizio per una compagine che punta ad una facile salvezza e a qualcosa in più, vista l’esperienza dei componenti del proprio organico. Rao e Molino sapranno sicuramente sfruttare al meglio i propri atleti per una stagione positiva. Unica “barcellonese” un pò in difficoltà è sorprendentemente l’Orsa, ferma a 6 punti
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dopo 7 giornate, nonostante tra le proprie fila annoveri giocatori di tutto rispetto, quali Presti, Scilipoti e Sacco. Evidentemente il salto di categoria ha destabilizzato più del previsto i ragazzi di mister Salvo Presti che certamente hanno ancora molte possibilità di rimettersi sulla giusta via e risalire la classifica andando ad occupare il posto che meritano. Buona comunque la vittoria contro il Ludica Lipari per 5 a 2 che li allontana dall’Akron Savoca fermo a 0 punti in coda alla classifica. Infine, buono anche l’avvio della Meriense che insieme alla Zaccagnini si trova in zona tranquilla a 13 punti: anche per la compagine di mister Cattafi, squadra totalmente rivoluzionata che tra alti e bassi non sta per nulla deludendo le attese, basti pensare all’ottima prestazione fornita nell’ultima giornata con lo Sporting Club Villafranca. Ottima partenza anche per il Montalbano, che con 15 punti punta dritta alle zone altissime della classifica. Questa nel dettaglio la classifica dopo 8 turni:
Maurizio Molino Vivi Don Bosco Magazine
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Ass. Vivi Don Bosco Via Regina Margherita 22 98051 Barcellona P.G. (ME) Oratorio Scuola Calcio Mountain bike
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Testata informativa cittadina con ampia finestra sulle tradizioni, sullo sport e sulle attività aggregative delle varie associazioni barcellonesi. Inoltre ampio spazio a tutte le attività svolte nell’Istituto F.M.A. di cui ne siamo parte integrante.. La testata è 26/11/2017 pubblicata in formato online32sul sito n. 20 del www.sfogliami.it