Viteparallele[1]

Page 41

Ci

vediamo un sabato a mezzogiorno all’osteria di San Martino. Elio lo conoscono anche lì. Ho un mucchio di domande da fargli ma c’è anche Velia, sua moglie. Mi stupisce la paura che hanno di raccontare cose di cinquanta anni prima. Hanno dato da mangiare a spagnoli che tornavano a casa per combattere il franchismo e gli hanno lavato i soli vestiti che avevano, li hanno fatti dormire nel loro letto, li hanno portati in Francia per sentieri da cacciatori e cinghiali. Allora avevano coraggio, adesso Velia* lo frena nel racconto. Ma lui aggiunge di quello spagnolo antifranchista di cui sapevano solo che si chiamava Alberto, e che lavando i suoi pantaloni avevano trovato una fialetta di cianuro nella tasca. Tempi duri in cui avevano imparato a tacere. Stiamo insieme mezzo pomeriggio e spesso abbiamo la bocca piena di ravioli o coniglio; ci aiutiamo con vino bianco del posto. Ma parliamo anche di tante storie. Io prendo qualche appunto su un quaderno blu, come faceva Francesco Biamonti, mi dice l’ostessa. La più bella storia è quella del maestro Salvatico, a cui Elio era rimasto legato anche perché finite le elementari gli aveva pagato l’iscrizione all’avvia-

41


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.