Entropia dell'anima

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Wadja gli spiegò che il villaggio era nato come luogo di sosta della tribù nomade degli Adhara e che c’è molta vita attorno ad un canale d’irrigazione poco distante da lì. Le donne vi si recano a sciacquare panni o a prendere l’acqua. Gli uomini erano nel palmeto. Wadja, rivolgendosi a Guido, gli disse: <<Te la senti di camminare?>> La risposta fu: “ Non aspetto altro.>> <<Bene, seguimi.>> Attraversarono tutto il villaggio, dirigendosi verso una grande duna. Wadja gli fece capire che dovevano salire sulla cima. <<Bene!>> Pensò Guido, rallegrandosene. Raggiunta la cima, rimase senza fiato: non avrebbe mai pensato di vedere un laghetto in un posto simile. Perfettamente circolare (pareva disegnato con un compasso), di una bellezza inaspettata, sembrava lo aspettasse per farsi ammirare. Era circondato da una corona di palme, che formavano un sottile boschetto lungo le sue sponde e da una corona di dune che lo contornavano. Solamente dalla posizione in cui si trovava, avrebbe potuto avere quella visione d’insieme! In cuor suo ringraziò Wadja per avergli dato l’opportunità di osservare il luogo da quel punto. Poi, ebbro di tanto equilibrio, si lasciò cadere sul fianco opposto a quello che aveva risalito, iniziando a scivolare verso la base della duna. La forte inclinazione del versante, sul quale si era abbandonato, favorì la discesa che si era proposto di fare e mentre slittava giù, urlò dalla gioia, sollevando le braccia al cielo! Guido, in quel momento, liberò tutta la gioia infantile che stava gorgogliando nel suo petto, sperimentando un piacere indefinibile.

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